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L'integrale De "gli Uomini Giaguaro"
Mister P replied to Sam Stone's topic in La Serie e i Personaggi
Ma chi c... si compra l'integrale di sta sbobba? Ricordo l'annuncio, anzi, il prossimamente, nella terza di copertina di Oklahoma! (dicembre 1991) e pensavo "che figo, El Morisco!". Poi sappiamo come è andata. -
CALMA.
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Dio santo. Sto lontano pochi giorni e mi ritrovo 8 pagine di discussione, spesso a ridosso del flame. Diablero e Valerio, siete pregati di controllarvi (aggiungo un "cazzo" rafforzativo). Poi risponderò nel merito ad alcuni spunti che ha offerto la discussione fiume.
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L'idea fu data a GLB dal Sergione.
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Il mio amico Antonio Lucchi realizza fumetti con la tavoletta grafica, ma la mano è la sua. Andare oltre vuol dire mortificare il genio umano.
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Manca la faccina col :facepalm: .
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Dai, La pista nel cielo almeno è carina.
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Semplici: GLB Semplicistiche: Nizzi
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Diably, ti contraddici: se le decisioni le prendevano all'ultimo momento come sembra, come potevano, ai primi di marzo del 1967, con il #77 in edicola, già stabilire un volume unico per Morte all'alba/Vendetta indiana? Sai perché dico che non fu premeditato? Ho visto il finale originale di Morte d'un soldato. È talmente compresso da essere quasi incomprensibile. In quel caso GLB aveva voluto rispettare la normale conclusione di un albo a striscia, a discapito della chiarezza. Nel caso di Vendetta indiana ha deciso di fregarsene della lunghezza degli albi e di dargli un finale degno, vada come vada. Probabilmente solo in fase di pianificazione in vista della chiusura delle strisce, quando bisogna calcolare in che numero inizieranno le storie inedite per l'annuncio in terza di copertina dell'Orrenda notte, ci si accorge che la storia è lunga quasi un albo e, data la qualità elevata dei disegni, si pensa al volume unico. Ma ciò non spiega alcune cose. Togliendo gli allungamenti a Morte di un soldato e Fuga nella notte, Giustizia sarebbe potuta entrare perfettamente nei numeri #90-91 e lasciare il #92 a Vendetta Indiana. Però il finale originale di Morte di un soldato era quello che era e quindi GLB decise di riparare a quell'"errore" e allungarlo per renderlo comprensibile. Questo è ciò che penso.
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Zenith e Cowboy passano a 100 pp nel giugno del 1967, mentre Tex scende di sole 16 pp e non 32 nel luglio 1968. Anche questo avrà voluto dire qualcosa. Lo facevano anche le altre case editrici (la Dardo ogni 21 strisce ad esempio). Anche la Zenith ha una prima serie e una seconda serie.
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Allora, ho notato una cosa. La Caccia, La Sconfitta e Il Giuramento nascono per le strisce, solo che nella parte finale vengono allungate (cosa che per altro era successa pure con Morte di un soldato e Una manciata di diamanti, senza dimenticare l'aggiunta di una striscia ne L'enigma della lancia, per motivi più che ovvi (che storia veniva dopo ?). Nel caso di Giustizia! viene tagliata una striscia per gli stessi motivi. Anche il finale de La carovana dell'oro viene allungato. El Morisco rispetta la lunghezza prevista, salvo l'interpolazione di strisce sciolte (mi vengono in mente nel #101 la panoramica con Pablito che giace nel deserto e la vignetta lunga a p. 113 con Eusebio che sta per entrare nella stanza in cui ci sono i pards col "brujo"). Su Gilas e Massacro ho già detto. No crech, come si direbbe ad Alghero. L'inizio di una storia all'interno di una striscia era inconsueto ma non impossibile (è accaduto altre volte su Tex, ma l'ho visto pure in alcuni albetti di Zagor e del Piccolo Ranger). Secondo me, il Grande Vecchio non se l'è sentita di allungare il brodo e ha terminato lì, per altro sbarellando la storia successiva (interventi redazionali all'interno delle strisce! Peraltro li ho notati pure nell'episodio del Piccolo Ranger contro gli zombi).
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Comunque, per riprendere le fila del discorso, rimane il dubbio: se Sergione era deciso a far sospendere la pubblicazione a strisce, perché ci sono ben 6 episodi, a partire da La Caccia concepiti per quel formato per un totale di 12 numeri (#100 escluso)? Ecco perché ho parlato di decisione presa dalla sera alla mattina e non pianificata. Mi sembra solo di ricordare che Gilas e Massacro presentano gli interventi redazionali solo per metà storia ma dovrei rivedere bene e ora non posso.
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È un po' difficile che gli siano sfuggiti i titolini interni spesso a metà pagina nei primi 96 numeri. O i numeri delle strisce all'angolo basso delle vignette.
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Io ricordo l'aggiunta di sole 12 strisce. Forse dimentichi che fu pure allungato il finale di Morte di un soldato nell'albo precedente. Le strisce di Una manciata di smeraldi erano inedite e si riconoscono perché Galep fa anche le chine.
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Seguendo questa logica, ogni tanto si dovrebbe mettere in pausa il mensile per lasciare respirare i disegnatori. Prima, no?
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(questo tuo intervento mi fa propendere per la superiorità morale dei collezionisti ) No, p. 129: prima striscia inedita, la seconda e la terza sono l'allungamento di un'unica striscia.
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Rileggi il mio messaggio di testa. E non capisco cosa c'entri Vendetta Indiana, che per di più fu aumentata di due strisce.
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Inedite e basta. La prima scritta per il nuovo formato è il #100, seguita da Chinatown.
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È iscritto dal 2006. Son le basi, l'ABC.
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Era fermo a un anno e mezzo dal #63 (gennaio 1966). No, ditemi che non ho letto questa roba, ditemelo.
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Il 5 giugno del 1967, con l'albetto L'orrenda notte, #19 della Serie Rodeo, finisce l'epopea delle strisce per il nostro Ranger. Dopo un anno e mezzo sul Gigante comparirono le prime storie inedite. Ma. Chiunque ha l'occhio allenato avrà notato che, del tutto o in parte, le storie tra La Caccia e Massacro!, escluso ovviamente il #100, erano state concepite per il formato a striscia. È pieno di correzioni redazionali che vanno di 80 in 80 strisce. Inoltre nella prima edizione della Sconfitta, che posseggo, sopravvive un titolino interno. L'alto numero di episodi fa pensare che l'abbandono dello storico formato sia stato deciso all'ultimo momento. Perché? Un calo delle vendite? Può darsi, ma sarebbe stato troppo repentino. Una nuova strategia editoriale? Può darsi pure, ma rimane il fatto che se così fosse, sarebbe stata decisa di botto. Se qualcuno sa qualcosa parli.
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La prima metà di Gilas peraltro fu disegnata prima del giugno 1967, perché di 80 in 80 strisce ci sono le coperture redazionali dei titolini. Ciò, en passant, fa chiedere se la sospensione della pubblicazione settimanale fu una decisione presa all'ultimo momento o no. Ma qui siamo OT, forse possiamo aprire un thread apposito.
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Scusa se esprimo qualche dubbio (e alimento l'off topic). Il tuo discorso vale di sicuro per le prime, con gli sciuri in doppiopetto e le sciure ingioiellate che le vivono come eventi mondani, ma a uno spettacolo qualunque ci andranno in buona parte appassionati che di opera ne masticano qualcosa e che sono in grado di cogliere le nuances. Più che altro non si può paragonare il mondo che ruota attorno alla musica lirica a quello dei social, patria degli yesmen da sempre. Se su Facebook cento persone dicono che Oltre il fiume è leggibile mi faccio una risata, anche perché so che eventuali commenti negativi molto probabilmente verranno eliminati. ¿Está claro ahora, hermano?
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Fermi tutti: il Tex delle prime storie mi piace moltissimo. GLB va a briglia sciolta con la fantasia come mai in seguito (nel senso che poi cominciò a documentarsi sulla storia del West, non che gli scomparve la fantasia, che però "incanalò") e il ritmo è travolgente. Ma un Tex che si salva da una pallottola solo perché si è inchinato ad annusare una torta e altre scene simili spiccano per il loro "candore". Per fortuna già con l'episodio canadese, GLB abbandonò certe soluzioni appunto ingenue presenti nelle prime due serie a strisce.
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Confesso che ai cliché di Nizzi sono affezionato. Cioè, spesso sono smaccatamente sfacciati da risultare irritanti, però quando ancora scriveva bene o benino (sino al #450 circa, poi fatti salvi gli ultimi colpi di coda come Custer è decaduto definitivamente) 'sti cliché li sapeva dosare bene e rendeva la lettura rassicurante. Praticamente accompagnava per mano il lettore che pian pianino si disabituò a episodi che uscivano fuori da quel seminato e magari infastidivano un lettore ormai parzialmente o del tutto in numbing. Certo, a 11 anni rimasi stupefatto dalla bellezza di una storia "eretica" (secondo l'opinabile giudizio del Sergione) come Oklahoma e a 14 rimasi a bocca aperta leggendo Il passato di Carson. Ma, almeno all'inizio, i cliché di Nizzi erano quello che inconsciamente volevo. Boselli, anche se aveva scritto una storia meravigliosa, non mi convinse del tutto nelle successive, sino agli Invincibili. Medda mi piaceva ma mi chiedevo come mai ci tenesse tanto a inserire "battone" nelle sue storie. Canzio era particolare e ripeteva involontariamente degli stilemi più adatti alle storie di Kit Teller che di Tex (questo l'ho scoperto dopo). Solo verso i 17 anni cominciai a preferire Boselli a Nizzi... però, ancora, i cliché! Sino a Vendetta Navajo, numero celebrativo, settembre 1998. Disegni da urlo del Maestro, trama scialba. Compii i 18 anni lo stesso giorno che uscì in edicola, regalo più bello non poteva esserci... e tu per i 50 anni di Tex scrivi una cagatella così moscia e derivativa? Bah. Il successivo episodio ha il cliché dell'organizzazione Al di sopra della legge... carina, dai. Poi arriva Boselli con l'ennesimo capolavoro puramente western e... qualcosa si ruppe. Non me ne resi conto subito. Tant'è che compresi che qualcosa non andava solo col #493, La morte nera. Eppure i segnali c'erano da prima. Nel frattempo cominciai anche io a usare internet. E, finalmente, trovai qualcuno che spiegava in dettaglio i motivi inconsci per cui il buon vecchio Nizzi non mi convinceva più. Ed entrai sin troppo repentinamente nel vortice degli anti nizziani. Ero un giovine di 22 anni, spero di essere scusato, lol. Poi ho messo testa e ho imparato a moderarmi. Però Nizzi non l'ho più scusato e ho rivisto pure il mio giudizio ad alcuni suoi classici, che pure rileggo ogni tanto con piacere (ad esempio, L'uomo serpente è ultra derivativa, ma non mi potrò mai scordare la strizza che provai a 8 anni). E con questo è tutto. ----------------------- EDIT: no, non è tutto. Dimenticavo che a un certo punto i primi Tex ingenui pubblicati sulla Nuova Ristampa mi entusiasmavano più, che so, del grande ritorno della Tigre Nera. Ma questa è un'altra storia...