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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [629/630] L'inseguimento

    Come ho scritto nel topic dedicato alle tue storie, per me il bilancio delle tue storie è positivo, e tale resterebbe se le storie mantenessero questi standard. Ho anche auspicato che arrivino presto storie di altro respiro (Starker era una di queste), e sono contento che stai già scrivendo in tal senso. Quanto alla serenit? di giudizio, non credo ci siano pericoli: vedere per credere il topic dedicato a Gli Schiavisti, con noi forumisti che attacchiamo (con la nostra verve polemica, ma sempre civilmente), Borden che non si fa pregare e spara bordate anche violente (ma sempre civili) e noi che rispondiamo con i cannoni ). Quindi, credo di rispecchiare il pensiero di tutti se dico che i tuoi interventi in questa sede sono graditissimi. Quelli con Borden, quand'anche non proprio amichevoli, consentono scambi di battute anche forti e chiarimenti delle reciproche idee (anche se poi fondamentalmente ognuno resta sulle sue posizioni).
  2. Leo

    Il Tex Di Tito Faraci

    Anch'io trovo che Faraci sia molto "misurato". Le sue storie non hanno mai superato i due albi, rinunciando con ciò in partenza a quell'ampio respiro di cui secondo me una storia ha bisogno se vuole ambire ad essere un Capolavoro. Sono storie lineari, semplici e scorrevoli: ciò è un bene, ma queste qualità, ottime nel breve periodo, naturalmente non possono bastare alla distanza. Sono d'accordo con Ym quando dice che l'autore ora dovrebbe osare di più. Il suo andamento è altalenante. Io ho trovato molto buone Evasione, Lo Sceriffo Indiano e La legge di Starker: queste tre storie secondo me hanno tre ottimi personaggi, tre bei comprimari che me le fanno ricordare sempre con un gran piacere. Se una storia è ricordata positivamente, allora ha centrato l'obiettivo. Un pelino sotto, ma comunque belle, sono Sotto Scorta e L'Uomo di Baltimora, mentre trovo pessima Braccato. Su sette storie (sei della serie regolare + il Maxi su Starker, mentre le altre non le ho lette), il mio giudizio è ampiamente positivo su tre, buono su due, sufficiente su una (L'Inseguimento) e solo su una (Braccato) insufficiente. Segno, questo, che Faraci mi piace. Certo, non ha ancora scritto la storia che ti toglie il fiato (e non è detto che la scriver? mai) ma il suo standard qualitativo non è male e se anche restasse così (sperando però di non incappare in una novella Braccato) io non me ne lamenterei. Mi auguro comunque che anche lui possa presto contribuire al mito con una storia epica e indimenticabile.
  3. Il linguaggio GlBonelliano era colorito e aveva espressioni divertentissime ma che oggi forse potrebbero apparire ingenue... leggere una storia di GlB poteva essere anche stancante, alle volte, per eccesso di verbosit?. Credo che il linguaggio GlBonelliano in chiave moderna l'abbia reso alla perfezione Nizzi, che sapeva rievocare il vecchio GlB limandone tutte le ridondanze. Credo che quel linguaggio sia irreplicabile oggi perchè non è nelle corde degli attuali autori. Attenzione: con questo non voglio dire che gli attuali autori siano meno bravi, o siano incapaci di far parlare Tex in un certo modo; dico solo che semplicemente non lo vogliono, perchè non gli appartiene. Boselli ha un modo di scrivere i dialoghi più misurato. Tenta di colpire il lettore (riuscendoci spesso e bene) con personaggi complessi e sfaccettati. I suoi dialoghi (quelli seri) sono quanto di meglio si sia mai letto in Tex: confronti veri, tanto più veri perchè recitati da personaggi di grande spessore. Uno su tutti (per non ripetermi e citare sempre i suoi capolavori) penso al confronto tra Tex e il proprietario delle diligenza de L'Ultima Diligenza. Tex, guardando negli occhi l'uomo, scava nel suo animo alla ricerca di tracce di colpevolezza, e l'altro, uomo tutto d'un pezzo, non riesce a reprimere un brivido davanti allo sguardo freddo e penetrante del ranger. Oppure penso all'indiano che ride in faccia al reverendo fratello di Colorado Belle, confermando con il suo ghigno maligno che la ragazza ha fatto una brutta fine... E allora, se anche Boselli non fa parlare Tex come Nizzi, non me ne cale: in cambio ho questi dialoghi, questi confronti, questo spettacolo!Lo stesso dicasi per Manfredi. I suoi Verso l'Oregon e La Grande Sete sono avventure straordinarie, fatte di sguardi, scene, sentimenti, miserie: fatti di umanit?. Anche in questo caso, Manfredi ha uno stile più pacato e credo che sarebbe per lui una violenza verso sè stesso far parlare Tex alla sua vecchia maniera. Anche Faraci e Ruju hanno il loro stile, anche qui meno scoppiettante e più riflessivo. E' vero che gli autori devono rispettare il personaggio-Tex, ma devono farlo non violentando il proprio personalissimo stile.
  4. Leo

    [629/630] L'inseguimento

    Nel post a commento del primo albo, avevo definito la storia fino a quel momento eccellente. Non pensavo che Stanton stesse tornando dalla sua banda e ritenevo che i contadini lo stessero inseguendo per la stessa ragione per cui Mitch invece lo voleva morto. Avevo immaginato che Stanton avesse fregato i suoi ex complici portandosi a casa un ingente bottino e che i contadini in qualche modo lo sapessero e per questo lo inseguissero. Peraltro Faraci era stato ben attento a non scoprire le sue carte, gestendo la storia in maniera perfetta e lasciando il lettore in preda alle domande e alla curiosità: ribadisco che il primo è stato davvero un ottimo albo. Purtroppo il secondo a mio parere tradisce le attese. Le motivazioni per cui i contadini si sono messi sulle tracce di Stanton sono oggettivamente improbabili, ed è sorprendente vedere Stanton tornare dai suoi vecchi sodali quando invece potrebbe scappare col denaro: quest'ultima, in particolare, è un'incongruenza bella e buona, che invalida la bontà della trama. Un'incongruenza (il ritorno di Stanton dai suoi complici) e una forzatura (le motivazioni dei contadini) rendono la storia troppo zoppicante perchè possa mantenere il giudizio positivo del primo albo, quando ancora non si sapeva nulla e tutto poteva andare diversamente da come poi è stato. La cosa più bella dell'ultimo albo è senza dubbio l'ultima scena, con Tex che piomba alle spalle di un ormai sicuro Stanton: un'ottima trovata. In sostanza, all'8 pieno che avevo dato al primo albo segue un 6 per il secondo: l'aritmetica vorrebbe che alla storia assegni un 7 complessivo, ma poich? la conclusione e la coerenza della trama sono più importanti di tutto il resto, non vado oltre il 6,5. Disegni di Mastantuono: capisco che i suo stile "estremo" e glaciale possa dividere: a me piace tantissimo.
  5. Bella domanda, Cheyenne... anche a me, come ad Anthony, mancano innanzitutto le storie in più albi. Abbiamo un bel dire che una storia se è valida può essere contenuta anche in soli due albi, e che non dobbiamo farne una questione di lunghezza ma di qualità, ma la verità è che tre o più albi danno obiettivamente un respiro diverso alla storia. Riprova ne è che quasi tutte le storie più belle IMHO superano i due albi: mi manca una bella scorpacciata tipo Sulla Pista di Fort Apache, Le Rapide del Red River, La Leggenda della Vecchia Missione, La Congiura (per non parlare dei Capolavori con la C maiuscola, come Il Passato di Carson, Gli Invincibili, Fuga da Anderville, L'Uomo senza passato, La Grande Invasione, ecc. ecc.). Ho trovato valide anche storie in due albi, ma nessuna di esse è un vero Capolavoro. L'ultima storia in più di due albi, Mondego il Killer, se non è un Capolavoro ci si avvicina molto, a ulteriore conferma di quanto sopra detto. Poi mi mancano i flashbacks, di cui Borden è insuperabile maestro, e i siparietti comici, il cui più grande autore è stato invece Nizzi (il cui linguaggio IMHO resta insuperato). Anche a me come a Josey non mancano le storie "misteriose" n° vecchi amici o nemici (mi bastano Tex e Carson, che preferisco anche più del quartetto...)
  6. Josey, di solito i tuoi interventi mi piacciono molto... e qui non mi smentisci. Sottoscrivo parola per parola. Il Passato di Carson fuori concorso, e le altre due subito a seguire. Oltre a queste storie, nella mia top five ci sono Oklahoma e L'Uomo senza Passato...
  7. Leo

    [98/99] La Sconfitta

    Ma infatti, Paco, è proprio quello che ho detto: questa storia mi smentisce proprio con i personaggi di Keno, Sahuara e Baker padre, che, come ho scritto, sono interamente GlBonelliani. Stiamo dicendo la stessa cosa, quindi: Nolitta si è limitato a suggerire la sconfitta, mentre GLB fa il resto, crea comprimari caratterizzati psicologicamente, e per questo mi smentisce. In effetti la mia conclusione è che la domanda che avevi posto nel tuo articolo può avere una risposta affermativa, come hai fatto tu. Su La Sconfitta siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Non sul resto delle storie GlBonelliane, che, ripeto, sto facendo fatica a digerire, ma su La Sconfitta sè. Su Lucero: non sono mai riuscito a trovare l'albo che mi consentisse di completare quella storia, e per questo non l'ho mai letta. So che anche qui c'è un personaggio molto tormentato: cercher? di completare la storia e non mancher? di commentarla
  8. Leo

    [98/99] La Sconfitta

    Non avevo mai letto questa storia, ma molta era la curiosità dopo aver letto l'appassionato articolo di Paco nel TWM del giugno scorso. Riporto per intero la domanda che Paco pone e si pone all'inizio del suo articolo: Pu? il Tex di Gian Luigi Bonelli, per definizione fumetto granitico e spacca tutto, che condensa nelle sue avventure azione a gog?, pestaggi, scazzottate e sparatorie a ripetizione, essere un qualcosa di ulteriore, diverso, più ?profondo?? Pu? quel Tex presentare storie in cui la psicologia dei personaggi, lo scavo nella loro personalit?, il dramma psicologico, risultano importanti quanto e più della componente avventurosa? Pu?, insomma, quel Tex, non aver niente da invidiare ai fumetti più moderni e ?autoriali?? Indubbiamente la risposta è si! Sto rileggendo, sia pure la sera e sia pure a fatica (per il sonno), le vecchie storie di GlB, e per ora posso dire che non ce n'? nessuna che mi abbia soddisfatto appieno. Il suo Tex "granitico e spaccatutto" mi diverte, ma (e qui mi aspetto strali) mi rendo conto che non mi appassiona davvero. Anche storie che mi avevano appassionato da ragazzino, oggi le trovo non più soddisfacenti come una volta (una su tutte, Gilas, ma anche pietre miliari come La cella della morte, Terra Promessa, ecc). Il mio non è un giudizio definitivo, ed anzi vorrei rileggere quelle storie, magari in un momento in cui la mia attenzione possa essere più alta di quella che posso prestare la sera a letto già annebbiato dal sonno e dalle fatiche quotidiane. Vero è che rileggere I Giustizieri di Vegas o Colorado Belle mi d' immensamente più piacere che rileggere la Cella della morte, che trovo insopportabilmente allungata. E non ne faccio neanche una questione di "datazione" della storia: Caccia all'Uomo o El Muerto sono altrettanto datate, eppure le adoro. Lo stile di Nolitta mi è molto congeniale, quel Tex più umano (i cui esiti sono meno scontati quindi di quelli di GlB) mi intriga e mi incuriosisce di più, lo sento più vicino. In questo non posso non dirmi d'accordo con l'intervento di Pippo scritto qualche post fa su questo stesso topic, e probabilmente Zagor come eroe mi sarebbe forse più gradito se solo non sconfinasse così spesso nell'inverosimile e addirittura nella fantascienza. Questa lunga premessa per dire che La Sconfitta conferma e smentisce al contempo le mie sensazioni, e quindi già per questo è molto particolare: storia al solito divertente nel linguaggio (ma questo tipo di divertimento non mi basta più), si eleva di molto nel finale. La conferma sta nel fatto che la storia si eleva con l'intervento di Nolitta, e con il suo suggerimento sulla sconfitta di Tex. La smentita sta nel fatto che i personaggi (interamente GlBonelliani) di Keno (che è splendido nelle sue remore morali), Sahuara (personaggio epico) e del vecchio Baker (una mente già probabilmente malata colta da delirio di onnipotenza nel più tragico momento che possa vivere un padre) sono, pur nell'estrema sintesi e asciuttezza delle loro parole e dei loro pensieri, caratterizzati psicologicamente in maniera perfetta, drammaticamente perfetta, e qui non posso non essere d'accordo con Carlo Monni quando parla di psicologie ben scavate e azzarda un paragone con Shakespeare. Credo che GlB abbia avuto il grandissimo e insuperabile merito di aver creato il personaggio e il suo mondo, ma credo che le storie più belle non siano state scritte da lui. Amo lo stile di suo figlio, di Nizzi (pur così vicino al suo), ovviamente di Boselli (per il quale ho una predilezione assoluta). Lo stile di Bonelli padre, oggi, mi appassiona poco. Ma storie come La Sconfitta mi fanno ricredere. Mi smentiscono. E, ovviamente, non posso che esserne felice.
  9. Leo

    [95/96] La Carovana Dell'oro

    Io mi chiedo a che pro introdurre un personaggio interessante come Zanna Bianca, un bianco a capo degli indiani, se poi deve fare poco più che la comparsa in un finale peraltro buttato via davvero malamente. Storia che io, a differenza di Sam, non rivaluterei. In questa storia a mio parere è ben visibile (come in tante altre) quanto afferma Nizzi in Tex secondo Nizzi: quando parla di GlB, afferma che i soggetti di Bonelli padre qualche volta avevano delle falle, aggiungendo che la cosa può capitare in un narratore fluviale come lui, che non scriveva soggetti ben definiti ed anzi, come lo stesso GlB ammetteva, erano i personaggi nel corso della storia a dirgli dove andare e cosa fare. In questa storia il soggetto era buono, ma Zanna Bianca è stato buttato via in una sceneggiatura che brucia e si brucia troppo rapidamente. Una scena però mi è rimasta impressa: Tex chiede ad un fuorilegge impaurito se voglia una sigaretta. Quello, un p? rassicurato (perchè ha paura che Tex lo meni), l'accetta e se l'accende, ma non ha fatto la prima tirata che già un formidabile pugno di Tex lo mette al tappeto facendogli ovviamente cadere anche la sigaretta. :DRiguardo a Letteri, era in un periodo il cui stile non mi è particolarmente gradito. Il Letteri Grande e Definitivo sarebbe venuto dopo.
  10. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    D'accordissimo con te, John. Questa storia fa pensare e ti lascia dentro tanta amarezza. Sono d'accordo anche sulla significativit? della presenza del Vecchio Cammello, sia pure in veste di accompagnatore. La vignetta finale, dove i due pards cavalcano tra i campi di cotone del Sud e Tex cerca di mandar già il boccone amaro con il vento tra i capelli e la compagnia del suo amico fraterno, è forse la vignetta più bella e più intrisa di significato di tutta la saga.
  11. Leo

    [271/273] Il Disertore

    Io direi degnissima: la storia è bella, ha un grande ritmo e continui colpi di scena. E' proprio quello che cerco in Tex: non sentieri "telefonati" ma accidentati e ricchi di situazioni e coups de theatre. Anche i dialoghi sono ottimi e i personaggi, dagli ufficiali messicani a Morrow, ben gestiti. Il finale: spesso Tex nelle storie di Nolitta è "irrilevante" (vd I Ribelli del Canada) o è sconfitto (vd Caccia all'uomo, La strage di Red Hill, Giungla Crudele). Il Tex di Nolitta è un Tex più realistico, che può anche non incidere sulle sorti di una grande compagnia dell'Est che abbia appoggi politici influenti, e che può anche essere costretto ad arrendersi ad un delinquente di mezza tacca come Pedroza se la situazione è realmente disperata. Sam dice che ha avuto una sensazione di incompiutezza: sono d'accordo, ma penso che l'intento di Nolitta fosse proprio quello. Io adoro le storie di Nolitta (anche se non tutte), e soprattutto adoro il suo stile, preferendolo anche a quello di suo padre. Sui disegni, posso solo dire che Ticci è immenso: non ci sono altri aggettivi per questo Maestro; forse dovremmo inventare un neologismo: Ticci è "ticciano".
  12. Leo

    [270/271] Bandoleros!

    Mah, io invece non sono per nulla soddisfatto da simili storie. I dialoghi si condensano in ripetuti Bang bang con la vittoria ultraovvia dei pards. Nessun dialogo avvincente, nessun antagonista degno di nota, solo tanta azione praticamente fine a sè stessa. il numero di pagine, pur esiguo, è fin troppo abbondante per una simile trama. Su Monti invece siamo tutti d'accordo: un Grande.
  13. Leo

    [269/270] Il Segreto Della Sierra Madre

    Una storia prevedibile e scontata, ma che si fa leggere bene. Un buon passatempo, che non è propriamente quello che cerco in Tex (o almeno non quello soltanto), ma che neanche disdegno. Certo, non è facile scrivere storie fresche dopo 35 anni (la storia è uscita nell' '83), ed è comprensibile una certa stanchezza di GlB. I pards di Letteri, invece, li trovo sempre entusiasmanti.
  14. Leo

    [256/257] La Pista Nel Cielo

    Storia senza pretese con la variante divertente della mongolfiera e con un Carson spassosissimo. Ricordo la sua frase di "rimprovero" a Tex (per averlo fatto salire su quella trappola volante) quando si scatena il temporale: "spero che messer Satanasso ci metta vicini a spalare all'inferno, così ogni tanto potr? darti una buona badilata in testa": divertentissima. Mi ha ricordato vagamente quell'altra situazione (molto più drammatica) in cui i due rangers, ne La legge del più forte, sono intrappolati in una vasca con l'acqua che sale sempre di più. Quando ormai sembra finita, Tex trova la forza di dire a Carson: "la verità è che tu hai l'aria di spassartela un mondo, in questa tinozza": questi sono Tex e Carson, capaci di sorridere tra di loro anche nelle situazioni più gravi. E mi piace anche ricordare che, in entrambe le circostanze, i volti ironici dei due pards sono resi (come al solito perfettamente) dal grande Guglielmo Letteri.
  15. Leo

    [254/256] La Valle Infuocata

    L'unica stonatura di questa storia ?, come ha ben detto Sam, il fatto che Tex lasci suo figlio in mano a quelli che lui stesso aveva definito uno sciacallo e un avvoltoio. Per il resto, questa è una storia nolittiana al cento per cento, e quindi bellissima. I personaggi di Bonelli junior trasudano umanit?, sembra quasi di poterli conoscere di persona tanto sono autentici. Hewitt è un personaggio straordinario, ma una menzione di merito deve essere fatta a mio parere per lo sceriffo, un uomo simpatico da cui non ti aspetti ciò che accade in seguito. Nolitta e Fusco: I Ribelli del Canada, il Colonnello Watson, Caccia all'uomo e poi questa storia. E' un binomio d'oro, sono i Boselli & Marcello dei primi tempi...
  16. Leo

    [261/262] La Freccia Spezzata

    Mi sembra incredibile che il Capitano possa rimanere ad attendere il sergente per un anno in mezzo ai boschi: è una forzatura a mio parere grossa che non può non nuocere sul mio personale giudizio su questa storia. Peccato, perchè, fino a questo per me inverosimile finale, la storia è molto bella, come tutte (o quasi) le storie di Nolitta. La storia è nolittiana nel confronto-scontro nella tenda dei Sioux, nel cimitero dove i corpi tumulati dei bianchi "convivono" con gli scaffolds degli indiani, nella riflessione sulla guerra che si concede Tex, nella stessa figura "grigia" del Capitano. Sicuramente una storia da ricordare (anche per i sempre bellissimi disegni di Nicol'), anche se non riesco a dimenticare la stonatura prima menzionata.
  17. Leo

    [259/261] Segnali Di Fumo

    L'inizio è eccellente, come giustamente dice West, ma quando Tex se ne è uscito con la solita lista stile "Mano rossa" ho lasciato l'albo. Da quel momento cosa mi posso aspettare dalla storia? Solo azione, niente più da scoprire, niente che intrighi, tutto è svelato, e il finale non può che essere la scontatissima vittoria di Tex su tutta la linea. Sono andato avanti e l'impressione iniziale ha trovato conferma. Queste storia di sola azione proprio non mi prendono...
  18. Leo

    [629/630] L'inseguimento

    Mah, West, è una sensazione che ho provato a pelle, mentre leggevo, ma non escludo che sia un'impressione sbagliata. Sui primi piani sono d'accordo con te: Mastantuono è stato superlativo e, come ho detto in un mio precedente post, l'ottima resa grafica dei cattivi di questa storia (per dirla alla Paco "ceffi da togliere il sonno") ha contribuito non poco a farmela piacere, e a farmela piacere tanto.
  19. Leo

    [188/189 ] Sabbie Insanguinate

    Anche secondo me questa è una bella storia, però c'è da dire che il soggetto (loschi trafficanti che vogliono far fuori Tex per impossessarsi dei territori della riserva navajo) sarà ripreso con ben altri esiti molti anni più tardi da Nizzi (penso, una tra tutte, a Il Presagio). Parlo di ben altri esiti perchè oggettivamente qui i nemici hanno poca consistenza, se si eccettua (ma neanche lui è questo fulmine di guerra) El Plateado Rico Torres. Belli i disegni del duo Giolitti-Ticci.
  20. Leo

    [629/630] L'inseguimento

    Devo dire che anche a me hanno dato fastidio i sorrisini (assolutamente gratuiti, date le circostanze) di questa storia: a furia di rimproverare a Mastantuono un Tex troppo cupo, ecco che ce lo fa immotivatamente allegro: occorre trovare il giusto equilibrio. Dissento totalmente invece sulla sensazione di artificiosit? che ha suscitato in te questa storia: io l'ho trovata fluida e scorrevole (a me è proprio piaciuta...).
  21. Leo

    [629/630] L'inseguimento

    Però, Zagrosky, con uno strappo alla verosimiglianza (peraltro abbastanza innocuo) lo sceneggiatore ci ha regalato una scena che tu stesso definisci bella e io ci aggiungo: molto bella... Significativo è che la sfida avvenga con Tiger e non con Tex, quasi a sottolineare la natura selvaggia e quasi "ferina" dei nativi americani, che vivono in tale contatto con la madre terra che possono ben sfidare una belva sul suo stesso terreno, che è quello dell'istinto misterioso degli animali. Un "civilizzato" bianco come Tex non avrebbe potuto farlo...
  22. Leo

    [629/630] L'inseguimento

    Dici bene Billy, per la salute della saga le contaminazioni con altri generi sono state un bene. Purtroppo non incontreranno mai i miei gusti, ma (per fortuna) non sono certo l'unico lettore di Tex Il fatto che queste versioni siano comunque possibili consentono comunque di superare quel "difetto genetico" e di poter continuare a leggere la storia con lo stesso piacere di prima, no? Una puntualizzazione: pur non essendo un capolavoro, trovo comunque Evasione, la prima storia di Faraci, una grande storia e, di conseguenza, un ottimo esordio anche per lui.
  23. Leo

    [629/630] L'inseguimento

    Sul tema "capolavoro" credo anch'io che valga senz'altro la pena di aspettarlo: il talento di Faraci è indiscusso e se Boselli, Berardi e Medda hanno esordito con un capolavoro, c'è Nizzi che invece aveva esordito con Un Diabolico Intrigo, che era solo una buona storia; i suoi capolavori sono venuti dopo, e direi che è valsa la pena di aspettare... non credo invece che la storia capolavoro possa scaturire dal ritorno di Proteus. Per me già Nizzi aveva sbagliato a riproporre un simile personaggio: d'accordo che le varianti del West sono limitate e occorre necessariamente trovare nuovi spunti, ma i personaggi alla Proteus mi fanno un po' cadere le braccia :fumo: : che c'entrano col West? SEGUE SPOILER (non riesco ad inserirlo...) Questo difetto "genetico" a mio parere è facilmente bypassabile: Stanton è un vero duro, è uno di quelli che si farebbero pestare a sangue senza aprire bocca: Tex conosce quel tipo d'uomo e ritiene che sia più facile seguirlo che perdere tempo a malmenarlo con la probabilità di non cavare un ragno dal buco o, peggio ancora, di essere messo su una falsa pista... Qui sono d'accordo con te, ma anche qui trovo che la cosa sia facilmente eludibile: immaginiamo che Tex venga tirato in ballo dopo la fuga di Stanton, perchè il penitenziario ha pochi uomini e Tex è un risaputo cacciatore di uomini: nella trama non cambierebbe assolutamente nulla, e magari per te (e per me) questa versione è più digeribile... Beh, Paco, io credo che Stanton non stia tornando dalla sua vecchia banda ma stia andando in un altro posto, e credo che la reale destinazione di Stanton sia conosciuta solo dai contadini misteriosi che lo stanno inseguendo. Non mi sembra poi così semplice, no?
  24. Leo

    [629/630] L'inseguimento

    Vedo che, salvo il parere di John, fino ad ora questa storia ha mietuto commenti positivi. Io andr? fuori dal coro, e dir? che per me questa storia fino ad ora non è positiva, ma è eccellente .
  25. Beh, francamente non condivido i giudizi positivi per questa storia. All'inizio, nella parte "gialla" ha l'indubbio merito di intrigare, anche se non sono assenti alcune incongruenze (come quelle sottolineate da Don Fabio); in seguito, però, si concede un'appendice a mio parere davvero troppo lunga. Scoperto il cattivo della situazione e il "mistero" della miniera, che bisogno c'è di riempire tutto un altro albo con un inseguimento dall'esito assolutamente scontato? Spesso si rimproverano (non io, comunque) a Borden dei finali troppo accelerati, ma ben vengano se paragonati a questi, che si trascinano senza più avere nulla da dire. La verità è che l'azione fine a sè stessa non mi dice niente, e una storia che mi proponga un inseguimento prolungato del vilain di turno mi fa solo sbadigliare. Io credo che nelle storie debbano apparire personaggi intriganti e situazioni accattivanti, e purtroppo non ho visto in questa storia n° gli uni n° le altre (se si esclude, per queste ultime, la parte iniziale "gialla" che, come ho già detto, era comunque costruita bene). Non basta la bella figura di uno sceriffo o la solita verve nei dialoghi Glbonelliani per farmi dire soddisfatto. E non bastano nemmeno i sempre molto suggestivi e western disegni del grande Erio.
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