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virgin

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  1. virgin

    Il Texone Di Kubert. Censurato ?

    Io, invece, confermo il parere che diedi quando ero, ahimé, molto più giovane. Il tentato stupro col corpo nudo di Lena mi turba molto, soprattutto a colori, perciò sono contento che Sergio, non so se per volontà propria o per timore di scandali, l'abbia censurata. E, per rispondere, a Gunny: la scena non mi sembra nient'affatto leggera: vero che lo stupro alla fine nemmeno avviene, ma la violenza è (ciò che è peggio) soprattutto psicologica. Non datemi del bacchettone, ma quella scena è veramente troppo forte per la mia sensibilità. Mi turbava un tempo e mi turba tutt'ora.
  2. I dati riportati da Gianbart sono stati spostati nel topic http://texwiller.ch/index.php/topic/2889-il-mercato-di-tex/page-11. Chiunque voglia continuare la discussione sulle copie vendute è pregato di spostarsi in quella sede.
  3. Era all'incirca il dubbio che avevo io, West10. Purtroppo, però, non avendo cifre a disposizione, ho preferito evitare di pontificare su dati che non conosco. Siamo, però, clamorosamente OT. Poiché i messaggi non si possono spostare perché si è scivolati sull'argomento poco a poco e non improvvisamente, se l'argomento interessa suggerisco di continuare qui: http://texwiller.ch/index.php/topic/2889-il-mercato-di-tex/ Buon proseguimento.
  4. Grazie mille per i dati e il link, Gianbart! Purtroppo se ne parlò in un tempo in cui non ero ancora tornato sul forum, quindi me li persi.
  5. virgin

    [22] [Almanacco 2015] Scure Nera

    Non posso dire nulla sull'albo presente, non avendolo letto; ma i refusi negli ultimi anni si sono letteralmente moltiplicati. Prima, non so se magari per un difetto mio d'attenzione, faticavo a trovarne in molti e molti albi; oggi non è poi così raro leggere un albo con due-tre refusi. Non so naturalmente nulla circa possibili mutamenti della SBE nelle procedure di revisione; tuttavia, per esperienza so che basta qualche rilettura o rilettore in meno per assistere a un aumento degli errori. I quali, però, sia ben chiaro, rimangono sempre: una legge fondamentale della filologia recita che è impossibile copiare un testo senza introdurre almeno un nuovo errore; non è una storia troppo diversa per i testi prodotti da zero.
  6. Vero che i lettori da lungo tempo sono affezionati soprattutto all'inedito. Nel caso di pubblicazioni come il Tex d'autore, tuttavia, credo di poter dire che la pur ridotta percentuale (che però non sono in grado di quantificare: davvero pubblicazioni come i Maxi, i Texoni e i Color non superano le 30.000 copie? O forse ti riferisci ad altro?) venga mitigata dal prezzo di copertina decisamente più alto. Per quanto riguarda i controlli degli acquisti, rispondo sotto citando pecos: Verissimo. Anch'io non ero rimasto deluso dal primo Color storie brevi. Col secondo, però, impostomi un tetto massimo per gli acquisti, ho preferito destinare la cifra all'acquisto dei numeri di "Topolino" contenenti i primi due episodi della saga "Zio Paperone e la sfida da cinquanta dollari" (il secondo in edicola questa settimana). Sempre un piacere ritrovare la banda dei paperi in storie divertenti e di pregevole fattura; soprattutto, sono personaggi che si adattano di più alla dimensione della storia breve, mentre per me Tex significa, come già detto sopra, storie lunghe, oltre che molte altre cose. Il moltiplicarsi delle uscite può in effetti dare al lettore "compro tutto" l'impressione di sentirsi munto; e da un certo punto di vista può anche essere così. Ma al di là del fatto che i fumetti Bonelli non costano neanche moltissimo (vedremo quanto verrà questo cartonato), ritengo che questo sia, bene o male, l'unico modo per tentare di sopravvivere all'implosione che si sta verificando nel settore. La Bonelli ha giustamente capito che, come diceva Bernardo di Clairvaux, "chi si ferma è perduto": ben fa ad aumentare le uscite redditizie. Noi lettori, naturalmente, abbiamo la facoltà di seguirla o meno.
  7. Pensavo di essere praticamente l'unico, ma vedo che anche diversi altri lettori appassionati condividono il mio scarso entusiasmo; sebbene, a parte Gianbart, che però non esclude a priori l'acquisto, nessuno metta in dubbio il fatto di comprarlo. Ciò che, secondo me, la dice lunga sulla fedeltà del lettore appassionato e non sono di quello, dato che, pur nel contesto di calo delle vendite che affligge ogni pubblicazione a fumetti, il nostro ranger continua a godere di buona salute.
  8. virgin

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Devo dire che anche a me Guzman aveva dato l'impressione di essere un uomo d'azione. Rileggendo mi rendo però conto che i testi non fanno molto per avvalorare questa ipotesi: credo che si tratti soprattutto di come l'ha disegnato Piccinelli, con i capelli lunghi (peraltro perfettamente in tema, avendo Guzman evidenti origini indie) e una grinta non da poco.
  9. Se ne parlò in un altro topic, credo. Ad ogni modo, l'appassionato ciclista è Civitelli.
  10. virgin

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Onestamente, anch'io mi ero fatto una domandina sulla pronta ritirata dei quattro cavalieri a inizio storia, ma ci ero passato su. Se ci si pensa e si analizzano tutte le varie contingenze ci sta pienamente, ma non credo che sia così importante. Se anche fosse stato un buco di sceneggiatura, poco me ne sarebbe interessato. La storia è bellissima e rimarrebbe bellissima anche così: riguardo a un'altra storia di Boselli, "Delta Queen", avevo letto la scheda su uBc che in effetti mi aveva fatto notare qualche passaggio un po' debole, ma il mio apprezzamento non ne ha risentito affatto. Il mio pensiero in merito è questo: se le incongruenze sono tali che la storia non sta in piedi, te ne accorgi mentre leggi e non gradisci. Ma se per renderti conto dell'assurdità devi leggere e rileggere, onore all'autore. Ci vuole più abilità a costruire una trama senza buchi logici oppure a non farli vedere?
  11. virgin

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Tutte utenze fake connessesi dall'ufficio di Boselli, chiaro!
  12. virgin

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Concordo perfettamente con pecos! Onestamente non capisco l'allergia ai dialoghi che in molti più o meno onesti recensori hanno sviluppato negli ultimi decenni. Anch'io trovo i dialoghi de "La stirpe dell'abisso" perfettamente soddisfacenti e adeguati a Tex (naturali i dialoghi di GLB? Non prendiamoci in giro. Sono splendidi, ma che non mi si dica che siano naturali); magari ho qualcosa da ridire sul fatto che la texianità glbonelliana venga impersonata da Carson anzi che da Tex; ma neanche troppo: si tratta in fondo di una sua interpretazione dei pards che io trovo tutto sommato riuscita. Se voglio leggermi un fumetto la cui massima complessità dei dialoghi sia "BANG BANG PUTTANA BASTARDO BANG BANG" mi leggo Orfani, mica Tex.
  13. virgin

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    A onor del vero posso portare anche la mia testimonianza: quando ti ho intervistato, ormai quasi cinque anni orsono, ti ho detto chiaro e tondo che quasi tutte le tue ultime storie mi convincevano poco, eppure non mi risulta che tu mi abbia fatto frustare e buttare fuori dall'ufficio per questo. Hai difeso le tue creature, ma la via dell'insulto non è passata per la mente a nessuno dei due; e la bellissima intervista che ne scaturì, insieme a molte altre cose, è ancora lì a dimostrare a chiunque che tu sei una persona molto convinta dei propri mezzi e orgogliosa del proprio lavoro, ma narcisistico megalomane proprio no...
  14. virgin

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Come già mi espressi in altra, ben più aspra polemica: meglio seguire il consiglio di paco e non parlarne, pards. In fin dei conti, ciò che vogliono è che se ne parli.
  15. virgin

    Claudio Nizzi

    Peste, ecco l'informazione che mi mancava: l'inizio della collaborazione di Traversa ai soggetti, che purtroppo non riuscivo a localizzare. In effetti sulla base di questo dato è possibile tracciare un andamento abbastanza lineare: prima di decadenza, poi di ripresa dopo l'inizio della collaborazione con Traversa (tutte le avventure che tu citi sono infatti condotte con piglio assai migliore dell'immediata precedenza) e infine l'abisso definitivo. Molto interessante. Sulle qualità di Nizzi, concordo perfettamente: i soggetti erano spesso, anche se non sempre, rivisitazioni del passato; la dote era soprattutto nella sceneggiatura. E che sceneggiatura, ragazzi...
  16. virgin

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Concordo su tutto ciò che dici, Chinaski. Sinceramente non mi riferivo a te, che giustamente contestualizzi il difetto e gli dai il giusto peso all'interno del lavoro di Piccinelli: ai tempi dell'uscita del primo albo ho letto, non ricordo più dove, ma certo non su questo forum (che ancora non avevo ritrovato), commenti decisamente ingenerosi verso il bravissimo Alessandro.
  17. virgin

    Claudio Nizzi

    Giusto, Leo, a tal proposito ho una curiosità: quand'è che secondo te Nizzi diede segnali di ripresa? Io mi sono sforzato di ricostruire un andamento, ma il Nizzi dell'ultimo periodo mi è sempre sembrato discontinuo, più che procedere per tendenze. Qual è la tua opinione in merito? Verissimo, gran bella storia e vieppiù sottovalutata. Sul personaggio di Alison: vero che Civitelli l'ha ideato, ma non so quanto fosse esteso il soggetto. Sono trascorsi anni da quando proposi dei soggetti per una serie della SBE, ma la lunghezza richiesta, all'epoca, era di una paginetta di Word; decisamente arduo farci stare una storia articolata e, perfino, caratterizzare dei personaggi; ma per quanto ne so Civitelli potrebbe avere presentato un soggetto parecchio più dettagliato. Non ho purtroppo dati in merito, anche se mi sembra che anni fa se ne parlò e saltarono fuori dati interessanti,
  18. virgin

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Storia davvero spettacolosa; per la vicenda in sé, per i disegni e anche per un paio di motivi che dirò poi. L'importanza della storia risiede anzitutto nel fatto che, dopo il passo falso di Faraci nell'episodio precedente, conferma quanto di buono visto negli ultimi tre anni: una serie di avventure sempre più entusiasmanti, in cui Boselli dimostra il raggiungimento di una seconda giovinezza texiana; ciò, unito al suo nuovo ruolo di curatore non può che far apprezzare quanto di buono visto negli ultimi anni e, ancor di più, suscitare grandi aspettative per il futuro. La vera rivelazione della storia è, per me, soprattutto il primo albo: un ritmo perfetto, né lento, né troppo rapido, con una serie di incastri narrativi riuscitissimi e lo sviluppo di un'atmosfera inquietante e suggestiva. Lascia magari un po' interdetti la nuova rivelazione sulla composizione etnica della famiglia di Eusebio, che anche fisicamente, nonché nelle sue apparizioni passate, è caratterizzato come azteco; ma tant'è, non pesa molto. Col secondo albo la vicenda cala un poco, risolve qualche passaggio un po' sbrigativamente (lo sterminio dei peones ribelli), ma mantiene ugualmente una fortissima inquietudine con i nuovi colpi di scena e il rientro di Leonora. Il terzo albo (o meglio: una frazione di terzo albo) cala ancora un poco, per colpa di nemici che al momento cruciale si rivelano meno coriacei di quanto ci si poteva aspettare: i figli di Hapikern in particolare vengono sconfitti molto facilmente, mentre Sandoral si rivela, a mio parere e a differenza di quanto sembrato ad altri, un avversario che gioca bene le proprie carte fino all'ultimo. Un andamento in calando, quindi, che magari si sarebbe giovato di qualche pagina in più da dedicare alla lotta contro i figli di Hapikern; ma il livello si mantiene molto buono, sempre entusiasmante e mai noioso. Una costante di questa storia risiede inoltre nella peculiarissima caratterizzazione dei pards, che Boselli mette sempre meglio a fuoco e in cui negli ultimi tre anni ha raggiunto un'incredibile stabilità: Carson è, a tutti gli effetti, un incrocio fra il Carson più buffo (con le lamentele che non scalfiscono però in alcun modo il suo carisma) e il Tex di GLB. Fateci caso: il Tex di Boselli è sempre uguale a sé stesso, pacato, freddo; la componente sanguigna e sbruffona del Tex di GLB è affidata a Carson. Una soluzione che, attestato il Tex di GLB non essere più nelle corde di nessuno, risulta soddisfacente. Fa soprattutto piacere che Boselli abbia negli ultimi anni messo a fuoco l'aspetto (la caratterizzazione rispettiva di Tex e Carson) che costituiva forse l'unica debolezza della sua scrittura. Mi diverte poi segnalare un paio di aspetti del tutto secondari, ma che mi hanno mandato in brodo di giuggiole: il riferimento ad Hapikern, in particolare, mi sarà utilissimo per la tesi magistrale a cui sto lavorando, dato che non conoscevo in alcun modo il mito e apre al mio studio prospettive interessanti; poi, il riferimento ai Naga indiani, dato che per la suddetta tesi mi sto occupando del Mahabharata, mi ha ovviamente fatto sorridere! Piccinelli si dimostra sempre più valido compagno di strada per noi lettori. Forse il suo tratto soffre di una certa pesantezza non rintracciabile nel modello villiano, ma il fascino della storia è dovuto in buona parte anche alle sue azzeccatissime messe in scena. E la sua Leonora Diago è creatura squisita, resa ancora più tragica nel suo progressivo disfarsi. Trovo abbastanza pretestuose le osservazioni sulle braccia corte dei suoi personaggi. Al di là del fatto che manco me ne sono accorto: ma davvero stiamo qui a esaltare il Tex deforme di altri disegnatori e poi facciamo le pulci a Piccinelli? Ricordo che, quando facevo notare le impossibilità anatomiche e le imprecisioni di Mastantuono ne "I giustizieri di Vegas", Paco Ordonez mi rispose: "L'importante è che i disegni diano l'idea". Ebbene, i disegni di Piccinelli mi danno una splendida idea! Come voto globale alla storia do otto: mi ha appassionato moltissimo, ma rivedo un poco il voto al ribasso per il progressivo calando della vicenda; fermo restando che "La stirpe dell'abisso" rimane, per me, la più bella storia dell'anno insieme a "Giovani assassini". Forse anche migliore. Una meravigliosa conferma che il mito di Tex non solo prosegue, ma è anche in ottime mani. P.S.: dato che il buon Waco Dolan ha suscitato la divertita risposta di Boselli, anch'io propongo un finale alternativo. Credo che avrebbe avuto un grandissimo impatto Leonora Diago che, al termine di tutta la vicenda, si suicida per porre fine alla propria maledizione; ma, avendo molto amato il personaggio, sono contentissimo che il finale architettato da Boselli l'abbia lasciata in vita e anche con qualche indizio per un futuro ritorno. P.S.2: si parla tanto di storie breve, sperimentazioni, etc. Per me la più bella storia breve dell'anno texiano è stata pubblicata sulle pagg. 28-53 del n. 649.
  19. Semplice: magari uno da Tex si aspetta altro (formato bonelliano, bianco e nero, storie lunghe...). Per quanto riguarda "uno dei migliori Tex dal punto di vista grafico": non nego che i disegni di Paolo Eleuteri Serpieri siano molto, molto belli. Ma, come sopra, magari uno da Tex si aspetta altro (non scambierei Letteri e Nicolò con Eleuteri Serpieri nemmeno per un istante). Considera tutto ciò e ottieni un appassionato texiano che non compra il volume, ma ugualmente spera che venda molto bene.
  20. Condivido con Ulzana lo scarso interesse verso questo volume; ma a differenza sua non lo comprerò. Nessuna polemica, per carità; anzi, spero che sia un grandissimo successo e serva a mettere ulteriormente in luce la serie di Tex presso i lettori che di consueto non lo frequentano. Il formato e il lavoro di un grande del lavoro come Eleuteri Serpieri dovrebbero aiutare parecchio. Insomma, anche se l'uscita non mi interessa, reputo un ottimo segnale la presenza di queste iniziative coraggiose e auguro loro la migliore fortuna!
  21. virgin

    Claudio Nizzi

    Mi scuso perché mi sono espresso male! Può capitare, quando si scrive un po' di volata come avevo scritto quel messaggio. Sui soggetti di Traversa, anch'io ci sono rimasto... diciamo così, quando l'ho saputo. Comunque, vediamo il bicchiere mezzo pieno: Traversa non era poi così male, come soggettista. Mi associo te nell'apprezzare "Puerta del Diablo". Come pure "Dieci anni dopo". Una cosa incredibile, che non avevo mancato di notare nel mio primo articolo per il Magazine, è che, quando c'erano dei personaggi femminili di mezzo, Nizzi si risvegliava. Davvero: "Il villaggio assediato", "Puerta del Diablo" e "Dieci anni dopo" condividono tutte la presenza di personaggi femminili suggestivi, caratterizzati in modo tutt'altro che banale, rifuggendo tanto dal prototipo della donna-angelo quanto della donna mascolina. Sono donne dalla personalità forte, ma con tutta la fragilità dell'esistere, che sanno sempre rimanere femminili. Ecco, un aspetto sul quale mi concentrerei un attimo è il Nizzi creatore di personaggi femminili. Borden è famoso per Lena e Donna, vero; ma credo che i personaggi femminili di Nizzi siano inarrivabili. Vedere Alison, dalla storia "Il presagio": mai donna sulle pagine di Tex è stata così vera. Potrei stare qui a sbrodolare ore, quindi preferisco trattenermi; mi basta dire che ogni volta che rileggo la storia, Alison semplicemente mi commuove: è... è perfetta. Pensare, anche, a "Le iene di Lamont": è vero che non c'è azione in tutta la storia, ma quanto è intenso il rapporto conflittuale fra Piccolakathy (come la soprannominò perfido il nostro Jack65 ) e la matrigna. Qualcuno addirittura bollò quel texone col nomignolo "Piccole donne" e Sergio Bonelli disse che sarebbe stato pubblicato solo dopo la sua morte (cosa che beffardamente accadde). Eppure, quanto è bello? Alcuni non concorderanno, ma per me si tratta di una bella storia. Raccontare una vicenda del genere sulle pagine di Tex è rivoluzionario. Si parla (e giustamente) di Boselli come un innovatore grazie a "Gli invincibili", "Il passato di Carson" e "I sette assassini"; ma Nizzi non è stato da meno con "Piccolakathy". E con ciò, oltre a spandere lacrime degne di una lettrice di Harmony sulla copertina de "Le iene di Lamont", mi candido a flamine del culto di Claudio Nizzi...
  22. virgin

    Claudio Nizzi

    Su questo mi trovi d'accordo. Ci sono infatti alcuni che, o hanno decisamente esagerato nelle critiche (dai toni troppo violenti o dalla manifesta pretestuosità), o, sulla base di quanto fatto di male, hanno svalutato anche il bello. Molta amarezza, al proposito, è venuta anche a me.
  23. virgin

    Claudio Nizzi

    Come già ti ha risposto perfettamente Leo, siamo tutti estimatori di Nizzi. Penso che notare il suo declino, senza nasconderlo, significhi anche rendere giustizia a quanto di buono Nizzi ha fatto prima. E anche durante, per carità: io con "Il villaggio assediato" mi sono divertito e continuo a divertirmi assai.
  24. virgin

    Claudio Nizzi

    Sì, avevo capito, non ti preoccupare. Per questo ho detto che non volevo essere malevolo: intendevo dire che, prendendo solo quell'aspetto, in fondo lo si ritrovava anche dopo. Era una battuta. Infatti da come ho scritto sembrava che mi rivolgessi a te. Mi scuso. In realtà la mia era una considerazione generale per esprimere il mio pensiero circa la grandezza di Nizzi: gli sono molto più grato per "La congiura", "Sioux" etc. che non per la, peraltro bellissima "Fuga da Anderville". Un Nizzi con quello stile... be', sì, ogni tanto non avrebbe guastato. Ma anche così sono felicissimo! Come te, del resto...
  25. virgin

    The Magnificent Outlaw

    Concordo con il piacere, naturale, nel ritrovare un assaggio dell'atmosfera dei primi numeri di Tex. A me lo sguardo della ragazza sembra, non so, oltre che di interesse anche di sfida divertita; e Tex un po' mostra di subire, portando una mano più avanzata al volto e calandosi un po' il cappello a mo' di rigido saluto. Molto fine l'etopoiesi di Andreucci: fa recitare i personaggi davvero alla grande. Vedremo quando ci saranno i testi, poi, quanto avremo avuto ragione...
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