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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 03/03/2024 in tutte le sezioni

  1. Grazie per i complimenti @Leo e @Condor senza meta, la mia è solo passione per il disegno in generale e per quello fumettistico in particolare e poi ho pensato che, visto che non avevo niente di indimenticabile da dire nei vari thread, fosse meglio postare qualche disegno anche perché un disegno non ha mai ammazzato nessuno, la parola, invece, spesso fa danni
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  2. Oltre a leggerli, i fumetti, ho sempre avuto anche la passione, per puro diletto, di disegnarli copiando dai lavori dei professionisti che ammiravo sui vari albi ed uno di questi era il grande Galep e quando trovavo una scena che mi piaceva provavo a riprodurla e non sempre con risultati accettabili. Purtroppo non ho mai disegnato con costanza ed ho attraversato, spesso, lunghi periodi di pausa ma, ultimamente, mi è tornata la voglia, soprattutto, di disegnare Tex e desidero condividere con voi i miei scarabocchi, visto che, grazie a @Mister P, sono riuscito a capire come postare un'immagine. Dopo questo lungo preambolo comincio con una mia versione, molto pasticciata (ho apportato diverse correzioni col bianchetto e si vedono tutte ) della copertina di Tex "Lo sceriffo di Durango" che ho disegnato nel 2021: E, pensando di fare cosa gradita al mio compaesano @Leo che, si sa, ha una leggerissima predilezione per Kit Carson, ecco un disegno del vecchio cammello, ripreso da un disegno dei Cestaro, che ho fatto qualche giorno fa: Non me ne voglia @Burningbullet se mi sono, momentaneamente, appropriato di questo thread, ma se lui non avesse aperto la sua galleria non mi sarei mai permesso di allegare miei disegni, anche perché lui è un bravissimo professionista io, invece, sono solo un copiatore seriale per puro passatempo e divertimento .
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  3. Mi pare il minimo! E poi in ginocchio sui ceci a chiedere perdono alla Regina della Notte! Per me è proprio il mistero che avvolge i due avversari a rendere indimenticabile questa storia, costruita tutta sulle atmosfere e non sull'intreccio. Qualunque spiegazione non potrebbe che banalizzarli. GL Bonelli sapeva una cosa molti autori attuali hanno dimenticato: che un mistero è sempre più affascinante della sua soluzione! Ovvio che un lettore attuale, abituato a vedersi spiegato tutto tre volte, rimanga spiazzato, si aspetta fino alla fine che ci sia uno spiegone finale che chiarisca ogni mistero... e non c'è! Cosa spinge Mitla? Odio. Si vede chiaramente che odia quella tribù Apache, anche nella diversa maniera in cui parla di loro con disprezzo ("quegli stupidi apache") rispetto ai bianchi. Lei e Guaimas hanno "antichi rifugi sulla Sierra Madre", ma sono venuti lì solo per uccidere più Apache possibile (e lì Mitla ha scoperto le rovine del tempio di Esmeralda, con i suoi fiori maledetti, e anche questo è un mistero: sono legate o le ha scoperte per caso?). Ma perché quest'odio? Vendetta personale per qualcosa che le hanno fatto? Ma nessuno la riconosce, e come si vede dal fatto che non cambia aspetto dopo la morte, come tante streghe viste prima nella saga, indica che è DAVVERO giovane: una ragazzina ma con poteri notevoli, che ha viaggiato fino a lì per uccidere più indiani possibile e poi ritornare agli "antichi rifugi". Perché "antichi"? Forse è una vendetta ancestrale, forse il torto subito da parte degli Apaches risale a generazioni precedenti. E anche lo strano "cappello finale", tutte quelle pagine dedicate alla conversazione fra lo stregone e il Morisco, dopo che tutti i "cattivi" sono stati eliminati, da una parte prolunga la strana atmosfera della storia, come un incubo da cui ci si risveglia lentamente, dall'altra mostra la distanza che c'è fra lo Stregone e il Morisco, che è uomo di scienza (e si capisce che GL Bonelli sta dalla parte dello stregone, mentre le spiegazioni "scientifiche" del Morisco suonano insufficienti e inadeguate, mentre il corpo del Diablero sta bruciando vicino a loro. Ma c'è anche la descrizione di altri assalti, altri omicidi, altri "diableri". Fanno intuire una vendetta senza fine, generazione dopo generazione. Ci sono stati altri Diableri, altre regine della notte. Altre forse ce ne saranno in futuro. Mosse dall'odio verso di loro, per cose che non ricordano più. Come una terribile maledizione che si abbatte su di loro generazione dopo generazione, ancora più spaventosa per il fatto di non conoscerne la ragione. E per quanti Mitla sia malvagia, è comunque una ragazza praticamente disarmata che affronta i quattro pard con la sua astuzia e le sue conoscenze. E si dimostra molto più pericolosa di tanti altri avversari di Tex. È una partita mortale fra lei e Tex giocata TUTTA sull'intelligenza. Tex non può affrontarla con sganassoni o estraendo più rapidamente di lei. Lei non sa niente di loro, nemmeno chi sono, non sa che sono loro ad aver sconfitto Esmeralda, sa solo che sono un pericolo per lei e Guaimas. Anche i pards non sanno nulla di lei, non avendo nemmeno incontrato lo stregone il Morisco. Diventa una sfida di astuzie e deduzioni. Lei che uccide la loro guida per rallentarli, nascosta tanto da risultare praticamente invisibile. Tex che deduce dove si è nascosta e la fa seguire. Lei che non si fa fregare a scopre di essere seguita, e fa un nuovo agguato, sventato dalla prudenza di Tiger. Fa perdere le sue tracce con un percorso rischioso e assurdo, e Tex la segue lo stesso. Li fa assaltare dai lupi, e come si salva Tex? Con l'intelligenza, prima prevedendo l'attacco e trovando un punto in cui difendersi, e poi sfruttando la scarsa intelligenza dei lupi per attirarli in trappola (anche questo è un elemento ricorrente nella storia, Mitla sembra essere estremamente intelligente, ma deve servirsi di animali e di Guaimas, guidati dall'istinto, che soccombono davanti all'intelligenza dei pards, del Morisco e dello stregone) E poi una nuova astuzia, con il sabotaggio del ponte, e Tex che ancora non si ferma, piuttosto che tornare indietro prosegue a piedi, implacabile. Mitla non viene sminuita dal fatto che passa gran parte della storia a fuggire. A conti fatti, è una ragazza disarmata contro i quattro pards + un ufficiale dell'esercito. E li mette più volte in scacco. La sua letalità viene sottolineata più volte (e l'ufficiale paga molto caro l'errore di sottovalutarla), e alla fine, nella sua ultima fuga verso il tempio in rovina, meditando vendetta ritiene di poter uccidere i pards, a distanza, con un rituale e dei fiori. Qui GL Bonelli non solo ci fa capire quanto sia davvero potente e quanto l'odio l'abbia resa imprudente nell'affrontare personalmente i suoi nemici, ma anche che la corsa finale di Tex e pards per prenderla non è una caccia ad un avversario ormai sconfitto, ma è, anche se non lo sanno, davvero una corsa per la loro vita. Alla fine, la morte di Mitla è un altra scena magistrale del vecchio Bonelli (che quando scriveva queste storie aveva 63 anni, ed invece di fossilizzarsi era suo periodo più innovativo e migliore). Che la "cattiva" di sesso femminile non potesse essere uccisa dai pards era ovvio (anche se Tiger ci tiene a dire che lui non si farebbe problemi.. grande Tiger, oggi si scandalizzano se si azzarda a tagliare teste... è chiaro che l'editore non glielo avrebbe permesso). Poteva fuggire (così c'era un altra arcinemica buona per altre tot avventure, in cui magari "svelare i suoi misteri"), ma Bonelli all'epoca aveva tante buone idee che non aveva bisogno di riciclare gli avversari (e infatti sono rarissimi i "ritorni"...), o magari poteva cadere vittima di qualche forma di "giustizia poetica" come tante altre cattive di storie precedenti, uccisa da una sua trappola o da una sua arma. O poteva suicidarsi per non essere catturata, come Eugenia Moore o Satania. No. Mitla scivola. Fa un piccolissimo errore, per la fretta, per la rabbia, tante volte in precedenza ci era stata federe affrontare i pericoli di quella stanza sotterranea, Bonelli aveva ripetuto più volte come si muoveva con cautela, e qui ci fa vedere cosa rischiava ogni volta, avventurandosi da sola in quella palude scivolosa infestata di serpenti velenosi. Un piccolo errore, non giustizia divina ma un istante in cui la sua terrificante sicurezza mostra uno spiraglio di umanità. Mitla muore perché, nonostante tutti i suoi poteri, la sua rabbia, le sue conoscenze, è umana e fa un errore. E la sua fine la rende sempre più umana, mentre la vediamo arrancare, al buio (il disegno ovviamente non può mostrare il buio, avremmo la vignetta completamente nera, ma la sua torcia si è spenta ed è in un sotterraneo). non vede dove va, inciampa, chiede aiuto per salvarsi, prima alle potenze delle tenebre, e poi, futilmente, al fratello già morto. Per tutta la storia non l'abbiamo vista fare altro che odiare e uccidere, nonostante il suo aspetto abbiamo visto quanto sia spietata, potente e pericolosa, e NON È assolutamente uno di quei "villain" in chiaroscuro, dall'infanzia difficile e dalle mille scuse che ci fanno vedere oggi. Eppure, quando questa spietata e malvagia ragazzina dal cuore nero muore, non possiamo non essere tristi, alla fine siamo nel buio con lei a sperare che ce la faccia a raggiungere quella danna borsa della medicina che ha lasciato all'ingresso... Una storia tutta d'atmosfere e di emozioni, in un atmosfera da incubo e da racconto horror, in cui alla fine nessuno sembra davvero "vincere" e provi pietà per la spietata assassina. un altro esempio della straordinaria potenza di questo media, il Fumetto, nel trasportarti nelle vicende che racconta, quando è fatto da autori bravi.
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  4. Un disegno di Muzzi con Tex nelle vesti dell'inquietante Uomo della Morte...
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  5. Veniamo, finalmente al commento a questa storia che si può solo definire con un aggettivo: mitica. Anche se non la metter? di certo tra le migliori dieci di Tex o del solo GLB, ha un'importanza senza paragoni perchè è qui che Tex trova una moglie e, di fatto, una casa. Qui si forgia il suo legame con i Navajos che lo porter? addirittura a diventarne il capo. Certo, la cosa non avviene esattamente secondo i canoni di un buon corteggiamento, ma quel che importa è il risultato no?Quanto alla storia, c'è poco da dire: mitica, per l'appunto, come quasi tutte quelle di quel periodo. Innanzitutto si segnala per la sua lunghezza, ben 22 albetti settimanali a striscia, pari a 213 pagine e una striscia, ovvero quasi due albi moderni, cosa decisamente insolita per quel periodo. Praticamente la più lunga storia di Tex fino ad allora. Bonelli mette molta carne al fuoco e la cucina molto bene, direi. Abbiamo un p? di tutto: gli indiani in rivolta, la banda di fuorilegge che fomenta la rivolta stessa, la cricca che tiene in pugno la città, sceriffi e funzionari corrotti, l'innocente ingiustamente perseguitato e perfino il giustiziere mascherato. Non parliamo poi dell'estrema varietà di scenari divisi abbastanza equamente tra cittadine violente e spazi aperti. Quasi una summa del cosiddetto canone bonelliano, allora in via di formazione. Veniamo ora ad un po' di osservazioni:1) A suo tempo ci fu (sul Forum di TWO) chi storse il naso di fronte alla rapidit? con cui si svolsero le cose ed alla credibilit? del susseguente innamoramento di Tex. Ci fu anche, peraltro, chi defin°, Llilyth una sciacquetta, priva della sensualit? e del carisma di una Tesah o di una Lupe Velasco. Non dico che in critiche del genere non ci fosse un minimo di fondamento ma giusto un minimo. Per chiarire il mio pensiero non credo di aver di meglio che riportare alla lettera quello che ritengo un dialogo da non sottovalutare (Lo trovate a pag. 83 del n° 7). Tex si congeda da Lilyth dopo la cerimonia e dopo aver convinto Freccia Rossa ad una tregua e si prepara a proseguire le sue indagini a Durango. monta a cavallo e lei gli chiede: "Tornerai Tex?" E lui risponde: "Torner? Lilyth, e non solo per seppellire per sempre la scure di guerra!" Già da queste parole si capisce secondo me che Tex non prende il suo impegno alla leggera. Nessuno, nemmeno la stessa Lilyth, se la prenderebbe con lui se dimenticasse questo matrimonio forzato che chiunque considererebbe non valido a causa della costrizione, ma questo non è lo stile di Tex. Nel periodo in cui Tex si rifugia dai Navajos poi è chiarissimo che le cose si sono evolute, che il legame è divenuto reale, basta vedere come Tex reagisce al rapimento, a tutto il suo atteggiamento nei confronti di Lilyth nel resto della storia. Certo, questa evoluzione non ci viene mostrata nei dettagli, Bonelli padre non era il tipo da perdere tempo in romanticherie. Anche se avesse avuto a disposizione tutte le pagine del formato moderno, secondo me, non avrebbe agito molto diversamente. Ciò che conta è che il legame tra i due ora esiste, il matrimonio di convenienza è divenuto un vero matrimonio. Tex ha incontrato la sola donna che potrebbe fargli abbandonare una vita vagabonda ed anche dopo la sua morte Tex ha comunque trovato quello che gli è mancato da quando ha lasciato il ranch paterno: una casa. Non è una cosa da poco. 2) A dire il vero, Tex trova anche un cane. Si chiama Satan e glielo regala Lilyth durante il ?periodo Aquila della Notte?. Probabilmente è una citazione del cane dell'Uomo Mascherato, che si chiama Diavolo. Onestamente non c'era molto spazio per lui nelle storie di Tex, che non poteva certo andarsene in giro per il west con un cane al seguito. Ecco quindi Satan scomparire quasi subito. Almeno però Bonelli se lo ricorda facendolo ululare fuori dalla capanna della morente Lilyth ne "Il giuramento" (e Civitelli non dimentica di farlo vedere al villaggio Navajo in ?Sul sentiero dei ricordi?).3) Ritornando a Lilyth ed al suo rapporto con Tex ecco un altro pezzo di dialogo interessante: a Kit Carson sorpreso di trovarlo sposato, Tex risponde: "Avevo già il cerchio della morte tracciato sul petto, e ho pensato che al governo sarebbe stato più utile un ranger sposato, MA VIVO, che uno scapolo morto." . In effetti, se anche voi foste costretti a scegliere tra il morire crivellati di frecce e spesare la bellissima figlia del capo, cosa scegliereste? 4) Incongruenze? In quei tempi eroici di mancanza di documentazioni gli indiani hanno tutti le piume in testa, i villaggi sono tutti composti da tepee e c'è quasi sempre un totem. Questa storia non fa eccezione. Freccia Rossa, capo dei Navajos, popolo affine etnicamente e culturalmente agli Apaches (il nome completo dei Navajos o Navahos dato loro dai loro avversari era: ?Apachu de Navaho?, che voleva dire: ?Nemici dei o dai campi coltivati? indicando che tra una scorreria e l'altra coltivavano la terra ed allevavano le pecore. Loro stessi si chiamavano semplicemente Dineh, ovvero: il Popolo?) porta in testa un copricapo di piume più adatto al capo dei Lakota Nuvola Rossa. Volendo c'è un modo per sanare questa incongruenza: lo stesso Freccia Rossa nel n° 10 ricorda di aver ricevuto diversi anni prima la mitica fascia di Wampum da un capo dei Dakotas durante un suo viaggio al nord. In quell'occasione potrebbe aver ricevuto in dono un bel casco di piume che da allora ha portato orgogliosamente anche se non era nel costume della sua gente farlo. 5) Storia memorabile anche per la varietà di personaggi che mette in campo. Mi preme ricordare la vecchia Bessie, tanto cattiva e furba quanto grassa (ed era molto grassa laughing).6) Tex si ritrova ancora una volta incastrato per un omicidio non commesso (e siamo alla terza volta in 13 storie, se non vado errato) e torna ad essere, sia pure per poco, un fuorilegge. Per continuare le sue indagini si inventa il personaggio del Cavaliere Nero che i Navajos battezzeranno col nome di Aquila della Notte con cui da allora in poi Tex sarà conosciuto tra gli Indiani. Qui GLB si diverte a citare i classici giustizieri mascherati del romanzo d'appendice.7) Primo esempio di tentata applicazione di quella che i messicani chiamano: ?Ley de Fuga? su Tex. Lo sceriffo corrotto di Durango finge di voler far fuggire Tex, ma in realtà è solo un piano per farlo fuori. Tex non ci casca ed è lo stesso sceriffo a morire per mano dei suoi al posto di Tex. A quei tempi erano pochi gli sceriffi a cui non portava male incontrare Tex. 8) Appaiono Brennan & Teller, ma sono solo due figure di secondo piano, fornitori di armi alla banda di Bessie e Jerry Stone. Nessuno all'epoca, nemmeno lo sceneggiatore, immaginava il ruolo e l'importanza che avrebbero avuto in futuro per i lettori texiani.9) Ritorna Kit Carson, stavolta con un look un po' diverso: capelli più lunghi ed giacca anch?essa più lunga e portata fuori dai pantaloni. Non cambia però il suo atteggiamento su Tex: ancora una volta è convinto della sua innocenza. Dopo un divertente siparietto con Marshall il vecchio Kit si mette sulle tracce di Tex ed ancora una volta non esita a schierarsi al suo fianco.10) Vorrei segnalare che proprio in questa storia c'è una scena che io mi diverto a citare spesso, paragonando quel Tex allo svelto slaccia cinturoni di certe storie più recenti. Interrogato da uno sceriffo che gli chiede: "Chi siete?" Tex risponde: "Siccome ho la memoria molto labile, ho fatto incidere il mio nome nella canna della pistola... perciò se proprio volete leggerlo... ditelo chiaro e tondo. Io farà uscire il proiettile che c'è in canna e voi... " Inutile dire che lo sceriffo si ritira borbottando.11)Il finale, poi, merita una citazione a parte: Tex e Carson soli contro un intero paese o quasi e da soli riescono a tenerli in scacco tutti in una memorabile battaglia in cui l'arrivo dei nostri, rappresentati dai Navajos, non stona affatto. Siamo ben lontani dai due vecchietti timorosi di affrontare anche una dozzina di avversari visti in certe storie più recenti.12)Dopo aver sistemato Brennan e Teller (i soli che sopravvivono di tutta l'organizzazione e mal gliene incoglier? a Tex), Tex si dimette ancora una volta dal corpo dei Rangers. Non disdegner? di collaborare ancora con loro, ma dovremo aspettare il n° 17 per vederlo pienamente reintegrato.13) Parlando dei disegni, siamo nella classica media del periodo: tratto essenziale e sfondi ridotti al minimo. Del resto, le scadenze erano sempre incombenti. Galleppini riesce comunque a fare un lavoro all'altezza della sua fama, aiutato, dalle chine di Mario Uggeri . Quando poi, nella seconda parte si trova a cedere le matite a Guido Zamperoni, sono le sue chine a mantenere comunque l'unit? stilistica della storia e se certo la differenza è notata dall'occhio più o meno esperto, specialmente per le pose dei personaggi, il risultato resta piacevole. La mano di Zamperoni (che comincia il suo lavoro dall'albo a striscia n° 43, ovvero da pag. 131 del n° 7). Si distingue anche dal modo con cui sono disegnati i cappelli. E con questo ho concluso.
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