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Magic Wind

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Tutto il contenuto pubblicato da Magic Wind

  1. Magic Wind

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Non mi sono spiegato bene. Il white saviorism c’è anche in GLB se lo guardi con gli occhi di oggi, quello che però oggi uno può vedere come paternalismo all’epoca magari erano scelte narrative coraggiose e in anticipo sui tempi. Idem il personaggio di Tom in Fuga da Anderville (che è una storia di 40 anni fa), giudicarlo secondo la sensibilità odierna lascia il tempo che trova.
  2. Magic Wind

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Altro esempio: Vendetta indiana, anno 1967, si apre con l’esercito americano che entra all’alba in un campo indiano massacrando donne, vecchi e bambini, scena ovviamente ispirata a Chivington al Sand Creek o Custer sul Washita. Chi all’epoca aveva avuto il coraggio di raccontare questo episodio dal punto di vista dei pellerossa? Piccolo grande uomo è del 1969, Soldato blu del 1970, gli albi di Storia del West, Ken Parker e I protagonisti di Albertarelli arrivarono dopo. Il primo - credo a livello mondiale - fu GL Bonelli su Tex. E devo anche sentire accuse di paternalismo o white saviour?
  3. Magic Wind

    [297/299] Fuga Da Anderville

    E’ uno sbaglio solo se lo guardi dalla prospettiva del 2024. Già se lo guardi dalla prospettiva di 10 anni fa è una normale scelta narrativa. Se lo guardi dalla prospettiva degli anni '50 del secolo scorso è una scelta controcorrente, anticonformista e in anticipo sui tempi. Sangue navajo è del 1961, quindi in anticipo di 10 anni buoni sul cinema western "dalla parte degli indiani" e sulla Storia del West di D’Antonio, di 15 anni su Ken Parker (che a quel cinema si ispirava). Quale altro eroe all’inizio degli anni '60 combatteva dalla parte degli indiani e contro l’esercito americano? L’unico che scriveva cose del genere era Oesterheld in Argentina, ma Oesteheld ancora non era pubblicato in Italia. Il discorso ovviamente vale anche per il personaggio di Tom di Fuga da Anderville.
  4. Magic Wind

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Perfetto. Nell’economia della storia questa sequenza è chiaramente un valore aggiunto: inserisce uno dei topos texiani che è la scazzottata, riuscendo nel contempo a tratteggiare l’humus sociale dove i nostri stanno operando e facendo compiere un’evoluzione al personaggio di Tom. Questo per me è un Nizzi che sapeva scrivere.
  5. Magic Wind

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Lo scopo di quella scena non era far vedere Tex e Tom che mangiavano. I momenti in cui Tex mangia o dorme o va al bagno normalmente vengono tenuti fuori scena (ok successivamente con il tormentone delle bistecche e patatine diventeranno parte integrante della narrazione, ma questo è un altro discorso). Lo scopo di quella scena era far vedere Tex che faceva a cazzotti. Il Tex di GLB faceva a cazzotti praticamente a ogni storia e a Nizzi era stato detto di attenersi al Tex di GLB. Quindi lui in questo punto della storia ci ha infilato questa scazzottata, replicando appunto quelle che faceva GLB con Tex e Tiger. Non ci costruirei sopra tante congetture, sinceramente.
  6. Magic Wind

    [382/384] La Tigre Nera

    Se però utilizzi l'informatore come deus ex machina per risolvere i casi un po’ di sciatteria c’è anche lì (ma sciatteria forse non è il termine corretto, diciamo uso disinvolto di facili escamotage narrativi). Il discorso comunque era per contestare che Nizzi lo facesse apposta a usare certe soluzioni - ci si riferiva alla Tigre Nera -, per me non lo faceva apposta, è che erano le più facili da usare
  7. Magic Wind

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Se si stanno a fare le pulci alla plausibilità e verosimiglianza di ogni singola scena non se ne esce più, e si può smontare molto facilmente qualsiasi storia romanzesca. Tex è un’opera di fiction, non un trattato di matematica. Risponde alle leggi non scritte della narrativa, il cui scopo principale è l’intrattenimento e il divertimento del lettore. Un Tex che porta fuori a Tom il cartoccio col cibo sarebbe stato più realistico, più plausibile e magari storicamente più attendibile, ma narrativamente sarebbe stato completamente sbagliato. Un Tex che si mette a prendere a cazzotti i bifolchi e brucia così la sua copertura sarebbe stato altrettanto sbagliato. Ma per come quella scena è stata costruita io non vedo errori, o almeno non tali da doverla cassare (un editor che avesse detto a Nizzi “questa scena la devi togliere perché Tex deve tenere un basso profilo quando è in missione segreta” e l’avesse fatta sostituire con un’altra con Tex e Tom che mangiano da soli fuori al freddo per me sarebbe stato un pessimo editor)
  8. Magic Wind

    [297/299] Fuga Da Anderville

    E per qual motivo? Io l’ho sempre trovata una scena che richiama esplicitamente quelle che faceva GLB con Tiger Jack (“in questo saloon non serviamo gli indiani” e via con la scazzottata). Probabilmente Nizzi riteneva che nel ritmo della storia a quel punto una scazzottata ci stesse bene e ha tentato di replicare quelle che faceva GLB. Non ci trovo niente di sbagliato. Se Tex avesse mangiato seduto al tavolo e avesse lasciato Tom a mangiare fuori quello si sarebbe stato sbagliato.
  9. Magic Wind

    [382/384] La Tigre Nera

    Tra una Fuga da Anderville e una Tigre Nera per me ci passano molte differenze: premesso che non sono un fan sfegatato nemmeno della prima, io qui ci vedo un Nizzi ispirato e che tentava un suo approccio personale a Tex. Questo 'approccio' ce lo vedo solo nelle sue prime storie (che difatti sono quelle che mi piacciono), in cui introduceva elementi particolari (che possono essere la struttura gialla, o un retrogusto amaro, o i personaggi femminili…) e che non erano sterili tentativi di imitazione del Tex di GLB (anche la sua prima storia di Mister No, dove faceva sposare il nostro con un’india amazzonica, era inconsueta, e lasciava intravedere un autore che avevo qualcosa di suo da dire). Da un certo punto in poi, per scelta personale (magari nel frattempo si era letto davvero i Tex di GLB) o diktat superiori, si è concentrato a fare una propria versione del Tex bonelliano; quindi storie incentrate su dialoghi brillanti (Nizzi li faceva molto bene), con molto ritmo e divertenti e con un Tex sempre al centro dell’azione e spavaldo al limite della stronzaggine (Nizzi vedeva il Tex di GLB come un bullo arrogante e quindi nelle sue storie da un certo punto in poi lo ha proprio caratterizzato così). A me questa sua seconda versione del Ranger non piaceva molto, però ai lettori e all’editore si, difatti La Tigre Nera è sempre stata considerata una delle più belle storie di Tex di sempre (basta andare a leggere i commenti in apertura di questo thread: “capolavoro immortale”, “capolavoro assoluto”, “un classico”, “di una bellezza quasi unica” “storia indimenticabile”, “pietra miliare”, ecc.) e la fascia 300-400 viene considerata il periodo d’oro di Nizzi, quello che a detta anche di Sergio Bonelli ha ‘salvato la baracca’. Io credo di essere stato uno dei pochi, all’epoca, a cui La Tigre Nera piacque poco: non stavo ancora ad analizzare le storie come faccio ora però mi accorgevo lo stesso che era costantemente ‘pilotata’ verso il punto preciso dove l’autore voleva condurla e che le svolte narrative erano tutte pretestuose e finalizzate a questo, che era ‘caricata’ (nelle scenografie, nelle situazioni, nelle espressioni e nelle declamazioni dei personaggi) tanto da rischiare di essere caricaturale e che Tex era un borioso antipatico (trovai la scena in cui elimina i 2 giganti malesi con la dinamite una bestialità assoluta, come la scena in Le rapide del Red River dove lasciava la miccia lunga apposta per fare morire i cattivi nell’esplosione e lo faceva con un sorrisetto di soddisfazione). Fuga da Anderville, in definitiva, per me è un’ottima storia di un nuovo autore che dimostra di avere qualcosa di suo da dire, La Tigre Nera è puro fan-service , scritto professionalmente da un autore al massimo del suo “mestiere”.
  10. Magic Wind

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Tex che mangia seduto al ristorante e poi porta fuori il piatto a Tom sarebbe stata una scena più 'texiana' e narrativamente corretta?
  11. Magic Wind

    [382/384] La Tigre Nera

    In Nick Raider l’origlione diventa proprio uno dei protagonisti fissi della serie (il nano Alfie). E’ lui, ad esempio, nel primo numero a dare a Nick, che fino a quel momento brancolava nel buio, la dritta per scoprire l’assassino del collega. Sono proprio sciatterie narrative di Nizzi, come le faceva su Tex le faceva pure sui personaggi di sua creazione…
  12. Magic Wind

    [382/384] La Tigre Nera

    Come per Nolitta e le ballerine, anche per Nizzi io ci andrei cauto a vedere del dolo dove più probabilmente c’è solo semplice sciatteria. E’ plausibile che da un certo punto in poi Nizzi abbia cominciato a "farlo apposta" (a mettere Tex in certe situazioni) ma all’epoca della prima storia della Tigre Nera non era ancora a quei livelli di svaccamento. Anche se in certe interviste viene presentato come il più grande sceneggiatore vivente , Nizzi in realtà è sempre stato un mestierante, all’inizio un mestierante piuttosto abile poi via via un mestierante sempre più mediocre, una volta che aumentavano la disaffezione per un personaggio che non sentiva suo, i mal di pancia verso la casa editrice e magari anche alcuni suoi problemi personali. All’inizio, quindi, certe sue scorciatoie narrative passavano inosservate dietro la prosa brillante e una caratterizzazione di Tex che lo metteva sempre al centro dell’azione, poi si sono cominciate a fare sempre più evidenti, fino a diventare dei veri tormentoni (le storie venivano risolte nella maniera più facilona per mezzo di gente che origliava o che prendeva botte in testa). Però non ci costruirei sopra tante dietrologie: più che delle scelte consapevoli io ci vedo semplicemente un autore che non era mai stato particolarmente dotato e che andava avanti sempre più col pilota automatico...
  13. Grazie a quella pagina pubblicitaria (credo l'unica nella storia della casa editrice) venne arruolato Diso (era suo il disegno dell'upupa, simbolo della LIPU) Comunque si, Sergio Bonelli era un ecologista ante litteram
  14. Al limite ci sarebbe stato bene un leopardo nebuloso o un gatto dorato del Borneo. Venturi avrebbe potuto fare come Diso, che alleggerisce i dialoghi mettendo qualche animale qua e là.
  15. Sarà mai perché la tigre, in Borneo, si è estinta in epoca preistorica?
  16. Non ho ancora capito se è il 'problema' di quella scena è Tex che non reagisce alla prepotenza verso il prestigiatore o Tex che "chiama le ballerine" Comunque per fugare ogni dubbio ecco qui un classicissimo Tex d'antan che chiama a gran voce le ballerine al saloon
  17. Chiaramente se la si legge come fa Diablero, di cui riconosco senza problemi l’intelligenza e l’acume critico ma che secondo me pecca di ipersensibilità nell’interpretare certe situazioni, la scena non è da Tex: dei bulli infieriscono su un povero prestigiatore e Tex gli da pure man forte. Ma seriamente Nolitta può avere costruito a bella posta questa sequenza per far vedere Tex come uno smargiasso prepotente, e Sergio Bonelli deciso di pubblicarla sulla testata del suo personaggio più venduto? Verosimilmente l’intento di quella scenetta - che magari, per carità, gli può anche essere riuscita male - era di dare un tocco divertente e scanzonato a una avventura che sarebbe stata poi molto drammatica (come Nolitta usava spesso su Zagor: una delle storie più tragiche dello spirito con la scure, La rabbia degli Osages, iniziava con una delle gag più divertenti di Cico), oltre che di ricreare il clima fumoso e chiassoso dei saloon di tanti film western, con le ballerine che ballano il can can e gli avventori che fanno baccano. Il motivo principale di quella scena, insomma, mi pare quello di dare uno sdrammatizzante tocco di colore. Non serve ricordare che il tono sdrammatizzante e scanzonato è sempre stato uno dei marchi di fabbrica di Nolitta, quindi non scambierei quello che è un tratto autoriale per uno sgarbo fatto coscientemente. Se poi la prepotenza è l’uccisione della povera colomba giova ricordare che all’epoca su Tex si vedevano stragi di puma, lupi, coyotes, corvi e avvoltoi e quant'altro che la sensibilità animalista del tempo non era certo quella di oggi. Le copertine di Tex però le sceglieva Sergio Bonelli, cioè Nolitta
  18. Scena e storia memorabile Nolitta riprende una sua vecchia storia di Zagor, Mohican Jack (che riprenderà successivamente anche per Mister No = Il profeta), e i fatti storici della rivolta dei métis sotto la guida di Louis Riel per realizzare un’avventura epica sui mounties canadesi oltre che un apologo sui falsi ideologi, tessendo anche delle analogie con la situazione dell’Italia del tempo (gli anni di piombo). Non la metto al livello di capolavori come Il giudice Maddox o El Muerto solo perché trovo l’ultima parte eccessivamente ‘allungata’. Il divertente siparietto con le ballerine è da Tex? Boh, l’ho letto che avrò avuto 12-13 anni, quindi senza tante sovrastrutture mentali, e non ci ho trovato niente di sbagliato… quindi si, per me è da Tex. GLB non l’ha e non l’avrebbe mai scritto? Non significa che non possa essere da Tex ugualmente.
  19. Magic Wind

    [Speciale Tex Willer N.7] Presagi di guerra

    Non è mai così. Ripeterò Diablero, ma gli universi condivisi sono forse il più grande male della narrativa seriale dei nostri tempi (anche se ne stanno abusando soprattutto al cinema, nei fumetti dopo la sbornia degli anni ‘90 ormai hanno capito tutti che anziché aumentare le vendite nel lungo periodo le fanno calare). Ovviamente le ragioni per creare un universo condiviso sono esclusivamente commerciali, quindi che la Bonelli che non è una casa editrice alla canna del gas come la Marvel degli anni ‘90 (anche se sembra voglia diventarlo, visto che la sta copiando in tutto e per tutto) ci si butti a pesce faccio proprio fatica a capirlo. In realtà è ovvio (o dovrebbe esserlo) che gli eroi Bonelli e il mondo in cui vivono sono talmente peculiari e caratterizzati che non possono esistere al di fuori delle loro testate (l’horror di Dylan Dog e quello di Dampyr ad esempio sono completamente diversi tra di loro, anche se Recchioni ne ha fatto lo stesso un crossover, il Far West di Tex, Zagor, Storia del West, Ken Parker e Magico Vento idem). Nella creazione di un universo condiviso io ci vedo l’ennesimo tassello della trasformazione del proprio target di riferimento da parte della SBE: con Sergio Bonelli si rivolgeva ai “lettori”, adesso il pubblico a cui sembra mirare è quello dei “nerd”.
  20. Magic Wind

    [Maxi Tex N. 33] Laramie County

    Storia passabile, che pare scritta da Ruju col pilota automatico (nel senso che tutti gli sviluppi sono assolutamente prevedibili) ma che tutto sommato si mantiene abbastanza leggibile fino alla fine. Stucchevoli quei "gallinaccio" o "piccione" inseriti a casaccio nei dialoghi tanto per fare "colore texiano". Impreziosita dai disegni di Diso, per cui la storia è stata evidentemente scritta (grande abbondanza di cavalli e mandrie di bovini), che nonostante sbagli qualche vignetta, soprattutto verso la fine, alla sua rispettabile età mantiene ancora una sintesi invidiabile.
  21. Non ci sono riempitivi nella SdW. Quei 2 albi fanno parte della storyline di Ben MacDonald che era appunto affidata a Polese e che, come vedrai, avrà parecchi sviluppi (uno dei motivi perché venne affidata a Polese potrebbe essere perché ci sono molte donne e le donne Polese le disegnava molto meglio di Tarquinio)
  22. Sand Creek, Le montagne splendenti, Sangue di guerriero... Quando non le disegnava lui, le storie più "importanti" D'Antonio le affidava a Polese
  23. Ma che c'avete contro Polese? Tarquinio gran cesellatore e maestro del chiaroscuro, ma come espressività e dinamismo Polese gli dà una pista. Gran peccato non gli abbiano affidato un Texone quando potevano...
  24. Credo che Polese sia stato proprio D’Antonio a portarlo alla Bonelli: aveva già collaborato con lui al Vittorioso e poi in molti fumetti successivi alla SdW (da quelli per Il Giornalino, a Un uomo un’avventura, Bella & Bronco, fino a Nick Raider) E’ chiaro che D’antonio si trovava meglio con Polese: come stile grafico erano abbastanza simili, Tarquinio invece era completamente diverso…
  25. Comunque quella degli album cartonati di Tex è un'idea che a un certo punto ha girato in Bonelli - Gli sterminatori di Galep era stata realizzata per una pubblicazione di questo tipo - però questa storia di Tarquinio mi sa che in ogni caso avrebbe avuto troppe pagine...
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