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TWF - Tex Willer Forum

ymalpas

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  1. Sarà, eventualmente, solo dopo aver abbondantemente superato la boa del numero 800. Non mi interesso più di anteprime da diversi anni, ma c'erano tante storie in lavorazione che non avranno fatto che aumentare da allora e portarci probabilmente verso quei numeri lì, per cui per cinque o sei anni non dovremmo preoccuparci più di tanto. Non resta che augurarci che il nuovo curatore abbia una conoscenza della serie a prova di bomba: un Giusfredi andrebbe più che bene, è un lavoro che conosce, è un autore già avviato, può contare nel dubbio sui buoni consigli del suo mentore. Incrociamo le dita, perché tutto mi lascia pensare che la direzione non voglia puntare su di lui.
  2. Grazie per le buone parole spese nei miei confronti, innanzitutto. Purtroppo capita di leggere anche commenti come questo sopra in cui ti accollano dodici anni di crisi e un bel ''finalmente'' quando scrivono che Tex cambia curatore. La rete è piena di spazzatura.
  3. Alla Bonelli ci si lasciava alle spalle il difficile inverno che era seguito alla improvvisa scomparsa dell'editore Sergio Bonelli che aveva tenuto da sempre in mano le redini della gestione del fumetto prodotto dalla sua Casa editrice, il più popolare e il più venduto in Italia. Fu lo stesso Boselli a annunciare alla fine di quel mese di marzo 2012 sul forum di Comicus la sua nomina da parte del direttore Marcheselli a curatore della testata. Tredici anni dopo, nel giugno 2025, Mauro Boselli abbandona il timone, non sappiamo esattamente ancora nelle mani di chi, ma poco importa. Questo topic è pensato per dare uno sguardo d'insieme ai fumetti prodotti durante il periodo in cui li si è occupato di Tex, districandosi come scrittore e come curatore della testata. Come ci si aspettava, ha introdotto delle grosse novità, non esitando ad andar oltre ai niet che Sergio gli aveva fatto pesare su qualche storia. Per l'appunto dobbiamo chiederci in cosa la sua gestione si sia differenziata rispetto a quella del suo editore. Il messaggio iniziale di questa discussione riassume in breve i punti forti (e i tentativi meno fortunati) del Mauro Boselli curatore. La discussione tenterà anche di capire in che senso la testata di Tex si muoverà nel prossimo futuro. LE STORIE. Anni fa avevo aperto una discussione sui ''lavori interrotti'' dell'autore, ovvero quelle storie che per un motivo o un altro aveva da tempo parlato ma non era riuscito poi a concretizzare. L'esempio più calzante è offerto dalla figlia di Satania di cui Sergio non aveva neppure voluto discutere: è il miglior personaggio partorito dalla sua mente negli ultimi anni, al centro di una bellissima trilogia. Di recuperi di vecchi antagonisti del passato, non sempre graditi a una rumorosa minoranza di lettori e forumisti, è fatta tutta la sua gestione a partire dai suoi stessi personaggi come Jack Thunder, il Maestro, ma anche Jethro o la bella Dawn, per non tirare in ballo l'extraterrestre che appariva in un suo vecchio soggetto perduto dei primissimi anni ottanta che Gian Luigi Bonelli non sceneggiò mai (scelse infatti il fiacco soggetto del figlio Giorgio per scrivere una storia poco memorabile illustrata allora da Nicolò). Uno dei tentativi più ambiziosi del curatore è stato proprio quello di mettere ordine nella serie e rimediare a certi errori del passato. Così è stato per esempio con certe storie di Nizzi che avevano poco convinto: ne sono nate una trilogia incentrata su Yama e Mefisto, molto ambiziosa e riuscita solo in parte, mentre quella della Tigre Nera dopo un primo albo troppo elaborato (o cervellotico) si è rivelata molto appassionante. Non sempre però il ripescaggio dal passato ha portato a storie all'altezza di quelle che le avevano ispirate, pensiamo ai ritorni di Lupe o di Manuela Montoya (su soggetto di Carlo Monni), dei what if che non hanno convinto del tutto. Ma la storia che più ha fatto discutere e che molti rimproverano come l'errore più grande imputabile a Mauro Boselli è la numero 755 a colori illustrata da Villa (su soggetto questa volta di Frediani), per la quale l'autore è stato accusato di voler riscrivere il passato di Tex ai danni di vecchi capolavori del passato. Lo stesso autore ha parzialmente riconosciuto il passo falso, che per il scrivente resta tuttavia solo mezzo, essendo la storia solida e con un finale tra i più belli che abbiamo letto nella serie. NUOVE COLLANE. La rivisitazione del passato di Tex è avvenuta anche tramite una serie di nuove collane promosse dalla Casa editrice (in primis i cartonati francesi e la serie Tex Willer) che hanno raccolto un successo meritatissimo soprattutto grazie all'impostazione voluta dal curatore e alle sue storie sempre sulla cresta dell'onda. Certo non dimentichiamo che nonostante il tentativo di arricchire collane in crisi di identità come i Maxi Tex con un capolavoro come Nueces Valley, avvincente racconto dell'infanzia e dell'adolescenza di Tex, e un riuscitissimo team-up con i tre fratelli Bill (proprio il recupero di vecchie star bonelliane culminato con il recentissimo ripescaggio del detective Rick Master è stato una delle scelte assolutamente vincenti del curatore in questi quasi tre ultimi tre lustri che ci hanno accompagnato), è stato portato avanti con poca convinzione (se non di mezzi tout court). Così queste collane secondarie hanno avuto anche dei demeriti, il principale dei quali è stato per chi scrive l'allontanamento dell'autore dalla serie regolare mensile, lasciata in mano a un altalenante Ruju e a un poco convincente ritorno di Claudio Nizzi sulla testata, voluto proprio da Mauro Boselli nel 2017 e concluso con una striscia di polemiche quattro anni dopo: una delle scelte più infelici di Boselli curatore, perché Nizzi ha intaccato poco e male sulla collana e ha ripagato con rancore e livore chi gli aveva concesso, insperatamente, una nuova chance. Uno dei meriti (e dei cambiamenti più evidenti rispetto al passato) è stata la possibilità di vagliare nuovi soggettisti e sceneggiatori in erba (tra cui quattro o cinque dei nostri forumisti), pura utopia solo se pensata venti anni fa. L'abbondanza delle nuove uscite ha comportato un impoverimento anche dei Texoni. Anche qui le storie migliori restano le poche scritte da Boselli, a cominciare da Il magnifico Fuorilegge a La vendetta delle ombre. Certo Boselli non è e non ha potuto essere Sergio, cioè non ha beneficiato del potere decisionale e dei cordoni della borsa che permettevano all'editore (che aveva anche più tempo a disposizione per farlo) di cercare di contattare i maestri del fumetto internazionale. Nei cartonati alla francese inaugurati dal one shot di Serpieri, da Frontera all'ultimo capolavoro La maledizione di Charro Negro, le storie migliori restano quelle di Boselli, con gli altri sceneggiatori che hanno convinto solo in parte con le loro prove. Un discorso a parte merita il giovane Giusfredi che è cresciuto all'ombra di un maestro come pochi, come era capitato allo stesso Boselli con Gianluigi alla sua stessa età, che ha già scritto una bellissima storia da dieci e lode, guarda caso proprio sul passato di Carson e un suo vecchio idillio, che Mauro Boselli mi ha assicurato essere interamente frutto del suo vice. La storia di cui parliamo è uscita lo scorso anno su un Magazine, l'erede del vecchio Almanacco del West andato in pensione. Anche qui, il curatore si è dimostrato sempre ricettivo di quelle che sono o possono essere delle buone idee: la presenza di una seconda storia breve incentrata su un personaggio ''amico'' era una cosa di cui si era parlato proprio su questo forum. Proprio le storie brevi dei color Tex si sono dimostrare invece a lungo andare un'occasione tutto sommato persa, un prodotto editoriale poco soddisfacente e difficile da scrivere mantenendo alto il livello. UNO SGUARDO AL FUTURO. Questo topic andrà aggiornato nel momento in cui saranno finite nelle edicole tutte le storie scritte da Boselli durante il periodo in cui ha avuto in gestione la testata. Per il momento possiamo aggiungere a quanto già detto che Boselli non ha esitato a far viaggiare Tex ai quattro angoli del mondo, dal polo Nord con la storia Alla ricerca delle navi perdute al Borneo con quella della Tigre Nera, non dimenticando locations come le città di New York e di Los Angeles che non si erano mai viste nella serie e che le hanno dato nuove prospettive più ariose. In questo non ha fatto che seguire l'esempio dettato dal suo editore con i texoni cubano e argentino. Boselli ha concretizzato anche tante idee che erano care proprio a Sergio, in primis con una storia come Luna insanguinata, forse uno degli esempi più alti dell'arte narrativa dell'ormai ex curatore (ricordiamo ancora, per esempio, la storia di Bad Band, anche se meno riuscita). Difficile fare previsioni su come sarà impostato il Tex dei prossimi anni, non conoscendo ancora il nome del successore. C'è da augurarsi che Boselli, ora più libero, abbia campo libero nella scelta dei soggetti senza nessuna preclusione, dei disegnatori con i quali collaborare, della lunghezza delle storie ecc, non sono elementi da poco e resta da vedere se potrà esserci il massimo della sintonia con la persona chiamata ora a sostituirlo. Per quel che mi resta ancora da dire, gli anni della sua gestione meritano almeno un nove in pagella. Non era facile riprendere in mano il timone di una nave che rischiava di affondare dopo che l'ultimo faro, Sergio, si era spento nel 2011. Boselli l'ha fatto con tatto e intelligenza, come si è letto sopra, anche con il massimo grado di apertura mentale. Questo topic, lunghissimo, è il mio ringraziamento personale per tutto quello che ha fatto in questi ultimi tredici anni alla guida di Tex. Grazie Bos!
  4. ymalpas

    [Texone N.41] Ben il bugiardo

    Un buon Texone, non un capolavoro di sceneggiatura, ma ci vedo un capo e una coda in una storia che tenta, con più o meno successo, la via dell'originalità in quel ha di rendere un visibile omaggio ai miti viventi che sono oggi Tex e Carson. Confesso che è uno degli aspetti che mi sono piaciuti di più. Scorrevole e godibile dalla prima pagina all'ultima, l'unica cosa che gli manca è in fondo solo la classicità glbonelliana, ma ci ho visto molto del Nizzi che fu, quello che ancora riusciva a farci divertire con le sue sceneggiature, così come nei disegni ho pensato più di una volta a Ticci, insomma un prodotto riconoscibile come Tex e non mi pare poco. Buone trovate, persino in quelle contestate sul ponte ballerino la cui presenza, fin dalla prima vignetta, ne suggeriva la conclusione, ma sempre un Tex (e Carson) che ti tirano le castagne roventi dal fuoco, sempre nel posto e nel momento giusto presenti. Con Ruju non sono sempre tenero, ma con storie come questa ha la mia benedizione. PS, detto per inciso, Biglia era la ragione prima delle lamentele di Claudio Nizzi che avrebbe voluto i suoi pennelli per la sua storia: se in questo Texone fosse finita la storia di cui si è dovuto fare carico Bruzzo, beh ancora una volta penso a una bella doccia torrenziale di umiltà sul capo dello sceneggiatore di Fiumalbo e sulle sue insensate pretese. Sic transit gloria mundi.
  5. ymalpas

    [774/775/776] Rick Master, Detective

    La banda di assaltatori sardi dei furgoni portavalori smantellata dopo decine di rapine perché uno di loro smarrisce sul posto il foglietto promemoria con tutti i numeri di telefono dei componenti della banda. Se la sceneggia Boselli è una vaccata di storia, peccato che sia successo il mese scorso o l'altro. Il diavolo fa la pentola e dimentica il coperchio. In un giallo che ho letto qualche mese fa l'autore dice una massima che è sempre vera: l'assassino lascia sempre una traccia del suo misfatto, spesso la più demenziale.
  6. ymalpas

    [774/775/776] Rick Master, Detective

    Se davvero Dark è la figlia di Satania, è davvero lodevole il fatto che Borden abbia tirato da questo personaggio due storie che, partendo da ingredienti simili (associazione malavitosa, per esempio), narrativamente hanno dei ''plot'' assolutamente diversi, evitando così lo scoglio della ripetitività che di solito pesa in avventure che ripropongono il ritorno di un vecchio antagonista. È sicuramente da applausi aver riproposto la figlia di Satania così come l'ha fatto, cogliendo di sorpresa i lettori, che solo alla fine della storia ne scoprono la presenza (e si interrogano ancora, a giorni dalla prima lettura, sulla sua identità). Se non è geniale riproporre una storia su un nemico noto e fare in modo che i lettori per tre quarti della storia manco si accorgano che dietro a tirare i fili c'è proprio lei, che si è pure liberata dell'ingombrante ombra materna (Borden ci fa notare che nella suite dell'attico a tradirla è il suo amore per il lusso e una civetteria tutta femminile, niente scimmiette o oranghi questa volta). Ma l'assoluta originalità di questa storia va ricercata soprattutto nel fatto che non è incentrata sul nemico e solo in parte sul ragazzino rapito. La storia verte tutta sul team con Rick Master. La sua riproposizione è la vera novità di questi tre numeri della serie regolare e siamo di fronte a un personaggio che pur essendo vecchio di 60 anni era praticamente sconosciuto alla platea dei lettori: l'abilità di Borden è stata di presentarci Rick in modo tale che non sembra un personaggio nuovo ma diresti quasi di ritrovarti davanti a un amico storico apparso in una decina di storie precedenti, uno di quelli che insomma hai sempre conosciuto e invece niente di tutto questo. E tuttavia è già diventato un classico di cui non potrai fare a meno. E a differenza di diversi personaggi nati dalla penna di Boselli, è simpatico e affascinante nella sua umanità, e introduce nelle storie di Tex il metodo deduttivo ottocentesco, un personaggio ''nuovo'' se pensiamo che i detective presentati in precedenza non erano per niente paragonabili a Rick, per esempio il Mac Parland apparso nella prima storia. Di feuilletonesco questa storia ha anche altri fili narrativi che vedo in evoluzione, per esempio il rapporto sentimentale nascente tra Claire e lo stesso Rick, che fa da pari con il matrimonio di Lavinia di cui veniamo a sapere nel primo albo. Sono personaggi in mutazione, non statici, che hanno una vita propria: tante volte ci siano chiesti se potessimo narrare qualcosa in più sugli affetti degli amici storici e sappiamo fin troppo bene che su questo fronte non si può raccontare molto, sono personaggi come ingessati. Ma con i personaggi minori, che però stanno diventando classici, come Lavinia e Claire, questo è possibile ed è una novità che potrà dividere i lettori ma che personalmente trovo degna di interesse. Chi critica la storia e la denuncia per una presunta mancanza di idee solo perché ripropone personaggi conosciuti, sembra non voler vedere quanti personaggi nuovi compaiono in realtà in queste pagine e che sembrano non essere destinati a rimanere delle mere comparse. Il cinese a capo della triade, sua figlia, il suo hatchet man (non ricordo i nomi ma li ricordo benissimo come personaggi), sembravano destinati a recitare un ruolo di primo piano e invece sono serviti tutto sommato solo a sviare brillantemente l'attenzione dei lettori dal vero antagonista: sono dei personaggi che rivedremo sicuramente in qualche altra storia slegata da questa, perché hanno già acquisito una statura tale che da soli potranno addossarsi il carico di una nuova avventura. Non vorrei dimenticare tutti gli altri fili minori che tessono questa storia, uno per tutti la rivalità tra Master e i poco brillanti poliziotti della centrale, non so se retaggio della storia bonelliana o di pura invenzione boselliana, poco importa in definitiva, ma che concorrono pienamente a fare di questa la migliore storia che abbiamo letto quest'anno. Una storia eccessivamente dialogata e ricca di salamecchi? Ma anche questo non è un segno di decadenza ma qualcosa di estrapolato dal feuilleton ottocentesco. Forse c'è della verità nel dire che i dialoghi dovrebbero essere più snelli, ma perché voler sminuire tutta l'azione, a tratti indiavolata, di cui è impregnata questa avventura? Come già nella storia newyorchese del Maestro, anche questa deve molto interesse alla documentazione storica che le fa da sfondo e che sembra passare volentieri in secondo piano. Io apprezzo questo tentativo da parte dell'autore. Il fumetto in questo casdo non è più solo uno svago, ma diventa una lettura istruttiva che punta tutte le sue carte sul realismo. Non si può disconoscerlo e pazienza se talvolta pare ridondante. Un'avventura che mi ha divertito, densa, pregna di avvenimenti e di personaggi di colore, che mostra la passione nello scriverla e non certo il suo decadimento. Originale, bella, ben squadrata, per fortuna è finita (almeno questa volta) sulla serie regolare.
  7. Comunque la figlia di Lily Dickart e Boris Leonov, onesta e pudica, alleata dei pards e facile preda per Kit Willer, ci starebbe. (PS se al Diablero non piace, tre anni di sospensione dal forum )
  8. Un ulteriore indizio che ci ricollega alla prima storia di Joan Fischer è proprio il numero dei componenti dell'associazione malavitosa: era il club dei 13. La missione principale comunque era quella di ritrovare il ragazzino rapito, missione compiuta. L'estesa ramificazione della banda è un fatto emerso nel corso delle indagini che non verranno abbandonate e saranno riprese "quando ritroveranno il bandolo di questa matassa", frase estrapolata dalle pagine finali, un modo di dire al lettore: aspetta i tempi tecnici di lavorazione della prossima storia. E' vero che i lettori di Tex non sono abituati a questo tipo di finale che resta atipico solo perché l'identità del nemico resta ancora se non sconosciuta imprecisata (anche se la tavola in cui Dark guarda dallo spioncino con i suoi occhioni blu è IMO abbastanza rivelatrice), ma di finali in cui il nemico se la svigna ingegnosamente all'ultimo momento ne abbiamo letto tanti, per esempio quello della prima storia della Tigre Nera.
  9. Sarà dura aspettare tre anni la prossima storia con questo dubbio amletico: sarà lei o non sarà lei?
  10. Tenete presente che è una donna giovane, bíonda, bella e che odia a morte i due pards. Non può essere Lily. Tutto lascia supporre che sia invece la figlia di Satania. Così avrebbe più senso anche la puntatina a Los Angeles nel primo albo. MA Difficile che una storia destinata inizialmente al Maxi possa essere il sequel di una storia apparsa sul mensile. Fin dall'inizio Borden pensava al formato Maxi Tex. Anche supponendo che Boselli abbia pensato alla figlia di Satania (che chiamerò d'ora in poi Lucifera per evitare di stare a scrivere sempre la figlia di...) solo all'ultimo momento, allora però difficilmente si spiegherebbero proprio le pagine losangeline, a meno che Benevento non abbia ridisegnato delle pagine. Sarei curioso di sapere da Borden com'è andata. Comunque è la prima volta che capita che l'ultima pagina non sveli il vero volto del nemico. Se è davvero Lucifera, stiamo assistendo alla nascita di una antagonista di spessore destinato a superare anche il personaggio che gli è servito come modello di partenza. L'abbigliamento di Dark, il fisico e il mascheramento lasciano propendere che si tratti proprio di Lucifera. Lily non avrebbe bisogno alcuno di mascherarsi. Nella terza storia in lavorazione la vedremo probabilmente in coppia con il figlio della Tigre Nera: hanno molti punti in comune 😂
  11. ymalpas

    Nolitta e Nizzi: un eterno odi et amo

    Il titolo è fuorviante. Davvero Sergio Bonelli e Claudio Nizzi hanno vissuto due fasi della propria vita caratterizzate da amore e odio. Nella prima fase Nizzi era visto come il salvatore della patria, molto ascoltato in redazione e dallo stesso Sergio che quando lo presentò alla madre per la prima volta disse più o meno: "ecco l'uomo che ci dona il pane quotidiano". Sia sempre lodato, ma anche no. Dopo il 2000 infatti la crisi dei rapporti diventa sempre più evidente, con la redazione che a un certo punto boccia ogni soggetto che Nizzi presenti (si, ne presenta diversi ovviamente, in modo che qualcuno finisce anche per essere sciaguratamente anche pubblicato), un tira e molla estenuante, poi il litigio finale con Sergio non ricordo più dovuto a che cosa, forse la lingua lunga e tagliente, il suo ritiro quando ormai Sergio l'ha già rimpiazzato con Boselli (che gli sceneggia i due texoni), D'Antonio, Ruju e Faraci. Del suo ritorno nel 2017, deve ringraziare soprattutto Boselli ( e sappiamo bene anche come l'ha fatto). Difficilmente leggeremo il suo nome nel numero di luglio nello spazio riservato al curatore al posto di Boselli. Tranquilli.
  12. ymalpas

    [Maxi Tex N. 36] Occhi nel Buio

    Alla fine l'ho letta pure io. Come storia non c'è da strapparsi i capelli, però è vero che paga anche per i disegni di Casertano, per me poco texiani. Mi sono piaciute poco certe estremizzazioni: il Tex che rifiuta di stringere la mano, il giovane che torna nell'ovile nonostante i dissapori con il padre e poi si comporta come se niente fosse, il mostro che tormenta Cardwell che più pacchiano non si può, che poi non si capisce cosa dovrebbe rappresentare se non improbabili rimorsi di coscienza in un personaggio che è descritto come uno squalo. Salvo solo il mistero, giallo ben costruito ma niente sorprese, soprattutto per chi ha letto Agata Christie. Poco texiano come Maxi, vado controcorrente dicendo che Ruju è stato decisamente più convincente in altre storie, la sua firma su uno speciale deve ormai far riflettere bene se fare la spesa, considerati ormai anche i costi del balenottero. Editoriale di Davide Bonelli ridicolo, se non patetico. Voto: cinque. Davvero non si può chiedere a un lettore di Tex, dopo ottanta anni di storie con tutti gli attributi, di accontentarsi di questa minestrina che negli ultimi vent'anni ormai è servita sempre più spesso sulla nostra tavola. Ma basta, per favore, non abbiamo tutti l'anello al naso, a poco a poco si fa facendo morire il personaggio.
  13. ymalpas

    Tex Collezione Book

    Letizia, le immagini che ho postato hanno una buona risoluzione: i dettagli appaiono chiaramente se ci clicchi sopra. Il book è chiaramente photoshoppato: male.
  14. Vai al topic specifico.
  15. ymalpas

    Tex Collezione Book

    In realtà c'entra poco la cultura in materia o meno, basta semplicemente accostare un originale al book cartonato. La rabbia è per l'occasione persa, per la superficialità, ancora una volta devo constatare quanta scarsa considerazione nei confronti dei lettori, o almeno di quella fascia di più esigenti. . Sono immagini abbastanza grandi per notare i particolari. Al di là dei colori che di vintage hanno poco, guardate i lacci del sombrero del messicano all'altezza del braccio. Una photoshoppatura fatta male, ci traffico da trent'anni con il programma per farmi sfuggire questi dettagli. Non ho guardato alle tavole interne, ma Tesah è con la gonna 1986 della Tutto Tex: hanno rifatto la Tutto Tex con il cartoncino! Dovrei passare in rassegna i dettagli dei neri, per esempio dei pantaloni di Tex, per vedere se le immagini sono veramente fedeli come resa. Lasciamo perdere poi ''uomini'' al posto di ''scagnozzi'', pugno nell'occhio in 4 di copertina. Se avessero provato veramente a fare un'edizione filologica, ma riproproporre sempre le stesse cose!
  16. ymalpas

    Tex Collezione Book

    Come ho scritto nell'altro topic, la copertina è solo in apparenza fedele all'originale del 58. Mi sono andato a guardare la ristampa di 350 lire e quella si che è fedele. Questo cartonato è un lavoro pacchiano. Se servono le foto posso pure postarle, ma non ne ho voglia.
  17. Stiamo parlando di 12 anni fa, non ho più le foto. Resta il fatto che il lavoro fatto dalla Mercury è pessimo. Faccio notare che la ristampa SBE della nuovissima cartonata non è molto meglio, mi è bastato dare uno sguardo a un solo particolare della copertina per capire che non è una cosa professionale. Quasi quasi farei un salto a Milano per spiegare loro come si fanno, bene, le cose.
  18. ymalpas

    [774/775/776] Rick Master, Detective

    Nel primo albo non c'è traccia del nemico. Credo che sia una delle rare volte in cui ciò accade. A meno che non mi sbagli. L'animaccia nera è un bianco o un cinese? Il titolo del secondo albo dovrebbe darci ragguagli maggiori sull'identità dei rapitori: se Boselli non si smentisce l'aver tirato in ballo i cinesi (e Rick Master) e un passaggio più o meno infruttuoso a Los Angeles sono due elementi che potranno servirci a chiarire il "giallo" prima della lettura del terzo albo.
  19. ymalpas

    [774/775/776] Rick Master, Detective

    Per far notare solo un dettaglio che la dice lunga su chi scrive le storie e non si accontenta del brodino riscaldato, la scenetta iniziale con la biondina che manifesta tutta la sua diffidenza nei confronti di Shimizu, spacciandolo per un cinese, che rispecchia la realtà dei fatti di inizio novecento con la paura del ''giallo'', ben testimoniata anche a livello fumettistico. Tocchi di classe.
  20. ymalpas

    [774/775/776] Rick Master, Detective

    Grandissimo primo albo e devo dire che è una fortuna che la storia (come questa si preannuncia) abbia evitato di finire tra gli irti scogli dei Maxi e magari finire letta non proprio da tutti (infatti ho comprato anche il maxi Tex e non so quando troverò la voglia di sfogliarlo). Boselli è una garanzia di qualità e in queste pagine mi ha persino strappato più di un sorriso, anche meno verboso di certe ultime storie e concreto nel delineare una trama che troverà il suo pieno sviluppo nel secondo albo. Non conosco il Rick Master bonelliano, ma questo che figura in queste pagine è simpaticissimo (compreso il suo domestico giapponese). Non vedo l'ora di leggere il secondo albo per vederlo finalmente al fianco dei due pards. La storia è appassionante e rivedere in azione thong e hatchet men per le strade di Chinatown mi ha riportato ai classici anni settanta incentrati sulle triadi cinesi, che mostrano qui un volto umano sconosciuto e se come penso Tex si troverà in questa storia a dover aiutarne addirittura il capo, sarà una situazione inedita e gustosa tutta da leggere. Disegni di Benevento che sono una benedizione per questa storia, accurati e dettagliati, meriterebbero il grande formato. Se gli albi di Tex fossero tutti come questo venderebbe ancora 700000 copie al mese.
  21. ymalpas

    Nuovi Aumenti albi Bonelli 2025

    Gli aumenti ci stanno. Li abbiamo sempre avuti e il costo di un albo resta, tutto sommato, alla portata di tutte le tasche, sia che si parli di 4,90 sia che si parli di 5,90. Tuttavia ne parlavamo già mesi fa pronosticando il mese in cui si sarebbe avuto il rincaro. Quindi, non c'è nessuna sorpresa. Sappiamo da tempo ormai che gli aumenti sono dettati da una politica editoriale piuttosto che dalle reali contingenze. Per esempio i costi della carta, che il buon Sergio tirava in ballo ogni volta e se non ci credevi, ti veniva la voglia di crederci lo stesso, perché ci stava. Perché era un editore che ti dava l'idea che fosse ben lontano dal concetto di spremere le tasche ai lettori dei suoi albi. Per quanto ne sappiamo, e ne sappiamo ben poco, è sempre possibile che alla base di questi rincari programmati a distanza di due anni (sono due?), ci siano inesorabilmente conti da far quadrare a fine mese, dall'inflazione al cronico calo dei lettori o a chissà cos'altro. In ogni caso, è qui che voglio arrivare, c'è un errore nella comunicazione. Leggendo i messaggi di questa discussione, sono in tanti a sentire sulla propria pelle, fortemente, la sensazione di essere vacche da mungere o polli da spennare. Una sensazione che in passato non ho mai provato. E non c'è niente di peggio per un editore in difficoltà che affidarsi a strategie commerciali come il classico contentino sotto forma di gadget, di solito penoso, che psicologicamente dovrebbe attutire l'impatto del costo maggiorato al momento dell'acquisto, nel mese in cui si verifica. Dal mese successivo il rospo è stato già ingoiato. Questi sono messaggi assolutamente da non veicolare nella comunicazione tra l'editore e la sua utenza. Il secondo errore sta nel ritenere ineluttabile il crollo delle vendite e il mancato ricambio generazionale. Si rifugiano in un progressivo e più o meno rassicurante (per loro) aumento dei prezzi che ti permette ancora di far quadrare i numeri senza cercare soluzioni radicali alternative. Ecco dunque fioccare le collane, le ristampe, con gli autori costretti a produrre tavole e tavole di sceneggiatura con la conseguenza inevitabile del calo della qualità del prodotto che alterna così rare belle storie al piattume generale. Il lettore non è che si fa passare tutto per buono, se ne accorge se una storia che una volta sarebbe finita cassata nel cassetto di via Buonarroti oggi ti occupa invece due mesi della serie regolare. E non è vero che con cinque euro non si trova niente di meglio, anche in edicola, dove per lo stesso prezzo di prendi un romanzo o un saggio. Se in edicola compro, per abitudine, prodotti che so già che non leggerò, e mi sta capitando sempre più spesso ormai, il segnale d'allarme c'è o ci dovrebbe essere, tu editore stai mandando in edicola prodotti che non interessano, il danno nella fiducia che il lettore mese dopo mese ti concede è incalcolabile. Io posso ancora permettermi una spesa che ogni mese gravita comunque intorno ai trenta euro circa, che non è poco, sia chiaro, e penso tra me e me a chi me lo fa fare per albi che alla fine so già che neanche leggerò. È una follia bella e buona. Sapendo poi che ci saranno dei rincari, tipo il maxi a 11 euro! ...insomma andiamo di bene in meglio, ma per quanto ancora?
  22. ymalpas

    Nuovi Aumenti albi Bonelli 2025

    Per me che mi prendo all'inizio del mese con dieci euro (banconota) il Tex e lo Zagor, dover tirare fuori la moneta da un euro (o due) fa molta differenza. Psicologicamente, non monetariamente. E pagare per il Tex Wiler il prezzo che pagavo fino a ieri per il gigante anche. L'aumento dei prezzi, poi, che a questo punto diventa prevedibile come il tempo a Londra d'inverno pure non giova: mi sento un bove al mattatoio. Vediamo a quanto ammonta il rincaro, ma resta una politica editoriale assolutamente discutibile. Poi gli alti e bassi sulla serie regolare (l'ultimo albo neppure letto...) Infine, le edicole chiudono perché i prodotti in vendita non si vendono come si vendevano prima. Inutile prendersela con la gente che non legge più o con gli smartphone, la verità è che se proponi un prodotto di valore la gente te lo acquista. E TE LO LEGGE! Negli anni settanta Tex vendeva 700000 copie senza uscite collaterali e storie con tutti gli attributi, Zagor Idem, Mister No idem. Oggi quella qualità ce la scordiamo e siamo costretti a pagare di più un prodotto che vale meno e che per questo vende dieci volte di meno. E le edicole chiudono, certo che chiudono, per tutta questa roba che resta invenduta perché è scadente. Ma è un problema non solo della Bonelli ma della carta stampata in generale. Prendiamo i quotidiani nazionali o locali che veramente ci vuole fegato a leggerli, per non dire che a me verrebbe la voglia di andare a picchiarli tutti quanti... Altro che regalare loro uno o due euro al giorno come mi capitava solo trent'anni fa. E le edicole chiudono. E si dà la colpa alle edicole. Ma è come nascondersi dietro un dito che però non nasconde la pochezza di quello che mandi in stampa con rincari la cui ragione di essere è quella di coprire i buchi nei bilanci annuali in cronica perdita. È brutale come analisi ma cercare capri espiatori non aiuterà a salvare il salvabile. Così come l'ennesima ristampa cartonata che avrei comprato e seguito numero dopo numero se in prima pagina avessi letto scagnozzi invece che uomini. Non è una questione di spendere una manciata di euro in più o in meno, è proprio quello che mandi in edicola, CHE NON INTERESSA. Ma quanto ci vuole a capirlo? Io ho perso la speranza.
  23. Lette le due storie circa una settimana fa, della prima incredibilmente non ricordo più nemmeno la trama, della seconda di Boselli invece ricordo tutto, con la simpatica carrellata di nemici, in particolare la signoria Piggott, i tipacci della palestra che è sempre piacevole rivedere, e le disavventure di Devlin che riesce comunque a uscire a testa alta. Tutti i personaggi andrebbero riproposti in una nuova avventura di cui questo breve episodio andrebbe a costituire l'antecedente, con Tex e i pards, ovviamente. Spero che Boselli ci pensi!
  24. Siamo di fronte alla solita storia che non aggiungerà niente al mito di Tex: da destinare a qualche speciale più che da inserire nella serie regolare. Poco altro da aggiungere, IMO.
  25. ymalpas

    Addio a Gianfranco Manfredi

    Per rispondere a Diablero, non ho tutti i dati sulle storie di Manfredi, però: Texone di Freghieri è del dicembre 2019 Color Tex di Cossu è del dicembre 2019 La regina dei vampiri è del novembre 2016 Il cartonato di De Vita risale ai primi mesi (inverno) del 2015 La banda dei serpenti è del febbraio 2014 Deserto Mojave è un soggetto del novembre 2014 La breve di Biglia del Color Tex è del settembre 2012 Oro nero è dell'agosto 2011 Sei divise nella polvere è del gennaio 2009 La grande sete è dell'autunno 2006 Il texone di Gómez è dell'autunno 2006 Non ho altri dati 😒 Deserto Mojhave era per la serie mensile!
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