Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

pecos

Sceriffi
  • Contatore Interventi Texiani

    1027
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    39

Tutto il contenuto pubblicato da pecos

  1. pecos

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Secondo me in questo texone Borden si è scatenato E anche Carnevale! La copertina migliore tra tutti i texoni!
  2. pecos

    Claudio Nizzi

    Senza dubbio. Questa è una sciocchezza.
  3. pecos

    Claudio Nizzi

    Ma guarda, io credo che rileggere le storie del miglior Nizzi con senno di poi, scottati dalla sua ultima produzione, possa portare a ravvisare anche in quel primo periodo la presenza dei difetti che poi avrebbero caratterizzato la maggior parte delle sue storie, diciamo dal numero 450 in poi. Se uno ci fa attenzione, i difetti ci sono. Forse però noi preferiamo goderci quelle storie - che sono indubbiamente belle storie - e magari non darci troppo peso. Oppure non ce ne accorgiamo nemmeno, le sceneggiature erano talmente coinvolgenti e divertenti da farli passare in secondo piano. In ogni caso io ritengo che anche il Nizzi migliore non fosse un soggettista del livello di altri - GLB, Boselli, Manfredi, Berardi, giusto per limitarci a quelli che abbiamo visto all'opera anche su Tex. Ok, di Nizzi non ho mai letto nulla al di fuori delle sue storie di Tex mentre di Boselli o Manfredi ho letto molto di più (tutto Dampyr e tutto Magico Vento, per esmepio). Però l'impressione che ho da lettore, e non da addetto ai lavori, è che senza dubbio è un autore che sapeva fare il suo mestiere in modo egregio nei tempi migliori, ma non ha mai raggiunto i livelli di creatività di altri suoi colleghi. E questo si è reso evidente quando, cessato il periodo di maggior inventiva, non è stato in grado di supportare il suo "mestiere" con delle idee che rendessero valide le sue sceneggiature.
  4. pecos

    Claudio Nizzi

    Su un punto in particolare credo che Diablero abbia ragione: chi ha iniziato a leggere Tex da ragazzino, tenderà a "mitizzare" quelle letture giovanili da cui ha iniziato - chiunque ne fosse l'autore - perché, almeno è quello che succede a me, durante le riletture successive subentrano sempre elementi personali e soggettivi, ricordi e nostalgia. Ma è anche questo il piacere di riprendere in mano una vecchia storia. Anch'io, come Virgin, sono cresciuto col Tex di GLB, di Nizzi e di Boselli Ho iniziato comprando in edicola il 401, era il lontano 1994; pochi giorni prima, il mio primo Tex era stato "La legge del più forte", recuperato in uno scatolone di mio padre. Da lì ho iniziato la lettura dell'intera serie, procedendo in parallelo con i vecchi Tex riletti in ordine cronologico, e con le nuove storie della fascia 400, in cui si alternavano Nizzi e Boselli. Devo ammettere che non ho mai prestato troppa attenzione all'autore delle sceneggiature. Mentre mi divertivo a riconoscere i vari disegnatori storici che si alternavano nelle storie, forse non ero nemmeno consapevole che c'erano diverse persone che quelle storie le scrivevano. Me le gustavo, e basta. Sapete quando ho iniziato a fare attenzione al nome dello sceneggiatore sul tamburino? Proprio nella fascia 500. Ormai leggere quel "Nizzi" mi infastidiva, e anche qui mi ritrovo perfettamente con Virgin che si "predisponeva a una lettura meno appassionante e divertente". Ero talmente nauseato che negli anni successivi non ho mai ripreso quelle storie, quando rileggevo qualcosa di quella fascia stavo ben attento a scegliere le storie di Boselli e non di Nizzi. Tutto questo ben prima di iniziare a frequentare i forum; il giudizio me lo ero fatto da solo. E nonostante quel Nizzi fosse lo stesso Nizzi che mi aveva divertito con "La leggenda della vecchia missione" e "L'uomo con la frusta". Cos'era che mi nauseava? Io, onestamente, non mi sono mai preoccupato del Tex piccione, dei cinturoni slacciati, del personaggio "tradito". Non credo nemmeno di averci mai fatto troppa attenzione. Quello che non sopportavo erano le sceneggiature. Terribili, vuote, senza idee, piatte, banali. Da un certo punto in poi, pur se con qualche sempre più rara eccezione, le sceneggiature sono diventate il trionfo della banalità. E qui mi ricollego ad un post precedente di Diablero, che notava come in questo periodo la produzione di Nizzi fosse pure aumentata rispetto al periodo pre-crisi! Per forza: sono pagine scritte col pilota automatico, senza guizzi, senza lo sforzo di inventarsi qualcosa; se si arriva a un punto di stallo, ci mettiamo un origlione e facciamo andare avanti la trama; se manca qualche pagina per arrivare alla fine del secondo albo, aggiungiamo un bello spiegone; e così via... Per me, il problema non era il "tradimento" del personaggio, che non era più il Tex di GLB; il problema erano le storie, che erano storie brutte. E proprio per questo - adesso dico una cosa forte - a me il Tex di Nolitta è sempre piaciuto! E questo (per smentire Diablero) nonostante io non abbia certo iniziato a leggere Tex con Nolitta, ma è stato forse l'ultimo autore a cui sono arrivato. Sono belle storie! Non fanno cagare! E, forse, all'epoca mi facevo molte meno pare e quello che mi bastava era la lettura di una bella storia
  5. pecos

    Claudio Nizzi

    Questa discussione ormai non ha più senso: ognuno parla di quello che gli pare a ruota libera, ci sono almeno 10 discussioni diverse che si sovrappongono e che non c'entrano nulla con quello che è il tema del topic. Senza contare le pagine e pagine in cui utenti si azzuffano e si lanciano accuse a vicenda, o travisano le parole altrui. Credo sia ora di darsi una calmata e di seguire alcune semplici regole: 1) La discussione qui è su Nizzi. Se qualcuno ha qualcosa da dire su Manfredi o sull'etnologia degli indiani d'America, lo faccia nel topic apposito. I prossimi messaggi OT verranno cancellati. 2) La divergenza di gusti ed opinioni è ciò che anima le discussioni, se tutti la pensassero allo stesso modo potremmo chiudere tutto, non ci sarebbe nulla da dire. Provate a discutere civilmente con chi la pensa diversamente da voi. 3) Dato che non si può uscire, leggete Tex.
  6. pecos

    Tex e il razzismo

    Splendidi interventi davvero, Diablero. Volevo scrivere un post dicendo molto di quello che hai già detto tu nel migliore dei modi possibile, quindi ora posso risparmiarmi la fatica
  7. pecos

    Un personaggio da recuperare (FINALE)

    Billy Bart, preferenza Sarah Curtiss
  8. pecos

    Un personaggio da recuperare (4)

    La figlia di Satania per me.
  9. pecos

    Un personaggio da recuperare (3)

    Voto Pompey, nessuna preferenza in questo caso
  10. pecos

    Un personaggio da recuperare (2)

    Capitano Bart, preferenza a Nat Merrick
  11. pecos

    Un personaggio da recuperare (1)

    Ho votato Sarah Curtiss, preferenza a Bixler (ma soltanto per una comparsata).
  12. pecos

    Migliore storia del 2019

    Rivedendo i titoli delle storie della regolare di quest'anno, devo dire che è stata un'annata un po' sotto tono, con l'unica punta data dalla tripla della figlia di Satania (che ovviamente prende il mio voto). Grande qualità invece per la serie Tex Willer - qui andiamo molto meglio che sulla regolare - e dopo un po' di incertezza voto per l'episodio di apertura della serie, "Vivo o morto!". Infine tra gli speciali svetta l'ottimo texone. Boselli, Boselli, Boselli.
  13. pecos

    [710/711] L'assedio di Mezcali

    Non posso non quotare questo commento che esprime anche le mie perplessità di fronte a questa storia, soprattutto nel passaggio "Non c'è motivazione, costruzione, nulla, nelle azioni di questi personaggi. Fanno cose solo "per smuovere la trama", e basta." Vero è che a Nizzi poco importa degli indiani, messi lì soltanto come carne da macello per creare la situazione che racchiude il vero interesse della storia - il gruppo di assediati ed il loro destino da "vigliacchi" o da "eroi". Tuttavia sarebbe lecito attendersi un minimo di motivazioni anche da parte loro, mentre questi indiani non sono altro che una massa di marionette messe lì dallo sceneggiatore che come un dio dall'alto decide cosa debbano o non debbano fare. La buona scrittura si vede invece quando i personaggi sembrano agire di volontà propria, sembrano essere vivi - mentre qua, come in un trucco di prestigio poco riuscito, appaiono evidenti i fili dei pupazzetti mossi dalla mano dello sceneggiatore, e se ne vede l'inconsistenza, la mancanza di verosimiglianza. Le loro azioni non hanno motivazioni alle spalle, sono dettate esclusivamente dalle esigenze di sceneggiatura. E così vediamo l'accanimento insensato degli assedianti nel loro attacco suicida; e vediamo scene come quella in cui gli indiani inseguono a piedi Tex e Carson dopo la loro incursione nel villaggio, mentre avrebbero potuto benissimo recuperare i vicini cavalli e raggiungerli senza fatica. Infine, personalmente ho trovato inverosimile - se non campato in aria - il comportamento di Parson, che dovrebbe segnare il colpo di scena, il momento imprevedibile, il culmine dell'intera storia. Indubbiamente il colpo di scena c'è; ma a me ha colpito più per la sua incoerenza che per la genialità della trovata. Già il fatto che l'uomo riesca a sfuggire, non si sa come, dalla stazione assediata mette a dura prova la credibilità della situazione (tenuto conto che non stiamo nemmeno parlando di un uomo d'azione...). Ma le motivazioni del suo gesto, soprattutto se rapportate a come il personaggio ci è stato presentato durante il racconto, appaiono del tutto incoerenti. Facile dire che un uomo sconvolto dalla perdita di moglie e figlio possa compiere qualsiasi azione - mi sembra una spiegazione un po' facilona. Anche perché - tra le altre cose - dice lui stesso di aver rubato l'oro per poter un giorno ricongiungersi con la figlia... ma che speranza può mai avere di rivederla, dopo averla abbandonata in una stazione assediata dagli indiani senza possibilità apparente di salvezza? Di nuovo, un personaggio che agisce così perché lo sceneggiatore ha bisogno di chiudere la storia con un colpo di scena, ma che analizzato a fondo risulta inconsistente. Ci sta aver apprezzato la storia, tutto sommato è una lettura scorrevole, ma personalmente la ritengo molto debole nella costruzione e non va oltre la sufficienza.
  14. pecos

    [710/711] L'assedio di Mezcali

    Occhio agli SPOILER... Che dire, leggendo l'albo mi veniva da ricredermi rispetto a quanto scritto nel commento alla prima parte della storia, perché in questa seconda parte ritroviamo il vero Carson, che si riscatta decisamente con un paio di azioni da protagonista. Fino... fino all'ultima scena, che è un'altra piccionata indigeribile. Mettendo insieme le figure barbine di Carson in questi due albi otteniamo davvero una delle peggiori prestazioni del vecchio cammello da diversi anni a questa parte. A parte questo primo, inevitabile commento, Nizzi scrive una storia intrisa di tragedia da cima a fondo; nessuno si salva davvero dall'assedio di Mezcali, nemmeno Linda, uscita indenne solo fisicamente. C'è tanta azione, tanti morti, ma anche - come ci si aspetta da una storia di questo tipo - tanta incertezza su quello che faranno i protagonisti, chi saranno i vigliacchi“ e chi gli “eroi“. È questo il vero fulcro della storia, perché non abbiamo invece dubbi sull'esito dell'assedio, sentiamo suonare la tromba della cavalleria che segna il finale dell'assedio fin da quando Carson riesce a sganciarsi. Finale "telefonato" ma non per questo finale sbagliato, è d'altra parte il più classico dei finali e a noi vecchi lettori fa sempre piacere rivedere l'arrivo della cavalleria. I personaggi invece, i vigliacchi e gli eroi, che dovrebbero costituire la parte più originale e incerta della vicenda, sono però delineati in maniera un po' grossolana. Ma soprattutto mi fa storcere un po' il naso il colpo di scena finale, e per quanto Nizzi metta in bocca a Tex una ragionevole spiegazione, ritengo eccessivo e del tutto inverosimile il comportamento di Parson. Sceneggiatura un po' carente anche in un paio di passaggi: mi riferisco a quando inspiegabilmente gli Yaqui decidono di inseguire Tex e Carson a piedi, mentre a cavallo li avrebbero ben più facilmente raggiunti; e a quando viene dato fuoco alla porta della locanda, ma poche pagine dopo la ritroviamo integra. Ritorno di Nizzi che, al netto di diversi difetti, strappa una piena sufficienza, ma davvero niente più.
  15. Ma no! Basta ricordarsi solo le storie più belle Io devo ammettere che non mi ricordo TUTTE le storie - soprattutto quelle del primo centinaio - ma per fare la mia classifica mi è bastato pensare alle storie che ho letto e riletto innumerevoli volte. Nel mio caso (e penso non solo nel mio) l'ordine in verticale è arbitrario. Per ogni centinaio ho indicato le 10 migliori, senza farne una classifica.
  16. TUTTE LE MIGLIORI STORIE DI TEX PER CENTINAIO - secondo Pecos 001 - 100 101 - 200 201 - 300 301 - 400 401 - 500 501 - 600 601 - 700 Il tranello Il signore dell'abisso I ribelli del Canada La locanda dei fantasmi L'oro di Klaatu I Lupi Rossi I giustizieri di Vegas La gola della morte Il giuramento Guerra sui pascoli La minaccia invisibile Il passato di Carson Colorado Belle Sei divise nella polvere Le terre dell'abisso Tra due bandiere Sasquatch L'inafferrabile Proteus La strage di Red Hill Intrigo nel Klondike I sabotatori Sangue Navajo La legge del più forte Il clan dei cubani Nelle paludi della Louisiana Gli invincibili L'ultima diligenza Il segreto del Giudice Bean Il grande re Sulle piste del nord Gli eroi di Devil Pass La leggenda della vecchia missione Sulla pista di Fort Apache Morte nella nebbia El Supremo New Orleans Il figlio di Mefisto Il marchio di satana La congiura I sette assassini Buffalo soldiers Luna insanguinata Incubo In nome della legge Giungla crudele Sioux La lunga pista Terre maledette I Rangers di Lost Valley Il passato di Tex Terra promessa L'ombra di Mefisto L'uomo con la frusta Le colline dei Sioux Omicidio in Bourbon Street L'ombra del Maestro La costa dei barbari Una stella per Tex Il colonnello Watson La Tigre Nera La maschera dell'orrore La grande sete Mezzosangue Terrore sulla savana El Muerto Fuga da Anderville Furia Rossa La grande invasione La mano del morto Giovani assassini Bella idea! Nel compilare la mia lista, il criterio che ho usato è quello delle storie che rileggo più spesso e con più piacere - che in teoria dovrebbero essere anche le più belle, ma sapete che a volta entrano in ballo altri fattori decisamente più soggettivi (ricordi personali ecc.) Come piccola variante, ho anche colorato le mie 10 preferite in assoluto!
  17. pecos

    [710/711] L'assedio di Mezcali

    Nell'apprestarmi a commentare questo albo, mi chiedo se sarò benevolo con il nostro Nizzi, o se sarò invece ipercritico verso ogni sua sbavatura... Perché posso ben immaginare come si è sentito il buon @Leo nel leggere nella scena iniziale di un Carson che non solo si apposta fuori dal trading post in un punto da cui non può nemmeno tener d'occhio l'uscita, lasciando così scappare il bandito superstite, ma poi si fa uccellare come un pivello dallo stesso bandito in fuga. Oppure, come altri hanno notato, lascia un po' il tempo che trova l'espediente di sceneggiatura di far raccontare dal bandito all'oste quello che ha combinato per essere in fuga, di modo che il lettore venga a conoscenza dell'antefatto... Ma a parte la scena iniziale - sceneggiatura piuttosto disastrosa, a mio avviso - il resto della storia scorre via piacevolmente. Senza brillare di originalità, dato che il soggetto è visto e rivisto, riesce però a non annoiare e a presentare una schiera di personaggi piuttosto interessanti. Il "damerino" si rivelerà alla fine una mela marcia, come alcuni indizi sembrano indicare? Il bandito si riscatterà con qualche gesto eroico (Boselli-style)? E qual è il ruolo del cercatore d'oro, che sembra nascondere qualcosa? Vedremo nel secondo albo se Nizzi ci regalerà un epilogo interessante e degno di nota o se cadrà nel banale. Ah, la rubrica di Frediani mi pare sempre più insulsa, nemmeno una parola di presentazione dell'albo che vede il ritorno di Nizzi sulla regolare o qualche nota di approfondimento, solo ed escusivamente pubblicità, pubblicità, pubblicità... Fortuna che su Tex Willer la rubrica la cura Borden.
  18. pecos

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Riprendendo l'appunto di Letizia, chiedo a tutti i forumisti di prestare particolare attenzione nel commentare questa storia "speciale" e di indicare chiaramente la presenza di possibili SPOILER, anche minori.
  19. pecos

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Grazie. Questo fa un po' di chiarezza, ero confuso dall'accavallarsi di voci, illazioni e anteprime non confermate. A margine, come molti di voi hanno sottolineato, trovo che sia un'operazione editoriale irrispettosa verso i lettori affezionati, che hanno atteso il texone di Villa per vent'anni. Era nato come texone, per vent'anni si è parlato del texone di Villa, i lettori aspettavano il texone. Le diverse vesti editoriali con cui è uscito od uscirà non potevano che essere percepite come un tradimento da parte della casa editrice. Purtroppo le scelte di marketing della nuova direzione si scontrano con il romanticismo dei sognatori; Boselli aveva annusato l'atmosfera e si aspettava senza dubbio l'alzata di scudi da parte dei forumisti, ma d'altra parte non è lui a prendere questo tipo di decisioni. Io aspetterò, lontano dagli spoiler, l'uscita di febbraio nella collana dei texoni, sempre che questa sia confermata.
  20. pecos

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Chiedo venia, qualche anima pia potrebbe riassumere con ordine le versioni che sono uscite o che usciranno di questo benedetto texone?
  21. pecos

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Io invece ho interpretato l'uso della parola "colorato" come una sorta di traduzione letterale dall'inglese "colored", termine utilizzato nell'800 per riferirsi al colore della pelle (oggi considerato offensivo, così come negro). Le ragioni dell'utilizzo di questa parola mi sembrano più legate all'accuratezza storica che al politicamente corretto. Ma non so se queste fossero le intenzioni di Boselli.
  22. pecos

    [Color Tex N. 15] Un capestro per Kit Willer

    Questo mi preoccupa... E' proprio questo il fulcro della mia critica all'ultima storia di Nizzi: tutto è TROPPO prevedibile, così prevedibile che diventa noioso e soporifero. Se anche le prossime sono così... non basta l'atmosfera classicissima a fare di una storia una buona storia.
  23. pecos

    [705/707] La maschera di Cera

    E con questo posso finalmente mettermi l’animo in pace
  24. pecos

    [Color Tex N. 15] Un capestro per Kit Willer

    Beato te, io sto boccheggiando nell’afa emiliana... Stesso background, su Nizzi la penso esattamente come te (con l’unica differenza che gli albi li ho sempre acquistati, anche se negli ultimi tempi leggere Nizzi sul tamburino indisponeva anche me). Incipit che è un vero e proprio tuffo nel passato. Credo che tutti noi lettori di vecchia data abbiamo provato le stesse sensazioni nel vedere quelle prime vignette. A questo aggiungerei la scena in cui si nominano le mitiche bistecche con patatine. Credo che qui Nizzi abbia proprio voluto consapevolmente fare l’occhiolino ai suoi vecchi lettori. Io sono combattuto, nel dare un giudizio su Torti. Dicevo sopra che mi sembrava “una caricatura di Ticci fatta da Font”. Forse sembra ingeneroso, ma tenete conto che Ticci e Font sono tra i disegnatori texiani che più mi piacciono. Al netto di tante sproporzioni, visi non sempre centrati, poca cura dei dettagli e mancanza di sfondi, alla fine non posso dire che non mi sia piaciuto per niente, alla fine l’atmosfera che si respira è quella classicamente texiana. Ma c’è comunque un abisso, ad esempio, coi disegni dell’inedito in edicola. Uno degli aspetti che ho notato anch’io e che non mi sono spiegato. Forse perché abituato alla scrittura di Boselli (ma che è anche quella della maggior parte degli sceneggiatori attuali, anche nelle serie tv) in cui ogni dettaglio non è lasciato al caso ma ha il suo ruolo nell’economia della narrazione, questo continuo sottolineare la pinguedine del proprietario della distilleria mi ha lasciato perplesso. Mmm... non so, mi sembra invece un passaggio solo abbozzato. Anche questa scena, l’ho trovata con poco pathos, e scontata nella sua soluzione. Più riuscito lo sceriffo di Korrigan padre. Da questo punto in poi la storia non ha più niente da dire, è solo un avvicinarsi alla fine riempiendo le pagine di sparatorie. E, attenzione, sono sparatorie “banali”, nel senso che non accade nulla di davvero originale; è solo un tiro al piccione dei nostri. Non credo che si possa accusare Nizzi di aver messo in scena un Carson “macchietta” in questa storia. Come scrive Sam, “è praticamente come mangiarsi una pizza, il gusto ormai lo conosciamo già”. E per me è proprio questo il difetto: è una storia che conosciamo già prima di averla letta, e personalmente non ci ho trovato nulla che mi abbia sorpreso. Sappiamo già come si svilupperà e come andrà a finire. Se guardiamo alle storie in edicola contemporaneamente, abbiamo “La figlia di Satània” (o Satanìa) dove voltiamo pagina e ci troviamo inaspettatamente uno scimmione, e stiamo da giorni a discutere sull’identità del misterioso Mr Doom; abbiamo “I due disertori”, che è un susseguirsi di episodi originali, in cui ci divertiamo ad ogni pagina e non sappiamo cosa succederà nella successiva. Da lettore, probabilmente eccessivamente esigente, ormai è questo che desidero da una storia, e non l’ho trovato in questa di Nizzi.
  25. pecos

    [705/707] La maschera di Cera

    Domanda sciocca: ma dove va l’accento su Satania? Satània o Satanìa?
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.