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TWF - Tex Willer Forum

Condor senza meta

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Condor senza meta

  1. Tutti siamo concordi sul dire che la collana Tex Willer sia un successo (anche se il merito è di Mauro che ha corretto e stravolto la boiata d'idea di Airoldi), ma al netto di una pubblicazione positiva, quanti albi mediocri e anonimi ci siamo sorbiti in questi anni tra raddoppi di maxi, color, bis e chi più ne ha, più ne metta? Rendere semestrali collane come i color, i maxi, gli speciali Tex Willer e i cartonati, significa voler prendere per sfinimento i lettori e spingerli ad antipatiche scelte in edicola. Il troppo stroppia, come si suol dire, e credo che la misura sia quasi colma.
  2. Comunque a parte tutto, trovo molto interessante il dato che quasi il 90% dei forumisti che ha risposto al sondaggio, segue la saga Tex Willer. Successo che denota quanto sia fondamentale la qualità nelle storie. Un eventuale sondaggio degno di nota sarebbe quello di rispondere alla stessa domanda, testata per testata. Mi sbaglierò, ma a parte i texoni, dubito che le altre collane raggiungerebbero percentuali simili!
  3. Solo perchè non possono clonare te e Ruju .
  4. Ho appena risposto alle domande del sondaggio. Peccato solo che non siano palesi le votazioni, ma prevedo che sul forum le percentuali saranno plebiscitarie. Un lettore assiduo e "storico" della collana, difficilmente può avallare questa politica di marketing, atta sopratutto ad aumentare le pubblicazioni solo per gli introiti delle vendite, anche a costo di pregiudicarne la qualità e il lavoro adeguato degli autori. Purtroppo siamo evidentemente una minoranza, visto che i numeri sostengono queste scelte redazionali e le uscite continuano a proliferare. Le mie risposte: 1. No 2. Vorrei mantenere la serie regolare e poco altro (Tex Willer, Texone, 1 Speciale Tex Willer, 1 Cartonato, 1 Maxi con storia unica) 3. Sì 4. La serie regolare e uno speciale
  5. Ora ho capito perchè era un fuorilegge: sicuramente pendeva sul suo capo una denuncia per abusivismo edilizio. Molto probabilmente il P.R.G. della riserva non prevedeva la zona edificabile, e per non rischiare di essere recidivo, il nostro Aquila della Notte ha deciso di scegliere una struttura precaria amovibile.
  6. Condor senza meta

    [745/747] Vancouver

    E si torna a mettere il dito nella piaga: dovendo proporre decine e decine di sceneggiature per colmare la crescente proposta editoriale, si rischia sempre più di comporre col pilota automatico e meno coinvolgimento. In effetti dover seguire più storie in contemporanea, per dar lavoro ai tanti disegnatori all'opera sulla testata, non è del tutto semplice e temo che, con l'incombenza delle scadenze, alcuni autori non riannodino come si deve i fili narrativi. Aggiungi la difficoltà di scrivere un personaggio come Tex e il dado è tratto. Il tuo concetto è chiaro e plausibile, e purtroppo anche la "mancanza di profondità" è figlia dei tempi, a mio avviso Oggi al fruitore devi dare tutto e subito, che si tratti di musica, cinema, arte e letteratura. Il mercato incombe e mi duole ammetterlo, anche una serie come Tex si sta piegando alle sue leggi; i tempi cambiano e non sempre in meglio, ma purtroppo si può solo adeguarsi; fermare le mutazioni è impossibile.
  7. Condor senza meta

    [745/747] Vancouver

    Per come è stata montata e illustrata la scena, Carson avrebbe dovuto realmente sparare alle spalle (sia per ferire o accoppare il feroce avversario) e per quanto sarebbe stato un gesto giustificabile visto il bieco nemico, "puzza" sempre un pizzico di vigliaccheria e credo che Ruju non se la sia sentita di proporla come sequenza. Magari si poteva subito dopo escogitare che Kircher, allertato dall'arrivo del Vecchio Cammello, cercasse di estrarre la colt voltatondosi, venendo puntualmente disarmato, in una azione che già richiama un duello più pulito e frontale ma l'autore ha scelto altrimenti e adesso diviene inutile discuterne per pagine e pagine. Il grande Bonelli, avendo creato il personaggio, poteva liberamente renderlo implacabile giustiziere o clemente a seconda delle situazioni, in fondo non doveva dare conto a nessuno, era suo diritto farlo; non è più lo stesso per gli autori attuali che si trovano costretti sempre a maneggiare con cura il prezioso eroe ereditato. Qui si accusa Ruju di aver reso troppo compassionevole Carson, ma se avesse deciso il contrario e realmente avesse scaricato un caricatore alle spalle del verme, son certo che un'altra flangia di lettori avrebbe chiesto la "crocifissione" dell'autore e del curatore. Chi accontentare? Per una sigaretta citata da Mauro, anni fa si scatenò un putiferio, se oggi si usassero con nonchalance gli epiteti razzisti di bonelliana memoria, sappi che fulmini e terminali sulla redazione. Secondo me nessuno vuol cancellare quarant'anni di gioielli bonelliani, è solo che i tempi sono realmente cambiati e gli adetti ai lavori (vuoi o non vuoi) sono costretti ad adeguarsi per andare incontro alla società e gusti attuali. Unica sorta di compromesso per cercar di coniugare l'ideologia originaria del personaggio con la mentalità e moda attuale (giuste o sbagliate che siano). O noi "boomer" ci rassegniamo o realmente possiamo smettere di comprare gli albi inediti e chiediamo una ristampa integrale delle storie di Bonelli.
  8. Mi son trovato a rileggere (e commentare) una delle storie più controverse dell’intera saga. Avete presente l’ora notturna tra le tre e le due, quando è previsto il ritorno dell’ora solare? Sessanta minuti che, qualsiasi cosa tu faccia (dormire, leggere, ballare, amoreggiare) ufficialmente allo scoccare delle tre, non sono esistiti. Un’ora fittizia in parole povere. A par modo, questa lunga e avvincente avventura di Bonelli, alla fin dei fatti è stata idealmente cancellata dalla saga per via della celebre incongruenza che contiene. Lo stesso papà di Tex la spodestò, quando agli inizi degli anni settanta, decise di comporre la notevole “Tra due bandiere”, ambientandola anch’essa durante la Guerra Civile americana, ma negli anni in cui Tex era giovane e il figlio ancora doveva essere concepito, contraddicendo così del tutto il finale dell’episodio che sto commentando. Dopo questo precedente, anche altri autori in seguito, (vedi Nizzi e Boselli), hanno tenuto per buona la seconda soluzione, così che della povera Manuela Guzman nella cronologia ufficiale della saga, non c’è più un vero posto. Se la storia fosse stata mediocre, l’opera di revisione sarebbe stata quasi indolore, ma si dà il caso che “L’enigma dell’Ippocampo” sia una bella storia, strutturalmente parlando e questo mette un po’ di rammarico. Inutile ribadire le eventuali ragioni di un simile “svarione”: Bonelli sceneggiava di getto e quando trovò l’idea giusta per rappresentare in maniera adeguata ed epica la triste carneficina americana, non ci pensò su due volte, e sciolse le vele alle correnti della fantasia, con gli esiti che quasi tutti conosciamo. D’altronde è possibile che durante la realizzazione della presente storia a strisce, l’autore, non essendo sicuro della durata della vita editoriale del suo personaggio, non diede peso alla programmazione e compose a braccio, per poi rivedere la sua scelta, appena la testata stava ormai vivendo un’epoca d’oro e richiedeva la realizzazione di storie altisonanti. Chiusa la doverosa premessa, tornando all’Enigma dell’Ippocampo, ribadisco che la sceneggiatura è valevole e la lettura scorre veloce e piacevole. Lo spunto di trama è interessante e il tutto è arricchito dalla presenza di una villain tanto affascinante, quanto ostica. Indizi, riunioni segrete, medaglioni e inseguimenti e trappole popolano la prima parte del lungo episodio. Scoperta la cospirazione, Tex, Kit e Carson passano al contrattacco, sconfiggendo la bella messicana in una avvincente battaglia tra le mura dell’hacienda. Tex risoluto, ben spalleggiato dai pards non si crea problemi ad allearsi con i suoi attentatori pur di sconfiggere i nemici e anche il giovane Kit, sebbene si faccia imprigionare per l’ennesima volta, se la cava alla grande anche da solo durante la prigionia. L’episodio poteva anche già chiudersi, ma Bonelli in preda alla verve creativa volta pagina e ci dona una seconda parte ancora interessante, con l’innesto di altre canaglie degne di rilievo come il Lobo. Ho sempre pensato che GLB fosse come un autista di bus che, caricati a bordo i passeggeri (lettori), li conduceva a spasso tra le piste dell’avventura, seguendo itinerari sempre vari e lasciandosi trascinare dall’improvvisazione durante il tragitto. Proprio di recente, su un altro topic, si è discusso sulla metodologia compositiva degli sceneggiatori. C’è chi segue uno schema ben definito di soggetto, chi dalla fine compone a ritroso e chi si lascia trascinare dalla ispirazione del momento. Di certo Bonelli rientrava nel terzo gruppo e anche stavolta ne troviamo le prove: la bella Guzman ci viene dapprima presentata come una feroce avversaria (a tratti pure sadica, visto che non si priva di lasciar divorare dagli alligatori nemici e alleati non abili), per poi col proseguo della storia, trasformarsi in una patriota, vittima dal tradimento del Lobo. Come prassi consolidata, l’autore le dona un degno finale tragico e il lettore finisce per provare empatia, dopo averla quasi disprezzata all’inizio. Tempi genuini in cui la programmazione non era di casa e le incongruenze non infastidivano i lettori, che cercavano solo lo svago per leggere belle storie. Al giorno d’oggi, con un pubblico più esigente, simili scelte sarebbero fatte a pezzi dalla platea. Cosa aggiungere sulla prova di Galep? Nulla! Ormai raggiunta una buona sintesi e maturità espressiva, il compianto artista materializza con estro e rapidità le fantasie dello sceneggiatore e l’ottima intesa si vede, considerando l’esito efficace e impeccabile. Ho scoperto pure che la Guzman fu realizzata con le sembianze di Tea Bertasi, ma mi chiedo se fu solo idea di Galep o Bonelli si divertì, per ripicca, a far dipingere come una pericolosa maliarda la ex moglie. Il mio voto finale è 8
  9. Condor senza meta

    [745/747] Vancouver

    Tranquillo Led, la mia era solo una bonaria precisazione. (Anche alquanto scherzosa, non a caso ho inserito la faccina ridente)
  10. Condor senza meta

    [745/747] Vancouver

    Troppo riduttivo definirla solo una bella storia. Direi piuttosto che è una pietra miliare della saga. La crudezza di Tex in quell'epica avventura, descritta magistralmente da Bonelli, raggiungeva livelli al limite, poichè era mossa da una ragione sacrosanta: si dà il caso che il proprietario del battello si era macchiato non di un crimine qualunque, bensì aveva contribuito ad assassinare la dolce Lilith con il suo orrendo piano del vaiolo. Non prendertela pard, ma il verbo Bonelliano, se citato come riferimento, non merita questa approssimazione.
  11. Condor senza meta

    [745/747] Vancouver

    Ci sono storie che possono essere scritte a briglie sciolte e spunti che vanno sviluppati a ritroso. Mi viene in mente un vecchio e famoso film di Buce Willis "Il sesto senso": a mio avviso è ovvio che tutta la sceneggiatura della pellicola fu ordita e sviluppata per il colpo di scena finale. Non potrebbe essere altrimenti, visto che poi a ritroso tutti gli indizi disseminati nella trama devono trovarsi al posto giusto. E' un difetto? Se la sceneggiatura è scritta bene, no di certo! Anzi... Ruju eccede troppo con questa tipologia di spunti e non sempre riesce a rendere fluido il percorso compositivo? Sono d'accordo, ma da questo a dire che non è capace di sceneggiare Tex, ce ne vuole.
  12. Condor senza meta

    [745/747] Vancouver

    Solo la scorsa notte sono riuscito a completare la lettura dell'ultimo albo che chiude la storia ambientata a Vancouver. Certamente non è semplice commentare un episodio, dopo che si è praticamente sviscerato tutto punto per punto; posso solo ribadire che, tutto sommato, le impressioni positive dei primi due albi sono state preservate e sebbene il terzo albo cali un po' di tono e mostri qualche punto labile, la prova di Ruju si mantiene di buon spessore. Già l'ambientazione e la trama più ambiziosa, fa sì che l'episodio assuma un'importanza maggiore rispetto alla consueta media "rujana". L'autore costruisce bene l'ossatura della trama, donando una caratterizzazione valida alla bella Angela, mantenendo al contempo discreto il ritmo narrativo e l'azione dei pards. Anche la presenza di Kircher è un punto di forza, visto che il villain si rivela una bel fiore di canaglia ed estremamente pericoloso. Se non fosse stato per un terzo albo meno lucido e ispirato, che sciupa la possibilità di sfruttare l'episodio storico dell'incendio e defila Angela sullo sfondo, stemperando troppo il pathos emotivo col Vecchio Cammello, avremmo potuto asserire di trovarci al cospetto della migliore storia di Ruju sulla testata. Purtroppo l'autore sardo nuovamente sul più bello, manca la zampata decisiva per raggiungere il suo agognato capolavoro e, personalmente, mi dà l'impressione di soffrire le scene epiche e di azione pura. Non mi va di entrare nel merito nelle tante disamine delle sequenze; a dire il vero avevo cercato di recuperare la lettura di tutti i commenti precedenti ma ho finito per desistere. Per me la verità sta sempre nel mezzo: da un lato si può anche concordare sul fatto che l'autore utilizzi uno stile compositivo molto atto all'eclatanza scenica che a tratti può risultare stucchevole e controproduttivo, ma è pur vero che il ricercare sempre il verbo bonelliano a distanza di quattro decenni dalla sua uscita di scena è pura utopia. Ci sono autori (vedi Mauro) che riescono, in qualche modo, a coniugare innovazione e tradizione, ma non si può pretendere che ogni sceneggiatore che si approcci a Tex, possa reincarnare Gian Luigi Bonelli. I tempi cambiano, i personaggi del fumetto pure. Possiamo giustamente interrogarci quanto lo stile moderno di scrittura e il politicamente corretto di oggi, possa via via allontanare il nostro eroe dalla visione del suo padre creatore, ma in fondo è una legge naturale che tutto si trasformi per adattarsi e anche un fumetto longevo e celebre, non scappa alla regola. Chiusa parentesi, Ruju promosso con qualche riserva, ma la sua attuale ripresa fa ben sperare per un livello qualitativo idoneo per il futuro. Pazienza se non uscirà il suo capolavoro, ma se le storie si mantengono così, metto una firma. Chiudo con un elogio strameritato a Mastantuono. Il suo processo di evoluzione è sorprendente e lo sta portando a diventare un disegnatore cardine della saga. Tavole espressive, una maestria non comune nell'utilizzo dei neri e dei chiaroscuri (a tratti mi ricorda il miglior Ortiz su questo aspetto), una buona dinamicità di narrazione e paesaggi da urlo. Mi piacciono moltissimo gli effetti che utilizza per tratteggiare le chiome dei suoi personaggi e tutto il campionario delle retinature manuali è molto valido. Tratto che si sta arricchendo ma non perde minimamente il suo fascino e lo "sporco" che contribuisce a far fare il salto di qualità a parecchie sceneggiature. In primis non lo apprezzavo un granchè, lo ammetto, ma oggi è riuscito a rapirmi e lo annovero nella lista dei migliori disegnatori della scuderia. Il mio voto finale è 8
  13. Ovvio Dix, ero ironico infatti, come lo sono stato finora in tutti i commenti del topic.
  14. Tu ci scherzi Franco: se lo scopo di questi fantomatici bollini, per la redazione, è quello di indurre il lettore ad acquistare l'albo, Mauro che contribuisce con la sua professionalità a tenere in piedi la testata, lo meriterebbe davvero! Però concordo con Diablero, finiamola di suggerire patacche ad Airoldi, se no, non ne usciamo più!
  15. Eh sì Franco, visto l'andazzo attuale, a maggio, il bollino tricolore può metterlo la Panini nelle storie di Amelia ambientate alle pendici del Vesuvio.
  16. Solo 1.300 chilometri di distanza: pensavo peggio! Comincio a sellare il cavallo!
  17. Perfetto! Trovata la location ideale per il prossimo raduno del forum.
  18. In anteprima, la bozza del bollino che "ornerà" le copertine nel 2024.
  19. Sai cara @Letizia, paradossalmente, inutile per inutile, un bollino piccolo in basso a destra disturberebbe meno che in copertina. Così i pataccari della redazione potrebbero propinarcelo 110 volte al mese sulla regolare, per un totale di 1430 all'anno. (Che goduria!)
  20. In effetti, a prescindere dal fatto che si possa essere infastiditi o soprassedere al bollino, la conversazione rimane alquanto sterile. Non tocca a noi forumisti decidere, quindi "azzuffarsi" lascia il tempo che trova. P.s. Da milanista, proporrei di inserire lo scudetto tricolore nelle cover quest'anno!
  21. Caramba! I triangolini nell'angolo superiore sono davvero un aborto! Credo che qualcuno se ne sia pure accorto in redazione, visto che che, fortunatamente, non sono stati più riproposti (o almeno, in alcuni casi solo nelle finte copertine dentro il cellophane) Chissà se prima o poi, subiscano la stessa sorte questi famigerati bollini (utili come il due di bastoni quando la briscola è a coppe!)
  22. Più che altro tocca a me scusarmi pard, visto che nella fretta ho travisato la tua frase e son "partito in quarta", fuorviando peraltro pure Mauro, non citando il commento a cui stavo rispondendo. Un bel pastrocchio, insomma. Infatti Jeff: una copertina un po' sottotono stavolta, ma può capitare!
  23. Perdonami Mauro, ma quando leggo "che l'errore è dare a Galep meriti che non ha" mi viene naturale rispondere in quel modo. Magari ho frainteso la frase e me ne scuso, ma non è la prima volta che leggo sul forum critiche che trovo esagerate nei confronti dell'autore. Nè tantomeno volevo paragonare l'arte di Galep e Villa, poichè per me equivarebbe a chiedere "se voglio più bene a mamma o papà" Neanch'io e ci tengo a precisare che il mio intervento non era rivolto alla sua risposta. Bensì a una frase di un altro utente che mi ha un po' disturbato.
  24. Però detta così, sembra quasi che Galep copiasse solo di paro e paro le sue cover e onestamente mi sembra ingeneroso, non soltanto dirlo, ma pure pensarlo. E' innegabile che alcune cover fossero "ispirate" da locandine d'oltreoceano (in rete è comprovato visto che viene mostrato il raffronto) ma rappresentano solo una piccolissima parte rispetto alla mole immensa di copertine da lui realizzate (considerando albetti a striscia, albi d'oro, albi giganti e via dicendo). Lavorando con quei ritmi suppongo che alcune scorciatoie, quando possibile, fossero per lui doverose, almeno per poter dormire qualche ora notturna. Sostenere oggi che Galep non fosse capace di dare un'espressione voluta al suo eroe e si limitasse solo a riprodurre quelle di riferimento è a mio parere una bestemmia texiana. Non scherziamo dai! Oggi le cover saranno pure più moderne e "tecniche", ma il papà di Tex, nel pieno della sua verve artistca (non me ne voglia Villa che adoro), riusciva a dare un'anima ai suoi disegni di copertina, che raramente scorgo nei suoi successori.
  25. Qualcosa, a dire il vero, mi convince poco pure nell'anatomia di Tex stavolta: sembra dare l'impressione di una testa troppo piccola in proporzione alle spalle e un avambraccio troppo lungo. Affiora a tratti l'impressione che, dopo quasi trent'anni di cover (in tutte le salse considerata pure la CSAC e le cartoline della Nuova Ristampa) il grande Claudio cominci ad accusare un po' di stanchezza. Tuttavia, conoscendo bene la difficoltà del disegno anatomico, la mia non vuole essere affatto una critica alla sua innata arte, bensì una semplice constatazione personale, un po' fine a se stessa. Rimane sempre uno dei miei disegnatori del cuore e la stima nei suoi confronti è immensa.
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