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TWF - Tex Willer Forum

virgin

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Tutto il contenuto pubblicato da virgin

  1. virgin

    Claudio Nizzi

    In effetti, spiegato più diffusamente il concetto non è ambiguo. Concordo con te, tranne che per un dettaglio: Uno degli aspetti che trovo più disarmanti dell'ultimo Nizzi non è la mancanza di voglia di stupire: è proprio l'erodersi progressivo del mestiere. Siamo onesti: alcune delle sue sceneggiature scivolano addirittura dallo svogliato al dilettantistico; ciò che stupisce ancora di più, visto il suo mestiere passato. Di fronte a storie come "Soldi sporchi" "Oltre il fiume", "Attacco alla diligenza", "Fort Sahara" etc. non riesco a pensare a un autore stanco; ma a un autore addirittura nauseato.
  2. virgin

    Claudio Nizzi

    Non per fare il guastafeste, Ulzana , ma mi sembri un po' contraddirti: alla fine affermi, trovandomi d'accordo in tutto, che la virulenza di GLB è sempre stata estranea ai suoi epigoni, fra cui Nizzi; ma all'inizio hai detto, a proposito del Nizzi de "I fratelli Donegan", che "è sempre il Nizzi che uno conosce, quello che ama mettere Tex al centro dell'azione, che sa imbastire con dialoghi bonelliani una trama". O, forse, sono io che non capisco bene. Il mio parere è che i dialoghi del Nizzi post-crisi abbiano ben poco di glbonelliano. Non basta aggiungere un "peste" qui e un "satanasso" là per essere bonelliani. D'altra parte, nemmeno ritengo che il primo Nizzi fosse molto glbonelliano: la violenza immaginifica del patriarca è molto stemperata e Nizzi dà prova da subito di un'impostazione più ironica e garbata, da commedia brillante. In ciò risiede, a mio avviso, l'originalità di Nizzi, come sto tentando di dimostrare in un articolo per il Magazine la cui lavorazione si trascina ormai da anni e che dubito, per mancanza di approfondimenti (mai riuscito a procurarmi "Tex secondo Nizzi"), di riuscire mai a portare a termine.
  3. virgin

    [Texone N. 14] L'ultimo Ribelle

    Vedo che i commenti sono globalmente positivi. A me, quindi, di fare lo scorbutico fuori dal coro! Comprai questo texone nella ristampa Stella d'oro; ma, per un motivo o per l'altro, non l'ho letto fino a ieri sera. Non è stata una gran scelta: senza dubbio tre anni fa l'avrei apprezzata molto di più. Erano ancora vivi i disastri dell'ultimo Nizzi, Boselli non si era ancora ripreso dal calo manifestato per quasi un decennio (ne uscì proprio infilando il filotto di storie bellissime degli ultimi tre anni, texone di Venturi escluso), Ruju aveva fatto solo le prime timide apparizioni. Un Nizzi spompato, ma non disastroso, mi avrebbe quantomeno soddisfatto. Oggi non basta più. Intendiamoci, l'ultimo Nizzi ha scritto storie peggiori de "L'ultimo ribelle". Purtroppo, però, ne ha scritte anche di migliori. C'è di lodevole che grossi disastri non accadono, niente piccionate, né origliate (verso le quali non ho nulla in contrario; è l'abuso che l'autore ne ha fatto e la sciatteria con la quale le utilizzava a renderle indigeste); ma Tex e Carson hanno caratterizzazioni completamente sballate e incostanti, sono indolenti, svogliati e mai incisivi. In breve, Tex Vile e Kit Scarso, come scrissi al mio esordio in questo forum scatenando le ire di Anthony Steffen (anzi, forse lo scrissi addirittura su TWO e la polemica scoppiò qui). Quando qualcosa deve accadere, accade senza il minimo pathos: Tex deve conquistare la fiducia di Fremont? Ti piazzo una bella didascalia: "Passano tre giorni in cui Tex conquista la fiducia di Fremont". Non ho nemmeno la forza di commentare; e la conseguente scena risolutoria della scazzottata e inserita nel modo più meccanico e innaturale possibile. Non si può negare che la storia, anche se non in modo ottimale, stia tutto sommato in piedi. Fremont come personaggio funziona anche. Il problema è che un soggetto con potenzialità davvero grandiose viene trasformato in una storia lenta, senza grandi momenti. Le battute, ad esempio: in molti punti lo stesso Nizzi butta semi per scambi divertenti che strapperebbero almeno un sorriso, ma lascia cadere tutto nel vuoto. Proprio lui, che di simili bellezze aveva fatto un cavallo di battaglia, sforna dialoghi anonimi e sciatti. Si parlava un tempo di "dialoghi da verbale dei carabinieri". Difficile dissentire. Al capitolo disegni: Wilson sforna una buona prova. Non ci si può esprimere sui volti rifatti da Monti perché, appunto, sono rifatti da Monti. Ma quelli fatti da lui non sono malaccio; non il Tex più bello del mondo, ma comunque un Tex passabile. Sul voto finale sono tremendamente indeciso. Direi cinque, perché mi sono annoiato non poco. Però, qualche buona intenzione c'era; e l'amarezza finale nolittiana potrebbe anche... ma no, dai. Se penso a quanto diverte una storiellina come "Il villaggio assediato", realizzata molto meglio di questa, non ce la faccio. E sebbene diedi appena un voto in meno a quel capolavoro dell'assurdo che fu "Attacco alla diligenza", a questa storia non disastrosa confermo il cinque.
  4. virgin

    Claudio Nizzi

    Non vorrei fare il malevolo, ma, attenendoci solo a questo piccolo dato (Tex che subisce gli eventi), in fondo negli ultimi vent'anni Nizzi raramente ha fatto fare a Tex qualcosa di diverso. Di fronte al suo periodo buio (vale a dire, dal 1994 in avanti), la giustificazione del Tex canonico, statico e rassicurante non regge. Dico così soprattutto per rendere giustizia al Tex canonico, statico e rassicurante che Nizzi scrisse con eccellenti risultati nel suo periodo migliore. Il Nizzi in disarmo è palesemente un autore ormai svogliato, che sottobanco si fa scrivere i soggetti da un altro (questo si commenta da sé...) e scrive i dialoghi col pilota automatico inserito, caratterizzando i personaggi ad mentulam e facendo accadere tutto nel modo più piatto e insignificante possibile. Ci sono state eccezioni, ma l'andazzo grosso modo è stato quello. Il Tex nizziano da alcuni definito di maniera è proprio il Tex buono. I comportamenti del Tex nizziano post-400 non hanno nulla di manierista proprio perché sono completamente fuori canone. Semplice disamoramento oppure suggerimento di Sergio Bonelli che desiderava un Tex più umano, come talvolta ventilato? Non ne so abbastanza per rispondere. So solo che ieri sera ho letto il texone di Wilson, "L'ultimo ribelle", e ci ho visto parecchio di Nolitta... Per concludere: Nizzi fu un autore manierista? Sì. Per scelta sua? Credo di no, ma poco mi interessa, dato che nella fase manierista trovo il meglio della sua produzione. E, certo, tutti ricordiamo con piacere "Fiamme di guerra" (o "Territorio nemico" o "Fuga da Anderville" che dir si voglia); ma se la sua produzione fosse stata un continuo "Fiamme di guerra", io ci avrei visto ben poco di esaltante. Ciò che mi fa ricordare con affetto Nizzi sono storie come "La congiura" e compagnia. Un autentico "bagno caldo in cui immergersi ogni mese per ritrovare vecchie e piacevoli sensazioni"; e quanto piacevoli e divertenti sono quelle sensazioni...
  5. virgin

    [647/648] Il Ricatto Di Slade

    Su quello hai ragione: con molta forza e manualità, qualche pezzetto di metallo potrebbe bastare (e a Tex, data la tenuta, il materiale non manca certo). Le Tokarev, pistole sovietiche della seconda guerra mondiale, molto più complesse della Peacemaker, erano costruite per essere interamente smontate col solo ausilio di un bossolo. Io, comunque, non oserei smontare una Colt senza almeno un buon cacciavite; ma certo Tex non aveva mani tenerelle come le mie. Buon Natale anche a te, borden!
  6. virgin

    [647/648] Il Ricatto Di Slade

    Smontare senza attrezzi la Colt sul campo come fa Tex, oltre a essere impossibile non è neanche gran che utile (come ho già spiegato, il problema risiede altrove). Ma ciò detto, chissenefrega borden: personalmente faccio notare la cosa per curiosità, perché la materia mi interessa e perché in un forum si finisce a parlare anche dei dettagli più minuti. Non implica minimamente un giudizio sulla storia.
  7. virgin

    [647/648] Il Ricatto Di Slade

    Sull'opportunità di quelle scene, come a ragione noti, c'è poco da fare: tutto dipende dalla sensibilità personale, la quale fa sì che alcune scelte pesino ad alcuni e meno ad altri. Riguardo le precauzioni per la pistola: infatti, come già ho scritto, la funzione del non bagnarla è proprio quella. E certo, se avessi una Peacemaker, cercherei di tenerla ben all'asciutto, soprattutto se dovessi poi usarla per difendermi... Dicevo che fra due irrealismi (quello commesso da Boselli e quello faraciano), alla fine preferisco il secondo; il quale, però, come dici tu giustamente, denota una certa mancanza di cura, caso peraltro non isolato nel Faraci più recente.
  8. virgin

    [647/648] Il Ricatto Di Slade

    Sui pards occasionali, pur notandone la persistenza e, in un certo qual senso, anche la ripetitività, io la penso in modo diverso: sarà che non mi dispiacciono, ma trovo che sia un bel modo con cui Faraci è riuscito a personalizzare la propria scrittura rispetto agli altri autori. Siamo sinceri: "Il ricatto di Slade" non delude certo per la tenera coppia di coniugi. Le due scene dei messicani, pur essendo un po' gratuite, secondo me ci stanno: la seconda è una delle sparatorie più riuscite mai sceneggiate da Faraci, autore che, difetto non da poco in un western, con le sparatorie realistiche è sempre stato negato. Circa la pistola bagnata dico che preferisco di gran lunga il Tex di questa storia rispetto a quello visto altre volte (nel Color storie brevi dell'anno scorso, ad esempio), che smonta tutta la pistola. Operazione non solo macchinosa e impossibile senza attrezzi, ma pure inutile: i revolver non soffrono brevi immersioni in acqua, avendo meccanismi molto semplici (non ci sono grandi problemi nemmeno con le semiauto, decisamente più complesse); il problema è che non si bagni la polvere nera nelle cartucce, in caso non siano perfettamente sigillate. Meglio comunque dei revolver ad avancarica come la Navy...
  9. virgin

    [Maxi Tex N. 18] L'avamposto Dell'infamia

    Sul forum sono sempre stato uno dei più entusiasti sostenitori di Ruju; anche se purtroppo la mia latitanza negli ultimi anni mi ha impedito di tesserne i dovuti elogi quando sulla serie regolare uscivano gioielli del calibro de "La rivincita di Makua", "Le catene della colpa" e "Furia Comanche". Penso di essere uno dei pochi a sostenere la validità anche delle sue storie pubblicate sugli Almanacchi: la discreta "Nella terra dei Klamath" e la splendida "La palude nera" (anche se qui, come nell'ultimo Color di Boselli e Civitelli, c'è il problema dei cajun: se ci sono loro, per me una storia raggiunge quasi automaticamente la sufficienza ). Vedo che questo Maxi è stato apprezzato anche da chi, come Cheyenne, è più sospettoso nei confronti delle uscite fuori serie, segnatamente dei Maxi; quindi, è non senza stupore che rimarco come, a me, "L'avamposto dell'infamia" non abbia entusiasmato per niente. Non penso che ciò sia dovuto a problemi miei, nel senso che quando l'ho letto ero di buon umore e anche ben disposto: il punto è che la storia procede a mio avviso farraginosa, con passaggi narrativi forzati e tutta una serie abbastanza gratuita di détours che, richiamando Tex da una parte all'altra distogliendolo da ciò che fa, sembrano avere l'unica funzione di allungare il brodo. Vedo che questi aspetti non hanno infastidito altri utenti; ciò che mi fa tutto sommato piacere; a me, invece, non sono piaciuti affatto. Si aggiunga il capitano Spencer, che a differenza di altri cattivi di Ruju (leggi: Wasape e Makua) seppur tormentato non ha profondità e procede per crisi che tutto sommato lasciano poco il segno, e la scarsa incisività di questa storia, a mio gusto, è fatta. Ad affossare il tutto ai miei occhi ha anche contribuito la scena in cui Kit Willer dovrebbe impedire ai soldati di raggiungere la gatling e, pur avendola perfettamente sotto tiro, dopo aver sparato un colpo non fa più nulla; tanto che la situazione deve essere salvata da Tex con una mossa rischiosissima. Mi sembrava di essere tornato al Kit Willer rincoglionito de "La banda dei messicani". Anche i disegni di Diso deludono; ma data l'età possiamo chiudere un occhio. Se poi li chiudiamo entrambi, meglio. Sono grato a Diso per aver regalato decenni di splendide storie di Mister No. Non fatemi dire altro. Il voto globale secondo me è 5. Dopo il disastro di "Alaska!" lo scorso anno, sto seriamente pensando di non acquistare più i Maxi a scatola chiusa. Non perché mi sia disamorato di Tex (non sia mai! ), però, esclusi gli ultimi due Maxi di Segura e il Maxi di Faraci, storie buone, ma non capolavori, nell'ultimo decennio i Maxi sono stati fiacchi. E, dovendo tagliare qualcosa, dopo il Color storie brevi e la rinuncia alla nuova serie di cartonati che esordirà con Eleuteri Serpieri, potrei pensare proprio al Maxi. Ma, chissà, magari le anteprime e i disegni saranno tali da farmi cadere in tentazione. Dopo tutto anche "Stelle di latta e altre storie", a dispetto della presenza dell'aborrito Recchioni, grazie ai nomi di Burattini e Boselli e alla splendida copertina un paio di volte è stato vicino a farmi capitolare...
  10. virgin

    [647/648] Il Ricatto Di Slade

    Mi trovo ora a sperimentare una situazione spiacevolissima: esprimere un parere negativo sul lavoro di un autore che si conosce. Per carità, non conosco Faraci di persona; ci saremo scambiati una decina di e-mail, esagerando; ma l'impressione che ne ho ricavato è di una persona molto gentile e sensibile, per la quale ho provato istintiva simpatia. Per onestà nei suoi confronti, però, sento di dover dire ciò che penso. Non foss'altro per dare valore a tutte le volte in cui, sul forum e privatamente con lui, mi sono espresso in toni laudativi circa il suo lavoro su Tex e non solo. Cito questo parere di Ymalpas per andare immediatamente al punto che mi interessa: fino alla scena incriminata contenuta nel secondo albo, la storia mi era anche piaciucchiata. Non dico che mi avesse estasiato, ma mi divertiva abbastanza ed era senza dubbio superiore alle ultime storie di Tito. Questa soluzione, però, mi ha fatto cadere le braccia, e parecchio. Ce n'era già una molto simile nel secondo albo de "L'inseguimento". Una volta è penosa, vederla riproposta due volte... non so nemmeno che cosa dire. Poco importa che il resto della storia scorra via bene, che il finale (anch'esso somigliante a "L'inseguimento") non funzioni male (per quanto alla seconda volta non stupisca più come la prima). Scrive John Deere: Come ho già scritto, Tex che va all'assalto allo scoperto seccando uno dopo l'altro avversari trincerati era già successo nella recentissima "L'inseguimento". Per carità, è una soluzione estrema e, se resa bene, può perfino funzionare. Purtroppo qui così non è. Oltretutto, il venire dopo una scena molto simile già vista in un'altra storia la fa apparire, almeno secondo me, ancora più forzata. Scrive Paco Ordonez: Tu pensa che a me, invece, il celebre buonismo di Faraci piace assai. Lo ritrovo in molte delle sue storie più valide ("La legge di Starker", "Sotto scorta", "Il ciarlatano"... risolleva perfino la per me non memorabile "Braccato"), mentre la sua mancanza ha secondo me affossato ancora di più le sue storie meno convincenti ("L'inseguimento" e "I rapitori"). Più che di buonismo, io parlerei di buoni sentimenti. Se uno vuole cupezza, oltre che al mondo reale, può rivolgersi anche ad altre storie di Tex, che pure non mancano. Questo aspetto delle storie di Tito a me piace. Sinceramente speravo che il marito sopravvivesse, e sono stato contento che così sia finita. Mi trovo però d'accordissimo con te quando scrivi: Di fronte alle sue ultime tre storie di Faraci pubblicate provo quest'impressione: Tito su Tex è partito col botto, poi si è assestato su una linea dignitosa, che però ben reggeva grazie ai personaggi simpatici, per poi, infine, tirare il freno a mano e schiantarsi in un fosso. Non so perché. Anche i suoi ultimi lavori per Disney (vedere il per me brutto "Universo PK"), ambito in cui solitamente si esprimeva bene, sono tutt'altro che esaltanti. Non vorrei che magari abbia vissuto un periodo personale difficile, come pure capito a Boselli che, prima di riprendersi negli ultimi anni, per più di un quinquennio non aveva certo brillato. Quando lo intervistai mi disse di aver avuto dei problemi personali (suoi e, se non ricordo male, cosa sempre possibile, purtroppo anche di persone care); non so se l'abbia mai detto altrove (me lo disse a microfoni spenti e nell'intervista io non scrissi nulla), perciò nel dubbio taccio. Fra il Faraci di "Il ricatto di Slade" e quello di "Universo PK", ad ogni modo, passano più di quattro anni... Ciò detto, spero che Tito si riscatti in futuro e che, magari, la supervisione di Boselli lo aiuti a recuperare la strada che stava imboccando, ma che poi ha perduto. Speriamo! Ne abbiamo bisogno noi, ne ha bisogno Tex e ne ha bisogno anche Faraci. P.S.: per me, comunque, la storia è da 3, complice anche gli scopiazzamenti di Bruzzo (ogni poche pagine dicevo: ma io questo l'ho già visto). Pane al pane...
  11. virgin

    [Texone N. 29] L'orda Del Tramonto

    Nel votare, vedo che mi allineo alla maggioranza dando 8 a questo bellissimo texone. Forse darei qualcosa di più in virtù dell'angoscia che Ruju e Roi sono riusciti a farmi provare in alcuni frangenti, facendomi davvero pensare, contro ogni logica, che Tex e Carson potessero essere soverchiati. Mi dilungherei anche di più, ma purtroppo i commenti che ho da fare riguardano alcune parti a rischio spoiler, ragion per cui fino a quando non capirò come inserire le tendine sul nuovo sito preferisco astenermi. Mi riservo di tornarci poi... Per ora mi limito a dire che la sceneggiatura permane presso che impeccabile per tutte le 224 pagine e che trovo assai suggestiva l'ambientazione, che vive di rimandi glbonelliani, ma poi si risolve in maniera più moderna, fortunatamente in modo sempre convincente. Belli e credibili tutti i personaggi, su tutti Zaira, inquietante e incantevole come solo i disegni di Roi avrebbero potuto renderla. In particolare sul versante dei disegni mi dichiaro soddisfatto: sulla serie regolare il segno di Roi apparirebbe quasi eretico (ma forse le minori dimensioni aiuterebbero, rendendo meno evidente il fatto che Corrado tira via. Egregiamente sì, ma rispetto ai suoi vecchi Dylan Dog la differenza di cura si vede...), ma sul texone ha un senso, dando corpo a una storia dalle caratteristiche uniche, che si farà ricordare a lungo, quantomeno per me.
  12. virgin

    [211/213] Tucson!

    Vedo che poi con un messaggio più recente ti sei ravveduto... ma in fondo, sono d'accordo con entrambi i tuoi pareri. Vero è che, da un punto di vista narrativo, la storia scorre lenta, calando all'inizio del secondo albo per poi rimanere su un livello tutto sommato costante fino alla fine. Però, per gli esempi che poi illustri esemplarmente nel secondo messaggio, mi rimane impressa come una buona storia. Sarà che, per la prima volta dal settembre 2001, non ho acquistato un Tex inedito, il Color Tex "Stelle di latta e altre storie", e per rinfrescarmi la memoria sono andato a rileggermi GLB, che praticamente da anni non toccavo; ma il primo albo mi ha davvero fulminato. Ho ritrovato un personaggio che appena ricordavo: un Tex massacratore e gaglioffo, capace di ammazzare per sbaglio un uomo lanciandolo giù dalla finestra e poi scherzarci sopra poche pagine dopo ("Mi date la vostra parola, Willer?" "A che servono le parole, sceriffo?" Quando l'ho riletta giuro che ci sono rimasto , come in molte altre scene ); nelle 110 pagine del primo albo, "Tucson!", c'è il Tex che amo e che mi fa pensare a come, se pure le sceneggiature si sono mantenute a livelli ottimi (lascio da parte giusto le ultime storie di Faraci e il primo, e fin qui ultimo, Maxi di Ruju), nessuno sia riuscito a eguagliare una simile forza della natura. Che importa che poi la vicenda proceda senza sussulti e la resa dei conti finale alla stazione non abbia gran che per farsi ricordare. C'è la vis del Tex di Gianluigi Bonelli, interpretata da un Letteri semplicemente perfetto nel rendere la psicologia texiana alternando sguardi truci e sorrisi obliqui. Un 8 globale a mio gusto ci sta tutto. La potenza del primo albo e il segno di Letteri sopperiscono abbondantemente alle debolezze di una storia non da periodo d'oro, ma nella sua medietà comunque memorabile.
  13. virgin

    [Color Tex N. 05] Delta Queen

    Un Color che non esiterei a definire sontuoso: una storia sì semplice, ma che sa offrire i giusti colpi di scena in un'ossatura davvero divertente. Non si raggiungono certo le vette di gaglioffaggine del Tex glbonelliano, ma al momento della lettura (sono passati diversi mesi), la disinvoltura di Tex e dei pards mi aveva colpito assai positivamente. Poi ammetto che c'è l'ambientazione fluviale, con i barconi che costituiscono uno dei miei scenari preferiti (come nello splendido secondo episodio della giovinezza di Paperone di Don Rosa) e miei quasi compatrioti cajun. I comprimari si mantengono nel solco della tradizione boselliana (direi anche di più, se capissi come mettere gli spoiler col nuovo sito), con meno profondità, ciò che funziona comunque benissimo. Ritengo che, anche più di alcune storie sulla serie regolare, questa permetta di apprezzare lo straordinario lavoro di Boselli come autore-curatore. Certo, servono anche le storie fuori dall'ordinario, o comunque particolari; ma è con le storie medie di puro mestiere che un autore mostra quanto è in vena, quanto sa creare anche con gli elementi della tradizione. Ecco, in quest'ottica "Delta Queen" è davvero una signora storia. Non mi ha annoiato nemmeno un istante e si gioca con "Lo sciamano bianco" il posto di miglior Color lungo fin'ora, a mio gusto. "Lo sciamano bianco" era però più raffinato e innovativo; quindi, il frequentatore dell'osteria "Da Peppe il faciolaro" che si cela dentro di me preferisce "Delta Queen". Sul versante dei disegni, Civitelli fa ancora una volta uno splendido lavoro. I colori distraggono un po', ma il suo lavoro non è solo meticoloso, è anche coinvolgente e superbamente narrativo. Poi, be', lui e il colorista col personaggio di Molly mi fumettizzano la fidanzata, quindi è un goal a porta vuota... Il mio voto finale è 8, pienamente meritato. Con "Delta Queen" sono veramente due ore di puro divertimento, che mi risollevarono non poco il morale in una giornata in cui era abbastanza giù.
  14. Infatti il mezzo sorriso del Tex di Sedioli mi piace molto anche per questo, oltre che per la classica essenzialit? del tratto. Ce lo vedrei molto bene su Tex... ma, accidenti, a forza di rubare disegnatori ai nostri fratelli zagoriani ci stiamo un po' facendo odiare, quindi forse è meglio non esagerare!
  15. virgin

    [643/644] L'indomabile

    1 franco è 0.80-0.85 euro. 1 franco uguale a 0,15 euro. Ammesso che si parli di quello francese! :DVa bene, non so che cosa c'entri con la discussione, ma mi pareva doveroso rettificare...
  16. virgin

    Galleria Dei Fratelli Cestaro

    Sono sempre uno spettacolo, nulla da dire. Soprattutto, molto personale (e ben riuscito) il viso di questo Tex!
  17. virgin

    10 - Tex Willer Magazine

    Non avendo partecipato, posso esprimermi, elargendo senza pudore complimenti ai miei colleghi! -ave_Ho letto l'articolo di Paco e quello di Ymalpas, sempre curiosi e ben scritti. Leggendo l'intervista a Civitelli fatta dal nostro ottimo Filippo, ho trovato davvero simpaticissima l'uscita di Fabio quando sostiene che Rossano Rossi sia sottovalutato dai lettori: be', io posso citare mia madre, che ritiene Rossano il proprio disegnatore di Tex preferito. Fabio ne sarebbe contento. Però mia madre lo preferisce perfino a lui, e forse questo gli piacerebbe un po' meno...
  18. virgin

    Ernesto Rudesindo Garc?a Seijas

    La battuta finale è davvero fulminante (ammesso che l'abbia ben intesa)!
  19. Non so, Ym... sono più giovane di te e senza dubbio conosco molto meno di te come vada il mondo; ma, dalle poche volte che ho avuto modo di confrontarmi con la giurisprudenza, non mi sembra molto fattibile. Magari sull'utilizzo del logo... ma va be', non è di questo che stiamo parlando. Farebbero meglio a catalogarlo, più semplicemente, pro Tex.Giustissimo. Più che altro mi stupisce come questo forum venga catalogato pro qualcuno o qualcun altro. Potrebbe essere catalogato anche come pro-Ruju, pro-Manfredi o, perfino, pro-Faraci (che qui in effetti, nelle sue ultime prove ha raccolto in media giudizi meno pesanti che altrove). Ricordo che, quando andai a intervistare Boselli, ormai quasi quattro anni fa, non ebbi il minimo problema a dirgli che le storie dell'ultimo biennio (biennio di allora, ovvio ) mi avevano convinto meno, che alcune non mi erano piaciute proprio e che, in generale, la sua scrittura mi sembrava aver perso freschezza rispetto a una volta; eppure lui si dimostr? molto affabile e, anzi, al momento di salutarci mi disse anche che ero un tipo simpatico. Recensii anche negativamente alcune sue storie sul Magazine, ma ricordo che nessuno fece mai allusioni a una nostra prevenzione nei suoi confronti. Ugualmente, mi sento in grado di dire che da due anni a questa parte Boselli non ne sbaglia più una, o quasi... anche se, santo cielo, "Alaska" era proprio brutta e i "Pionieri" non mi ha entusiasmato troppo. Ma, ugualmente come sopra, non penso che nessuno debba sentirsi in diritto di definirmi "pro Boselli" o che altro. Il lavoro di Boselli mi fa divertire molto? Glielo dico pacificamente, come sento spontaneo. Sempre quando andai in SBE a intervistare Boselli, incontrai Masiero e gli espressi i miei apprezzamenti in modo molto veemente. Non per piaggeria, ma perchè le sue storie di Mister No erano, a mio gusto, fra le più belle di sempre. Tornando a "Giovani assassini", la sequenza finale costruita da borden è senza dubbio innovativa. Io l'ho percepita come tale. Ma non mi ha disturbato, perchè in quel momento ho riconosciuto Tex e ho visto in lui la personalit? e la dignit? di sempre. Tex si è trovato in una situazione nuova; ma si è comportato in modo del tutto congruente con sè stesso, ciò che dimostra tutta la forza del personaggio, nonchè l'abilità dello sceneggiatore. Sugli sviluppi possibili della trama, mi fa ridere anche chi pone due alternative deludenti e conclude il tutto con un "tertium non datur", stroncando perciò la storia. Ora, io dico che proprio per questo, invece, la storia guadagna punti: da un buon fumetto esigo che mi metta davanti a un'opzione inaspettata e sorprendente e la renda credibile e appassionante: è il lavoro di uno sceneggiatore. Se invece voglio parlare di storie già ben conosciute e tirare conclusioni che non turbino e siano scientifiche e rigorose, mi metto a fare il grecista, mica il fumettista.
  20. Per carit?, sono del parere che si debba sempre essere il più possibile muniti di rispetto nei confronti del prossimo... ma, di fronte a uno sproloquio simile, il mio parere ?: mai sentito parlare di "problemi di gestione del tempo libero"?Insomma, si leggono la storia più emozionante degli ultimi quindici anni e più (in coppia con "La prova del fuoco") e si perdono su "la votazione democratica non funziona nel gruppo dei pardsè" :shock: E chi l'ha detto? Forse che il carisma di Tex viene da ciò diminuito? Bah... mi fermo qui, ch? ne ho parlato anche troppo.
  21. virgin

    [Texone N. 29] L'orda Del Tramonto

    Idem per me! Poi, sulla possibilità che sia memorabile anche in negativo... non so. Ruju non ne ha mai sbagliata una, ho fiducia. E a prima vista Roi mi sembra aver fatto davvero un gran bel lavoro. Infatti mi ricorda molto le sue, peraltro ottime e inquietanti, copertine di Brendon; che, ammetto, mi piaceva anche per quelle (ma anche il suo successore Rotundo, per altro al lavoro anch'egli su un Texone, era tutt'altro che malvagio). Caratteristica comune con le sue copertine di Brendon. Non so perchè, ma trovo che sia procedimento ottimo a enfatizzare la stranezza survoltata delle atmosfere. Io, tanto per ripetermi, lo adoro.
  22. virgin

    The Magnificent Outlaw

    Che, in fin dei conti, è un po' quanto accadr? nella prossima ventura restaurazione recchioniana di Dylan Dog, con speciali dedicati a universi narrativi diversi... o, esempio ancora più calzante, quanto successe vent'anni fa a Mister No. Perchè no? Stiamo galoppando non poco con la fantasia, ma non sarebbe affatto una prospettiva sgradita avere, chessè, per fare un nome a caso, i Color Tex estivi dedicati alle avventure di Tex magnifico fuorilegge. Già! Splendida la citazione del titolo leoniano provvisorio "Il magnifico straniero" (quantomeno, è il rimando al quale mi è venuto istintivo accostarlo).
  23. virgin

    The Magnificent Outlaw

    Come non quotarti? Personalmente sono abbagliato dalla piega che sta prendendo Tex negli ultimi tempi. Stasera mi legger? l'ultimo albo de "Il prigioniero di Yuma"; e già fin dove sono arrivato, la storia è da spellarsi le mani dagli applausi!Fra tutti i progetti appetitosi per il futuro, questo è forse quello che mi entusiasma di più. Se questo è il nuovo corso boselliano, io sono completamente con borden. Riesce a soddisfare contemporaneamente le due anime opposte in me (il curioso avventuriero e il pantofolaio conservatore), quindi... avanti così! -ave_ P. S.: vorrei far notale le abilità propagandistiche di Sandro nel scegliere la tavola di anteprima. Il mio consiglio è sempre lo stesso, pard: proponiti a un politico per gestire la sua campagna elettorale; il tuo posto è a Roma, con villa con piscina e Xmila euro mensili di parcella.
  24. virgin

    [637/640] El Supremo

    Storia semplicemente STRAORDINARIA! Non mi divertivo così da tempo; e dire che le belle (quando non bellissime) storie negli ultimi due anni non sono mancate. Dopo la delusione dell'Almanacco, questa è stata un graditissimo ritorno. Non mi viene in mente molto di nuovo da dire dopo sedici pagine di interventi che hanno vagliato questa storia albo per albo; peccato, perchè lo meriterebbe. Boselli scatenato e Dotti lo asseconda alla perfezione, dando molto del suo, in una storia che fa davvero respirare la grande avventura, quella è la Boiardo, in cui può sempre succedere qualcosa dietro l'angolo e i cambi di ambientazione sono sempre stupefacenti. Finale un po' accelerato, ma molto meno di altre volte. Cosa che capitava spesso anche a GLB, ma, soprattutto... chi può essere così ingrato da lamentarsi dopo quattrocento pagine così?Per me è nove. Con un mucchio di complimenti a entrambi gli autori.
  25. virgin

    [Color Tex N. 04] L'uomo Sbagliato E Altre Storie

    Ma va', sai benissimo che questi ridanciani scambi di battute mi piacciono... ma se insisti, posso sempre chiedere a padre Bortolo di intercedere presso la Santa Sede!
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