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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Andrò a riprenderla. La ricordo poco, non la amai molto e non l'ho più riletta
  2. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    L'ironia berardiana è sottile quanto deliziosa. C'è in Ken Parker e ce n'è a profusione anche in Oklahoma (durante una lotta tra Tex e un forzuto, una ragazza, preoccupata per il ranger, dice a Carson, che se ne sta a guardare: "dovete fermarlo. Potrebbe ammazzarlo". E Carson: "non esageriamo. Tex sa sempre fermarsi a tempo"). A proposito di esordi al fulmicotone...che rimpianto, Berardi. Aveva colto perfettamente lo spirito del ranger e pur rispettandone di il personaggio aveva introdotto quelle caratteristiche sue proprie (la coralità dei personaggi, l'ironia, la riflessivita', una certa profondità nel caratterizzare anche le comparse) che avrebbero arricchito ulteriormente la saga. Non perdonero' mai (lo dico con affetto) Sergio Bonelli per lui e Medda. Detto questo, per me l'ironia in Tex è soprattutto legata al Carson di Nizzi, è più "spessa" di quella di Berardi ma non di rado è proprio spassosa. Non è l'ironia - a volte grassa e fuori luogo - di un certo Tex nolittiano. Ebbene, ne "L'ultima vendetta" ho ritrovato quell'ironia - ripeto, soprattutto legata a Carson - che Nizzi ha saputo rendere al meglio, e che invece è - imho - meno nelle corde di Boselli. Questa storia mi è piaciuta anche per quello: come ho già detto in altri post, è perfetta per il settantennale perché compendia tutte le caratteristiche texiane: riprende il passato e la storia di Tex scritta da Glb, peraltro con l'azione serrata e lo sfrenato dinamismo tipici delle prime storie del creatore di Tex, ci innesta la sensibilità di Boselli con i suoi personaggi grigi che, quando sono riusciti, conferiscono spessore e sapore alle storie, ripropone quell'ironia così frequente - e felice - del Tex nizziano.
  3. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Kershaw, a parte i tuoi toni stimo molto la tua competenza. Ma è davvero strano - consentimi di dirtelo - questo tuo perseverare sul punto. Complimenti alla memoria di barbanera per il singolo episodio prontamente citato, ma sono decine i casi in cui Tex bluffa in questo modo... È davvero strano che tu non ne ricordi. Lo spirito è quello del bluff: situazione ripetutissima davvero...
  4. Leo

    Il Mercato Di Tex

    Non avevo molti dubbi, e infatti le mie erano domande per lo più retoriche. Ancora i miei complimenti per la storia, che - te lo garantisco - oscura la pochezza dell'albetto allegato
  5. Leo

    Il Mercato Di Tex

    Non è questo il punto. "Tizzone d'inferno" abitualmente è Tex. E' lui l'incontenibile che tempesta di pugni gli avversari (o qualcosa del genere, non mi va di riprendere l'albetto). Carson è il "Vecchio Cammello". E' un errore che fa cadere le braccia.
  6. Leo

    [403/404] Bande Rivali

    E invece io una volta tanto, durante la lettura di una scazzottata, mi sono drizzato sulla sedia, da spoltronato che stavo. L'ennesima scazzottata, bella, ci mancherebbe, è sempre un piacere, un po' come Trinità e Bambino. Aspettiamo che finisca la gustosa scenetta e andiamo avanti con la storia. E invece, ma guarda un po'! Stai a vedere che Tex è in difficoltà? No, non ci posso credere... ed ecco che sale l'adrenalina durante una sequenza altrimenti divertente ma ripetitiva. Tex deve vincere, siamo d'accordo, ma mettiamolo in difficoltà ogni tanto. D'altronde anche Nizzi, con i giganti malesi della Tigre Nera, aveva fatto qualcosa di simile (anzi, lì Tex aveva proprio perso). Medda è stato un coraggioso, ha proposto un Tex cinematografico, maturo. Personaggi tosti. Un esordio coi fiocchi, secondo solo a un certo "Il Passato di Carson". Peccato. Un altro grande rimpianto oltre a quello per Berardi.
  7. Leo

    [Maxi Tex N. 23] Deserto Mohave

    Copertina eccezionale. Il fatto che si tratti di due storie mi fa storcere il naso (ma non si era detto che il Maxi doveva essere recuperato? Immagino debbano smaltire storie già lavorate, vabbé...). Le trame tuttavia sembrano interessanti. Sono curioso di rivedere Manfredi su Tex, dopo la sua ultima e non felice apparizione sulla serie regolare.
  8. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Sì, ma siamo già a settembre! Speriamo in un bel colpo di coda. "L'Ultima vendetta", in questo senso, fa ben sperare...
  9. Leo

    [546/547] L'ultima Diligenza

    concordo con i giudizi positivi su questa storia. Scusate se mi auto-quoto, ma volevo ricordare la scena sopra descritta, seconda me tra le più belle tavole scritte da Borden.
  10. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Barbanera, invece siamo d'accordissimo. Io ho infatti parlato di "recenti sbandate". "Il messaggero cinese" e "Johnny il selvaggio" sono le ultime storie, e le ho trovate la prima non esaltante, la seconda inaccettabile per via del già discusso voltafaccia gratuito e del tutto assurdo. Ci aggiungo "Piombo e oro" (con l'attenuante che era una storia breve, anche se poi leggi "L'ultima vendetta" di Boselli e anche questa attenuante sembra venir meno) e anche "La grande corsa", con tutti quei colpevoli messi lì a casaccio per farsi trucidare, tutti riuniti lì, lungo la pista della grande corsa. Quest'ultima è forse la peggiore di tutte: per ottenere il colpo ad effetto usi artifici che non stanno in piedi. Mi dispiace, ma mi sento preso in giro. Non l'accetto. Comunque, dicevo, queste sono "recenti" sbandate. Per il resto apprezzo anch'io Ruju, lo si può vedere dai miei commenti nei topic delle sue storie, tra cui "Le catene della colpa". Gran bella storia, è vero, ma il fatto che solo questa (insieme forse a una delle sue prime, quella del ranger che incolpa Tex per la morte del figlio e insieme a "Il ponte della battaglia", per me molto bella) sia rimasta nella memoria, in ormai diversi anni di collaborazione texiana, è un campanello d'allarme. Dopo un'iniziale - e più che buona - fase di rodaggio, ci si aspettava che Ruju alzasse l'asticella, che si avvicinasse a Nizzi e Boselli. E invece è andato in calando. Quindi, io e te siamo sostanzialmente d'accordo, ma è proprio il concordare su questi aspetti che a me invece desta preoccupazione. Abbiamo passato un settantennale a mio modo di vedere deprimente. Gli unici picchi sono stati il bel Texone, e "L'ultima vendetta" (e meno male che sto ri-citando questa storia, altrimenti saremmo claomorosamente OT e i moderatori potrebbero riprenderci ), guarda caso entrambi di Boselli...
  11. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Non è la prima volta che Tex fa svolazzare fuori dalla finestra un farabutto, e questo agente indiano se lo merita tutto. Tex è sempre stato così, non capisco perché ti stupisci. Sugli altri aspetti che rimproveri alla trama è per l'appunto questione di gusti: a me la "tazzulella e cafe" ha divertito non poco. Mentre non mi importa affatto che la storia non fosse incentrata su Mallory ma su Keegan: è una bella storia? Questo mi basta. Quanto al titolo, l' "ultima vendetta", su Mallory appunto, c'è stata no? Quindi il titolo, almeno da un punto di vista letterale, anticipa fedelmente quanto avviene nell'albo. Aggiungo: Boselli viene spesso rimproverato di essere troppo verboso, di non far parlare Tex come faceva Glb, di essersi allontanato troppo dal Tex canonico degli albori. Il club delle "vecchie mummie" glielo rimprovera costantemente. Poi propone una storia glbonelliana al 100 percento (sia pure con l'innesto boselliano del personaggio luci e ombre) e gli si rinfaccia pure quello: non c'è equilibrio né identità di vedute tra noi 200.000 superstiti affezionati, ed è normale sia così. Io spero solo che Borden continui a sfornare belle storie, anche se, dopo le recenti sbandate di Ruju, sono sinceramente preoccupato per la mancanza di un valido ricambio. Non vorrei che, dopo Canzio e Marcheselli, anche Boselli resti senza sostituto, anche solo per farlo rifiatare. Sarebbe esiziale, stavolta, per Tex.
  12. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Concordo. In un altro Topic ho dato sostanzialmente ragione a Kershaw, contestandone solo i toni troppo aspri. Questi non mi piacciono, ma la competenza che dimostra quando parla di western è notevole ed è potenziale fonte di arricchimento del forum. Ma quest'ultimo suo post mi sorprende: non esiste, credo, un Tex più fedele alla versione glbonelliana di quello di questa storia! Spiccio, sbrigativo e prepotente con chi se lo merita, e l'agente indiano in questo caso se lo merita eccome. Altro che "sfortunato". Ma non hai detto di aver letto più volte questa storia?
  13. Leo

    Il Mercato Di Tex

    Sono solo canzonette, ma devono essere fatte bene. Non facciamo niente di serio, ma lo facciamo in modo serio, diceva qualcuno. L'albetto lascia davvero troppo a desiderare. Ho finito di leggerlo quando ho letto la presentazione di Carson, con il gravissimo errore segnalato da Kershaw: Tex che chiama Carson "tizzone d'inferno". Chiunque di noi, in questo forum, sarebbe stato in grado di correggere questo refuso. Non parliamo poi di Kit Killer. Questo significa che nessuno, ma proprio nessuno, ha riletto nulla. Perché se "Kit killer" è un evidente refuso, quello su Carson è qualcosa di peggio, denota una totale misconoscenza del personaggio. Dispiace, e molto. Per correggere l'albetto non c'era bisogno di un pozzo di scienza su Tex, non era necessario un Canzio, o un Marcheselli. Ma il settantennale non è stato solo l'albetto, è stato anche lo splendido albo a colori. Se una pallottola di quelle ti prende di striscio altro che graffietto, dice Kershaw. E vabbe, l'avrà solo sfiorato. Gli sarà passata lontano e quello si è ferito lo stesso ;). Ma la qualità della storia resta buona, se non ottima. Prendiamo il buono del settantennale. Che la SBE non sia quella di Sergio è ormai evidente, così come la FIGC non è quella di quindici anni fa e così come tutto il nostro paese, in tanti campi, ormai fa acqua. Mancano Canzio e Marcheselli, e nessuno riesce a sostituirli? Segno di decadenza, senza dubbio, di impoverimento di un'azienda storica del paese. Peccato davvero. Non si può non dare ragione a Kershaw, ma c'è modo e modo di criticare: i toni sono troppo aspri, davvero, e sicuramente indirizzati alla persona sbagliata. Dove finisce il ruolo di curatore di Tex? Quali sono i suoi confini? Quali i suoi limiti? L'albetto era sua responsabilità? Se anche lo fosse, credo che gli elogi per la storia dovrebbero superare di gran lunga i refusi di un prodotto minore che in fin dei conti è comunque un regalo, per quanto mal riuscito.
  14. Leo

    Gli ottanta ruggenti.Auguri a Claudio Nizzi

    Aneddoto molto significativo. Grazie per averlo postato. Non ho mai conosciuto Nizzi e ne sono dispiaciuto. Ringraziamento più bello non potevi farne.
  15. Faccio mie le tue parole. Bellissime e del tutto veritiere!
  16. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Per un'osservazione simile relativa al Color Tex estivo, mi sono beccato qualche tempo fa due poco simpatici "Mah" dall'Avvocato Monni e da Dix Leroy. Le storie brevi, l'ho sempre detto su questo forum, non si addicono a Tex, e non è un caso che i numeri celebrativi siano spesso tra i più scialbi dell'intera serie. Non mi aspettavo dunque nulla da questo n.695, che arriva peraltro quasi in fondo ad un anno, il settantennale, a mio parere per nulla esaltante, se si eccettua il più che brillante Texone. E invece guarda cosa ti va a sfoderare il Borden: un personaggio dei suoi, di quelli deliziosi come solo lui li sa rendere, di quelli che non faceva da un po'. Ti va a proporre 110 pagine vibranti, galoppanti, scintillanti. Puro Western. Purissimo Tex Glbonelliano, incastonato però in una storia tipicamente boselliana e accompagnato da uno straordinario, ironico Carson, che in tutta sincerità non si vedeva dai tempi di Nizzi. L'azione serrata e continua delle storie del padre di Tex ben si amalgama col personaggio in chiaroscuro boselliano, questo Moss Keegan ex campione di Rodeo, amareggiato dalle sconfitte e risentito contro la causa (Tex) della sua decadenza, tanto da accettare di partecipare ad un'azione contro di lui, salvo poi farsi prendere da un salvifico e decisivo rigurgito di coscienza. Già, decisivo. Perché senza Keegan Tex stavolta è spacciato. Ma Boselli è bravo a non far fare la figura del piccione al nostro ranger facendolo soccombere solo di fronte alla sfortuna più nera, materializzatasi in un tetto cascante. E poi Carson... ragazzi, che Kit Carson! Non è estraneo alla performance del Vecchio Cammello il sorriso sardonico tipico del Carson ticciano, ma a parte la sempre efficace caratterizzazione grafica, Boselli è bravo a ritagliare piccoli ma significativi e sapidi spazi per il mio pard preferito: non solo quelli già ricordati del caffé, della stella di ranger lanciata sulla scrivania o della firma, ma anche quella - molto carina - del navajo che, all'inizio della storia, con un'evidente gaffe, gli dice che i visi pallidi sono tutti pazzi. E Carson, di rimando: "buono a sapersi, ragazzo". Quando uno scrive con una tale freschezza nonostante le tante primavere sue e del personaggio, non c'è che alzarsi ad applaudire. Senza aggiungere altro, solo mani che battono l'una sull'altra per manifestare, con il proprio fragore, l'apprezzamento per un tale professionista. Che, tra le altre cose, in collaborazione con Ticci ci regala, con la pagina 45, una delle tavole più belle dell'intera serie: l'esplosiva violenza del primo vignettone (che ripercorre la storica vendetta di Tex) contrapposta alla placidità del cavaliere che cavalca verso il dolce tramonto nella più piccola vignetta in basso. Per me, cari pards, è una tavola pazzesca, e se è vero che Boselli non lascia troppe libertà ai disegnatori, ancora tanto di cappello. Tan-to di ca-ppe-llo! A proposito di disegnatori: Ticci! E' come dire Tex. Il formidabile Carson di questa storia, l'ho detto sopra, è tale anche perché è il Carson di Ticci. Di un signore che a dispetto degli anni sfodera ancora prestazioni maiuscole come questa, e se è vero che un po' di stanchezza la si intravede - ma come potrebbe essere altrimenti? - è anche vero che il colorista è stato talmente bravo a rilucidare il tutto da non farla quasi trapelare. Questa storia in bianco e nero avrebbe rivelato qualche ruga in più dell'immenso Ticci. Così invece è perfetta. E infine, letta l'ultima pagina di cotanto gioiellino, ti soffermi a rimirare il capolavoro di Villa. E pensi: ma questo è un albo celebrativo! Uno di quelli che hai sempre detestato! Mi tocca dare ragione all'Avvocato Monni e a Dix Leroy.
  17. Leo

    [696/699] L'ombra del Maestro

    Ragazzi, io del settantesimo salvo solo l'ottimo texone. Ho però grandi aspettative, oltre che per il ritorno dell'immenso Ticci, per questo malloppone di 440 pagine la cui copertina iniziale è semplicemente da urlo. Speriamo bene
  18. Leo

    [693-694] Il ritorno di Proteus

    Continuo a ritenerla forzata, come tutta la gestione della fase finale.
  19. Leo

    [693-694] Il ritorno di Proteus

    Sono d'accordo, Johnny, sul fatto che più volte Tex sente puzza di bruciato in situazioni pacifiche. Ma almeno in quelle situazioni c'è anche lui. Qui sta solo parlando, nell'ufficio dello sceriffo, del matrimonio evento del paese. Lui non c'è, non sa chi siano gli sposi, i consuoceri, gli invitati, i testimoni. Non sa nulla di nulla. È il matrimonio di gente in vista del paese, solo questo sa. Vuoi che lo sposo non sia Proteus sotto mentite spoglie? sull'utilizzo della figura di Kit concordo con te.
  20. Leo

    [Color Tex N. 13] Piombo e oro

    Questa tua pertinente osservazione (scarso sviluppo del character potenzialmente più interessante) è figlia secondo me del vincolante perimetro entro il quale è costretta la creatività dello sceneggiatore in una pubblicazione del genere. Anch'io non piangerei se la chiudessero, con buona pace di quello che considero personalmente un "malloppino" striminzito e del tutto sproporzionato rispetto all'esborso richiesto.
  21. Senz'altro l'unico che può autorizzare o proporre o curare in prima persona una virata del genere non può che essere Boselli. Non mi dispiacerebbe vedere su Tex un "filone" nuovo, tipo l'Odissea Americana zagoriana. Un viaggio lungo più albi (ma tanti, non quattro o cinque, con diverse storie separate ma con una continuity serrata), dal respiro talmente ampio da lasciare spazio a delle sotto-storie che magari coinvolgano i pards personalmente. E che siano drammatiche, o epiche. Mi piacerebbe una storia alla I Giustizieri di Vegas con i pards parzialmente separati (in vicende ben più ampie di quella raccontata nel bellissimo albo sopra citato). Mi piacerebbero situazioni drammatiche, tipo L'Uomo senza passato, con Tex dagli occhi bui per la preoccupazione per le sorti del figlio, o tipo L'Uomo con la frusta (o La cella della morte), con Carson alla disperata ricerca di salvare il suo pards. Mi piacerebbe un romanzone di tanti albi, con tanti capitoli, magari dedicati singolarmente come detto a Carson o agli altri due pards. E che siano davvero emozionanti, che non lesinino situazioni forti, veramente, potentemente drammatiche. Avversari titanici. Menti diaboliche (sempre come quelle che stanno dietro a L'Uomo con la frusta, magari, o a Fiamme sull'Arizona), che si servono di manodopera eccellente (ammazzasette affascinanti e in gambissima). E comprimari alla Shane, in chiaroscuro, avversari e amici, ambigui ma non troppo. Sento la necessità di una ventata nuova, che abbia tra i suoi elementi l'epos e il dramma. Che faccia giganteggiare un Carson (il pard), uno Shane o un Rodelo o un Corbett o un Clemmons (il personaggio ambiguo), un Brooke e Cantrell (l'avversario dalla mente fina), una Colorado Belle (la vittima dal triste destino). Tex non è Zagor. Ma chissà che non si possa fare. Sognare non costa nulla.
  22. Leo

    [Color Tex N. 13] Piombo e oro

    Io ti auguro di campare cent'anni, ma poiché, come hai detto tu, non capiresti mai certe osservazioni, provo a spiegarmi meglio. Per la verità, proprio con te abbiamo parlato infinite volte di questo tema, e cioé il formato (160 pagine) di questa pubblicazione, che io continuo a ritenere penalizzante per la buona riuscita di una storia. Né carne né pesce. Tu hai ribadito mille volte il tuo pensiero, e cioé che ritieni non sia così, che il Massacro di Goldena e altri esempi stanno lì a dimostrare che io ho torto. Io altrettante volte ho replicato che per me le storie riuscite su questo formato sono l'eccezione che conferma la regola. Ecco, la mia osservazione sul "non poteva fare di più" si inserisce nel solco di quelle osservazioni. Non l'ho detto più esplicitamente per non ripetermi e annoiare gli altri pards. Il mio pregiudizio su questo tipo di storie è confermato, ai miei occhi, dalla scarsa qualità di questa collana. Da qui l'aggettivo infelice che le ho attribuito. Per me una pubblicazione è infelice quando non ha nulla da dire, quando propina storie "piacevoli" (aggettivo che ormai mi fa venire l'orticaria) senza infamia e senza lode. Con € 6,30 compro qualcos'altro, un libro, ad esempio, ci metto più tempo a leggerlo e probabilmente con più appagamento. Il "bel malloppone" che vorrei io non deve necessariamente essere colorato. Deve essere bello. Il contenuto, non la forma del Tex a colori, quello cerco. Ribadisco che non me ne frega nulla del malloppone se questo contiene una storia infelice. Ribadisco l'aggettivo infelice. Questa collana ha avuto pochissimi picchi. Boselli non lo ammetterà mai, ma lo sanno anche loro che su questa collana ci destinano le minestrine. Lo sanno e non possono né vogliono dirlo, e ci mancherebbe. Anzi, finché la collana vende e ci sarà chi, come Dix, è soddisfatto del malloppone, fanno bene a produrla, a pagare Ruju e Scascitelli e il colorista. L'importante è che i ricavi superino i costi. Ma io, francamente, preferivo venti o trent'anni fa, quando non ero indotto in tentazione ad acquistare un prodotto mediocre. Non ho la verità infusa, ma penso di saper giudicare la qualità di una storia. E quando ho finito di leggere "Piombo e oro" ho avuto la sensazione di aver perso del tempo, sottratto incautamente alla lettura di Posteguillo e di tanti altri libri che avrei potuto leggere in quella mezz'ora di libertà. Non ci ricascherò più. Mentre voi che siete contenti di queste storielle continuerete a comprarlo. E tutti noi ci terremo i nostri "Mah!",
  23. Leo

    [693-694] Il ritorno di Proteus

    Concordo che possa essersi trattato di una leggerezza, proprio perché la storia poteva andare avanti diversamente. Forse sono un po' risentito con ruju (su cuore apache la pensiamo allo stesso modo), o forse è venuta fuori la mia idiosincrasia per mister p, tenuta a bada durante la lettura da un'ottima sceneggiatura fino a quel momento. O forse - chissà - invecchiando divento più pignolo e meno tollerante. Chissà.
  24. Leo

    [693-694] Il ritorno di Proteus

    In effetti capisco che un personaggio à la Proteus possa piacere oppure no, e che più di tanti altri sia soggettivamente apprezzabile o meno. Io non lo amo, ma il primo albo mi è piaciuto davvero: complimenti a Ruju per avermelo fatto piacere, con il suo consueto egregio mestiere. Nel secondo albo quella scorciatoia è talmente mal riuscita però che non solo mi è venuta voglia di gettare l'albo, ma ecco che d'incanto sono tornate tutte le mie riserve su un simile personaggio, che pure Ruju aveva contribuito a far dileguare con il primo albo. Non riesco a digerire le scorciatoie, e mi pare che Ruju ultimamente ne stia imboccando parecchie. Io forse sono uno che storce subito il naso, non so, ma questo è sempre stato il mio modo di leggere: non dico che le storie degli anni passati non prendessero scorciatoie, ma probabilmente non erano così smaccate, erano un po' più ponderate, e quindi per me più digeribili.
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