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JohnnyColt

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Messaggi pubblicato da JohnnyColt

  1. Il 25/11/2021 at 15:03, borden dice:

    Emanuele Mosca è morto ieri notte, dopo una lunga malattia. Qui lo conoscevamo come Ulzana. La storia breve di Tex da lui sceneggiata era appena uscita nel Color Tex e, oltre alla tristezza per la sua morte, mi addolora che non abbia mai potuto vederla, che anzi sia morto senza saperlo, perché era in coma da diversi giorni. Avevo mandato alcune copie al fratello Ismaele, sperando che potesse consegnagliele al suo risveglio. Così non è stato. Questa storia non ha avuto un lieto fine. Ma il  nome di Emanuele Mosca resterà nell'elenco degli autori del suo personaggio preferito, almeno sinché Tex, o il suo ricordo, rimarranno in vita.  

    Anche se in ritardo, mi unisco anche io alle condoglianze. Mi addolora molto che una colonna di questo forum sia ceduta e mi spiace che non sia mai riuscito a vedere la sua opera su carta!

  2. <span style="color:red">3 ore fa</span>, Diablero dice:

    Certo che questa commistione fra inedito e ristampe è una cosa un po' antipatica che sarebbe stato meglio evitare

    Non capisco cosa ci sia di male a presentare una storia inedita al posto di 6 ristampe... Non sei contento che ci sia una storia in più di Tex, una storia tra l'altro pensata per un supporto abbandonato 55 anni fa?

    <span style="color:red">1 ora fa</span>, borden dice:

    Ecco, bravo, vedrai che ho ragione

    Ma c'è anche la possibilità di una falla nel Multiverso...

    Il buon @andreadelussu74@gmail.com ha proprio ragione... Ristampa anastatica de "Il fuorilegge", ultima pagina:

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  3. <span style="color:red">11 ore fa</span>, Dix Leroy dice:

    Nulla in contrario all'operazione, anche se non credo che i lettori americani siano andati in visibilio alla vista dell'albo (sempre che sia uscito in USA). Alla lettura della domanda mi sono venuti in mente degli albi, che comunque non ho sottomano, in cui il supereroe di turno (oppure sequenze di mega eventi tipo Crisis on Infinite Earths), a causa di viaggi nel tempo o distorsioni della realtà,interagisce brevemente con vecchie glorie dei comics western anni cinquanta, con l'intento di risvegliare interesse di eventuali estimatori del genere, ma ottenendo spesso solo uno sbadigliante disinteresse da parte del lettore contemporaneo...

    Credo che un buon lavoro sia stato fatto con Johan Hex, che comunque ha dovuto subire diverse modifiche per essere accolto nelle fumetterie.

    Che io sappia, i team-up (Bonelli/DC) in USA non sono ancora usciti (ad essere pignoli neppure in Italia) ma credo che prima o poi si possano affacciare anche al mercato USA. Tempistiche distributive a parte, è certo che l'appeal di queste iniziative sarà comunque circoscritto agli aficionados infoiati con Batman e Flash... 

    L'esempio che mi fai degli eroi western nei fumetti supereroistici mi incuriosise perchè, tolto l'abominevole concetto di multiverso, è una caratteristica molto stuzzicante e non mi dispiacerebbe rivedere anche in Italia vecchie glorie sulle attuali testate seriali. Per contro, sono convinto che molti lettori neppure si accorgerebbero che in "quella storia" esista "quel particolare personaggio in auge 60 anni fa"...

    A onor del vero, ora che ci penso, Boselli sta facendo un bel lavoro per inserire in un'unica continuity (e quindi un UNICO universo) Tex e altri eroi GLBonelliani. Non si tratta delle stesse meccaniche Made in USA (e meno male) ma diamo merito a Boselli per essere tanto contemporaneo e quanto estremamente classico nella sua visione del fumetto seriale!

    <span style="color:red">11 ore fa</span>, Dix Leroy dice:

    Ecco, come già scritto, il Tex americano avrebbe dovuto trasformarsi in qualcosa di diverso ogni tot di anni per non scomparire, diventando nel tempo solo un brand, un marchio, appiccicato addosso a vari personaggi o incarnazioni che più nulla avevano in comune con l'originale.

    Ammetto che anche se qualcosina è mutato almeno il nostro "Tex italiano" è una evoluzione ma non una snaturazione dell'eroe creato da Bonelli.

    Hai centrato appieno il punto su cui mi trovo totalmente in sintonia. Perchè non amo il fumetto seriale americano? Perchè il personaggio che leggo oggi non è più nulla del personaggio originale! Si pensi alla Wondie (un personaggio che conosco) di Marston e agli stravolgimenti anni '60 e '80... Un ciclo di storie può esserer di qualità o meno ma mal digerisco l'azzeramento del precedente per il nuovo: se non concepisco il brusco reboot di Perez in seguito a Crisi (ciclo che amo, ben inteso) paradossalmente ritengo più sensato il temporaneo snaturamento anni '60 accompagnato da motivazioni di trama. Il Tex in edicola non è più quello del '48, e aggiungerei meno male, ma ne rappresenta una sua diretta e coerente evoluzione. Sono contento che la Bonelli, nella sua pragmatica classicità, abbia mantenuto davvero la sua indole seriale! Ben inteso, a me crossover e what if piacciono un sacco ma devono essere esperienze isolate e circoscritte alla loro esclusiva iniziativa editoriale. Per me Mister No Revolution è una delle operazioni più belle e stimolanti che la Bonelli abbia partorito negli ultimi 20 anni ma se quel Mister No fosse diventato canonico avrebbe abuto ben poco mordente. I reboot e i multiversi rappresentano l'azzeramento della fantasia e la distruzione delle grandi menti che hanno creato e sviluppato personaggi anche molto importanti.

    P.S. Se pensiamo all'OPERAZIONE DYD per mano di Recchioni possiamo analizzare entrambi gli aspetti evidenziati in precedenza... Il Bloch che va in pensione e Xabaras che lascia il posto di supercattivo sono ottime idee di rinnovamento! Interessantissimo è stato il passaggio tra il DYD barbuto con Gnaghi e il nostro (o quasi) classico DyD con Groucho! Voi mi direte, "e quindi"? Quel "o quasi" mi disturba, se mi tocca lodare il ciclo 666 non riesco a concordare con l'azzeramento del vecchio DyD, di fatto non più in edicola sulla mensile. Perchè? Non si poteva portare il vecchio DyD al nuovo, anche con la sequenza di Gnaghi, bypassando la distruzione del precedente universo e della precedente timeline? Boh...

     

  4. Come già ho avuto modo di supportare le nuove striscie di Zagor, mi ritrovo oggi a condividere la mia gioia nel rivedere pubblicazioni inedite a striscia.

    Sono contento che la scelta sia caduta su Torricelli ma, come qualcuno ha già fatto notare, la mimica del ranger sembra variare tra i numeri, spero che sia un mero problema di qualità delle immagini... Bocciatissima le grafica sproporzionata e orridi i colori dilettanteschi (non per fare il vanaglorioso ma alcuni miei lavori di colorazione sono migliori).

    Vedremo se, con tutti gli albi affiancati, avremo un effetto soddisfacente ma da quello che si può notare ora la qualità dell'opera e nettamente inferiore alle due serie inedite di Zagor!

    P.S. Siamo sicuri che si parli della 37esima serie de "La collana del Tex"? Secondo me sarà identificata come altro...

  5. @Bob Rock Ci tengo a dire che non rispondo sempre con continuità per la semplice ragione che sto preparando degli esami e mi tocca relegare la discussione in una posizione subalterna. Mi spiace anche che i miei messaggi siano visti come grandi soliloqui ma purtroppo sono logorroico e a voce, fidati, farei anche peggio! :D

    Detto questo, entriamo nel discorso...

    Mi è capitato di rinverdire la discussione perchè è una questione che mi sta molto a cuore, personalmente mi intristisce vedere tantissimi miei coetanei e conoscenti seguire con attenzione le uscite Giappo e Usa (film e fumetti). Siccome il mercato nostrano ha da offrire parecchio mi rattrista che lo stesso amore che hanno i ragazzi verso i manga e gli anime non lo abbiano per Tex, DyD ecc. Conosco molte persone che sono andate in Giappone esclusivamente per vedere Akiabara, per prendere manga in giapponese (che ovviamente non leggeranno mai) e gli Shonen Jump per ricordo.

    Non è un male che lo si faccia ma è un peccato che questa attenzione non si manifesti anche in territorio italico. Per me le motivazioni sono lapalissiane: la Bonelli da monopolista de facto (ovvero una azienda che opera in condizioni di libero mercato ma che percentualmente è talmente forte da poter spostare gli equilibri del mercato) si è sempre messa di traverso a operazioni di diversificazione rispetto al solo media cartaceo. Non ho mai detto che la Bonelli non abbia innovato, si rileggano meglio i miei vecchi commenti, ho detto che non prendendo a suo tempo il treno preso dai competitor più piccoli o stranieri si è trovata oggi a lamentarsi della crisi delle edicole. Bonelli non ha innovato negli ultimi decenni della sua gestione perchè non ha mai voluto (e lo dicono anche molte interviste) diversificare il prodotto, non ha mai voluto "svenderlo". Peccato che ora l'azienda, per colpa di queste scelte prese tempo addietro, si trovi a rincorrere i concorrenti nei film, a non avere un bacino giovane di utenza, a dover ovviare alle edicole, a interfacciarsi a realtà che ha sempre snobbato (librerie e fumetterie), a rispolverare vecchie glorie per fare quattro numeri in più ecc. ecc. ecc.

    Io non ho mai proposto nulla, ho sempre mostrato una mia visione in un thread di discussione. Sentirmi dire sempre le solite cose che rigirano i miei scritti è poco stimolante, tutto qui.

    Ti scrivo in maniera chiara (cosicchè possa rimanere a imperitura memoria :P) cosa mi auspicherei da Bonelli:

    - diversificazione del prodotto: fare serie tv mature, cartoni animati per i più piccoli e film. Con i cartoni inizi a creare il bacino, con gli altri media lo consolidi...

    - parlando di diversificazione i videogiochi occuperebbero un mondo a parte perchè sono oggi un media molto pericoloso. La via più sicura sarebbe affidare il tutto a un team indie...

    - andare di merchandising di pregio, anche sotto licenza: ai 20enni piace avere statuine dei propri personaggi preferiti.

    - fare collaborazioni con marchi importanti come Funko Pop, queste orribili statuine vendono come il pane e ci sono in giro tantissimi collezionisti. Possibile che la Bonelli non abbia mai pensato a collaborazioni?

    - iniziare a rispettare di più le fumetterie: per anni le fumetterie sono state snobbate, oggi la situa è migliorata ma ancora la distribuzione non è (salvo rarissimi casi) parallela a quella in edicola e obbliga le fumetterie a vendere su ordinazione. Inoltre, visti i recenti euromanga, sarebbe cosa buona e giusta mettersi in testa, se si vuole davvero seguire questa strada, arrivare ad invadere le fumetterie. In negozi sono sempre più pieni di manga, non bastano 6 numeri di un Bevilaqua qualsiasi per dire "ci siamo anche noi!".Troppa concorrenza...

    - sfruttare di più i social: Twitch, TikTok e Instagram in primis, YT in secundis! Facebook è inutile e si rivolge a un target di 50enni/60enni che non hanno bisogno di un post per prendere Tex.

    <span style="color:red">18 ore fa</span>, Bob Rock dice:

    hai detto che dovrebbe prendere esempio dalla Astorina e dalla Corno che hanno prodotto film come Diabolik, Kriminal e Satanik (e stiamo parlando degli anni 60, un’era geologica fa) bè, sappi che quei film,  all’epoca, non furono proprio dei successoni, anzi, rientrarono a malapena dei costi di produzione e, soprattutto, come già ti è stato detto, sempre da altri, non furono prodotti dalle rispettive case editrici, ma da case di produzione cinematografiche, Diabolik, ad esempio fu prodotto dalla De Laurentiis, mentre la tanto bistrattata Bonelli ha coprodotto Monolith del 2016 e Dampyr ( che ha visto ritardare la sua uscita a causa della pandemia) che dovrebbe essere il primo tassello del Bonelli Cinematic Universe che non sarà al livello, evidentemente, del MCU, che è prodotto da un colosso come la Dinsey, ma, a livello europeo, credo che sia qualcosa di innovativo, che è una delle cose che cercavi nella Bonelli, mi pare, o no?   

    Siccome questa cosa non è passata penso di essermi spiegato male.

    Ho parlato di concorrenti piccoli di decenni fa... Mentre Bonelli lanciava l'ennesima serie (magari anche di successo), i concorrenti piu' piccoli, per cercare di far arrivare i propri prodotti, innovavano e tentavano di fare qualcosa di diverso. Bonelli ha sempre innovato sul fumetto ma non è mai andato oltre ad esso. Il film di Tex? 15 anni dopo Diabolik! Il film di Dylan Dog? 10 anni dopo Batman Begins! Monolith? Esiste ancora qualcuno che se lo ricorda? Io spero davvero nel nuovo corso, spero nei progetti di Julia, Dampyr e Dragonero. Il fatto che una azienda così tradizionalista si metta a fare film sensati, pur con decenni di ritardo, dimostra che le mie idee sulla diversificazione non sono proprio campate in aria. La diversificazione è il frutto di ogni azienda e la Bonelli non ha mai diversificato il prodotto...

    Non vorrei che si creasse ciò che è successo con il MCU, l'ho già detto, ma mi piacerebbe che la Bonelli proponesse prodotti appetibili alle nuove generazioni. Ora come ora è ancorata ad uno zoccolo duro che permette di far numeri ma si dimostra ad ogni nuova idea una palla al piede.

    <span style="color:red">18 ore fa</span>, Bob Rock dice:

    Per chiudere, visto che mi sono dilungato anche troppo, ti consiglio di leggere questo articolo: Di cosa parliamo quando parliamo di fumetti - Il Post pubblicato su “IlPost.it” nel 2016 che per quanto riguarda le cifre non è aggiornato alla situazione attuale ma potrà toglierti qualche dubbio sulla differenza tra fumetto seriale e graphic novel e tra distribuzione in edicola o in libreria/fumetteria.

    Ti ringrazio della dritta ma è un articolo letto già più volte. E' uno scritto decisamente interessante che analizza i canali di vendita e il concetto di GN. Detto questo penso che il problema edicola sia risolvibile con le fumetterie, e lo dimostrano i Bonelli Store... Per il discorso penetrazione potrei farti unaltro papiro ma so che tanto riceverebbe la stessa attenzione data ai miei precedenti messaggi, purtroppo.

     

  6. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Grande Tex dice:

    Jhonny, la tua soluzione sarebbe" visto che i fumetti non vendono,facciamoci i film,così  guadagniamo con quelli." 

    Forse non hai capito che lo scopo non è fare soldi in generale,ma fare soldi vendendo i fumetti

    E mi spieghi perchè gli stranieri vendono soldi facendo fumetti? Mi spieghi perchè gli unici che sentono di questa dissoluzione sono gli aficionados Bonelli? Vai in Comicon di San Diego o ad Akiabara e poi dimmi sei il fumetto è solo fumetto. 

    <span style="color:red">3 ore fa</span>, borden dice:

    In questo profluvio di parole c’è qualcosa che non riesco a capire. Davvero paragoni, in meglio, alla Bonelli due editori come Dardo e Corno, che non esistono più? O la Astorina, arroccata su un solo personaggio??? Davvero pensi che Sergio Bonelli non abbia mai diversificato???? DAVVERO???

    Io ho fatto esempi anni '70/'80/'90, esempi che dimostrano quanto allo stesso tempo la Bonelli fosse arroccata sulla vendita di fumetti sempre nella stessa identica maniera. 

    <span style="color:red">4 minuti fa</span>, Poe dice:

    Ecco, dopo questa affermazione mi aspettavo che come "altre case editrici" citassi che so, la Bao, la Cosmo, la Coconino, ecc. che pubblicano fumetti più sperimentali e artistici, invece come esempi positivi rispetto alla Bonelli proponi la Astorina (che campa da 60 anni su un personaggio sempre uguale!), Silver, la Dardo, Lanciostory???... Mah!

     

    La Bonelli potrà essere criticata per tanti motivi, ma non si può dire che non abbia cercato di proporre sempre serie e miniserie nuove e al passo coi tempi. Ci ha provato. Che poi ci sia riuscita o meno è un altro discorso (troppo lungo e  complesso). Ma non si può certo dire che sia rimasta immobile a riproporre sempre e solo le vecchie serie classiche...

    Come risposto al buon Borden parlo di case editrici di decenni fa. Ho già parlato in questa sede della Cosmo e della Bao, mi è stato detto che non stanno avendo successo. Mmmm, oook...

    Io comunque non stavo parlando di serie pubblicate ma di valorizzazione del prodotto, del brand, la sua diffusione, il suo target... La SBE si è arroccata a vendere, con le stesse metodologie di Sergio, ai vecchi fingendo di vendere anche ai giovani. Esito? I vecchi muoiono o si distaccano dai personaggi (Zagor, MM e DD ne sono un esempio lampante, e pure Tex ha questi "non" lettoiri), i giovani leggono manga. Manga che invece, grazie agli anime, vanno a gonfie vele. Bisognerebbe chiedersi se sia il mercato sbagliato o se sia la Bonelli a non leggere le esigenze del mercato, dei giovani e dei propri personaggi.

    <span style="color:red">9 minuti fa</span>, Poe dice:

    Non hai capito l'obiezione che ti è stata fatta.

    Non è che si accusa l'AIE di dire balle, è il sito di Fumettologica che è ingannevole perché l'articolo titola: "Nel 2021 in Italia le vendite di fumetti sono triplicate".

    Sono triplicate le vendite di fumetti sì, ma solo nelle librerie e on-line (come dice l'AIE), non le vendite di fumetti in assoluto, perché molte edicole hanno chiuso o hanno venduto di meno, quindi in un calcolo complessivo le vendite di fumetti in Italia NON sono triplicate.

    E' come se un giornale titolasse: "Sono raddoppiati gli spettatori al cinema". E poi vai a leggere e scopri che in realtà sono raddoppiati solo gli spettatori dei cinema d'essai, mentre in tutti gli altri cinema invece sono calati. Come lo definiresti il titolo dell'articolo, se non ingannevole e acchiappa click (dal momento che si parla sempre di crisi del cinema)?

    Ho capito l'obiezione ma è un'obiezione ingenua... Nessuno ha mai parlato di edicole, le ha tirate in ballo Diablero. Se uno leggesse l'articolo capirebbe il titolo... Sta di fatto che hanno triplicato le vendite e questi sono dati! Anche perchè i giovani prendono su internet o in fumetteria (e quindi libreria), mica in edicola...

    <span style="color:red">11 minuti fa</span>, Poe dice:

    E poi, visto, che insisti col multimediale... dovresti essere contento delle ultime novità della Bonelli: Dylan Dog collabora con Vasco Rossi, fra un po' uscirà il film di Dampyr, poi è prevista una miniserie televisiva di Julia, e anche un'altra è già stata concordata per la miniserie "Il confine"... 

    Io lo dico subito: guarderò solo il film su Dampyr! :lol:

    E per il futuro... dalla Bonelli mi accontenterei di una miniserie su Kit Carson: non sono molto avanguardista... :lol: 

    Non sono io ad insistere, è il mondo dell'intrattenimento e dell'editoria ad insistere e dettare legge. Piaccia o non piaccia ai puristi ma l'esempio rodato del Giappone è sotto gli occhi di tutti. 

    Detto questo sono contento di cartoni animati, serie e film? Al 100%, era ora, meglio tardi che mai. Quando gli altri hanno bacino di utenza la bonelli arriva con 15 anni di ritardo (penso al MCU)... Dyd beh, la collaborazione con VASCO

    non porterà di certo nuovi lettori giovani

     

    La serie anche io la vorrei... ;)

  7. <span style="color:red">16 ore fa</span>, Diablero dice:

    Guarda quanti di essi parlano di manga (cioè di fumetti importati dall'estero, che non danno lavoro nemmeno ad un singolo disegnatore o sceneggiatore italiano) o di vendite all'estero tipo in Francia dove il mercato del fumetto è completamente diverso...

    E' proprio questo il punto? Quanti parlano di manga? Quanti parlano di fumetti Usa o francesi? Quanti parlano di fumetti italiani? Se non ci fosse Zerocalcare il fumetto italiano nel mondo varrebbe oggi 0. Chiediamoci come mai... Il mondo nipponico è di moda per diversi fattori che non analizzerò ora. Gli americani spingono tantissimo e grazie alla Marvel, ma pure ai soldi di WB e Disney diaciamocelo, possono dormire sonni tranquilli. Il mercato francese ha anticipato di molti decenni il concetto di fumetteria e oggi i fumetti sono tra le sezioni più importanti delle librerie. Il mercato interno ha sempre ciecamente basato il proprio operato sulle edicole, le edicole chiudono e il mercato va in crisi. Chi ha creato questa crisi? Chi ha per decenni mantenuto un immobilismo imbarazzante? Chi pensava che la cosa più sperimentale da fare fosse trasportare il Giornale di SBE da carta al web? Non raccontiamoci balle...

    La SBE è sempre stata una monopolista de facto, le altre case editrici hanno sempre sperimentato per tirare a campare in un mercato libero, alla Bonelli è sempre bastato il costante contentino mensile.

    L'Astorina? Fin dal '68 ha cercato di creare un culto, riuscendoci, attorno a Diabolik: film, merchandising, romanzi, cartone animato... 

    La Corno? Tra i primi importatori di Comics seriali, tra i primi a portare i propri personaggi al cinema (Kriminal, Satanik, Sturmtruppen), grandi promotori di Gulp e SuperGulp! Altro...?

    La Dardo? Pur essendo in scia Bonelli fu tra le prime a creare riviste contenitore!

    La Aurea? Con le sue riviste LancioStory e Skorpio!

    Silver? Con le sopracitate serie culto di Cattivik e Lupo Alberto e con le mitiche caramelle del Lupo Blu!

    Ma di cosa parliamo?

    Se si vendono fumetti stranieri e non si foraggia l'indotto interno è a causa di scelte idiote che hanno fatto assai male alla casa editrice e al mercato interno! Ora la Bonelli pensa di diversificare ma lo farà, se lo farà davvero, con un ritardo di 20/30/40 anni rispetto agli altri!!! Un po' tardino, non pensate?

    <span style="color:red">17 ore fa</span>, Diablero dice:

    E quelli che rimangono? Puri clickbait, titoli che fanno vedere come ormai il "giornalismo" in generale e i siti che ti dovrebbero dare le "notizie" fanno semplicemente clickbaiting con titoli fuorvianti, senza più la minima vergogna.

    Massì, buttiamo dentro la caciara da bar, le accuse di scribacchinismo e i fantomatici titoli clickbait che nella realtà, se si avesse l'accortezza di leggere gli articoli, confermano ciò che viene indiscutibilmente scritto nell'articolo stesso. Soprassiedo che è meglio...

    <span style="color:red">17 ore fa</span>, Diablero dice:

    Prendiamo ad esempio questo, perché è un titolo che dice una cosa EVIDENTEMENTE falsa (se fosse vera sarebbe la notizia del secolo nel mondo del fumetto e non si parlerebbe di altro, farebbe più rumore del boom di Dylan Dog trent'anni fa):

    "15/07/2021, Fumettologica.it: "Nel 2021 in Italia le vendite di fumetti sono triplicate"

     

    Titolo che dice una emerita balla, puro clickbaiting, perchè omette di aggiungere una parte molto importante, che devi leggere l'articolo per scoprire: parla di vendite: "nelle librerie online e fisiche e nella grande distribuzione" 

     

    Ma se ometti quella parte, il titolo dice una cosa FALSA, perché NON È VERO CHE LE "VENDITE DEI FUMETTI" IN ITALIA SI SONO TRIPLICATE

     

    Non so quanto sia adesso la percentuale di vendite dei fumetti nelle librerie: tempo fa era meno del 5%, anche ammesso che una percentuale simile sia triplicata, arriva al 15%, e se le vendite del fumetto da edicola sono calate anche solo del 10%, ecco che ti sei mangiato tutto il guadagno.

     

    Notare inoltre che stiamo parando di un periodi pandemia, in cui saranno aumentate le vendite di fumetti online (contate in quella cifra) comprati su Amazon invece che nell'edicola in centro (NON contata in quella cifra), quindi quanto di quell'aumento è un semplice spostamento di copie da un canale all'altro?

     

    La vera notizia sarebbe "Amazon aumenta le vendite di fumetti su cui praticamente non paga le tasse togliendo altro mercato alle edicole", ma come titolo non avrebbe attirato tanti click... 

    Praticamente affermi che l'analisi fatta dalla più grande associazione di categoria italiana è una balla perchè "si limita" ad analizzare le librerie, le fumetterie e l'ecommerce? Praticamente affermi che l'analisi di una associazione come la AIE è inattendibile perchè non prende in analisi edicole che quotidianamente vengono decimate? E poi, come fai ad associare l'e-commerce alle edicole se i due target sono essenzialmente differenti e di certo non succedanei? Stai affermando che per fare una analisi sulle vendite dei SUV bisogna avere sottomano le vendite delle autovetture aperte. :lol2::lol2:

    Come già affermato più volte in precedenza ragioni con strutture di mercato e di arketing antiquate e oggi inapplicabili. vendite-libri-2021.jpg

    Ma ad una certa non ci sta bene un "Chissenefrega delle edicole?" Attenzione, non sto dicendo chissenefrega degli edicolanti e dell'indotto... Sto dicendo che tirare in mezzo sempre e solo queste benemerite edicole come argomento di trattazione è fuorviante e degradante per qualsiasi discorso in serietà.

    L'articolo cita le analisi dell'AIE secondo cui "dal 4 gennaio aò 20 giugno di quest'anno il settore dei fumetti ha triplicato le sue vendite (+214%)". L'articolo poi prosegue su un argomento molto interessante "possiamo supporre che abbia inciso il successo dei manga". Caro @Diablero comprendi che, anche a causa della pandemia, il mercato sta rifiorendo? Comprendi che il mercato sta rifiorendo anche grazie ai manga e ai volumi? Comprendi che il mercato sta rifiorendo grazie alle librerie, alle fumetterie, all'ecommerce e ai vari influencer come Dario Moccia, Mangaka, Caverna di Platone ecc.? Se affermi che oggi il mercato della 9^arte è svantaggiato perchè le edicole stanno chiudendo non comprendi che oggi l'editoria anni '70 è inequivocabilmente inapplicabile. Chi sta pensando per la chiusura delle edicole? La Bonelli! Chi e' stata obbligata a investire in Store brandizzati? La Bonelli! Chi continua a parlare di rilanci che poi puntualmente ricadono nell'errore di proporre roba anche artisticamente valida ma nel cuore stantia? 

    Non lo dico io, povero pirla 23enne di Pavia... Lo dicono i dati degli editori, lo dicono i numeri dei film Marvel e dei manga/anime, lo dice la community, lo dice Twitch, lo dicono le vendite di Amazon.

    Qui non si sta disquisendo se personalmente preferiamo la distribuzione digitale, molte volte sfruttatrice, o l'edicolante sotto casa. Si sta parlato di mercato, e se si parla di mercato di parla di quote, e si parla di quote si parla di numeri... Perchè la Bonelli, e chi è affezionato al suo modo anacronistico di fare fumetti, è l'unica a mettersi di traverso ancora una volta? Il mercato è stato rovinato da chi aveva il potere di trasportare le piccole entità (parlo di editori e di edicole) verso un'apertura globale, verso una naturale diversificazione dell'intrattenimento, verso un logico rafforzamento del brand.

    Per non parlare poi dell'importanza che ha avuto il bonus di 18App: 500 euro da spendere in cultura e quindi in fumetti. 500 euro che ci sono da anni (io stesso ne ho usufruito e spesi per 3/4 in fumetti) ma che prima erano, fidati, meno sentiti per l'acquisto gratuito di fumetti. I dati positivi dell'andamento di questi fondi dimostrano ancora una volta che i giovani leggono ma leggono ciò che amano, i manga!

    @Diablero, fattene una ragione: l'editoria a fumetti non è più quella che piace a te!

  8. <span style="color:red">17 ore fa</span>, Grande Tex dice:

    forse ti sfugge che,a parte i manga,tutti gli altri fumetti in quegli articoli vendono meno della Bonelli

    Magari quest'anno Spiderman,da 80000 copia è passato a 85000,e gli articoli esaltano la rinascita del fumetto americano senza sapere o prendere in considerazione che Tex ne vende 180000

    Non stai centrando il punto... I manga oggi spopolano e sono di moda perchè i vari mercati interni non sono riusciti a soddisfare un mercato che nel tempo ha dato per assodata la multimedialità. I manga spopolano oggi perchè la multimedialità (prima manga, poi anime, film, OAV, videogiochi, action figures ecc. ecc.) è insita nella natura stessa dell'intrattenimento nipponico, fin dagli anni '30! A seguire gli USA sono riuscire a compensare il calo della carta stampata con i film, le serie TV e quant'altro... I francesi sono riusciti a ritagliarsi una loro nicchia per sopravvivere. Il fumetto italiano (la cui monopolista effettiva è purtroppo la SBE) è fermo a paradigmi Bonelliani innovativi negli anni '60 ma oggi quanto mai anacronistici. Le colonne portanti della Bonelli magari vendono ancora bene e superano la concorrenza (e dentro di me: vista la base utenti che in 80 e passa anni hanno creato sarebbe imbarazzante il contraio...) ma comunque stanno obiettivamente subendo flessioni e si rivolgono ad un target decrepito e ammuffito. Ancora una volta si parla di copie vendute e ancora una volta non si capisce che il mondo del fumetto oggi non è esclusivamente su carta!

    I giappo lo hanno capito negli anni '50, gli americani hanno iniziato massicciamente negli anni '80, i francesi negli anni '90/2000. Noi? Quando inizieremo a valorizzare l'enorme patrimonio che abbiamo? Se non ci fossero stati nicchie come Lupo Alberto e Cattivik saremmo ancora a parlare du SuperGulp! Astorina ha sempre provato a creare un mercato moderno, la Bonelli ha sempre goduto del proprio immobilismo granitico e assurdo.

     

  9. Oggi stavo leggendo un po' di articoli sul fumetto e nuovamente mi sento di andare controcorrente a tanti di voi... 

    Si faccia avanti il primo che mi dica quanto il mercato dei fumetti sia stagnante, ininfluente e mondialmente insignificante. E' dalla mia iscrizione nel 2012 che vado dicendo che il mercato del fumetto vive e sempre dal 2012 critico la Bonelli per voler puntare su un target che nel giro di pochi anni sarà morto e sepolto. La SBE sta perdendo il treno ragazzi, e questo perchè ancora troppa gente si infastidisce se Tex ha uno strillone in copertina o una caspita di medaglietta in allegato...

    • 13/01/2021, Askanews.it: "Editori indipendenti, il primo per copie vendute è Star Comics"
    • 24/01/2021, La Repubblica: "Passione manga: i fumetti scalano le classifiche"
    • 31/01/2021, TomsHW.it: "Il fumetto in Francia – gli impressionanti numeri del 2020"
    • 19/04/2021, LaStampa: "I manga sfidano la narrativa: con Twitch, streaming e librerie scalano le classifiche"
    • 04/05/2021: Fumettologica.it: "Crisi da boom? I manga stravendono, ma gli stampatori faticano a tenere il ritmo"
    • 17/05/2021, Feltrinelli Education: "I fumetti in Italia: un mercato in continua espansione"
    • 30/06/2021, Fumettologica.it: "Il 2020 è stato un anno da record per il fumetto USA, nonostante la pandemia"
    • 11/07/2021, EveryEye.it: "USA, mercato manga ancora in crescita: My hero academia guida la classifica primaverile"
    • 15/07/2021, Fumettologica.it: "Nel 2021 in Italia le vendite di fumetti sono triplicate"
    • 28/08/2021, VerticaleFrancese.com: "Il fumetto in Francia cresce di un clamoroso 55% in un solo anno, trascinando l’intero comparto del libro"

    E potrei continuare e continuare... Quanto è difficile che il mercato del fumetto è florido, ci sono influencer che lo diventano parlando di nona arte e ci sono molti compratori. Ma non vi accorgete che la pantomima del "mercato appassito" è nel caso legata solo alla Bonelli? Io mi chiederei il perchè e mi chiederei perchè quest'ultima voglia diventare oggi, fuori tempo massimo, una multimedia company!

    Piccola postilla che conferma come i giovani leggano fumetti: https://www.firstonline.info/bonus-cultura-boom-dei-manga-in-italia-e-francia/

    Bisognerebbe chiedersi perchè i giovani non leggano Bonelli!

  10. IL LOGO DI TEX – AGGIORNATO

    L'evoluzione del logo TEX qui sotto rappresentata ci mostra le diverse fasi iniziali e il risultato finale utilizzato inizialmente su Tex Gigante e successivamente anche sulle collane parallele. Il logo definitivo, oggi, è presente, con variazioni di colore e di dimensioni, su Tex Gigante, su Tex Speciale, sul Maxi Tex, sul Color Tex, sui romanzi cartonati, sul Tex Magazine e su tutte le innumerevoli ristampe o riedizioni pubblicate dalle varie case editrici mondiali.

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    I versione: utilizzata soltanto nelle prime due serie a striscia della Collana del Tex (1948-1951), presenta i tre letteroni in maiuscolo leggermente inclinati verso destra, separati tra loro, gialli con contorno nero. Debutta nel settembre del '48 con "Il totem misterioso";

    II versione: utilizzata dalla terza serie all'ottava "Azzurra" (1951-1954), troviamo le tre lettere gialle contornate di nero che ora si fondono formando un abbozzo della particolare forma arrivata fino a noi. La scritta è meno tozza rispetto alla precedente e riceve un'rotazione tale da renderla ancora più dinamica. Debutta nel maggio del '51 con "L'orma della paura";

    III versione: utilizzata dalla nona serie "Gialla" fino alla chiusura della collana, con l'ultimo numero della trentaseiesima serie "Rodeo", (1954-1967), riprende l'idea precedente e la rende maggiormente gradevole, più proporzionata e di certo più moderna. I cambiamenti radicali rispetto alla passata versione sono riscontrabili nella sbarra superiore della T, meno piatta e meno allungata, e nella E leggermente più piccola. Debutta nel gennaio del '55 con "La croce tragica";

    IIII versione: il logo che da decenni vediamo sui nostri albi è presente su entrambe le serie di Tex Gigante e nella terza serie di Raccoltine ("Serie Rossa"). Si noti che nella versione definitiva del logo la gamba destra della X ritorni dritta, esattamente come la versione utilizzata tra il '51 e il '54.

     

    I loghi presenti sui primi 10 numeri della prima serie di Tex Gigante (1954), sul numero 28 della stessa e sui primi tre numeri della terza serie delle Raccoltine a striscia (1956) mostrano chiaramente come sulle ristampe, nel biennio analizzato, il logo talvolta si modificava a seconda della mano che lo disegnava e soprattutto che non vi era ancora un’immagine definitiva da imprimere su ogni copertina:

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    VARIAZIONI SUL TEMA

    • In alcune pubblicità del 1948 è possibile vedere una stilizzazione massima del primo logo del personaggio bonelliano:                                          12.jpg
    • Tra le variazioni più comuni vi è sicuramente il logo utilizzato principalmente nella settima e nell’ottava serie degli Albi d'oro (1959-1960), dopo l'adozione del canonico marchio:                                                                                                                                                                                                                                        7.jpg
    • Il numero 100 della seconda serie di Tex Gigante (1969) adatta la scritta SUPER al canonico logo della testata:                                                                                  9.jpg
    • Il numero 400 della seconda serie di Tex Gigante (1994) adotta un logo diversamente canonico che poeticamente racchiude tutte le precedenti evoluzioni. Non sto a dirvelo, questo albo vedrà per l'ultima volta una copertina del mitico Galep:                                                                                                                   
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    • I numeri 83, 181, 237, 267 possiedono loghi non canonici nel titolo e rappresentano un’assoluta anomalia nella decennale grafica di Tex:                                                    16.jpg
    • In alcune pubblicità degli anni '70 e nel gioco in scatola realizzato da Clementoni possiamo trovare sia il nome sia il cognome scritto con lo stesso font del marchio della testata:
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    • Il logo utilizzato in occasione dell'uscita nelle sale di "Tex e il signore degli abissi", film del 1985 diretto da Duccio Tessari, rappresenta quasi una fusione tra la versione utilizzata con la terza serie a striscia e quella finale che oramai troviamo su ogni pubblicazione. Con l'uscita della riedizione in DVD nel 2006, viene ripescato anche il primissimo logo, opportunemente modernizzato e di colore rosso:                                                                                                                                         11.jpg

     

    ALTRI LOGHI UTILIZZATI NEL TEMPO

    • Le prime sei serie degli Albi d'oro (1952-1959) presentano un logo molto particolare, ripreso poi in seguito dai tre albi apocrifi pubblicati dall’editore Piacentini negli anni ’70:                                                                                                                                                                                                                                  3.jpg
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    • Non è raro trovare, nelle Raccoltine e nella prima serie di Tex Gigante, scritte a mano con nome e cognome del protagonista:                                         8.jpg      
    • Nella Serie "Bianca" (1950) delle Raccoltine, il terzo e il quarto numero presentano un riquadro bianco con scritta azzurra indicante nome e cognome del protagonista:                                                                                                                                                                                                                                          18.jpg     
    • Con l’uscita della collana mensile Tex Willer nel 2018, viene presentata una scritta sobria e tipicamente country-style. Lo stesso logo è utilizzato anche sulle collane Speciale Tex Willer (2019-) e Tex Willer Extra (2021):                                                                                                                                                         14.jpg
    • Nelle poche parodie dedicate a Tex possiamo vedere delle reinterpretazioni in stile...                                                                                                                                        13.jpg
    • ...come possiamo trovarla anche nelle versioni straniere del Nostro.                                                                                                                                            Immagine-2021-08-26-140105.jpg

    CURIOSITA’

    Sono ben poche le copertine senza alcun riferimento, nel lettering, a Tex. Se nelle Strisce e negli Albi d’oro la grafica condivisa per ogni numero era parte integrante della copertina, le ristampe (Raccoltine e Serie Gigante) avevano un approccio più elastico e sperimentale. Le 7 meravigliose copertine della prima serie di Raccoltine (1949) presentavano soltanto sobri titoli atti a valorizzare appieno il disegno di Galep; un’approccio poco invasivo del lettering venne portato avanti solo da pochi numeri della Serie "Bianca" (# 5, #6, #46) e il numero 26 della prima serie Gigante.                                                                                                                                                                                      In virtù di una maggiore sperimentazione, nelle Raccoltine e nelle due serie Giganti è possibile, se non frequente, trovare la parola “TEX” nel titolo in sostituzione del mitico logo:                                       

                                                                                                                                                                                                                                                    15.jpg

     

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  11. <span style="color:red">58 minuti fa</span>, Grande Tex dice:

    i manga hanno successo,ma gli altri fumetti no.E se neanche i fumetti di supereroi superpubblicizzati vendono tra i giovani,mi spieghi perchè mai dovrebbe vendere un western,genere ormai ignorato da tutti? 

    I manga solitamente vengono tirati dagli anime. Il wester da quando Rockstar ha pubblicato DRD ha avuto un aumento di appeal

  12. <span style="color:red">14 minuti fa</span>, F80T dice:

    Ora, come possono incidere le strategie prefigurate da Johnny Colt sulla mio interesse per il fumetto Tex? Se dovessimo basarci sull'esperienza dei fumetti americani (che io non conosco, ma su cui mi pare che ci sia un certo accordo tra i partecipanti al forum), la mia esperienza di fruitore di fumetti non dovrebbe subire un miglioramento significativo.

    E nemmeno sarebbe scongiurato il rischio di chiusura del fumetto, visto che la mancanza di sceneggiatori adeguati, o anche il difetto di rimuneratività della produzione di fumetti, potrebbe comunque portare la nuova Bonelli Enterprise Co. a non mandare più Tex in edicola, visto che ci sarebbero comunque settori di attività molto più remunerativi a cui dedicarsi.

    Come provocazione hai inserito anche elementi che non contemplavo ma il discorso ha senso. Vorrei una diversificazione del media, come fa tutto il resto del mondo, che possa permettere di essere più forte e competitivo il marchio Tex o più in grande SBE. Giustamente a te interessa del fumetto, non del resto. Un marchio più forte è il rafforzamento del prodotto originario che magari vendera comunque poco ma sopravviverà! E sopravviverà con un nuovo bacino di utenza che non ragiona per pregiudizio compartimenti stagni. 

    Per me un'azienda che dimentica il suo prodotto cardine ha solo motivo di fallire! Se una Bonelli dovesse dismettere il fumetto allora perderebbe di senso, se aggiungesse nuovi prodotti al fumetto invece ne uscirebbe vittoriosa e competitiva.

  13. <span style="color:red">17 ore fa</span>, Diablero dice:

    Bella manovra, mi intimi in privato di non risponderti più, e poi pubblicamente fai domande contestando i numeri che dico... cioè in pubblico fai "RISPONDIMI SE SEI CAPACE" e in privato "NON TI AZZARDARE A RISPONDERMI PIÙ" (per il resto del forum: non è una citazione esatta, è un sunto mio di un messaggio molto più lungo, ma non vado a postare il testo di messaggi privati)

    Io non intimo nessuno, tanto in pubblico quanto in privato. Ti ho semplicemente consigliato di abbassare i toni astiosi e mostrarti più propenso al dialogo, contribuendo con le tue conoscenze. Detto questo ho fatto legittime domande al forum, visto che quest'ultimo non è formato esclusivamente da noi due, e non vedo perchè tu ti senta in dovere di attaccarmi. Per quanto mi riguarda la questione finisce qui.

    ---

    <span style="color:red">19 ore fa</span>, Grande Tex dice:

    ma perchè sa che i giovani non comprerebbero...ma tu davvero credi che esista un modo per far piacere il fumetto ai giovani? NON ESISTE

    Video sui fumetti Bonelli sarebbero ignorati,account social disertati,cosplayer non se li cagherebbe quasi nessuno.Se i manga hanno più appeal( ma neanche così tanto: sì,i canali youtube hanno tanti iscritti,ma a parte quelli,non credo siano molti di più i lettori) è solo perchè non parlano di West o di epoche storiche diverse,e perchè non sono italiani,cosa che ha sempre un suo fascino.

    A Economia ho imparato che non per forza di cosa è la domanda a creare l'offerta. Tutti i maggiori successi commerciali sono nati da un prodotti di cui nessuno ne aveva obiettivamente bisogno e che in poco tempo sono diventati fenomeni di massa. Tex è un prodotto dell'intrattenimento e nessuno ha obbligatoriamente bisogno del personaggio di GLB. Visto che la Bonelli parte quasi da 0 deve istruire e invogliare il pubblico all'acquisto... E ci deve credere sennò il rischio è quello che tu sottolinei. 

    Il problema è il fumetto? Visto che i manga tirano la risposta è no! Il problema è il west? Visto il successo di DRD e DRD2, che sono a conti fatti precedenti importanti, direi che il problema non sia il genere. Si torna al discorso iniziale, per me il lanoso problema è una comunicazione stantia fatta da gente che è ferma a 30/40 anni fa!

    <span style="color:red">19 ore fa</span>, Grande Tex dice:

    Sulla qualità dei fumetti Marvel e DC ,permettimi di dire che per me da vent' anni non hanno fatto altro che un mare di complicatissime schifezze.E i film li fanno non per invogliare la gente a comprare i fumetti,ma per guadagnare coi film quello che non guadagnano con i fumetti,che vendono pochissimo.Come vedi,la tua strategia,per loro non ha funzionato.

    Personalmente la mia competenza circa i Marvel è limitata ma mi pare strano che tu dica bene dei fumetti di 10/20 anni fa... Vabbé mi fido! Per la questione film però non posso darti ragione, i film non sono mai stati fatti per vendere il fumetto ma per vendere il brand. E lo stanno facendo alla grandissima! Alla Marvel (Disney) interessa vendere i marchi IronMan, Capitan America ecc... Sotto quale forma amen! 

    <span style="color:red">18 ore fa</span>, Diablero dice:

    Bella manovra, mi intimi in privato di non risponderti più, e poi pubblicamente fai domande contestando i numeri che dico...

    Siccome non ho nulla da nascondere e ho scritto in pvt per non sporcare il forum pubblico con i miei personaggi personali, mi rendo totalmente disponibile a far visionare i messaggi da me inviati e a farli analizzare. 

    Come ho scritto a Diablero concludo con "Un forum é condivisione ed educazione [...] Se vuoi mostrarci la tua competenza non sarò certo io a limitarti, e non mi interessa se non sei d’accordo con me! Fallo solo in maniera civile" Con questo concludo la questo chiudo la questione...

    • Confuso (0) 1
  14. 7 ore fa, Condor senza meta dice:

    Non è affatto facile trovare soluzioni per rilanciare le nuvole parlanti, poichè, a mio avviso, la crisi getta le sue radici nell'inarrestabile metamorfosi socio-culturale che è in atto da parecchi anni ormai. Aziende come la Bonelli possono pure cercare di cavalcare l'onda da te indicata, con film, videogames, gadget e quant'altro, ma siam sicuri che un auspicabile simile rilancio (a voler essere ottimisti) non andrebbe a discapito dell'aspetto puramente qualitativo del fumetto vero e proprio? Perchè di fumetto qui stiamo parlando. Se la Bonelli con iniziative multimediali e di brand limitasse i cali d'introiti, può far piacere, ma se nel tempo fosse costretta a snaturarsi del tutto per seguire le mode dei giovani (che variano con la stessa velocità del vento) e trascurare ciò che ha sempre fatto, ottimi fumetti, a noi lettori appassionati cosa resterebbe: la medaglietta? La sfilata di Cosplay? La pubblicità su Tik Tok? Non so, ma non riesco a essere così ottimista vedendo l'andazzo, o quantomeno bisognerebbe cercar di rieducare fin dalla tenera età i bambini alla lettura e non mettergli uno smartphone in mano, ma c'è più interesse a farlo in questa società dedita solo all'apparenza e al consumo? 

    La crisi del fumetto è un fatto e la ragione è, come dici anche tu, una diversificazione dell'intrattenimento tale da dare un meraviglioso ventaglio di alternative. Secondo me, ma sono nato nel 1998 e non ho vissuto i decenni precedenti, la diversificazione è solo un pregio perchè crea un mercato puro non falsato dall'impossibilità di trovare qualcosa. I diversi media inoltre tendono a far sviluppare nuove idee e mettono in circolo un fermento culturale a cui gioveranno a cascata anche i mezzi più vetusti. E piaccia o no tutti coloro che sono sul mercato hanno capito che vende il marchio, non il fumetto. Il fumetto mondiale secondo me dopo un periodo di crisi si sta risollevando come percezione e vendita di identità, la Bonelli è terribilmente ancorata a 30/40 anni fa... Tu mi parli di una qualità inferiore del prodotto originario derivante dalla maggiore presenza sul mercato. Non è un appunto stupido, anzi! Se si punta su una serializzazione estrema effettivamente c'è il rischio che la qualità artigianale cali, il tutto secondo me sta a valutare i limiti entro cui agire. Se tu prendi i fumetti Marvel non hanno perso negli anni la propria qualità, anzi graficamente ne hanno acquisita di ulteriore. I film invece sono filmetti insulsi, banali e tutti uguali ma vendono e fanno cassa. Ora, se hai a cuore la qualità del fumetto il problema non sussiste. Se sei un cinefilo ti limiti a riscontrare il successo di pubblico. Poi, nessuno ha mai detto di fare una così estrema serializzazione e non neppure è impossibile mettere veti su una produzione singola. Se il problema poi è la struttura stessa della storia beh... ci possono essere vie di mezzo. Il Tex mensile non è strutturalmente uguale alle strisce del '48, tutte le serie parallele sono nate per dare al lettore qualcosa di stimolante. Snaturare e rendere Tex una cosa diversa assolutamente no, sia ben chiaro! Per quanto riguarda il merchandising tutto sommato, secondo me, il problema della qualità non sussiste. Sul mercato possono benissimo convivere statuine di Tex dozzinali ma da collezione a vere opere d'arte da centinaia e centinaia di euro. Magari quest'ultime da vendere con collection edition, con sketch art book ecc.ecc. Il cosplay? Sinceramente è una moda che non apprezzo e non capisco ma perchè no? E' una cosa gratuita per l'azienda ma che porta pubblicità e riconoscibilità. Alla fine Tex ha una figuralità molto incisiva! TikTok e i social? Se la Bonelli avesse dei marketer decenti non saremmo neppure qui a porci domande. Come fai a sponsorizzare qualcosa, oggigiorno, se non sui social dei giovani? Di certo non sponsorizzi il prodotto su Facebook a chi da decenni già lo conosce... Non ha proprio un senso logico farlo, capisci? Poi, se parli di rieducare con un progetto culturale non puoi che avere la mia totale e indiscussa approvazione però puoi farlo se ti sei creato un bacino di utenza importante. Istruire i giovani è sacrosanto ma prima bisognerebbe ricevere da loro l'attenzione adeguata. Io ti dico, indipendentemente dalle vendite (i giovani raramente prendono vagonate di manga perchè vanno di download illegale, spesso senza neppure aspettare l'edizione italiana), in Italia abbiamo acquisito in 20 anni una parte di sapere nipponico: nelle scuole di fumetto si parla spesso di manga, gli illustratori digitali spesso disegnano nello stile dei mangaka più famosi, gli unici canali (e non parlo di quelli con zio Mimmo da 12 iscritti) parlano di quasi esclusivamente di manga... Se vai su Twitch ci sono intere live sui "consigli per gli acquisti" o "anime consigliati". Come fai a combattere tutto ciò? Facendoti conoscere!

     

    P.S. Se è vero che i manga in Italia non hanno appeal mi spiegate perchè su YouTube c'è un canale come quello di Mangaka96 con più di 250k iscritti e con il fumetto giapponese come tema unico? Perchè esiste Nicola Giustinelli con 20k iscritti con un format banale come "gli ultimi acquisti"? Perchè esistono sempre più canali come quello di Chibistheway (25k)? Perchè su Twitch spopolano i canali di gente che disegna in stile manga? PERCHE' TUTTO CIò NON ESISTE PER LA BONELLI? Se digitate Bonelli su YT dopo 2/3 video di gente che nessuno conosce salta fuori un estratto da Twitch di Dario Moccia in tema di Crossover Bonelli/DC. Come mai? La risposta a chi conosce un minimo i 20/30enni è lampante!

  15. @Diablero, la mia domanda é seria. Se vuoi prendermi in giro con risposte senza senso e abbastanza stucchevoli fallo in un altro modo!

    <span style="color:red">11 ore fa</span>, Nick78 dice:

    Un altro problema è che la fascia sotto i 50 anni non frequenta più le edicole, quindi per un giovane un fumetto come Tex (ma pure gli altri) è difficile anche solo incontrarlo.

    Una volta molti (io stesso) vedevano una copertina e, prima o poi, ne acquistavano un numero per curiosità.

    Poi poteva piacere o meno, però sul numero un certo numero che si appassionava lo trovavo, oggi invece è impossibile.

    A differenza dei vaneggiamenti precedenti, hai fatto un’affermazione molto arguta. Mi trovi completamente d’accordo, secondo te é fisicamente possibile risolvere questa cosa?

    <span style="color:red">9 ore fa</span>, Condor senza meta dice:

    Un'associazione culturale di cui sono socio, si impegna da anni di proporre alle scuole periodicamente graphic novel e fumetti impegnati, organizzando pure mostre con autori e quant'altro per cercare di rilanciare questo splendido mezzo di comunicazione, ma la reazione dei ragazzi è fredda (troppo fredda!). Inutile nasconderlo, anch'io sono molto scettico sul futuro. Il fumetto forse non morirà del tutto, ma rimarrà un prodotto di nicchia per pochi eletti ed è davvero un gran peccato. Marketing, promozioni, brand sono tutte belle parole ma può bastare tutto questo per invertire l'ormai lunghissima tendenza?   

    Posso dirti che é una bellissima iniziativa? 
    Può bastare se una azienda come la Bonelli vuole sopravvivere... Siamo sempre lí, il problema é il target sbagliato che si é accollata con dai tempi di Sergio. La Bonelli non vende ai giovani perché non vuole vendere ai giovani... E per me ciò sará la sua rovina!

    <span style="color:red">15 minuti fa</span>, JohnnyColt dice:

    Se vuoi prendermi in giro con risposte senza senso e abbastanza stucchevoli fallo in un altro modo!

    Ovviamente é un modo gentile per dirti di piantarla di creare flame!

    • Confuso (0) 2
  16. <span style="color:red">18 minuti fa</span>, borden dice:

    Il tuo ottimismo è eccessivo. Il digitale semplicemente non rende quanto i supporti  fisici. Questo è vero per libri e fumetti quanto per la musica, sui film non mi pronuncio. Ma la Bonelli chiuderebbe comunque e altre realtà idem. Tra cui i quotidiani, che  non possono reggersi sul solo digitale

    Ti ringrazio per la tempestività della tua risposta. Apparte le mie considerazioni finali, ciò che ho incluso nel messaggio sono dati accertati e purtroppo per gli amanti del supporto fisico come me essi mostrano un futuro completamente incerto. In USA se ci fosse stata una distribuzione più capillare e meno improvvisata le vendite non avrebbero avuto un così brusco tracollo e la ragione per cui non hanno funzionato è quella che ti replicavo 3 anni fa parlando della Bonelli. Non puoi farmi passare per investimento sistematico e ponderato l'aggiunta di una 20ina di albi a caso... Rimango fermamente convinto che per vendere ai giovani la Bonelli debba imparare dal mondo che la circonda, ovviamente la critica è alla casa editrice non ha te... Se per i film il discorso è molto delicato perchè siamo dentro ad una transizione ancora incompiuta, per la musica sono anni che i dischi valgono come il 2 di picche. Già dal 2014 diversi enti americani iniziarono a conteggiare le riproduzioni su YT ai fini del calcolo delle vendite. Nel 2018 (lo dimostrano molti articoli tra cui un paio di Rolling Stone) ci si è accorti di quanto le etichette dessero priorità agli store online e ai servizi in streaming. I videogiochi oramai sono tutti in download e le copie fisiche pure sono esclusivamente per i collezionisti. Per i libri, secondo alcuni studi britannici, siamo al circa 12% della completa digitalizzazione, per i fumetti siamo proprio agli inizi inizi. Però mi sembra palese come il mondo si stia approcciando sempre di più all'immaterialità. Poi ti dico, io sono anormale e anacronistico ma non credo che una azienda possa permettersi di essere me utente. Non voglio assolutamente passare per arogante, aggressivo o illuso ma il mondo dell'editoria cartacea è destinata a ridursi sempre più. Il problema non è il media in sé ma la semplice storia dello stesso: è evidente come gli scritti su carta siano più antichi rispetto a musica incisa, film, videogiochi ecc.ecc. Ti assicuro che in Università la carta stampata è sempre più ridimensionata, non so darti logicamente delle scadenze ma è una naturale evoluzione (o involuzione). 

    Con evoluzione/involuzione mi riferisco alla transizione da materiale a immateriale...

  17. Visto che la pandemia ha cambiato ogni rapporto con il digitale e ha fatto nascere nuovi fenomani, pensavo di rinnovare questo topic da me aperto tempo addietro. @ymalpas, mi hai anticipato di pochissimo! Sulle anastatiche è un discorso molto interessante perchè in questi pochi anni ho notato un graduale ma presente aumento del "vecchiume". Non so come stiano andando le vendite di tutto ciò ma personalmente mi trova soddisfatto! Noto inoltre che, soprattutto grazie a certi streamer di grande importanza (Dario Moccia in primis), tra i giovani 20/30enni si è sdogatato un pelo in più il fumetto italiano. Siano anni luci da ciò che mi piacerebbe vedere però mi accorgo che c'è stata una bella rinascita delle fumetterie (o almeno della percezione di esse) e la fanbase che tempo addietro vedevo si è moltiplicata. Intendiamoci, il fumetto è rimasto di nicchia, però una riscoperta di taluni autori non può che farmi piacere. Il problema? Sempre il solito: TRA I GIOVANI i manga giappo eclissano completamente quelli italiani! Io comprendo che Tex venda bene, più dei manga, ma ciò non è per forza la dimostrazione che i giovani leggano Tex, anzi... Sono passati 3 anni e sostanzialmente continuo a pensarla come un tempo: Tex se vuole sopravvivere deve soddisfare, senza snaturarsi, un pubblico giovane e aprirsi alla diversificazione. Tolti i social (dimenticatevi Facebook e Twitter, piano piano i giovani stanno abbandonando anche Instagram) che non hanno mai fatto concorrenza agli altri media dell'intrattenimento, e anzi ne sono sempre stati un remunerativo veicolo, ritengo corretto partire da un elemento che avete già nominato: lo smartphone. Lo smartphone è il mezzo tramite cui la maggior parte degli under-40 accedono ai propri media. Esempi? Analizziamo come in pochissimi anni il mondo dell'intrattenimento si è trasformato!

    • Si diceva che il CD fosse alla base dell'industria discografica (ricordo un laconico "Se non si vendono i DISCHI, le case discografiche CHIUDONO" di un più giovane Borden) ma nel 2021 in Italia (nel 2020 in USA) le vendite dei 33 giri hanno superato dopo 30 anni quelle dei CD. I vinili sono sempre di nicchia, anche se meno di 10 anni fa, i CD sono morti! E dobbiamo parlare del boom digitale? Ora l'industria è in DAB, in streaming digitale, in download e in podcast, pandemia o no (ma non c'entra nulla in questo caso) oggi il 65% del fatturato proviene dallo streaming. Piaccia o non piaccia, Spotify ha cambiato il mondo della musica e le etichette non possono che focalizzarsi su nuovi orizzonti.
    • Dobbiamo parlare dei film e delle serie TV? Qualcuno ancora acquista i DVD? Le serie TV e i film sono i media che hanno creato il mercato parallelo dello streaming: Netflix, Amazon Prime Video, Disney+... Tutti servizi in abbonamento che ognuno di noi ha oramai e che in tantissimi hanno di fatto sostituito a Sky o similia. La pandemia ha poi portato le major a vendere online (con 15 Euro scarsi ti godi in compagnia una primissima visione) e oramai tutti si sono abituati a seguire i film da smartphone, PC o smartTV. Nel post pandemia i cinema rifioriranno perchè le due esperienze sono imparagonabili ma è oramai certo che alcune produzioni verranno proposte solo online. La pandemia ha forzato un cambiamento che ci terremo per molti decenni, non sono il solo ad esserne convinto...
    • Parliamo del boom dei videogiochi con la pandemia? Diciamocelo, non serviva la pandemia per confermare ancora una volta il media come elemento di cultura e di intrattenimento. L'acquisto dei videogiochi è cresciuto in italia e nel mondo con il COVID-19, il Microsoft Game Pass, Amazon Luna e Google Stadia stanno portando il settore ad investire sullo streaming e sui servizi in abbonamento. Bene? Male? Così è! Se si parla di streaming si parla logicamente anche di gaming mobile...
    • E l'editoria come è messa? Dannatamente bene! L'editoria ha chiuso in positivo e ha visto una più proficua collaborazione tra editori, autori, librai, bibliotecari ecc. La carta regge quindi molto bene. E il digitale? Cresce a ritmi maggiori rispetto all'editoria classica! Dati del Sole24Ore e dell'Ansa descrivono molto chiaramente come in un solo anno siano aumentati utenti che acquistano tanto digitale quanto cartaceo e come le vendite degli eBook siano state fondamentali per un simile risultato. Gli eReader Kindle e Kobo seguono il trend in crescita. Anche qui stanno piano piano sorgendo entità che già si professano "la Netflix dei libri", staremo a vedere...
    • E i fumetti? Arriviamo alla ciccia che ci interessa! Il lockdown ha bloccato completamente ogni vendita americana, ritardando molti progetti e picchiando su un mercato che ne ha risentito tantissimo. Per fortuna che i cinecomics e i videogiochi sono stati un ottimo palliativo... A livello editoriale le scarse e vecchie pubblicazioni digitali non sono riuscite a soddisfare appieno il pubblico. In Europa? In Italia le vendite complessive sono aumentate e qualche germoglio di rinnovamento si inizia a vedere. Nel 2020 l'UE ha iniziato a promuovere un progetto (Eudicom) atto alla valorizzazione del fumetto digitale e alla semplificazione della sua distribuzione. Il progetto ha inoltre il compito di segnare standard per gli editori e aiutarli a sfruttare il canale al meglio. A livello europeo la Francia è il Paese che buca con le proprie pubblicazioni digitali, l'Italia nel 2020 ha però spiccato con numeri insospettabili. Purtroppo a livello di catalogo scarseggiamo ancora e non possiamo che imparare dai nostri cugini d'oltralpe... Anche qui, come nei precedenti casi, stanno iniziando a nascere piattaforme di streaming come Yep! e ComiCrew.

    Tutto ciò che ho scritto mi piacerebbe che facesse capire, senza pregiudizi o attacchi alla mia età, come la diversificazione dei media e la trasformazione possono, e spesso sono, la chiave per evitare il declino. Per alcuni parlare di Brand è fumo negli occhi ma credo fermamente che sia una soluzione, oramai sempre più evidente, per valorizzare il prodotto. Il brand ha salvato i comics, il brand frutta un'enormità in Giappone, il brand ha fatto rinascere l'editoria a fumetti francese. Possibile che l'immobilismo sia esclusiva della Bonelli? E' il mondo che sbaglia o la Bonelli che fa bene a sminuire le proprie IP, i propri autori e i propri lettori? Per 20 anni la Bonelli ha snobbato le fumetterie perchè riteneva ancora che le classiche edicole potessero dettare il futuro. I fatti parlano di 2000 edicole l'anno che chiudono e di un aumento lento ma costante di nuove fumetterie. Siamo sicuri che scontentare i giovani e scontentare lo zoccolo duro siano le migliori opzioni per mantenere il proprio dominio nell'editoria indipedente europea? La storia del mondo dimostra cone grandi aziende, prestigiose e storiche, siano fallite perchè hanno volutamente ignorato il contesto in cui andavano posizionandosi. La SBE sta giovando ancora delle ottime scelte prese tempo addietro dalla famiglia Bonelli, mi spiace fortemente che le splendide iniziative dei Crossover e dei What If (Mister No Revolution e Nathan Never Generazioni) siano state ben poco supportate dalla promotrice stessa. In attesa dei futuri film e serie TV...

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