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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Rivedere Nizzi ai testi è un po' come tornare indietro nel tempo. Ne sono felice, sperando che la lunga pausa gli abbia giovato.
  2. Leo

    [Maxi Tex N. 21] Nueces Valley

    Beh, Ymalpas, non è così scandaloso trovare inverosimile che un vecchio ottantenne e male in arnese - e non lo dice un lettore qualsiasi ma lo stesso Tex durante la storia - finisca per vincere contro un ex campione di boxe a mani nude, integro e di trent'anni più giovane. È semplicemente inverosimile. Ma, come ho scritto nel mio post, chi se ne frega: la storia è bellissima e ce la godiamo così. Con un'ultima scena - quella ambientata nel '38 - fantastica e una penultima indubbiamente inverosimile...
  3. Leo

    [Maxi Tex N. 21] Nueces Valley

    Complimenti a Mauro Boselli. Complimenti per questo campionario di personaggi e di situazioni che fanno rivivere l'atmosfera del Western classico. Complimenti per Jim Bridger ma soprattutto per Ken Willer, uomo coraggioso che non abbandonerà mai più la sua collina. Complimenti per la scena finale, di nuovo ambientata nel '38. Tex è figlio di Ken e Mae, ma Tex è anche figlio della Valle del Nueces. Selvaggio e indomito come la terra in cui nasce e che lo plasma, tenera argilla nelle mani della Valle e di Gunny Bill, rude e dolce figura di uomo della frontiera. La ballata di Jim Bridger, infine, sublima il momento dell'inverosimile scontro e distrae da un esito a dir poco assurdo. Ma chi se ne frega. Complimenti davvero.
  4. Leo

    [Maxi Tex N. 21] Nueces Valley

    Complimenti per la modestia Mi impegnerò a leggerli comunque, anche se non riesco nell'immediato.
  5. Leo

    [682/683] Il ritorno di Lupe

    Come di consueto, mi trovo ad apprezzare il commento di pecos, che fotografa in buona parte anche il mio pensiero, soprattutto sull'infelicissimo Ricardo, che nel mio post "defunto " avevo paragonato al tenente Parkman di Caccia Infernale: un personaggio che Boselli voleva riabilitare dopo la pessima figura fattagli fare nella prima apparizione ma che si macchia dell'eccidio di indiani inermi. Ci restai male nel leggere quel passo falso; con Ricardo ho avuto la stessa sensazione di fastidio se non più forte. Dissento da pecos solo per il finale del suo post: purtroppo questa storia non è, a mio parere, di buon livello, a meno che non si voglia fare la media aritmetica tra il primo albo da nove e il secondo da cinque. Ma la media va bene a scuola, non per valutare un'opera intellettuale nel suo complesso. L'opera nel suo complesso è purtroppo compromessa da un finale molto infelice, nonostante un primo albo molto molto ispirato.
  6. Leo

    [684/685] Wolfman

    Se così fosse, ne sarei dispiaciuto... Una parte di storia che mi sta interessando diverrebbe oltremodo banale... Può essere che tu abbia ragione ma spero sinceramente di no
  7. Leo

    [684/685] Wolfman

    Li ho letti, ma non ho colto il fatto dello spoiler, perché ho accuratamente evitato di andare a vedere il sito della Bonelli. Ma mi sembra di capire, dalle parole di Borden, che questo presunto spoiler in realtà non ha fatto troppo danno. O no?
  8. Leo

    [684/685] Wolfman

    Non sono d'accordo: credo che la storia coniughi il tema avventuroso e la trama gialla. L'assassinio è un pretesto e siamo d'accordo, ma è un pretesto che fa sì che questa storia sia ANCHE un giallo. Certo se l'assassino è il fratello della prostituta hai ragione tu, ma io non credo sia così...
  9. Leo

    [684/685] Wolfman

    Beh se alludi al fratello della prostituta direi che è TROPPO evidente... Se fosse così sarebbe una delusione. Per questo credo che possa essere chiunque (anche la prostituta bionda) ma non lui (spero)
  10. Leo

    [684/685] Wolfman

    Concordo sull'ottima fattura della storia. Spero che Ruju non si perda nel secondo albo, come accaduto recentemente proprio a lui con i Forrester e a Borden con Lupe. Per ora storia davvero molto buona. Non avevo fatto questo accostamento durante la lettura, ma dopo che tu mi ci hai fatto pensare, mi è parso un paragone abbastanza azzeccato. Medda è, con Berardi, uno dei miei più grandi rimpianti texiani. Sarebbe bello se Mauro potesse nuovamente provare ad ingaggiare questo sceneggiatore, anche per qualche storia ogni tanto. Sarebbe, ça va sans dire, un innesto di assoluta qualità. Ahi ahi pecos, affermazione incauta: ci sono capolavori anche di una sola pagina; storie di ampio respiro condensate in otto tavole; come puoi fare queste affermazioni? Si scherza eh...io la penso assolutamente come te, ma magari è un mio (nostro) limite, quindi nessuna polemica ma solo una battuta... Capolavoro per testi e disegni (nonostante le 220 tavole ;-) )...
  11. Leo

    [682/683] Il ritorno di Lupe

    Peccato per questo topic, annientato dal black-out. A differenza del previdente natural killer, io non posso ricopiare i miei interventi perduti. La storia ha fatto molto parlare di sé, per i suoi pregi (concentrati tutti nel primo albo) ed i suoi difetti (più evidenti nel secondo). Tutto sommato un ritorno di Lupe rivedibile, nonostante un primo albo molto molto bello. I disegni invece ineccepibili, con in più una Lupe e una Luz estremamente sensuali, il che non guasta.
  12. Leo

    [684/685] Wolfman

    L'ultima di Ruju mi ha lasciato con l'amaro in bocca, una mezza delusione... spero quindi che questa storia mi riconcili con l'autore sardo, anche se non posso fare a meno di notare che Ruju continua imperterrito a produrre storie di due albi: lunghezza che lui da sempre ritiene congeniale a Tex, ma io francamente non credo che 220 tavole possano farci gridare al capolavoro. Comunque l'ambientazione innevata mi intriga assai, quindi aspetto fiducioso l'uscita...
  13. Non mi convince il personaggio di Juan Cortina, che tradisce i suoi sodali in affari, ma poi, come se non fosse già ampiamente compromesso, abbandona Tex e i suoi, per non compromettersi ulteriormente (!) Salvo poi consentire di chiamare i rangers: mi pare un comportamento un tantino incoerente, in tutta franchezza... Disegni bellissimi e bellissima colorazione, ma in troppe tavole Andreucci presenta una gabbia tutto sommato abbastanza regolare. Per quanto quelle di questo cartonato siano stupende, non posso fare a meno di paragonarle con le tavole di De Vita, che ha prodotto una vera delizia per gli occhi, anche grazie alla completa destrutturazione della gabbia ed alla totale, gioiosa, sfrenata libertà con cui il disegnatore ha realizzato la sua opera. E poi... e poi, mi è mancata tremendamente la carta lucida degli altri cartonati!!! Vorrei chiedere a Borden come mai si sia virato verso la scelta di una carta più opaca, cosa che secondo me fa perdere appeal ad una pubblicazione che della grafica fa il suo punto di forza. Magari altri preferiscono questa carta meno lucida, ma a me piaceva da matti la carta degli altri cartonati, con quello di De Vita che m'è rimasto negli occhi e nel cuore...
  14. Leo

    Passato o no?

    La risposta è sì anche per me, caro Mauro. Il Passato è una fonte inesauribile di possibilità, e non è un caso che molti eroi seriali del cinema e della letteratura abbiano visto scandagliata la loro gioventù in profondità. Il Passato è affascinante, consente di caratterizzare diversamente il personaggio, rendendolo anche più libero da briglie magari impostegli nel tempo presente (vedi il magnifico - in tutti i sensi, Texone da paura - fuorilegge). La verità è che il Passato è così suggestivo, che un autore ha tutto da guadagnarci nel fare ricorso a tale espediente narrativo. Non può passare inosservata la circostanza che tutte le storie ambientate nel passato di Tex abbiano tutte riscosso il forte favore del pubblico e che alcune di esse costituiscano dei veri capolavori: per rimanere alle tue storie, ricordiamo Il Passato di Carson, in parte Gli Invincibili, la tua storia - sempre parzialmente nel passato - del Sergente Torrence, La Grande Invasione, Missouri, Jethro, la brevissima e gustosa Maria Pilar, per non citare il Texone appena edito; Nizzi ci ha regalato splendidi viaggi nel tempo con Fuga da Anderville e Furia Rossa; la sola storia brutta sul passato di Tex secondo me è proprio Il Passato di Tex! In definitiva, sarei ben contento se rivolgeste maggior attenzione a tale tematica, a patto che non coinvolga solo Tex, ma che possa vedere anche il Vecchio Cammello protagonista: la recente Maria Pilar, per l'appunto, conferma le potenzialità delle storie del Vecchio Cammello in baffi e pizzetto neri, sarebbe un peccato non approfittarne. Infine, anche se non c'entra niente, e consapevole che potrei prendermi un'accusa di stalking, non disdegnerei gli spin off: resto sempre in trepidante attesa di quello con Ken Parker; anche se ancora non lo sai, prima o poi lo realizzerai, e la storia mi darà ragione
  15. Leo

    [680/681] La pista dei Forrester

    Il problema tecnico delle 220 pagine è obiettivo e non semplicemente sormontabile. Il fumetto ha dei tempi di produzione che devono essere rispettati, non è I Promessi Sposi. E siamo d'accordo, perché ciò è innegabile. E' altrettanto innegabile che il lettore Paco Ordonez - che è un lettore appunto e non un editore - sia legittimato a lamentarsi per la velocità con cui alcune storie si chiudono, probabilmente proprio perché compresse nei limiti di cui sopra. Stavolta mi lamento anch'io, e me ne dispiace, sia perché mi piace Ruju (tantissimo), sia perché in particolare mi era piaciuto nella prima parte di questa storia, che essendo così bella non riesce poi a mantenere le promesse calando terribilmente nel finale. Finale troppo affrettato, è vero, non c'è disquisizione tecnica che tenga o che possa lenire la mia delusione: il drammone del fratello matto non si concretizza, ma fosse solo questo: el general, che pareva avversario epico, nonostante la schiacciante superiorità numerica si squaglia come neve al sole. Cosa resterà, nella mia memoria di lettore, di questo personaggio che poteva essere un gran vilain e non lo è stato? e di quei tre fratelli, così profondi nelle prime 110 pagine, soprattutto l'ombroso e riflessivo Jerome ed il matto col botto Timothy , cosa rimarrà, se non la sensazione dell'aspettativa andata delusa? Forse sono troppo severo, al solito dovrò rileggerla, prima o poi, per apprezzarla meglio, ma davvero questo finale non me ne farà venire la voglia. E ribadisco che me ne dispiace, date le premesse e la fiducia che ripongo nell'autore sardo. Nel quale stavolta non ho notato la consueta cura nel preservare la robustezza e la coerenza della storia: il fortino del general, ad esempio, nel primo albo sembrava inespugnabile, del tipo di quello di Carrasco di boselliana memoria. Poi, i tre Forrester vengono attaccati, e non solo riescono ad avere la meglio su mezzo esercito, ma soprattutto scavalcano con le loro cavalcature un muretto alto mezzo metro! Forse ad alcuni questa mia osservazione parrà una baggianata, ma io credo che ne risenta la coerenza della storia. Il fortino è stato disegnato come cinto da muri alti, e d'altronde è credibile che una manica di desperados si rifugi in un luogo difendibile. Se poi abbassi i muri così da renderli muretti valicabili con un balzo al solo fine di fare andare avanti la storia, mi spiace ma non mi sta bene. Mi spiace, sì. L'ho già detto no?
  16. Leo

    [Texone N. 32] Il magnifico fuorilegge

    La penso come te james. Boselli è troppo custode della tradizione per far scontrare i due amici: eviterebbe a Tex la brutta figura certa che ne deriverebbe.
  17. Leo

    [Texone N. 32] Il magnifico fuorilegge

    Riprendendo il commento, non si possono non sottolineare altre caratteristiche del giovane Tex svelate o confermate dalla lettura del Texone: una certa malinconia per il suo destino ("lui mi ha sparato ed io mi sono difeso. Sembra la storia della mia vita"), il fascino suscitato nelle giovani ragazze (dalle prostitute di Robbers' nest all'indianina zuni che "non somiglia alla madre di Kit"), la consapevolezza di sé (molto azzeccata la frase "essere miei amici è una conquista, hombre"). La scrittura, che si mantiene ispirata per tutte le 240 pagine di questa corposa storia, rende questo Texone uno dei più belli di tutti i tempi. Credo che Boselli non si sia mai divertito tanto: libero dai "legacci" del personaggio attuale, l'autore ha potuto sbizzarrirsi con questo Tex più giovane e scanzonato, raggiungendo un risultato eccelso che fa ben sperare sulla produzione di nuove avventure del giovane fuorilegge, un filone per certi versi inesplorato e potenzialmente molto redditizio. E' evidente che ai lettori piacciano questi salti nel passato, che d'altronde hanno avuto successo anche per tanti altri personaggi seriali. In questa operazione di recupero degli albori, spero non ci si dimentichi di Carson (vogliamo una Maria Pilar formato Texone, per intenderci...;) ) Capitolo Andreucci: mai connubio sceneggiatura - disegni fu più perfetto. Queste pagine non potevano trovare interprete migliore. Era scritto che Boselli affidasse questa storia a cotanta mano: Dio, o il destino, volevano il capolavoro assoluto.
  18. Leo

    [Texone N. 32] Il magnifico fuorilegge

    Nel ricreare il Tex dei primordi, con ritmi vorticosi ed azioni travolgenti, Mauro Boselli si è fatto innanzitutto un favore. La trama non è fondamentale, basta creare un legame, un filo narrativo anche esile tra le tante sequenze d'azione ed il gioco è fatto: per uno del suo mestiere, ideare tante scene d'azione, tante azioni da goal, è un gioco da ragazzi ed ecco che ti fa assistere ad un match con segnature a profusione che mandano letteralmente in estasi gli appassionati che leggono "sugli spalti". Ma, assodata questa volontà iniziale ("facciamo il Tex delle origini, imprimiamo alla sceneggiatura ritmi rocamboleschi con continui cambiamenti di fronte ed azioni in contropiede - per continuare nella metafora calcistica - facciamo parlare Tex à la GLB"), indubbiamente semplificatrice ma come detto anche entusiasmante, ciò che conferisce a questa lettura un'aura di epos sono senza dubbio i dialoghi, sempre felici, in alcuni punti meravigliosi. Sarebbero da citare per intero, tanto sono belli e significativi, dalla scena iniziale alle splendide pagine di Robbers'nest, dal tradimento degli amici all'entrée di Cochise: insomma, si potrebbe parlarne per giorni, di tali prelibati frutti della fantasia di questo signore che, a ventitre anni dal suo esordio, ancora sa emozionare in questo modo! E' un Texone di omaggi. Io ne ho scovati alcuni, non so se fossero o meno voluti dall'autore, gliene chiedo conferma, se vorrà darmene. Quello della scena iniziale (evidente ma comunque bellissimo) fa il paio con quello proposto a pag.33, quando Carson si chiede, retoricamente, se si sia mai sentito di un uomo solo che ne minaccia venti . A proposito di pag.33, questa è secondo me una delle più belle dell'intero albo: Carson e Tex riflettono sul fatto che, se il destino avesse voluto diversamente, a quel tempo sarebbe potuto accadere che il ranger Kit Carson desse la caccia al fuorilegge Tex Willer: Carson è infastidito dalla probabile ipotesi che potesse essere lui, già grande ranger allora, ad avere la peggio contro il giovane scavezzacollo. Che duello da brividi, al solo pensarci! Chi vincerebbe? So qual è la risposta, ma si sa che io parteggio per Carson... Altro omaggio, stavolta a sé stesso, Borden potrebbe averlo proposto nella scena del trading post, così somigliante a quella del giovane Carson che fa il suo ingresso da Cyrus Skinner... Il titolo è senza dubbio un omaggio a Per un pugno di dollari: il nome di lavorazione di questo film è stato infatti per molto tempo Il magnifico straniero. E come Clint Eastwood, nel film di Sergio Leone, capita in un paese di fuorilegge dilaniato dalla lotta intestina tra due potenti famiglie e lo mette a soqquadro scatenando le bande l'una contro l'altra, così fa in questa storia il nostro magnifico fuorilegge con i clan Schirmer e Mendoza. Omaggio per nulla velato, a mio modo di vedere, alla prima fatica del regista degli spaghetti western, sia pure con una robusta dose di originalità. Ora devo sospendere il post per minacce muliebri, ma lo riprenderò quanto prima. Il tanto entusiasmo accumulato deve trovare sfogo su questi lidi. Scusatemi se vi ammorberò ancora
  19. A Galep resterà sempre l'orgoglio di essere stato il creatore grafico di Tex. Non poteva umanamente reggerne i ritmi, e lo sapeva. Gli interpreti che sono venuti dopo di lui, Ticci e Letteri per primi e gli altri a seguire (cronologicamente parlando), pur con le robuste personalizzazioni di cui abbiamo parlato, sono stati all'altezza del personaggio, contribuendone alla grandezza. Probabilmente, se Galep oggi è Galep, lo deve alla leggenda di Tex, alimentata anche dai suoi successori e colleghi. Anche per me rivedere il Tex di Galep in Faccia da cuoio fu un tuffo al cuore...
  20. Leo

    [02] [Almanacco 1995] La Carovana Della Paura

    Sostanziale, è vero. Né ho dimenticato questa differenza. Ma nella psicologia di Saguaro è l'uomo bianco, non i singoli violentatori e stupratori di sua moglie, il colpevole. L'uomo bianco che lo ha confinato nella riserva, l'uomo bianco con la stella di latta che lo deride e lo tratta da straccione. Come ho detto prima, Tex guarda alle motivazioni. E' consapevole del dramma dell'indiano, cui hanno ucciso il coniuge come nel caso della vedova Herrero. E sa perdonare. Se non avesse fatto così, forse su questo topic leggeremmo accuse simili a quelle lanciate per I Fucili di Shannon: dura la vita dello sceneggiatore.
  21. Leo

    [02] [Almanacco 1995] La Carovana Della Paura

    In questi giorni ho riletto Rio Hondo: anche in questa storia, nell'ultima scena, Tex e Carson lasciano andare la vedova Herrero, che pure si era macchiata, per vendetta, dell'omicidio di due uomini. Ne La Preda, di Boselli, in regalo su facebook in questi giorni, Tex si comporta allo stesso modo nei confronti di un ribelle mescalero (anche se in questo caso le sue colpe sono imprecisate). Tex guarda alle motivazioni, e non può nemmeno far passare sottogamba il fatto, importantissimo, che Saguaro lo ha graziato, dimostrando grande lealtà. La verità è che se Nizzi avesse fatto comportare Tex come dici tu, non avremmo lesinato all'autore le critiche mossegli per I fucili di Shannon (critiche immeritate col senno di poi). A distanza di settant'anni, scrivere Tex non è semplice. Se poi tra le restrizioni che si impongono agli sceneggiatori per essere fedeli al personaggio ci fossero anche il fatto che il "nostro non può farsi mettere sotto", il compito per gli sceneggiatori diverrebbe proibitivo. Laredo, io capisco che non ti vada giù che Tex faccia una brutta figura, ma quando quest'ultima, ogni tanto, è funzionale ad una storia che è una bella storia, lasciamo correre... L'ultimo Tex nizziano aveva svariati problemi, non ultimo quello che dici tu. Ma se Nizzi avesse continuato a scrivere Tex come in questa storia, io non me ne sarei troppo lamentato: anche a costo di qualche brutta figura a Tex, avrei avuto delle gran belle storie western. Preferisci il Tex Rambo del Capitan Jack di Faraci? Io francamente no.
  22. Per ridere ma non troppo. La verità è che la coerenza fisica del personaggio negli anni è andata a farsi benedire. Il Tex energumeno di Fusco è un omaccione possente ed imponente, e non è un caso che Fusco agli inizi (quando pure proponeva un Tex più smilzo) non fosse del tutto apprezzato (per inciso, io amo il Tex di Fusco...). La sua fisicità lo avvicina al Tex di Civitelli o di Villa, pure essi dei marcantoni non da poco. Più snello il Tex di Letteri (non l'avevo mai pensato "sexy", come dici tu, ma è una definizione che mi trova perfettamente d'accordo: e pensare che Nizzi non amava troppo Letteri, tanto che quest'ultimo era "costretto" a lavorare con Boselli o con il Berardi di Oklahoma proprio perché l'autore modenese non lo riteneva troppo adatto al suo modo di vedere Tex), più scattante, ma "sexy" al contempo, quello di Ticci (in queste sue caratteristiche, ma solo in queste, possiamo forse associarlo al Tex del primo Ortiz), troppo esile e giovanile quello proposto da Sejas (sembra il fratello deperito del Tex di Fusco o di Civitelli). Insomma, troppo distanti un po' tutti questi Tex da quello primigenio di Galep. Ma, come per la cronologia, non me ne cruccio affatto. E' normale che Tex non possa essere disegnato allo stesso modo (certo, si sarebbe potuto chiedere a Fusco di dimagrirlo un po', o soprattutto a Sejas di irrobustirlo quel tanto che basta per non farlo sembrare un impiegato del catasto!) così come è irriducibile la vita del nostro in un binario cronologico coerente: ci sarebbe voluta da parte di GLB un'attenzione che all'autore non interessava per nulla, anche perché all'epoca non immaginava nemmeno che il suo personaggio potesse raggiungere i 70 anni ed essere sviscerato ed analizzato in tutti i suoi aspetti da una manica di pazzi quali siamo
  23. Leo

    [Texone N. 32] Il magnifico fuorilegge

    Bellissimo! Grande trovata questa dei trailer tridimensionali
  24. Leo

    [02] [Almanacco 1995] La Carovana Della Paura

    Sono d'accordo con Ymalpas: non puoi avere questo metro di giudizio su Tex, semplicemente perché Tex non è mai stato così. Mai stato una sbirro, si veda ad esempio Kid Rodelo. L'indiano meritava di essere punito, ma prima ancora era stato vittima della ferocia e del razzismo dell'uomo bianco, e da lì nasce la sua collera. Senza contare che, da uomo leale, grazia Tex. Ed ha il merito di salvare la bambina. E' vero, qui viene umiliato. Ma, come ho scritto nel mio precedente post, ci sono molte attenuanti, non ultima il fatto che Saguaro gioca in casa, e conosce perfettamente gli anfratti di quelle rocce. Inoltre, è Tex che lo sta cercando, ed è quindi costretto a scoprirsi per primo. Appunto. Si avvicina ma non lo è. Non può esserlo. Per un episodio condanni tutta la storia, giudicandola pessima? E qui veniamo al nocciolo della questione: Tex secondo ciascuno di noi. Tex è infallibile. Tex deve punire sempre gli assassini. Ma questa è una visione molto personale, laredo. Tex non è mai stato questo. Tex è quasi infallibile, è pur sempre un uomo, e qualche volta è ammesso che sbagli; Saguaro è un grande avversario, si trova in una posizione di vantaggio rispetto a Tex, non c'è nulla di disonorevole nell'essere battuti, per una volta, in un contesto simile. Ma Saguaro è anche una belva ferita, feroce e affamata del sangue dei carnefici della sua donna; eppure, sa essere ancora un giusto, al cospetto di Aquila della Notte. E allora non è scandaloso che quest'ultimo venga a patti con la sua coscienza. E che lo faccia anche Carson. Ne Gli Invincibili, la banda degli irlandesi è composta da rapinatori sanguinari, da mercenari senza scrupoli. Eppure, Tex e lo stesso Montales si "perdono per strada" un po' dell'oro dell'Imperatore Massimiliano a loro favore. Tex non è mai stato uno sbirro. Non confondiamo la nostra personalissima visione del personaggio con la coerenza del personaggio in sé.
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