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Carlo Monni

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Tutto il contenuto pubblicato da Carlo Monni

  1. Carlo Monni

    Guglielmo Letteri

    Parlare di scopiazzatura mi è sempre sembrato ingeneroso. Ci sono delle ispirazioni per le pose non c'è dubbio ma ci sono anche delle differenze rispetto all'immagine di riferimento. Se prendere spunto da foto o illustrazioni è copiare allora sono copioni anche Villa e Civitelli. E che dire di Giolitti, che prima si faceva delle foto nelle vaie pose e poi le riproduceva nei suoi disegni in nome della verosimiglianza?
  2. Carlo Monni

    Le grandi storie Tex

    In realtà, fin dall'inizio sapevamo tutto quello che c'era da sapere di Marcus Parker, tranne il suo nome ed il suo volto che erano celati solo al lettore mentre qualunque altro personaggio coinvolto li conosceva perfettamente. Probabilmente G.L. Bonelli scelse questa soluzione da un lato, diciamo così, per non dare al lettore un vantaggio indebito su Tex che quel nome lo apprenderà solo dopo l'evasione, dall'altro, presumibilmente, per dare l'illusione che l'.Uomo di Flagstaff potesse essere qualcuno conosciuto in passato, illusione, peraltro smentita già dai dialoghi di Parker stesso da cui si capiva perfettamente che conosceva Tex solo di fama Insomma, l'Uomo di Flagstaff fin dall'inizio non era il classico cattivo nell'ombra che tiene celata la sua identità né poteva esserci mostrato con nome e volto nel corso della vicenda perché nello stesso momento in cui fosse stato presentato come editore del giornale cittadino avremmo saputo chi era. Lo stesso Tex, quando lo viene a sapere non ha reazioni del tipo: "Non mi aspettavo che fosse lui" o simili, segno che per lui era un illustre sconosciuto. Se ci pensi bene, la soluzione scelta da GLB, era l'unica che avrebbe davvero potuto sorprendere il lettore che si poteva aspettare un nome in qualche modo già noto
  3. Ma Tisselli è essenzialmente questo, infatti, il che non toglie nulla alle sue opere a fumetti per me.
  4. Io li ho trovati semplicemente stupendi. Dipendesse da me sarebbe già al lavoro. La vedo esattamente all'opposto. l'ho trovato decisamente dinamico come dimostrano le tavole 58, 59, 62 tra le altre.
  5. Carlo Monni

    Le grandi storie Tex

    Finisce con "L'ombra del patibolo" che è il numero successivo. Che hai fatto: ti sei perso 110 pagine?
  6. Carlo Monni

    Guglielmo Letteri

    Che è quello che erano in effetti: lo aiutavano con le chine e talvolta anche le matite in quei tempi di scadenze pressanti Più che casi eccezionali, io li definirei casi d'emergenza. Comunque solo Mario Uggeri nel 1951 e Francesco Gamba nel 1958 ebbero l'onore e l'onere di disegnare un paio di avventure tutti da soli. Negli altri casi fecero matite e/o chine per Galep. Onestamente questa "imitazione" io non la vedo, ma è anche vero che Uggeri in particolare era di scuola raymondiana coem Galep. Questo fino al 1960, quando Virgilio Muzzi, che nei tre anni precedenti era stato inchiostratore di Galep, debutta come disegnatore completo alternandosi a lui in media in una storia su tre dando il via al sistema che prosegue ancora oggi. Cormio fu l'inchiostratore di fiducia di Galep dal 1964 al 1967.ed al tempo stesso era il grafico di Redazione. Lo stile di Letteri e Nicolò era differente da quello di Galep, ma aveva la stessa matrice, ovvero il grande Alex Raymond (Nel caso di Letteri, mediato attraverso il suo successore su Rip Kirby: John Prentice) e quindi il cambio risultava meno "traumatico" Quello veramente diverso fu Ticci la cui matrice era un altro maestro americano: Milton Caniff. Sergio Bonelli racconta che quando uscì la prima storia di Ticci nel 1967 arrivarono in redazione molte lettere di protesta da parte di lettori sconcertati dal suo stie. Perfortuna Sergio tenne duro. Io, che non avevo ancora compiuto 9 anni, mi innamorai subito del suo stile e divenne il mio disegnatore preferito, cosa che è a tutt'oggi. Non bastò a trarmi in inganno. Capii subito che "Caccia all'uomo" l'aveva scritta Nolitta, il suo stile era inconfondibile- Per anni il solo modo che ho avuto per sapere il nome dei disegnatori fu decifrare le firme in calce alle tavole o strisce. Ovvero: due dei miei disegnatori preferiti dell'epoca. Per fortuna le idee si cambiano. Ovvero il contrario di come la pensavi da bambino quando avresti voluto tanti imitatori di Galep.
  7. Carlo Monni

    Guglielmo Letteri

    Che se ho capito bene a chi alludi, tecnicamente è la seconda, essendo la prima composta da Galep, Maio Uggerie Francesco Gamba, Nulla di strano: anche per me che ho cominciato a leggere Tex regolarmente dal 1966 (e saltuariamente da un paio d'anni prima), Muzzi Nicolò, Letteri, Ticci, sono la prima generazione. Mai avuto di questi problemi. Per me Nicolò è sempre stato una presenza gradita. Ne conoscevo il tratto sin da quando ero bambino ed era una delle colonne del Monello con personaggi per me indimenticabili. Idem come sopra. Apprezzavo Fusco per il suo lavoro su Lone Wolf e I due dell'Apocalisse e vederlo su Tex fu una sorpresa molto gradita. Mai capite le reazioni di quelli come te. Tutti la sentiamo ma ciò non vuol dire svilire quello che è venuto dopo, con storie ottime anche se di altri autori. La nostalgia è un sentimento che provo anch'io ma quando è fine a se stessa non mi piace. Non è nel mio stile vivere nel passato. E finalmente torniamo in topic. Dei cinque disegnatori in questione, Letteri era effettivamente quello che disegnava le donne migliori che nei sondaggi di solito ricevono i maggiori voti. Non posso dimenticare come colpì la mia fantasia di undicenne Janet Brent anche se mi ci vollero ancora altri anni per capire cosa sottintendesse GLB quando, parlando del suo lavoro al saloon fa dire a Rudy Nielsen che non era come le altre donne del suo genere.
  8. Magari ti sbagli ma anch'io la vedo come te, quindi ci sbaglieremo in due. Rispetto, ovviamente, l'opinione di chi non apprezza il Ticci attuale ma resta il fatto che la sua è stata una scelta stilistica voluta e consapevole. Nel caso di Ferri io non vedo alcuna svolta impressionista ma solo l'inevitabile decadenza di un artista che si avvicina ai novant'anni.
  9. Pensa che io la vedo esattamente in modo diametralmente opposto. Per me Ticci è e rimane ancora il migliore tra i disegnatori di Tex. Negli ultimi anni ha adottato uno stiel "impressionista" che trovo decisamente soddisfacente e sarei ancora più soddisfatto se gli concedessero di colorarselo da sé: I suoi acquerelli sono meravigliosi. Hai letto male: Tanto per cominciare, "L'onore di un guerriero" non è scritta da Boselli ma da Ruju ed è una storia in due albi prevista per aprile/maggio 2016. Della storia del settantennale, ovvero il n. 695, ancora non si sa nulla, anche perché Boselli forse non ha ancora nemmeno cominciato a scriverla. Un po' prima in realtà. La storia di Andreucci precede gli eventi de "Il totem misterioso" Forse perché quella storia è già stata raccontata? Non sento la necessità di un ritorno della Mano Rossa onestamente. Lo ha già fatto Nizzi. Una storia epica in stile "Il mucchio selvaggio" l'abbiamo già avuta ed è "Gli Invincibili". Ti capisco.
  10. Carlo Monni

    [662/663] Carovana di Audaci

    Comprato e letto stamattina in viaggio da Arezzo a Firenze Per sicurezza metto lo S P O I L E R Peccato non sapere quanto dettagliato sia stato il soggetto di Barbieri. Si tratta, comunque, di una tradizionale storia di carovane con tutti i luoghi comuni del genere ma gestiti sapientemente dando una piacevole sensazione di familiarità. Buona la gestione dei pards ed i dialoghi. Sembrerebbe che sia vero che Faraci riesca meglio a sceneggiare soggetti altrui e che il soggetto sian il suo vero punto deboel. Per ora il giudizio è positivo.
  11. Mi sono chiesto, guardando per l'ennesima volta la copertina che Vannini ha realizzato per la pubblicazione del Blog portoghese di Tex, perché sul color sia finito Liberatore e non si sia dato spazio invece allo stesso Vannini. Perché la filosofia del Color Tex è che la copertina la faccia un artista diverso dai quattro all'interno. Presumibilmente per non privilegiare nessuno di loro rispetto agli altri. Col Dylan Dog Color Fest si fa così. La domanda caso mai dovrebbe essere: perché una scelta così poco indovinata per quella di quest'anno? Liberatore è indubbiamente un grande artista ma si poteva e si doveva dirgli che la sua copertina non andava bene. Marcheselli ha scelto di non farlo e ha fatto male
  12. Purtroppo è vero che i refusi negli albi di Tex sono aumentati moltissimo... inconvenienti della maggior produzione? Il Tiger che a pag. 104, prima vignetta, pensa "unO chindi" non si può vedere. Purtroppo capita quando in italiano si usano parole straniere che si pronunciano diversamente dalla forma scritta. Dunque uno chindi è come uno chalet... apparentemente errato graficamente, ma corretto foneticamente. In realtà non è questione di correttezza o scorrettezza: dipende solo se il nesso "ch" viene pronunciato con la fricativa (come accade in francese, italiano "sci") o con l'affricata (all'inglese, italiano "ci"). Borden, semplicemente, ha usato la prima, come probabilmente deve usarsi (dico probabilmente perché non ho conoscenze in materia). Non conosci la lingua Navajo e come si pronuncia? Mi sorprendi.
  13. A me pare evidente che il tizio in questione non abbia considerato il fatto che la ragazza è uno spettro e la vedono solo ì lettori ma non i banditi, che, infatti, non interagiscono mai con lei. Diciamo che Mignacco "inganna" i lettori ma non poteva fare diversamente, se voleva preservare il colpo di scena finale.
  14. Ma tu questa storia della lentezza dei disegnatori di questo albo dove l'hai sentita scusa? Tisselli è essenzialmente un pittore e per realizzare la sua storia ad acquerello ci ha messo il giusto, né più né meno. Ha ricevuto l'incarico nell'aprile 2014 e prima dell'autunno aveva finito. A dir molto ci avrà messo sei mesi. Simeoni è un disegnatore dal ritmo regolare. Ha cominciato alla fine dell'estate 2014 e ha finito per Natale. Vannini non è lento, è inaffidabile con le consegne, che è cosa ben diversa. Quando decide di impegnarsi ha una produttività standard. Alla fine, l'unico veramente lento è Giuseppe Franzella. Un ultimo appunto, se per te contano gli intrecci ben sviluppati e i dialoghi ben costruiti, ognuna delle quattro storie aveva entrambe le cose a mio modesto parere.
  15. Mi chiedo, caro Mauro, se ti sei mai reso conto che in quella storia di Devil e Capitan America ci sei anche tu:hai prestato la faccia ad un detective con cui parla Devil . Se non mi credi, guarda le immagini nel link più sopra.
  16. Permetto, permetto. Verissimo e l'ha pure colorata. Mea culpa, mea maxima culpa. Questo dimostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, che non sono infallibile.
  17. Letto anch'io. Sono solo parzialmente d'accordo con Sam. Tutti e quattro i soggetti, ad esempio, sono adatti solo a storie corte. Si può discutere che 32 pagine siano state la lunghezza adatta per tutte ma per me è evidente che nessuna di esse avrebbe potuto riempire anche un solo albo senza allungare eccessivamente il brodo. Ma mettiamo lo S P O I L E R. Partiamo con "Minaccia dalle tenebre" una classica storia horror di stampo lovecraftiano trasportata nel West e ben realizzata. Se qualche presunto tradizionalista o peggio parlasse davvero di storia alla Dampyr, dovrebbe ricordarsi che G.L.B le tematiche sovrannaturali le trattava già trenta/quarant'anni prima che Dampyr uscisse. Boselli confeziona una storia buona supportata dai disegni di Franzella che si dimostra molto bravo. Tra le righe par di capire che se non entra stabilmente nello staff è a causa della sua lentezza. Spero che sia un handicap superabile. "Sfida alla vecchia missione" parte da un soggetto molto classico: la donna rapita dagli indiani e presenta situazioni ben note come lo scontro all'arma bianca tra Tex ed Octavio. Quello che rende memorabile la storia è però il finale in cui Ruju sceglie di non seguire nessuna delle convenzioni più classiche: Patricia Graves non torna dal marito e nemmeno da Octavio. Una nota finale sulla reazione del Colonnello Graves che decide di allontanare la moglie quasi che l'esser stata violentata da Octavio l'avesse contaminata. Poco importa se in seguito lei sia o meno stata con lui consensualmente, come par di capire,perché il Colonnello non può saperlo. Il comportamento di Graves è quello che mi aspettavo da lui e vederlo prendere un bel pugno da Tex devo dire che mi ha dato molta soddisfazione. Straordinari i disegni di Tisselli, ma forse la parola disegni non rende adeguata giustizia al suo lavoro. Se mai facesse un secondo giro su Tex, caro Boselli, faglielo fare su un Romanzo a fumetti, se lo merita. Per me la migliore storia del quartetto. "La banda Hogan".Una prima volta per Tex: una storia interamente realizzata (lettering e colori esclusi) da un unico autore. Simeoni dimostra di trovarsi a suo agio col western come con il giallo psicologico d'epoca, l'horror e la fantascienza. Il soggetto è molto semplice ma ben sceneggiato. L'autore mostra una buona padronanza dei topoi e del linguaggio texiani e si concede anche qualche montaggio inusuale come a pag. 72, dove nelle vignette di sinistra si vede il povero Bill Torrance precipitare nel fiume ed in quelle di destra le contemporanee azioni dei banditi. Molto apprezzabile. Quanto al rivedere di nuovo Simeoni su Tex, addirittura sulla serie regolare, temo che sia fin troppo impegnato con Dylan Dog e altri progetti. So che ad alcuni lettori la cosa sembrerà strana o addirittura inconcepibile, ma c'è vita oltre Tex. "Chindi". Ammetto che su Mignacco ero scettico. Come autore ha avuto pochi alti e molti bassi anche se, quando è seguito da un editor esperto e severo riesce a tirar fuori storie di buon livello com'è accaduto in questo caso. La storia è un'onesta storia western basata su un presupposto molto classico: la caccia ad un fantomatico tesoro nascosto dagli Indiani ed incrociata con una storia di fantasmi. Decisamente gradevole.. Ottimi i disegni di Vannini che rivedremo tra poco più di un anno se tutto va bene.
  18. Cioè, ho scritto io una storia noiosa?... Dubito sia questo il problema... e contraddice il dato di fatto che le prime 90 pagine le aveva disegnate in tempi normali. No, è proprio Tex che non gli va di fare. Preferisce Don Camillo! in realtà io, te e Natural Killer stiamo tutti dicendo la stessa cosa con accenti diversi. Dubito che la tua storia sia noiosa ma non è questo il problema, bensì che Villa ha perso interesse forse per Tex o forse solo per la storia in questione, su cui lavora da anni e da cui prende al volo ogni opportunità di evasione. Per quanto sia lento, per quanto sia impegnato con le copertine, per quanto sia perfezionista, secondo me il tempo e il modo di fare almeno 2 pagine al mese lo troverebbe se lo volesse. Io dico che va pungolato in questa direzione e se davvero uno dei problemi è l'insoddisfazione su come viene il suo lavoro, ricordargli che sta inseguendo una perfezione impossibile e che la qualità del suo lavoro è comunque alta.
  19. Io direi che sarebbe ora di smetterla con la storia che sono le copertine ad impedire che Villa disegni. Che l'impegno con le copertine sottragga tempo al disegno delle tavole è indubbio ed ovvio. Quando Ticci ha realizzato le copertine del Tex Gold la sua produttività è calata da 10 a 5 tavole al mese. In quel periodo realizzava quattro/cinque copertine al mese. Quant'è la medie di copertine di Villa? 12 copertine della serie regolare 24 "cartoline", il Magazine, il Color di agosto e il Maxi, ovvero 3,25 copertine al mese, impegno gravoso,certo, ma così tanto da far sì che non riesca a fare nemmeno una tavola al mese? Mi dispiace ma non lo credo. A mio parere, è una questione sia di perfezionismo che di disaffezione. Il carico di copertine è lo stesso ma la storia breve di Don Camillo e quella per il progetto Smartcomix di Fabio Celoni non ci ha messo anni per farle, anzi, così ad occhio le ha fatte entrambe in poco tempo nel 2015. Chiedetevi perché in due anni e mezzo Villa ha fatto solo 14 pagine di Tex ma il tempo per Don Camillo e altro. No le copertine non c'entrano. Se fossero state solo le copertine, a quest'ora almeno tre pagine al mese le avrebbe fatte e dopo 4 anni avrebbe già finito, ma anche fossero state due (due, mica 20), saremmo a pag, 190 come minimo. Ma davvero per voi fare tre copertine al mese gli impedisce di fare almeno due pagine? Per me è ovvio che c'è di più.
  20. Carlo Monni

    Galleria Di Luca Vannini

    C'è una seria difficoltà con Vannini ed è la sua assoluta inaffidabilità con le scadenze e simili, cosa che portò al suo allontanamento dallo staff di Julia, dove, a parte il primo, non è mai riuscito a completare un albo. Non a caso la seconda storia che gli hanno affidato (testi di Ruju) è di 78 pagine ed è destinata al Magazine del 2017.
  21. Ti rispondo così perché quotarti è un'impresa titanica Non voglio mettere in dubbio i tuoi dati, che forse hai avuto da Mauro Stesso, ma quando, nell’autunno 2002 partecipai ad un pranzo di TWO con Boselli e Villa, ebbi la netta impressione (o lo disse esplicitamente? Onestamente non lo ricordo) che le prime pagine della nuova storia Villa le avesse ricevute solo da poco. Le due cose ovviamente non si escludono a vicenda. Occorre anche chiarire una cosa: proprio in quel periodo Boselli fu colpito da una grave malattia,che per sua fortuna si risolse bene, e allo stesso tempo, per motivi suoi, Maurizio Colombo smise di scrivere. Boselli si ritrovò, così ad essere l’unico sceneggiatore di Dampyr. Costretto dai motivi di salute a rallentare la sua attività, quindi, Mauro si dedicò a Dampyr trascurando .le storie di Tex e Zagor. Per sua fortuna i disegnatori a lui assegnati avevano anche altri impegni (tranne Letteri che fu passato a Nizzi) e le cose filarono lisce. Per quanto riguarda quando Villa è arrivato a pèa. 94, forse può supplire la mia esperienza diretta: se non vado errato pag.. 94 l’ho vista per la prima volta al Cartoomics 2007. Del perfezionismo di Villa ho due riscontri: uno del, disegnatore Joevito Nuccio, che per primo ha detto, per conoscenza diretta, che Villa rià più e più volte vignette ed intere tavole. L’altro di Boselli stesso che ha raccontato che talvolta Villa viene in Redazione e si riprende le tavole già disegnate per rifare qualcosa che non gli piace. Per me che Villa si senta stimolato da altre cose, per esempio, i supereroi americani, è indubbio: nel 2007 ci mise solo due o tre mesi a disegnare le 46 pagine della storia di Devil e Capitan America commissionatagli dalla Marvel.. Peraltro, io credo che la sua sofferenza, più che per Tex in sé sia verso questa storia a cui lavora da 13 anni e la cui fine sembra ancora lontana, Ha perso l’entusiasmo ma vuole comunque portarla a termine. Quella di far terminare la storia ad un altro disegnatore, in realtà è più una minaccia fatta per stimolare Villa che un’intenzione concreta. Comunque Boselli l’ha ripetuta anche alla conferenza lucchese davanti ali stessi Villa e Piccinelli. Dici: M itica non so, leggendaria lo è già, in un ipotetico futuro, sì. Ti chiedi anche se “Eagle pass" non sia l'ultima storia texiana di Claudio Villa L’ultima di una certa lunghezza, questo è certo. Boselli non gli affiderà di certo mai più una storia di due albi, ma nemmeno di un solo albo. Un’altra domanda che ti fai è se la storia deve essere finita da un disegnatore diverso, come già è accaduto in passato, per esempio con la prima di Giolitti a fine anni settanta. In quel caso il disegnatore e dette forfait dopo relativamente poche tavole. In tutti gli altri casi il disegnatore era morto o troppo malato. Se accadesse ora sarebbe una grave ammissione di sconfitta per Villa che è già oltre la metà. Io credo che vada evitata se si può. Quanto al pubblicare la storia potrebbe essere pubblicata nella serie regolare, se il disegnatore rimane Villa, non cambierebbe comunque niente, ne sono assolutamente convinto. Se fosse incaricato un altro di terminarla, è ovvio che non sarebbe più un Texone, che mai e poi mai sarebbe disegnato a quattro mani in questo modo. Peccato che ci sia una sola persona che potrebbe rispondere alle tue interessanti domande ma tace ostinatamente.
  22. Carlo Monni

    [658/660] Winnipeg

    Metafora corretta e condivisibile: Giudice "tecnico" e Giuria "popolare" che, tuttavia, non ha mezzi (né autorevolezza) per imporsi sulle scelte del primo........nel senso che non può coartarle, potendo - tuttavia - "rispondere" omettendo l'acquisto dei successivi albi in edicola. Che è esattamente quello che intendevo io. Mi fa piacere che l'hai capito.
  23. Carlo Monni

    Gli Amici A Confronto

    Ti sfugge El Morisco su "Yama" (dicembre 20'16/febbraio 2017) ed anche Pat sulla storia newyorkese.
  24. Carlo Monni

    [658/660] Winnipeg

    Il vero problema è chi decide cosa sia il canone texiano e cosa ne faccia parte e cosa no? La risposta non è così semplice come si potrebbe pensare, Innanzitutto il canone fondamentale è dato da tutte le storie scritte da G.L. Bonelli nessuna esclusa. è llì che si trovano le regole su come si comportano e parlano i personaggi, Ciò che si può fare o non fare. Facile, direte voi. Niente affatto perché certe regole non sono evidentissime e qui scatta l'interpretazione che è guidata da vari criteri. Fatevelo dire da chi lo a per lavorpo tutti i giorni. Prendiamo un caso eclatante: Donna Parker. Paco sostiene che non può essere figlia di Carson perché se G.L.. Bonelli avesse voluto che il vecchio Kit avesse una figlia, gliel'avrebbe data lui, siccome non l'ha fatto, nessun altro autore può farlo. Io, invece, sostengo che dal momento che è stato lo stesso G.L. Bonelli a stabilire che Carson ha un debole per le belle donne e ne ha frequentate diverse , allora è implicito che potesse avere figli. GLB non lo ha fatto per vari motivi tra cui il fatto che la cosa non la interessava e perché comunque negli anni da 50 ad 80 eraq improponibile che un personaggio dei fumetti per tutti avesse figli fuori dal matrimonio. Una questione culturale superata solo da relativamente pochi decenni. Nella mia visione, quindi è possibiloe che Donna sia figlia di Carson. Altro esempio: Tex non uccide quasi mai a sangue freddo, dà sempre una possibilità di difesa all'avversario. Eppure ne "Il giuramento" lo vediamo pianificare ed eseguire la sua vendetta nei confronti di Fred Brennan senza offrirgli nessuna via d'uscita. Cosa ci dice, quindi, il canone? Che in circostanze eccezionali Tex può uccidere a sangue freddo. Ecco a cosa serve, tra le altre cose, il curatore. Come un giudice è lui che decide cosa dice il canone , cosa è ammissibile e cosa no. Il curatore è Boselli e piaccia o non piaccia è la sua interpretazione quella che conta e che gli autori debbono tenere presente. Si può essere in disaccordo con le sue scelte, le si può contestare anche con veemenza ma non si può trascurare il fatto che finché sarà lui il curatore Tex sarà come lo vede lui. Il lettore avrà sempre a disposizione i mezzi per contestare le sue scelte, ma "critiche" come quella di UBC delegittimano chi le fa dato che è evidente il fondamentaqlismo e l'attacco a prescindere.
  25. Sono uno che legge Tex da quasi cinquant'anni, tutto qui, qualcosa del suo comportamento dovrei averlo capito ormai. Da tempo mi astengo dal leggere le cosiddette recensioni di UBC che sono sempre più chiaramente ispirate dal più puro pregiudizio specie se hanno una certa firma.
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