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TWF - Tex Willer Forum

virgin

Ranchero
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  1. E qui sono perfettamente d'accordo con la Sergio Bonelli Editore. Ammiro molto queste scelte reazionarie, forse perchè, in fondo, per queste cose sono reazionario anch'io... anche se poi trascorro mezz'ora quasi ogni giorno connesso a questo forum. Qui li capisco un po' meno. Insomma, se gli utenti dei forum sono la goccia nell'oceano, i lettori che scrivono sono la classica schittata di piccione che ci cade in testa. Per carit?, a me è già successo due volte quest'estate , ma ovviamente mi riferisco a ciò che accade normalmente ad un essere umano mediamente non troppo iellato. Se si ritiene che i forum siano poco rappresentativi, le lettere lo sono ancora meno. Senza contare, poi, che sono espressione di due categorie di lettori completamente diverse: chi scrive lettere ha mediamente una certa età, chi frequenta sui forum ?, ancora mediamente, più giovane. Io ho diciannove anni, non sono troppo entusiasta delle nuove tecnologie, ma non ho mai scritto una lettera in vita mia. Costa indubbiamente di più che connettersi a sbafo sulla linea Wi-Fi dei vicini...
  2. Mi trovo completamente d'accordo con Tahzay! Infatti è da quando ho cominciato a leggere Tex che attendo sempre di avere la storia completa. In ogni caso, secondo me, ci si guadagna non poco, non soltanto con le storie di Boselli. Sarebbe esattamente come spezzare un film in tre parti, guardandone una a distanza di un mese dalla precedente...
  3. virgin

    Magico Vento E Tex... Assieme!

    Ne ha pubblicati anche più d'uno, se non erro, così come ha pubblicato dei team-up con Martin Myst?re e Nathan Never... ma dubito che con Tex e Magico Vento si possa fare, il che è forse un bene. Io rilancio la mia idea del cameo. Sarebbe una citazione raffinatissima!
  4. Non so perchè, ma leggendo i commenti fino a qui sono rimasto colpito, molto colpito. Mi ritengo un lettore molto critico e severo, dunque non riesco a spiegarmi come mai Ymalpas abbia dato cinque a questa storia ed io avrei voglia di dare addirittura sette. Sarà forse merito del fatto che il tema della guerra dei pascoli è il mio preferito in assoluto fra tutti i topoi della Frontiera, al punto da farmi apprezzare avventure stroncate praticamente da tutti come "Muddy Creek" e "Dieci anni dopo". Tuttavia, in questa storia ci sono diversi elementi che me la fanno amare: certo, si tratta sempre della solita vecchia storia già raccontata decine di volte, ma questa volta c'è una cattiva che, nonostante Wasted l'abbia definita "da cartone animato", io reputo "da antologia"!Senza Tessy Malone questa storia varrebbe ben poco, e forse vale poco davvero, ma una cattiva così carismatica permette di passare sopra tutte le chiacchiere inutili e gli spiegazionismi, che comunque non mi sono sembrati essere presenti in quantit? soverchianti. Capitano Mendoza per commentare "Oltre il fiume" usè l'aggettivo "rilassante". Orbene, io non ho problemi ad utilizzare il medesimo aggettivo per questa storia: non sarà un capolavoro, ma mi ha divertito senza schifarmi. La marmaglia col compito di uccidere Tex è composta esclusivamente da gallinacci senza testa che, indipendetemente dalla reputazione, sparano peggio dei vigili urbani di Brescia (che a dieci metri non riescono a colpire la sagoma di un essere umano o. O, li ho visti esercitarsi!) e non hanno un briciolo di cervello per affrontare il seppur minimo rivolgimento. Jubal Ford è un babbeo, ma di tirapiedi babbei erano piene le storie di GLB, ed io non mi formalizzo. Anzi, mi fa piacere vedere un po' di pessimi tiratori... ho sempre provato simpatia per gli inetti. Starret e la moglie sono personaggi di cartapesta, così come il loro ridicolo figliolo, macchiette monodimensionali senza alcuna profondit?. Eppure... c'è Tessy Malone. Fra tutte le belles dames sans merci che sono apparse nelle storie di Tex, è probabilmente la più arrivista e la più cinica, nonchè... ehm... quella che fa un uso più disinvolto della propria avvenenza (avrei utilizzato termini più appropriati di questa elegante perifrasi, ma le volgarit? sono giustamente vietate :censura2: ). Nizzi ci ha regalato un ritratto di cattiva che rimane impresso nella memoria, compreso il finale azzeccatissimo, sebbene un po' affrettato. Solitamente non mi vergogno di ciò che penso... e non mi vergogno nemmeno stavolta. VOTO: 7, anche se tecnicamente la storia meriterebbe qualcosa di meno. Diciamo, 8 a Tessy Malone e 5 a tutto il resto. P. S.: quando lessi per la prima volta la storia, quando ero piccolo, lo sconforto di Carson dopo essere stato colpito mi impression° notevolmente.
  5. Vuoi dire "di che sondaggio stavate parlando sei mesi fa"? ;)Del sondaggio di TWO sulla miglior storia di Tex in assoluto, che ha visto "Il passato di Carson" arrivare in finale. Non so perchè, ma ai tempi Anthony aveva l'abitudine di darmi la colpa di più o meno qualsiasi cosa succedesse su TWO e non fosse di suo gradimento. Tra l'altro, io frequentai TWO assai saltuariamente, poi conobbi questo forum e lo abbandonai del tutto... Le ragioni del perchè Anthony non mi sopportasse mi sono ancora oggi sconosciute, ma in ogni caso ciò che conta è che da allora abbia seppellito l'ascia di guerra nei confronti del sottoscritto. Però, scusami Don Fabio, si tratta di cose di mesi fa!Oltre al fatto che mi sembra inutile rivangarle, trovo che c'entrino molto poco con Segura e Ortiz. Non sarebbe stato meglio chiederlo con un messaggio in shout?
  6. virgin

    Magico Vento E Tex... Assieme!

    Forse un vero team-up no, ma un piccolo cameo come quello di Ken Parker ne "Lo sceriffo indiano" di Faraci mi piacerebbe. Sono ancora estasiato da Mister No che appare nella pubblicit? della Birra Amazonas nell'episodio di Dylan Dog "Storia di un povero diavolo"...
  7. Dai, Ymalpas, prese a sè stante queste vignette sembrano uscite dalle ultime orride storie Disney invece che da un Maxi Tex!Nella prima viene mostrata in tutta la propria gloria la felicit? delle caratterizzazion somatiche di Ortiz, mentre la seconda, non so, ha un sapore molto da "Trinit?" .
  8. virgin

    [593/595] La Mano Del Morto

    Grazie, Zeca! Perfino più spiritosa del solito la caricatura di Bira, devo dire: borden e Font che tremano con la Morte alle spalle sono davvero irresistibili!
  9. virgin

    [598/599] La Prova Del Fuoco

    ups Scusami per la superficialit?, pard! Mi era del tutto sfuggito...
  10. virgin

    [598/599] La Prova Del Fuoco

    Suvvia, Paco! Boselli è troppo corretto e gentile per parlare male dei colleghi (a differenza... ehm ehm... di Nizzi): ricordo che defin° non "bellissime", ma comunque "piacevoli" storie come "Mescalero Station" e "L'artiglio della Tigre"... che possono essere definite "piacevoli" almeno quanto l'Inghilterra!borden avrà anche perso quasi del tutto la carica emozionale, ma la correttezza professionale è ben lungi dal perderla. Poi, sia ben chiaro, anch'io sono molto ottimista riguardo a questa storia! I primi due episodi di Ruju mi sono piaciuti, e il fatto che altrove si stiano già caricando i fucili per sparargli addosso una volta uscita la storia, non può che rendermelo ancora più simpatico. Speriamo che, assieme a Faraci, Ruju possa diventare la speranza per il futuro di Tex!
  11. Be', questo mi sembrava sottinteso! Nessuno, ed io per primo, vorrebbe Tex corteggiare di nuovo una donna. Ma pensavo valesse, perchè col matrimonio e la vedovanza, è poi un aspetto che (giustamente) si è perso per strada.
  12. Sinceramente, "Il veleno del cobra" era noiosa, ma non la definirei proprio "orrenda". Come ogni altra storia, ha comunque un messaggio da trasmettere e parla del clima in cui è stata scritta. Alcune delle ultime storie di borden sono stucchevolmente corrette sotto il profilo politico: lo è anche l'ultimo texone, con tutti i suoi discorsi sulla schiavit?, col riccone che si redime e il ribelle che si mette a piangere. Un paio di negretti ammazzati passano in secondo piano rispetto al resto, e sinceramente per me non fa una grande differenza: non sono mica un fanatico che vuole vedere le minoranze brutalizzate. A me non lo sembrava così tanto. I ricchi disonesti esistono, e Tex lo dice da più di sessant'anni. Molto più politico mi sembrava D'Antonio, che come cattivo della storia mette un nano pavido col cognome composto da dieci lettere che comincia con la B... che caso! Il cognome, poi, è tipicamente ebreo, e la ciliegina è fatta! Un po' di antisemitismo su Tex mancava, giusto... Il fanatismo fa parte di ogni fenomeno religioso. La storia non è scorretta poich? al fanatismo di Elias viene contrapposta la religiosit? sana e ragionevole di Marcus. Almeno, io la vedo così, Paco!
  13. A proposito del filone "cose che non si vedono più", aggiungerei anche il Tex che nei primi numeri corteggiava galantemente le donne di saloon. Tanto per fare uno degli esempi più famosi, con la bellissima Cora Gray si vede un Tex tutt'altro che insensibile al fascino femminile, anzi, si vede benissimo che la fanciulla è di suo gradimento, nonostante la censura dell'epoca.
  14. Vedere, a proposito di quanto dice Ymalpas, il Tex del maxi "Il veleno del cobra", che sconfigge i cinesi non a cazzotti o a sparatorie, ma con... centinaia di pagine di chiacchiere!!! :mellow:Si veda anche i pestaggi di cinesi nelle vecchie storie di GLB, per correttezza politica del tutto eliminati, così come i simpaticissimi e per niente razzisti epiteti "muso giallo" e "limoncino". Se Tex non uccide nessun cinese in 338 pagine di Maxi, non si tratta di un semplice caso... E non venitemi a dire che ai giorni d'oggi una storia come "Quartiere cinese" non sarebbe proponibile e non sarebbe accettata dai lettori.
  15. E come dimenticarle, visto che Tex che risponde al tenentino "Hai le piume? Sei forse un gallinaccioè" è stata l'unica cosa per me positiva nelle 224 pagine di noia e proclami roboanti su libertà e schiavit? che costituiscono il texone? L', diamine, ho veramente goduto! Anche se il tuo Tex meno ironico non è mai stato un problema, non nego che ogni tanto vedere un frammento della giovanile irruenza mi faccia piacere. Abilissimo è stato secondo me Manfredi a inserire ne "La grande sete" una piccola riflessione su ciò. La risposta mi sembra semplice: va in vacanza in Sud America e a Cuba a sterminare orde di soldatini, vili e mostruosi servi di quei cattivacci reazionari al governo. Per i ribelli di Rayado la storia è diversa: la colpa è del loro capo, dunque non devono essere toccati .
  16. AHAHAHAHAHAH!!! Bellissima, pard. Scusami, una domanda: dobbiamo chiamarti Gilbertfan... o Gilbert?
  17. virgin

    Duelli A Confronto...

    Credo che gli esempi citati da Jack65 e Ymalpas rendano bene il livello di assurdit? al quale, complice i mutamenti della scrittura dei due autori, sia arrivato il confronto fra Nizzi e Boselli. Come ripetuto fino alla nausea, ci troviamo davanti uno sceneggiatore sempre più stanco, che però si spinge oltre la stanchezza, dimenticando anche i più banali rudimenti del mestiere, e un suo collega sempre più preoccupato (volontariamente o involontariamente) di "far quadrare i conti" senza alcuna emozione. Il confronto fra il duello Serrano-Agreda (ma anche Tex-Rayado) e quello fra Tex e la Tigre Nera (ma anche Tex-Cane giallo) è emblematico di ciò: Boselli fino a qualche anno fa faceva della caratterizzazione psicologica il proprio punto di forza, ed è inevitabile che ciò si riflettesse anche nei duelli. Ora, n° Serrano, n° Agreda, n° Tex, n° Rayado ci danno la minima impressione di essere coinvolti in ciò che stanno facendo, di crederci minimamente. Sono un po' come certi personaggi delle tragedie di Euripide: recitano enfaticamente, ma "non ci sono". Idem qui: Serrano e Agreda non rappresentano l'incontro di due rabbie, di due visioni del mondo opposte. Sono due ballerini che fanno la loro danza vuota, e tutto finisce. Perchè ciò che importa al narratore sembra essere più la presenza del duello, che non le emozioni che esso può suscitare. Questo discorso si può estendere anche all'intero Texone: una bella trama, per carit?. Ma visto che il cardine su cui si fonda la scrittura boselliana è la drammaticit?, senza personaggi che la vivono essa non ci può essere. Discorso del tutto diverso con Nizzi, che della drammaticit? se ne è quasi sempre manifestamente e volontariamente fregato, privilegiando il divertimento e la scanzonatezza. Succede così che, negli istanti più concitati (sto pensando alla battaglia nella gola e al duello finale in "Oltre il fiume" e al duello finale ne "L'artiglio della Tigre") e più d'azione, si rivedano pochi brandelli del Nizzi di un tempo. Pensate un istante a "L'artiglio della Tigre": la storia è pietosa, mi sembra innegabile, ma il lungo duello finale non è degno di un film hollywoodiano e non è forse la scena d'azione più bella e dinamica mai scritta da Nizzi? Scusate, ho usato l'indicativo presente: avrei dovuto usare il congiuntivo, perchè l'ultima pagina, con Tex appeso come l'ultima delle caciotte e Tom Devlin che spara da una barchetta ci riporta all'ultimo Nizzi, che sceglie la soluzione narrativa più comoda e facile senza curarsi se essa abbia senso o sia quantomeno adatta. Tuttavia, con tutti i suoi difetti, seppur per un solo momento la disastrosa "L'artiglio della Tigre" è riuscita a fare ciò in cui la strombazzatissima "I ribelli di Cuba" ha fallito: mi ha coinvolto. Con tutta la propria bravura, Boselli mi ha fatto sbadigliare per 224 pagine, sollecitando un po' il mio senso del ridicolo con simpatici discorsi roboanti sulla libertà e la schiavit? degni di Ken Parker, ma che con Tex azzeccano almeno quanto la marmellata con la pizza. Stesso discorso per la battaglia e il duello visti nell'albo "Il ponte di roccia": la storia fino a quel momento era un campionario di assurdit?, e l'unica sensazione che riusciva a suscitarmi era quella di (passatemi il termine) essere preso per il culo. Poi, però, c'è quella sparatoria con i due Kit sul ponte di roccia (possibile citazione, che nessuno ha notato, della mitica "Sulle piste del Nord"), contro un esercito di indiani imbecilli del tutto incapace di elaborare una tattica decente che non fanno altro che farsi impallinare come tordi, ma non è questo il punto. So che molti antinizziani militanti mi salteranno al collo, ma anche gli indiani di "Sulle piste del nord", quando i pard si trincerano sull'arco di pietra, non fanno altro che farsi macellare. Lungi da me l'idea di fare un confronto fra le due storie: non ci sarebbe storia. Voglio soltanto dire che, nella battaglia attorno al ponte di pietra c'è il casino, ci sono le sparatorie, ci sono i morti, c'è il dinamismo. Quando guardo "Fast and furious" non voglio logica e rigore, voglio sgommate, derapate, inseguimenti folli. Idem qui: c'è lo spettacolo, il tutto è coinvolgente, dinamico, anche ben fatto, oserei dire. Kit e Kit fanno fuori una valanga di avversari, e il tutto non è nemmeno lontanamente stupido o meccanico come si è visto in altre storie del Nizzi recente ("La sentinella" o la pur più divertente "La rivolta dei Cheyennes"). S? è lontanissimi dall'artificiosit? impagliata dei duelli del texone. Ora, con questo non voglio dire che ai giorni d'oggi Nizzi scriva capolavori e Boselli fetecchiate. Voglio soltanto constatare come, in alcune scene, il bollitissimo Nizzi riesca a fare meglio del bravissimo, ma attualmente imbalsamato, Boselli. Fra una storia assurda e priva di logica e una ben realizzata e fredda, la scelta non è difficile: la seconda è meglio. Ma basta cambiare due aspetti per ribaltare la mano: nel quinto centinaio, Nizzi perdeva sistematicamente quasi ogni confronto con Boselli. Nel sesto, invece, ho visto Boselli battuto non da "Il presagio 2", ma da storielline divertenti, seppur con non pochi difetti. Se dovessi scegliere fra "Dieci anni dopo", "Puerta del diablo" e "Il villaggio assediato" contrapposte a "Morte nella nebbia", "Buffalo soldiers" e "Missouri", non avrei dubbi: meglio le prime tre. Scritte peggio, su questo non ci sono paragoni, ma almeno coinvolgono.
  18. virgin

    L'ultimo Ortiz: Lo Si Può Amare?

    Ehm... spiacente di deluderti, AtTheRocks, ma ultimamente non studio, non lavoro, non guardo la TV! :DFaccio parte della schiera dei bamboccioni militanti... almeno per altri tre mesi.
  19. virgin

    [596/597] Oltre Il Fiume

    Non ho troppa voglia di commentare un simile scempio, ma dire due paroline è doveroso... verso il sottoscritto, che così si sfogher? un po'. Qui non siamo "Oltre il fiume"... siamo andati letteralmente "Oltre ogni frontiera"! Oltre ogni frontiera di dilettantismo, di svogliatezza... di sciaguratezza. Ho letto molte storie brutte. Alcune delle ultime di Gianluigi Bonelli, ad esempio. O, uscendo dalla serie di Tex, le ultime apparizioni di Mignacco su Mister No. Storie dall'andamento un po' forzato, ma comunque scritte facendo uso dei minimi strumenti del mestiere. Questa storia, invece, come altre del Nizzi recente, sembra scritta da un dilettante svogliato. Unico pregio, un Nizzi più furbo del solito: d'abitudine annoia nel primo albo e lascia partire una raffica di assurdit? nel secondo, qui invece ci regala tutto il proprio peggio nel primo albo. Sono arrivato al secondo ormai privo di ogni appendice staccabile del mio corpo (braccia, gambe, attributi, occhi... mi erano tutti caduti per terra), e vi giuro che non l'ho trovato altrettanto disastroso. Banale, scontato, assurdo, insignificante, ma almeno ancora al di qua della soglia dell'orrido, escluso lo stratagemma demenziale di Ukasi. Sono il primo a difendere un piccolo buco logico che può rendere più spettacolare la storia, ma qui non si tratta di semplici buchi: l'intera storia è una voragine!I personaggi, poi, che agiscono tutti come dementi (e gli esempi sono tanti... troppi!). Credo che se ci fossi stato io al posto di Tex sarei stato più credibile. Personaggi che si affannano a discutere dell'ovvio e del stranoto, senza aggiungere niente. Quando accade qualcosa si fa in modo che accada nel modo più banale e raffazzonato possibile. Sono senza parole. :censura2:VOTO: 4, perchè ieri quando sono andato a immatricolarmi all'Universit? ho fatto un'ora di coda dietro ad una ragazza stupenda e mi sento in vena di folli generosit?...
  20. virgin

    L'ultimo Ortiz: Lo Si Può Amare?

    Credimi, AtTheRocks, un autore, una volta che ha raggiunto una china discendente, non può più tornare a migliorarsi. E ciò non conta soltanto per i disegnatori, ma anche per gli sceneggiatori, gli scrittori e praticamente tutti gli artisti. L'unica alternativa alla decadenza è continuare ad innovarsi (vedi Ticci): quando ci si ferma ad un punto si scivola indietro e NULLA può invertire questa tendenza. Credimi, basta considerare con uno sguardo d'insieme la storia delle arti per rendersi conto che è così. Chi non ha incontrato un periodo di decadenza o è morto giovane (Raffaello) o ha continuato a innovarsi (Tiziano) o si è bloccato quando ha avvertito la propria vena inaridirsi (Manzoni, che negli ultimi quarant'anni della propria esistenza non ha fatto nulla di nuovo, a parte correggere "I Promessi Sposi").
  21. virgin

    L'ultimo Ortiz: Lo Si Può Amare?

    Mi pare si possa comprendere benissimo dalla qualità del risultato, AtTheRocks. Se un disegnatore in passato molto bravo si mette a disegnare schifezze, i motivi possono essere molteplici: o non è più capace, oppure semplicemente non ama il personaggio. E non sto parlando di piacere o non piacere. Per dire, Frisenda e Filippucci non mi piacciono molto, ma ammetto che sono bravi. Ortiz potr? anche essere stato bravo: lo ammetto, anche se non mi è mai piaciuto, è evidente che un tempo trattavasi di un disegnatore eccezionale. Quello che gli manca, oggi, oltre alla capacità di raggiungere un livello definibile "decente", è la consapevolezza delle proprie capacità e il rispetto verso il personaggio. Guardate Fusco: sentendosi ormai anziano, ha deciso di ritirarsi. Eppure "La banda dei messicani" è stata una delle sue prove migliori, nella quale ha mostrato tutta la propria maestria in piccoli saggi di bravura e nel continuare ad adottare nuove soluzioni. Dico queste cose, eppure pensa che Fusco non è mai stato uno dei miei disegnatori preferiti!
  22. virgin

    L'ultimo Ortiz: Lo Si Può Amare?

    Trovo che, assieme a Font e Mastantuono (anche loro, dopo un discreto inizio, sono scesi a livelli infimi), Ortiz sia il disegnatore texiano che, se potessi scegliere, defenestrerei più volentieri. La serie ha uno standard di disegno eccelso, ed è veramente un peccato che per tre disegnatori timorosi di fare meno di 900 tavole al mese questo livello medio venga abbassato. Paragonata all'amore e alla cura profusa da tutti gli altri disegnatori, l'approssimazione di questi tre è quantomeno irritante. E' semplicemente vergognoso vedere le ultime storie disegnate da Ortiz, Font e Mastantuono pubblicate col marchio di Tex, giacch? ciò che più fa arrabbiare è il fatto che in passato riuscivano a proporre belle pagine: basti confrontare fra loro le prime e le ultime tavole del texone di Mastantuono...
  23. Acc... meglio che non dica il mio parere di classicista su Kandinsky, allora! Visto che anche in letteratura, da quel che ho visto per te le arti cominciano più o meno dove per me finiscono... Di questo passo entriamo nelle questioni estetiche e filosofiche più impestate e, sinceramente, anche troppo grandi, almeno per me. Tuttaviami permetto di dire almeno qualcosa su questi fantomatici "giudizi": se uno sostiene che l'arte sia "bellezza ed equilibrio di espressione unitamente a nobilt? di pensiero" sarà difficile definire "arte" qualsiasi poesia scritta dalla morte di Vincenzo Monti in poi. E' un discorso generale: il fatto che io la pensi esattamente così è fattore del tutto secondario , poich?, per fare un esempio speculare, se uno definisce l'arte quale "continua ricerca dell'innovazione formale", allora sarà altrettanto difficile definire "arte" qualsiasi poesia di maniera scritta PRIMA della morte di Vincenzo Monti. Non sono soltanto i gusti personali ad essere soggettivi, ma anche gli stessi giudizi, di qualsiasi genere. Per me persone come Rimbaud, Verlaine, Ungaretti, Montale, ma anche l'odiatissimo Rapagnetta, non possono essere definite poeti, secondo la mia concezione di arte, che a me sembra perfettamente oggettiva. Ma oggettiva non ?, tanto che una persona, certamente non ignorante, può dirmi con perfetta cognizione di causa, che Vincenzo Monti è antiartistico e Montale non soltanto può essere definito "poeta", ma addirittura un bravo poeta! Sarà relativistico, avrà estremizzato troppo il "Trattato sulla natura umana" di Hume, ma la penso così. Una volta ero convinto che il mio concetto di bello fosse l'unico giusto e possibile. Ora sono ancora un bambino che sputa latte quando parla, ma tale certezza l'ho persa. Mi sa però che ci siamo dilungati troppo. In ogni caso: Cosè parl' Zarathustra. Fiuuu, torniamo a parlare di Tex, che è meglio . Concordo perfettamente, basti pensare che ho sostenuto spesso che Nizzi, proprio perchè diverso, non debba essere considerato forzatamente inferiore a Bonelli. "Diverso" mi pare appunto la definizione più corretta. Poi ognuno, in base ai propri canoni estetici, dir? se è meglio o è peggio.
  24. Concordo sulla seconda parte, non sulla prima, Paco. Perchè continui ad usare il termine oggettivo? Di oggettivo a questo mondo c'è ben poco, dunque per invalidare una tesi non basta dire "non è oggettiva" (vedi la mia sullo scadimento attuale di Boselli e sulla scarsit? dell'ultimo texone che, diamine, a me sembra lampante, ma è ovvio che non tutti siano d'accordo). La questione su "questo è meglio, questo è peggio" mi sembra destinata a rimanere senza risposte universali, basti vedere l'aneddoto citato da Ymalpas sulle lettere di lode per le ultime storie di Nizzi... :rolleyes:Sulla seconda parte, invece, straquoto integralmente
  25. virgin

    [Texone N. 24] I Ribelli Di Cuba

    Sinceramente, non credo si tratti di una questione di "innamoramento di sè" o chissà che altro. Quando scrive, se fa il proprio lavoro con passione, uno deve essere convinto di dare vita a qualcosa di bello: sono innamorato io della mia scrittura, figuriamoci se non dovrebbe esserlo borden . Considerando le preoprie capacità mentre scrive, uno scrittore è ovviamente civettuolo: assapora, ripassa ciò che vuole scrivere prima ancora di versarlo sulla carta, si osserva voluttuoso come fa una donna allo specchio dopo essersi truccata. L'arte è vanit?, punto. Ma anche sentimento o, quantomeno, divertimento. Le storie di borden non sono mai state incentrate sul divertimento, e parlo di quel divertimento quasi infantile che provocavano le storie del Nizzi di un tempo, che ti facevano mugolare di piacere soltanto con i gesti dei personaggi, con la soddisfazione del buono che schiaccia il cattivo. Le storie di borden hanno sempre avuto due punti forti: l'intrigo e la profondit? spontanea dei sentimenti. Queste due componenti c'erano fino a quando Boselli è stato una presenza secondaria nella serie, una valida alternativa al sempre più zoppicante ed ansimante Nizzi. Poi è successo qualcosa. I sentimenti si sono asciugati, i personaggi sono diventati sempre più piatti. Dite il nome di un personaggio di una storia di borden pubblicata negli ultimi novanta numeri. Voi non so, io semplicemente non ci riesco, e certamente non perchè ho una cattiva memoria. Impossibilitati ad affezionarsi a personaggi privi di profondit?, ci si è riversati sull'intrigo, giustamente. Col risultato, però, che una storia sta in piedi soltanto se l'intrigo è talmente complesso da rimediare alla pochezza dei personaggi. Vedere l'ultima "La mano del morto", che oltre ad un intrigo complicatissimo, insieme a tanti personaggi dallo spessore nullo ospita due figure carismatiche e vive come Deadwood Dick e, soprattutto, la prostituta Lory. Proprio "La mano del morto" mi fa essere ottimista al riguardo: grazie alla velocit? di disegno di Font (che vista la qualità dei disegni non avrà impiegato più di una settimana a terminare le 330 tavole della storia), "La mano del morto" dovrebbe essere più recente delle ultime avventure come "I ribelli di Cuba", dunque può darsi che negli ultimi tempi borden stia avendo un'inversione di tendenza. No, questo texone proprio non mi è piaciuto: è realizzato benissimo, ma non comunica niente. E' come un vestito costoso, un gioiello o un articolo di lusso: è inutile ed è impossibile affezionarcisi. Secondo il mio personalissimo parere, ovvio. Le figure sono appena abbozzate, sembrano cattivi attori che recitano parti scritte da uno sceneggiatore alla ricerca dell'effetto, anche sensazionale, senza riuscire a ricavarne nient'altro che manierismo sterile. Vedere la scena dell'incendio della tenuta: avrebbe potuto essere una scena struggente, e invece riesce ad essere soltanto noiosa. Salta fuori il signorotto che concede la libertà agli schiavi, il ribelle che si mette a piangere, commosso. Tutto finto, tutto assurdo, tutto esteriore. Sembra di leggere un pessimo romanzo. (Non è un caso se non cito i nomi dei personaggi. Ho letto il texone domenica e me li sono già dimenticati)Probabilmente parte della responsabilità è da addebitare anche al fatto che il soggetto non sia di Boselli stesso. Tuttavia, la storia presenta, soltanto spinti al parossismo come già era successo con "Missouri", i difetti del Boselli più recente, ed ha molti punti in comune con la stucchevole "Buffalo Soldiers", con la quale condivide un continuo insistere sul politicamente corretto decisamente insopportabile. Sono combattuto: una tale freddezza e una tale meccanicit? mi inquietano anche più del disinteresse di Nizzi. Se l' lo sfacelo è evidente anche a livello tecnico, qui colpisce la perfezione della grammatica narrativa. Una grammatica che nulla esprime, e ciò è agghiacciante. Non me ne voglia l'autore. So che non è bello essere criticati, non fa mai piacere. Ma ho voluto essere sincero. Se voglio leggere puro manierismo mi compro gli "Opuscula" di Ausonio, non certamente un texone. Signor Boselli, "I ribelli di Cuba" secondo me è una magnifica occasione perduta. Speriamo che le sue prossime siano meglio. Lo spero sia per me (? infatti una gioia comprare un Tex e sentirsi soddisfatti dell'acquisto dopo averlo letto) che per lei (così, infatti, ricever? un ulteriore complimento e, spero, se ne rallegrer? almeno un poco di più ).
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