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Carlo Monni

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Tutto il contenuto pubblicato da Carlo Monni

  1. Se partiamo da questo presupposto, allora, Ticci è già al lavoro sul n. 695, Civitelli sul n. 700, Piccinelli sul terzo capitolo della trilogia di Mefisto, visto che tutti e tre hanno già accettato il rispettivo incarico.
  2. Sarei davvero molto sorpreso se Stano fosse già al lavoro su questa storia, visto che Mauro afferma testualmente: "Dovrei iniziare a scrivere il seguito di “Mohawk River” che anche questa volta sarà uno speciale a colori disegnato e colorato sempre da Stano". Insomma, se Stano sta già disegnando qualcosa che Boselli non ha ancora iniziato a scrivere sarebbe dotato di doti divinatorie che davvero non conoscevo. Dove cosa?
  3. Questo era vero un tempo ma da alcuni anni non è è più così. Se uno passa a Tex da un'altra serie Bonelli oggi ha un aumento del compenso, quando ce l'ha, che oscilla al massimo tra il 10 e ed il 15% rispetto al 50% di trent'anni fa. Una volta mi è capitato di sentire un disegnatore (di cui non farò ovviamente il nome) lamentarsi del fatto che pur essendo pagato di più a tavola, la sua diminuita produttività da quando era passato a Tex gli faceva, di fatto, guadagnare di meno. Inoltre Freghieri è già uno dei disegnatori più pagati della SBE e per lui, come per Diso a suo tempo, non ci sono stati aumenti per il suo temporaneo passaggio a Tex, lo so per certo. Opinione personalissima e sbagliata, ci tengo a sottolinearlo. Nessun compenso è diminuito, quel che è accaduto è che da alcuni anni sono stati congelati tutti gli aumenti a parte l'annuale adeguamento ISTAT. Mah... a me non sembra. proprio. Da quando è cominciato il nuovo corso i soli disegnatori nuovi, almeno per me. sono stati Giorgio Pontrelli e Riccardo Torti. Ti ribadisco che, a quanto ne so io, negli ultimi anni, gli aumenti di compenso per chi disegna Tex sono ribassati e comunque non sono applicati a chi parte da una base già alta. A suo tempo Diso fu trasferito a Tex perché era una delle poche serie che potesse permettersi le sue tariffe senza rimetterci Su questo siamo assolutamente d'accordo. Quali siano state le motivazioni di Freghieri, è abbastanza chiaro, da commenti fatti anche qui, che a Boselli la cosa è rimasta sullo stomaco. Io sono un fan entusiasta di Freghieri sin da quando esordì oltre 40 anni fa sul Monello peraltro su una serie western Ammetto comunque che sembra nato per le atmosfere noir/hard boiled anche se l'opportunità di vederlo su Tex l'avrei davvero gradita.
  4. Le probabilità di vedere Freghieri su Tex al momento sono pari a zero. Che per ben due volte si sia messo al lavoro su Tex per poi abbandonare dopo poche pagine non è una leggenda metropolitana ma la pura verità Quello che è sbagliato è che fosse al lavoro su un Texone. La prima volta doveva disegnare il Maxi del 2008, "Lo squadrone infernale" dopo circa 20 o 30 pagine mollò ufficialmente perché c'erano troppi cavalli. La seconda volta avrebbe dovuto realizzare il Color n. 5 del 2014, "Delta Queen" e mollò dopo aver realizzato circa 10 pagine complete e 10 a matita (alcune delle pagine da lui realizzate si possono vedere qui, credo, nel topic dedicato ai disegnatori in generale). Stavolta la giustificazione fu che voleva completare uno Speciale Dylan Dog.. Alcuni dicono che non sopportasse la direzione di Boselli, ma se fosse vero, non si capirebbe perché sia stato capace di collaborare con lui in ben due Speciali Dampyr I più maligni dicono che il vero motivo dell'abbandono sia stato che Freghieri si sarebbe accorto che per disegnare Tex ci metteva circa il doppio del tempo che a fare Dylan Dog e che, quindi, di fatto avrebbe guadagnato la metà. Quale che sia la verità, dopo che per ben due volte ha mollato a lavoro iniziato, è estremamente improbabile che Freghieri si veda offrire una terza pèossibiulità. A quanto ne so, Boselli non ci pensa nemmeno.
  5. Carlo Monni

    [501/504] Mefisto!

    Per me no. Non m'importa di chi è l'idea ma come è sviluppata e qui è sviluppata benissimo. E' dal secondo albo in poi che le cose precipitano, purtroppo. La pensassi diversamente, dovrei giudicare negativamente ogni storia in cui il soggetto è di uno e la sceneggiatura di un altro. Non saprei: per quanto brutta (non a caso è l'unica storia di GLB che non ho mai riletto, quella almeno è una storia di Yama. Questa è una storia di Mefisto?
  6. Carlo Monni

    [501/504] Mefisto!

    Per quanto riguarda il fatto che la miglior stagione sia dal 2008 ad oggi oltre quella dove sceneggiava papà Bonelli.... e il periodo in cui sceneggiava principalmente Nizzi, dalla metà degli anni 80 non era una buona stagione? Certo che lo era, almeno fino alla sua famigerata crisi che per il lettore si manifestò con le storie post n. 400, ma comunque inferiore all'attuale secondo la mia modesta e personale opinione. Sembri pensare che se dico che le storie di oggi sono migliori, voglio svilire quanto fatto in precedenza. ma non è così. Riconosco senza problemi le voirtù delle storie di Nizzi dal suo esordio sino al 1994 e le rileggo sempre volentieri, ma questo non mi impedisce di dire che le storie attuali sono meglio. Questa è la tua opinione personale ma io non la vedo così. Per me, lungi dal modificare i personaggi, Boselli li ha, invece, riportati a quella che è la loro vera essenza stravolta da anni di pessime storie in cui i personaggi erano diventati qualcosa di molto diverso da come li aveva distinti G.L. Bonelli. Basti pensare al Carson scemo e macchietta lontano anni luce da quello vero. Quando io leggo le storie di Boselli, come pure quelle di Ruju e Manfredi e perfino quelle di Faraci, che avranno altri difetti ma non questo, ritrovo i personaggi che ho conosciuto e amato nella mia infanzia e adolescenza. Il vero Tex, il vero Kit Carson, il vero Kit Willer, il vero Tiger Jack. Certo filtrati dalla sensibilità personale e dallo stile ddi nuovi autori, ma sono loro, li riconosco. No, perché le storie nel complesso sono migliori. Alcune sono molto belle, altre meno. Veramente brutte non ne ho ancora trovate. Ma non è questo il punto. Io non giudico le storie dalla quantità di pagine o di uscite ma da quello che mi suscitano e dopo anni di frustrazione sono almeno sette anni che per me leggere Tex è tornato ad essere un piacere quasi ogni mese. La cosa non ti va giù, mi dispiace. Infatti è solo uno dei tre migliori sceneggiatori di fumetti italiani. Quanto a Nizzi, io non lo denigro: dico solo: 1) che come sceneggiatore è sicuramente inferiore a Boselli, Manfredi e Berardi, per tacere di almeno altri tre oggi diefunti, il cheb non vuol dire che sia stato un pessimo sceneggiatore come tu sembri adombrare. 2) ha vissuto tre stagioni, una molto buona ed interessante, una in cui il talento è andao calando ma le sue storie erano comunque leggibili; una in cui era ormai diventato incapace di scrivere e realizzava storie insulse, brutte, dove Tex colezioinava brutte iguiree a ripetizione ed era irriconoscibile rispetto all'eroe che era stato. Dire questo non è denigrarlo, lo sarebbe se dicessi che non è mai stato un bravo scrittore e che tutte le sue storie non valgono niente, ma io non l'ho mai affermato. Preferire qualcuno ad un altro non è denigrare quest'ultimo. E meno male, viste le sue ultime prove. E sbagli: se non ti piace più, dovresti semplicemente smettere di comprarlo.Io, a suo tempo, ho fatto così con Mister No, Dylan Dog e Julia. Inutile spendere soldi per fasi del male. Quelle prima del n. 400 lo sono perché belle, quelle post n. 500, invece perché sono le peggiori che abbia mai letto.
  7. Carlo Monni

    [501/504] Mefisto!

    Questa è la mia opinione e la ribadisco. Tu non sei certo obbligato a condividerla. Quella che stiamo vedendo negli ultimi anni, diciamo dal 2008 in avanti,, è forse la migliore stagione che Tex abbia mai vissuto dai tempi della sua Golden Age negli anni 60 e 70. Storie avvincenti, personaggi ben caratterizzati e disegni di alto livello. Io sono soddisfattissimo. Mi sa di sì: l'imprinting è noto, può fare seri danni.. A parte gli scherzi, bisogna vedere di quale Nizzi stiamo parlando. Quello delle storie sino all n. 400 poteva anche essere troppo manierista per i miei gusti ma era un signor sceneggiatore e gestiva i personaggi in maniera ottima e confezionava trame magari eccessivamente convenzionali, sempre per i miei gusti, ma decisamente avvincenti. Quello delle storie tra il n. 401 e 500 aveva ormai perso la sua verve ma suppliva con la sua padronanza del mestiere di sceneggiatore alla carenza nell'elaborazione dei soggetti (non a caso in quel periodo saccheggiava spesso i soggetti altrui o riciclava quelli che anni prima aveva realizzato per Larry Yuma). Quello dal 501 in avanti aveva ormai perso anche il mestiere e le sue storie diventarono sempre più stanche e brutte. Se sei cresciuto con quest'ultimo Nizzi, comprendo che non vedi lo stravolgimento di Tex e perché non sembri apprezzare Boselli.Del resto, c'è chi ritiene il Tex di Nizzi migliore di quello di G.L. Bonelli il che, se parliamo delle singole storie può essere vero, ma se parliamo di caratterizzazione, è una vera e propria eresia. Io sono fiducioso.
  8. Carlo Monni

    [501/504] Mefisto!

    La scelta di Nizzi diciamo che è stata una forma di rispetto verso uno sceneggiatore che, per più di dieci anni, aveva praticamente scritto TUTTA la produzione texiana. Inoltre, la prima parte è ben screneggiata e intrigante. Il resto, purtroppo, delude le aspettative di chi voleva una storia più epica e magica. Peccato. io infatti sono andato a rileggerei l ultima apparizione perché aspetto la storia di boselli come la vera rinascita del personaggio . Ciò non toglie che non è tutto da buttare , io do tre a una storia quando capisco in partenza quello che succederà o quando non riconosco il personaggio di tex . Questa è magari un po' scontata soprattutto nel finale ma non mi sono annoiato . In effetti non avevo pensato che la prima parte è vecchia data la lentezza di villa .perchè dici che l idea era di bonelli Carlo? Alla SBE all'epoca vigeva un pressoché rigido rispetto della gerarchia: Nizzi era lo sceneggiatore anziano e principale e quindi fu incaricato lui. Inoltre, all'epoca in cui iniziò a sceneggiare la storia, lui era, di fatto, l'unico sceneggiatore. E io glielo do quando la storia è davvero brutta. Quanto al riconoscere il personaggio, se per te quello che appariva nelle storie di Nizzi dal 2001 in avanti era il vero Tex, allora sei di bocca più buona di me. Nemmeno io: mi sono arrabbiato e mi sono sentito offeso e preso in giro, che è peggio. La lentezza di Villa non c'entra nulla in questo caso. In quel periodo Villa era impegnato con "L'uomo senza passato" e avrebbe iniziato a disegnare "Mefisto" solo nel 1995. Semplicemente Nizzi, io credo, aveva già iniziato a scriverla prima della sua crisi Perché è quello che ci ha detto Boselli. Negli anni 50 l'eclettico G.L. Bonelli scrisse un cosiddetto trattamento e forse una parziale sceneggiatura per un film mai realizzato intitolato "Il ritorno di Cagliostro". La storia iniziava a Parigi dove l'anima di Cagliostro. defunto da tempo, veniva evocata nel corso di una seduta spiritica e con mezzi magici riusciva a trasferirsi nel corpo di uno dei partecipanti alla seduta tornando così in vita. Ti suona familiare per caso? Boselli ci ha raccontato che G.L Bonelli aveva lasciato scritto di usare quell'idea per far resuscitare Mefisto e che lui stesso portò in Redazione quel che GLB aveva scritto. Il manoscritto originale di quel trattamento dovrebbe essere in possesso di Giorgio Bonelli. Nizzi nega di averne mai saputo qualcosa e che l'idea è tutta sua, mentre Villa in un'intervista del 2000 a Dime Press conferma la storia di Boselli.. Se Nizzi dice la verità, allora la coincidenza è impressionante oppure Boselli e Villa sono dei bugiardi. Non c'è via di scampo.
  9. Carlo Monni

    [501/504] Mefisto!

    Credimi, l'abbiamo capita benissimo... purtroppo. Io rispetto il tuo parere anche se non l condivido ma per come la vedo io, non solo non è certo un capolavoro, ma è sicuramente insufficiente. Di sicuro non è una storia "onesta". "Incubi" può essere una storia onesta, "Terrore sulla savana" può essere una storia onesta, tanto per restare in tema Mefisto, questa è semplicemente brutta. Perché è il Nizzi dei tempi d'oro. La prima parte, che peraltro si basa su un'idea di G.L. Bonelli anche se Nizzi lo nega, è stata sicuramente scritta prima della sua famigerata crisi creativa e si vede. Boris era un bel personaggio. Anche il recupero di Lily era una bella idea che però è stata sfruttata male. Varrebbe la pena di riprenderla. Ha le potenzialità di essere un'ottima antagonista anche indipendentemente da Mefisto. Nessuno lo ha capito. L'unica spiegazione che riesco a dare che i temi magici e dell'occulto non fossero nelle corde di Nizzi che si è rifugiato in luoghi e modalità narrative a lui più congeniali. Grosso errore. Per tua fortuna li riavrai con Boselli. Alla storia in sé darei un 3, Ai disegni di Villa darei un 10 e lode.
  10. Carlo Monni

    Guglielmo Letteri

    Prima che Ymalpas intervenga ribadendo ancora una volta che Francesco Bosco non voleva denigrare Galleppini, precisando che quelli che giudicano negativamente il lavoro del grande disegnatore sulla base del fatto che si è ispirato ad illustrazioni preesistenti esistono perfino su questo forum. Penso alla delusione manifestata da Anthony Steffen quando ha scoperto che per molte copertine Galep si era rifatto a copèrtine di riviste pulp western o paperback. Personalmente credo che si debba distinguere tra: Ab ) la copia vera e propria, ovvero il puro e semplice ricalco dell'opera altrui spacciandola come realizzazione propria. Cosa da condannare in assoluto. B ) l'ispirazione ad un'illustrazione o foto già esistente. Devo fare Tex che imbraccia un fucile e mi è piaciuto come lo faceva John Wayne in una certa scena di un certo film recupero quel fotogramma e disegno quella posa. Oppure: mi piace come Ticci disegna Tex accucciato a controllare le tracce e lo disegno sempre in quel modo quando è nella stessa situazione prendendo a modello un certa vignetta. Questi casi non sono in nulla diversi da quello di un artista che usa modelli quando dipinge i suoi quadri o per rifae, che so, un cesto di frutta ne prepara prima uno vero e poi se lo mette sul tavolo davanti a sé. C ) l'omaggio deliberato. Devo disegnare un uomo che cade e rifaccio la celebre foto di Robert Capa oppure per una copertina uso come riferimento la locandina di un film o cito un'altra copertina famosa. Nei casi B e C la mano dell'artista è comunque evidente Nel fare la copertina del n. 600 Villa ha preso a modello la posa di John Wayne in una celebre locandina di "Sentieri selvaggi" ma la mano e lo stile sono chiaramente i suoi. P:S. La discussione è interessante e vale la pena di continuarla ma non siamo un po' OT?
  11. Il curatore di Dampyr non è il tipo da privarsi di una risorsa del genere senza combattere con le unghie e coi denti se necessario. Tuttavia anche il curatore di Tex quando vuole qualcosa non si ferma davanti a nulla.
  12. Carlo Monni

    Guglielmo Letteri

    Non è per correggerti, ma sappi che la pratica è diffusissima ancora oggi. Praticamente ogni disegnatore di fumetti ha una raccolta di immagini, perlopiù foto o fotogrammi ma anche disegni di altri autori a cui attingere per riprodurre realisticamente pose, ambienti ed .espressioni. Sono dei copioni? Beh allora forse lo era anche Leonardo perché invece di dipingere la Monna Lisa a memoria ce l'aveva davanti a sé.-. Chi tenta (e non sarà Bosco ma c'è, credete) di svilire il lavoro di Galep e chi, semplicemente non riesce ad accettare che il suo disegnatore preferito usi queste tecniche, non possiamo farci niente. Io mi limito a far notare che una cosa è la copia pura e semplice, un vero e proprio ricalco, ed un'altra è l'ispirazione o l'omaggio esplicito.. Peraltro, anche per "copiare" a mano libera ci vuole talento. Chi di noi ne sarebbe capace?
  13. Carlo Monni

    Guglielmo Letteri

    Parlare di scopiazzatura mi è sempre sembrato ingeneroso. Ci sono delle ispirazioni per le pose non c'è dubbio ma ci sono anche delle differenze rispetto all'immagine di riferimento. Se prendere spunto da foto o illustrazioni è copiare allora sono copioni anche Villa e Civitelli. E che dire di Giolitti, che prima si faceva delle foto nelle vaie pose e poi le riproduceva nei suoi disegni in nome della verosimiglianza?
  14. Carlo Monni

    Le grandi storie Tex

    In realtà, fin dall'inizio sapevamo tutto quello che c'era da sapere di Marcus Parker, tranne il suo nome ed il suo volto che erano celati solo al lettore mentre qualunque altro personaggio coinvolto li conosceva perfettamente. Probabilmente G.L. Bonelli scelse questa soluzione da un lato, diciamo così, per non dare al lettore un vantaggio indebito su Tex che quel nome lo apprenderà solo dopo l'evasione, dall'altro, presumibilmente, per dare l'illusione che l'.Uomo di Flagstaff potesse essere qualcuno conosciuto in passato, illusione, peraltro smentita già dai dialoghi di Parker stesso da cui si capiva perfettamente che conosceva Tex solo di fama Insomma, l'Uomo di Flagstaff fin dall'inizio non era il classico cattivo nell'ombra che tiene celata la sua identità né poteva esserci mostrato con nome e volto nel corso della vicenda perché nello stesso momento in cui fosse stato presentato come editore del giornale cittadino avremmo saputo chi era. Lo stesso Tex, quando lo viene a sapere non ha reazioni del tipo: "Non mi aspettavo che fosse lui" o simili, segno che per lui era un illustre sconosciuto. Se ci pensi bene, la soluzione scelta da GLB, era l'unica che avrebbe davvero potuto sorprendere il lettore che si poteva aspettare un nome in qualche modo già noto
  15. Ma Tisselli è essenzialmente questo, infatti, il che non toglie nulla alle sue opere a fumetti per me.
  16. Io li ho trovati semplicemente stupendi. Dipendesse da me sarebbe già al lavoro. La vedo esattamente all'opposto. l'ho trovato decisamente dinamico come dimostrano le tavole 58, 59, 62 tra le altre.
  17. Carlo Monni

    Le grandi storie Tex

    Finisce con "L'ombra del patibolo" che è il numero successivo. Che hai fatto: ti sei perso 110 pagine?
  18. Carlo Monni

    Guglielmo Letteri

    Che è quello che erano in effetti: lo aiutavano con le chine e talvolta anche le matite in quei tempi di scadenze pressanti Più che casi eccezionali, io li definirei casi d'emergenza. Comunque solo Mario Uggeri nel 1951 e Francesco Gamba nel 1958 ebbero l'onore e l'onere di disegnare un paio di avventure tutti da soli. Negli altri casi fecero matite e/o chine per Galep. Onestamente questa "imitazione" io non la vedo, ma è anche vero che Uggeri in particolare era di scuola raymondiana coem Galep. Questo fino al 1960, quando Virgilio Muzzi, che nei tre anni precedenti era stato inchiostratore di Galep, debutta come disegnatore completo alternandosi a lui in media in una storia su tre dando il via al sistema che prosegue ancora oggi. Cormio fu l'inchiostratore di fiducia di Galep dal 1964 al 1967.ed al tempo stesso era il grafico di Redazione. Lo stile di Letteri e Nicolò era differente da quello di Galep, ma aveva la stessa matrice, ovvero il grande Alex Raymond (Nel caso di Letteri, mediato attraverso il suo successore su Rip Kirby: John Prentice) e quindi il cambio risultava meno "traumatico" Quello veramente diverso fu Ticci la cui matrice era un altro maestro americano: Milton Caniff. Sergio Bonelli racconta che quando uscì la prima storia di Ticci nel 1967 arrivarono in redazione molte lettere di protesta da parte di lettori sconcertati dal suo stie. Perfortuna Sergio tenne duro. Io, che non avevo ancora compiuto 9 anni, mi innamorai subito del suo stile e divenne il mio disegnatore preferito, cosa che è a tutt'oggi. Non bastò a trarmi in inganno. Capii subito che "Caccia all'uomo" l'aveva scritta Nolitta, il suo stile era inconfondibile- Per anni il solo modo che ho avuto per sapere il nome dei disegnatori fu decifrare le firme in calce alle tavole o strisce. Ovvero: due dei miei disegnatori preferiti dell'epoca. Per fortuna le idee si cambiano. Ovvero il contrario di come la pensavi da bambino quando avresti voluto tanti imitatori di Galep.
  19. Carlo Monni

    Guglielmo Letteri

    Che se ho capito bene a chi alludi, tecnicamente è la seconda, essendo la prima composta da Galep, Maio Uggerie Francesco Gamba, Nulla di strano: anche per me che ho cominciato a leggere Tex regolarmente dal 1966 (e saltuariamente da un paio d'anni prima), Muzzi Nicolò, Letteri, Ticci, sono la prima generazione. Mai avuto di questi problemi. Per me Nicolò è sempre stato una presenza gradita. Ne conoscevo il tratto sin da quando ero bambino ed era una delle colonne del Monello con personaggi per me indimenticabili. Idem come sopra. Apprezzavo Fusco per il suo lavoro su Lone Wolf e I due dell'Apocalisse e vederlo su Tex fu una sorpresa molto gradita. Mai capite le reazioni di quelli come te. Tutti la sentiamo ma ciò non vuol dire svilire quello che è venuto dopo, con storie ottime anche se di altri autori. La nostalgia è un sentimento che provo anch'io ma quando è fine a se stessa non mi piace. Non è nel mio stile vivere nel passato. E finalmente torniamo in topic. Dei cinque disegnatori in questione, Letteri era effettivamente quello che disegnava le donne migliori che nei sondaggi di solito ricevono i maggiori voti. Non posso dimenticare come colpì la mia fantasia di undicenne Janet Brent anche se mi ci vollero ancora altri anni per capire cosa sottintendesse GLB quando, parlando del suo lavoro al saloon fa dire a Rudy Nielsen che non era come le altre donne del suo genere.
  20. Magari ti sbagli ma anch'io la vedo come te, quindi ci sbaglieremo in due. Rispetto, ovviamente, l'opinione di chi non apprezza il Ticci attuale ma resta il fatto che la sua è stata una scelta stilistica voluta e consapevole. Nel caso di Ferri io non vedo alcuna svolta impressionista ma solo l'inevitabile decadenza di un artista che si avvicina ai novant'anni.
  21. Pensa che io la vedo esattamente in modo diametralmente opposto. Per me Ticci è e rimane ancora il migliore tra i disegnatori di Tex. Negli ultimi anni ha adottato uno stiel "impressionista" che trovo decisamente soddisfacente e sarei ancora più soddisfatto se gli concedessero di colorarselo da sé: I suoi acquerelli sono meravigliosi. Hai letto male: Tanto per cominciare, "L'onore di un guerriero" non è scritta da Boselli ma da Ruju ed è una storia in due albi prevista per aprile/maggio 2016. Della storia del settantennale, ovvero il n. 695, ancora non si sa nulla, anche perché Boselli forse non ha ancora nemmeno cominciato a scriverla. Un po' prima in realtà. La storia di Andreucci precede gli eventi de "Il totem misterioso" Forse perché quella storia è già stata raccontata? Non sento la necessità di un ritorno della Mano Rossa onestamente. Lo ha già fatto Nizzi. Una storia epica in stile "Il mucchio selvaggio" l'abbiamo già avuta ed è "Gli Invincibili". Ti capisco.
  22. Carlo Monni

    [662/663] Carovana di Audaci

    Comprato e letto stamattina in viaggio da Arezzo a Firenze Per sicurezza metto lo S P O I L E R Peccato non sapere quanto dettagliato sia stato il soggetto di Barbieri. Si tratta, comunque, di una tradizionale storia di carovane con tutti i luoghi comuni del genere ma gestiti sapientemente dando una piacevole sensazione di familiarità. Buona la gestione dei pards ed i dialoghi. Sembrerebbe che sia vero che Faraci riesca meglio a sceneggiare soggetti altrui e che il soggetto sian il suo vero punto deboel. Per ora il giudizio è positivo.
  23. Mi sono chiesto, guardando per l'ennesima volta la copertina che Vannini ha realizzato per la pubblicazione del Blog portoghese di Tex, perché sul color sia finito Liberatore e non si sia dato spazio invece allo stesso Vannini. Perché la filosofia del Color Tex è che la copertina la faccia un artista diverso dai quattro all'interno. Presumibilmente per non privilegiare nessuno di loro rispetto agli altri. Col Dylan Dog Color Fest si fa così. La domanda caso mai dovrebbe essere: perché una scelta così poco indovinata per quella di quest'anno? Liberatore è indubbiamente un grande artista ma si poteva e si doveva dirgli che la sua copertina non andava bene. Marcheselli ha scelto di non farlo e ha fatto male
  24. Purtroppo è vero che i refusi negli albi di Tex sono aumentati moltissimo... inconvenienti della maggior produzione? Il Tiger che a pag. 104, prima vignetta, pensa "unO chindi" non si può vedere. Purtroppo capita quando in italiano si usano parole straniere che si pronunciano diversamente dalla forma scritta. Dunque uno chindi è come uno chalet... apparentemente errato graficamente, ma corretto foneticamente. In realtà non è questione di correttezza o scorrettezza: dipende solo se il nesso "ch" viene pronunciato con la fricativa (come accade in francese, italiano "sci") o con l'affricata (all'inglese, italiano "ci"). Borden, semplicemente, ha usato la prima, come probabilmente deve usarsi (dico probabilmente perché non ho conoscenze in materia). Non conosci la lingua Navajo e come si pronuncia? Mi sorprendi.
  25. A me pare evidente che il tizio in questione non abbia considerato il fatto che la ragazza è uno spettro e la vedono solo ì lettori ma non i banditi, che, infatti, non interagiscono mai con lei. Diciamo che Mignacco "inganna" i lettori ma non poteva fare diversamente, se voleva preservare il colpo di scena finale.
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