Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Dix Leroy

Ranchero
  • Contatore Interventi Texiani

    1480
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    43

Tutto il contenuto pubblicato da Dix Leroy

  1. Dix Leroy

    [Maxi Tex N. 17] Alaska!

    Sapete una cosa? a furia di parlarne male (e neanche mi sembra di aver esagerato), la storia l'ho rimossa. Mi ricordo solo passato un certo punto le tavole sembravano fatte dal primo che passava di là. Quindi mi ricordo ben poche cose, mi toccherà rileggerla! Di una cosa sono sicuro e sono sicuro che non piacerà a molti. "Ammazza!" lo vorrei un mostro vero, di quelli che non ci si capacita, perché in Tex c'erano e da troppi anni non ci sono più, perché ora deve essere un western credibile (e allora più o meno tutte le storie non lo sono!). Un mostro, magari diventato troppo vecchio per essere davvero imbattibile, mi sta bene anche un vero animale preistorico.
  2. Sia Letteri sia Ticci hanno iniziato con uno stile abbastanza diverso da quello poi diventato classico (potrei anche bestemmiare dicendo che erano addirittura similari!) Poi entrambi hanno affinato le loro rispettive tecniche diventando riconoscibilissimi e entrambi molto apprezzati. Oserei anche dire che avendo una tale concorrenza anche Galleppini cominciò a migliorare le sue tavole, se non altro perché poteva avere scadenza meno strette. Il Ticci degli anni sessanta soffriva di volti molto allungati (che furono rimaneggiati nelle successive riedizioni), mentre quello degli anni settanta forse pativa di qualche intervento esterno di troppo (i suoi seppur bravissimi collaboratori). Letteri mantenne inalterato il suo stile che ben si adattava a storie urbane nei bassifondi o tra le chinatown o in templi misteriosi, venendo mano a mano "relegato" a queste atmosfere. Viceversa a Giovanni toccavano spesso le storie con rivolte indiane. Per me Letteri comincia a disegnare male dopo "Oklahoma", ma comunque fino alla sua ultima storia incompiuta resta un grande del fumetto. Ticci (sempre per me) non ha mai smesso di sperimentare e evolvere il suo tratto, fino a diventare esasperatamente stilizzato, comunque non mi ha mai deluso. Niente paragoni con Galep, vi prego. Egli sta sopra a chiunque (Villa compreso).
  3. Dix Leroy

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Notevole anteprima. Cosa butto per fargli posto in libreria?
  4. Dix Leroy

    [716/719] Netdahe!

    Si è visto di molto peggio, ma le gambe corte, le mani enormi e le armi sottili sottili sono ormai diventati un suo marchio di fabbrica e non glieli correggono neanche più. Se noti bene la gamba piegata è un dieci centimetri più lunga dell'altra (dalla fine dello stivale al ginocchio)
  5. La foto di GianLuigi Bonelli con a fianco un bravo e simpatico attore italiano (a tutta prima volevo scrivere "con a fianco un cosplayer", ma a parte in quel particolare film ho sempre stimato Giuliano Gemma)
  6. Dix Leroy

    Tex Nel Mondo

    Solo a me colpisce il fatto che in Svezia usino sin dagli anni settanta il medesimo logo "creato" per il recente mensile del giovane Tex?
  7. Dix Leroy

    [Texone N. 32] Il magnifico fuorilegge

    La ristampa degli albi speciali è una cosa abbastanza rara (sicuramente lo è stato il primo, che si esaurì il giorno stesso dell'uscita in edicola). Questo in particolare se non c'è nel sito è che il prodotto è stato apprezzato e venduto. Ora si tende a ripubblicare in altre edizioni (la vecchia "Stella d'Oro" e recentemente i cartonati o brossurati da libreria). La via più comoda ora è Ebay o Amazon, quella più difficile in questo momento le mostre mercato e le librerie dell'usato. C'è sempre Repubblica, che potrebbe far uscire questi albi a colori.
  8. Dix Leroy

    Tex e il razzismo

    Nella testa dei direttori secondo me ogni tanto il pensiero c'è. Ci sono ancora dei motivi validi perché questo non succederà a breve, alcuni sono pura logica (ai ggiovani il west non interessa) c'è qualcuno che cura la testata e che ne tiene fortemente le redini (anche se in settimana mi sono permesso qualche dubbio) e poi c'è un bacino di lettori moolto più intransigente di me che si può prendere per il naso, ma fino a un certo punto. Si vede che che vogliono fare qualcosa di nuovo, ma il pubblico nicchia e sembra premiare solo Tex. Che non è razzista.
  9. Dix Leroy

    Tex e il razzismo

    Eh... il linguaggio è cambiato un pochetto da "Cara mamma cento lire, che in America voglio andar…" Eppure io che non conosco questa roba, mentre la leggevo sono riuscito a beccarne il ritmo. Ma l'unica cosa che ho capito di questo testo italiano è "You know what I'm saying"!
  10. Sicuro, ma a me da l'impressione che sia Cochise che chieda a Tex cosa ha fatto dopo il loro primo incontro. Jones è lì per ascoltare il racconto, o per curiosità o per non andare subito nella capanna, probabilmente affollata da squaws allupate 😜
  11. Diversamente da come la pensa l'amico Natural Killer, a me sembra di aver capito che il flashback (e non l'inizio della storia con Cochise) si svolge tra "Il magnifico fuorilegge" e "Il totem misterioso".
  12. Dix Leroy

    Tex e il razzismo

    Cambia tutto perché è... Tarantino. Non ti far sentire troppo forte per i Tex adatti alle minoranze (la SBE non è Boselli). Ma i giovinastri provenienti da altri paesi e culture hanno in comune con i nostri il pensiero che i fumetti sono roba per vecchi.
  13. Dix Leroy

    Tex e il razzismo

    Non sono poi molti quelli che non imitano i comportamenti dei loro idoli, nel passato come nel presente. Una volta nei film e nei fumetti tutti avevano una sigaretta perennemente in bocca, mica solo Tex. Ora gli idoli si riempiono di tatuaggi e fanno anche cose peggiori che fumare sigarette, e i loro fan tutti a copiarli. Per esempio io non sopporto che i giocatori di calcio stiano sempre a sputare per terra quando giocano e puntualmente vedo (vedevo) i ragazzini alle fermate degli autobus a scaracchiare come se masticassero tabacco. Per esempio in Tex non si vede mai sputare per vizio, mentre i cowboy lo facevano eccome. Secondo me è quello il motivo per cui si vuole evitare le dimostrazioni di razzismo, ma purtroppo Tex non è un riferimento per i giovani "millennials", quindi è una crociata inutile.
  14. Dix Leroy

    Tex e il razzismo

    Se ha edizioni di annata me li prendo io. E poi così il cesso rischia di intasarsi! Tex dimostra con i fatti di non essere razzista, ma quando dei singoli appartenenti a minoranze non si comportano bene si meritano quegli epiteti eccome, perché in un fumetto non si può dire loro di peggio! Il vocabolario di Bonelli era una cosa epica, ma bisogna tener conto che oggi ci si ispira alle sue storie e non si devono ricopiare fedelmente, altrimenti rischia di essere solo un'imitazione. Nel passato Tex che continuava ad arrotolarsi sigarette a me dava fastidio, anche perché in quel periodo cercavo di far smettere il mio vecchio, che mi diceva "ma se Tex fuma, perché io no?" e così mi toccava tacere!
  15. Mi fido di te, che hai dimostrato più volte di essere un narratore intelligente, preparato e per quanto sembri impossibile molto legato a una tradizione che per me significa molto, piuttosto che sconvolgere il canone per spiazzare il lettore. Ma ho idea che questa Anita farà presto o tardi una gran brutta fine, e neanche quello a me piace. L'espediente del "flashback" è usato in Tex per preparare a una "minimissione" che si svolgerà a fine avventura, oppure per dire ai pards: "quel fatto storico importante, fatalità c'ero anch'io". Qui invece sembra una banalissima serata tra amici, dove Tex racconta un aneddoto tanto per passare il tempo e senza rivelare dove andrà a parare.
  16. Dix Leroy

    [183/185] - Caccia all'uomo

    La lessi in vacanza in montagna, nella versione "Tre Stelle", quindi qualche anno dopo il suo esordio e senza l'albo finale, che probabilmente uscì a settembre e quindi me ne dimenticai completamente. La lettura dava un senso completamente diverso a come ero abituato, diciamo che mi sembrava uno spaghetti western interpretato da John Wayne, insomma un controsenso. Riusci, grazie all'elasticità mentale propria della giovinezza, a dimenticarmi che quel Tex era l'invincibile, imbattibile e infallibile raddrizzatorti conosciuto durante l'infanzia, quasi fosse una avventura immaginaria, comunque parallela e non una prosecuzione delle vecchie storie. E in questo fui aiutato dai disegni che non erano da "Tex". Quella era solo la prima volta, un allenamento a una versione moderna del fumetto. La fine di un epoca, appunto, poi ce ne furono altre!
  17. Ciao Borden, ho acquistato come di consueto il numero di Aprile della serie "Tex Willer", un mensile snello e ben realizzato che colleziono molto volentieri. Da giorni, si faceva un gran parlare che in questa storia il giovane Tex baciava una donna appassionatamente ma i retroscena erano nel mistero. Al solito ho dato una sfogliata all'albo, più che altro per sincerarmi che la copia fosse in buono stato (spesso devo tornare in edicola a cambiarlo) e quindi, certo che non mi sarei sciupato la lettura dell'albo, sono andato a sbirciare dove questo succedeva. Quello che ho scoperto mi ha parecchio deluso, perché mi ha dato l'impressione che i due si conoscono da tempo e che Tex "adopera" questa ragazza come rifugio e appoggio quando deve nascondersi, farsi rattoppare ferite e vestiti e divertirsi senza doverla pagare. Ma quello che mi è piaciuto ancora meno, tornando a inizio albo è che l'intera storia è un racconto. Un flashback in cui il protagonista passa una serata tra amici (in questo caso Cochise e Jimmy Jones) e quindi si vanta pure di questo fatto, per la legge narrativa che quello che noi vediamo è la rappresentazione grafica di quello che in realtà è un fiume di parole. Inoltre stasera vengo a sapere che in realtà questa storia doveva essere pubblicato sulla testata principale, e quindi questo racconto veniva fatto da anziano, di fronte ai suoi amici di sempre e probabilmente a suo figlio! Mio padre, o i miei zii, o i miei nonni mi hanno certamente raccontato come si sono svolte le vicende che li hanno portati a sposare le loro compagne, ma di certo si sono guardati bene da svelarmi scappatelle o precedenti fiamme, comunque non durature. Narrativamente parlando in un albo intero (per quanto avaro di pagine) non si è arrivati alla fine del fascicolo con un cliffanger che porta a capire qual'è il tema del racconto, che presumo dovrebbe essere la guerra Seminole. La vignetta finale, con un metro buono di schiena femminile scoperta farà un figurone nella versione a colori e appassionerà un sacco di lettori, più o meno a digiuno di questi affascinanti panorami, ma a me ha fatto passare la curiosità di vedere cosa succederà nel prossimo numero. Non è che mi succeda spesso, quindi ho voluto segnalarlo.
  18. Ho anche detto che contavo sulla collaborazione del forum per farmi cambiare idea visto che la conclusione del primo albo mi ha praticamente tolto la voglia di proseguire la collezione. E visto quello che ho letto oggi non solo ho rischiato di terminare la serie classica, ma anche che sembra tu sia soddisfatto che mi tolgo dai piedi!
  19. E io che mi sono promesso di starmene zitto nei commenti a questa avventura 🦨🚫
  20. Dix Leroy

    Claudio Nizzi

    Nientemeno... E ora capite chi è il secondo maestro della mia filosofia di vita. L'altro era un romanziere prestato al fumetto e mai più restituito.
  21. Dix Leroy

    Claudio Nizzi

    Lapalissiano. Nizzi è il salvatore di Tex (credo di averlo anche già detto), quindi non mi scandalizzo se aveva questo potere decisionale. O se lo ha ancora.
  22. Dix Leroy

    Claudio Nizzi

    Volevo sapere un fatto, sempre che non sia OT (ma poi, OT chevvordì?): E' chiaro che Nizzi poteva scegliersi i disegnatori per le sue storie, e mi sembra di conseguenza che Nolitta e Boselli si spartivano gli "scartati". Questo diritto di veto sui collaboratori è una cosa normale nel mondo del fumetto in generale, o era una cosa che si era guadagnato sul campo per la storia che all'inizio copriva GLB? E attualmente ha ancora questo privilegio? Io pensavo che le sceneggiature venissero scritte a prescindere di chi le illustrava e venissero affidate da parte dell'editore o della redazione all'artista disponibile in quel momento, anche se nella fase classica era chiaro che a Ticci venivano spesso affidate storie con rivolte indiane, a Letteri quelle con El Morisco o altri personaggi che aveva contribuito a creare graficamente. Okay, a Galep spettavano i centenari e le storie con Mefisto e Yama, ma tutti se lo aspettavano.
  23. Dix Leroy

    Tex e il razzismo

    Grazie per aver salvato questa discussione e noi dalle tremende punizioni che si stavano scatenando dai piani alti... Io in fondo avevo anche esaurito l'argomento, ma dalla televisione è giunta una notizia che ha del tragicomico. Due persone di nazionalità asiatica (visto che come disse uno importante non ci sono razze diverse da quella umana) e colpiti dal famoso virus, per fortuna sono guariti ma hanno avuto come effetto collaterale, forse temporaneo o forse no, l'essere diventati scuri di pelle. A dirla corta dei "limoncini" ora sembrano "musi di carbone". Fa riflettere perché hai voglia di essere razzista con chi ha il colore della pelle diverso dal tuo: adesso si, ma domani? Secondo voi potrebbe essere il risultato di una pestilenza accaduta nel passato in Africa che ha dato la tinta scura ai sopravvissuti? Un interrogativo da proporre forse a Martin Mystére!
  24. Dix Leroy

    Tex e il razzismo

    Io ti ringrazio Barbanera, nessuna offesa, ci mancherebbe. E sappi che non è perché resto nell'anonimato che parlo così, mi sono scornato con molta gente in passato, ma alla fine tutti hanno mostrato almeno di rispettare la mia visione, pur non condividendo.
  25. Dix Leroy

    Tex e il razzismo

    Tex mi ha insegnato che gli uomini si distinguono tra onesti e disonesti, coraggiosi e vigliacchi, ma è innegabile che prima di conoscere bene una persona si venga colpiti dal loro aspetto o dalla maniera in cui si mostra agli estranei. Se in autobus l'unico posto a sedere è vicino a degli straccioni ubriachi che cercano di attaccar briga mi interessa poco se hanno la faccia pallida o nera come il carbone: o sto alla larga o devo mettere in preventivo una probabile rissa. Dalle mie parti chi è troppo pallido prima o poi viene apostrofato come "cadavere" e chi non lo è per niente è invece un "moro", in ogni caso chi non si conosce resta comunque un "foresto". Non avevo mai pensato a definire con un colore l'appartenenza politica, ma in effetti gli avversari erano i "rossi".
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.