Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
  • Contatore Interventi Texiani

    2930
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    150

Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [Color Tex N. 15] Un capestro per Kit Willer

    Più che "non male", secondo me. Nel lavoro e nella vita, cerco sempre di non cadere nella trappola del pregiudizio. A volte lotto contro alcune mie debolezze, faccio sempre in modo che la razionalità abbia la meglio sulle prime impressioni. Ci rifletto e ci rimugino, su ogni cosa. Non dico nulla prima di esserne convinto. Questo mio modo di essere lo porto anche su Tex. E che il mio non sia pregiudizio lo dimostra il fatto che ho amato "Eroe per caso" e "La ballata di Zeke Colter", che ho recensito entusiasticamente "L'Ultima Vendetta", che ricordo sempre con molto piacere "Pioggia".
  2. Leo

    [Color Tex N. 15] Un capestro per Kit Willer

    D'accordo con te. Ricordo ad esempio lo sceriffo de La lettera bruciata, che sagoma Torno spesso sui miei passi (un caso clamoroso è L'Uomo di Atlanta, che ad una prima lettura mi aveva lasciato freddo e ora la reputo quasi un capolavoro), quindi non escludo di rileggerla. Però non ne ho alcun ricordo, quindi non mi colpì.
  3. Leo

    [Color Tex N. 15] Un capestro per Kit Willer

    Allora (NON) ti ringrazio per il complimento e ti dico che mi hai fatto morire dal ridere per la tua minaccia. tra l'altro, essendo tu un'informatica, per me sei una maga, perché io a malapena so usare lo Smart phone (e ho "solo" quarantuno anni )., e quindi non dubito che sapresti davvero mettere in atto la tua minaccia
  4. Leo

    [Color Tex N. 15] Un capestro per Kit Willer

    Infida perché sottintende la mia partigianeria per Nizzi e quindi la scarsa obiettività del mio post. Ma ero ovviamente ironico, come dimostra la faccina, ed anzi ti ringrazio per il complimento. Comunque alla tua domanda, e lo dico sinceramente, non so rispondere. Non posso non prestare attenzione alle parole di pecos, quando definisce la storia piatta. E una stessa vocina interiore mi sussurra che forse mi sono lasciato prendere dall'entusiasmo per il ritorno del vecchio leone. Non ti so rispondere con precisione, ma ricordo però una cosa: all'epoca dei Monti di San Juan, ultima storia di Nizzi sulla regolare (dove vi tornava dopo anni) avevo la stessa attesa. Poi scrissi un commento alla storia che si chiudeva così: Ecco perchè ribadisco di esser d'accordo con Gianbart: leggendo i post di molti di voi (Cheyenne, Ymalpas, Sam) ho sperato che Nizzi si riscattasse nel finale, e si rifacesse vivo con una delle sue storie, quelle che mi hanno fatto avvicinare a Tex e col tempo me l'hanno fatto amare, ed invece a mio parere ho ritrovato le superficialit? e il "tirar via" della sua ultima, infelice stagione. In quel caso l'attesa della storia non incise sul mio giudizio, sostanzialmente negativo. Quindi, quien sabe? Può essere che il commento "così bello" (cit) non sia solo frutto di nostalgia nizziana. Qui però per me si innesta un altro aspetto: 1) OK l'aspettativa per Nizzi, ma anche 2) le basse aspettative per le storie del Color Tex. Forse dalla regolare mi aspettavo di più e quindi ho stroncato i Monti di San Juan. Da questa serie invece mi aspetto poco o nulla, e quindi se poi, con la lettura, mi ci diverto, lo prendo per grasso che cola. E' ormai notorio che io non ami questa pubblicazione (a differenza di quella con storie brevissime, che invece mi intriga). E qui rispondo anche a Carlo: Sicuramente potranno essere superiori ad alcune storie della regolare, ma io le trovo comunque mediocri. Tutte quelle che hai citato. E non mi toglie nessuno dalla testa che, di regola, questo formato non sia adatto a Tex. Poi può capitare che ci siano belle storie, ma di regola a me non piacciono, dai centenari agli speciali, dagli ex almanacchi ai magazine, per finire a questi color. Sono io? I miei gusti? Forse sì. E forse no.
  5. Leo

    [Color Tex N. 15] Un capestro per Kit Willer

    Domanda infida, cara Letizia Però vai a leggere il mio commento alla storia La Pista dei Sioux (ultimo color di Faraci) e ti risponderai da sola
  6. Leo

    [Color Tex N. 15] Un capestro per Kit Willer

    E vieni nel Salento, no? Comunque anche qui fa caldissimo, ma il mare aiuta... Sicuro. L'ha voluto fare durante tutta la storia. Ma infatti Benevento disegna sulla regolare, mentre Torti è stato scelto da Nizzi per un color Tex. L'abisso non è nella professionalità, ma nello stile. Però a me lo stile di Torti ha fatto simpatia. Inoltre ha un dinamismo "ticciano" davvero notevole. Forse però in bianco e nero l'avrei apprezzato meno, i colori mi sono piaciuti molto. O era come detto un riferimento scherzoso a molti lettori, oppure Nizzi aveva riservato, sulle prime, più spazio a questo personaggio. Poi le cose sono cambiate e forse Nizzi ha voluto comunque tenere quelle simpatiche scenette. E' sicuramente una stranezza, ma simpatica Però c'è, pecos. Quante volte abbiamo ritrovato un simile sentimento su Tex? Un rimuginare sulla provocata morte di qualcuno? Un non dormirci la notte, addirittura. A memoria mia, mai. Il bello è che stavolta c'è, volutamente abbozzato per non appesantire la lettura. Anche qui, è bello che ci sia quel pensiero. Poi ti dirò di più: per me questa scena non è stata scontata, è stata invece una sorpresa. Poche vignette prima, infatti, Tiger manda segnali di fumo ma dice (a se stesso) di non volersi allontanare da Holbrook, nell'eventualità che Tex non facesse in tempo. Ero quindi sufficientemente convinto che fosse Tiger a doversi inventare qualcosa, nell'attesa di Tex. Lo sparo alla "Clint Eastwood" di Tex mi ha quindi sorpreso: la vignetta in cui campeggia il giallo della camicia del nostro mi ha fatto esultare: è arrivato il castigamatti, ho detto dentro di me. Con Tiger sarebbe stata un'altra cosa, e aspettandomi proprio Tiger sono rimasto piacevolmente sorpreso da Tex Qui sono sostanzialmente d'accordo con te. La parte finale è la parte più debole della storia. Non paragonerei la storia della regolare a quella di un Color Tex. Al di là della polemica di vecchia data con Carlo circa la brevità delle storie, quante storie (anche di Boselli e di Ruju) ricordi di questa collana che si siano messe in luce? Io non ne ricordo nessuna. Questa pizza, invece, pur conoscendone il sapore, in fin dei conti l'ho apprezzata perché il pizzaiolo ci sapeva fare, conosceva il suo "mestiere".
  7. Leo

    [Color Tex N. 15] Un capestro per Kit Willer

    Decisamente si. Ho dimenticato di esprimere il mio apprezzamento anche per i colori, molto molto belli per me
  8. Leo

    [Color Tex N. 15] Un capestro per Kit Willer

    Verissimo! Abbiamo provato le stesse sensazioni
  9. Leo

    [Color Tex N. 15] Un capestro per Kit Willer

    Ho detto "al vetriolo" perché hai rimarcato con forza la tua delusione, non certo perché volessi esser offensivo, cosa che non è affatto nel tuo stile, pard Io sono in ferie da ieri. Sono in una meravigliosa spiaggia del Salento. La gente canta in acqua, c'è un vociare di bimbi tra mille salvagenti dalle forme più disparate e dai colori sgargianti. Il sole fa brillare la superficie dell'acqua in mille guizzi di luce e le ragazze sono tante e sono belle (ma non ditelo a mia moglie). Sarà per questa disposizione d'animo, per questo contesto che mi circonda, che a me la storia è piaciuta? Sarà perché sul tamburino, alla voce "testi", rivedo quelle cinque lettere da me tanto amate un tempo? Intendiamoci, io non sono un amante di Nizzi viscerale. Ho già detto che, nella seconda metà degli anni novanta, cominciai a non acquistare più gli albi di Tex scritti da lui, perché ormai mi indisponeva. Leggevo solo Boselli. Non sono quindi di quelli che difendono Nizzi per partito preso. Gli sono però, e sempre gli sarò, grato per tutte le grandi storie che ci ha regalato, e sul piatto della bilancia per me una grande storia pesa più di tre storie brutte, ragion per cui il saldo nizziano per me è ampiamente positivo. Sono, questo sì, un romantico, e i ritorni mi suscitano sempre un po' di malinconia e un sorriso. Quindi la disposizione d'animo, nell'approcciarmi alla lettura, era tale che forse non potrei proprio essere obiettivo nel dare un giudizio a questo ritorno. Il mare, come detto, forse è anch'esso complice del piacere con cui ho letto questa storia. Non lo so davvero. È piatta, come dice l'amico pecos? Forse sì, ma si legge proprio bene. Una storia "balneare"? Credo qualcosa in più. Da quanto tempo una storia non cominciava con Tex e carson a zonzo per il deserto, con Carson che a un certo punto esclama: "che il diavolo mi porti se...". Correggetemi se sbaglio: è solo una mia sensazione, avvinto dalla fascinazione nizziana, o è vero che questo tipo di incipit non lo vedevamo da tempo? Lo trovo peraltro datato, ma è stato come sentire un vecchio sapore, o un odore, che non sentivo più da tanto tempo, tale da suscitare sensazioni antiche. Qualche vignetta dopo, dei cazzottoni alla Fusco mi facevano apprezzare anche il disegnatore, il cui taglio è sì caricaturale, ma esprime un dinamismo che mi trasmette qualcosa, un bel West, belle movenze, simpatia dei personaggi. Torti mi è piaciuto, pure lui. Sempre il mare? Poco dopo, conosciamo il proprietario della distilleria. Un personaggio inutile, nell'economia della storia. Eppure di lui sappiamo che mangia tanto, tanto da avere problemi di indigestione E per scappare dall'incendio deve addirittura farsi prendere per mano da uno dei suoi aiutanti!!! A che pro caratterizzare così un personaggio del tutto estraneo al prosieguo della storia? Non lo so, ma la cosa mi ha divertito, mi è piaciuta, quasi fosse uno strizzare l'occhio, da parte dell'autore, a qualche suo lettore magari in sovrappeso, una sorta di ironia tanto più mirata proprio perché inutile. L'ho apprezzata. Più tardi, le parole di Kit mi hanno fatto pensare che, forse, non era poi cosi ozioso il topic di questi giorni di Giosafatte si è rasato: il ragazzo ammette di non essere riuscito a dormire, perché continuava a rivedere il momento in cui aveva sparato a Billy, chiedendosi se non fosse stato l'odio ad accecarlo e a portarlo ad uccidere. Beh, ragazzi, questo è un bel passaggio, denota un'umanità che non sempre appare su Tex, una sorta di sensibilità di Kit e dell'autore, per la morte di quello che in fin dei conti era solo un ragazzo, per quanto violento e iracondo. Bella anche la scena del capestro, quando Kit è convinto di essere arrivato alla fine della pista: mi ha ricordato gli stessi pensieri di suo padre in Appuntamento con la morte, guarda caso nizziano... Personaggi efficaci quelli dello sceriffo di Holbrook e di Korrigan padre, nonostante a quest'ultimo sia legata la lunga sparatoria che probabilmente ha portato Pecos a definire la storia piatta, e in questo senso non ha tutti i torti, perché i bang bang sono in effetti un po' tantini in una storia di questa lunghezza. Qualcuno ha parlato di un Carson rincitrullito. Beh, a me è parso proprio il contrario: è lui che, sul finale, si accorge che qualcosa non va perché la main street è deserta. Di fatto è lui con la sua intuizione, che salva il quartetto da un nugolo di pistoleri professionisti che alla fine si rivelano deludenti. Insomma, per me è un ritorno di Nizzi abbastanza discreto, è una storia puramente western, è quasi una sorta di messaggio dell'autore: sto tornando, nel solco della tradizione e coerente con la mia "poetica" (che dovrebbe fare da contraltare a quella boselliana, in una staffetta che, spero, potrà regalarci ancora belle soddisfazioni)
  10. Leo

    [Color Tex N. 15] Un capestro per Kit Willer

    Confermo che si tratta di gusti. Le storie dei color, quelle dei maxi, quelle dei centenari, quasi mai mi soddisfano, perché hanno il respiro corto. Queste da te citate sono tutte belle, ma nessuna un capolavoro per me.
  11. Leo

    [Color Tex N. 15] Un capestro per Kit Willer

    Anch'io la penso come te. Il che non vuol dire che TUTTE le storie di un albo o un albo e mezzo siano brutte o poco riuscite. Vuol dire che, spesso, almeno per noi, sono deludenti. E che, salvo rare eccezioni, non ce n'è nessuna che si faccia ricordare come un capolavoro. Premetto di non aver letto la storia di questo color, e mi preoccupano non poco i commenti al vetriolo di pecos, un pard con cui spesso siamo d'accordo.
  12. Carlo, per chi è un attento lettore (come Indio) ma non segue assiduamente il forum, non è facile districarsi. Già in altro post ti avevo detto che ci vuole una nuova cronologia, senza pretese di definitività ma che riassuma ciò che oggi sappiamo o almeno supponiamo (incluse le ipotesi sugli Invincibili e sulla guerra di riforma). Ti avevo anche detto che potrebbe scriverla solo un certo avvocato il cui nome comincia con la C e finisce con arloMonni :D
  13. Non lo so. Se uno entra in un posto e comincia a dire che non gli va bene ciò che fanno in quel posto, a me la cosa suscita diffidenza (come ha già ben detto gilas2). Diverso sarebbe se fossi un utente scafato, navigato, e facessi determinate considerazioni. Ma che uno nuovo entri come un elefante in una cristalleria mi fa dubitare un po'. Comunque, visto che la conversazione è ben avviata e in tanti avete partecipato, nonostante i miei sospetti (che potrebbero essere ingiustificati, l'equivoco è sempre dietro l'angolo, ricordo che furono presi per troll in tempi recenti anche utenti che più tardi si sarebbero rivelati preziosi per il forum), dico la mia. Che poi non è la mia ma è di Sergio Bonelli. La storia è "Il Colonnello Watson" (o "Cheyenne club" per i puristi). Un personaggio, il contadino Macon, spara a dei criminali, e crede di averne ucciso uno. Si dispera per questo, provocando anche le lacrime di sua moglie. Poi interviene Tex, che aveva sparato a sua volta contro i criminali, ed era stato effettivamente lui, e non l'altro, a farli secchi. Dice: "Mio simpatico amico, risparmiatevi la vostra disperazione! La belva sanguinaria sono io, non voi". Quello capisce di aver offeso Tex, balbetta qualcosa, ma il ranger di rimando: "lasciamo perdere le chiacchiere, Macon...ne uscirebbero soltanto delle considerazioni che io, nella mia vita, mi sono sentito ripetere fino alla nausea! La realtà è che quando qualcuno vi punta addosso un'arma con il preciso intento di farvi secco, non avete il tempo di porvi troppe domande, credetemi". Lasciamo perdere le chiacchiere, direbbe Tex. Un ranger del diciannovesimo secolo nella terra senza legge del West. Lasciamo perdere le chiacchiere.
  14. Leo

    [Texone N. 33] I Rangers Di Finnegan

    Dopo tutto il gran parlare dei giorni scorsi, sono andato a rileggermi I Rangers di Finnegan. Accidenti che tormento. Un anno fa scrivevo questo: Lo penso ancora. Il punto di forza di questo texone sono i personaggi. Sono tanti e hanno tutti uno spazio limitato, ma nonostante questo lasciano tutti qualcosa, soprattutto Robledo, Faver e Finnegan. Rimando a quanto detto sopra. L'altro punto di forza è la gestione di Kit: anche qui rimando a quanto già espresso un anno fa. Complessivamente, si può dire che questa è l'ennesima prova di bravura dello sceneggiatore. Per gli altri punti di forza lascio la parola a pecos, che quoto in tutto: Ma pecos dice anche questo: Il tuo tormento è stato anche il mio, pard. Quanto è credibile che un uomo scafato come Finnegan prenda una potenziale spia con sé? Tanto più che dice sempre ai suoi di "tenerlo d'occhio". Se non si fida, chi lo ha obbligato a prenderlo? Poi però mi sono detto che Finnegan potrebbe aver fatto questo ragionamento: - se Kit non è una spia, è un buon acquisto per il "Corpo speciale"; - se invece lo è, tanto vale tenerlo d'occhio, scoprire le carte il prima possibile e, se dietro il cucciolo c'è anche papà Tex, affrontarlo subito a viso aperto, senza giocare al gatto col topo. Potrebbe aver pensato questo. Non so quanto sia credibile un tale atteggiamento, ma me lo faccio andare bene. Purtroppo, però, il "peggio" deve ancora venire. C'è tutta una sequenza che proprio non riesco a digerire, e che mi ricorda l'eccidio di indiani inermi di Caccia Infernale, quando la "rivalutanda" figura del Tenente Parkman si macchia di un'azione ignobile, anche se inconsapevole. La strage del ranch "fortificato" di Ramirez. L'intera sequenza per me è infelice e forzata. Quando Torres fugge, una vecchia strilla: "fugge! fermatelo" e un uomo subito gli spara. Già qui avrei da ridire: tutta questa solerzia verso un uomo contro cui non hanno nulla mi pare esagerata. Ma passi. Da lì in poi, col pretesto di quel solo sparo, e per il solo fatto che gli abitanti del ranch sono "greasers" e "mangiatortillas" si scatena una sparatoria dissennata e sanguinosissima. La strage viene inoltre facilitata da un ranch "fortificato" (?) le cui mura possono venire agevolmente scavalcate da un salto a cavallo! Insomma, quanto è verosimile una scena del genere? Un ranch ben poco fortificato non riesce a difendere i suoi abitanti da un eccidio tanto sanguinoso quanto ingiustificato. O meglio: una giustificazione c'è, ed è quella di svelare la vera anima di Finnegan, così che Tex, più in là, possa farlo fuori senza patemi d'animo. Finnegan fino a quel momento mi era piaciuto molto: un duro, una carogna, un razzista, un hater (dei Comanche). Sotto molti aspetti, un texano del suo tempo. Una storia tragica alle spalle, un malinteso obiettivo di vendetta contro gli assassini della sorella. Ma anche una carogna, che non si perita di portare un uomo legato dietro a un cavallo per miglia e di far frustare "una stracciona indiana". Fin qui un personaggio credibile, un mix di aspetti positivi e negativi che ne fanno un degno avversario di Tex. Un ranger razzista che se ne infischia delle regole e dai metodi brutali. Poi però c'è quell'eccidio insensato. Perpetrato non solo da lui, ma da tanti altri ranger! Perché? Sempre per razzismo, nei confronti stavolta dei messicani? O per quel colpo sparacchiato in aria contro il comanchero fuggitivo? Ma davvero un uomo e una squadra così hanno potuto diventare i famosi "Rangers di Finnegan" quando sono solo dei volgari banditi? Io credo che la scena del massacro fosse funzionale solo a scodellare Finnegan su un piatto d'argento per Tex: prego, ammazzalo pure, è un carognone. Forse ci sta, ma il personaggio, a mio modesto parere, perde davvero tanto: si trasforma da ranger carogna a mera carogna sanguinaria, si banalizza tanto. Finché è stato un ranger, per quanto sui generis, mi ha affascinato (la strage dei Comanche non conta, ai suoi occhi razzisti era giustificata, il personaggio è proprio quello); poi però è diventato solo un volgare assassino. Ed è un peccato, perché fino a quel momento era il fiore all'occhiello di una margherita di comprimari veramente eccellenti, da Faver (cui presta il volto il mitico James Coburn) al barbaneriano Robledo (che si fa mettere in ceppi da una mujer in preda alla sindrome di Stoccolma) , al bravo e più ordinario Caine. Peccato davvero; senza questo "neo" , per me questa storia avrebbe sentore di capolavoro.
  15. Leo

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Guarda, la trovo perfetta e ti faccio i miei complimenti. Anzi, io me la farei pagare, altro che gratis A parte gli scherzi, vedo in tutto questo due "genialate": - quella di Borden che colloca il primo episodio messicano nella guerra della Riforma (solo una domanda: è compatibile la figura del guerrillero con la guerra di riforma? Ne so molto poco e anche su internet trovo pochissimo; sarei curioso di sapere se in questa guerra potrebbe aver combattuto una figura idealista e romantica come era quella di Montales all'epoca). - quella tua che immagina una fuga in Messico prima di incappare nei Navajos, collocando in maniera brillantissima un capolavoro qual è Gli Invincibili, che però poneva qualche problema cronologico. A questo punto mi pare stia prendendo forma una nuova cronologia, che sarà il caso che qualcuno (il cui nome a mio parere potrebbe avere come iniziali la C e la M) prima o poi scriva. Magari dopo qualche altro numero di Texwiller, che potrebbe rivelare altre sorprese... E non sapeva quanto! mi chiedo quanto ne sapesse al riguardo anche GLB, all'epoca in cui scrisse la storia. Considerando il suo scrivere "fluviale", è probabile che non avesse in mente un legame così solido; possiamo dire che è stato davvero "il destino"...
  16. Leo

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Sei andato a vedere il numero di pagina naturalmente. O mi vorresti dire che ricordi a memoria anche i numeri delle pagine? Certo. Peraltro, prima del romanzo, la tua cronologia era più che plausibile e confermata da elementi indiretti di storie scritte anche dallo stesso Boselli (vedi per l'appunto Gli Invincibili). Non mi sono fissato, ho già detto che accetto di buon grado la cronologia proposta. Quando parlavo di groviglio inestricabile mi riferivo proprio all'incongruenza della storia "Tra due bandiere" rispetto storie che vanno dal n.17 al n.23, dove vediamo un Kit Willer già cresciutello. Ma come detto questa è una situazione insanabile, per cui va bene la nuova cronologia proposta.
  17. Leo

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Lo so che nei primi tempi Tex entrava e usciva dal Corpo dei Rangers. Vado a memoria (non ho gli albi sottomano), ma ricordo un tentativo accorato di Carson per convincere Tex a rientrare nel Corpo (era forse il numero 9, L'Ultima Battaglia?: lo chiedo a te che sei sovrumano in quanto a memoria storica texiana) con Tex irremovibile sul punto. La novità non sta nel fatto che Tex entra ed esce (ripeto, chi ha letto i primi numeri lo sa), quanto nel fatto che Tex sia stato ranger prima della Guerra Civile: - nella cronologia di Carlo Monni (lo conosci? E' citato da diversi siti internet - dico sul serio - come estensore di una cronologia texiana plausibile) prima combatte in guerra e poi diventa ranger (dopo la parentesi da fuorilegge) - nella cronologia del Romanzo prima combatte in guerra e poi diventa ranger. Poi tu mi hai ricordato una cosa: il tentativo di Boselli è quello di incastrare gli eventi della serie con la cronologia del romanzo. E qui entra perfettamente anche l'ipotesi fatta da te poco fa, che vede Tex già ranger prima della guerra ma fuori dal Corpo immediatamente prima di essa. Come vedi, mi è entrata in testa ora. Che poi mi entusiasmi, è un altro discorso. Ma probabilmente è la soluzione migliore per questo inestricabile groviglio.
  18. Leo

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Parlavo in generale, ma è probabile (anzi, certo) che abbia ragione tu e che tutto si incastri benissimo. D'altronde, come detto, mi fido di Borden e non mi pongo più di tanto il problema. A maggior ragione spero di poter leggere, in futuro, qualche storia sulla guerra civile. Tutto sta a sperare che le cose vadano bene per la nuova collana; sembra che i dati di vendita siano confortanti, speriamo continui così.
  19. Leo

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Non mi entra in testa per due ordini di motivi: 1) mi risulta difficile incastrare una cronologia che vede Tex arruolarsi come ranger prima della guerra, con eventi che sostanzialmente disattendono quella stessa cronologia. Tuttavia mi fido di Borden e sto a vedere come evolveranno gli eventi. 2) come già ti dissi per le tue anteprime, io le apprezzo tantissimo, ma ho scarsa, scarsissima memoria per tutto quello che non attiene al lavoro (e alle date, non so perché ma ricordo le date abbastanza bene), quindi, se anche già questa cosa mi era stata detta, fidati che non la ricordavo . Adesso però non la dimentico più.
  20. Fa niente. Riesco a immaginare il tuo volto soddisfatto per la vicinanza del giovane Willer A me invece il vecchio Carson mi sta rimproverando perché dice che sono stato scortese con una fanciulla, sai che lui - a parte l'ultimo Texone - è un gentleman
  21. Leo

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Sul Tex Willer magazine Boselli ha detto che le avventure sono situate cronologicamente nel triennio 1858-1860. Si potrà arrivare anche aalla "redenzione" di Tex o al suo arruolamento nei rangers, mentre difficilmente vedremo storie ambientate nella guerra civile. Tuttavia, mi resta un dubbio: se ho ben capito, questa serie seguirà la cronologia del romanzo (anche se immagino che si eviteranno riferimenti temporali di ogni tipo e si resterà saldamente ancorati al triennio suddetto): nel romanzo, però, Tex si arruola nei rangers dopo la guerra civile, non prima . Quindi, se Boselli non esclude di vederlo arruolato nei rangers, a maggior ragione dovrebbe essere possibile vederlo muoversi nel contesto della peggiore carneficina della storia degli Usa. A me non dispiacerebbe francamente, perché ho sempre amato le storie della guerra civile. Comunque se sarà, non sarà prima di un certo numero di anni (o decenni). Prima c'è un triennio da saturare con avventure di tutti i tipi. Mi raccomando, Borden, non trascurare quel giovanotto col pizzetto nero...
  22. Ti ho già detto dove per me sei stata offensiva, da "provocatore" (su cui non hai risposto) all'ultima frase in cui "non avevi dubbi che io avessi capito", che mi è parsa sarcastica. Se non lo era, va bene, come non detto. Come ho detto ieri, non ci siamo capiti. Tu non hai capito me, quando ti sei sentita presa in un fuoco incrociato (lontanissimo dalle mie intenzioni) e io non ho capito te. Capita. Per me, possiamo fumare il calumet della pace. Insieme ai due Kit, così siamo contenti entrambi
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.