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TWF - Tex Willer Forum

San Antonio Spurs

Ranchero
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Everything posted by San Antonio Spurs

  1. Divertente l'errore di pagina 99, dove si legge "marcia" anziché "mancia". Sono curioso di vedere se il giovane capitano portoghese sarà solo una tazza d'acqua per allungare il brodo oppure rivestirà un ruolo più concreto. Non penso sia lui ad accompagnare i pard verso il Borneo, a meno che non succeda qualcosa alla nave messicana, certamente già identificata come mezzo scelto per la caccia e dunque passibile di sabotaggio.
  2. Se non sbaglio, la tomba di Lucero non è mai stata aperta per verificare l'effettiva sua scomparsa, quindi sull'onda del parere favorevole di molti alla riproposizione delle storie, unita alla giusta pazzoide di Borden a "sistemare" un po' di passato... Queste parole giustificano il tuo nick in auspicabile uscita. Magari riprova ad entrare con Solone. Una cosa che ho apprezzato molto e la rarità dei contrasti fra i vari esponenti delle forze dell'ordine, a volte aspri ma quasi sempre in passato sottaciuti, a volte schiacciati dall'autorità di Tex e qui invece giusta base ad una serie di strategie difensive e offensive.
  3. Non ho usato parole offensive, né cercato di imporre le mie di ragioni. Se il riferimento è alla mia risposta a Diablero rivendico una sola cosa: l'insofferenza per chi mi attribuisce dichiarazioni che non ho fatto, solo perché le interpreta alla sua maniera. In ogni caso, mi tengo il cartellino giallo.
  4. Storia arzigogolata ma conferma che il pupillo Giusfredi ha ancora molti spaghetti da mangiare prima di raggiungere la qualità di babbo Boselli e nonni Bonelli. Eseendo lui un enologo, qui ha prodotto una vicenda da tetabrik anziché da bordolese. Nelle prime pagine è tutto un sovrapporsi di rimandi ai nomi di figli, fratelli, cugini, padri, madri, nonni e parentii acquisiti. Il resto si sviluppa sempre un po' confusionario e complicato. Civitelli da 9: qualche incertezza sui primi piani di Tex, magistrale come al solito per Carson, in volo fuori dalle gabbie bonelliane (intese come schema base perla suddivisione delle tavole) appiattito da una colorazione da minimo sindacale o da attraversamento delle strisce pedonali guardando il cellulare. Significa superficialità o presunzione, ma non essendo il mio mestiere suppongo e non condanno
  5. Noto che anche tu nel leggere e poi commentare il mio post sia caduto nel vizio dell'Alettar, che si sublima nel non riuscire ad andare oltre la propria interpretazione. Vale in altri campi, si chiama anche "giudizio a prescindere". I numeri 00 rappresentano anniversari numerici, questo uno temporale. Lascia stare la Marvel e semmai rispondi sulla citazione delle parole che ho riportato di Borden a pagina 4. Alettura significa essere come quelli che all'affermazione che la Juventus è di Torino rispondono che sì, ma ha rubato molti scudetti. Conferma della sindrome da Alettura detta anche della benamata fava. Scusa, con le stesse faccine tue.
  6. Storia potente e imponente sotto ogni aspetto: da soggetto e sceneggiatura a disegni e colorazioni. Una perfetta ricostruzione dell’universo temporale, una magistrale sintesi di 75 anni, dunque un riuscito tentativo di celebrazione: ci sono Lylith, gli altri tre pards rappresentati esattamente per come li abbiamo conosciuti, un comprimario di livello come Ely Parker, il desrto, un paio di indiani più erranti che balordi, la figura elegante del segretario di Parker che poi in realtà è abile anche in altri contesti, un paese guidtao da un odioso ras e frequentato dai soli balordi, sparatorie, inseguimento, un pizzico di onirico, un poco ortodosso agente Pinkerton che si rivelerà una delle “spalle” più azzeccate di sempre e un finale a sorpresa che da solo vale il prezzo d’acquisto (come si diceva una volta di certi spettacoli e dei relativi biglietti). Questo non è un numero 100, 200 eccetera, è solo il numero 755 eccezionalmente a colori con intento celebrativo. Lo stesso Boselli è chiaro, a pagina 4: «L'episodio è perfettamente calibrato sull'eccezionalità dell'evento». Mi dispiace che da alcuni non sia stata compresa questa volontà. Io per primo sono critico verso la riproposizione di certi personaggi, ma quando si festeggia il 25 aprile o il 2 giugno ci si orienta di più verso il ricordo e la ricostruzione dei fatti o ci si proietta verso un futuro indefinito? Che si voleva, un Tex ibernato che si risveglia nel 2023?
  7. Di questo passo arriveremo ad una storia intitolata "Ritorno a Red Rocco". (Siffredi, ovviamente).
  8. Trovo che la qualità complessiva intera sceneggiatura possa essere simbolicamente e/o sinteticamente giudicato grazie alle pagine da 49 a 63. Corvo Rosso sa che Tex è sulle sue tracce e fa di tutto per confonderle o nasconderle prima di consegnare Elly Parker ai suoi custodi, però eseguito il compito se ne torna indietro cavalcando allo scoperto e senza preoccupazioni, come se andasse a fare una scampagnata. I pard lo intercettano e lui si nasconde in un canyon, dove si infilano tutti e quattro i suoi inseguitori. Secondo logica, almeno uno avrebbe dovuto aggirare la montagna per presidiare l'altro lato, invece mentre il pirlone si infila nella gola, Tex dice: "Dobbiamo tagliarli la strada", quando l'altro è a dieci metri dall'imbocco del canalone e infatti la battuta successiva è "E' in vantaggio su di noi". Ma va? Poi, Kit sta per essere aggredito alle spalle e Tiger, da una roccia più in alto, anziché estrarre al volo la Colt spicca un balzo e coltello alla mano atterra sul ribaldo. Ne nasce una collutazione, con Kit che non interviene pensando che sparando rischia di colpire l'amico. Poi ci ripensa, ma da due metri non pensa a colpire Corvo Rosso alla mano che brandisce un coltello, ferendolo e disarmandolo, ma lo uccide pentendosene subito dopo e facendo la faccia mogia temendo la sculacciata del padre, che invece lo difende. Mi aspettavo gli desse cinque dollari per comprarsi dello zucchero filato al trading post di Kayenta. Nel complesso i quattro fanno la figura dei fortunelli che beccano per caso un cretino, pensano di catturarlo cavalcando Varenne e i suoi figli mentre Corvo Rosso è sul nipote del somaro di Sancio Panza, giocano alla caccia al puma sulle rocce l'unico a sparare lo fa nervoso, seguendo un istinto. Era dai tempi de "I forti di Forte Coraggio" che non vedevo protagonisti così sprovveduti.
  9. Mi era sfuggita un'altra genialità, quella relativa alle "placchette magnetiche adesive offerte in omaggio agli acquirenti di alcuni albi", secondo le parole di Davide Bonelli in seconda di copertina (quella prevista delle geremiadi sull'aumento dei costi e di conseguenza dei pressi). Se vuoi attaccare la minicopertina allegata al mensile, ecco che la SBE sul Maxi te ne regala un'altra con - rullo di tamburi - "4 magneti adesivi". Nota a parte, non è che Villa abbia volato alto sulle ali della fantasia nel ritrarre Tex sulle copertine dei due albi citati: c'è in pratica solo il cambio pistola-fucile e il fazzoletto che sventola in due direzioni opposte. Ma è come lamentarsi dell'acqua minerale dopo la pasta scotta e la bistecca bruciata.
  10. Ho preso le mie singole copia di ogni uscita senza guardare le minicopertine. Nessun cliente ha chiesto di scegliere e si è preso la prima copia che ha trovato esposta o che gli ho dato io dall'interno dell'edicola. Giudico squallida l'operazione di pubblicare una doppia minicopertina sperando di raddoppiare (parte de)gli acquisti e il farlo contemporaneamente all'aumento di prezzo. Già che c'erano potevano predisporre edicole ambulanti come quelle dei ciarlatani venditori di pozioni e unguenti.
  11. Ormai Tex viene rappresentato spessissimo con il fucile in mano e in posa statica. Questa ricoerda quella del numero 600, che era poi un omaggio al John Wayne di "Sentieri Selvaggi", ma l'abbinamento dei due colori la appiattisce in maniera eccessiva. Bordem cita "Segretissimo", ma là il fondo è mero e probabilmente con un cerchio bianco ne sarebbe venuta fuori una copertina decisamente più gradevole..
  12. Delusione condivisa per un finale deludente e senza pathos, per una storia che se merita la sufficienza è per i disegni. Non concordo con chi sostiene che sia la conferma di un declino prolungato di Tex, perché come ricordato da qualcuno nel recente passato ci sono stati episodi importanti e memorabili come la saga artica, poi anche la corposa e articolata vicenda di Vancouver e naturalmente i sette albi con Mefisto a tutto possono far pensare fuorché a creatività e originalità in declino. Quella di Tex è una lunga strada con molte diramazioni, l'ultima alla fine non è piaciuta a molti; la considero una delle tante occasioni non sfruttata a dovere. Non un'occasione persa, nessuna mai lo è, in 70 anni di Tex ce ne sono state di altrettanto riuscite in tono minore.
  13. La qualità dei disegni di Galep era progressivamente peggiorata in maniera evidente. Qualcuno può venirmi in soccorso e confermare il ricordo che dal 300 fino al 400 siano state poche le storie disegnate da lui, proprio perché in evidente difficoltà.
  14. L'attore William Hart, famoso nei western dell'epoca del muto?
  15. Non mi va di riascoltarlo, ma mi pare di ricordare che a un certo punto dice che lo ha solo sfogliato, non letto tutto dopo averlo comprato. Giusto per dare spessore al suo intervento... Ribattezzerei il video "Quanto parlano esticazzi".
  16. A parte che il punto 2 in pratica dice la stessa cosa del punto 1 e quindi chi è senza peccato, sulla verbosità, scagli la prima pietra...
  17. Sfrutto questo parere non per riprendere la discussione in sé, ma per ampliarla, visto che il presunto o reale problema della verbosità ricorre anche per storie passate (da molto tempo) e lo spunto me lo dà l'iniziativa della Gazzetta di proporre i grandi classici del fumetto americano. Le prime due uscite riguardano il Flash Gordon di Dan Barry (testi, matite e chine!), quindi inizio anni 50, quelli in cui Tex compie il definitivo salto di qualità e lo fa non solo grazie ai disegni di Galep ma soprattutto alla verve di GLB che regala storie molto ben ritmate. Cè un largo uso di didascalie, ma dialoghi non troppo prolissi e rallentati, diversamente dall'esempio portato, che riproposto porta male i suoi 70 anni: eccellenti e curati i disegni, ma testi lunghi fino all'esasperazione che spezzano troppo l'avanzamento della lettura nel suo complesso. Mi piacerebbe conoscere l'opinione di altri che possono aver letto i due volumi finora usciti dell'esempio portato.
  18. Kit c'è, manifesta interesse e viene rimproverato da Carson che conosce bene i flop sentimentali del figlioccio. Certo, è solo una fugace apparizione e quindi il tuo discorso resta valido. I quattro pard insieme hanno un senso nelle storie lunghe.
  19. Ho apprezzato l'albo nel suo complesso, quindi complimenti a chi lo ha sceneggiato, disegnato e colorato ottenendo un prodotto equilibrato e in grado di trasmettere, come non sempre avviene - anzi - una forte emozione nei confronti di quella che alla fine è la protagonista, una Pearl della quale si comprende la vita agra, per dirla alla Bianciardi. Uno splendido ritratto, se vogliamo, di un West diverso, altre volte solo accennato, qui quasi tangibile. Narrazione mai sopra le righe, pard mai sottotono per una volta che la fanno da coprotagonista. Ho gradito anche la scelta di Laura di "riempire" le pagine con molte vignette, che non hanno spezzettati la rama, ma hanno arricchito un albo che è come se avesse un terzo, calcolo approssimativo nemmeno fatto, di un terzo di pagine in più, e l'ottima colorazione. Non do voti, perché non siamo a scuola e perché gli insegnanti sono Boselli, Zuccheri e Leoni (quest'ultima alla prima "cattedra"). Che poi, qualche "licenza" Laura se la prende, vedi la prima scena dell'assalto alla diligenza. Ah, e poi c'è stata anche la Daim Press...
  20. Segnala anche che non è (quasi) sempre necessario che l'inutile fazzoletto al collo sventoli. Ma è ovviamente un dettaglio
  21. Sono pessimi i disegni ed è criticabilissimo ll finale della storia con i il pupazzone che non sta in piedi, comunque la si voglia intendere. Pulviscolo in una storia di 75 anni. Poi chiamatele scivoloni, crisi di ispirazione, deleghe sbagliate. La soluzione migliore è non parlarne più. In fondo anche Dino Zoff sbagliò la partita con l'Olanda ad Argentina '78, ma chi gliela imputa oggi? P.S. Il riferimento è all'italiano curatore di Tex, non certo agli argentini "ad mentulam canis" nello specifico.
  22. Storia vivace e originale, certamente ben disegnata, quindi un buon esordio di Burattini sulla regolare che spero venga confermato dallo sviluppo. Un po' troppo statico Tex in copertina, sì e nemmeno somigliantissimo; però nel suo complesso una bella "vetrina". In quanto al linguaggio forbito de pastori, è chiaro che si tratta di laureati esodati che per campare si sono dovuti riciclare in guardiani di greggi, lasciando gli uffici per pascoli, ma continuando a inviare curricula.
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