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TWF - Tex Willer Forum

corvo59

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Tutto il contenuto pubblicato da corvo59

  1. LA MINIERA DEL TERRORE in realtà era un disegno diciamo "personale" di Galep che fu usato dalla Bonelli per la copertina "La miniera del terrore". Io ho la versione originale, naturalmente fotocopiata a casa di Galep, dove manca lo sfondo metereologico ma dove, comunque, appare a matita l'indicazione di Galep sul da farsi.
  2. CACCIA ALL'UOMOQuesta è un' altra copertina di cui ho parlato sul mio vecchio libro e qui Corteggi è facilmente individuabile: sua la faccia, il cappellaccio e un pezzo di gilet dell'antagonista di Tex. Il resto del disegno è di Galep. Secondo Galep, non conoscendo lui i personaggi della storia e quindi il volto atipico di A Wilson, ha fatto un pistolero qualsiasi che poi è stato modificato in redazione. ricordo solo che era un Galep che viveva un p? di acciacchi in quel periodo ed infatti la storia de "La città Morta", a torto definita un capolavoro Galleppiniano, ha alti e bassi (a Galep non entusiasm?). Alti e bassi!! Quindi mi sembra naturale che qualche cover il povero Aurelio in quel periodo la toppasse.
  3. Carissimo pard "Corvo59" ancora è possibile conseguire uno tuo libro " Tex, disegni e disegnatori 1994 "?amico Zeca, già su un altro forum avevo visto la passione con cui raccoglievi tutto il materiale bibliografico su Tex e cosi mi ero ripromesso di rimediarti una copia del mio libro e spedirtala a sorpresa. Ma non ce l'ho fatta, cosi come non ce l'ho fatta (per ora) per l'amico Jim Davis che me l' ha chiesta. Il libro è diventato raro, ed i motivi non sono certo per un suo "successo editoriale"... Jim e tu sarete i primi a cui farà avere notizie in caso di ricerca con buon esito :generaleN: corvo
  4. La storia è che una decina di anni fa si parlava tra amici allo stand "Amici del Fumetto" di correzioni delle copertine di Galep. Io ho sempre saputo che era Corteggi a fare gli aggiustamenti anche nella fascia 300/400, ed infatti qualche anno prima lo avevo scritto sul mio libro, ma avevo dei dubbi su "La fortezza malese" che non mi pareva opera di Corteggi. sembrava finita li ed invece qualche tempo fa conobbi Giovanni, un texofilo da paura, che mi ha "sfidato" sulla grafica di Tex ultimo periodo(facendomi nero). Fu lui, grandissimo appassionato di Villa, che aveva interpellato Bonelli per fugare i dubbi su certi disegni, a darmi questa informazione su "Una lama nel buio"... più altre. Andai a rivedermi la copertina di "Una lama nel buio" e mi fu subito chiaro che la mano con il coltello era di Villa. il volto no, anche se non è di Galep. Sul volto, a proposito, non saprei cosa dire... le pieghe della camicia di Tex sono di Galep.
  5. dentro questa copertina c' è lo zampino di Villa. è una pre-400! sempre "pre-400" vi sono copertine di Galep che sono state ritoccate( pare) da Villa!
  6. veramente la fonte primaria è sul mio libro Tex, disegni e disegnatori 1994 :generaleN:
  7. Pippo, per l'amor di Dio, il periodo d'oro fallo finire dove ti pare.... anche con Moctezuma ( come si dice "una brutta storia") ma non farmelo partire dal 104 tagliando il 101-102-103. Stai rischiando che io ti tolga il saluto per sempre( e sai quanto ti stimi, Pippo )come sarebbe a dire che tutte le storie precedenti servono da preparazione a questo grande evento??? :capoInguerra: :capoInguerra: AAARGHHH.............
  8. corvo59

    [229-232] Il Clan Dei Cubani

    ... comunque è universalmente noto che questa è una grande storia io non proprio 10 ma 9 punti e... rotti glieli do!! Il 7 pieno, nella scala 1 a 10, è un pò pochino sinceramente.E' un Tex targato GLB che non mi aspettavo più all'epoca in edicola, ed invece eccolo assieme ad un bel Fusco (disegnatore che senz'altro riesce a "sollevarti" di peso dalla poltrona e a portarti dentro la città, la foresta o il deserto che sia) in una "piccola" magia. Ho nitido il ricordo di una sequenza d'azione che non finisce mai e che ti acchiappa di brutto; una sequenza da record, mi pare (devo andare a controllare gli albi). Vabbè, per non parlare dell'incipit che secondo me è straordinario: il battelo sul fiume, la bella donna e... tutto quel linguaggio Bonelliano: certo! Soggetto da struttura già collaudata ma sviluppato come solo il vecchio Gianluigi sapeva fare. Copertine: belle IL CLAN DEI CUBANI E L'ISOLA DEI MORTI ma non belle a mio avviso L'ORRIBILE SORTILEGIO e LA MASCHERA DI FERRO. Si nota qualche viso di Tex, qualche carrozza ed altri minimi interventi della redazione o di Ticci lungo la storia.
  9. corvo59

    Le Storie Fuori Serie Di Tex

    La banda del Campesino, caro Jim, hai fatto bene a segnalarla con un bel punto i domanda alla parola Galep. In realtà la storiellina è stata realizzata da Uggeri con l'aggiunta di un paio di vignette di Galep messe col copia/incolla. e si che gliene parlai a Franco Giacomini, il curatore ANAF, del volumetto :bisontino: i colori sono di Franko Payne e la pubblicazione originale, come è stato detto, è dell'ottobre 1975. Per quel che p?? valere, a mio avviso, esistono anche dei falsi del volumetto... cosi come esistono falsi delle numerose serie anastatiche in f. to striscia e Albo d'Oro.
  10. approfitto di questo spunto del Colonnello per sottolineare una cosa che ai più non è nota: "Giustizia" è un racconto precedente a "Vendetta indiana", cioè pubblicato prima di "Vendetta indiana". Anche "La carovana dell'oro" è un racconto pubblicato prima di "Black Baron". Quindi, quando si fa riferimento al periodo d'oro inserendo albi pre 100 bisogna tener conto di questa cronologia GIUSTIZIA VENDETTA INDIANA LA CAROVANA DELL'ORO BLACK BARON LA CACCIA (a metà) La prima storia INTERA veramente "Gigante", parlo del formato, è LA SCONFITTA.
  11. corvo59

    Galleria Di Claudio Villa

    sinceramente io in questa tavola/prova ci vedo molti "segni", non so come chiamarli, del grande Franco Bignotti. Ti?, tutt'al più del Bignoticci del RFW. ? chiaro che il ramo in primo piano nella striscia 3 è di scuola Ticciana come pure il pantalone dell'uomo sparato nell'altra vignetta ma il sapore che percepisco io è quello di Bignotti, a partire da alcune pennellate sulla muscolatura del petto del cavallo fino agli stessi segni attorno alla testa del cavallo. (porca miseria com'? difficile tentare di descrivere una sensazione che ti lascia un disegno tramite la tastiera del pc ) Siccome ho amato Franco Bignotti, un disegnatore non eccelso tecnicamente... e la cosa mi ha sempre interessato poco, ma graficamente emozionale dal mio punto di vista, non vorrei che fossi influenzato nel giudizio di questi disegni dal fatto che gli inizi della carriera di Villa siano stati presso lo studio del maestro Bignotti. sob, spero proprio di no! Essere allievi della persona giusta è una grande fortuna. Anch'io, classe '59, mi considero fortunato ad aver avuto un insegnante di chitarra che mi ha dato il "pane" dello strumento prima dei trancini di cernia ai pomodorini verdi.
  12. si, inaspettatamente anch'io ho trovato IL VECCHIO DI MEZZANOTTE dal mio edicolante; ero andato a prendere lo Zagor ed invece ho trovato il Tex....... ma devo ancora leggerlo.(mica male anche il disegno di Enoch in quarta per la nuova mini-serie Lilith. Promette parecchio: mi sa che questa la farà)
  13. ? la mia incazzatura, passami il termine, verso tutti quelli che svuotano le sventure del proprio cervello postando ottenebranti trattati di retorica texiana su quello che tu giustamente definisci "il MONDO delle patate fritte". io sono il mezzo per esprimere: è Tex che parla!!
  14. corvo59

    Alfonso Font

    Font... Font, eh?non amo questo disegnatore e, dal mio punto di vista, mal si amalgama col suo stile carico di segni e segnetti a Tex!Forse è l'unico dello staff dei disegnatori del personaggio a rendere abbastanza(si dice, ma sempre non per me) sui paesaggi ma che è quanto meno discutibile sui primi piani. Alla fine mi rimane impalpabile, non mi scalda il cuore. Nell'ultima storia (Tornado) ho notato un' incertezza nel definire le figure a mezza distanza (ho pensato anche ad un calo artistico di questo disegnatore): rigide e tozze. Forse Font andrebbe meglio in storie di diversa ambientazione.... chessè tipo quella che sta uscendo ora affidata a Santucci e Bianchini.
  15. corvo59

    Alberto Giolitti

    l'altro giorno il mio amico Nicola Zappulla mi ha fatto vedere alcune tavole eseguite da Alberto Giolitti per Jacula. Belle!! Tavole eseguite in maniera semplice dal punto di vista tecnico ed da una resa efficace quanto basta!
  16. corvo59

    Galleria Di Lucio Filippucci

    Bello davvero quel Filippucci postato da Due! ... devo dire che il Filippucci di MM non mi entusiasmava per niente mentre quello del Texone mi ha piacevolmente sorpreso!Sarei contento di vederlo anche fisso sulla serie regolare, lo merita (anche se nutro qualche piccola perplessit? riguardo al suo tratto sull' ambientazione più tipicamente western).
  17. corvo59

    Interviste Agli Autori

    intanto già forse prima di Natale riesco a pubblicare un libro (un p? tecnico, per la verità) che riguarder? Originali, Collezionismo, Interviste, Valutazioni, Cronologie e disegni: nulla di nuovo sotto il sole. Avrà però un chicca: un bel poster 50x70 con tutta la cronologia dal 1948 al 1972. Avrebbe dovuto avere anche un dvd con le immagini di quando andai a casa dei disegnatori per fare 2 chiacchiere sui disegni della serie(soprattutto Galep) ma occorre un grosso lavoro di montaggio, pulizia, musiche ecc.. che non so se riuscir? a fare. Ma, hai ragione, forse manca un libro come quello che suggerisci tu!se dovessi intraprendere questo lavoro spero ci sia gente disposta a collaborare :generaleN:E' musica per le mie orecchie. Spero che tu ci faccia sapere appena possibile qualcosa di più su questa futura pubblicazione. Hai tutto il mio incoraggiamento. L'idea del dvd con le vecchie interviste è appettitosa, immagino il problema maggiore sia il finanziamento. Quanto alla collaborazione, nel mio piccolo, io sarei disponibile, certo dipende tutto da quello che c'è da fare, nel senso che posso difficilmente spostarmi. Ma qui sul forum qualcuno con il giusto entusiasmo lo trovi di sicuro. Se è il caso ne parliamo in privato.siccome mi occupo poco di "letteratura" texiana, preferisco districarmi fra cronologie e catalogazioni di originali (insomma fregnacce del genere), cerco sempre "pezzi" sul genere. certamente farà sapere al forum quando ci sarà da rimboccarsi le maniche per qualche buon articolo e non ho dubbi che qualcosa uscir?. Me ne sono andato da TWO ( bandiera bianca, eh?), li c'era una persona a cui stavo per chiedere la collaborazione per il libro in uscita: un documento inerente l'esperienza Texiana sui forum che volevo pubblicare... ma poi non ce ne è stato il tempo e ho lasciato stare! dvd- dapprima era un problema solo etico poi è diventato organizzativo (... anche finanziario) e alla fine, dopo un piccolo sondaggino alle mostre mercato, abbiamo scoperto che un video non ha tutto questo TIRO!ma vediamo... se si fa, si fa bene altrimenti si molla la storia.
  18. corvo59

    Interviste Agli Autori

    Dal volume Tex, disegni e disegnatori (ARCHIVIO EPOCA D'ORO) Intervista a GUGLIELMO LETTERI D. Buonasera, signor Letteri. L. Buonasera, ragazzi. Vi chiedo scusa per questa conversazione telefonica, ma in questo periodo non ho un attimo di tregua. Mi fa piacere fare due chiacchiere, anche se speravo di ricevervi, ma? D. Non si preoccupi per noi, anzi ci parli del suo lavoro: sempre alle prese con il Tex? L. E? evidente. Non faccio altro, non ho mai fatto altro. D. Intende ire che da quando ha cominciato a disegnare Tex non ha mai fatto altre cose? L. Esattamente! Oramai sono trent?anni che lo faccio e credo che continuerà? D. Ci racconti di come ha iniziato a lavorare per Bonelli. L. Avevo già fatto qualcosa per Bonelli prima; mi sembra fosse un poliziesco, che disegnavo insieme a Sergio Tarquinio. D. Sta parlando di Rick Master? L. Accidenti, ve lo ricordate? S?, era proprio Rick Master: quello fu il mio primo contatto con Bonelli. D. Naturalmente questo avvenne quando lei rientr? all'Argentina? L. Certamente, mi ricordo che nell'estate del ?63 Bonelli mi affid' Rick Master e subito dopo mi propose di fare il Tex. Io non ero entusiasta di farlo soprattutto perchè il personaggio era di un altro. Per me è sempre una seccatura intervenire nelle cose degli altri, ma comunque sotto la sua insistenza, di Bonelli, intendo, accettai. Eravamo nella prima metà del ?64 e Sergio mi diede da fare, sotto compenso, delle strisce di prova per farmi adeguare un pochino allo stile di Galleppini. Ecco, la cosa and' così. Poi disegnai subito la mia prima storia: non chiedetemi quale fosse o come si intitolasse perchè non l'ho più vista? so soltanto che c'era una ragazza. D. S?, infatti? L. La ricordate? Allora l'hanno pubblicata? D. Certo, altrimenti come faremmo a conoscerla? L. Però era venuta male, non mi piaceva proprio. In quella storia devo aver fatto anche delle prove con i grigi, tipo il retino fatto a penna, ma non venne bene. D. Per noi invece quello fu un buon esordio: non sempre la prima storia riesce così bene. L. Dovrei andarla a rivedere, ma non ricordo neanche in che numero è stata messa. D. Il numero è il 68 ?Duello Apache? e l'episodio si intitola ?Agguato tra le rocce?. L. ?Duello Apache? dite? Beh, me la andr? a rivedere. Una buona storia fu invece la prima in cui appare El Morisco e se non ricordo male è la stessa da cui hanno tratto il film che è uscito qualche anno fa. D. Una gran bella storia, anche se il film fu un mezzo fiasco. L. Però prima del Morisco ho disegnato altri episodi? ?Rio Verde?, o qualcosa del genere? D. Ci sembra di capire che anche lei, come altri disegnatori, non ama rivedere i propri disegni. L. Sono sempre stato critico nei confronti dei miei disegni: non li riguardo mai. Fosse per me brucerei tutto? D. Che esagerazione! Magari si trova in un periodo in cui non le va troppo di disegnare. L. Guardate che questo è un mestiere che innervosisce e molto dipende dallo stato d'animo con cui ci si mette al tavolo di lavoro: se non è buono, diventa molto faticoso disegnare. Non è che uno possa dire ?Va be?, per qualche giorno stacco la spina?. No, non si può assolutamente fare così perchè ci sono delle scadenze da rispettare e di conseguenza è necessario avere una procedura di lavoro da rispettare. D. è e soprattutto alla fine della giornata devono essere completate un certo numero di strisce. L. La tavola deve essere pronta perchè altrimenti ti si accumula continuamente il lavoro. D. Dunque, la mattina è dedicata alle matite ed il pomeriggio al pennello: è questa la sua impostazione del lavoro? L. S?, io opero in questo modo: prendo la striscia, la riquadro e faccio i bozzetti a matita, poi la inchiostro direttamente. Riesco a fare tre strisce al giorno, non di più. Quando eravamo in pochi a fare Tex riuscivo a realizzare 2 tavole al giorno, ma erano tempi in cui si stava veramente sotto pressione. D. E? divertente fare Tex? L. Beh, diciamo che è una bela rottura di scatole? per non dire altro. D. Tra una tavola e l'altra riesce a farsi una suonatina di chitarra come ai vecchi tempiù L. Sono più di dieci anni che non tocco la chitarra, l'ho lasciata completamente perdere. D. Peccato, perchè abbiamo letto che lei era un validissimo jazzista e siccome anche noi abbiamo studiato un po' di chitarra jazz, possiamo comprendere quanto sia ?doloroso? accantonare uno strumento. L. S?, proprio così. Io seguivo molto un musicista americano degli anni ?40: Charlie Christian. Lo conoscete? D. Beh, tutti gli amanti del jazz dovrebbero conoscere Charlie Christian: è stato un vero innovatore, un po' come Alex Raymond nel campo del fumetto. L. Un bel paragone, perbacco. Anche Raymond è stato un grande, e se possibile, ancora più unico. Del resto anche uno sprovveduto si accorgerebbe che l'influenza di Raymond nel mio disegno è stata determinante. D. E non solamente per lei: anche gli altri disegnatori di Tex, da Galep a Muzzi, da Nicol' a Ticci, hanno guardato a Raymond con grande attenzione. L. Dobbiamo considerare Raymond il padre di tutti noi, non si poteva non studiarlo e ammirarlo. D. E? curioso il fatto che, secondo noi, lei, Nicol' e Galleppini rappresentate le tre facce di Alex Raymond: quella ?gordoniana? che ha decisamente influenzato il segno di Galleppini, l'X-9 che potremmo definire la ?palestra? del povero Nicol' e Rip Kirby, ovvero la fase più matura del disegnatore americano, che deve aver affascinato lei. L. è e Muzzi, è e Ticci. (risate) D. Ticci è un figlio dello stile di Caniff e, forse, ancor più di quello di Toth, ma siamo sicuri che un'occhiatina a Raymond l'ha data anche lui. Per quanto riguarda Muzzi, invece, ce lo ha detto chiaramente lui stesso. L. Muzzi è da molto che non disegna per Tex, peccato. Ticci invece lo trovo sempre in forma, è davvero bravo. D. Anche lei ?viaggia? in maniera regolare, il suo segno è inossidabile. L. No, no, ho avuto anch?io i miei alti e bassi, graficamente parlando. A volte si passano dei periodi in cui si è più nervosi e anche la mano ne risente, per cui non direi che sempre ho mantenuto lo standard ottimale. D. E come giudica il suo ultimo lavoro, la lunga storia scritta da Sergio Bonelli che lei ha disegnato battendo tutti i record di durata: 5 albi? L. Questa è una domanda che vorrei invece fare io a voi: che ve ne è sembrato? D. Decisamente troppo prolissa. Si fa fatica a seguire per cinque mesi il filo della vicenda, anche se la narrazione scorreva via bene. L. Ora sto disegnando un episodio di un nuovo soggettista di Tex, Michele Medda. Scrive piuttosto bene ed io mi trovo bene con il suo modo di sceneggiare la storia. E? dinamico questo Medda, davvero. D. Michele Medda è uno degli autori della serie fantascientifica ?Nathan Never?, sempre edita da Bonelli. L. S?, mi sembra di aver sentito che lui scrive per un personaggio di quel tipo l'. Spero che si stia parlando della stessa persona? D. Sicuramente sè. Non è molto addentro al mondo dei fumetti, signor Letteri? L. A me piace moltissimo il fumetto in sè, ma non mi interessa per niente l'ambiente che si crea intorno a questo ?mondo?, come lo definite voi. Io sono un tipo un po' schivo e preferisco vivere ai margini. D. Per questo non la si vede praticamente mai alle varie mostre. Conosce gli altri disegnatori di Tex? L. Proprio alcuni giorni fa ho sentito Galleppini, ma erano anni che non ci vedevamo o sentivamo. E poi una volta ho incontrato Ticci. D. Prima di metterci in contatto con lei stavamo riflettendo sul fatto che è estremamente raro trovare interviste o articoli che la riguardano. L. Quest?anno mi hanno già richiesto due o tre interviste e mi è molto dispiaciuto no rilasciarle. La verità è che non ho mai un attimo di pace. D. Beh, dobbiamo ritenerci fortunati? L. Ma no, via. Cosè mi fate sentire una vedette e invece si tratta di un mio modo d'essere. D. Questo sembra essere l'anno di Tex: o vivr? sempre ai margini? L. Devo dire che ogni anno sembra essere l'anno di Tex. Io, comunque, non ne risento in modo particolare e cerco di non venir meno ai miei impegni di disegnatore per Tex. Questo per me è il modo migliore per ?festeggiare? il nostro eroe. D. E cosa dovrebbe accadere per vederla impegnata su qualcosa di completamente diverso, come un manifesto o un'illustrazione? L. Probabilmente dovrebbe accadere che le giornate si allunghino di un paio d'ore, quelle che mi occorrono per realizzare ?cose diverse?, come dite voi. D. Okay, ci arrendiamo. Ci parli invece dei suoi strumenti di lavoro: lei sembra particolarmente affezionato al classico pennello. L. Faccio tutto con il pennello. E? chiaro però che le linee geometriche le tiro su con pene tipo Rapidograf. D. Una volta lei usava il pennino: perchè lo ha abbandonato? L. Perchè hanno inventato il Rapidograf! (risate) Scherzi a parte, il pennino mi creava dei problemi a mantenere la tavola pulita, spesso imbratta il foglio. D. A proposito, che carta usa? L. Una carta molto dura della Schoeller, che infatti si chiama Durex. D. E? un cartoncino satinato? L. No, no, uso sempre quello lucido, completamente lucido. Lo divido in strisce perchè non mi trovo bene a lavorare con la pagina intera. Preferisco le vecchie strisce. D. Lei è stato influenzato da qualcuno riguardo agli strumenti tecnici come matite, pennelli, etc.? L. Chi mi ha insegnato molto è stato Sergio Tarquinio. Naturalmente lo conoscerete .. D. Certamente. Uno dei disegnatori della ?Storia del West? L. Esatto. Con Sergio siamo rimasti buoni amici. Eravamo in Argentina, insieme ad altri disegnatori, e fu proprio lui ad impostarmi, diciamo così, come disegnatore. D. Non è un caso che lei e Tarquinio abbiate disegnato il Rick Master di Bonelli. L. Abbiamo fatto due episodi? quello di Sergio, però, è il più bello! D. Strane persone, i disegnatori! Siamo pronti a scommettere che Tarquinio direbbe esattamente il contrario, e cio che preferisce è l'episodio di Letteri. L. Io, intanto, dico che è più bello il suo! (risate) D. Un giudizio sugli altri disegnatori di Tex? L. Beh, di Ticci e Galleppini vi ho già detto. Mi piacerebbe ricordare qui Nicol': lui era veramente molto bravo; il Tex con lui ha perso una colonna. Aveva uno stile personale ed efficace: purtroppo se ne è andato quando il suo segno non mostrava ancora la bench? minima flessione Di Galleppini, invece, posso aggiungere che è stato un po' il padre di tutti noi: impossibile ricopiarlo, comunque. Ditemi se avete mai visto qualche disegnatore tentar di rifare lo stile di Galleppini!? I suoi tratti sono pieni di dinamismo e ai suoi tempi ha rappresentato un maestro nel suo genere. L'ultima volta che lo vidi personalmente fu a Roma e precisamente a Palazzo Braschi dove era stata organizzata un mostra-dibattito. D. Una mostra intitolata ?Phantasmagore?? L. S?, mi sembra avesse quel titolo. Comunque sto parlando di una cosa di dieci anni fa. Mi ricordo, in particolare, la vivacit?, la freschezza del Galleppini. Una persona sempre disponibile al dialogo. D. Verissimo! Anzi, a dispetto dei suoi 76 anni, è rimasto un uomo di una loquacit? incredibile. L. Ci sono rimasto male, quando gli ho telefonato, a sapere che non stava tanto bene: mi hadetto che ormai ha smesso di disegnare , che ha riposto carta e pennelli definitivamente non riuscendo a terminare una storia che Sergio stava scrivendo per lui. D. Abbiamo visto le tavole di quella storia e crediamo che Bonelli voglia più che altro farlo sentire ancora vicino al suo lavoro e al suo personaggio. L. S?, conoscendo Sergio, credo anch?io che sia andata così. D. Stavamo parlando dei disegnatori di Tex. E gli altri? L. Se restiamo ai ?vecchi? disegnatori, devo dire, ad esempio, che trovo il modo di disegnare di Fusco molto divertente, a prescindere da ogni analisi grafica. Gli altri li ricordo poco, ma non mi pare che facessero parte del gruppo dei disegnatori ufficiali: come Gamba e Uggeri che, pur se molto bravi, lavoravano per Tex saltuariamente. D. E Muzzi? L. Beh, Muzzi era dei nostri, anche se poi non ha più lavorato per il Tex. Mi intrigavano molto i suoi chiaroscuri. D. Anche Ticci ci ha detto che era molto incuriosito dagli effetti di chiaroscuro di Virgilio Muzzi. L. Effettivamente è una cosa che salta subito all'occhio. D. Da alcuni originali di Muzzi abbiamo notato l'uso del biaccone, questa sorta di bianco molto coprente adatto per ottenere effetti particolarmente contrastati. L. Comunque si vede che Muzzi è uno che le luci le ?va a cercare?? Magari avrà avuto dei problemi con le facce di Tex, visto che spesso le disegnava Galleppini. D. Forse il cruccio maggiore di Muzzi è stato quello di on aver potuto personalizzare fino in fondo il personaggio: in fondo tutti gli altri disegnatori hanno creato delle vere e proprie interpretazioni di Tex. L. S?, è vero; ma anch?io all'inizio ho avuto i miei problemi. Sapete, non è per niente facile fare le cose degli altri e, per quanto mi riguarda, lo trovo piuttosto fastidioso. D. Se fosse stato lei il responsabile dell'impostazione grafica del Tex?? L. Io? Non ci ho mai pensato, però credo che avrei consigliato a Bonelli di prendere in scuderia alcun disegnatori che credo avrebbero fatto bene: Galleppini, Nicol', Ticci, Muzzi, Fusco (risate) D. Mica male come risposta conclusiva? L. Peccato che l'intervista sia finita perchè cominciavo a prenderci gusto; ma è meglio che ritorni al mio lavoro? ormai sapete che divento irrequieto se perdo il ritmo. Spero che la prossima volta ci si possa incontrare e fare due chiacchiere mentre faccio la mia parte di lavoro. D. E per non farle perdere il ritmo porteremo anche un batterista, stile be-pop. L. E Tex? A lui cosa gli facciamo suonare, il contrabbasso? D. Se per una volta accetta di fare il comprimario? L. Non credo, lo conosco troppo bene, no accetterebbe mai. Meglio lasciarlo ai suoi ?sputafuoco?, gli unici strumenti che riesce a suonare bene. (risate) D. Puro Vangelo, signor Letteri! A presto. L. A presto, ragazzi? ciao.
  19. corvo59

    Interviste Agli Autori

    sempre dall'ARCHIVIO. senza fonte Intorno a uno dei personaggi più popolari dei fumetti italiani è scoppiata una polemica: Tex Willer è un rivoluzionario o un socialdemocratico? ?Francamente mi pare un can can eccessivo?, dice l'autore. Tex Willer uguale Giorgio Amendola? Un interrogativo inquietante, saltato fuori da una polemica inaspettata. Mentre i grandi intellettuali comunisti discutono sulla funzione loro e del loro partito e del rapporto con lo Stato, i piccoli si accalorano sul più popolare cowboy di carta italiano (500 mila copie ogni mese, tradotto in nove lingue compreso il finlandese). Uno degli editoriali che ha tenuto a battesimo l'11 maggio il primo numero Città futura, il nuovo settimanale della federazione giovanile comunista, era proprio dedicato a Tex. Qualche tiratina d'orecchi agli indiani metropolitani e parecchie manate di stima e simpatia sulle robuste spalle del ranger, del suo ?potere razionale?, della sua ?violenza scientifica spesso contro-economica, sempre extra-economica?. ?Tex è lo stato?, era il succo del fondo. Protegge gli indiani perchè gli conosce meglio dell'antropologia piccolo-imperialista che vede nelle tribù oggi superstiti il tipo ideale del dolente sconfitto?. Ciò è bastato perchè sul personaggio si scatenasse la più incredibile e divertente delle polemiche. Tex, ex-bandito poi redento, ranger dell'esercito e capo della tribù dei Navajos, vedovo di un'indiana e padre di un mezzosangue, legalitario e anarcoide insieme, è stato via via usato per i paragoni più imprevedibili (?? il gruppo dirigente del Pci, ranger dei capitalisti e capo è nel senso latino di caput, testa è degli indiani proletari?) o aizzato verso nuovi avversari (?uno sceriffo irrecuperabile come Cossiga, Tex lo avrebbe fatto fuori in un amen°; ?No, Tex Cossiga non lo avrebbe fatto fuori, o meglio soltanto dopo aver dato una sonora lezione a chi di saggezza e razionalit? dimostra di averne ben poca, come gli autonomi?). Insomma Tex per qualcuno è lo status quo (?giusto e saggio e anche duro nei confronti di chi è violento e prepotente?), per qualcuno la rivoluzione (? Tex è vivo e lotta insieme a noi?), per qualche altro il revisionismo (?non è lo Stato come lo conosciamo noi, quanto lo Stato come lo vogliono le masse. Un potere pubblico che pur restando tale batta il privato nel suo stesso terreno: l'efficienza?). E così via. Il dibattito ha occupato la pagina delle lettere di tutti i numeri finora usciti di Città futura e continuerà nei prossimi. C?? ancora molto da chiarire. ??E al massimo un socialdemocratico?, dice per esempio Mino Fucillo, assistente di filosofia a Napoli e collezionista di Tex. ?Ha troppi cedimenti fascisti: colonialista con gli indiani, rapporto violento col delinquente, abuso di potere ecc. Anche se non lo dice, le leggi speciali ci Cossiga gli vanno a genio?. ?A me tutto questo can can pare francamente eccessivo?, si schermisce Sergio Bonelli, 45 anni, editore di Tex, figlio di Gianluigi, creatore e sceneggiatore del personaggio, ?non ci dimentichiamo che prima di tutto è un fumetto che vuole divertire?. In realtà, sottovalutato fino a oggi dagli intellettuali, Tex è un fenomeno più unico che raro nel mondo dei comics. L'intrepido e Topolino sono gli unici albi a fumetti che vendono di più, ma sono un collage di storie. Come personaggio fisso Tex non ha rivali (Diabolik vende per esempio 250 mila copie, mentre lui, oltre alle 500 mila dell'albo mensile che festeggia in questi giorni il 200esimo numero con un'edizione tutta a colori, può contare su una vendita continua di tutti gli albi arretrati, periodicamente ristampati in un'edizione speciale chiamata tre stelle). Il primo numero usc? il 30 settembre 1948. Settimanale, formato striscia come andava allora, 32 pagine, 15 lire, 45 mila copie.Erano quelli i primi tempi del fumetto dopoguerra, anni di assoluto disimpegno. Proprio mentre Gianluigi Bonelli dava corpo e parola al suo Tex (che all'inizio si chiamava Tex Killer, subito cambiato in Willer per attenuarne la ferocia e non sfidare la censura) ci fu l'attentato a Palmiro Togliatti. Tex è proprio il personaggio tipico di un popolo che non fece la guerra civile perchè distratto e rasserenato dal fatto che contemporaneamente Gino Bartali, uno dei più acclamati campioni del dopoguerra, conquist? la maglia gialla al giro ciclistico di Francia.
  20. corvo59

    Domande Aperte

    Se fosse prima tex, allora sarebbe inedita, ma se venisse prima questa, behm sarebbe si inedita, ma non totalmente. Poniamo non lo sia. Quale sarebbe allora la prima inedita di Tex? (sperando che non sia anche quella ripresa da qualche parte. Ad esempio io ricordo che il n. 33, è stato ripreso da un tex della prima serie giange, ripreso a sua volta da una vignetta di Flach gordon. Se le trovo le posto. "Gli sciacalli del Kansas" (Tex f. to gig) risale alla fine dell'estate del 1961. "Il sospetto" (P. Ranger n. 43) è postumo. (Franco Donatelli) "Gli sciacalli del Kansas" è un montaggio di redazione della figura di Tex con uno sfondo "sistemato" da Bignotti con particolari di Galep (indiani, ad esempio). una cosa simile accade per Yampa Flat. la prima copertina inedita di Galep la si deve andare a scovare dopo il n. il 50. per copertina inedita intendo chiaramente un disegno completo di Galep e non qualche figura di Tex e pards usata nel collage di redazione. Dodge City era una illustrazione non pensata per la serie (tra l'altro completata da Sergio Bonelli). Una audace rapina più o meno la stessa cosa, la 48 idem ma è Galep, la 49 idem, 50 idem. la 55 Tradimento comincia ad essere un disegno completo... forse uno dei primi ad essere commissionato dalla redazione a Galep. 56,57,58,59,60,61,63,68,69 ecc.. idem. la 100 proviene da una foto dove Galleppini si è autoripreso, simulando una scena di una locandina di Bogart la 153 "I predoni della Sierra" ha lo sfondo, gli indiani e qualche roccia che non sono di Galep la 183 "Caccia all'uomo" è stata "maneggiata" in lungo e largo dall' Art Director Corteggi... e si potrebbe andare avanti all'infinito!
  21. corvo59

    Interviste Agli Autori

    acc... dimenticavo, Ym:luglio 1977 Tex vende più di 500mila copie. Ufficiale, Sergio Bonelli sui dati del venduto dell'albo a colori.
  22. corvo59

    Interviste Agli Autori

    intanto già forse prima di Natale riesco a pubblicare un libro (un p? tecnico, per la verità) che riguarder? Originali, Collezionismo, Interviste, Valutazioni, Cronologie e disegni: nulla di nuovo sotto il sole. Avrà però un chicca: un bel poster 50x70 con tutta la cronologia dal 1948 al 1972. Avrebbe dovuto avere anche un dvd con le immagini di quando andai a casa dei disegnatori per fare 2 chiacchiere sui disegni della serie(soprattutto Galep) ma occorre un grosso lavoro di montaggio, pulizia, musiche ecc.. che non so se riuscir? a fare. Ma, hai ragione, forse manca un libro come quello che suggerisci tu!se dovessi intraprendere questo lavoro spero ci sia gente disposta a collaborare :generaleN:
  23. corvo59

    Interviste Agli Autori

    si, ho molto materiale che alcune volte non so neanche da dove salti fuori. Da quando ho conosciuto Tex almeno un'ora della mia giornata l'ho dedicata a lui e ora mi ritrovo un sacco di cartelle piene di fogli, appunti ecc.. Negli ultimi 3 anni anche molte ore al giorno (forse con futura soddisfazione). ok, domani posto qualcosa sui disegnatori!ps-io dico "domani" ma magari poi non riesco a prendere la connessione al forum come mi capita ultimamente... questa settimana mi è stato praticamente impossibile farlo!
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