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TWF - Tex Willer Forum

juanraza85

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Tutto il contenuto pubblicato da juanraza85

  1. Speriamo e confidiamo non escano dal cilindro di Boselli o altri autori parenti di Sumankan che ne facciano le veci...
  2. juanraza85

    [600] I Demoni Del Nord

    Sulla sponte della storia attualmente in edicola, ieri sera sono andato a rileggermi questa, che dal mio punto di vista è tra i migliori albi celebrativi dell'intera serie, e tra i centenari inferiore solo al superlativo 700. Inutile precisare che questa ulteriore lettura ha rinforzato il mio giudizio già più che positivo. Pur compressa in un solo albo, la vicenda sceneggiata da Boselli risulta gradevole da leggere per il teatro di svolgimento canadese e la presenza di un grande amico dei pards come Jim Brandon (aver scelto una storia con lui per un traguardo così importante, per come la vedo io, voleva essere una sorta di gratifica al rapporto fraterno tra lui e Tex), ed anche interessante per la presenza di una tribù primitiva e sconosciuta, per lo più dedita al cannibalismo, come antagonista (un cliché forse eccessivo, magari, che però trova una sua validità contestuale nell'asperità della natura ancora incontaminata dove questa tribù vive). La trama non presenta particolari sorprese, al contrario procede in una direzione ben definita dall'inizio alla fine. Un po' forzato, forse, il sogno premonitore di Nuvola Rossa per una vicenda che non riguarda i navajos, ma ho comunque letto con piacere questa avventura alla ricerca di un nemico bellicoso e del tutto sconosciuto ai Nostri, arroccato in un territorio di una bellezza tanto selvaggia da incutere timore. Rispetto alla mia prima lettura, per quella che è l'evolversi della trama trovo tutto sommato accettabile che della tribù antagonista non si venga a sapere nulla, di contro avrei gradito capire come mai individuo tanto bellicosi e letteralmente affamati di carne umana avessero di punto in bianco deciso di effettuare incursioni su larga scala come mai fatto prima in passato, evidentemente. Stupendi i disegni di Ticci, autore di una grandissima prova nel trasmettere tramite i suoi disegni (che io non ho trovato colorati poi così male) l'asperita dei luoghi e la primordiale ferocia della sconosciuta tribù indiana. Magnifica ed al contempo ricca di inquietudine, a mio avviso, la resa dei conti con liberazione dei prigionieri nelle caverne sotterranee del vulcano.
  3. Ciao. Probabilmente, anzi sicuramente hai ragione. Quando lessi "La Tigre Nera" trovai esagerata la scena con i candelotti di Dinamite. Oltre a delle guerdie mastodontiche. Alte una cosa come due metri e dieci. Ci passo sopra, quando la storia è un capolavoro. Spero che anche questa, possa guadagnarsi tale appellativo. Mentre nelle storie brutte, queste stranezze mi fanno cadere le pall.. Ehm le braccia a terra. Ci può stare, dopotutto, che una delusione possa amplificare ed enfatizzare un difetto anche piccolo. Ma io sono convinto che, salvo clamorosi crolli nei prossimi due numeri (facciamo le corna 🤘..!!), questa sarà una storia da ricordare.. Piuttosto, cambiando argomento, solo io ho notato una curiosa somiglianza tra i Mahaha intravisti a pagina 105 e quella tribù primitiva affrontata da Tex e company nel numero 600..?
  4. Legittimo che tu possa trovarla esagerata, ed in linea di principio lo è senza dubbio, tuttavia la tua esperienza di lettore di Tex (oltre che di altre testate bonelliane e non, se non vado errato) dovrebbe averti imparato ad ammirare ed accettare scene e/o sequenze anche più inverosimili, se osservate con fredda razionalità. Ma, come si suole spesso dire, nel mondo dei fumetti l'incredulità va spesso sospesa .
  5. juanraza85

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    Mi rispecchio al 95% in questo concetto da te espresso... Il 5% di divergenza sta nel fatto che, seppur non entusiasta delle poche letture di Zagor da me affrontate in precedenza, mi sono procurato ed ho letto con relativa curiosità la prima sua avventura tra rangers, comanches e comancheros, più che altro per avere il background necessario a comprendere al meglio il team-up prossimo venturo. La quale - e qui sta la seconda lieve differenza - non mi ha certo fatto innamorare dello Spirito con la Scure (Il cui mondo e contesto narrativo, lo ripeto ancora una volta, continuano a sembrarmi totalmente lontani da quelli di Tex), ma nemmeno mi ha sconvolto così tanto . Mi prenoto sin da ora . Lo hai detto tu, sarebbe un peccato. Se non altro perché solo leggendo potremo accertarci della fondatezza o meno dei nostri timori per questo incontro.
  6. Al contrario di te, a me non è sembrato che dagli albori della sua comparsa la rappresentazione grafica di Mefisto sia molto mutata. Come Villa nella storia del 2002, anche Galep in origine - o meglio, nella sua seconda apparizione - lo disegnò con le sembianze di un vecchio suonato, ben diverso dall'elegante intrallazzone che abbiamo potuto ammirare la prima volta sulla serie mensile (o anche nell'avventura sulla serie del giovane Tex). Certo, è probabile che la maggiore cura che Villa ha riservato al volto del negromante possa ingigantirne ulteriormente le sembianze da anziano, ma in sostanza a mio parere non vi sono troppi stravolgimenti tra il Mefisto di Galep e quello di Villa. Sia come sia, a me piace pensare che il fatto che dimostri assai più anni di quanti ne abbia in realtà possa trovare spiegazione nel suo essersi approcciato alla magia nera.
  7. La storia secondo me procede come meglio non potrebbe. Sino ad ora le vicende parallele non si ostacolano a vicenda, continuano al contrario ad essere pienamente funzionali allo sviluppo della trama, giungendo in un certo senso a compensarsi reciprocamente (in concreto, i pericoli che non corre la spedizione inglese li corrono Tex ed i pards, e viceversa). L'ingresso in scena di ulteriori antagonisti non può naturalmente che fare ben sperare per i prossimi due albi.
  8. juanraza85

    [Tex Willer N. 34 / 36] Atascosa Mountains

    Da notare che hai avuto l'accortezza di non scrivere esplicitamente quel nome , altrimenti possiamo ben immaginare..! Da notare che hai avuto l'accortezza di non scrivere esplicitamente quel nome , altrimenti possiamo ben immaginare..! E comunque concordo nella maniera più assoluta.
  9. juanraza85

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    Anche dal mio punto di vista, la scritta "Tex Willer incontra Zagor" risulta un po' pesante, magari non un pugno ma una ditata in un occhio. Stesso dicasi per la copertina in sé, decisamente banale e niente affatto evocativa: troppo statici e troppo poco espressivi Tex e Zagor in primo piano, effetto cui forse contribuisce uno sfondo sostanzialmente anonimo, oltre che dipinto con tinte un po' troppo cariche. Il discorso è del tutto differente per quanto riguarda i magnifici disegni di Piccinelli postati in anteprima, che ne promettono una consueta ed ennesima prova di straordinaria bravura, tuttavia ritengo sia troppo poco per ribaltare il mio scetticismo per un team-up che non ho mai atteso né attendo con particolare trepidazione, e tanto meno mi entusiasma apprendere che dovrebbero essere già in cantiere nuovi incontri tra Tex e lo Spirito con la Scure, giusto per essere sincero fino in fondo . Ovviamente, se tra un mese la lettura dello Speciale dovesse dissipare le mie perplessità e farmi ricredere sarei il lettore più felice del mondo...
  10. In effetti, devo convenire che nel caso di Arkansas Joe avrebbe più senso riservargli qualche apparizione non fugace ed anzi tale da dargli discreto spazio nella serie del giovane Tex. Per cause di forza maggiore, è forse sbagliato in partenza considerarlo tra i comprimari ricorrenti della saga.
  11. Confidiamo tutti che concederete una storiella in solitaria a tutti i pards occasionali più ricorrenti (nonché anche ad alcuni nemici ricorrenti, perché no?) .
  12. juanraza85

    [Texone N. 20] Canyon Dorado

    Storia assolutamente nella norma, priva di particolari punti deboli ma al contempo priva di colpi ad effetto, o di un qualsiasi elemento in grado di sorprendere un minimo. In altre parole, trattasi di una di quelle storie da cui, col senno di poi, si sarebbe potuto iniziare ad intuire che Nizzi stava imboccando la propria parabola discendente. Nel complesso, tuttavia, ritengo di poterle dare la sufficienza, se non altro per lo sforzo di Nizzi nel cercare di movimentare la vicenda, optando per la scissione della banda agli ordini di Cimarrón, benché a mio avviso questa si verifichi tramite un evento che sa un po' di forzatura: poco credibile, secondo me, uno Juh che dopo aver fatto il diavolo a quattro ed essersi alleato a dei bianchi per destituire Cochise si lasci poi spaventare da una superstizione. Parimenti forzata mi è sembrata la seconda cattura di Sunday Jim: nulla da eccepire sulla sua necessità di sgranchirsi le gambe, ma non si capisce che bisogno abbia di allontanarsi così tanto dalla vista di Tex e company e cadere in bocca ai banditi superstiti, dal canto loro - stranezza nella stranezza - tanto in gamba da non farsi scoprire da gente espertissima in materia come i Nostri (i quali, in effetti, per tutto l'albo si lasciano sorprendere come allocchi sin troppe volte, riprendendosi appena in tempo per il gran finale). In conclusione, capitolo disegni: purtroppo, la prova di Alessandrini non mi ha convinto appieno, soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione grafica dei personaggi.
  13. Non manca Montales, nei magazine? Esatto, lui manca... Prima o poi verrà anche il suo turno, ne sono convinto.
  14. Dovrebbe essere una pagina della storia di Torricelli...
  15. Chiaramente, trattasi di un ulteriore buon motivo per comprare il Color! Complimenti sinceri a @Mister P !!
  16. La copertina di Aldo Di Gennaro, stupenda nella sua classicità e nella sua apparente semplicità, a mio modestissimo avviso vale da sola l'acquisto. Per il resto, devo dire di non aver tratto neanche io particolari impressioni dalle tavole postate in anteprima. A parte la prima, che presumo sia tratta dalla storia illustrata da Masala e mi pare ben disegnata e ben colorata, le altre sembrano anche a me prove di particolari guizzi. Parimenti, paiono anche a me imitazioni solo in parte riuscite di Ticci la seconda, che presumo sia da attribuire a Jannì, e la terza, che individuo facilmente come farina del sacco di Torti. Che dire, posso solo sperare che la lettura dell' albo confuti queste mie impressioni.
  17. juanraza85

    [613/615] I Sabotatori

    Una guerra a colpi di sabotaggi tra due compagnie ferroviarie, un killer a pagamento dalla personalità complessa, una donna tanto ricca ed affascinante quanto priva di scrupoli, un manipolo di sgherri prezzolati e sbruffoni: tutti elementi ricorrenti nella narrativa western che Boselli ha saputo condensare in maniera ottimale per regalarci una prova di livello davvero molto alto. Forse verso la metà la vicenda si rende un po' troppo verbosa per qualche pagina, dal mio punto di vista, ma tale punto un po' deboluccio viene comunque ampiamente ripagato da una trama ben più intricata di come avrebbe potuto apparire in principio, frutto di personaggi tutt'altro che banali e scontati, in grado di permettere al lettore di non individuare torti e ragioni da un'unica parte. Molto interessanti, soprattutto, i due principali avversari del premiato duo Tex & Carson: la ricca e bellissima Bethanie Marsh, principale azionista di una compagnia ferroviaria, disposta a tutto pur di ottenere i propri scopi, compresa la prosecuzione dell'opera del fu marito, ucciso da Xavier Mondego, antagonista primario della vicenda, killer a pagamento senza scrupoli, ma a suo modo dotato di un codice d'onore, come sta a dimostrare il suo comportamento nella arte finale della vicenda. Dopo aver condotto alla morte la vedova Marsh (talmente accecata dal perseguimento del suo scopo da rimanere volutamente a bordo del suo treno lanciato in folle corsa e morire nello schianto), rispettando in tal modo il suo triste impegno, potrebbe filarsela al sicuro ed invece resta per seppellire il fido compare Hector ed il giovane Bill, rappresentante dei suoi mandanti (a tal proposito, devo ammettere che l'indecisione da lui palesata ad un certo punto nel giudicare la vicenda mi aveva lasciato intuire il suo coinvolgimento), con l'aiuto di Tex, per poi sfidarlo a duello uscendone fatalmente sconfitto. Peccato, in un certo senso, per la sua morte: sicuramente si trattava comunque di una canaglia, ma a proprio modo migliore degli sgherri della ferrovia capeggiati da Wagoman e della signora Marsh, rei di reati anche peggiori ai danni di gente inerme. E poi, più utilitaristicamente, se fosse riuscito a cavarsela o ad eclissarsi all'ultimo avrebbe potuto tornare utile per una riproposizione; a mio modesto modo di vedere avrebbe avuto le caratteristiche e le potenzialità per diventare anche un avversario ricorrente, ma tant'è. Mi è piaciuto molto anche Leomacs, qui alla sua prima - e sinora penultima - prova sulla serie regolare, dopo avere esordito con l'Almanacco 2009: tratto pulito, buona caratterizzazione grafica dei personaggi, buona anche la raffigurazione degli ambienti.
  18. Mi associo agli elogi meritati per Piccinelli, Juan, però il suo debutto sulla saga, mi pare di ricordare che avvenne nel finire del precedente centinaio, con la storia "Vendetta per Montales" Giusto ..! Restano però i complimenti...
  19. Una buonissima storia, ambientata in una cornice naturale meravigliosa e splendidamente riportata su carta da Piccinelli, e contraddistinta da una grande cura da parte di Boselli nel tratteggiare ad hoc le peculiarità dei vari personaggi che vi compaiono. Anche a mio avviso le manca quel tocco di sprint in più che le avrebbe conferito ulteriore valore e l'avrebbe innalzata alla pari con altre avventure memorabili, magari poiché - come rilevato anche da altri - soprattutto nella prima parte gli eventi si succedono con cadenza forse un po' troppo compassata, tuttavia le caratteristiche che ho precedentemente indicato fanno sì che tale storia la si legga con gran piacere. Per quanto mi riguarda, è stato un enorme piacere vedere Tex e company battersi di fatto per la salvaguardia dell'ambiente, contrapponendosi con la consueta risolutezza agli sgherri al soldo del bieco Crawford insieme ad un vecchietto in gambissima come Harry Yount. Da sottolineare come, inoltre, un aiuto sia pur indiretto ma efficacissimo viene loro fornito dai ricconi presi prigionieri dai Nez Percé di Looking Glass (che Tex sperava appunto di trovare per scongiurare l'ennesima guerra indiana), diventati nel frattempo talmente amici della tribù da decidere di impegnarsi anche economicamente per salvaguardare il territorio destinato a diventare il parco di Yellowstone, per loro sacro. Solo sperticati elogi, infine, per la prova ai disegni di Piccinelli, qui alla sua prima sulle pagine del Ranger, incredibilmente bravo nel raffigurare la selvaggia bellezza e la magia di un angolo di mondo ancora incontaminato. Da brividi, in particolare, l'eruzione dell'Old Faithful (decisiva, per inciso, per le sorti della disfida), ma assolutamente non da meno la minuziosa con cui il disegnatore ha caratterizzato ogni singolo personaggio della storia.
  20. juanraza85

    [Tex Willer N. 37/40] Il Mio Amico Hutch

    Felicissimo per la riproposizione di Hutch..!! E felicissimo anche del ritorno di Valdambrini ai disegni..!
  21. juanraza85

    [Tex Willer N. 34 / 36] Atascosa Mountains

    Nel terzo ed ultimo albo probabilmente gli eventi si sono succeduti con eccessiva velocità, mettendo quindi in evidenza anche la nullità degli antagonisti di turno (o, forse, si potrebbe asserire che gli eventi si sono svolti con grande celerità appunto per colpa dell'inconsistenza degli avversari), comunque sia il debutto di Rauch sulle pagine di questa serie è senza dubbio da promuovere senza riserve. Trama in sé molto classica, ma assai ben curata, soprattutto per quanto riguarda il rapporto che man mano si crea tra Tex e lo sceriffo Page, inizialmente improntato sulla diffidenza del secondo nei confronti del Nostro, ma pagina dopo pagina trasformatosi in complicità, fiducia e stima.
  22. juanraza85

    [Maxi Tex N. 29] Mississippi Ring

    Nel complesso, ritengo si sia trattato di un Maxi di buon livello, non ai livelli di un capolavoro come Nei territori del Nordovest ma comunque migliore di tante altre storie pubblicate su questa collana. Ho molto apprezzato i disegni di Rotundo, ed anche la trama imbastita da Manfredi mi ha lasciato abbastanza soddisfatto. Assai coinvolgente la corsa di Tex e Carson lungo il Mississippi per mettere in salvo i due testimoni, l'azione non viene praticamente mai a mancare e la storia si fa leggere con attenzione, tuttavia il lavoro di Manfredi a mio avviso non può considerarsi esente da errori o imprecisioni: passi che non sia stato chiarito come mai Tex e Carson si trovino a Houston, dove l'avventura ha inizio, ma ritengo sia stata una mancanza non da poco che, a differenza dei testimoni e dei personaggi di contorno, le personalità meno valorizzate ed approfondire siano state - almeno a mio modo di vedere - quelle del killer (uomo tormentato, reduce della Guerra di Secessione, uscito di scena prima di quanto avrei creduto) e del suo capo (nonché suo ex capitano in guerra).
  23. Probabilmente, perché si rende conto che il figlio sarebbe comunque condannato a morte da una giuria, e forse anche lui correrebbe lo stesso rischio (senza contare che difficilmente accetterebbe l'umiliazione di un processo).
  24. O magari la svista l'hanno avuta Tex e company, cui la memoria potrebbe aver giocato uno scherzo ..!
  25. Il primo numero di questa attesissima storia dalla genesi e stesura pressoché bibliche, che al tempo paragonai all'ultimo album dei Guns 'n' Roses (ma con esito finale si spera migliore), non ha deluso le mie aspettative: mi intriga molto la scelta di Boselli di aver sviluppato e di fatto suddiviso la trama in tre distinte correnti narrative (ovviamente, destinate a congiungersi insieme a breve), così come mi intriga la riproposizione di numerose vecchie conoscenze dei pards. Mi verrebbe da sorprendermi per la mancata riproposizione di Gros-Jean, ma riflettendoci non fatico ad immaginare che già gestire i soli Jim Brandon e due donne dal carattere tutt'altro che docile come Dawn e Dallas (quest'ultima, poi, ancora colma di rancore nei confronti di Tex e company per la morte dei fratelli), non deve essere stato affatto semplice, e già di per sé altrettanto promettente sotto il profilo delle possibilità di sviluppo della trama. Altro elemento che mi incuriosisce assai e mi lascia molto ben sperare, i pericoli e le peripezie di natura ancora sostanzialmente ignota cui si è accennato in questo primo albo, elementi che promettono inoltre di non rivelarsi di mero contorno al motivo di fondo della storia, relativo alla vicenda delle navi Terror ed Erebus. Insomma, ho la netta sensazione che l'attesa di poter leggere questa storia sarà ampiamente ripagata da una sceneggiatura ben articolata ed accompagnata dall'eccellente lavoro ai disegni di Bruzzo, il cui stile ricorda molto anche a me il Ticci prima maniera (ulteriore omaggio e richiamo a Sulle piste del nord, con cui questa storia ha qualche collegamento) e, aggiungo, un po' anche quello di Gilbert. Anche per lui, dunque, vale il medesimo discorso: l'attesa è stata lunga, ma sembra esserne valsa la pena .
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