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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [618/620] Gli Schiavisti

    Sono d'accordo con te: Castillo ha sbagliato, è stato un ingenuo, un fesso (anche se un fesso giustificabile per la questione del disprezzo e della rettitudine, eccetera). Ma dov'? il problema? Cioè, chi l'ha detto che questo personaggio non può essere un fesso?Perchè dovrebbe essere per forza un grande stratega?Insomma, l'errore di Castillo non è anche errore dello sceneggiatore, secondo me: Boselli non ce lo aveva mica presentato come un novello Napoleone Attenzione, Paco, io non intendevo dire che si tratta di un errore dello sceneggiatore, ma di un errore che lo sceneggiatore ha voluto attribuire al personaggio (anche se Borden in un precedente post ha detto che Castillo non poteva sapere: sbaglio io, o sembra invece che Iniquez conoscesse il posto?). Hai ragione nel dire che ci sta che il Tenente, personaggio comunque positivo per tutto quello che abbiamo già detto prima, possa umanamente prendere un abbaglio, e che non debba necessariamente essere un grande stratega: è solo (? una mia debolezza) che mi piacerebbe che gli avversari/comprimari di Tex fossero tutti all'altezza della situazione, tali da non creare facili scorciatoie o situazioni troppo favorevoli ai pards. Mi piacerebbe che non cadessero in trappola così facilmente... Ma, ripeto, è più una mia forma di debolezza, che però già era stata in qualche modo stuzzicata dall'altra ingenuità compiuta da Iniquez nel recarsi dai Rurales: in un precedente post tu dici che è naturale che lo faccia perchè ha intenzione di prendere tra i due fuochi i Navajos: ci sta anche questo, per carit?, ma io avrei preferito un Iniquez più "scafato": un fuorilegge navigato quale sembra essere, non va a colpo sicuro dai rappresentanti della legge se non è sicuro della loro reazione. Quindi, ribadisco: nessun errore nella sceneggiatura, solo due ingenuità dei personaggi, verosimili, giustificabili, plausibili, magari anche veniali: ma i personaggi ingenui, la cui condotta cambia in maniera significativa il corso della storia, non mi esaltano granch?: li vorrei tutti strateghi, o quasi, perchè la loro grandezza si rifletta in quella di Tex e co., che dovranno essere ancora più forti nel batterli. Tutto qui. In un altro post di un'altra storia (se non sbaglio era proprio tuo, ma non ricordo con precisione) si invitavano i lettori a non farsi seghe mentali, e a godersi il fumetto: ecco, questa storia è godibile e avvincente, ottimamente sceneggiata, e dovrei esserne soddisfatto, ma le seghe mentali non me le faccio io, vengono da sole a guastarmi la festa...
  2. Leo

    [618/620] Gli Schiavisti

    . Ti sbagli. Castillo NON SA dove sono i cacciatori di scalpi di Riago che cerca Tex. E che non c'entrano nulla con Ramos e le sue miniere. Si tratta di due bande diverse, Ramos fa affari con Riago ogni tanto, tutto qui. Quindi non c'è errore.
  3. Leo

    [618/620] Gli Schiavisti

    D'accordo, la storia si fa leggere tutta d'un fiato senza annoiarsi mai. Per ora spicca l'assenza di un antagonista degno di questo nome (c'è il solo Riago, che però si fa subito beccare) ma credo che si recuperer? negli albi successivi, con il Coronel e con questo Espectro (spero però che il tutto non si risolva in una storia inverosimile... so che in Tex lo stesso GLBonelli ne ha scritte tante, ma decisamente non le amo...). Il Ten. Castillo, invece, mi sembra un bel personaggio, niente affatto smidollato, n°, tanto meno, connivente con il Coronel (come dice AtTheRocks): se così fosse, avrebbe malmenato in quel modo Iniquez? Mancando totalmente di rispetto a un uomo del Coronel' Anzi, nel trattamento riservato a Iniquez fin dall'inizio, vedo il coraggio e anche la frustrazione di un uomo che, lungi dall'essere connivente, sa tuttavia di poter fare ben poco, da semplice tenente della Guardia Rural, contro un uomo come il Coronel che gode (come si specifica a pag.54) di larghi appoggi politici ed è praticamente il padrone occulto della Sonora: per queste sue caratteristiche, ritengo che il Tenente sia un bel personaggio, cui Boselli ritaglier? di sicuro maggior spazio nel prosieguo. Sono d'accordo sul fatto che sia ingenuo, e qui vengo alle note dolenti: la storia di questo primo albo si caratterizza, a mio parere, per delle forzature che suonano come vere note stonate: . Ecco, quanto detto sopra mi lascia troppo perplesso (non me ne voglia Borden, per me sempre il più grande...) sulla qualità di avversari, comprimari e in definitiva della storia (anche se ovviamente ancora è presto per un giudizio definitivo). Per quanto riguarda Seijas, anch'io ritengo che non riesca ad inquadrare bene i pards: troppo giovani Tex e soprattutto Kit Willer, mentre più vecchio (si veda ultima vignetta pag.21) e meno sveglio (si veda ultima vignetta pag.39) sembra Carson. Un'ultima cosa: pur non essendo spesso d'accordo, mi trovo comunque a quotare Paco Ordonez perchè trovo significative le sue riflessioni: sono d'accordo anche su quest'ultima della donna papago, quale paradigma della maturit? di Tex.
  4. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    CAPOLAVORO... non c'è altra parola per descrivere questa splendida opera d'arte. Anche secondo me la sceneggiatura è degna di un grande film. La tragedia di una famiglia nella tragedia della Guerra Civile, e l'indimenticabile John Walcott, che entra di diritto nell'olimpo dei grandi personaggi di Tex. E poi il campo di Anderville, così simile ai campi di concentramento nazisti, il nero, epico, Tom, Leslie, prototipo dell'ufficiale tutto d'un pezzo antipatico e rigido ma a cui non si riesce a voler male, il doppio ritratto finale. Questo è il capolavoro di Nizzi e una delle più grandi storie mai realizzate. Infine, non ci sono parole sufficienti a rendere la grandezza dei disegni, per cui non dico nulla e mi inchino alla Maestria. Se ne sono dette tante sull'ultimo Nizzi (e spesso a ragione), ma, dopo questa lettura, non posso che dirgli GRAZIE. GRAZIE CLAUDIO, per questo capolavoro.
  5. Altra grande storia di Boselli con tutti gli elementi cui questo autore ci ha abituato nel corso degli anni: una moltitudine di personaggi dalle storie complesse, pathos, epica, uno splendido comprimario in bianco e nero (come Ray Clemmons, o Shane 'O Donnell) nella figura di Glenn Corbett. Quoto ElGringo89 per il rimando al "Deserto dei Tartari", cui pure io avevo pensato, data l'atmosfera satura di tensione per una minaccia che in realtà, almeno all'inizio, non si palesa mai (salvo che sotto forma di sparute squadre di Comanche). Minaccia che non ci si aspetta solo dai Comanche, ma anche dalle azioni che potrebbero essere poste in essere dai membri della Chain Gang, che divengono quindi altro elemento di tensione nella tensione, e rendono la storia avvincente fino alla fine. E', infine, una storia che ha un sapore fortissimo di WEST, per ambientazione, temi, personaggi, e per i soliti, grandi, rimpianti, disegni di quell'artista straordinario che è stato Marcello. Grazie ancora all'accoppiata Boselli-Marcello per questi capolavori.
  6. Leo

    [01] [Almanacco 1994] La Ballata Di Zeke Colter

    Questa storia è poesia... semplicemente deliziosa. Zeke Colter è un tipo , ma così ben caratterizzato che mantiene una sublime individualità. La sua vecchia compagna indiana, che "prima potevi guardare senza dare di stomaco" (parole del vecchio Zeke), e che della lingua dei bianchi ha imparato solo le imprecazioni, è una figura estremamente "vera"; il che è tanto più significativo, se si considera che essa ha una funzione puramente "decorativa" e nessuna parte attiva nella storia (se si esclude la breve comparsata come ostaggio alla fine). Menzione speciale per i disegni: se questa storia è così bella, pur nella sua essenzialit?, lo dobbiamo soprattutto alla straordinarietà delle sue vignette: ognuno di esse è un quadro da galleria d'arte (sia gli esterni che gli interni, entrambi dal sapore fortemente western). Quoto Anthony Steffen: "La ballata di Zeke Colter" e' un esempio di come una piccola e breve storia possa essere anche un piccolo capolavoro.
  7. Leo

    [438/440] Gli Invincibili

    Capolavoro assoluto, alla pari con il Passato di Carson... Mio Dio, che storia incredibile... Già la prima vignetta è un tuffo al cuore: per la prima volta (almeno credo), nella storia di Tex, l'azione si svolge nella vecchia Europa, e precisamente a Manchester! Già questo fa subito capire che si tratta di un storia letteralmente fuori dall'ordinario. In questa scena, magistralmente costruita fino alla commovente conclusione, facciamo conoscenza con Shane 'O Donnell, a mio parere il più grande comprimario, alla pari con Ray Clemmons, della storia di Tex. Più tardi, con le parole di Tex che racconta una vecchia storia immediatamente successiva alla guerra civile (una mini-storia nella storia, praticamente), incontriamo la Banda degli Irlandesi, uomini duri e spietati le cui pistole sono però al servizio dell'Ideale della libertà per la propria patria, la verde Irlanda dai capelli rossi: sono Feniani, soldati dell'Oca Selvaggia, l'esercito irlandese disseminato per il mondo. Questo tema mi riporta alla mente un'altra storia di Irlandesi, e precisamente quella narrata in "Già la testa" di Sergio Leone: anche qui, un irlandese, Sean Mallory, rivoluzionario idealista, lotta in Messico per la rivoluzione: stessa atmosfera, stesso "sapore", stesso uso di commoventi flashbacks a spiegare un passato importante che sempre incombe sul presente. Ma non si ha il tempo di fermarsi a riflettere su quanto sia bella questa storia: perchè a scene intrise di poesia e di puro lirismo si intervallano scene d'azione avvincenti, quali il salvataggio di Kelly (faccio mie le belle parole di Paco Ordonez su questo personaggio: ) da parte di Shane, l'incontro di pugilato di Pat McRyan (un capolavoro nel capolavoro sono i dialoghi amichevoli tra italiani e irlandesi alla fine della scazzottata), la parte ambientata nella prigione dove sono tenuti prigionieri Gunn e 'O Leary e l'altra, davvero sensazionale, drammatica scena della processione di Santa Marta...(Marcello è gigantesco...) per non parlare, più tardi, del canto dei Feniani alla tavola del Generale Carrasco... ma come ha fatto, Boselli, a scrivere questo capolavoro? Altro che fumetto, questo è Genio!!Certo, questa storia pone dei problemi: nella menzionata scena della processione di Santa Marta, Tex e pards si vedono schierati contro i Rurales e dalla parte dei banditi: i ruoli, in questa complicata storia, si invertono e vedono Tex lottare contro i rappresentanti della legge per difendere dei criminali. Anche in questo la storia è eccezionale, nel senso letterale del termine: gli Irlandesi sono ormai dei comuni banditi, che non lottano più per la causa ma solo per le loro tasche. L'unico che ancora lotta per la verde Irlanda (ma questo lo sapremo dopo, anche se è facile sospettarlo), è Shane. Ma chi è Shane? E', come ho detto prima, un personaggio epico, l'eroe idealista che lotta per la libertà. Io sono "innamorato" di Shane, ma, ripeto, come si deve considerare, uno come Shane? Uno dedito in patria agli omicidi politiciò Politici, sè, ma pur sempre omicidi. Shane, in poche parole, è un TERRORISTA (non un guerrigliero alla Tex e Montales, ad esempio), un personaggio che, seppur mosso da un ideale, è comunque esecrabile per chi ritenga che il fine non giustifica i mezzi. Boselli, però, non si pone simili scrupoli e ci fa innamorare di questo personaggio, e anche Tex ne è attratto, tanto che, per l'appunto, si alleer? con lui e gli altri banditi (perchè questo sono) fino ad assistere, immobile, ad una sparatoria fra questi e i Rurales. Anche in questi aspetti, in questa ineluttabilità degli eventi, in questa scelta di campo, voluta ma al tempo stessa subita, in questa debolezza di Tex verso questi compagni d'arme così atipici, riconosciamo una storia dal sapore inconfondibile di capolavoro... Un appunto però lo devo fare: quando Tex decide di entrare nel fortino del Generale Carrasco, Carson non lo accompagna, dicendo che è una pazzia: Carson ha quindi paura, e soprattutto lascia che ad accompagnare Tex sia Tiger, non condividendo il destino dell'amico di sempre. Ecco, questa scena si poteva fare meglio: si poteva, ad esempio, escludere il vecchio ranger accampando una sua più difficile dissimulazione nei panni di messicano, dati baffi e pizzetto bianchi. A parte questo, peraltro, Carson fa comunque una bella figura in questa storia, ed io ne sono felice, visto che lui è il mio pard preferito. Chiudo come ho cominciato: Capolavoro assoluto, alla pari con il Passato di Carson...
  8. Leo

    [576/578] Omicidio In Bourbon Street

    La storia è davvero appassionante: Ripeto: siamo pelouovisti, io poi mi ritengo in effetti troppo pignolo, ma quelle suddette mi sembrano forzature che scadono nell'incongruenza. Non escludo che possano esservi elementi che io, personalmente, non ho colto, che vanno a spiegare e ad appianare queste incongruenze: ma, per l'appunto, io non li ho colti, ed anzi ringrazio tutti coloro che sapranno e vorranno convincermi che quelle da me citate non sono incongruenze, ma fasi della storia del tutto spiegabili e logiche: se riesco a superare questi che io ritengo limiti della storia, la stessa potr? per me assumere lo status di "gioiello" della saga...
  9. Leo

    [463/465] I Sette Assassini

    Come era prevedibile, questa storia ha suscitato forti polemiche, che sono poi le stesse che ha suscitato dentro di me: di questa storia io non so mai cosa pensare. Il problema è che mi piace proprio: i cattivi sono infernali e impregnano la storia di terrore; particolarmente azzeccati, oltre a Jack Thunder, l'ex maestro di scuola colto Monk e No-Face (per il colpo di scena finale). Anche Kid Rodelo, figura più tradizionale, è indovinato, così come le figure che gravitano attorno alla locanda di Lena - la maestrina, il vecchio gentleman del Sud alcolizzato un p? innamorato della padrona, il prete dal passato poco cristallino - e i simpatici farabutti dei fratelli Lane. La storia è avvincente, coinvolgente, diverte, e penso che sia questo che cerchiamo da una storia a fumetti, o da un film, no? Che avvinca e diverta, e ci lasci un senso di appagamento più o meno duraturo, e ci regali scene e personaggi da ricordare . Eppure, nonostante tutti questi elementi, neanch'io riesco a dare un giudizio pienamente positivo a questa storia, proprio per gli eccessi incarnati dai suoi protagonisti: 7 personaggi di questa risma, per quanto, ripeto, rendano la storia avvincente, sono davvero troppi. Condivido con Borden l'analisi di Sumankan, ma mi piace anche l'espressione di Anthony Steffen: "un piatto troppo condito" che rende alcuni personaggi, e in definitiva tutta la storia, "pura fantascienza"... Insomma, sarà contraddittorio, dissociato, non lo so: ma questa storia, sia pure davvero bella, da purista della verosimiglianza quale mi ritengo, non riesco a mandarla già, e a godermela del tutto... Mah!
  10. Leo

    [581/582] Lo Sceriffo Indiano

    Bella storia, questa di Faraci: azzeccati tutti i personaggi, in particolare ovviamente Frank, bellissime (anche grazie ai disegni, semplicemente divini) l'ambientazione e alcune scene d'azione (come quella dei lupi o quella precedente dell'orso). Godibile, scorrevole, divertente, un'ottima storia da serie, ma non un gioiello.
  11. Leo

    [593/595] La Mano Del Morto

    Straquoto la descrizione della storia fatta da Paco (comprese le parole su Font, ma escluse le parole su "Tornado, che invece a me è piaciuta): è scritta talmente bene, è così efficace nel ricreare la storia, che oso dire che la recensione mi piace più della storia stessa... Scherzi a parte, ritengo che Paco abbia colto e descritto in maniera molto efficace tutti i punti di forza di questa storia e la maestria di Boselli nel saltare da una scena ad un'altra lasciando sempre il lettore con il fiato sospeso... D'accordo, non è affatto una storia semplice, non è rilassante (? vero, Anthony: non la si può leggere a letto perchè ti fa venire il mal di testa tanto è intricata), ma non si può dire che non sia una storia avvincente. E' un concentrato di azione e mistero al tempo stesso. Fino all'ultimo non sappiamo chi sia il vendicatore: Kit Willer lo scopre per primo, ma mentre sta per leggere il diario ecco che la scena cambia nuovamente, ad alimentare ulteriormente la curiosità. Non è una storia scontata, è ricca di movimento, tutti e tre i pards (caso raro) e non il solo Tex sono splendidamente protagonisti di porzioni gustosissime di storia... Per tutto questo straquoto Paco ma, a differenza di lui, e nonostante, ripeto, la storia mi piaccia, non riesco a definire la stessa un capolavoro: alcune situazioni mi sono sembrate davvero un riempitivo: ad esempio, lo sceriffo di Denver che riesce a ritrovare le tracce dei pards mi è parsa una vera forzatura, una difficolt? in più da inserire per guadagnare vignette... ma soprattutto, la forzatura più grossa è a mio parere quella di Deadwood Dick: . In definitiva, storia senza dubbio avvincente, intricata, soprattutto divertente in molte sue fasi, forse complessa un p? più del dovuto, ma, a parer mio, nient'affatto un capolavoro: il fatto di essermi divertito mentre la leggevo, non esclude che, nel ricordo, il sapore di questa storia sarà guastato dalle forzature anzidette e dagli antagonisti non esaltanti o addirittura "posticci".
  12. Leo

    [511/512] Ritorno A Culver City

    Quoto Paco Ordonez per queste frasi: "come dimenticare Tex e Kit sulla tomba dei genitori/nonni?... o la vignettona con i 4 pards nel buio della notte che avanzano armi in pugno lungo la main street deserta?" In effetti sono entrambe scene ad effetto, rese splendidamente dal solito, grande Civitelli, e sono le due cose memorabili di questa storia. Per il resto, pur concordando con Tahzay sulla bontà del primo albo, nel secondo, ritengo che la storia si perda e diventi, dall'intervento di Carson e Tiger, abbastanza scontata così che tutto il seguito sa molto di "deja vu". Come detto da Virgin, non è una storia detestabile (tutt'altro) ma neanche, (vd Anthony), un gioiellino. Anche per me sufficienza, non ampia ma stringata. Infine, è vero che il mondo è vario: leggendo questo forum sono stato sorpreso da molti giudizi positivi su storie che non mi avevano colpito e, al contrario, ho letto pareri discordanti su storie che ritenevo eccellenti. Questo è positivo perchè mi sta portando a rileggere storie che nel Forum sono viste positivamente e che io invece non avrei più letto (perchè non buone nei miei ricordi). Spero vivamente che alcuni miei (non positivi) ricordi sbiaditi vengano così smentiti anche grazie alle vostre osservazioni.
  13. Leo

    [501/504] Mefisto!

    Eppure ti direi almeno di provarci a leggere la storia di Yama scritta da Boselli. Penso che i disegni stratosferici (perchè saranno stratosferici) di Civitelli renderanno onore a quella che è una delle storie più attesa dai fan. Sul discorso verosimiglianza... beh, capisco che se dici che vuoi leggere Tex vuoi leggere delle "solite" rapine alla banca, indiani delle riserve che giocano a fare in banditi, spedizioni in Messico e così via però mettiamoci nei panni degli sceneggiatori: ogni tanto cambiare scenario e tematica (senza tradire lo spirito avventuroso della serie) ci deve stare. Che non siano la regola ma l'eccezione. Secondo me anzi si dovrebbe optare peer storie maggiormente che richiamino all'anima più sottilmente fantastica del nostro amato Tex,Per la storia "Mefisto"... confesso che attesi quella storia con ansia. All'epoca non esistevano forum (credo) su Tex ed internet non era sviluppata come ora. Vedere l'annuncio sul Giornale di Sergio Bonelli del ritorno del nemico numero uno di Tex fu un fulmine a ciel sereno per me (avevo venti anni che bello). I disegni di Villa sono semplicemente straordinari e vorrei presto rivederlo sulla serie (dopo l'annunciato gigante s'intende ma chissà quanto tempo dovremo aspettare). La sceneggiatura di Nizzi, almeno nella parte iniziale è molto ben congegnata. Purtroppo cade nello scontato già a partire da metà del secondo albo. Cioè, dopo la resurrezione di Mefisto (vero fulcro della storia) la narrazione diventa sciatta e banale anche se scritta con mestiere e tanta attesa, come spesso accade, viene delusa. I soliti trasformismi di Mefisto, il solito tentativo di rapire i pards sa di già visto. L'autore non riesce a mettere quel senso dell'ignoto e della magia che si respira in ogni pagina del capolavoro Bonelliano-Galleppiniano "Il Figlio di Mefisto". Ecco, anche se gli ultimi due (specie il secondo) capitoli della grande saga di Mefisto-Yama (mi riferisco a "Il Ritorno di Yama e "L'Ombra di Mefisto") non sono particolarmente riusciti nessuno può levare che Bonelli riusciva ad amalgamare molto bene il realismo western dell'azione con elementi horror e magia che in una storia del genere devono esserci. Nella storia nizziana s'intravede tutta l'incapacità di Nizzi di scrivere storie di questo tipo dove l'elemento fantastico dovrebbe essere più predominante. Anzi, il finale dell'albo (deludente, come molti hanno annunciato in questo forum) Mefisto fugge con un banale trucco rende ancora più triste una storia che poteva entrare nella top ten delle avventure di Tex. Peccato!Spero e sono sicuro che Boselli (già perfettamente a suo agio con storie molto fantasiose. Leggetevi le sue saghe marinaresche, oppure lo special "Il Principe degli Elfi" della serie Zagor oltre agli innumerevoli episodi del suo Dampyr per prenderne atto) farà un ottimo lavoro. Aspetteremo. Ma stavolta senza, almeno per me, l'aspettativa eccessiva che c'è stata per il ritorno di Mefisto ma soltanto con la curiosità di chi vuole leggere un'ottima - si spera - storia.Di leggere la legger? (Boselli lo leggo a prescindere) sia pure senza alcun entusiasmo, dato il tema. Sono sicuro anch'io che Boselli sarà più efficace di Nizzi nel costruire una storia horror-fantastica; è un esperto della materia: ricordo un suo bellissimo manuale dell'acchiappafantasmi e sui vampiri sugli almanacchi Dylan Dog dei primi anni '90: erano suoi anche quelli, se non ricordo male, no?; poi, scrive Dampyr e Zagor, e, nonostante la mia avversione per l'inverosimile in Tex, ricordo con piacere anche Omicidio in Bourbon Street... Poi, ripeto, se anche ai texiani queste storie piacciono, è giusto che gli autori assecondino, se nelle loro inclinazioni e propensioni, i loro gusti: io mi armer? di pazienza...
  14. Leo

    [Texone N. 12] Gli Assassini

    Concordo perfettamente con quanto dice Virgin sui personaggi "ruba-scena": Mitch indubbiamente ha un ruolo centrale in questa bellissima storia, più di quanto non lo abbiano gli stessi Tex e Carson: Anche secondo me, quindi, se c'è un protagonista, in questa storia, allora quello è più Mitch che non Tex e Carson. Ma questo, a mio parere, arricchisce la saga di Tex, perchè offre al lettore personaggi di rilievo, non facilmente dimenticabili. Quando sarà passato qualche anno dalla lettura di questa storia, io la ricorder? per la sua bellezza ma anche per il personaggio di Mitch, E sarà contento di questo, perchè è un'altra bella storia nel carniere, una storia con Tex, di Tex, ma non "monoliticamente" incentrata su Tex. Ritengo che proprio in ciò stia la grandezza di Boselli, nell'ampio respiro delle sue storie dato proprio da questa varietà di personaggi. Anche mio padre è un appassionato Tex (tra l'altro, come me, adora Carson): ebbene, quando parliamo delle storie, non parliamo di Tex e Carson (i cui comportamenti conosciamo a memoria e il cui ruolo è obbligato ad essere quello dei vincenti della storia, senza possibilità di sorpresa); parliamo invece dei comprimari, dello Sceriffo Clemmons e della sua nobile fine, di Shane 'O Donnell e dei ragazzi dell'Oca Selvaggia, del Sergente Torrence, dei detenuti della Grande Invasione... Personaggi che possono concludere la loro vicenda da vincenti ma anche da perdenti, il cui destino comunque non è segnato ma aperto ad ogni situazione... ciò, questa loro "fragilit?", li rende umani, e qui sta la loro grandezza, che fa da contraltare all'obbligato superomismo dei protagonisti Tex e Carson (che, comunque vada, non possono ovviamente n° fallire n° morire...)In un altro commento, Ymalpas ha scritto che il capolavoro degli anni '80 è stata Fuga da Anderville: sono d'accordo, e infatti, anche qui, Tex è co-protagonista, ma i veri protagonisti sono i due cugini legati dal sangue ma divisi dalla guerra fratricida... In definitiva, forse non sarà molto "texiano", ma io spero che Boselli continui così...
  15. Leo

    [506/507 ] A Sud Del Rio Grande

    Io ho trovato la storia un p? contorta, Anche il personaggio di Raza non è azzeccatissimo, proprio per la sua linearit?, e trovo anch'io, come Anthony, Non sono d'accordo invece sul fatto che Raza sottragga spazio a Tex, ma in generale io sono per un alleggerimento della figura di Tex a favore di comprimari all'altezza, del calibro di Ray Clemmons o Shane 'O Donnell: la presenza di simili indimenticabili personaggi, lungi dallo sminuire la figura di Tex, a mio parere accrescono di gran lunga il tenore e lo spessore della saga.
  16. Leo

    [Maxi Tex N. 09] La Pista Degli Agguati

    Concordo con quanto dice jack65 sulle debolezze della storia, soprattutto nel finale. Ciononostante, ritengo la stessa più che buona, avvince il lettore senza annoiare mai, ha il merito di proporre il non banale personaggio di Gus e di destare curiosità su chi sia il traditore del marito della bella June. Non è una storia scontata, e scusate se è poco... Complessivamente un 7,5
  17. Leo

    [501/504] Mefisto!

    Ciao Paco, mi dispiace che Boselli stia scrivendo una storia su Yama: capisco che Mefisto sia uno dei nemici più amati, ed è sicuramente il più famoso, quello il cui nome è noto anche ad un pubblico non propriamente texiano. Purtroppo, io cerco in Tex la verosimiglianza, e mi infastidiscono le storie dove invece è presente l'elemento soprannaturale. Sia chiaro, io leggo Dylan Dog e ho comprato diversi Dampyr, quindi non sono a priori contro il soprannaturale. Ma in Tex proprio non riesco a vederlo: se compro Dylan Dog, so cosa mi aspetta, se compro Tex voglio leggere storie western, non horror-western. Poi, lo so che Mefisto e il soprannaturale, essendo stati introdotti da GL Bonelli, appartengono ai canoni "classici" texiani, ma, per l'appunto, speravo restassero "classici", senza ritorni futuri... Comunque, al di l' di questa mia pregiudiziale, se a tanti appassionati queste storie piacciono, è giusto che gli autori ne tengano conto. Io, quando uscir? la storia con Yama, seppure del grande Boselli, non so se la comprer?...
  18. Leo

    [501/504] Mefisto!

    Francamente non mi aspettavo che questa storia potesse mietere commenti così entusiasti. L'ho letta nel 2002 e poi non ci sono più tornato sopra, perchè anche per me, come per Piero e per Cheyenne, è una pregiudiziale troppo forte Un vecchio nemico, peraltro, che poteva andar bene negli anni '70, e la cui saga si era conclusa in quegli anni: che senso ha, mi sono chiesto già nel 2002, all'uscita dell'albo, riscrivere una storia su di esso? Eppure, mi accorgo che un senso ce l'aveva, eccome, se a tanta gente è piaciuto... De gustibus: personalmente, spero che Mefisto non torni mai più nelle pagine di Tex. E mi dispiace anche per tutte quelle tavole del grandissimo Villa: avrebbero meritato, vista la rarit? degli interventi di Villa nelle storie di Tex, una sorte migliore...
  19. Leo

    [616/617] Sotto Scorta

    Sono d'accordo che questa storia sia una bella storia: si fa leggere bene e alla fine ci si sente appagati, e questo è incoraggiante per il futuro perchè può significare che abbiamo trovato in Tito Faraci un altro bravo sceneggiatore Tex. Non la definirei però assolutamente capolavoro: il soggetto è poco originale, la trama si sviluppa su binari saldi sul terreno senza mai "scartare" con qualche colpo di scena, e i comprimari (cattivi e buoni che siano), che ritengo fondamentali per "alleggerire" Tex e rendere più ariose le storie (e che mi fanno amare le storie di Boselli), non sono assolutamente all'altezza. I disegni dei fratelli Cestaro sono davvero belli: l'espressivit? del volto dei personaggi è superlativa, e anche Tex è in grandissima forma. Buona storia, quindi, godibile, appagante, ma assolutamente non memorabile.
  20. Leo

    [Maxi Tex N. 01] Oklahoma!

    Questa storia è semplicemente epica, ma ti lascia l'amaro in bocca: considerata la qualità di queste pagine e la grandezza di questa sceneggiatura, è davvero un peccato che Berardi non abbia mai più scritto storie per Tex. In Bonelli si pensava che lo stile kenparkeriano di Berardi avrebbe snaturato Tex: chissà cosa ci siamo persi, invece (l'esperienza successiva di Boselli insegna...). Peccato: ci resta, almeno, questa pietra miliare; poi, per attutire il rimpianto, ci si può sempre leggere qualche bel Ken Parker...
  21. Il Passato di Carson è semplicemente il più grande capolavoro dell'intera saga texiana, una storia che meriterebbe una trasposizione cinematografica che consentisse di apprezzarla anche ad un pubblico più vasto di quello texiano. Il critico Gianni Canova defin° i film di Sergio Leone come partite di calcio fatte solo di azioni da goal. Ebbene, qui è un goal continuo, spettacolo ed emozioni purissime. I protagonisti assoluti della storia sono Carson (e già questo me la fa piacere ancora di più, perchè ritengo che al Vecchio Cammello si debba ritagliare un ruolo di spessore ancor maggiore, rendendolo non semplice spalla di Tex, ma vero e proprio co-protagonista, capace di pensare autonomamente e di risolvere i problemi senza che la soluzione debba necessariamente venire dalla ?balia? Tex) e Ray Clemmons: L'altro punto di forza di questa storia è l'atmosfera : sono dettagli, ma quanto significativi! Semplicemente magistrale Marcello: il suo Carson è tra i miei preferiti in assoluto, ma, anche in tal caso, al di l' dei singoli personaggi o situazioni, ciò che preme sottolineare è l'atmosfera: il Montana, la polvere, il vento, il Golden North, il Trading Post, la prateria, il passato, il presente, la desolazione, la nostalgia: tutto questo è tangibile, presente, vivo, grazie ai disegni di Marcello. In definitiva, un grazie a Boselli e Marcello per questa storia: non un semplice fumetto, ma, per quel che può contare il mio parere, una vera opera d'arte.
  22. Un grande augurio a Mauro Boselli. La persona giusta. Buon lavoro
  23. Leo

    [Maxi Tex N. 06] Rio Hondo

    Ho riletto oggi questo Maxi Tex, e l'ho trovato davvero godibile. Nonostante il soggetto non sia per niente originale (la solita storia del grande allevatore che vuole ingrandirsi a spese dei suoi vicini), è talmente ben sceneggiato che davvero non ci si annoia mai. I ritmi sono serrati, i dialoghi tra Tex e Carson sono gustosissimi e mi hanno fatto sorridere spesso, e poi anche i personaggi sono tutti ben caratterizzati: da Mac Coy, che nonostante rappresenti la classica figura del pioniere spicca per la sua obiettivit? sugli indiani (cosa probabilmente rara tra i pionieri dell'epoca) e anche per il suo "romanticismo" (si vedano i dialoghi con la moglie morta sulle attività più minute del ranch), al figlio di Bascomb, la cui figura d', a mio parere, spessore alla vicenda per la lotta intestina tra il padre-carogna e il figlio-idealista; da Bascomb padre, le cui parole finali sul figlio che segue il proprio istinto, mentre in precedenza l'aveva bollato come "smidollato", in parte riabilitano ai miei occhi questo personaggio, che si mantiene obiettivo e privo di rancore anche nel momento della disfatta, alla vedova Herrero, figura, direi, "epica" sia quando accarezza la testa del marito morto con occhi pieni di disillusione, sia quando, alla fine, la si vede in sella al proprio cavallo sulla sommit? della roccia in attesa di consumare la propria vendetta. Un Nizzi, a mio parere, davvero in grandissima forma. Anche i disegni di Repetto mi sono piaciuti, e concordo che ricordino tanto il grande Ticci. Voto: 8 PS: è la prima volta che scrivo su questo forum, e volevo ringraziare i curatori per averci dato la possibilità di scambiare opinioni tra appassionati texiani.
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