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TWF - Tex Willer Forum

ymalpas

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Everything posted by ymalpas

  1. Molto affascinante il racconto della genesi delle copertine della seconda serie gigante. In generale possiamo dire che le modifiche raggiungono gli obiettivi che l'editore si era prefissato, anche se talvolta, l'eliminazione di alcuni personaggi, vedi il caso di Lotta per la vita ( n° 43 ) contribuisce a rendere la copertina assai meno fascinosa. Le copertine originali de Il ponte tragico ( n° 40 ) e Rinnegato ( n° 41 ) erano comunque decisamente migliori. Interessante il discorso sulla centralit? di Tex. Ne L'agguato ( n° 25 ) si nota ad esempio l'assenza della pistola dalle mani del bandito, che contribuiva a dare alla copertina dell'albo d'oro un forte impatto visivo, ma giustamente distoglieva anche l'attenzione del lettore da Tex, solo in secondo piano. Tutto risolto nella copertina finale, ma la posa del bandito risulta comunque alquanto surreale. Un capitolo a parte merita la scomparsa delle donne. Ho già parlato altrove dell'uso consumistico della donna attuato nei primi anni cinquanta dalla coppia Bonelli-Galep, in linea con i tempi. Quando la censura incomincia a minacciare l'esistenza stessa dei fumetti, ricordiamo che negli Stati uniti in quegli anni si bruciavano pubblicamente cataste di fumetti, gli editori devono correre al riparo e se la presenza femminile si riduce notevolmente nelle storie a striscia, finisce con lo scomparire del tutto nelle copertine. Se in quelle della prima serie gigante è possibile trovarne ancora qualche esempio, Lily Dickart in Mefisto La spia ( n° 2 ) oppure Lilyth ne La traccia di sangue ( n° 3 ), le copertine della seconda serie gigante vedono pienamente compiuto il trapasso della femminilit? in Tex. Altre copertine della prima serie gigante ricollegabili alla seconda: Ottimo lavoro Aliprando.
  2. Dal vecchio forum, un mio intervento di un'anno fa che ho leggermente modificato: Figlio di Tex e Lilyth, il suo esordio si situa ne Il tranello ( Tex Gigante # 10 ) dove ancora bambino appare nelle primissime pagine centrando con una freccia il cappello dello ?zio? Kit Carson. Gianluigi Bonelli lo fa crescere in fretta, ormai adolescente ne Il figlio di Tex ( Tex Gigante # 12 ), numero che vede debuttare Carson con i cappelli e il pizzo bianco, Tex gli insegna sparare: a me preme di farne un uomo pronto a fronteggiare ogni evenienza. Queste terre non sono ancora civilizzate e un uomo può sperare di far rispettare i suoi diritti solo se sa tenere in pugno un paio di colt, Kit Willer si mostra subito un enfant prodige e i nemici finiscono ben presto per definirlo velenoso come il padre. Tex dopotutto si rivela ancora una volta un buon profeta se dopo solo 21 pagine il figlio viene coinvolto nella sua prima sparatoria. Buon sangue non mente. Tiger Jack nel frattempo gli insegna a tirare con l'arco, a cavalcare alla maniera indiana, a seguire le tracce, in breve gli insegna tutti i trucchi che fanno di un indiano un buon guerriero. Ideando questo personaggio, sulla scia di numerose altre pubblicazioni che in quel periodo degli eroi-bambini avevano fatto una vera moda ( si pensi al notevole successo di un fumetto come Il piccolo Ranger ) G. L. Bonelli si preparava a dar vita a una nuova serie incentrata proprio su Kit. Un "mezzosangue" ben caratterizzato nella sua personalit?. Bonelli ce lo mostra: 1 ) abile e forte, 2 ) coraggioso e generoso, 3 ) pieno di grinta e intelligente come suo padre, 4 ) scavezzacollo e intraprendente, se vogliamo forse anche più spericolato di Tex. Ma dopo un promettente inizio che lo vede ben deciso a seguire le orme paterne, finisce per soffrire troppo della presenza di Tex, nel quale tende sempre di più ad identificarsi, salvo poi perdere molto della sua caratterizzazione iniziale, fino a trasformarsi da bimbo prodigio in un baby - pensionato, costretto a vivere nella riserva, lontano dalle situazione rischiose. Sono lontanissimi insomma i tempi in cui il padre poteva dirgli: tieni il cannone e non esitare a farlo cantare, se necessario e lui rispondergli: niente male come concerto, ma aspettate di sentire la mia grancassa! In molte avventure diventa addirittura un personaggio da romanzo rosa, così nelle due più importanti storie che gli sono dedicate: I due rivali ( Tex Gigante # 214 ) e L'uomo senza passato ( Tex Gigante # 423 ), ma anche nelle due ambientate nel Montana di Boselli, accanto a Donna Parker, Il passato di Carson ( Tex Gigante # 408 ) e I sette assassini ( Tex Gigante # 463 ). Altre storie lo vedono invece vittima di rapimenti, ricordiamo San Francisco ( Tex Gigante # 154 ) oppure Il segreto del Morisco ( Tex Gigante # 388 ), storie queste però tutte incentrate più che altro sul padre, che lotta disperatamente col tempo per restituirlo alla libertà. Quando gli va meno bene, come in Giungla crudele ( Tex Gigante # 250 ) lo vediamo affiancato da amici navajos che vengono regolarmente uccisi dopo qualche pagina, tanto da far pensare che come personaggio porti un po' di iella. Il tema dell'amicizia così come quello delle relazioni sentimentali sembra essere assai tormentato: ne I lupi del Colorado ( Tex Gigante # 428 ) Kit diventa l'amico di un fuorilegge, che guarda caso nell'albo successivo verr? provvidenzialmente eliminato. Un altro autore, Boselli, si è comunque adoperato a sfatare questo tab? nella storia I sette assassini ( Tex Gigante # 463 ) ma anche a riconferemarlo nella sua pienezza in Morte nella Nebbia ( Tex Gigante # 556 ), albo che vede la morte di Bronco Lane. Un ultimo accenno alla controversa gestione del personaggio, in parte dovuta proprio al cambio degli autori. Se nell'ultima storia che ho citato ( ma anche in tante altre ) si dimostra un buon pard, dotato di molte delle qualità che ho elencato sopra, che dire della figura penosa che gli fa fare Nizzi nella storia L' inafferabile Proteus ( Tex Gigante # 317 ), dove sembra solo l'ombra di se stesso ? Nizzi lo vedrebbe benissimo sotto sei piedi di terra, Boselli ne tenta un difficile e coraggioso recupero, che lascia intatti comunque i numerosi dubbi sulla sua potenziale gestione.
  3. Intervengo da lettore in questa discussione sulle scelte editoriali e in particolare su "Tex e il fumo". In realtà, numeri alla mano, Tex fumava e continua a fumare, molto o poco a seconda delle situazioni e soprattutto dei disegnatori. Ricorderete tutti la denuncia del Codacons in seguito alla copertina del numero 458 "Mescaleros", dove si vedeva il protagonista accendersi tranquillamente una sigaretta. Che conseguenze tutto ciò ha avuto nella serie ?Innanzitutto una: Tex nelle copertine non fuma più ( abbiamo addirittura un esempio di copertina censurata, quella de "I cavalieri del Wyoming" dove non si può non notare l'assenza della sigaretta tra le dita del ranger ). Per quanto riguarda invece le pagine interne, visti gli ultimi 100 numeri, direi che poco è cambiato. Più che altro sono cambiati gli artisti. Con la vecchia generazione, Fusco in primis, ma anche Ticci, Letteri, Marcello, Civitelli, Monti, Villa e Venturi il connubbio Tex - fumo rimane inalterato. Lo stesso con altri disegnatori, quali Capitanio, Repetto o Brindisi, che non rinunciano alla sigaretta. Altri, Ortiz o Font, hanno scelto una via di mezzo. Si ricercherebbe invano invece una sigaretta tra le mani di Tex con De la Fuente o i fratelli Cestaro. Tutto sommato, quindi, perchè drammatizzare ?
  4. Letto nel 1988 quando uscì nelle edicole per la prima volta, l'ho recuperato di recente ma devo ancora trovare il tempo di (ri)leggerlo. Va da se che non ricordo molto della storia, anzi mettiamo pure niente, sulla rete i commenti sono stati più che positivi. Parlo solo dei disegni di Buzzelli. Inizialmente, come sanno anche i sassi, la storia doveva essere pubblicata nella serie regolare, poi se ne è fatto un texone gigante per i 40 anni di Tex. Dico questo perchè a vedere le vignette nel formato tradizionale, sembrano davvero uno spettacolo, ma perdono tantissimo in termini di definizione e dettagli una volta ingrandite per l'albo speciale. Con tutto quello che ne consegue.
  5. Ricollegandomi anche alla domanda precedente, mi chiedo se non è una vera e propria "cattiveria" nei confronti del lettore riprendere immagini o situazioni tratte dall'albo. Esempio. La copertina della prossima uscita, "Moctezuma", ricorda il Tex di " La cella della morte". Con la differenza sostanziale che sul prossimo albo una bella fetta della trama è rivelata in anticipo, mentre nella vecchia storia di GL Bonelli e Nicol' i lettori erano già da mesi a conoscenza della prigionia di Tex. Ora sembra che eventi come quello di "Morte nella nebbia" si siano avuti solo a causa di un emergenza. Se non sbaglio se ne è anche già parlato, ma tu Claudio non puoi fare proprio nulla per rimediare a questa situazione, sicuramente dettata da una politica della casa editrice, che personalmente trovo assurda e incomprensibile ?
  6. Anche su UBC l'hanno definita così. Tout court.
  7. Già una psicologia dannatamente complicata. Io sono propenso a credere che Lisa non avesse molta scelta, anche perchè quando morente dice a Mitch che l'ha salvato perchè almeno questo, al padre, glielo doveva... Sono le parole di una vittima e non di una vedova nera. Credo che il nome di vedova se lo sia scelto lei e proprio in umile ricordo della sua prima vittima, mai dimenticata.
  8. Comunque, piccolo particolare tutt'altro che ininfluente, Boydon afferma di aver fatto "sorvegliare" Lisa durante quella che è stata la sua prima missione.
  9. Ecco bravo, rileggi il texone. Magari Boydon è semplicemente un sadico... ma a questo può darci una risposta solo Borden, sempre che lo voglia... e sempre che lui stesso lo sappia!
  10. Lascio la parola a Boselli, se mai leggesse questa discussione... Avrà modo e tempo di risponderti. Rer me lo sottovaluti e non poco!
  11. Non se l'? scelto lei, dici ?Oppure se preferisci, ammettendo che il nome non se lo sia scelto lei, per quale altro motivo secondo te Boydon dovrebbe chiamarla vedova è Ti faccio notare che nella storia si insinua che lei sia l'amante del "capo". Insomma, quando ti dico che a Boselli piace scrivere...
  12. Non parlo in tedesco, magari potessi!Lisa è in effetti "la vedova di Anderson". Non è una vedova nera, almeno nel senso classico del termine. Rileggi la storia, guarda i suoi occhi quando, aperto il medaglione, scopre chi è Mitch, il bambino che aveva salvato dalla ferocia dei "regulators". E' una donna ambigua, con una forte personalit?, che non può sfuggire al suo destino. Quando dice: "Se io fossi stata davvero la piccola Lisa, chissà Mitch, forse..."Insomma, "vedova nera", per lei mi sembra un insulto!
  13. NEIN, DUE, NON VIENE DA VEDOVA NERA! Pensaci, l'hai sparata grossa!!!
  14. Finito di leggere ieri questo texone. Davvero niente male come storia. E davvero niente male anche "La Vedova", fisicamente, it's obvious, ma anche per come è delineata psicologicamente. A Boselli piace giocare con i sentimenti, e in queste pagine lo fa in maniera raffinata e encomiabile. A Boselli piace anche giocare con i lettori. Cosè per esempio ci dice perchè Boydon è l'anagramma di nobody, cioè nessuno in inglese, ma tralascia di specificare perchè la "vedova" si chiama così e si copre il viso con un velo, lasciandoci la possibilità di riflettere a fondo sul personaggio, altrimenti subito dimenticato. Quando lo scrivere non è un mestiere ma una passione...
  15. Kit Willer non è Tex Willer! e' un non senso pretenderne la perfezione --> è bravo, caspita, ma deve ancora crescere!
  16. Non dimentichiamoci una cosa dello stile di Boselli: la sua tendenza a creare figure a metà strada tra il bianco e il nero. Sapete cosa vi dico, la cosa che mi emoziona di più in questa storia è proprio questa, cercare di anticipare le mosse di Boselli e il personaggio che più mi d' da pensare è quel bastardo di Langdon: era da un secolo che non se ne vedeva uno così infernale --> spero solo che non muoia in maniera banale. Quanto a Bronco Lane l'inizio è stato un p? sottotono, è pur vero che Boselli non lascia nulla al caso e state tranquilli che se ci ha parlato di rapina, prima o poi spunter? anche il nome di chi l'ha commessa, e sinceramente nello scacchiere non vedo altri personaggi!Ve lo immaginate Kit Willer col cappio al collo che scopre la colpevolezza dell'amico? Un'abile manipolazione di sentimenti e stati d'animo, ecco è proprio questo che secondo me dobbiamo aspettarci! Per rispondere a Due, Kit Willer è ancora un cucciolo, non è la prima volta che sbaglia, e Tex, stai tranquillo, interverr? quando sarà venuto il momento giusto, per rimettere tutte le cose al loro posto. Questo è il suo ruolo !!!
  17. De nada amigo!Mi faccio sempre un piacere di segnalarvi saggi o pubblicazioni valide e questo libro, pensa un p?, è entrato pure in qualche programma universitario... Potete acquistarlo online qui:www.bol. it --> costo dell'operazione circa 13 euro ( spese di spedizione comprese ).
  18. Me la ricordo particolarmente noiosa anche io.
  19. Storia e storie di Tex di Ermanno Detti e Daniela Parolai Edizioni Anicia, 1994 138 pagine Prezzo: 10,33 ? Per la prima volta un libro di Tex basato sull'analisi rigorosa dei contenuti di quasi cinquant'anni di storie comparse nel fumetto più popolare in italia e in altre parti del mondo. Emergono da quest'analisi evoluzioni di umori e di modi di pensare, questioni sorprendenti e impensate che spazzano via le banalit? più volte ripetute su questo personaggio. La politica, la religione, la filosofia, il militarismo e l'antimilitarismo, i contesti storici e geografici, la misoginia, un linguaggio singolare e tutto un mondo di riferimenti alla realtà di quasi cinquant'anni di storia fatta di aspirazioni popolari sono effettivamente presenti in Tex. Ma come sono cambiati nel tempo tali elementi? Su quali presupposti ideali si basano? Perchè non è corretto chiedersi se Tex è di destra o di sinistra? Quali sono le "regole" a cui deve sottostare un medium destinato al consumo di massa ? Gli autori rispondono a queste domande attraverso una documentazione ricca e precisa, utile per chiunque voglia scoprire il segreto del successo di questo albo. Sgombrato il campo dai luoghi comuni, si potr? quindi riaprire il dibattito su Tex partendo da nuove basi.
  20. La storia complessivamente non è poi così male, vedi anche la presenza di qualche spunto interessante. Il paragone con la prima storia della Tigre Nera è impietoso e la scena degli zombie nel terzo albo è abominevole. Vero che esiste il precedente glbonelliano ne I quattro amuleti, ma quanta differenza!
  21. Si tratta di una storia di 32 pagine, di Nizzi e Ticci, apparsa sulla rivista Ken Parker Magazine nel 1995 ( ne vedi sopra la copertina ). Poster? a poco a poco tutte le pagine, anche se la qualità delle immagini non è eccelsa ( sorry ). Consiglio a tutti di procurarvelo, come dice Due, è una bella storiella, tutta azione, del Nizzi che fu ( cioè del grande Nizzi prima maniera )... L'albo contiene anche un interessante saggio sul Carson di Albertarelli, se non erro, di E. Dotti, autore di un piccolo libro su Tex ( intitolato Storia e storie di Tex ) che non dovrebbe mancare nella vostra biblioteca. Appena posso ne parlo nella discussione dedicata ai libri di Tex.
  22. Infatti... caro P, dicevo così per dire. Dici bene, gioco al massacro... quello di UBC. Consolati, questo forum è uno dei pochi lidi dove un utente può ancora dire che una storia piace perchè piace, senza troppo guardare a chi l'ha scritta!
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