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San Antonio Spurs

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  1. La questione riguarderebbe solo le colorazioni per episodi della serie consueta, nel caso che il designatore decidesse di passare dal classico bianco che si immagina giallo ad una tinta più marcata e allora sarebbero cavoli (cabbages) di chi dovesse scegliere il Pantone. Io resto aficionado del bianco/giallo e penso a Sherlock Holmes al suo cappello Deer Hunter: tonalità mai precisate e comunque combinate anche se Conan Doyle non le ha mai stabilite. Piuttosto: ma la pena che adorna la fascia di Tiger è sempre la stessa o c'è un po' di ricambio?
  2. Per il centenario di Galep, ci sta. Non è una delle mie storie preferite, ma ha a suo modo una sua unicità. A partire dalla lunghezza insolita, se non ricordo male, nell'epoca moderna di Tex, e rappresenta comunque una delle migliori prove grafiche del maestro. In qualche pagina addirittura innovativo rispetto al suo stile classico.
  3. Concordo. Negli ultimi tempi c'è stata una proliferazione di uscite che comprendo possa essere stata pensata per nuove reclute - e avrei anche qualche cosa da dire sulla scelta sulle proposte - e che a noi vecchi pards interessano il giusto. Mi chiedo solo come mai il disegno di Biglia sia rimasto nascosto e, chiedo scusa per la distrazione, quale forumista lo abbia trovato e proposto.
  4. Non sono professore e non credo di essere pignolo, ma se qui stiamo a dialogare - che mi piace più che discutere - di una vignetta o di un'imprecisione storica, ho pensato che un intervento come quello che ho commentato fosse mal concepito già nella maniera di esprimerlo. Poi, come canta Andrea Mingardi, "Nessuno siam perfetti ciascuno abbiamo i suoi difetti".
  5. Se posso: già leggere un intervento scorretto nella forma, mi fa essere scettico sulla sostanza. Scusa, ma anche per una questione professionale sono pignolo su maiuscole, minuscole, abbreviazioni, spazi dopo la virgola. Posso: le opinioni sono tutte rispettabili e contestabili, quindi non vado oltre anche perché non ho mai visto e letto Dampyr e qui si parla di Tex.
  6. Questa risale a più di vent'anni fa
  7. Sono rimasto colpito da una precisa caratterizzazione del disegno: Tex e Kit sono stati ritratti in abito navajo e non secondo la tradizionale iconografia che ad esempio è da tempo un classico di pagina 3 di ogni albo e pure della copertina dell prossimo Tex Magazine. A memoria non ricordo nemmeno una copertina del classico mensile con Tex in abiti indiani. Se ricordo male, dimentico comunque una rarità.
  8. Messe a confronto le due copertine, il giudizio è impietoso per chi l'ha trasformata anche in particolari che potrebbero apparire secondari ma che in ogni opera d'arte, come giustamente la definisce Garet, hanno la loro importanza. Tanto per dire ed esagerare: la Gioconda non sarebbe la Gioconda se fosse ritratta su uno fondo scuro. Qui siamo a stravolgimenti belli e buoni: l'appiattimento delle nuvole sullo sfondo, la già citata camicia giallonera da tifoso del Borussia Dortmund, l'iperrealismo quasi fotografico dei rami alla destra e alla sinistra di Tex, di pistola e fucile, il deciso stacco di cose e persone con una linea nera molto meno marcata nell'originale. Ecco, il problema sta proprio qua: per quanto sbagliato si cerca di "fotografizzare" il disegno. E'un errore per due ragioni: la prima che nessuna macchina avrà mai l'ingegno del singolo artigiano o artista. Poi bisognerebbe capire (o sapere) che parte figurativa è cambiata radicalmente con l'avvento e il sopravvento della fotografia. Mi spiego: se fino a metà Ottocento circa, si cercava il già citato iperrealismo soprattutto nei ritratti, dopo quell'effetto lo si aveva già e meglio nei dagherrotipi e successivi sviluppi. E allora l'arte si trasformò, trasformando la realtà, perché altrimenti sarebbe stato un esercizio di copiatura e il pittore migliore sarebbe stato quello che riproduceva qualcosa di già fissato. P.S. Siccome si sbaglia anche in maniera opposta, confrontate i due cavalieri: nella copertina rivisitata sembrano un corpo unico e qui l'iperrealismo è andato a farsi benedire.
  9. L'unica mia proposta diretta di spunto per una storia alla Bonelli, molto tempo fa, fu bocciata da Decio Canzio con una motivazione che ritenni subito giusta. Dunque non mi reinvento mezzo sceneggiatore adesso, ma appoggio quello che dici. Prima di attaccare i pard, Mefisto e Ym hanno sempre avuto bisogno di creare una struttura, che nella storia ricordata però si mise per così dire in mostra provocando la curiosità e la reazione delle alte sfere quando la stessa struttura non era ancora stata completata in tutto e per tutto. Ricordiamo che Mefisto assecondava i sogni di gloria del suo panciuto complice nella fuga dal manicomio.
  10. Curioso che ci sia un netto stacco di tempo e di spazio prima della tavolata a casa di El Morisco. Un tempo la famosa colonnina di testo a sinistra lo avrebbe spiegato ed evidenziato ("Qualche giorno dopo, a Pilares"). Ma nel 2017 prossimo solo pensarlo e scherzarci su. Provate ad immaginare Tex con la voce di Gigi Proietti che dice: «Aho, regala, annnamo dar Morisco che lui je capisce quarcosa de 'sta robba». Interessante invece il rapporto finale fra padre e figlio, Steve e Blacky Dickart alias Mefisto e Yama, con il figlio che dichiara tutto il suo senso di inferiorità nei confronti del padre, accusandolo di incapacità e vigliaccheria ma venendo poi salvato dallo stesso genitore. Infine: la ragion d'essere/esistere dei due è quasi sempre stata, dopo lacrima ricomparsa di Mefisto, il desiderio di vendetta nei confronti di Tex. Quasi sempre, perché nel famoso episodio nella savana in Florida Mefisto ha altri scopi e strategie prima del confronto con i quattro pards e viene a conoscenza del loro pericoloso avvicinarsi solo a storia ben inoltrata.
  11. Per carità, io che per passione e professione ho seguito il basket (come vedi, non la pallacanestro) dico playmaker e non regista e assist e non assistenza. Ma, suvvia, caro Lawyer, ti confesso che proprio perché siamo appassionati italiani io, ripeto con il sorriso sulle labbra, mi isolavo per un momento dalla polemica. Come avrebbe detto il mio grande amico Dan Peterson: Hey, Men! Comunque prendo atto del concetto gergale.
  12. Al di là di tutto e con il sorriso sulle labbra: ma scrivere continuità anziché continuity, no?
  13. Infatti ho scritto "unica" perplessità, che rivendico come solo mia
  14. Tre albi magnifici, con un'unica perplessità finale. Proprio da ultima vignetta: Tex che dice a Shakti «Ti consegneremo alla giustizia come complice della banda che ha rubato gli arredi sacri». Ci sta all'inizio del viaggio di ritorno, lei non la rivedremo più, ci sta anche immaginare che "Il Nostro" alla fin fine cambi idea, magari dopo un colloquio con Kit.
  15. Sono stato direttore di una rivista a carattere nazionale per una dozzina d'anni. Veniva stampata a Bologna nella notte fra domenica e lunedì e poi inviata alla distribuzione. Il martedì mattina la si trovava a Bormio, a Reggio Emilia - 70 chilometri di distanza - solo il mercoledì. All'epoca imparai che quello della distribuzione è un mondo a sé, con tempi e regole differenti e impossibili da cambiare perché quello che l'editore manda viaggia secondo la singola convenienza: ho un camion quasi bello pieno per Ghiofano e allora ci metto anche questi; ho un camion mezzo vuoto per Roccacannuccia e allora aspetto per ottimizzare. Parliamo di settimanali e mensili, che per quello che riguarda le riviste comporta cifre di diffusione anche gonfiate ma di vendita spesso irrisorie. Insomma, capita che ci si deva adeguare e che qualcuno di noi sia più fortunato, ma come diceva un mio amico: a Bari il sole sorge prima che a Torino, ma tramonta prima. Che c'entra? Niente, dovevo solo trovare una scusa per sviare dal fatto che non sto più nella pelle. Ma grazie agli amici che confermano quanto sia straordinaria questa storia, fino all'epilogo.
  16. L'uscita di scena per pazzia è già stato usato al termine della seconda apparizione di Mefisto, sarebbe un deja vu che non mi aspetto da Boselli, ma potrebbe anche essere un colpo di scena inatteso proprio per quello che ho appena detto. Però perché Dickart Sr dovrebbe essersi riciclato in direttore di manicomio non mi "sconficchera". A che pro?
  17. Allora: nel 1968 - parliamo della cronologia del mensile come lo chiamiamo adesso - Bonelli Sr. "ammazza" Mefisto. Poi, come per Arthur Conan Doyle con Sherlock Holmes, dopo una trentina di numero è costretto a furor di popolo a giustificare un seguito ed ecco la comparsa di Yama, ripetuta. Poi Bonelli Jr "ripesca" Mefisto e lo propone in un'altra avventura dal finale aperto. So che noi texiani siamo divisi su pericolosità e fascino di padre e figlio - io tifo Mefisto - e immagino che il pargolo Blacky vada solo in letargo. SPOILER PER CHI LEGGE ANCHE ZAGOR Come il barone Rakosi nell'ultimo numero. Però, ripeto, anche la Tigre Nera alla fin fine la sua dipartita l'ha fatta, così come El Muerto, che mi pare di capire sia uno dei nemici "preferiti" di Tex. In ogni caso, vada come vada, di Yama non dovremmo sentir parlare più per un bel po' di albi/anni.
  18. Sondaggio preventivo, se vi va: Yama si spiaccicherà inesorabilmente da qualche parte come la Tigre Nera oppure farà una fine aperta a qualsiasi possibile sviluppo futuro? L'unica idea certa che ho è su come verrà accolta questa domanda.
  19. San Antonio Spurs

    Villa dopo Galep

    Può essere stato un fattore importante anche l'età di Villa, che garantiva e ha garantito una lunga continuità per le copertine
  20. San Antonio Spurs

    Villa dopo Galep

    Gracias. Il "si dice" se non è vero è verosimile.
  21. Se qualcuno ha già trattato l'argomento chiedo scusa e lo prego di ripetere la risposta: come e perché fu scelto proprio Claudio Villa per sostituire Galep nelle realizzazioni delle copertine?
  22. Di questa, il secondo personaggio da sinistra nella terza vignetta
  23. Sono d'accordo con Paco, ma è pur vero che copertina e vignette in anteprima le possiamo vedere sul sito della SBE. A proposito di vignette, nell'ultima proposta sempre sul sito della SBE, Yama appare a cinque cavalieri, perché c'è anche un indiano sconosciuto. Speriamo che non faccia la classica brutta fine alla Matewa nella storia degli uomini giaguaro.
  24. Premessa: ho dato a me stesso del pignolo e non ho richiesto la patente del professore, quella sì sarebbe stata buffa (non so importare le faccine e dunque non ne metto), ma spiego, per far capire, o ribadire, come tutto quello che ho notato nasce dall'attenzione per il prodotto, altissimo, altrimenti avrei tirato stancamente via. Nessuno di quelli è un errore, infatti iio non l'ho scritto e ho perfino aggiunto quello che aveva detto e avrebbe commentato GLB in materia: i passaggi sono fra una vignetta e l'altra, non sempre collegate con il tic tac di un cronometro. Per l'ultima tua osservazione, accetto il rilievo, ma mi mancava qualcosa e del resto non è che un tifoso possa sostenere a priori che un allenatore sbaglia. Al massimo può pensarla diversamente, nel rispetto dei ruoli e delle competenze (sono un rompiscatole, lo so, altrimenti non avrei fatto il giornalista, di mestiere). Alla prossima tazza di caffè nero bollente. Non so quasi chi o costa l'UBC e il mio post è nato e si è sviluppato senza nessuna polemica, anzi partendo da ben precisi presupposti positivi e credo che questo Borden lo abbia immediatamente capito e, che dal suo ruolo e per le sue competenze, mi abbia dato la giusta risposta. Ci tenevo io alla replica; dei che così fra un po' mi tolgo l'attributo di "Timido pubblicatore"! Chi o cosa sia, volevo dire.
  25. Ancora perle. Prima vignetta di pagina 7: Carson tiene il medaglione esattamente con l'albero bruciato dietro. Quinta vignetta di pagina 7: tre pard discutono e il quarto, Tiger in primo piano fa come da sentinella. Quarta vignetta di pagina 22: sontuosa la comparizione di Shakti in un lungo corridoio con alle spalle uno spazio di luce. Ancora luce nella pagina seguente: quella della prima vignetta come se un occhio di bue circondasse dall'alto la figura di Yama. Magistrali i chiaroscuri successivi: bianco sempre dietro a Yama e grigio nell'altra parte della vignetta. Pagina 29: terza e quarta vignetta, Tex fuma ma la sigaretta passa dalla mano destra alla sinistra, dove resta nella successiva per tornare a destra nella terza di pagina 30. Da pagina 38 in poi: i pard a colloquio con El Morisco ma Tiger Jack, come in altre situazioni, sempre in piedi. O nella stanza non ci sono abbastanza sedie o il Navajo è allergico a quelle sedute come Carson lo è ai treni. Pagina 65, il demone - chiamiamolo così - che appare e parla a Yama - mi fa molto Ufo Robot Goldrake o Jeeg, fate voi, la mia conoscenza è superficiale. Estrema cura dei particolari di Civitelli: a pagina 100, panoramica dei tavoli, Kit è l'unico che ha ancora la forchetta nel piatto; pagina 104, ultima vignetta, la posata è ancora lì nella stessa posizione. Però, nella terza vignetta di pagina 105 i bicchieri di birra sono solo due, manca quello di Tex, mentre nella seconda e terza di pagina 105 lo stesso regge la tazzina con la mano sinistra e nella quarta, in stile sigaretta, cambio di mano. Così è per il biglietto nelle mani di Kit nelle prime due vignette di pagina 107. Come avrebbe detto, giustamente GLB, c'è tempo fra una vignetta e l'altra, a giustificare i cambi di mano. Infine, dove sono i pard a pagina 107 visto che sono sotto un portico che nelle prime immagini del ristorante non esisteva? Pignolerie, mie, che non inficiano l'altissimo giudizi sulla qualità del prodotto, semmai riconfermano l'ammirazione e l'attenzione che merita questo secondo albo, come del resto il primo.
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