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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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  1. Leo

    [640/642] Giovani Assassini

    Storia che si mantiene bella, anche se non tutto mi è piaciuto. S P O I L E R 1) Non mi è piaciuto il piano di Durango sull'attacco ai minatori che comportava lo spreco di tutto quell'oro. E' poco verosimile che dei fuorilegge, sia pure animati dallo scopo della vendetta e non solo da quello dell'arricchimento, concepiscano un piano che preveda un sacrificio (di oro) così grosso. Lo stesso Borden si sente in dovere di giustificarsi facendo apparire Kid e Dallas in disaccordo con il piano di Durango: si tratta però di spiegazioni postume che non mi convincono appieno. 2) Non mi è piaciuta l'esageratissima preveggenza di Tex riguardo al piano suddetto, tanto più perchè questo piano, nella sua "originalità", era troppo poco prevedibile. Tex intuisce che stavolta i ragazzi attaccheranno l'oro PRIMA che questo venga depositato in banca ed intuisce pure, nonostante la pioggia torrenziale, che la frana sia artificiale e non causata dalle avverse condizioni atmosferiche. Un'intuizione va bene se verosimile, Tex ha più fiuto del normale, d'accordo, ma qui mi pare esagerato. 3) Mi pare esagerata anche la preveggenza dei "giovani assassini" quando intuiscono, solo perchè hanno sentito una voce gridare "fuoco" dalla boscaglia, che ad inseguirli siano Tex e soci. Qui, come nel punto 2, mi sembra che manchino dei passaggi narrativi, che tutto sia iper accelerato con delle poco giustificabili scorciatoie che consentono agli uni di capire cosa sta per accadere e agli altri di sapere con chi hanno a che fare: scorciatoie, appunto, che mettono il lettore di fronte al fatto compiuto, ma che sono, a ben guardare e secondo il mio parere, ben poco verosimili. 4) La sparatoria coi buonties killer: come giustamente dice Havasu, una feritina a uno dei pards ci poteva stare: sotto quella grandine di piombo in quello spazio così circoscritto, è molto improbabile che il quartetto se la cavi senza nemmeno un graffio (che non sia quello della camicia di Kit)! In nome dello verosimiglianza (lo so che in Tex ce n'? sempre stata poca, da questo punto di vista, e che di questo tipo di situazioni ne abbiamo viste a iosa, però...), altre soluzioni potevano essere a mio avviso preferibili. Sulla menomazione di Kid Rodelo: devo ammettere che anche a me è sembrato anomalo il braccio amputato di Kid, e certo non mi ha fatto piacere vederlo. Sicuramente è inconsueto, ma in definitiva ci può stare, è una scelta narrativa come un'altra. Purtroppo sono fatto così: se una storia mi piace ma vi sono dei punti che considero negativi, non riesco a non parlarne e a non sottolinearli. Per questi motivi non sono d'accordo con Waco Dolan quando definisce questa storia all'altezza delle marcelliane. A parte la sequenza dell'attacco ai minatori (tre dei quattro punti da me menzionati si riferiscono unicamente a quella sequenza), la storia si mantiene bella, come già era stata nei primi due albi. I dialoghi fra i fratelli e il finale adrenalinico sono memorabili, nella migliore tradizione boselliana. Su Font mi ripeto per ribadire la mia completa dissonanza con la maggioranza del forum: alcune proporzioni nei personaggi non saranno il massimo, ma io trovo il disegnatore spagnolo molto efficace nella resa delle scene e soprattutto nelle espressioni dei personaggi. Mi piace il suo Tex, duro e ironico, ma mi piace anche il Vecchio Cammello, che forse appare più vecchio del solito, ma anche più tosto.
  2. Accetto l incarico ringraziandovi per la stima che riponete in me. In qualità di presidente esecutivo, vigilero' affinch? il mio collega, il presidente onorario Mauro Boselli, adempIa con celerit? al sacrosanto art 11 del comitato
  3. D'accordo ma a parte Lylith (che non è comparabile con nessuna per la singolarit?, quasi casualit?, delle origini e per gli sviluppi successivi), Fiore di Luna e Taniah nascono e muoiono in un'unica storia (peraltro grandi capolavori entrambi), esaurendo la loro funzione in quell'arco di pagine. Lena e Donna ormai non possono più morire, hanno "perso l'attimo", e anche se "fumettisticamente" morte, è rassicurante sapere che ci sono, che sono l', a me personalmente piace pensare che Carson le vada a trovare spesso, tra un albo e l'altro. No, Lena e Donna non devono morire, secondo me. Io spero sempre che possano ritornare, se c'è una buona occasione. Certo le preferirei al ritorno dei vari Mefisto, Yama, Proteus :fumo: (opinione personalissima, lo so, ma questo tipo di personaggi non mi attrae per nulla...)
  4. Se alludi a me, Pablo, puoi starne certo una revolverata a borden non gliela toglierebbe nessuno. Ma d altronde borden non lo farebbe mai: le idee di waco sono spesso provocatorie anche se sempre molto divertenti .
  5. Mi associo ai complimenti e alle tue considerazioni. Già in quella fascia borden si è guadagnata l immortalit?. Con il passato di Carson (per me sempre primo), gli invincibili (quasi pari merito) e La Grande invasione (per me suo terzo capolavoro di sempre) Boselli e Marcello hanno firmato una trilogia incredibile. Mauro, ancora oggi questa tua storia fa discutere per la sua grandezza: RIVOGLIAMO CARSON CON BAFFI E PIZZETTO NERI!!!
  6. Anch'io Shane ho il tuo stesso rammarico. Ho dato 10 ma volevo dare 20 Scherzi a parte, parlare di questa storia non è mai inutile ma bellissimo: parlarne in questi giorni ha significato riviverla, rivivere le emozioni che a distanza di 20 anni ancora suscita questa sfaccettata, ricchissima, lirica avventura. La cosa più incredibile è che non è neanche un caso isolato: Qulache anno dopo, quel diavolo di borden si è ripetuto con Gli Invincibili...
  7. Ma prima o poi l'avrà pur guardata negli occhi, ovvia! E poi non c'è solo lo sguardo, c'è anche la voce. D'accordo che Lena è una donna scafata e sicuramente non un tenero virgulto adolescente, ma proprio nessun tremore, nessun raddolcimento, niente che dica all'amante: "... e quel padre eri tu!"? Rispondo a te, Cheyenne, con le parole di Borden. Mentre per il lettore non c'è ambiguit? (salvo che per Paco ), per i personaggi ne residua un piccolo margine: quindi ci sta che qualche tremore della voce di Lena (per riprendere le tue parole ) abbiano fatto capire al Vecchio Cammello come stanno realmente le cose, e ciò spiega le sue frequenti e ripetute visite nel Nevada (che noi lettori non vediamo perchè si svolgono tra un albo e l'altro ma che a me piace pensare che ci siano e che siano appunto frequenti :generaleN: ). Su Paco che non vuole accettare la verità: a me piace la sua idea che un'opera d'arte, oltre che del suo creatore, diventi un po' anche dei fruitori, che nel limite del possibile (e dei margini che essa lascia) possono interpretarne alcuni aspetti nei modi a loro più congeniali. Quindi, anche se non capisco perchè a Paco non vada già l'idea originale, ci sta che lui se ne faccia un'altra sua se lo appaga di più. Ma Paco può fare ciò solo perchè su questa vicenda Borden è volutamente ambiguo. Mentre secondo me chi NON può fare ciò (lo dico con simpatia, sia chiaro, senza polemica o altro), è Pablo Contreras: "Il dialogo tra i due è tipico di due persone che diffidano l'uno dell'altra": non è affatto così, Pablo, è qui che secondo me interpreti non correttamente. Sono schermaglie di corteggiamento, non di diffidenza!!! _ahsisi
  8. Ecco, su questo punto mi sorge un altro dubbio. Lena è preoccupata per il padre di sua figlia, Lena e Carson sono innamorati... ma anche se Carson è un uomo, quindi non eccessivamente brillante in quanto a un certo tipo di intuito, possibile che da innamorato non legga nello sguardo che Leo definisce "trasparente" di Lena il vero significato delle sue parole?Riguarda la scena, Cheyenne: Lena guarda Kit mentre questi è di spalle (quindi non può vederla) e si sta accendendo una sigaretta. Lo sguardo di Lena è a beneficio del solo lettore. Lena preferisce Ray solo perchè Ray arriva prima. E' più una scelta di "pudore" che di opportunismo, perchè non se la sente di dire a Ray di essere stata con Carson. La profondit? del sentimento è rivelata da piccole cose, che Borden è al solito abile a disseminare lungo la storia. Una su tutte, il fatto che Carson non ne abbia mai parlato apertamente con lo stesso Tex ("bada che prendere in giro il vecchio reprobo su questo equivale a scherzare con il fuoco"). Se fosse stata un'avventura di sesso, il vecchio Carson non avrebbe avuto problemi a parlarne apertamente con il suo vecchio compagno di lunghi bivacchi e di tante avventure. Se non lo fa è perchè è ferito, e questo prova per me in maniera inequivocabile che nell'animo di Carson la vicenda di Lena ha lasciato una cicatrice tipica di un (vero) sentimento tradito.
  9. Scusate se mi auto-quoto. Volevo chiedere a Borden un chiarimento definitivo, se vuole, lo ritiene opportuno e gli va di farlo, sul concetto sopra riportato.
  10. Quoto tutto. considerando anche che evidentemente tra lui e Lena il rapporto non si mantenne solo sul piano puramente fisico. E' proprio questo il punto. Kit è coinvolto emotivamente, e non può fare a meno di fare ciò che ha fatto... Lena sa che Carson è un vecchio avventuriero, e non vuole vincolarlo. Emblematica è la frase che gli rivolge alla fine della storia quando Carson sta per partire: "niente vi trattiene più qui..."Lo dice con amarezza, ma anche con la consapevolezza che Carson non potr? mai cambiare la sua natura vagabonda. Lena lo sa e lo lascia vivere la sua vita, senza creargli ulteriori complicazioni. E comunque non è escluso che un domani Lena non possa rivelare a Carson la verità sulla sua paternit?, anche sei è probabile che il Vecchio Cammello lo abbia già capito... Sta qui il nocciolo, infatti. Carson è innamorato, e non si pone quindi particolari vincoli verso un quasi sconosciuto, ancorch? stimato e simpatico. Sarebbe stoico se si trattasse di Montales, Brandon o gli altri, su questo non ci piove. Riconoscerai, però, Shane, che un fumetto popolare, per quanto elaborato come il nostro, non è davvero il medium adatto per affrontare questi argomenti. e poi dipende anche dalle trame proposte: la moralit?, la religiosit? (per quanto laica), il patriottismo sono ben trattate in una storia con un certo Shane come protagonista...
  11. Non sono d'accordo, Shane. Sono anch'io consapevole che (basti guardare ai film di Sergio Leone, che infatti sono più, come li definiva lui, favole per adulti, non tanto film western puri). Ma non si può nemmeno negare un altro aspetto di quell'epoca: lo Stato non era presente in tutti i paesi e tutte le lande desolate dell'Ovest americano. Una volta ho letto un saggio in cui si diceva che l'uomo europeo diventa "americano" quando emigra e parte per un'avventura mortale, quando, inoltratosi nella frontiera, può contare solo su sè stesso, e con le sue forze non deve lasciarsi sopraffare dalle forze avverse, che sono gli indiani, le asperit? geografiche, ma anche la cattiveria degli altri suoi simili. Non dimentichiamo che la Corsa all'Oklahoma, peraltro fatta in un'epoca già molto avanzata (era il 1889) prevedeva PER LEGGE una competizione in cui il più forte vinceva. C'erano sè delle regole, ma nessuno le rispettava, e lo Stato, che aveva stanziato forze dell'esercito non sufficienti a presidiare tutto il territorio, era ben conscio dei soprusi e delle violenze che si sarebbero consumate, accettandole implicitamente. Era un'epoca in cui con i valori religiosi convivevano miserie e abiezioni grandi, in cui le rapine e gli omicidi (pur non così frequenti come ci aspetteremmo se dessimo retta solo ai film western) c'erano eccome. Tu hai consigliato all'Ammiraglio di farsi un giro nell'Ovest dell'epoca? Io ti consiglio (e lo dico senza stima ma anzi con una profonda simpatia per uno che ha i miei stessi gusti: io sono un fanatico pazzo di Shane O'Donnell...) di farti un giro nella mia terra, il Salento, negli anni '90 del secolo scorso: in determinati momenti c'era una sorta di coprifuoco non ufficiale, tante e tali erano le sparatorie che insanguinavano le strade della mia bellissima terra, quando racket e droga la facevano (e purtroppo per certi versi ancora oggi) da padrone. La realtà è brutta, Shane, e la realtà del West lo era ancora di più. C'erano tante situazioni pacifiche tipo "La casa nella prateria" ma, credimi, nelle boom town situazioni come quelle presentate da Borden non erano così inverosimili...
  12. Moooooolto tirata per i capelli Cheyenne, io sono assolutamente d'accordo con te. Se stimo una persona sarei molto a disagio se dovessi insidiargli la donna. Ma non è questo il caso, secondo me. Carson non insidia la donna di Ray per due ragioni: 1) perchè Lena "non è la donna di nessuno". Lo dice lei, dice che sono solo soci, tanto che Carson, visibilmente compiaciuto, esclama: "buono a sapersi" 2) ammettiamo che Carson sia invece certo della relazione tra Ray e Lena. Sa che Lena non ne è così convinta, ma soprattutto lui non la insidia per puro piacere sessuale (l' sè ti darei ragione, e Carson ne uscirebbe male); il vecchio Kit è visibilmente infatuato, innamorato, cotto, fate voi. Sono convinto che Carson si sarebbe accasato con Lena, e se non lo ha fatto è solo perchè DOPO i noti fatti ha pensato di lei che era "brava a raccontar storie... una degna complice di quel bandito". Ricapitolando: io non sono amico di Ray, non sono nemmeno così certo che Lena abbia una reale relazione con Ray (lei dice che sono solo soci), soprattutto io sono innamorato di Lena. Che cosa dovrei fare in una situazione come quella che si è prospettata al Vecchio Cammello? Le cose accadono, la contingenza sapientemente architettata da Borden secondo me non lasciava scampo Anche qui contestualizzerei, e non in nome del progresso e degli attuali costumi libertini. Contestualizzerei i fatti in quell'epoca. Nessuno ha mai detto che Lena fosse una santa: era una ballerina da saloon, pronta a sgambettare e a sculettare davanti ad una torma di omaccioni bramosi che certo possiamo indovinare le rivolgeranno proposte e battute pesanti tutte le sante sere. Lena è una donna sola in un'epoca selvaggia. Facendo la ballerina, non è propriamente una donna "casa e chiesa", si guadagna da vivere come può (comunque non prostituendosi). Probabilmente all'inizio è infatuata di Ray. Sono o diventano soci nella concessione mineraria, hanno una storia. POI, solo poi, richiamato dalle continue rapine ed omicidi, arriva in città quel bel fusto dai capelli e pizzetto neri. Comincia, a modo suo e col suo charme, a fare la corte alla donna, ma entra in competizione con Ray. Su questo le parole di Carlo sono illuminanti: Qualche tempo dopo, la competizione è vinta da Carson. E' evidente, da quella splendida serata fattaci vivere da Borden nella capanna della miniera, che anche Lena è infatuata di Kit, che probabilmente quest'ultimo ha soppiantato Ray nei sentimenti della donna. Sono cose che accadono: Lena libertina? forse sè, ma io qui vedo Lena innamorata. Probabilmente quella notte è il punto di svolta: mi piace pensare che dopo di essa Lena non abbia più avuto rapporti con Ray. Quando Lena tramortisce Kit, lo fa per salvare il padre di sua figlia. Ma il padre di sua figlia è Kit, Lena lo sa, e tutti noi dovremmo saperlo, tanto è inequivocabile lo sguardo di Lena al vecchio Kit nell'ultimo albo. Quando Lena lo tramortisce, ormai non è più preoccupata per Ray, ma per Kit. Questo però deve essere chiaro a tutti, non possiamo più dire: forse Donna è figlia di Kit e forse no. Il dado è tratto: Donna è figlia di Kit e Lena voleva salvare Kit, non Ray. KIT, NON RAY. Il suo sguardo nella suddetta vignetta è trasparente, e lo stesso Borden (se mai lo ha fatto) non può più nascondersi o sollevare fumo su questa parte della storia. Per me è assolutamente trasparente. Dopo quella notte, Lena si sente di Kit, non sta più con Ray, e quando tramortisce Kit lo fa perchè è preoccupata per KIT, per il PADRE DI SUA FIGLIA. Scusate se ripeto il concetto, ma per me questo è un nodo cruciale della storia in sè ed un aspetto importante per l'intera serie. Nessun dubbio in proposito.
  13. Pablo, sei fuori strada: Kit non ha mai sospettato di Lena, e neanche di Clemmons. non sono inoltre per nulla d'accordo con Shane, Cheyenne o gli altri pards che affermano che Carson esce malconcio, quanto a moralit? e senso dell'amicizia, da questa storia. Ne uscirebbe male se Carson fosse stato un VERO amico di Ray. Ma come poteva esserlo, dato che si conoscono da pochissimo tempo' Non si può assolutamente esagerare il rapporto che può essere nato tra i due uomini in un lasso di tempo necessariamente molto breve: Carson è a Bannock da qualche tempo (imprecisato, ma non molti mesi) ed è l' con una precisa missione: stanare i fuorilegge del Montana! Il giovane Vecchio Cammello è calato in un contesto in cui non può permettersi di essere spontaneo e sincero con nessuno, perchè è in missione segreta. Questo è lampante nella storia. Quando Carson cattura Boone, e un Ray risentito lo rimprovera per non avergli rivelato prima che lui era un ranger, Carson risponde: "preferisco lavorare da solo, FINCHE' NON SO CON CHI HO A CHE FARE" (non ho il testo sotto mano, ma non dovrei sbagliare di molto, visto che conosco la storia praticamente a memoria...). Finch? non so con chi ho a che fare... Carson non sa nulla di Ray, sa solo che è lo sceriffo di quella città mineraria in cui lui, da qualche tempo (presumibilmente qualche settimana o al massimo qualche mese), sta svolgendo delle indagini. E non si fida di nessuno, nemmeno di Ray, e non rivela a nessuno, nemmeno a Ray, la sua vera identit?. Finch? non sa con chi ha a che fare! Come si può parlare di senso di amicizia? Sicuramente i due si stimano, qualche traversia passata insieme ha posto le basi per una umana simpatia che non può però affatto essere assimilata all'amicizia. Carson è un ranger nel pieno di una missione segreta, non può permettersi amici. Lo stesso motto del vecchio Ray: "questo ed altro, per un amico", non si deve esagerare: è un motto, per l'appunto, un tormentone, una frase particolarmente amata dal personaggio (tanti hanno un proprio "motto"), ma non presuppone assolutamente un sentimento profondo verso Kit. Ripeto, i due si stimano, in un'altra occasione a Ray sarebbe piaciuto essere amico di Kit, ma quando scopre che Kit è un ranger, decide di farlo fuori: è vero, prende questa decisione con amarezza, perchè nel frattempo si è affezionato a Kit. La vignetta in cui Ray è dispiaciuto per la condanna a morte appena pronunciata nei confronti di Kit è tra le mie preferite in assoluto, ma è un'ulteriore conferma di quanto dico: Ray vuol bene a Kit, ma è un affetto superficiale, nato da un feeling e una stima sbocciati in quegli ultimi tempi, ma per nulla sedimentati e cementati da un rapporto prolungato, che non c'è, che non c'è mai stato. ((Altra scena fantastica (mamma mia, questa storia, è davvero troppo bella!!!) è quella della morte di Ray, quando lo sceriffo dice: "in fondo sono contento che sia andata così, che non sia stato tu, amico...".)) In questo contesto, Carson è fortemente attratto da Lena (assiste al suo spettacolo al saloon tutte le sere), Lena è fortemente attratta da Carson (? lei che gli si avvicina, mettendogli una mano sul petto, teneramente, quando gli dice di aver capito che lui è un professionista, un ranger...), le circostanze li costringono a passare una notte sotto lo stesso tetto, sono giovani, belli e conducono la dura vita della frontiera; Lena peraltro non è legata da un rapporto vero con Ray ("non sono la donna di nessuno") come non è legato Kit, come probabilmente è naturale un po' per tutti i rapporti umani in una boom town sorta da poco: come le città, anche i rapporti "esplodono", violenti ma superficiali. Le circostanze avvicinano e allontanano le persone, in maniera sorprendentemente veloce in epoche in cui (e qui rispondo a Shane) c'era ben poco da fare gli idealisti: epoche sporche e cattive, in cui vigeva la legge del più forte, quell'assurdo e selvaggio circo della corsa all'oro: di fronte a quel tipo di vita, il rapporto anche partecipato (perchè Lena magari con Ray si diverte soltanto, mentre Kit la attrae in maniera più profonda) tra due giovani costretti ad un duro quotidiano non può essere stigmatizzato. Carson non è un vero amico di Ray e non ha reali obblighi nei suoi confronti. Ha maggiori obblighi nei confronti di sè stesso e del sentimento che prova per Lena, perchè è indubitabile che un sentimento ci sia, che lui sia davvero un po' innamorato della bella cantante: "strano a dirsi - dice Tex - il vecchio Cammello non ha mai voluto approfondire questa circostanza, e scherzare su questo è come scherzare col fuoco"...
  14. Leo

    [338/340] I Diavoli Rossi

    Non c'è nulla da perdonare Chunz. Sulla pista di Fort apache, ma anche il cacciatore di fossili o montagne maledette, possono fare innamorare di Ortiz, la cui fase finale è stata a mio parere più felice di quella del grande Aurelio, anche qui obiettivamente in calo. C è anche da dire che, nonostante tutto, Galep qui riesce ad essere ancora efficace, anche grazie alla sua peculiare bravura nel far recitare i personaggi
  15. Leo

    Incontro Tex Cartoomics

    Billy... Spero todo bien... :generaleS:
  16. Un altro lee van cleef (probabilmente il più somigliante) è il cattivo della storia la mano nella roccia, bellissima storia di nizzi disegnata divinamente da Giolitti
  17. Leo

    [640/642] Giovani Assassini

    Ho condensato, e fatto mio, parte del giudizio di matusalemme ballerino per confermare, soprattutto al buon Gianbart che, come "vecchia mummia", non ho nessun ritorno di fiamma per Borden. "Sfogliando", ben bene, l'albo l'ho riposto sullo scaffale dell' edicola e li' l' ho lasciato. Buoni, cattivi; cattivi , buoni. Donzelle nude in piscina (!), finali che faranno discutere.... Disegni che, al sottoscritto, risultano indigeribili. :malediz... Basta così. Mi fermo un turno. Si ricrederanno alcuni dei forumisti che, l'ultima volta, ironizzavano sul fatto che, in ogni caso, acquistavo gli albi lo stesso nonostante le promesse del contrario.... Dopo l' ultima storia mi ero "illuso"...... > Capelli, secondo me non puoi dare un giudizio senza aver letto la storia. In essa c'è un Tex molto GlBonelliano, sia quando si prende gioco degli improvvisati sceriffi che quando strapazza i bounty hunters. La donnina nuda in piscina è UNA vignetta UNA ed è del tutto funzionale alla caratterizzazione del personaggio del banchiere, un cattivo senza sfumature, proprio come piacciono a te. Lo si capisce dai vari indizi che Borden dissemina nella storia: è un uomo senza scrupoli che già in passato si è servito di killers in non meglio precisate situazioni. Ai tre fratelli, nonostante le molte attenuanti che emergono durante la vicenda, Borden non fa sconti nel farli apparire per quello che comunque sono, vale a dire dei fuorilegge senza scrupoli (almeno Durango e in parte il Kid). I finali che faranno discutere dobbiamo prima leggerli, e poi appunto ne discutiamo. Tu ne discuti prima ancora non dico di aver letto il finale, ma addirittura tutta la storia... Insomma, a me sembra che in questa storia ci sia Tex, un Tex che può piacere anche a te (che pure sei sideralmente lontano da me in quanto a gusti). Ti fermi un turno dopo una "sfogliata"? La storia la devi leggere, Capelli. Perdiceli sti soldi, e poi dai un giudizio. Ma solo poi... sisi
  18. Sono d'accordo. Non è tanto il dover acquistare per forza il secondo volume (l avrei fatto comunque) quanto lo spezzare una simile storia: un vero delitto, che sminuisce non poco il valore (e non parlo del valore economico, che non mi ha mai interessato) di ogni singolo volume
  19. Leo

    [640/642] Giovani Assassini

    Entrambe le scene sono infatti tipiche di Tex. Inoltre, in entrambe Boselli si autocita. La scena in cui vengono malmenati i bounty hunters mi ricorda una sequenza simile in "Uccidete Kit Willer" in cui Kit umilia il bounty hunter vestito di nero che poi diventer? un amico, mentre la scena dell'ingresso nel paese è presa di peso da una sequenza presente nella bellissima I Giustizieri di Vegas. Scene belle ed efficaci, sia nelle storie sopra citate che in quella odierna. Francamente, Ammiraglio, spero che questo tuo desiderio/previsione non si avveri. Trovo anch'io che Mike sia un bel personaggio (e spero che acquisisca maggior spessore nel prosieguo) e spero quindi che si salvi. La morte è da riservare solo ai GRANDI personaggi, a quelli epici, come Shane o Clemmons, quei personaggi la cui stessa grandezza li condanna a dover apparire in una sola storia, per non mettere troppe volte in ombra Tex o per non banalizzarsi essi stessi in apparizioni successive. I personaggi simpatici ma evidentemente minori, come Mike, hanno una statura che non ha bisogno dell'epica della morte, che può quindi essere loro risparmiata... Vedremo come andr? in un finale da cui mi aspetto davvero tanto...
  20. Leo

    [640/642] Giovani Assassini

    Fino ad ora, storia molto molto bella. Un Boselli ispiratissimo supportato dal solito gigantesco Font. Capisco che lo stile del disegnatore spagnolo, caricaturale, grottesco, sicuramente eccessivo e per niente neutro, possa fare discutere e possa non piacere. Più di altri, lui come Ortiz, con il loro tratto obiettivamente inconsueto sembrano fatti per dividere: ebbene, nella divisione tra i favorevoli e i contrari, io appartengo con tutto il cuore ai primi: amo questo disegnatore, mi trasmette tantissimo, mi fa respirare l'Ovest americano, a prescindere dalle singole vignette, alcune delle quali effettivamente poco felici. S P O I L E R La storia: Paco continua a ripetere che per lui questo è il miglior periodo di Boselli in Tex. Non sono d'accordo, semplicemente perchè Borden ha SEMPRE dimostrato di saper gestire il quartetto in maniera perfetta, sempre i suoi dialoghi sono stati ispirati, ricercati, mai banali. Al di l' degli esiti delle singole storie, lo stile di Borden è sempre stato questo, l'autore ha sempre cercato di imbastire storie particolari, infarcite di dialoghi, personaggi e "sentimenti": Borden è un "sentimentale", nel senso che la sua è sempre stata una scrittura calda, appassionata, partecipe dei destini dei protagonisti delle sue storie. E' sempre stato così, sin dal Passato di Carson, passando da Cercatori di Piste, La Grande Invasione, ecc. ecc. Io questa storia la vedo tipicamente, classicamente boselliana, del Boselli prima maniera, che è anche il Boselli ultima maniera, perchè fondamentalmente Boselli è semepre stato fedele a sè stesso ed è per questo che io non ravviso un suo periodo d'oro, separato da una prima fase: non vedo differenze, questo è Boselli, è sempre stato Boselli. Ed è il Boselli che amo di più: tanti personaggi, è vero, ma tutti ben gestiti, con la solita sapienza con cui Borden è sempre riuscito a governare tanta abbondanza di attori in scena. All'inizio, non mi stava convincendo la scena in cui gli abitanti della città natale dei tre ragazzi si scagliano contro i pard. Mi è sembrato poco verosimile che questi contadini, con un ardire francamente improbabile (e molto suicida) si scagliassero con tanta violenza, armati di soli forconi e mazze, contro dei pistoleri provetti che avrebbero potuto farli fuori subito. La sensazione di fastidio si è acuita ancor di più quando quegli stessi contadini cominciano a tremare di paura, pavidi, alle sole parole di Tex che li avverte che forse i giovani assassini torneranno in paese, e così, nel volgere di pochissimi minuti, quei focosi e coraggiosissimi bifolchi si tramutano in conigli spaventatissimi e piagnucolosi. La fine della scena, però, rivela il reale scopo della stessa, non inserita l' per caso: Borden vuole sottolineare ancora una volta la condizione veramente penosa dei tre fratelli, costretti a vivere in una situazione familiare disperata e totalmente isolati dal resto dei concittadini, di cui Boselli vuole sottolineare l'ottusit?. Colpevole della cattiva crescita dei tre ragazzi non è solo la situazione del padre e il suo suicidio, n° solo il patrigno violento e malvagio; colpevole è anche l'intera comunit?, gretta e ottusa nel suo conformismo, sorda e cieca alle violenze familiari patite da quei giovani e dalla loro madre in nome di un odioso concetto di pater familias : "ognuno non è forse padrone in casa propria?", dice uno dei mormoni, rivelandosi per quello che ?, un ottuso conformista, appunto, che lascia che si consumino violenze private senza sentirsi in dovere di intervenire. Per questo Tex li punisce terrorizzandoli, e in questo senso la scena, che sulle prime mi era apparsa gestita male, rivela il suo vero scopo riuscendo in pieno ad esprimere l'intento narrativo dell'autore. Il resto lo commenter? più tardi.
  21. Il primo numero ospita due tra le storie più belle in assoluto dell'intera saga. Oklahoma è fuori concorso e fa parte della mia personale top five di sempre, La Ballata di Zeke Colter è un gioiello meraviglioso, la numero uno nelle storie degli Almanacchi (insieme ad Eroe per Caso). L'unica pecca è che Oklahoma (nella tradizione di questa collana) è spezzata a metà, mentre un capolavoro del genere avrebbe meritato la pubblicazione in un'unica soluzione.
  22. Però, Chunz, non si può definire in disparte Sulle Piste del Nord. E' uno dei capolavori riconosciuti di Gian Luigi Bonelli, celebrato anche con Oscar Mondadori. Non proprio in disparte, no?
  23. Ho voluto fortemente scrivere quell'articolo per poter omaggiare una storia che personalmente ritengo un capolavoro. E' vero che è atipica, ma anche per questo è indimenticabile. E' una storia intensa, cupa, tragica; secondo me è il punto più alto di Nolitta in Tex.
  24. Leo

    [640/642] Giovani Assassini

    L'inizio di questa storia mi è piaciuto molto. Kid Rodelo e i suoi incubi lasciano presagire un grande Carson, e questo mi rende come al solito felicissimo. Il ceffone rifilato dal Vecchio Cammello al giovane presuntuoso che lo aveva sfidato a duello ne Jack Thunder l'implacabile è una delle scene capolavoro di Boselli, tra le sue più belle e felici. Font: il suo sintetismo eccessivo, il suo tratto caricaturale, mi rendo conto possano infastidire. Io lo adoro, le sue atmosfere sono West puro, il suo Carson, per quanto appaia più vecchio rispetto alla versione di altri disegnatori, è granitico, roccioso, magnetico. Molto affascinante. Uno stile come questo probabilmente o lo ami o lo odi: io lo adoro.
  25. Leo

    [637/640] El Supremo

    Anch'io non la ritengo una storia da dieci. Nei precedenti post avevo sottolineato quello che non mi era andato già, alcuni aspetti che mi erano parsi un po' forzati, e in questo albo se ne aggiungono degli altri, in particolare tutta la scena di Kit che salva la bella donzella: si arrampica su pareti che non sembrano avere alcun appiglio (Kit ha praticamente le capacità di un geco) e soprattutto, dopo aver divelto le sbarre della cella, lega la corda a quelle stesse sbarre riuscendo tranquillamente a scivolar già attraverso quella stessa corda. Sono singoli aspetti di una storia che nel complesso è molto buona e ben costruita. Donen e soprattutto Nick Castle sono personaggi convincenti, mentre El Supremo si rivela vacuo, inconsistente, non per una debolezza della storia quanto per una precisa scelta (magari discutibile ma legittima) di Borden. Ribadisco che la ritengo comunque una bella storia ma senz'altro, come dice West10, difetta di quel pathos che è elemento indispensabile (a mio parere) perchè una storia sia un capolavoro. Sui disegni: ho apprezzato anch'io Dotti, salvo che per i primi piani di Tex, in molte vignette da rivedere.
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