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Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [714/715] La rupe del diavolo

    Ma io non parlo di eta, come invece ha fatto Navajo warrior. Nemmeno io fino a metà anni '90 ci ho mai fatto caso. Poi però sono cresciuto, anche come lettore. Altri invece non sono cresciuti mai, leggono Tex con la stessa ingenuità dell'infanzia, ma per me questo approccio alla lettura non rende giustizia allo sforzo degli sceneggiatori.
  2. Leo

    [714/715] La rupe del diavolo

    Anch'io conosco alcuni lettori che non sanno chi siano autori e disegnatori. Ma non credo siano i migliori. Leggono Tex per il puro piacere di leggerlo ma se gli chiedi quale storia li abbia colpiti di più hanno scarsi ricordi. Leggono per vedere Tex e il West, la storia è poco importante. Non sono senz'altro questi i lettori migliori, per me. Quando Boselli, negli anni '90, cominciò a scrivere storie ispirate, non si rivolgeva al lettore che si sorbisce qualunque cosa, ma destinava i suoi sforzi a un pubblico che riconoscesse l'originalità del racconto e l'apprezzasse (come fa ancora oggi). Leggere il nome "Nizzi" del post 2000 sul tamburino, invece, almeno a me faceva venire l'incazzatura: due o tre mesi senza Tex, mi dicevo! Se tutti fossero stati come me, e avessero magari protestato con l'editore (cosa che peraltro io non ho fatto...) chissà che non ci saremmo risparmiati noi e non avremmo risparmiato al personaggio mesi e pagine di storie inutili. Lo stile dei due autori era riconoscibilissimo e l'uno non poteva non destare biasimo quanto l'altro invece entusiasmo. Non farsi problemi sul nome dell'autore è indice di lettura superficiale per me. Che poi alcune storie di Nizzi potevano pure risultare riuscite. Ma con quel nome sul tamburino le premesse non erano promettenti. Con quell'altro nome, "Boselli", potevo apprestarmi a sognare una storia potente o bella, come spesso accadeva. Il nome sul tamburino è importante. Chi non ci fa caso è un lettore più naif.
  3. Leo

    [714/715] La rupe del diavolo

    Ah ok scusa Carlo, avevo confuso i due post anche perché ho letto la storia tardi e quindi ho dovuto leggermi velocemente 9 pagine di topic.
  4. Leo

    [714/715] La rupe del diavolo

    Le ho lette ma, se ho capito, Borden le ha bollate come "balle". Erano supposizioni peraltro argute e plausibili, ma evidentemente non rispondenti al vero.
  5. Leo

    [714/715] La rupe del diavolo

    L'inusualita sta in una sequenza obiettivamente più dilatata del solito e nelle due auto-citazioni a distanza di poche pagine. Nulla di particolare, come dici tu, ma mi piaceva pensare che Nizzi avesse scritto in in quel modo anche per strizzare un po' l'occhio ai "suoi" lettori (come in definitiva ha fatto)
  6. Leo

    [714/715] La rupe del diavolo

    Grazie per le risposte. In effetti l'incipit di questa storia è così inusuale che ho pensato che Nizzi volesse riannodare vecchi fili, e di conseguenza che questa fosse la sceneggiatura del suo ritorno.
  7. Leo

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Contentissimo di leggerti anche qui, oltre che su Facebook. Bentornato!
  8. Leo

    [714/715] La rupe del diavolo

    Mi piacerebbe sapere, da @borden o dai sempre informati @Carlo Monni e @ymalpas, se questa storia sia la prima scritta da Nizzi dopo il suo ritorno. Se cioè la storia sia stata scritta prima del color Tex di quest'estate e prima dell'Assedio di Mezcali. Ho questo sospetto perché, nelle prime 30-40 pagine, Nizzi propone: - le consuete lamentele del vecchio Carson con le giunture arrugginite dopo il viaggio del treno (vecchio tormentone nizziano) - Carson crapulone e preso in giro (vecchio tormentone nizziano) - citazione di Athabaska Lake, Tex n.530 - poco dopo, citazione di West Fork, Tex n.343. Insomma, c'è l'insistenza dell'autore con i suoi vecchi cliché e ci sono ben due auto-citazioni in poche pagine, quasi a dire guardate quanto ho scritto, vi ho portato Tex nel grande Nord sia negli anni '80 che negli anni 2000, e ve lo riporto ancora oggi. Sembra proprio di leggere non pagine di una storia, ma il racconto di una rimpatriata tra amici perduti e finalmente ritrovati, e cosa c'è di meglio che andare in un bel ristorante tutti insieme a mangiare bistecche e patatine e a prendere bonariamente in giro il vecchio Carson? E per tutti insieme intendo tutti tutti, cioè anche l'autore e i lettori, tutti idealmente seduti a quel tavolo a scambiarci sguardi d'intesa per lo scherzo che tra poco subirà il Vecchio Cammello. Tutti invitati da quel vecchio e grande autore che è Claudio Nizzi, che indugiando sui tanti elementi del passato sta di fatto ricollegando una vecchia storia (la sua) ai tempi presenti. Per questo chiedo se non sia stata questa, la sua prima storia dopo il ritorno. Sarei contento, cari @borden @Carlo Monni e @ymalpas, se poteste rispondermi. Poco dopo, i nostri vanno a bordo della Belle Star. Tex e company ci vanno la notte prima, temendo che il sabotaggio sia organizzato prima della partenza. Non succede nulla, e la notte dopo sono rinfrancati; per questo, forse, abbassano la guardia. Quando Tex esce in mutande di notte lo fa per gli scossoni del battello, quindi per una causa che potrebbe essere imputata a un'anomalia nella navigazione (avaria del battello, banchi di sabbia, ecc.) più che a un intervento umano: per tale ragione, non trovo scandalosa la scena delle mutande, dalla quale Tex esce d'altronde benissimo, mettendo fuori combattimento rapidamente i sabotatori. L' "odissea" che ne segue è poi il seguito onesto di una buona storia, che si farà ricordare se non per altro per la suggestiva ambientazione del Grande Nord, tra bracci di fiume e paludi e rupi del demonio e gole vertiginose che si prestano ad agguati, splendidamente resi dal sempre grande Mastantuono. Bentornato vecchio leone.
  9. Leo

    [Tex Willer N. 16 / 17] I lupi della frontiera

    Grazie per la risposta, e ancora complimenti per la bella storia propostaci. Soldi spesi benissimo
  10. Leo

    [Texone N. 05] Fiamme Sull'arizona

    Non ci siamo per niente, caro Valerio. Per me Nizzi 10 De la Fuente 9 A parte gli scherzi, credo che questo sia tra i texoni più belli. La storia è magnifica e i disegni molto belli (a parte i volti dei pards). L'ho amato da subito e lo rileggo periodicamente.
  11. Leo

    [Texone N. 06] La Grande Rapina

    Dissento su tutta la linea Nizzi 10 Ortiz 10
  12. Leo

    [Tex Willer N. 16 / 17] I lupi della frontiera

    A dispetto di chi dice che le storie di Tex al di sotto delle 220 pagine non possono essere granché (tra questi ci sono io), ecco che Ruju cava dal cappello una storia scintillante. Classica, con gli ingredienti giusti e soprattutto con i dialoghi giusti. Una lettura, anche se breve, davvero molto appagante. Sono, lo confesso, un po' stupito dal fatto che uno sceneggiatore come lui avrebbe fatto uccidere degli innocenti a Tex; da come scrive il ranger, lo vedo davvero molto preparato e immagino che dietro ci sia uno studio approfondito delle caratteristiche del personaggio: per questo trovo strano che non gli stonasse scrivere una scena del genere. Nella storia ci ho scorto un velato accenno al film Per qualche dollaro in più. Una banda che ha il proprio rifugio in una chiesa diroccata (come prima di loro la banda dell'Indio, appunto) e poi la storia che ruota su un trio di uomini, composto dal leader dei banditi (il Capo dei Lobos-l'Indio), il cacciatore di taglie (McDougall-il vecchio Colonnello impersonato da Lee Van Cleef), il risolutore buono (Tex-il Biondo Clint Eastwood). Mi piacerebbe sapere se è solo una mia arbitraria estrapolazione o se davvero @PRuju ha voluto inserire un piccolo omaggio al film di Leone. Grazie per l'eventuale risposta.
  13. Leo

    [Texone N. 03] Il Segno Del Serpente

    Capolavoro di Nizzi. Capolavoro di Ortiz. Capolavoro di Tex. Ma Fiamme sull'Arizona secondo me è molto sottovalutata. Per me è un capolavoro nizziano, e anche De La Fuente mi piacque molto. Rileggi anche quella.
  14. Leo

    [Texone N. 03] Il Segno Del Serpente

    Questo è un vero capolavoro. E di Fiamme sull'Arizona cosa ne pensi? Su Il segno del serpente non voglio pronunciarmi perché non la rileggo da una vita, ma non ne ho affatto un bel ricordo...
  15. Leo

    [Texone N. 02] Terra Senza Legge

    Sono storie appartenenti entrambe al filone delle storie divertenti senza particolari pretese. Storie che nella narrativa seriale sono manna, a patto di non abusarne. Ma proprio per questo non le vedo storie da Texone. Cattivi senza pretese e comprimari si' gradevoli per i loro tratti macchiettistici (qui il vecchio postiglione, altrove l'attempato sceriffo o la grassona "amorevolmente formosa") ma nulla di più. Non escludo che la mia lettura risenta troppo di quanto letto "a posteriori", ma ormai mi aspetto da questa pubblicazione personaggi di una certa levatura e storie di una certa ambizione. Senza nulla togliere a una storia divertente come Terra senza legge o a Piombo Rovente o a Tex il grande.
  16. Leo

    [Texone N. 02] Terra Senza Legge

    Diciamo che Bonelli sapeva alternare storie come quelle da te ricordate a storie più strutturate, ad esempio i suoi più grandi capolavori, così come Nizzi d'altronde. Nizzi ha ripreso alla grande lo stile di GLB, in queste e in quelle. Terra senza legge fa parte del primo filone, storia divertente ma senza troppe pretese.
  17. Leo

    [Texone N. 02] Terra Senza Legge

    Ma divertono anche me. Solo che preferisco abbiano un minimo di plausibilità, di motivazione. Questi invece non hanno alcuna motivazione sostanziale, e soprattutto occupano un numero veramente eccessivo di pagine. Io non parlo del divertimento, ma della qualità della storia, che ho trovato molto debole. Ieri è stata citata Il Clan dei Cubani: la ricordo come una storia con una trama con troppi buchi (dovrei però rileggerla). Però riconosco che è Tex puro, divertentimento puro, esasperato vitalismo, per utilizzare una bella espressione di virgin. Ma se dobbiamo giudicare la storia, beh, è poca cosa. Che poi diverta, e tanto, concordo con voi.
  18. Leo

    [Texone N. 02] Terra Senza Legge

    Letto il Texone e devo dire che stavolta parzialmente dissento da voi, cari pards. La storia è divertente, e in questo senso assolve perfettamente al suo compito. Ma è deboluccia, in verità... fino a pag. 116, è un continuo di pestaggi e sparatorie contro due avventurieri di mezza tacca, Gormann e Chavez, con l'aggravante della gratuità di queste scene: queste violenze sono infatti mirate a sapere qualcosa che in realtà Tex e Carson già conoscono, e cioe che Morrison è il capoccia del paese. Per quale ragione si intestardiscono a sbatacchiare quei due malcapitati, quali informazioni aggiuntive si aspettano di poter carpire? È del tutto evidente che tutta la prima parte, invero eccessivamente dilatata, serve solo per far divertire il lettore con espedienti alla Bud Spencer e Terence Hill, ma la sceneggiatura è poca cosa davvero. Poi, con l'entrata in scena del killer Kevin (ma siamo già abbondantemente oltre la metà dell'albo), la storia entra finalmente nel vivo, con la gustosissima scena della diligenza da voi già ricordata, con l'inganno allo sceriffo prezzolato, con la resa dei conti finale, impreziosita dall'intervento delle quattro cornacchie. Peraltro, tutta la sequenza finale sembra scritta per fare incavolare i detrattori di Nizzi: Tex salvato da quattro vecchietti armati di archibugi, che peraltro hanno la meglio su una banda di tagliagole armati di dinamite. Tex e co. sembravano in una situazione senza uscita, ma Nizzi risolve tutto con un finale affrettatissimo e poco credibile. In sostanza, la storia è divertente ed è supportata dalla maestria dell'autore nei dialoghi e nelle scene umoristiche. È una bella e piacevole lettura domenicale, ma resta una storia oggerrivamente troppo debole, e per me il fatto che sia su un Texone è un'ulteriore aggravante, per ciò che io mi aspetto da questo tipo di pubblicazione.
  19. Leo

    [Texone N. 02] Terra Senza Legge

    Come non quotarvi!
  20. Leo

    [Texone N. 02] Terra Senza Legge

    😁😁😁😁😁 Tu hai esitato. Io non esito nemmeno
  21. Leo

    [Texone N. 02] Terra Senza Legge

    Un altro Texone da me non commentato nel topic. Un'altra storia che ricordo poco. Un'altra storia che rileggerò. Ragazzi, con tutti queste vostre riletture, mi state facendo fare il pieno del Nizzi d'antan, in questi giorni
  22. Concordo con l'Avvocato. Il Topic si chiama integralismo e avanguardismo in Tex? Ebbene, Boselli lo è stato, "avanguardista". Non a caso Nizzi glielo rimproverava sempre. E' stato ambizioso fin dall'inizio. Ha voluto, fortemente voluto, lasciare la sua impronta. Ma è riuscito a innovare nel rispetto del personaggio, come HA GIA' FATTO, sia pure una volta sola, Berardi. Oklahoma è una storia atipica, innovatrice, eppure del tutto rispettosa dell'universo texiano. Boselli una volta ha dichiarato che, dopo aver letto Oklahoma, pensò che "allora Tex si può scrivere anche così". E quello ha fatto, qualche anno dopo e per tanti anni. E' un autore moderno ma anche rispettoso della tradizione Le sue storie sono corali, non incentrate solo su Tex, i suoi personaggi sono "maturi", compiuti, veri (uno su tutti, il reverendo fratello di Colorado Belle, con la sua straordinaria carica di umanità) anche e soprattutto perché sono grigi. Sono tendenzialmente più complesse (vedi ad esempio La Mano del Morto), più epiche (qui gli esempi si sprecano), più ambiziose. Io un Berardi lo vorrei sempre, sempre, sempre, anche per i suoi STILEMI, eccome! In Oklahoma la cifra berardiana era del tutto evidente, eppure che signora storia di Tex! Tex è proprio lui, è il contorno ad essere più "arioso", con i suoi ottimi comprimari. Se invece, come pare sia accaduto, non vuole mettersi al servizio del personaggio, questo è un altro paio di maniche. Assolutamente d'accordo. Ma calare dentro Tex esperienze importanti che vengono da altri fortunati personaggi non la vedo una cosa negativa. Se ciò avviene nel rispetto di Tex, si può fare. Magico Vento e Ken Parker sono personaggi fortunati. Se non nelle vendite, nella qualità che gli si riconosce. Da anni anche Tex è un fumetto di qualità, autoriale per certi punti di vista, pur mantenendo i connotati tipici che ne hanno decretato la popolarità per tanti decenni.
  23. Manfredi su Tex ha avuto un andamento alterno. Ha sempre proposto delle storie particolari, atipiche, non sempre, ahinoi, riuscite (anzi, alcune riuscite veramente male, tipo Oro nero e l'ultimo Maxi). L'ultima, la Regina dei Vampiri, mi è piaciuta: sarà che è tornato alle atmosfere gotiche a lui tanto congeniali e che hanno fatto la fortuna di Magico Vento ? Su Berardi: potrebbe "innovare" Tex? No. Il suo Oklahoma è stato massimamente rispettoso del personaggio. È anzi paradossale che un Medda, che ha proposto un Tex "eretico", sia approdato sulla regolare e il purissimo Tex berardiano no. Quindi no, Berardi non rinnoverebbe Tex. Scriverebbe, ne sono certo, delle storie di qualità, nel solco della tradizione.
  24. Leo

    [438/440] Gli Invincibili

    Stilemi che a me vanno benissimo, ad esempio. Tex per me non deve apparire sempre, ma deve apparire quando serve. Oggi abbiamo parlato di Tex il grande, gran bella storia, molto glbonelliana, in cui Tex c'è praticamente sempre e satura la storia con la sua verve, fisica e verbale. Ne Gli Invincibili, invece, è costretto a lasciar spazio a Shane e alla Banda degli Irlandesi. Nella storia di Nizzi, Tex è grande perché lo è, è un dato di fatto quasi tautologico. Nella storia di Boselli, la grandezza di Tex si riflette nell'autorevolezza con cui riesce in qualche modo a "governare" questi altri titani, che sono gli irlandesi di Halloran, e a battersi in condizione di schiacciante inferiorità numerica nel fortilizio di Carrasco. La sua grandezza è, in qualche modo, riflessa; si vede cioè dagli elementi che riesce a dominare e a vincere, non dalle cose che fa lungo tutta la storia. Avere a che fare con grandi cattivi, o con comprimari all'altezza che gli "rubano la scena", fa giganteggiare Tex più di quando domina, ad esempio, i due fratelli Patterson visti nel primo texone. Infine, anche se l'avrò detto un milione di volte, mi piace ripetere che questa storia contiene quella che a mio parere è la scena più bella di tutta la saga: quel "riportami a casa" non lo dimenticherò mai. La vignetta più struggente, alla pari con quella finale di Tex e Carson in mezzo al cotone del numero 299.
  25. Leo

    [Texone N. 01] Tex Il Grande!

    Ho riletto oggi questa storia che, 8 anni fa, avevo giudicato in questo topic piatta. Mi ravvedo, è davvero una bella storia, non un 10 ma senz'altro l'8 che molti di voi le hanno già assegnato. Soprattutto, in questa storia si vede come Nizzi, nella resa dei dialoghi, sia divenuto più Glbonelliano dello stesso Bonelli senior.
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