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TWF - Tex Willer Forum

virgin

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  1. Non posso che dirmi completamente d'accordo con l'analisi di Tahzay, sia sulle storie che sulla parte grafiche della serie. In effetti mi rendo conto di aver voluto dire più o meno ciò che ha detto lui, ma di esser stato parecchio impreciso e di essermi incartato da solo in 5/6 punti. Però avrei ugualmente una domanda per tutti, un po' nichilista:A) assodato che Nizzi non scrive più, e visto il livello a cui era arrivato è un bene, e che Boselli ha notevolmente perso ispirazione diventando lo sceneggiatore principale;B ) assodato che neanche Gianluigi Bonelli ha scritto sempre capolavori;C) ci siamo ormai resi conto che Nolitta, quando scrive un soggetto, elabora trame banali, senza veri cattivi e troppo politicamente corrette;In cosa cavolo possiamo più credere? Forse l'opzione "facile mitizzazione del passato" additata da Tahzay è ancora la più utile! Mi sa che mi ributter? a pesce sul quarto centinaio di Tex cominciando a ripetere come un mantra "Il 399 è l'ultimo albo di Tex" o cose del genere...
  2. Giustissimo, Paco, non posso far altro che assentire. C'è da dire una cosa, però: che le condizioni nelle quali venivano scritte le storie negli anni 60-70 non sono certamente quelle di oggi. Tuttavia, l'esempio che hai fatto riguardo a "Le terre dell'abisso" non può che trovarmi d'accordo. Diciamocelo: i lettori le accettano soltanto perchè le scrisse Gianluigi Bonelli. Due anni fa mi sono letto tutto il primo centinaio e l'intervallo 13-70 è composto in massima parte di storie di pessima fattura, realizzate in fretta e dall'andamento sovente assurdo. Con la fine del primo centinaio, e lungo tutto il secondo, le storie sono migliorate notevolmente grazie all'ispirazione sempre più forte di GLB e alla qualità crescente dei disegni. In ogni caso, ad essere onesti, riprendendo oggi la storia di Vindex, quella del Principe nero, delle Terre dell'abisso, dell'alieno, del Lago Scarlatto, etc. non si può negare che siano delle grandissime baggianate! I lettori di allora erano diversi, tutto qui. Ciò che ci fa dire "quelle storie erano oggettivamente meglio" è soltanto un sentimento (legittimo, per carit?!) di devozione verso il creatore della serie, che deve essere sè celebrato, ma senza dimenticarne i difetti come troppo spesso è stato fatto. Mi trovo in disaccordo anche con chi afferma che Gianluigi Bonelli sia insuperabile: nel quarto centinaio Nizzi l'ha sovente eguagliato e a volte anche superato, almeno a mio gusto. Ha avuto il coraggio di innovare la serie, e se si analizza il quarto centinaio ci si accorge che le innovazioni di Nizzi sono state sovente rivoluzionarie, senza però far avvertire stravolgimenti violenti. Poi, con la fine della prima metà degli anni novanta, qualcosa è cambiato. Non dico tanto in Nizzi (il che ?, ahime, dolorosamente innegabile), quanto nel modo in cui le storie vengono realizzate ed il modo nel quale vengono percepite. E certo, leggendo il Tex di oggi, con le storie di Boselli sempre più fredde e vuote e le storie di Nizzi sempre più ridicole ed assurde, trovo ben poco del Tex del quarto centinaio che mi aveva letteralmente incantato. Manfredi mi è sembrato una boccata d'aria fresca, mentre Faraci, pur avendomi dato buone sensazioni, deve ancora scoprirsi del tutto.
  3. virgin

    [598/599] La Prova Del Fuoco

    Uhm... capisco. Questione di punti di vista...
  4. virgin

    [598/599] La Prova Del Fuoco

    Infatti sono entrambi alla loro terza storia . Poi, scusa, non ho ben capito il parallelo con Segura-Ortiz: lo intendi nel senso "Buone sceneggiature con disegni inguardabili"? A me non sembra proprio: se è vero che sulla sceneggiatura è un po' presto per pronunciarsi, nei disegni Seijas mi sembra aver fatto addirittura meglio del solito, come se il suo tratto si fosse ulteriormente ripulito rispetto all'ultima prova offerta ne "Il killer". Mi aspetto una buona storia: le altre due sceneggiature di Ruju mi erano piaciute molto, e mi sembra inutile dire che conto su questo sceneggiatore per affiancare Faraci e Boselli.
  5. virgin

    [591/592] L' Uomo Di Baltimora

    Premesso che Michela Feltrin è libera di avere le idee che vuole, soprattutto se le argomenta esaurientemente come è solita fare; Premesso che ogni parere è valido, se ben argomentato; Penso che la recensione che UBC ha dedicato a questa storia sia viziata dai medesimi difetti che affliggono la maggior parte delle schede che tale sito ha dedicato a Tex. Trovo infatti che, a parte G. Loi, i recensori di UBC tendano ad affrontare una storia esclusivamente con spirito critico, analizzando pedissequamente i particolari senza dedicare nemmeno la minima attenzione all'effetto di insieme. Secondo me, invece, andrebbe fatto il contrario: si dovrebbe prima osservare il quadro da lontano per vedere la validit? del tutto, poi dedicarsi ai particolari per riflettere sull'influenza che essi hanno nell'insieme. La recensione di questa storia, secondo il mio parere si sofferma in massima parte su aspetti secondari che poco riguardano la riuscita della storia, e l'esposizione della Feltrin si riassume in una serie di tecnicismi, di precisazioni che a parte l'essere pedanti nulla aggiungono alla storia di Faraci. Tanto per fare un esempio, a chi importa se il numero dei banditi cambia con qualche errore di logica? O quanto è essenziale il fatto che la capacità di recupero di Kit sia sovrumana? Davvero, a volte mi sembra di risentire quello svitato che contava i congiuntivi sbagliati nelle storie di Boselli :generaleS: :asf: :shifty: . Inoltre, come non definire fluida una storia di 220 pagine che si legge in meno di un'ora? Tuttavia, credo che l'atteggiamento puntiglioso sarebbe giustificabile se fosse almeno coerente, mentre invece nel caso delle storie di Gianluigi Bonelli sovente UBC elargisce voti altissimi senza tenere in conto che spesso GLB scriveva le sceneggiature basandosi interamente sul pathos e sull'entusiasmo (quasi un invasamento sibillino), calpestando allegramente logica e coerenza. Se le storie di GLB sono classici senza tempo, le regole che valevano per lui dovrebbero valere anche per tutti i suoi epigoni. Dunque, ben vengano le leggere incongruenze, se possono essere messe al servizio di uno spunto narrativo in più. Le incongruenze che avvengono per preciso disinteresse dello sceneggiatore verso il personaggio, come nell'ultimo Nizzi, sono tutt'altra cosa. Poi, ovvio, tutto questo a mio parere. Ma, come diceva lo Pseudo-Longino, a volte "le cadute sono sviste occasionali prodotte qua e l' dalla grandezza".
  6. Basta che adesso non intervenga sul forum anche Nizzi con i suoi doppi dativi o siamo davvero fregati! haha haha haha Veramente, Borden, il mio scrittore preferito è Verga, che come tutti ben sanno, per evidenti ragioni di mimesi ( :s :s ) è più o meno il trionfo dei congiuntivi "canati" ("canati"??? Che imperdonabile gergalismo!) e dei doppi dativi. Purtroppo, ad un livello puramente personale, quando scrivo i miei racconti non riesco, nenche costringendomi, a scrivere "se non c'eri tu facevo una brutta fine" (Alfredo Castelli). Tuttavia, secondo te le mie puntigliose lamentele sui congiuntivi fanno parte della categoria "Tex VS lettori esigenti"? O forse sono soltanto le lamentele di uno studente frustrato? :lol:In ogni caso che grazie a te e Sergej un minimo di progresso l'ho fatto! Ora non resta che convincermi che quella del Novecento sia letteratura e saremo veramente a posto! Anche se il mio amore per l'Adone e la Sampogna non verr? mai meno... :generaleS: :trapper:Edit: ma vogliamo mettere G?ngora e le sue Solitudini? Preferisco il barocco spagnolo!
  7. Passo un attimo e trovo questo topic molto interessante, nonostante lo studio non posso esimermi da un commento: trovo che un atteggiamento da lettore esigente possa essere accettabile, ma quando si scade nell'eccesso, leggasi fare le pulci alle storie sui minimi difetti, il fenomeno diventa deleterio non per la serie, bensì per il lettore stesso. Se mi permettete di citare la mia storia personale, senza voler minimamente screditare altri forum, nel passato io sono stato influenzato molto negativamente da TWO: ero diventato talmente maniaco da rileggere le storie di Boselli e fargli notare che non azzecca un congiuntivo manco a picchiarlo (quando nel fumetto la lingua italiana viene allegramente calpestata da tre decenni almeno, basti pensare ai doppi dativi di Nizzi)... per dire fino a che punto mi ero ridotto. Da quando frequento questo forum la mia visione è diventata più serena e distaccata, sono consapevole di acquistare Tex per divertirmi, e non chiedo più a Nizzi o a Boselli ciò che chiedo ad Apollonio Rodio e a Lucano. Tuttavia, secondo me il rapporto lettore esigente-lettore ingenuo non è l'unico fenomeno a influenzare la ricezione del fumetto. Perchè la critica, e possiamo dirlo fuori dai denti, non è uguale per tutti: le critiche a Nizzi, per quanto giustificate, sono state spesso esagerate e si sono mosse su un campo più personale che fumettistico, mentre appena io ho messo in rilievo un difetto di Boselli il mondo intero mi è saltato addosso per staccarmi la testa a morsi. Idem per persone che disprezzano Boselli a priori senza prestare troppa attenzione a ciò che scrive volta per volta. Dal mio punto di vista, poi, ma parlo soltanto per sensibilit? personale, problemi su un uso del fantastico non ce ne sono. Accetto l'idea di un ranger-capo dei Navajos praticamente immortale, perchè non dovrei accettare i varani o gli stregoni che uccidono a distanza? Poi, è ovvio, anche in questo campo ci sono gli eccessi...
  8. virgin

    Errori Et Orrori

    Se questa è una critica a Magnus, caro virgin, non mi trovi d'accordo! No, non era un critica, Paco! Magnus mi piace, la mia era soltanto un'illazione senza costrutto. E poi, diamine, la vignetta è costruita in modo tale che secondo l'ipotesi dell'intenzionalit? ci sta tutta.
  9. virgin

    Errori Et Orrori

    Chiedo aiuto al nostro esperto d'arte Paco Ordonez: in questa vignetta di Ticci non è possibile ravvisare delle influenze da Munch? La prospettiva schiacciata, col mondo che sembra sul punto di crollare sullo spettatore, mi ha ricordato particolari, oltre che dall'"Urlo", anche da "Morte nella camera della malata", da "La danza della vita" e il mio prediletto "Separazione".
  10. virgin

    Errori Et Orrori

    Ah-ah-ah! Veramente esilarante... ma com'? possibile che Magnus abbia commesso una tale svista con tutti gli anni che ci ha passato? S?, è vero che le sue vignette sono molto dense, ma non sospettavo che lo fossero perfino per chi le ha disegnate!
  11. virgin

    [382/384] La Tigre Nera

    Io non trovo la scena dei giganti così scandalosa, anche grazie al tono col quale Nizzi l'ha affrontata: è uno scontro talmente impari che non ci si può lamentare del fatto che Tex perda, senza contare che lo stesso Ranger mostra di non crederci più di tanto, affrontando la scena con rassegnata ironia. No, proprio non riesco a vedere lo scandalo: scandaloso è, semmai, che ne "L'artiglio della Tigre" Tex venga battuto da Sumankan stesso, ma si tratta in ogni caso di una delle scene d'azione più belle mai apparse sull'intera serie di Tex... e non esagero! Sull'utilizzo di colpi bassi e mezzi sleali non mi formalizzo più di tanto: in "Sulle piste del Nord" la scena in cui i nostri pards e Jim Brandon polverizzano a colpi di dinamite orde di indiani inferociti non è per caso uno dei motivi per cui la storia viene ricordata? Idem per la ginocchiata all'inguine inflitta ad O'Bannion (credo si chiamasse così ) in "Bande Rivali". Dunque secondo me che Tex faccia fuori i giganti con la dinamite è accettabile, così come tutto ciò che ruota intorno ai due guardiani di Sumankan. Insomma, sono memorabili, tant'è che ne stiamo ancora a parlare, mentre invece del Leon di "Vendetta per Montales", nonostante abbia riletto la storia qualche mese fa, non me ne ricordavo già più...
  12. virgin

    Tex,un Eroe Perdente?

    Bravo, Ymalpas! "I dominatori della valle" è una delle mie storie preferite e la scena di Skinny, poi, veramente toccante. Una perla nolittiana, come l'impiccagione di Loretta e Tex che trasporta i cadaveri col carro!
  13. virgin

    Tex,un Eroe Perdente?

    Anthony, non posso far altro che inchinarmi davanti a te per il bellissimo topic! Le storie da te citate, secondo me aggiungono una parte importante alla serie di Tex, pich? mostrano un eroe grande non soltanto quando vince, ma anche e soprattutto quando perde. Tale caratteristica lo allontana dai supereoi dei fumettucoli statunitensi e lo avvicina inevitabilmente ai grandi ed immortali eroi della letteratura: come Ettore, che più colpisce commuove il lettore coccolando il figlioletto Astianatte e soccombendo sotto le armi di Achille, così Tex risulta ancora più grande nei momenti nei quali la sua eroica stazza non si dimostra sufficiente per misurarsi con la Storia. Se Tex fosse un vincitore sempre e comunque, non sarebbe un eroe. Sarebbe soltanto uno spaccone vuoto, mentre con le proprie sconfitte ci ricorda, per dirla con la teodicea di Erodoto, che per tutti vi è un limite oltre il quale non ci si può spingere. Se quando avevo nove anni rimasi folgorato da Tex leggendo "Il segno di Cruzado" e "Caccia all'uomo" e se ho continuato a leggerlo fino ad oggi, il motivo non risiede soltanto nelle scazzottate, nei pestaggi e nelle sparatorie che lo vedono immancabile vincitore. Ci stanno benissimo, per carit?. Ma vedere Tex mesto aggiunge alla serie qualcosa che va oltre il divertimento: aggiunge poesia.
  14. virgin

    [Texone N. 15] Il Cavaliere Solitario

    Copertina simile al primo tomo dell'edizione francese... ma non nego che non mi dispiacerebbe almeno toccarla!
  15. virgin

    Il Texone Di Kubert. Censurato ?

    Sono d'accordo con te, Sandro. Sergio Bonelli ha pubblicato praticamente tutte le ultime, sovente brutte, storie che Nizzi ha scritto, dunque le possibilità mi sembrano ridursi a due:A) la storia ha qualche elemento un po' fuori dai canoni;B ) la storia fa talmente schifo da sembrar scritta da un analfabeta. Ma la seconda opzione mi sembra improbabile... assai più ragionevole quella che hai avanzato tu.@Don Fabio: quoto integralmente, secondo me hai cnetrato il problema. Non sono due natiche a turbare, quanto il contesto nel quale sono inserite. Oltre all'esempio di Dawn citato da Pedro, anche nell'ultimo texone di Nizzi c'era una scena nella quale la donna del profeta hualpai veniva presentata di schiena e quasi completamente nuda, ma ciò non dava il minimo fastidio. Soltanto, il contesto dello stupro è delicatissimo, e dovrebbe essere trattato con rispetto ed attenzione. La scena di Kubert, seppur castigatissima rispetto a cose simili che ho visto su Brendon e Dylan Dog, era semplicemente "troppo"... almeno a mio parere.
  16. virgin

    Il Texone Di Kubert. Censurato ?

    Non posso che applaudire alle scelte di Sergio: c'è un confine molto sottile fra la violenza e l'indecenza, e la censura è servita a riportare la scena al di qua di essa. La censura l'ha resa violenta il giusto, col nudo sarebbe stata semplicemente eccessiva. E, per rispondere indirettamente ad Anthony Steffen: che io sappia, se quasi tutti gli ecclesiastici che conosco hanno letto Tex in gioventù e continuano a leggerlo tutt'oggi un motivo ci sarà. I frati del convento presso il quale studio hanno la collezione completa, messa insieme sommando le collezioni singole che avevano prima di entrare in convento. Ogni mese commento il nuovo albo di Tex col rettore...
  17. virgin

    [593/595] La Mano Del Morto

    Il Texone di Zaniboni non l'ho più riletto, ma ricordo che anni fa non mi era dispiaciuto, pur non facendomi impazzire. Tuttavia, per quel che me ne sovvengo, non posso dire che si somiglino clamorosamente (Zaniboni ?, a mio parere, più dettagliato nei personaggi, ma meno abile a rendere gli scenari)... Ti sbagli, Font e Bernet hanno una grande somiglianza: sono spagnoli ! Hai ragione, Bernet assomiglia molto più a Mastantuono! Le uniche somiglianze fra Font e Bernet sono il tratto sintetico, l'origine spagnola e il fatto che mi facciano schifo, per il resto sono ben distinguibili. Un merito , però, Font ce l'ha: non ha mai disegnato un personaggio che sia assurdo, antipatico e insensato nemmeno la metà di quanto lo sia Lola Dixieland. Sempre a mio parere. Volete mettere la sua Calamity Jane? Scialba e mal riuscita, è vero, ma almeno è realistica...
  18. Ho votato la terza opzione perchè la penso così non soltanto per Tex, bensì per QUALSIASI ALTRO PRODOTTO EDITORIALE, sia fumettistico, sia letterario. Idem per l'omosessualit? o qualsiasi altro aspetto legato a quella sfera. Ecco: con queste piccole aggiunte, non potete più darmi dell'omofobo... al massimo del sessuofobo...
  19. virgin

    Tex & Alison.

    Vero: c'è praticamente tutto da raccontare, anche perché la recentissima "Sul sentiero dei ricordi" è stata una piacevole comparsata, ma non ha aggiunto granché.
  20. virgin

    [Texone N. 15] Il Cavaliere Solitario

    Grande, Ymalpas, simpatiche le copertine pubblicate in madrepatria, anche se certamente non all'altezza (per niente all'altezza) di quelle di CVilla. Sull'ultimo dei quattro tomi c'è anche un curioso aneddoto: "Per un pugno di polvere" è un racconto fittizio scritto da Phil Mulligan nell'albetto "Storie nere" allegato allo speciale Mister No n. 13, sul quale Mignacco ha costruito anche un simpatico siparietto...
  21. virgin

    [593/595] La Mano Del Morto

    Io invece ho notato una somiglianza clamorosa tra Font e un altro disegnatore ....vediamo se dite lo stesso nome ( suo un texone... ). Ovviamente, Don Fabio, il grandissimo, inguardabile, indigeribile... Jordi Bernet!!! @Proteus: forse sono io ad avere difetti alla vista, ma direi che il grande Piccinelli con Font ci azzecca almeno quanto l'immenso Villa con Jordi Bernet...
  22. virgin

    [593/595] La Mano Del Morto

    Senza addentrarmi in simpatiche disquisizioni sul sidro e sulla birra, voglio lasciare il mio commento su quest'ultima storia di borden. Ammetto che, prima di cominciare la lettura, non ero eccessivamente ottimista, forse perchè negli ultimi giorni avevo troppo rimuginato su quelle bellissime "trame in cerca di personaggi", molto elaborate, ma molto fredde, che erano state le ultime tre uscite boselliane ("Vendetta per Montales", che pure era divertente, "Missouri" sulla quale credo che anche i sassi sappiano come la penso, e "Patagonia", che più la rileggo e più mi piace). Grazie a Dio, leggendo questa bellissima avventura ho capito cosa mancasse a borden: non l'ispirazione, bensì semplicemente lo spazio. Le sue storie più brevi (di un albo o due) erano fresche e divertentissime un tempo, ultimamente si sono più normalizzate. Ma su quelle in tre albi, Boselli inverte felicemente la tendenza al calo che aveva mostrato in "Omicidio in Bourbon Street" e confeziona una storia come non se ne vedevano da tempo. Al di l' dell'intrigo, complesso e molto ben realizzato, nemmeno assurdo come tanti altri "complotti" fittizi che abbondano su romanzacci e filmetti da due soldi, questa storia è SCENEGGIATA DIVINAMENTE. Accorta, calibrata, in cui quasi ogni scena è essenziale e, quando si aggiunge qualcosa di superfluo, il particolare è talmente curato da risultare gradevolissimo e insostituibile, come le scene che vedono Luke con Lory (sarà un romanticone anch'io come Corvo59... o più semplicemente è dovuto al fatto che sei mesi fa ho scritto un racconto con una trama quasi identica... ): uno spaccato di personalit? ordinarie molto "nolittiano" e azzeccatissimo. borden gioca con la storia, non lo fa col piglio dotto e documentale di Manfredi, ma vi aggiunge avventura e fantasia... e questo non è poco. Tanto per fare un paragone un po' letterario, se Boselli può essere paragonato a Dumas, Manfredi potrebbe essere acocstato a Verga o, ancora meglio, a Zola. Orbene, io detesto l'avventura in letteratura, ma in un fumetto non riesco proprio a non amarla... Tra l'altro, borden si mostra anche capace di inserire più scambi di battute fulminanti rispetto al solito, con memorabili duetti fra Carson e Luke ed, infine, momenti di gloria per ognuno dei tre pards, che si trovano entrambi, in alcune sezioni della storia, ad agire in solitaria e a ddimostrare il proprio valore. Ottimo lo spunto dell'inseguimento di Kit che si dipana, parallelo, per quasi due albi. Come voto sono molto indeciso fra l'8 e il 9... i disegni di Font mi farebbero propendere per un ribasso, ma credo che voter? fra qualche giorno, quando mi sarà meglio deciso. P. S.: con un borden tornato a questi livelli e un Tito che sta dimostrando ciò di cui è capace, credo proprio che ci aspettino tempi gioiosi!!!P. S.2: gli ultimi cinque numeri mi stanno facendo recuperare gran parte del piacere della lettura di Tex che avevo perso negli ultimi anni.
  23. Bellissima scelta, Paco! Anch'io ho trovato quella scena divertentissima... come tutte quelle col vecchio Carson in queste situazioni. Nizzi secondo me era un maestro di queste scene, ma anche Boselli dimostra un tocco felicissimo! Le due vecchiette sono "irresistibili" :generaleS: .
  24. virgin

    Il Tratto Sintetico

    Veramente, Paco, io l'espressione "minimo sindacale" l'ho sempre usata col significato che ha compreso AtTheRocks... se definisco il Texone con quella locuzione, certamente non intendo fare un complimento! Riguardo a Font, sè, devo dire che i paesaggi sono l'unica cosa sopportabile: lasciando stare le fisionomie, ciò che trovo più brutto dei suoi disegni sono le corporature, che raffigurano esclusivamente esseri gobbi, macilenti, con un Tex che sembra stare in piedi soltanto perchè c'è la camicia gialla ad impedire che le sue ossa si sparpaglino per terra. La lordura di Ortiz la trovo, paradossalmente, più sensata: vedere l'ultimo Maxi di Segura, "disegnato con la mano sinistra", come direbbe il buon Nizzi, ma molto d'atmosfera. Per quanto brutti, i disegni di Ortiz mi trasmettono l'idea di un west lurido, disfatto, e ciò si accorda perfettamente con le sceneggiature di Segura, come ha notato Corvo59. Grande, Ymalpas! Be', diamine, ci sono i PAESAGGI! Per un lettore di Manga deve essere una novità traumatizzante...
  25. virgin

    Il Tratto Sintetico

    A proposito dei Cestaro, i sono riguardato le loro tre storie e devo dire che, sebbene un graduale isporchimento del tratto vi sia indubbiamente stato, ciò non sia andato a svantaggio del livello di dettaglio che, per dirla esplicitamente, mi pare maggiore di quello di Venturi, che pure non definirei per niente sintetico. Insomma, mentre i Cestaro mi piacciono e sembrano, al pari di Venturi e, fra i disegnatori citati, Ticci, in continua evoluzione, Font, Mastantuono e Ortiz sono ormai avviati lungo una china di progressivo "svaccamento" e imbruttimento del segno. Ortiz non l'ho mai amato, ma Font e Mastantuono al loro esordio mostravano ben altri livelli qualitativi: Alfonso è passato dalla magnificenza di "Nei territori del Nord Ovest" agli orrori della storia attualmente in edicola (che pure mi sembra un po' meno peggio di "Morte nella nebbia"), mentre Corrado, dopo aver esordito con un texone abbastanza anonimo, al minimo sindacale, ci ha offerto con "Missouri" un ottimo di saggio di come, secondo me, una storia di Tex non dovrebbe MAI essere disegnata... Poi, sia ben chiaro, non ho la bench? minima istruzione nella pratica delle arti figurative, dunque i miei giudizi si basano esclusivamente su considerazioni estetiche dal carattere del tutto soggettivo. In ogni caso, non credo si possa chiedere ad un ammiratore di Piero della Francesca e Raffaello di apprezzare i disegni di Font e Ortiz, non so se mi sono ben spiegato...
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