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TWF - Tex Willer Forum

Condor senza meta

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Tutto il contenuto pubblicato da Condor senza meta

  1. Noto che, dopo pagine e pagine di commenti, critiche sulla presunta texianità della trama, battibecchi sulla sceneggiatura e su Nizzi, provocazioni, liti e chi più ne ha più ne metta, abbiamo tutti trascurato quanto è stato straordinario il contributo del maestro Ticci. Come sempre la sua opera di narrativa grafica è da urlo. P.s. Perdonate l'ovvietà dell'intervento, ma era un modo come un altro per tornare in topic e stemperare i toni. Qui sul forum siamo tutti una grande famiglia virtuale: ci sta che di tanto in tanto si litighi o voli qualche straccio, ma l'importante è sempre riuscire a rappacificarsi e trovarsi più uniti di prima. Si suol dire che "In amore scappa chi fugge" ma un tale assioma non è valido per una comunità virtuale; abbandonare il forum solo per divergenze di opinioni o contrasti di carattere non è mai la strada giusta. Propongo una stretta di mano pubblica fra Valerio e Diablero, per mettere da parte dissapori e scaramucce. In questo forum entrambi le presenze sono importanti e sarebbe davvero un peccato compromettere tutto solo a causa di reazioni focose di carattere. Se poi proprio non ci riuscite e volete sfidarvi a duello, fatelo almeno fuori di qua. .
  2. Osservazione che condivido. I toni sono importanti quanto (se non più) dei contenuti e lo ripeto da mesi. Se viene meno il rispetto del parere altrui, le conversazioni cessano di essere stimolanti e rischiano di diventare un continuo terreno di scontro. Situazione per nulla ideale per far crescere un forum tematico come questo. Ammetto che anche il sottoscritto (sebbene sia un grande appassionato del forum da anni), per esperienza personale passata su alcuni argomenti preferisco defilarmi o tacere per evitare le solite dispute inutili, ma questo potenziale vincolo non reputo sia affatto positivo.
  3. Ovviamente scherzavo, comunque Carson una decina d'anni in più di Tex dovrebbe averli, quindi il rapporto non lo reputo così esagerato. Sicuramente gli tocca la pensione di ranger e se la gode in riserva a giocare a tressette con Tex, Tiger e il Medicen-man. P.s. Se cominciamo a parlare di acciacchi e colesterolo alto, mi deprimo. Meglio troncare qui l'O.T.
  4. Con Tex settantenne e Carson abbondantemente sopra gli ottanta (la strega papago ha predetto che supera i cento, quindi niente funerale prima) più che una riserva quella Navajo, diviene una casa di cura. Voglio poi vedere come ingurgitare bistecche alte tre dita da sdentati e cavalcare con le incontinenze urinarie ed emorroidi a gogo.
  5. Storia troppo breve (solo tre albetti a striscia) per ambire a una valutazione alta. C'è un buon spunto, quello dell'impostore che prende il posto di Carson per raggirare il tenente incaricato del trasporto dell'oro, ma il tutto viene sviluppato rapidamente, così come il giovane Kit troppo facilmente riesce a scoprire il nascondiglio di Carson. Storia che, con un adeguato sviluppo di sceneggiatura, poteva essere ancor più carina; così si fa leggere ma è troppo esile e lascia la stessa sensazione che ha un assetato dopo aver bevuto meno di mezzo bicchiere di acqua e finita la sua azione, si rende conto di essere rimasto comunque con la sete. Con la sparatoria finale, Tex si becca un "raffreddore di piombo" e si trova costretto a separarsi dai pards, rimanendo a Las Vegas dove è pronto a vivere in solitaria la prossima avventura. Da notare come di colpo, Bonelli in quelle storie non parla più di Guerra Civile e continua a prediligere una stretta continuity fra i vari episodi. Galep sempre validissimo e funzionale, tuttavia, rispetto all'episodio che lo precede, è visibile come il tratto sia più rapido e le vignette con sfondi meno curati; evidentemente la realizzazione della breve storia è caduta in un periodo di fretta delle consegne e ciò ha costretto il grande disegnatore ad adeguare i tempi di realizzazione. Esito comunque più che soddisfacente. Il mio voto finale è 6
  6. Saggio consiglio. Oltretutto ormai è saltata la mosca al naso a entrambi e si rischia di perdere del tutto il controllo e andare incontro a spiacevoli scenate ed eventuali provvedimenti disciplinari. Non credo sia il caso litigare e battibeccare per dei diversi punti di vista, d'altronde queste dispute di solito non hanno mai nè un vinto, nè un vincitore. La cosa migliore è riprendere fiato e far sbollire la rabbia. Calmate le acque tutto rientra nei binari e si comprende che è inutile "alzare i toni". Anch'io come te Leo, penso che il tutto è amplificato dal mezzo social. Son certo che dinanzi a un bancone di bar, certi dibattiti finirebbero con un brindisi e un sorriso, qui si rischia il ban. Non credo affatto che Valerio sia un troll, così come son certo che gente ferrata, sanguigna e appassionata come Diablero (che qui spesso rischia di rendersi presuntuoso e pedante) incontrata di persona, diviene un interlocutore piacevole e interessante; purtroppo conversando da dietro una tastiera viene meno il contatto umano e bisogna star ancora più attenti a evitare fraintesi e incomprensioni.
  7. Ero sicuro che Mauro avrebbe risposto così. Benchè si dica, FDA ha il suo indubbio spessore (lo ha anche deliberatamente ammesso!). Suppongo che qualche piccolo editing nei panni di curatore lo avallerebbe, sfumando nel possibile qualche passaggio meno convincente, ma onestamente scartare una sceneggiatura di questo calibro, dopo aver visto episodi controversi come il "Pistolero vudù", sarebbe da TSO
  8. In questa breve storia sono condensati parecchi elementi che hanno reso grande la saga: epicità, azione, tensione narrativa, scene al cardiopalma e sequenze dall'alta liricità compositiva (l'eccidio dei coloni con il salvataggio di Dick nella canna fumaria del camino ne è un fulgido esempio) Troviamo i consueti portatori di stellette ottusi, che in nome di freddi regolamenti mettono a repentaglio la vita dei propri sottoposti e nella pipa il buon senso, personaggi simpatici come Puzzy che "familiarizzano col lettore" e ti lasciano un alone di tristezza con la loro morte. Assedi, piani di difesa, e valanghe di piombo si susseguono senza soluzione di continuità e nonostante l'intreccio di trama non sia così intricato, ti lasciano il segno grazie al grande valore narrativo dell'autore. Unica nota dolente che riscontro, un finale troppo compresso in poche vignette ma nel complesso la storia è davvero splendida. Quelle sceneggiature che ti trascinano per potenza e finezza narrativa e ti tengono davvero ancorato alle pagine. Lettura davvero soddisfacente. Per ciò che concerne il comparto grafico, il lavoro di Galep è prezioso e raffinato. Rispetto ad altre prove del periodo, ho riscontrato una qualità ancora più sopraffina, con sfondi e vignette molto più accurati. Una vera delizia per gli occhi, nonché un valore aggiunto alla storia. Proprio di recente si è discusso sulla controversa pratica dell'uso delle AI nel mondo del fumetto: quando la tecnologia riuscirà a creare il pathos espressivo raggiunto in sequenze come l'eccidio dei coloni (citato pocanzi), mi ricrederò sull'argomento, ma permettetemi di dubitare: l'autore riesce a far "recitare" divinamente le sue creature cartacee e c'è molto più della semplice tecnica in quei volti tratteggiati a punta di pennino, un'anima che un computer non potrà mai possedere. Il mio voto finale è 8
  9. Ammetto di essere un lettore di seconda fascia, che dinanzi a una storia molto bella e coinvolgente come FDA, mette da parte le considerazioni sulla texianità (per una volta) e si sente libero di affermare che, a personale giudizio, è una prova di notevole spessore. Al contempo, non amando Nolitta su Tex, non mi sogno minimamente di dire che storie come "Giungla Crudele" non siano meritevoli. I puritani storceranno il muso dinanzi al mio giudizio? Perdonatemi, ma non me ne frega un'emerita cippa! Ognuno ha la sua sensibilità e i propri gusti e non permetto mai a nessuno di influenzare i miei pensieri. In fondo cosa dovrei fare, dare ragione a chi la pensa diversamente solo per farlo contento o per manifesti complessi d'inferiorità? Piuttosto, se viene meno la tranquillità di poter esporre il proprio punto di vista senza essere etichettato ingenuo o peggio, e occorre allinearsi a certe correnti di pensiero per essere considerati veri lettori di Tex, forse per la prima volta, dopo cinque anni, mi passa realmente la voglia di scrivere sul forum. Un sito come questo deve essere un "salotto" inclusivo, non divisivo. Le fazioni lasciamole alla politica e agli ultras calcistici. Tex in questa storia è un perdente e mostra debolezze fuori canone? E' un reato proporlo? Non credo. Tutti coloro che lo hanno apprezzato non sanno distinguere il verbo texiano? Forse è così ma è anche grazie a quei lettori che la saga è arrivata a festeggiare le settantacinque candeline. O credete che tutti amino l'eroe tutto d'un pezzo e infallibile? Quante volte Nolitta ha proposto un antieroe agli antipodi con gli stilemi? E dire che alcune di quelle storie (vedi quella di Jason) piacciono a tantissime persone: sono allocchi o ognuno ha le sue preferenze come giusto che sia? In Apache Kid, GLB per non cambiare le reali sorti del personaggio storico, è costretto a far fare tanti passi fassi a Tex e alla fine lo stesso è uno spettatore sconfitto, Bonelli voleva umiliare Tex? O per una volta ha voluto rendere più umano il suo personaggio? Per esperienza so, che forse avrei dovuto evitare d'intervenire nella disputa in un simile argomento, ma ci tengo sempre e comunque a dire la mia. P.s. Mi perdoni Letizia, ma nella vignetta citata da Leo, anch'io ho sempre tratto sensazioni positive; in un semplice gesto, la bevuta con un fraterno amico, non è l'alcol il fulcro della scena, bensì la compagnia e la condivisione. Si può brindare per celebrare una vittoria, per rendere meno amaro un boccone indigesto o per sfogarsi, ma ciò che più conta in quei casi è trovarsi accanto una persona che ti vuole bene e divide con te quei momenti importanti. In fondo siamo uomini che condividiamo tutto lo stesso amaro destino (l'inevitabile morte) e sulla terra non c'è nulla di meglio che circondarsi di persone amate durante il tragitto che è la vita. Tex non può farlo? Non può dividere col suo fratello di sangue certe emozioni? Non è texiano essere umani o per una volta fallibili? Forse, a voler essere rigidamente tradizionalisti, ma liquidare così sommariamente le intenzioni di un autore non è molto edificante.
  10. Scarse proporzioni, panneggio rozzo, mano destra con almeno sette dita. Se queste sono le illustrazioni del futuro, faccio bene a mollare tutto. P.s. Mi direte che le AI miglioreranno col tempo e posso credervi, ma io continuo a vedere tutto molto freddo e artificioso e il disegno è tutto un'altra cosa.
  11. Siamo sulla stessa fequenza di pensiero pard: anzi reputo che una ricostruzione virtuale come quella prodotta dalle AI con l'arte vera e propria ci azzecca ben poco. Artisti e disegnatori passano una vita a studiare e affinare la tecnica, evolvendo il tratto e cercando sempre la sintesi perfetta, ma alla base vi è sempre il talento e la dote naturale. Un grafico che maneggia un AI, non avrà bisogno di tutto questo, gli basterà solo padroneggiare il mezzo e tanti saluti. Non metto in dubbio che un domani l'esito sarà pure migliore dell'originale, ma il tutto mi sembra innaturale. Se io programmo e faccio creare un'illustrazione con lo stile di Leonardo, mica l'esito sarà farina del mio sacco, quindi che forma di arte è? Potrò mai dire che sono più talentuoso di Leonardo? Che senso ha, se non quello di cercar di speculare? (poichè gli editori ne approfitteranno per pagare pochi spiccioli e avere illustrazioni e quant'altro per le loro pubblicazioni, è inutile girarci intorno!) Poi ovviamente questo è il mio punto di vista. Un domani magari anche la musica verrà eseguita e composta artificialmente, ma le emozioni di un concerto saranno mai paragonabili a una forma così fredda di esecuzione?
  12. Beh, rispetto tutti i pareri, ma io rimango ancorato al mio. A me questa cosa mette una melanconia infinita. E non credo che l'eventuale l'abbattimento dei costi possa bastare a giustificare un simile innaturalezza. Preferisco, fin che posso, pagare per la mia passione sapendo che il mio denaro speso aiuta a sostenere professionisti che debbono sbarcare il lunario e mandare avanti le famiglie, anzichè finanziare programmi virtuali che finiranno col lucrare sulle opere altrui, non riconoscendone nemmeno un cent di royalty, arricchendo editori con pochi scrupoli. Sarò di strette vedute, ma questa tendezza a disumanizzare ogni settore creativo non mi va affatto giù. Va bene la tecnologia come ausilio all'opera umana, ma quando arriverà a sostituirla del tutto, significa che per l'uomo non ci sarà più spazio. Poco mi importa se in un vicino futuro le AI impediranno di distinguere un reale disegno di Villa da una rielaborazione virtuale, d'altronde quella rielaborazione sarà sempre e solo un freddo clone dell'opera dell'autore e se al fumetto togliete la componente magica (e fondamentale!) del disegno, che senso ha leggerlo?
  13. E' vero che la tecnologia è entrata di forza nel processo creativo dei fumetti, ma un conto è usare un pc come strumento per realizzare la propria opera (cercando sempre di far prevalere il proprio stile ed evitare l'omologazione e l'appiattimento che la grafica digitale comporta se non la domini a dovere) un altro è creare una sequenza narrativa con una "macchina" che saccheggia letteralmente sul web l'opera e l'intelletto altrui creando un puzzle di segni freddo e non del tutto amalgamato. Uno sceneggiatore avrà pure la possibilità di crearsi la sua storia da solo, ma quante volte il talento di un disegnatore è riuscito a rendere immortali e poetiche alcune scene che senza il suo contibuto di anima, non sarebbero state tali? Riuscirà mai una macchina a far questo? Magari in futuro sì, ma credetemi la cosa mi mette una tristezza immane poichè giudico il primo passo verso il declino definitivo dell'umanità quello di rinunciare all'unicità di ogni essere umano, affidando il tutto all'omologazione razionale e gelida delle intelligenze artificiali.
  14. Nel preciso istante in cui i fumetti non saranno più realizzati dai disegnatori in carne e ossa e affidati alle AI, smetterò di leggerli e acquistarli. Ma ciò vale per ogni forma d'arte, poichè reputo che dietro ogni opera di un autore c'è immaginazione, emozione, passione coltivata con anni e anni di sacrifici, sogni, anima, un messaggio da veicolare ai simili. Tutta l'essenza degli esseri umani in pratica. Niente di tutto ciò può essere sostituito da una macchina, per quanto intelligente.
  15. Condor senza meta

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Personalmente ritengo che (anche se consapevole che la storia non è di certo il massimo e che Nizzi ormai da tempo sia alla frutta), fra tutte le sue ultime storie del cosiddetto "Nizzi bis", questa sia quella che più delle altre meritava la regolare. "L'assedio di Mezcali" e la "Rupe del Diavolo" sono inferiori in qualità, ma a parer mio, sono state realizzate da disegnatori che davano più garanzie dinanzi al giudizio dei lettori tipici della testata. Alessandrini è un grandissimo professionista, ma con una cifra stilistica particolare che magari non accontenta tutta la platea "classica". Ripeto, non è certo una storia indimenticabile (scorciatoie e sbavature ce ne sono eccome) ma scorrevole e piacevole sì, e se son finite nella programmazione episodi sciapi (se non irritanti) come il Monaco Guerriero, il Pistolero vudù, Il breve riempitivo di Ruju dei gemelli e tante storie senza mordente di Faraci, non vedo perchè si dovesse gridare allo scandalo se ci finiva pure questa. Poco importa in fondo, ormai Nizzi rappresenta il passato, e spero che si possa tornare a leggere tante altre belle avventure futuro. Mauro d'altronde è una garanzia, Ruju sembra in ripresa e confido in Rauch e Giusfredi per un onesto turnover. "L'ottimismo è il profumo della vita" (cit.)
  16. Condor senza meta

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Dopo questa affermazione pard, mi sei simpatico a prescindere.
  17. Condor senza meta

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Ciao Antonello, in primis ancora congratulazioni per il tuo secondo soggetto (l'esordio è una stupenda soddisfazione, ma quando si riesce a bissare, è ancor più significativo e denota che la stoffa c'è e sono davvero molto contento per te). Per ciò che riguarda la scorciatoia narrativa (termine più adatto rispetto a quello scritto da me), ben lungi dal voler rinfuocare le vecchie e solite polemiche (non vorrei che parta il solito mantra) , ho specificato che non è una sola prerogativa di Nizzi e in ogni modo la mia non voleva essere una critica ma una constatazione personale. In fondo ci può stare in un'opera di fantasia uno snodo così per rendere più avvincente la scena del recupero. Nella realtà, così come fatto notare giustamente da @Carlo Monni , certi incartamenti senza prove fisiche e confessioni dirette, erano buone solo per poterci rullare il tabacco.
  18. Condor senza meta

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Stesso valeva per gli avvisi di taglia, ma non credo che strappandone uno decadeva "la caccia" Lo so, stiamo spaccando il capello in quattro, per un dettaglio anche poco influente ai fini narrativi, ma mi andava riportare la discussione su binari più consoni alla storia, poichè era da un po' che perdurava l'OT.
  19. Condor senza meta

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Per ritornare in topic, una delle "forzature" narrative che trovo nella storia (e non è la prima volta nè per Nizzi che per altri autori) quella del presunto memoriale che ricatta il villain di turno. Come ogni volta reputo un po' "elementare" che basti recuperarlo per dormire sogni tranquilli. Mi spiego: visto che un documento tale è di cosi tanta importanza, non capisco come mai non sia riprodotto in tot copie, e distribuito a tot notai, rendendo difficile il recupero dei malviventi (magari anche con l'ordine di pubblicarlo al primo tentativo di furto). Onestamente un "ricatto" così labile contro un pezzo grosso, pare il minacciare un elefante con uno stuzzichino.
  20. Condor senza meta

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Condivido in toto il tuo intervento pard. In effetti la tendenza di classificare la platea in lettori di serie A e serie B, l'ho notata spesso anch'io e ammetto che mi infastidisce un po'. Sia chiaro, in fondo m'importa poco, visto che non esiste alcuna legge insidacabile che può giustificare una simile catalogazione e ognuno è libero di leggere come meglio crede senza dover dar conto ad alcuno, ma il clima così diviene pesante e le conversazioni ne risentono, perdendo interesse e in un Forum questo non è positivo, a mio avviso. Come scritto nella mia ultima recensione, ritengo che l'imparzialità debba essere alla base di ogni giudizio, così come non sarà un parere (anche "autorevole") a farmi cambiare idea sulle bellissime storie di Nizzi da te citate. Magari sarò uno di quelli che "non sa leggere le storie" ma dormirò lo stesso! E questo non significa essere "Nizziano" ebete, visto che tutto il piattume prodotto nella sua fase decadente è stato da me giustamente criticato e il suo atteggiamento di shit nei confronti della saga e del curatore, ampliamente biasimato. Ma per quanto il recente Nizzi (autore e uomo), possa stare sulla pancia, non è corretto cancellare con un colpo di spugna ciò di buono che è stato fatto nel suo periodo d'oro. Lo trovo poco corretto.
  21. Condor senza meta

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    L'Italia, quel magico paese composto da poeti, navigatori, commissari tecnici e sedicenti curatori. Continuo a pensare che fin quando ragioneremo solo da lettori, non potremo mai avvicinarci alle reali dinamiche di una casa editrice. Se i numeri danno ragione a chi deve prendere le decisioni per arginare la grave crisi di vendita, evidentemente chi è in errore siamo noi, che quasi abbiamo la presunzione di insegnare il mestiere a chi di dovere. Richiamare Nizzi è stato un errore? Forse! Far scrivere Faraci su Tex non ha dato i risultati sperati? Vero. Ruju sceneggia a ritroso per il colpo d scena? E se anche fosse! Zamberletti non doveva finire sulla regolare? Vero pur questo ma come coprire l'eventuale buco di quei mesi? In fondo cosa deve fare l'attuale curatore per accontentare tutti, resuscitare con una seduta spiritica il vecchio Bonelli? P.s. Forse sarò strano io, ma di solito mi incazzo per cose più serie e non certo per la qualità non eccelsa di un fumetto. Come ogni opera, una storia può riuscire o meno e anche se un autore non riscontra più il mio gradimento, non intento una crociata contro chi lo produce. Qualità poi che è pur sempre soggettiva, poichè spesso quello che non piace a me, aggrada una buona fetta di persone, quindi di cosa si sta parlando? Onestamente credo che a furia di criticare la Bonelli, la cosa ci stia sfuggendo di mano. P.s.2 Meno male che Nizzi si sia tolto spontaneamente di torno, così almeno potremo tornare a discutere di altro pacificamente su questo forum.
  22. Condor senza meta

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Premessa: non ero affatto sicuro che questo maxi valesse la spesa, difatti fino all’ultimo sono stato indeciso se comprarlo o meno. Sapendo che ogni volta che si parla di Nizzi sul Forum bisogna usare i piedi di piombo, prima che io possa essere nuovamente etichettato o classificato “guelfo o ghibellino” (non sarebbe la prima volta e temo che non sarà nemmeno l’ultima) torno a specificare che, pur essendo cresciuto con le sue storie e averlo ammirato molto nel passato, sono il primo a riconoscere la sua inarrestabile involuzione creativa degli ultimi decenni e non ho mai lesinato le mie critiche in proposito quando il livello delle trame ha toccato punti molto bassi, d’altronde se si vuole giudicare un’opera d’arte, l’imparzialità deve essere l’unica rocca salda che non deve venire meno per essere credibili. Come già avuto modo di dire in precedenza, purtroppo noto che difficilmente i giudizi e i toni si mantengono tali da garantire un confronto pacato e costruttivo quando si discute del “famigerato” autore in questione: onestamente reputo decisamente fuori luogo alcune posizioni estremiste (sia “pro” che “contro”) come è piuttosto fastidioso essere delegati in una presunta fazione, se si esprime il proprio punto di vista; come se in fondo fosse un’offesa avere dei gusti che possano portarti ad apprezzare storie di tizio o patenti che denotino meriti ed elogi se si approvino storie di caio. Continuo a sostenere che la soggettività è il fulcro su cui ruota ogni punto di vista e che se non si torna ad avere rispetto e comprensione del parere altrui (soprattutto quando diverge dal proprio) non ha più tanto senso provare a intavolare conversazioni sul Forum: si finisce solo col litigare o insultare velatamente gli interlocutori che possiedono punti di vista non condivisi. Chiusa la parentesi (spinosa lo ammetto, ma bisogna sempre avere il coraggio di dire ciò che si pensa) torno a dedicarmi all’albo in questione, che in fondo rappresenta il nocciolo del topic. Ho fatto bene a spendere il deca per questo maxi? Si! La storia non è un capolavoro ma è onesta e scorrevole. Anch’io credo che rappresenti la migliore partorita nel periodo del “Nizzi bis”. L’autore mi ha dato l’impressione di chi, sapendo di avere ospiti a cena, decide di cucinare le pietanze che sa far meglio per non sfigurare. Magari in alcune portate manca un po’ di sale e in altre la cottura non è perfetta, ma nel complesso i manicaretti si presentano bene e soddisfano i palati dei presenti. Qualche critico potrà legittimamente muovere l’appunto che la cucina sia poco innovativa e non all’altezza degli Chef Gourmet, ma le ambizioni ai fornelli non erano rivolte alla valutazioni stellate e l’esito è comunque accettabile. Non è certo la prima volta che si tocca l’argomento della congiura e del tentativo di impadronirsi dei giacimenti della riserva Navajo: Nizzi in passato si è spesso cimentato con merito su questi soggetti e ci riprova per questa lunga storia affidata agli inconfondibili pennelli di Alessandrini. La sceneggiatura non è male e l’episodio scorre fluido non annoiando il lettore. Non mancano le scorciatoie narrative e i “casi fortuiti” che incanalano i nostri lungo gli snodi della vicenda, ma rispetto ad altre recenti prove poco riuscite dell’autore, stavolta la coralità del complesso attenua il senso di disturbo di queste sbavature. Potrei aggiungere che uno spunto così importante meritava più epicità e pathos in alcune scene, ma credo che Nizzi abbia di proposito appianato il tutto e con molto mestiere abbia reso accettabile l’esito finale. Buona la soluzione della divisione dei compiti tra i pards, discreti i dialoghi e un’azione dei nostri alquanto consona e scevra di eccessive piccionaggini. Una lettura d’evasione soddisfacente che ti tiene incollato alle pagine e si fa apprezzare. A mio avviso la miglior prova di Nizzi da Athabaska Lake a questa parte. Considerato il livello onesto della prova e la garanzia di tradizionalità dello stile (che parecchi lettori sul web ammettono di apprezzare) è un peccato che lo sceneggiatore abbia chiuso malamente con la redazione. Utile sarebbe stato nel turn over, dove il suo classico manierismo avrebbe potuto alternare le storie più ambiziose di Borden e quelle regolari di Ruju, appagando diverse tipologie di palati (non a caso Mauro aveva avallato il suo ritorno dopo dieci anni di silenzio), purtroppo il carattere non proprio tenero e la presunzione di ritenersi il solo detentore del verbo texiano lo ha portato alla sua biasimabile uscita di scena e a noi lettori non rimane che prenderne atto. Scusandomi per la mia consueta mancanza di sintesi, riassumo il mio giudizio: storia che mi è alquanto piaciuta e che ben lungi da poter essere annoverata tra i capisaldi della serie, fa la sua onesta figura e poteva pure apparire sulla regolare (si è visto ben di peggio in passato). Alessandrini è un grandissimo professionista dallo stile inconfondibile e parecchio imitato da alcuni colleghi (Torti, Filippucci, De Vescovi etc.). Tuttavia, al netto di una prova decorosa e positiva, continuo a trovarlo non indicatissimo per una saga come Tex, anche a causa del tratto grottesco e quasi caricaturale delle sue figure (che ha fatto la ricchezza di MM ma non è eccessivamente azzeccato per una saga più classica come quella del ranger). Non mi hanno convinto troppo le fattezze dei pards, con Kit troppo simile al padre e un Tiger alquanto sgraziato. Anche Parker sembra più un Java dimagrito che un indiano e Lola è la copia sputata della svampita Angy. Comunque è un autore che merita la mia stima, poiché ho sempre ripetuto che preferisco uno stile personale e riconoscibile, seppur sintetico, a uno dettagliato e ricercato ma al contempo freddo e anonimo. Il mio voto finale è 7
  23. Condor senza meta

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Concordo, in effetti l'autore ormai si è inaridito da tempo. Ripeto quello che ho scritto in un recente commento: ogni volta che il discorso verte su Nizzi si tende a snaturare la conversazione estremizzando all'eccesso le posizioni. Ormai, dopo un lustro presente sul forum, ci ho fatto il callo alla cosa e ho perso interesse a seguire queste accese (e in fondo sterili) querelle.
  24. Condor senza meta

    [26/27] Frecce Nere

    La grandezza di un narratore è quella di riuscire a coinvolgere il lettore e appassionarlo anche quando lo spunto di soggetto è alquanto basilare. A mio avviso Bonelli non ha rivali su questo aspetto, visto che riusciva a elevare qualsiasi trama, con il suo stile innato e tanta fantasia. Come tante prove del periodo "Frecce Nere" non brilla per complessità di intreccio, ma la sceneggiatura è brillante e la tensione narrativa molto accattivante. L'autore ripesca i Figli del Sacro Bisonte e crea un seguito molto carico di azione e pathos. L'incipit con la strega ai margini della riserva che predice il futuro ai tre pards è già un tocco di classe, una di quelle sequenze che, senza ben capire il perchè, ti rimangono impresse nelle memoria e provano la grandezza di colui che le ha concepite. La storia preosegue con il lungo assedio degli indigeni che operano sotto l'effige del Bisonte e le difficoltà dei nostri, costretti ad asseraggliarsi dentro la Tigre di Pietra, in attesa dell'arrivo di Kit con i rinforzi. Davvero ben escogitata la doppia minaccia, visto che, oltre agli indiani, Tex e Tiger e i tre cercatori di tesori, dovranno vedersela con una misteriosa minaccia che giace tra le acque della cisterna del tempio. Un tocco di esotico a tinte horror che aggiunge tensione alla già carica vicenda e che svelerà la presenza (improbabile ma a effetto) dell'anaconda tra i mendri della pozza. Il finale appare un po' velocizzato, ma non inficia la buona riuscita dell'episodio. Da notare, come stavaolta Tex e Tiger riescano a tirarsi fuori dai guai senza l'aiuto dei Navajos, giunti sul luogo dello scontro ad assedio finito. Storia molto godibile e che, rispetto ad altre del periodo, regge molto bene il confronto col tempo. Molto ben assortito e ormai affiatato il duo Galep-Gamba ai pennelli. Come di consueto un'elevata resa e perfetta sintesi di tratto che coniuga dinamismo e buona capacità narrativa. Particolare l'effetto notturno creato nelle ultime strisce: semplice ma davvero efficace. Il mio voto finale è 8
  25. Storia che reputo di grande spessore. Nizzi in quegli anni era ancora ad alti livelli, ma purtroppo sul forum si tende sempre troppo spesso a dimenticarli quei periodi. P.s. Mi spiace per il nostro buon Diablo, ma se alcuni episodi non li rilegge da oltre trent'anni, il suo giudizio in proposito è poco affidabile
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