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Dix Leroy

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Dix Leroy

  1. Tutto bene, comprendo il tuo punto di vista e voglio ribadire che la mia non è critica tanto per fare o per essere sempre controcorrente. Non ho ancora dato un giudizio completamente negativo a questa storia, oggi ho solo reso palese un dubbio che probabilmente è campato in aria, al solo scopo di sviare l'attenzione sulla mia famosa e personale avversione alle scene di sesso (che non è sentimento) sui fumetti che colleziono. Non faccio finta di non sapere che Sergio approvò molto di peggio su altre testate che ovviamente non seguo. Per esempio questa primavera ho avuto la possibilità di leggere i numeri uno delle più famose testate attuali con l'iniziativa "Un Bonelli al giorno" e non sono riuscito a farmene piacere neanche uno (Dampyr compreso, mi spiace dirlo). Il fatto che io abbia comprato tutti i 20 albi di Tex Willer e li abbia letti deve essere una fonte di soddisfazione e non di aspro confronto. Io continuerò, ma per i motivi di spazio credo che non arriverò al 50. Magari in futuro prova a scrivere qualcosa che mi possa entusiasmare di più. Con il Texone "Il Magnifico fuorilegge" mi sono divertito, così come con i primissimi numeri.
  2. Non era quella la mia intenzione. Sono d'accordissimo che chi non c'è e non può dire la sua non dovrebbe essere tirato in ballo. Molte volte stavo per scrivere "Questo GLB non l'avrebbe mai scritto" o "Sergio questo non lo avrebbe mai approvato", ma sono frasi che possono venire in testa, ma è corretto ravvedersi in tempo e cancellare prima del tasto "invio". Il fatto che ci hai lavorato assieme non significa che hai assorbito la loro mentalità. I miei maestri mi hanno insegnato il lavoro e qualche trucco, poi ho imparato a sbagliare da solo.
  3. Dix Leroy

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Moltissimi mi dicono così! Poi quando vengono a sapere a quanto ammontano i miei risparmi passa loro davanti agli occhi gli spropositi che sono stati costretti a spendere per tenersi a casa una femmina (o a disfarsene col divorzio). Ed è l'unica mia soddisfazione. Per l'albone quasi quasi faccio una nuova capatina in edicola domani mattina, ma guardando nello scaffale alla ricerca di Tex Willer 20 io non l'ho visto.
  4. E sono d'accordo pur avendo passato il peraltro bellissimo sabato pomeriggio a passeggio sul lago (invece di leggere Tex).
  5. Dix Leroy

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Coraggio, anche le mie ultime buste paga sono state più che altro simboliche, giusto per le bollette e i viveri. Per mia fortuna nessuna delle (poche) ragazze che ho conosciuto mi hanno filato, così almeno ho potuto mettere qualcosa da parte!
  6. Pensavo di essere stato chiaro: siccome Boselli fraintendeva il fatto che a me la storia non piacesse esclusivamente per certe scene ho scritto le mie perplessità narrative PRIMA di aver controllato se nelle altre storie in flashback era presente lo stesso problema. "Tra due bandiere" o lo stesso "Il Giuramento" le ho lette decenni fa, quando sicuramente ero meno smaliziato o meno intransigente. Non sono assolutamente d'accordo con il fatto che Bonelli padre avrebbe approvato situazioni simili. E neppure il figlio.
  7. Dix Leroy

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Bah: se l'albo è stato annunciato per oggi chi l'ha letto (beati voi che avete così tanto tempo libero) può commentarlo. Io lo prenderò sabato prossimo, se ce ne saranno ancora in vendita.
  8. Non mi va di discutere con te Mr. Boselli. Tu hai le redini e io compro l'albo. Abbiamo funzioni diverse. Ero d'accordo sulla linea di principio di questa testata, eppure ci vedo un sacco di stonature. Ma tutte le prove vanno in direzione che a me piace Tex, ma probabilmente per i motivi sbagliati. Se questa storia (pur con le cose che non mi piaceranno mai) non fosse stata un flashback, me le potevo anche far piacere. Ma è un racconto intorno al fuoco! Dopo una giornata qualunque e suppongo dopo una lauta cena. Tex non me la può smenare per ore buttandoci dentro di tutto (e bullandosi pure delle sue avventure amorose), soprattutto (un'altra cosa che mi infastidisce) raccontando scene in cui lui non c'era ma con tanta dovizia di particolari. Non volevo anticipare questa critica, perché appunto voglio controllare se i TUOI maestri facevano questo stesso errore. Se io fossi attorno al fuoco continuerei a punzecchiare Tex dicendo di farla corta e venire al dunque e che cosa fa sotto le lenzuola sono cose che a noi non interessano per niente.
  9. Un conto è creare l'atmosfera e inserire l'eroe in un contesto che non conosce, un conto è imbastire un interminabile "feuilleton" pieno di inutili divagazioni per non arrivare mai al dunque (e credo sempre più fermamente sia questa l'intenzione di Boselli). L'ultima frase è per me un colpo al cuore e una cosa che spesso pure io mi metto a scrivere e poi per fortuna rinsavisco e cancello: è meglio non sapere quello che Bonelli avrebbe pensato di questa storia. Una cosa è certa, prima rileggerò le avventure di D'Antonio sui seminoles di cui è stato una grandissima idea il consiglio nella presentazione. Poi rileggerò tutte le storie di Bonelli in cui Tex raccontava del suo passato ai pards e poi proverò a rileggere questa avventura. Spero tanto di trovare dentro quelle vecchie storie tutti i particolari che non riesco a digerire di questi ultimi albi per ravvedermi e rientrare nel coro dei soddisfatti. Di sicuro non ho mai letto volentieri storie in cui OGNI esemplare femminile incontrata dall'eroe sia affascinante, buona e disponibile. Letteralmente vado fuori dai gangheri, chiudo l'albo e mi metto a fare qualcos'altro.
  10. E finalmente i seminoles. Sono stanco di saltare pagine su pagine. Fossi io Cochise avrei piantato tutti e sarei andato a dormire da ore...
  11. Dix Leroy

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Mi viene una rabbia terribile a vedere questi filmati, non avete idea di quanta rabbia mi faccia. Voglio una storia completa (questa o un'altra realizzata appositamente), con i dialoghi e colonna sonora. Comprerei il dvd o sarei disposto ad abbonarmi a quelle insulse piattaforme streaming che oggi proliferano per guardare i fumetti così. Andrei anche al cinema a vedere cose così. E sono sicuro che li guarderebbero anche quei ragazzi che schifano i fumetti. Mi viene talmente rabbia che non guarderò più questi dannati trailer. (bravissimo Alex Dante, anche per la musica)
  12. Dix Leroy

    [716/719] Netdahe!

    Dai... il gioco di parole non era poi male, ma è dura mettere in un discorso serio queste cose, specialmente nei testi scritti. Conoscevo un tale che al telefono cercava sempre di infilare "cinque-stanze" al posto di "circostanze", peccato che ormai lo faceva da quarant'anni e dall'altra parte della cornetta non ne potevano più.
  13. Questa discussione fa proprio il paio con quella di qualche giorno fa. Molte delle storie di Tex che non iniziano al principio del volume poi non sono conosciute col titolo scritto nella prima tavola, perché volontariamente lo scrittore non voleva svelare subito dove si andava a parare. Una volta i volumi venivano divisi in capitoli, come retaggio dei primi albi a striscia, e questi titoli non vengono conteggiati nell'elenco dei "non più riutilizzabili", perché altrimenti i doppioni sarebbero davvero molti di più. Il fatto che non ci siano più i capitoletti e che raramente una storia inizia in mezzo a un volume crea senz'altro meno confusione, meno ripetizioni e in teoria annulla il fatto che la storia venga poi proposta in volume con un nome diverso da quello originale.
  14. Non ci sono errori nella saga di Tex: il suo è un West di fantasia, dove a tratti si inseriscono fatti più o meno storici e mai del tutto aderenti alla realtà. Il solo fatto che abbia vissuto una quantità enorme di avventure ambientate in un limitato lasso di tempo (dai vent'anni alle soglie della cinquantina) rende plausibile il fatto che molte si svolgano in parallelo. Il caso delle due guerre di secessione è solo un esempio vistoso, ma non di certo l'unico.
  15. Dix Leroy

    [511/512] Ritorno A Culver City

    E' solo da Yellow Kid che i personaggi dei fumetti vestono sempre allo stesso modo e con la marea di disegnatori che si sono avvicendati senza mai dare una fisionomia definitiva l'abito è l'unica cosa che abbiamo a disposizione per capire chi stiamo guardando! Abbiamo avuto una grande occasione per vedere Tex in camicia rossa proprio nel numero 700: io non ci avrei mai sperato, nei restanti numeri a cambiare sarebbe solo il colore in copertina! Come si fa a capire che il personaggio in primo piano è Kit Willer o un qualunque John Smith?
  16. Dix Leroy

    [134] Gli Sterminatori

    L'ho riletta proprio in occasione della pubblicazione su cartonato e vista come una normale storia di Tex (e quello era visto che venne pubblicata nel mensile) potrebbe apparire come dici tu. Eppure mi è servita per far conoscere questa serie a chi non si sarebbe avvicinato per nessun motivo al mondo al personaggio proprio per la eccessiva lunghezza delle avventure. "Questi fumetti sono in bianco e nero e poi non finiscono mai… è una tortura!". Considero ancora "Gli Sterminatori" come un ottimo punto di inizio, un assaggio delle potenzialità del personaggio per lettori che non conoscono niente e vogliono cominciare.
  17. Segnalo solo un fatto che forse era già stato segnalato e mi è sfuggito. Nel passato quando si arrivava al numero centenario a colori, c'era comunque l'obbligo di terminare le storie alla fine dell'albo …99. Quasi sempre c'è stata l'esigenza di inserirci una storiella breve, che in qualche caso non era neanche disprezzabile, ma comunque commissionata all'unico scopo di arrivare esattamente a quel punto. D'accordo, succedeva solo una volta ogni 8 anni e qualche mese e per il resto delle avventure lunghezza libera. E sicuramente c'è l'esempio del "Il solitario del West", dove l'avventura finiva a una pagina dalla fine dell'albo e giustamente si è arronzato un doppio finale, per non avere una singola tavola della storia successiva!
  18. Al solito si possono far rimbalzare aneddoti letti in qualche presentazione, che poi verificati risultano spesso allegre storielle inventate. Sembra che Muzzi, oltre a raffigurare un Tex che non attirava le simpatie della redazione, fosse lentissimo, sembrerebbe che in una occasione portò in redazione così poco materiale che venne rinchiuso in una stanza finché ebbe realizzato quello che serviva a completare la storia, ma a parte il sorriso che strappa non ci credo nemmeno un po'... Ovviamente non gli faceva piacere che le sue tavole venissero rimaneggiate (e questo piaceva poco anche al Galleppini costretto a farlo) e arrivati a un certo punto si decise di terminare la collaborazione, con l'impegno di Bonelli nel trovargli un'altro incarico. Da quello che ne so la cosa non andò oltre al volume 124 della Collana Rodeo e una manciata di storie per Mister No, di cui ignoro i titoli. Ai più minuziosi invito a guardare con attenzione le vignette delle storie di Muzzi, ogni tanto e in rarissimi casi i volti di Tex restavano quelli originali, ovviamente omogenei col resto dei personaggi e con moderna concezione non c'era alcun bisogno di farli rifare!
  19. Dix Leroy

    [134] Gli Sterminatori

    Sulla collezione storica di Repubblica questa storia è stata massacrata. In nome del "continua al prossimo numero" il volume interrompe la storia dopo appena qualche tavola, quando sarebbe stato più opportuno allungare la prefazione iniziale e far partire "Gli sterminatori" nell'albo successivo. La solita colorazione al risparmio (con una paletta di colori limitata e pochissime sfumature) non aiutano certo. Il cartonato pubblicato dalla SBE al posto di un romanzo a fumetti in ritardo o nella versione ufficiale per i 100 anni dalla nascita del disegnatore ha finalmente trattato in modo dignitoso questa breve ma sontuosa avventura. Secondo me questa storia non avrebbe per nulla sfigurato all'interno della serie "Un uomo un'avventura". Nelle intenzioni originarie questo doveva essere il biglietto da visita per il personaggio di Bonelli per sfondare all'estero e quando sempre più raramente qualcuno mi chiede da cosa cominciare per avvicinarsi a Tex propongo sempre questa: se non piace significa che non piacerà nemmeno il resto.
  20. La storia che si ripete. Sembra di sentire me quando racconto di come ho conosciuto Tex. Soltanto che io nel '94 erano già parecchi anni che avevo ricominciato la collezione, anche se il mio vecchio puntualmente me li sequestrava per leggerli per primo! In particolare sul primo "Dugan il bandito" che avevo campeggiava scritto a penna il nome e cognome di mio cugino, che non ricordo aver mai visto leggere Tex. Avevo sempre in mente di domandarne il motivo, ma poi trovai un esemplare in condizioni migliori e me ne sbarazzai.
  21. Qui siamo al vecchio dilemma: queste avventure "mitiche" possono davvero essere valutate secondo la mentalità odierna? Sono storie ingenue, troppo corte, disegnate grossolamente, senza uno straccio di documentazione, stampate malissimo in un formato minuscolo. Ma non era poi diverso dai film in bianco e nero anteguerra che giravano nei cinema, o i dozzinali fascicoli illustrati o meno che si potevano trovare all'epoca nelle edicole. E si tratta dell'inconsapevole creazione di un mito, quindi ancora più preziose.
  22. Io considero una frase del genere una vera bestemmia e pretenderei le scuse di chi lo ha scritto o pensato (non certo dal buon Tim Birra) Sapete perché? La leggenda narra che Galleppini disegnava Tex dopo un'intera giornata a curare maniacalmente le tavole di Occhio Cupo e che quindi tirasse via nelle strisce per ottenere qualche ora di sonno. Sicuramente il formato minuscolo dava poco spazio per la cura dei dettagli, ma se confrontate i due lavori io tutta questa diversa qualità io non la vedo mica. Galep all'epoca lavorava così e Bonelli scriveva così. Semmai il paragone lo farei tra prodotti simili della concorrenza o altre testate Audace e allora alla fine si direbbe che il Tex degli esordi non era affatto male.
  23. Io ho avuto per anni un n.4 "L'eroe del Messico" fattomi spedire direttamente dall'ufficio arretrati perché non ne avevo mai trovavo uno in giro. Il prezzo era L. 600 e a un certo punto c'era una striscia che per leggerla occorreva uno specchio (la pellicola era stata attaccata alla rovescia).
  24. Sbagliare non conviene a nessuno e nessuno vorrebbe che succedesse, ma in ogni tempo è successo e purtroppo succederà. Non ho ben chiara la procedura di stampa dei primi anni settanta, perché si stava passando dalle matrici in piombo e zinco tipografiche alle pellicole della stampa offset. Quasi sicuramente le strisce che formavano le varie pagine erano ancora separate e a qualcuno in qualche punto della lavorazione sono rimasti in mano due pezzi, rimessi a posto invertendone però l'ordine. Ora con il digitale succede spessissimo che si sovrascrive una cartella con la versione modificata, eppure in stampa vanno i file precedenti!
  25. Non so che razza di albo tu tenga, ma il mio è datato Giugno 1970, non ha nessun spostamento di vignette e a pag, 66 ci sono inserite quattro pagine a colori che pubblicizzano l'imminente ristampa di Zagor. Fossi in te approfitterei per cercarmi una copia originale piuttosto che una ristampa e pure fatta male, di questo e dei successivi recanti anno di uscita non conforme.
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