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TWF - Tex Willer Forum

juanraza85

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Tutto il contenuto pubblicato da juanraza85

  1. juanraza85

    [721/724] Attentato a Montales

    Pienamente d'accordo. Motivo in più per credere che non li rivedremo mai più risiede nel semplice fatto che l'idea stessa di una storia che prevede che Tex si sobbarchi (oserei dire letteralmente !) una trasferta in Guatemala - o comunque in un luogo assai lontano - debba poggiare su un pretesto molto, ma molto forte, in questo caso l'aiuto da assicurare a Montales, reduce da ben due attentati alla propria persona ed a forte rischio (poi riscontrato) di altri. Senza questo pretesto, Tex e compagni non avrebbero mai preso una nave per il Guatemala, ed aggiungo che mi riesce difficile pensare che vi verrebbero richiamati in caso di bisogno (se non altro, appunto, in considerazione della distanza). P.S. al mio ragionamento sulla distanza fanno ovviamente eccezione le frequenti trasferte in Canada, ma è arcinoto a tutti come il livello di amicizia e complicità con Gros-Jean e, soprattutto, Jim Brandon sia tale perché Tex non potrebbe mai dire di no ad una loro richiesta di aiuto.
  2. juanraza85

    [721/724] Attentato a Montales

    In considerazione dell'apporto nullo che ha dato agli eventi, direi che il minimo che Ruju possa fare in futuro sia evitare di riproporla ..! Ne consegue che, personalmente, non mi curo affatto della sorte che può aver subìto...
  3. juanraza85

    Oscar Texiani 2020 (Serie Tex Willer)

    Dopo averla tanto decantata nel topic apposito, non avrei mai potuto non nominare quale migliore storia della serie Tex Willer del 2020 I razziatori del Nueces. Credo sia superfluo addurre ulteriori motivazioni. Per quanto riguarda la miglior copertina, ho invece deciso di optare per Nella terra dei Seminoles: a convincermi della scelta è stata la palude superlativamente disegnata ed acquerellata da Dotti. Come miglior personaggio, ho invece scelto senza esitazioni Sam Willer: la storia di cui è protagonista in solitaria, infatti, ritengo ne tratteggi a dovere la personalità, per alcuni aspetti simile e per molti altri assai distante da quella del fratello maggiore, e soprattutto contribuisce a rivalutarlo appieno, ed una volta per tutte.
  4. Acquistato e letto anche da me stamani. Fino a non molto tempo fa ero solito lamentarmi poiché era frequente che le uscite SBE da queste parti giungessero in ritardo anche di 3/4 giorni, ultimamente invece non solo escono puntuali, ma negli ultimi 2/3 mesi le uscite previste per il sabato vengono anticipate al venerdì (in precedenza, slittavano al successivo martedì o addirittura al mercoledì). Sbrigato questo excursus, non esito a dire che L'ultima missione è forse, per quanto mi riguarda, il migliore tra i cartonati di Tex sinora editi dalla Bonelli. Devo davvero rivolgere un convintissimo plauso a Giorgio Giusfredi per aver delineato una storia emozionante e molto western, dal sapore forse anche un po' "brutto, sporco e cattivo", ma che si lascia leggere tutta di un fiato. Azzeccatissima la scelta di raccontare la storia dalla prospettiva di Joe Beauregard, personaggio complesso e per molti aspetti crepuscolare, tagliato su misura per questa storia (o, probabilmente, è stata la storia ad essere costruita - anche - attorno a lui, questioni prospettiche). Ciò non significa che Tex e Carson hanno un ruolo marginale, al contrario sono e dimostrano di essere i soli in grado di aiutare Beauregard a realizzare il proprio obiettivo. Eccellente, infine, anche la prova di Font ai disegni. Come da me sostenuto in altre occasioni, il suo tratto è fatto su misura per le storie dal sapore "brutto, sporco e cattivo", e questa non è certo l'eccezione a tale regola. A colori, poi, i disegni del disegnatore spagnolo acquisiscono forse un'incisività ancora più marcata.
  5. Finale col botto per quella che per me è stata, forse, la migliore avventura del giovane Tex Willer uscita sinora. Non scendo in dettagli, mi limito a dire che ho apprezzato infinitamente il contributo fornito alla vicenda da San Bannion e Buck Barry, che sono stati perfettamente integrati nel contesto della storia. Avrei più di uno spunto da esternare, ma devo e soprattutto voglio trattenermi per non rovinare la sorpresa a chi non avesse ancora letto quest'ultimo albo. E siccome in qualche modo devo pur sfogarmi , faccio anche io una puntatina off topic e voglio dire di concordare in tutto e per tutto sull'inopportunità di riproporre determinati nemici che hanno sì lasciato il segno nella lunga saga texiana, ma la cui morte è parte fondamentale delle storie in cui sono comparsi, la cui grandezza rischierebbe di essere vanificata dalla eventuale riproposizione di tali antagonisti.
  6. juanraza85

    Tex nei Supplementi Linus

    Letto l'articolo postato da @Diablero... Interessante e puntuale nell'effettuare parallelismi tra Bonelli e la sua creatura...
  7. juanraza85

    OSCAR TEXIANI 2020 (albi speciali)

    Una domanda a @ymalpas a proposito dei personaggi indicati... Come mai tra i papabili è stato inserito il solo Manuel Logan e non l'intero terzetto dei fratelli, come avvenuto con i tre Bill?
  8. juanraza85

    OSCAR TEXIANI 2020 (albi speciali)

    Per quanto si debba dire che il 2020 ci ha portato in dote diversi Speciali degni di nota, per quanto mi riguarda Tex l'inesorabile è ben degno di ricevere sia il voto per la migliore storia, che abbiamo dovuto attendere per una ventina d'anni ma ne è valsa più che ampiamente la pena, che quello per la miglior copertina, di impostazione non particolarmente originale né ricercata ma di impatto sommamente epico ed evocativo. Per quanto riguarda i migliori personaggi, invece, ho deciso di optare per i tre scatenati fratelli Bill, autentiche forze della natura.
  9. Ispirato dalla neve caduta ieri dalle mie parti, ho deciso di andare a rileggermi questa storia riguardo la quale, prima d'ora, non mi ero mai espresso, pur avendola sempre ritenuta assai piacevole, sia nella trama curata da Boselli che nella parte grafica, affidata al tratto sempre suggestivo di Marcello. Premetto subito che, ad ogni rilettura, ricavo sempre la certezza che, non fosse per il braccio rotto nel disastro del treno, Tex non faticherebbe più di tanto a sventare l'attacco portato al treno deragliato dalla banda di Harry Lennox, gruppo di banditi abbastanza raccogliticcio, nessuno dei cui componenti sembra in grado di impensierire davvero Tex; di conseguenza, si può ben dire che il vero avversario del Ranger, in questa avventura tra le montagne innevate del Nevada, sia il deragliamento del treno innescato da Lennox e compari, che gli procura l'infortunio e lo costringe ad affrontare i banditi con un grave handicap fisico, che gli rende impossibile muoversi con la consueta disinvoltura, complice anche la morte in combattimento del bravo Shadrach (un peccato, a proposito, che sia uscito di scena quasi subito...). Risulta al contrario più che provvidenziale, sia per le sorti di Tex che per quelle della storia, l'ingresso attivo in scena di John Castleman, ingegnere della ferrovia, che ha il doppio merito di distrarre dapprima i fuorilegge e poi di portare il Ranger in salvo nelle grotte circostanti. Figura interessante, l'ingegner Castleman, per il quale la disavventura del treno 809 costituisce in un certo senso anche una sorta di esame di coscienza, che culmina infine nell'espiazione: proprio lui, che anni addietro segnò il percorso che la ferrovia (il progresso) avrebbe dovuto seguire a discapito dei Nez Percé che risiedevano su quelle montagne, ha e coglie l'occasione di redimersi aiutando Tex coi banditi e, poi, impegnandosi a rimediare in parte ai passati errori. Non una storia memorabile, insomma, ma contraddistinta da un paio di elementi - Tex a mezzo servizio (si fa per dire!) ed il conflitto interiore di Castleman - che la rendono non banale ed anzi piacevole. Bravo Boselli, dunque, ed altrettanto bravo Marcello: gran prova la sua, secondo me, ed in particolare da brividi la sequenza del deragliamento del treno, che ha saputo raffigurare con un realismo forse un po' crudo, ma vivido e ricco di fascino.
  10. juanraza85

    [721/724] Attentato a Montales

    In teoria, forse... Ma la mia opinione - confutabilissima, sia chiaro - è che Cooper sia stato fucilato e, dunque, mai più Tex dovrà, spero, trovarselo tra i piedi. Del resto, non mi è parso un avversario così carismatico e, quindi, degno di una riproposizione...
  11. Da quanto apprendo, Antonio Zamberletti è uno degli autori di Zagor, e questo potrebbe spiegare la vaga somiglianza che ho avuto modo di intravedere sinora tra questa sua prima storia di Tex ed una vecchia storia dello Spirito con la Scure (una delle sue che ho letto, scritta però da Diego Cajelli), in cui Zagor e Cico hanno a che fare con un operaio cinese che non solo ha una certa somiglianza fisica con Lai Chen, ma è anch'egli operaio della ferrovia, anch'egli esperto combattente di arti marziali, nei guai (e qui sta la differenza rispetto a Lai Chen) per un omicidio commesso per legittima difesa. Da qui, dunque, la mia impressione che Zamberletti possa aver in parte tratto ispirazione da quella storia. A parte questo, in merito alla sua prima fatica texiana devo dire di aver tratto impressioni contrastanti. Da un lato, la sceneggiatura mi è parsa un po' prevedibile: in particolare, si intuisce sin da subito che i veri responsabili dell'omicidio attribuito a Lai Chen sono - come poi si evince - i tre balordi che intendono ucciderlo; stesso dicasi per lo sceriffo di Willow, la cui dubbia onestà ed affidabilità si palesano dal primo istante. Di contro, però, ho riscontrato un buon utilizzo del Vecchio Cammello, sia nelle battute sempre prontissime che, soprattutto, nei fatti, raggiungendo il culmine nell'ultima pagina. In altre parole, un buon patrimonio che confido possa essere ulteriormente valorizzato nel prossimo albo, dove al contempo possiamo immaginare vedremo partecipare attivamente alla resa dei conti anche Lai Chen. Non mi sono affatto dispiaciuti neanche i disegni di Giuseppe Candita, il cui tratto in questa performance mi ricorda vagamente quello di Virgilio Muzzi.
  12. juanraza85

    [721/724] Attentato a Montales

    Effettivamente, alla luce di tanti pareri concordi, e compatibilmente con le direttive editoriali, viene da domandarsi se non potesse valere la pena buttare giù una storia che durasse quattro albi pieni, in modo tale da permettere di giungere all'epilogo con maggiore calma e minore prevedibilità.
  13. juanraza85

    OSCAR TEXIANI 2020 (Serie Regolare)

    Ritengo opportuno premettere che, per quanto riguarda la serie regolare, a mio avviso il 2020 non può dirsi contraddistinto da storie memorabili, per meglio intenderci di quelle che tra qualche anno potrebbero essere segnalate tra i classici texiani. In ogni caso, secondo il mio parere la miglior storia del 2020 è stata nettamente Netdahe!, benché anch'essa non esente da qualche dettaglio che avrebbe forse potuto essere gestito meglio. Discorso pressoché identico per quanto riguarda i personaggi, nessuno dei quali è riuscito a rimanermi particolarmente impresso. Ho comunque votato per Nantan, se non altro per premiare il suo grande contributo all'impresa contro i Netdahe. Scelta più difficile, invece, per quanto concerne le copertine di Villa, due o tre delle quali davvero di alto livello. Alla fine, ho deciso di optare per la cover de La rupe del diavolo: il paesaggio fluviale, tra la rupe che incombe dall'alto e la bruna figlia dell'umidità, sono stati magnificamente illustrati da Villa.
  14. juanraza85

    [721/724] Attentato a Montales

    Purtroppo mi trovo costretto a dare ragione a quanti tra i pards del Forum temevano che il finale della storia si svolgesse in maniera troppo affrettata. Con mio grande rammarico, e posso facilmente presumere non solo mio, il mezzo albo conclusivo ha visto convergere d'improvviso e con una tempestività a mio avviso sin troppo prevedibile tutti i protagonisti e gli antagonisti principali della storia, tutti nello stesso momento e nel medesimo luogo, come si fossero dati esplicito appuntamento. Parimenti prevedibili gli eventi che hanno portato a tale resa dei conti, da Gregorio che ovviamente rifiuta di uccidere Montales, a Kit e Carson che riescono a farla in barba a Cooper e compagnia cantante (o meglio, sparante ) benché scoperti. Di fatto non valorizzata, ed ancor meno classificabile, l'affascinante Inez, come poco valorizzati anche Jairo e la sua banda, occasionali compagni di brigata di Tex e Tiger. In sostanza, quindi, ritengo di poter affermare che la storia nel suo complesso resta molto valida, ma il finale affrettato ed un po' scontato le ha impedito di lasciare davvero il segno, almeno per quanto mi riguarda.
  15. juanraza85

    [Texone N. 03] Il Segno Del Serpente

    Non parliamo di uno dei migliori Texoni in assoluto, diciamolo subito, tuttavia non posso non dire che la lettura di questa storia non mi sia piaciuta, non foss'altro che per le inusuali circostanze, che portano Tex ed i pards ad avere, seppur non direttamente, a che fare con la leggendaria pietra filosofale. Come idea per una storia degna di essere pubblicata su un albo speciale, dunque, a mio parere ci siamo: al netto di qualche piccolo dettaglio che non mi ha convinto del tutto, la sceneggiatura che Nizzi ha imbastito intorno a questa insolita vicenda risulta nel complesso abbastanza dignitosa, mentre purtroppo non mi sento di dire lo stesso per la prova ai disegni di Galep, un po' troppo impreciso e discontinuo nel tratteggiare pagina dopo pagina i volti dei personaggi, segno evidente che la fase calante era già iniziata (chiarisco subito: anche solo per tributo nei suoi confronti, ritengo sia stato più che giusto consentirgli di cimentarsi con tale formato, all'epoca ancora una novità). Non particolarmente rilevante la statura degli antagonisti di turno, ad eccezione dell'alchimista Sebastian, talmente ossessionato dell'aviazione di riuscire a trasmutare minerali meno nobili in oro da perdere totalmente di vista la realtà che lo circonda, dapprima dilapidando il patrimonio di famiglia, poi tradendo la fiducia dei monaci che lo avevano accolto ed aiutato a riscattarsi e propiziandone involontariamente la morte (a questo proposito, il suo superiore padre Cristobal avrebbe potuto evitare di rivelare a lui, aspirante alchimista, la presenza in biblioteca di un trattato di alchimia), ed infine cadendo nelle grinfie del subdolo Lotero, senza in apparenza rendersi conto di esserne sfruttato per avidità. Un personaggio, Sebastian, che nella sua ingenuità e sostanziale buona fede tutto sommato ispira una sorta di compassione, anche se ho trovato sensata ai fini della trama la fine pur orribile cui va incontro. Sensazioni contrastanti mi ha invece suscitato la risoluta decisione di Tex di dare alle fiamme il libro di alchimia, che al di là dei guai che aveva cagionato restava comunque un volume di gran valore scientifico, che non mi sarebbe dispiaciuto se Tex, anziché optare per la sua distruzione (decisione che, se si dà ascolto al buonsenso, si può comprendere), avesse deciso di affidare al sapiente Morisco, che sicuramente lo avrebbe custodito con oculatezza per mero interesse scientifico, sia pur solo a titolo di ringraziamento per aver messo lui ed i compagni sulla strada giusta per fare luce sulla vicenda (a questo proposito, forse è un po' forzato l'automatismo con cui Tex intuisce che il brujo di Pilares possa dargli le giuste dritte, ma dopotutto nell'economia della storia ci può stare).
  16. Secondo me è in parte così: il Bos potrebbe aver avuto già allora in mente almeno il soggetto dell'avventura di Tex e Damned Dick contro i Jayhawkers, utile anche per riprendere la narrazione degli eventi in cui Tex è rimasto coinvolto durante la Guerra di Secessione, e durante la fase di scrittura de La grande invasione, approfittando della caratterizzazione che aveva dato a Glenn Corbett e Kirby Doyle, potrebbe aver deciso di accennare a quell'episodio di Tex durante la Guerra che forse in quel momento era solo una sfiziosa idea, ma che prima o poi avrebbe trasformato in una vera e propria storia. Solo successivamente, nel terminare la sceneggiatura della storia contro i comanches, potrebbe essergli venuto in mente che forse anche la vendetta di Jethro valeva un'ulteriore storia da scrivere in futuro. Le tempistiche di uscita di Missouri! e Jethro!, avesse fondamento questa mia ipotesi formulata su due piedi, potrebbero essere così spiegate, ma ovviamente solo il buon @bordenpotrebbe rivelarci i veri retroscena ...
  17. juanraza85

    Il Tex di Ruju

    Il valore di Ruju come autore e sceneggiatore non è assolutamente in discussione, tuttavia è assai probabile che, sino almeno a quest'ultima prova, non era ancora riuscito a realizzare prove che avessero un quid particolare, o che rimanessero particolarmente impresse - da quel che mi è sembrato di percepire - a buona parte dei lettori texiani. Personalmente, ne ricordo con piacere un paio in particolare, Wolfman e Furia comanche, senza disdegnare Mezzosangue, mentre a dispetto delle aspettative e del potenziale rimasi un po' deluso da alcune scelte di sceneggiatura ne Il messaggero cinese. Inutile dire che, sempre e a mio parere, la storia in Guatemala attualmente in edicola si sta nettamente rivelando la migliore delle sue opere texiane, e confido con forza possa essere quella che gli permetta di entrare definitivamente "in confidenza" con il mondo di Tex, che possa fungere magari anche da volano per affrontare con maggior spigliatezza nel prossimo futuro storie di impianto più western.
  18. juanraza85

    [Texone N. 02] Terra Senza Legge

    Un Texone dall'impianto in sé abbastanza classico, una tipica vicenda della frontiera americana, che però Nizzi ha saputo sceneggiare con bravura, rendendola non scontata e, soprattutto, evitando potesse risultare troppo prevedibile. Il quartetto al gran completo è incaricato di andare a Safford per andare a tirare le orecchie al boss locale, Paul Morrison, ufficialmente proprietario di saloon ma, in realtà, padrone assoluto della cittadina, di cui si è impadronito tramite prepotenze di ogni tipo. Imbeccati da un simpatico ex sergente che salvano in tempo da una banda di apaches al soldo di Morrison, Tex ed i pards fanno piazza pulita dei principali complici di Morrison, lasciandosi però scappare uno dei tirapiedi, che ovviamente si precipita a Safford per avvertire il gran capo. Esito della missione compromesso sul nascere? Manco per niente..! Dinanzi al legittimo scetticismo dei pards, Tex tira fuori dal cappello un insospettabile coniglio, sotto forma di un'idea tanto brillante quanto imprevedibile e cinica, che da sola a mio parere fa schizzare in alto l'indice di gradimento della storia: con la complicità del simpatico conducente, Tex convince i tre passeggeri a prestare i propri abiti ai tre pards, affinché ne prendano il posto. Tex nascosto sotto un poncho ed un sombrero messicani, Carson sotto le spoglie di predicatore, Tiger camuffato da uomo d'affari e, dulcis in fundo, Kit travestito da giovane donna..!! Il piano riesce quasi alla perfezione, non fosse per uno dei banditi sul libro paga di Morrison che cerca di strappare un bacio alla "ragazza", che gli rifila un cazzottone in faccia e manda a ramengo la mascherata (a ben vedere, le avances del bandito costituiscono una prova inconfutabile della perfetta messinscena allestita). Pazienza per i pards, che riescono brillantemente a fuggire ed a dimezzare i banditi, giungendo incolumi a Safford ove, grazie ad un nuovo colpo di genio di Tex, imbeccano il corrotto sceriffo (che ignora che i quattro lo sappiano) per condurre i banditi superstiti su una falsa pista. Lo stratagemma sembra funzionare, senonché la donna del boss, la piacente Lola Chavez, riesce a sganciarsi in tempo e, irretito Kevin Crosby, il capo dei banditi, lo convince ad assaltare la prigione ed a far fuori Morrison, promettendogli di prenderlo con sé come socio e nuovo compagno. Quando le cose sembrano mettersi male per Tex e compagni, in loro soccorso giungono quattro simpatici vecchietti, che li aiutano a ribaltare l'esito della sfida e, contestualmente, costringono Lola Chavez a mostrare la sua essenza e le sue intenzioni: da autentica dark lady, la bella messicana spara a sangue freddo al nuovo "promesso sposo" per precipitarsi a vuotare la cassaforte dell'ex, salvo essere raggiunta da Crosby che, pur agonizzante, trova la forza di vendicarsi sparando a sua volta, ponendo dunque definitivamente fine ai patimenti dei bravi cittadini di Safford. Una vicenda molto classica, quindi, ma sapientemente condita da azione nel migliore stile texiano e da sani momenti di scanzonata ironia, cui secondo il mio parere ha contribuito non poco il tratto "pacioso" di Giolitti, molto bravo ad adattare le espressioni dei vari personaggi a situazioni del tutto differenti, e talvolta diametralmente opposte. Unico appunto che posso muovere, la pressoché nulla caratterizzazione degli antagonisti, eccetto Lola Chavez, ed anche la banda di apaches, che i Nostri in fase iniziale decimano ma non neutralizzano del tutto, avrebbe forse potuto essere ripresa in fase conclusiva per regalare ulteriore azione ed un'ulteriore "sorpresa" per i quattro pards, che l'avrebbero comunque rintuzzata egregiamente.
  19. juanraza85

    [Texone N. 08] Il Soldato Comanche

    Qualche giorno fa, ho voluto rinfrescarmi il ricordo e, soprattutto, le sensazioni che fosse in grado di trasmettermi questo Texone, che non rileggevo da un bel pezzo, al fine di poter esprimere un giudizio in questo topic. A seguito dell'ultima rilettura, posso confermare con convinzione il mio complessivo apprezzamento, sia pure con qualche piccolo appunto: la sceneggiatura investita da Nizzi, pur poggiando su un'idea di base che si sviluppa in maniera abbastanza lineare, risulta nell'insieme gradevole e mai sonnacchiosa, seppure prevedibile in alcuni passaggi; in particolare, fin dal racconto del sergente Brickford avevo intuito - come immagino anche altri lettori - che i due individui mascherati che avevano assalito il figlioccio Charlie Kid e Lizabeth Connelly altri non potevano essere che i soldati Monkey e Stokes (che avevano col ragazzo un conto in sospeso), stesso dicasi per il parziale coinvolgimento nella triste vicenda del tenente Allister. Quest'ultimo, in particolare, risulta tanto antipatico sul piano umano quanto utile su quello più utilitaristicamente narrativo: ufficiale assai snob, indignato per l'amore scoppiato tra la promessa sposa e Charlie Kid, non esita a commissionare a Monkey e Stokes l'uccisione del giovane comanche, senza prevedere che invece a morire, sia pure a causa di una tragica fatalità, sarebbe stata la giovane Lizabeth, del cui cadavere i due balordi fanno scempio al fine di far ricadere la colpa su Charlie. Di contro, non può non suscitare simpatia e tenerezza la figura del sergente Brickford, uomo dal gran cuore, che aveva adottato Charlie Kid come un figlio e non lascia nulla di intentato, compreso chiedere aiuto al vecchio amico Tex, per cavarlo dal grosso guaio in cui il ragazzo si è ritrovato coinvolto. Tale è l'amarezza della vicenda che alla fine, sia pur dimostrata l'innocenza del ragazzo, entrambi decidono di lasciare l'esercito, che pure il sergente aveva sempre considerato una c'era e propria casa e ragione di vita. Molto belli, accurati e suggestivi, sia per quanto riguarda i personaggi che per quanto riguarda i paesaggi di contorno, i disegni del compianto Aldo Capitanio, qui alla sua prima prova sulle pagine di Tex, e purtroppo anche la terzultima.
  20. juanraza85

    [Texone N. 13] Sangue Sul Colorado

    Avevo ricordi un po' vaghi di questo Texone, e soprattutto non rammentavo quale potesse essere il suo appeal, così sono andato a rileggermelo, traendone (re)impressioni abbastanza positive: non la riterrei una storia trascendentale, intendiamoci, ma comunque un'avventura di tutto rispetto, che Nizzi è stato in grado di rendere meno banale di come, dato l'impianto alla base, avrebbe rischiato di essere. Invece, appunto, la trama non risulta scontata o prevedibile, poiché non contraddistinta né da un eccesso di azione (che comunque non fa certo difetto), né da una carenza di momenti di ilarità (senza dubbio simpatici i siparietti di cui si rende protagonista la vedova Petersen), né da una caratterizzazione troppo dicotomica dei personaggi che vi compaiono. E' il caso, in particolar modo, dei MacLean, fondatori di Silver Creek, ove fanno il bello ed il cattivo tempo, solo apparentemente accomunati dal proprio status, in realtà ciascuno diverso dall'altro: il capostipite Howard, galantuomo integerrimo ma apparentemente rassegnato ad essersi fatto soppiantare dal figlio maggiore Guy, uomo d'affari senza scrupoli né principi, per cui vale unicamente il motto "Business is business", mentre risulta irritante ma in fondo non troppo pericoloso l'altro figlio Norman, bamboccione superficialotto che pensa solo alle ragazze. Parimenti non banali neanche le figure della vedova Milligan e Maud, donne sole rispettivamente ex fiamma e figlia illegittima di Howard, con in particolare Maud oggetto delle attenzioni di Norman, all'insaputa del vero legame che i due hanno ma ambedue ignorano. Tex ed i pards al gran completo, un evento non scontato nelle storie di Nizzi, vengono chiamati in Colorado da Ray Miller, un vecchio amico di Tex, membro di una piccola comunità di minatori minacciata dagli insani ed illimitati appetiti di Guy MacLean, trovandosi a dover combattere contro un nemico pronto a tutto ed abbastanza potente da avere dalla sua parte lo sceriffo ed il giudice, entrambi individui non del tutto disonesti ma estremamente servili nei suoi riguardi. Per quanto abbia assoldato un esercito di bravacci per eliminare sia i rangers che i minatori di Carbon Valley, Guy MacLean va ad un passo da un'ingloriosa vittoria solo attuando un becero ricatto, sventato dal provvidenziale ed imprevedibile intervento del capostipite Howard, che poco dopo si vede costretto ad uccidere per legittima difesa e con le proprie mani il figlio Guy. In funzione di un evento così tragico, ho trovato un po' troppo lieto il finale, con Howard e la signora Milligan che si sposano (e la giovane Maud riconosciuta a tutti gli effetti), il vecchio che riacquista salute e rispetto dinanzi alla cittadinanza di Silver Creek ed anche dei minatori di Carbon Valley, che generosamente aiuta a dotarsi di tecnologia per sfruttare in modo adeguato le vene scrivere. Il tutto a mio avviso, senza ostentare troppo dolore appena dopo aver ucciso il figlio, che era senza dubbio un fior di canaglia che era disposto a far uccidere il padre, che senza dubbio è stato ucciso per legittima difesa, ma era pur sempre il figlio. Terminò il post con un telegrafico commento sui disegni di Ivo Milazzo, di cui ho apprezzato il tratto essenziale ed al contempo assai "dinamico", ed quanto neanche io sia rimasto del tutto convinto dai volti dei personaggi, disegnati a mio parere con un po' di discontinuità da vignetta a vignetta.
  21. Al più presto ti imiterò, tanto sono di Chieti e da qui è un attimo... Se in futuro ti ricapitasse di venire da queste parti fammelo sapere
  22. Tra i contenuti di approfondimento, nel mio precedente post ho colpevolmente dimenticato di citare il bell'articolo sui nativi arruolatisi volontari nell'esercito canadese durante la Seconda Guerra Mondiale, molto dei quali hanno combattuto in Italia, ed alcuni vi sono anche morti (a questo proposito, dopo averlo letto mi sono ripromesso di andare appena possibile a visitare il cimitero canadese di Ortona, che mi è decisamente vicino). Tre pagine davvero ben scritte, che illustrano perfettamente il contributo non indifferente ma non sempre adeguatamente riconosciuto di quegli uomini, anch'essi troppo spesso vittime dei pregiudizi razziali dei loro superiori...
  23. Nel complesso, devo dire di averlo trovato un Magazine di tutto rispetto, sia per quanto concerne i contenuti extra che per quanto riguarda le due brevi storie. Tra gli articoli, ho apprezzato in modo particolare lo speciale sul corpo delle Giubbe Rosse canadesi, molto curato e ricco di aneddoti interessanti, nonché impreziosito dai rimandi a tutti i Mounties che hanno lasciato il segno nel mondo delle nuvolette italiche, su tutti ovviamente Jim Brandon, grande amico ed occasionale comprimario di Tex, al quale sono giustamente dedicati la copertina ed una storia di cui è protagonista in solitaria. Proprio la sua storia, benché la più breve delle due contenute nello speciale, mi è risultata la più gradita, soprattutto - ed è forse, sin troppo scontato dirlo - per l'inedito ruolo da assoluto protagonista che Boselli ha ritagliato su misura per Jim Brandon, con il preziosissimo ausilio di Biglia ai disegni. Bella la scelta di far narrare a Brandon in flashback a Gros-Jean (altrettanto gradita la sua partecipazione), al riparo dal freddo in un rifugio da lui stesso costruito nella sconfinata prateria canadese, un'avventura della sua giovinezza, quando era ancora un semplice agente della Polizia a Cavallo, e si era trovato a dover affrontare di fatto da solo una banda di wolfers senza scrupoli, cavandosela egregiamente sia con l'ausilio di armi da fuoco e sani cazzotti (il capo dei trafficanti lo impara più di tutti a sue spese), sia con la diplomazia per impedire che i banditi possano seminare zizzania tra i Siksika ed un gruppo di ingegneri che aveva incarico di scortare. Tutto ciò, da quanto ho potuto evincere dallo speciale, in ossequioso rispetto dello spirito del Corpo di cui è membro. Piacevole, ma a mio parere un gradino sotto, anche l'altra storia, sceneggiata da Ruju e disegnata da Mario Rossi. Tex e Carson si trovano, loro malgrado, a dover fuggire dall'inseguimento di una banda di Piutes sulle tracce di Snow, rapper cui Tex salva due volte la vita nel corso della rocambolesca fuga. Bella la trovata di Ruju di fare pian piano emergere un quadro differente da quello che poteva inizialmente sembrare, per quanto forse la verità inizia a venire a galla un po' troppo presto; in particolare, che Snow avesse rifilato ai due pards una versione addomesticata sulla sua fuga dai Piutes lo si intuisce sin dal primo assalto della banda al terzetto, in cui il trapper non dimostra minimamente il coraggio ed il sangue freddo che aveva inizialmente millantato. In crescendo, invece, la prova di Mario Rossi ai disegni: nelle prime pagine sembravano un po' gessati, nel prosieguo hanno poco alla volta raggiunto e saputo trasmettere un maggiore "dinamismo".
  24. juanraza85

    [721/724] Attentato a Montales

    In effetti, al momento non possiamo escludere che qualche avversario riesca a scampare al prevedibile repulisti che Tex e compagni metteranno in atto, o quantomeno è probabile che non tutti finiranno per rimetterci la pellaccia. Tali eventualità, inutile sottolinearlo, potrebbero in linea teorica fungere da spunto per un seguito, ma è altrettanto inutile specificare che ciò dipenderebbe anche - se non soprattutto - da quel che gli antagonisti potranno in caso "regalare" nell'ultimo mezzo albo...
  25. juanraza85

    [721/724] Attentato a Montales

    Secondo me non è da escludere che Biglia, per dare fattezze a Sebastian, possa essersi effettivamente ispirato al Serse di 300. Ad ogni modo, non può essere certo lui il deus ex machina del tentativo di golpe, né credo lo si possa considerare alla pari dei militari e grandi latifondisti che tramano per la sua imminente realizzazione: Sebastian è semplicemente una pedina nelle loro mani, messo al comando di altre pedine adoperate per i lavori sporchi. Ho la sensazione che potrebbe essere proprio la gentildonna l'avversario più ostico, non so dire bene perché ma credo abbia in serbo bruttissime sorprese per Kit e Carson, e dunque anche per Tex e gli altri...
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