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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 08/09/2021 in tutte le sezioni

  1. Sono freschissimo di lettura della seconda parte: mi preme premettere che, nonostante qualcosa sugli sviluppi della vicenda lo avessi già intuito al pari di altri sin dallo scorso albo, da tempo non ero così impaziente di poter avere tra le mani l'albo conclusivo di una storia, e ritengo che la mia attesa sia stata molto ben ripagata. Già la mia sola premessa credo basti a lasciare intendere come io sia rimasto soddisfatto da questa storia, probabilmente la migliore realizzata sinora su Tex da Pasquale Ruju (forse, chissà, poiché coadiuvato da @Barbanera, cui rinnovo i miei più sinceri complimenti , senza dimenticare gli ottimi disegni di Michele Benevento); voglio aggiungere di essere contento di aver potuto constatare come le azioni del Siats fossero manipolate da burattinai interessati a faccende ben più concrete della vendetta di uno "spirito", la cui vera identità non è stata di per sé affatto sorprendente (a questo riguardo, del resto, mi sono sempre detto del parere che più che "scoprire" chi impersonasse il Siats fosse interessante comprendere quali fossero i veri motivi alla base delle sue azioni violente), ed ha condotto ad un epilogo abbastanza forte che, tuttavia, è a mio avviso coerente con gli eventi che lo hanno preceduto. Ulteriore nota di merito che ritengo sia da riconoscere al duo Ruju/Rizzo, la perfetta gestione dell'Altro Duo di pards, pressoché impeccabili lungo tutto l'arco della vicenda, con particolare lode per quanto riguarda la valorizzazione del Vecchio Cammello, non una semplice spalla ma un autentico coprotagonista .
    2 points
  2. In Virginia nel 1800 si parlava inglese. E persino un inglese un po' diverso da quello attuale. Quindi il fumetto (Bonelli) dovrebbe avere i dialoghi in inglese? Ma anche rimanendo in Italia e con l'italiano: un fumetto attuale su Dante e la sua vita dovrebbe essere scritto in volgare fiorentino dell'epoca? È ovvio che un fumetto (o più in generale un opera) scritto oggi, essendo "tradotto" nel linguaggio corrente, deve utilizzare appunto il linguaggio attuale. Se ci sono parole tanto desuete che un lettore non capirebbe più, non si usano. E se ci sono parole oggi... "proibite", non si usano nemmeno quelle. Semmai, sarebbe da discutere se debbano esistere parole "proibite" indipendentemente dal contesto, ma non solo questa è una discussione più "filosofica" sul linguaggio, ma è anche una discussione (purtroppo0 ormai persa e superata: nella mentalità comune oggi ci sono "parolacce" che non possono essere usate senza commettere Peccato Mortale, indipendentemente dall'uso e dal contesto (come nell'Italia bigotta degli anni 50, a cui stiamo tornando ma con diverse parole proibite). Ma una volta che il linguaggio corrente ha preso una certa piega, chi deve "tradurre" la parlata di un virginiano del 1800 in "italiano corrente", si adatta e scrive in Italiano corrente. E quindi si adatta alla lingua attuale, senza voler "fare la rivoluzione" con un fumetto... Diverso è il caso di opere create per un pubblico diverso e tempi diversi. Lì l'opera esiste già. Già scritta. E si rispetta. Se un lettore attuale si offende per qualcosa scritta negli anni 50, si attacca, può arrabbiarsi e offendersi, è suo diritto, ma l'opera esiste già e non va cambiata per adattarla a lui (e non sto dicendo che abbia per forza torto il lettore, eh, che ci sono opere davvero offensive, ma lo erano già all'epoca. Ma cosa facciamo, pubblichiamo il "Mein Kampf" sostituendo alle idee di Hitler altre idee più moderne e non razziste? Andiamo...) Quindi è ovvio che certi Tex, se fossero scritto ora, sarebbero scritti in un linguaggio diverso. Adatto ai tempi. Ma guardate che questo lo faceva già GL Bonelli, da solo! Negli anni 70 mica scriveva come negli anni 50! Ma il fatto che la Bonelli continui a pubblicare solo versioni censurate e riscritte delle sue opere continua a farmi girare le palle... (frase che oggi si può usare tranquillamente, ma che negli anni 50 sarebbe stata censurata...)
    1 point
  3. Oggi "non si possono" scrivere? cosa, palle di neve? negri? Bah, secondo me, invece, si può eccome. Soprattutto se si vuol dare una parvenza di credibilità, di verosimiglianza storica.
    1 point
  4. Sono d'accordo che questa storia sia una bella storia: si fa leggere bene e alla fine ci si sente appagati, e questo è incoraggiante per il futuro perchè può significare che abbiamo trovato in Tito Faraci un altro bravo sceneggiatore Tex. Non la definirei però assolutamente capolavoro: il soggetto è poco originale, la trama si sviluppa su binari saldi sul terreno senza mai "scartare" con qualche colpo di scena, e i comprimari (cattivi e buoni che siano), che ritengo fondamentali per "alleggerire" Tex e rendere più ariose le storie (e che mi fanno amare le storie di Boselli), non sono assolutamente all'altezza. I disegni dei fratelli Cestaro sono davvero belli: l'espressivit? del volto dei personaggi è superlativa, e anche Tex è in grandissima forma. Buona storia, quindi, godibile, appagante, ma assolutamente non memorabile.
    1 point
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