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TWF - Tex Willer Forum

Condor senza meta

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Condor senza meta

  1. Son contento del debutto di Rubini sulla regolare. A mio avviso è un giovane disegnatore di grandissimo talento e merita tale vetrina.
  2. Legittimo il tuo punto di vista Gilas, ci mancherebbe, ma in fondo qualcuno potrebbe dire altrettanto in merito al tuo "colorito" intervento, in un topic creato appositamente per discutere dei bollini.
  3. Come già scritto sulla chatbox, a me non piace affatto l'ennesimo bollino e mi trovo sulla stessa frequenza di pensiero espressa da @Diableronel topic. Concordo con @Mister P: quello celebrativo dei 50 anni del personaggio (anniversario "tondo" imho importante da celebrare) oltre a essere davvero "straordinario" (e unico per il periodo), aveva pure un suo perchè; al giorno d'oggi, oltre ad abbondare di evitabili "patacche", l'esito delle stesse è molto pesante e antiestetico. Prendendo per esempio l'ultimo bollino: invasivo, troppo grande e una stilizzazione al limite della caricaturale. Un minino di studio grafico in più prima di coniarlo, è chiedere troppo? Poi, non bastava proporlo solo sul numero di settembre, effettivo compleanno del nostro eroe? Che necessità c'era di sorbirselo per 12 mesi, su regolari, ristampe e infiniti extra? Un anno si citano le 80 primavere della casa editrice, in un altro i 75 di Tex, sulla giovane saga il 50° numero, a breve verà coniato pure quello per i 70 anni della comparsa di Kit Carson, per i 60 di Kit e via dicendo. Ripeto: non saranno i bollini a farmi smettere di comprare gli albi, ma davvero sono così necessari? A volte sembra proprio che si voglia "topolinizzare" il format Bonelli. P.s. Le copertine adesive alla Cioè (ricordate la rivista giovanile anni '80-90?) a quando?
  4. Più che la parziale tendenza a defilare Tex dalle storie (non è sempre così a onor del vero) ciò che più mi preoccupa è il notare che, recentemente, Mauro sembra a tratti perdere un po' di fluidità narrativa nello sviluppare le sue intricate trame. Alcuni esempi sono la storia dei Nethade, il ritorno della Montoya, Sierra Nevada e parzialmente l'episodio con Cortina su Tex Willer. A mio avviso, visto che toccano a lui le storie più importanti (Ruju e altri sono solo comprimari) a volte rischia di strafare. Qualche episodio più classico e arioso, come lui sa ben comporre, non guasterebbe.
  5. Felice anno nuovo pards

    2022-Buon-anno.jpg

  6. A dire il vero pard, personalmente non vedo tutto questo accanimento nello specifico. Come ogni opera, ad alcuni utenti può piacere e altri meno. In casi come questo, finisce che i commenti negativi sono destinati a fare più "rumore", ma ritengo che in un forum tematico sia sacrosanta la critica, soprattutto se espressa con garbo ed educazione, come finora è stato fatto. Se @Exit non apprezza l'andazzo della serie e decide di smettere, motivando la sua decisione con giudizi personali (opinabili come ogni giudizio ma al contempo degni di rispetto) non vedo perchè non possa scriverlo. Poi ognuno di noi è libero di condividere il suo pensiero o scrollare e andare avanti.
  7. L'albo è introduttivo ed è palese che la "vera narrazione" partirà dalla prossima uscita. Credo che influisca parecchio in alcuni giudizi non positivi, l'assenza di Tex (non potrebbe essere altrimenti visto che è un flashback nel passato di Cochise), ma già dal prossimo mese dovremmo rifarci vedendolo in piena azione. L'introduzione sul passato di Cochise ragazzino è una scelta comprensibile dell'autore ma magari su un albetto di 64 pagine rischia di delegare troppo ai margini il protagonista; l'avrei vista più adatta su un Magazine a lui solo dedicato. Ormai mi par chiaro che i ritmi narrativi della serie, dopo un primo episodio dai tempi serrati, si siano attestati in linea con la regolare, anche per via delle storie ben intrecciate di Mauro che richiedono un adeguato sviluppo e alcuni albetti lasciano l'impressione di essere "brevi". Sulla serie le storie di Borden sono le più interessanti e ricche, ma credo che siano quelle che più di altre varrebbe la pena leggere tutte di fila, ma chi riesce ad aspettare sei mesi senza godersi la lettura dell'albo? Un albo un tantino prolisso ma più agevole rispetto ad alcune sessioni della storia con Cortina. Fa parte dello stile dell'autore ormai una narrazione che predilige nozioni e dettagli anche a discapito della fluidità, ma come ogni sua opera va analizzata e giudicata alla fine, nella sua completezza. Il sottoscritto apprezza molto sulla nuova serie la continuity e l'abbozzo di cronologia del passato del nostro eroe, incastrando gli episodi nei buchi lasciati dal grande Bonelli, ma non vorrei che il desiderio di dare anche una ferrea plausibilità con la vera storia del west, rischi di vincolare troppo la fantasia e gli spunti narrativi. Mauro si è spesso difeso bene su questo campo sulla regolare, ma alla lunga si rischia di rimanere imbrigliati. Documentazione e nozioni storiche vanno bene, ma la fantasia e l'avventura, a mio avviso, hanno sempre l'assoluta precedenza in un fumetto come Tex.
  8. Condor senza meta

    [15/16] Il Fuoco!

    Storia dal classico canovaccio western. Soggetto non originalissimo, ma sceneggiatura esplosiva e dialoghi da urlo. La grandezza di Bonelli va ricercata pure in questi dettagli: pochi autori sono stati in grado di rendere così avvincenti e uniche storie che sulla carta non avevano uno spunto di base particolare. Anche i villain, sebbene non dalla caratterizzazione così sfaccettata, divengono perfetti ingranaggi per la trama e si rivelano molto funzionali. Tex poi è all'apogeo della forma e vederlo all'opera è un vero piacere. Il grande GLB ci dona pure un'ottima comprimaria e non mi stupirebbe se Tex ci avesse fatto un pensierino durante la strenua lotta La storia ha un'ulteriore caratteristica che la contraddistingue: con la morte di Freccia Rossa, Tex diventa capo dei Navajos e di fatto si raggiunge la sua completa formazione fumettistica. Proprio per far gli onori alla salma del suocero, il ranger commette un errore di valutazione, che rischia di mettere a repentaglio la vita di Nellie. La prova che la tesi che il Tex di Bonelli fosse infallibile è errata; di certo però l'eroe rimedia sempre alla grande ai suoi eventuali passi falsi (in alcuni casi necessari per tirare avanti una trama, sai che noia se il protagonista non avesse mai imprevisti!). Anche nel caso specifico, la sua freddezza e decisione, gli permettono di mettere in scacco gli avversari e sconfiggere su tutta la linea i villain della vicenda. L'epilogo è un po' troppo affrettato ma la storia è comunque molto effervescente e merita un sentito elogio, grazie anche ai disegni sempre più sicuri ed eleganti di un Galep, in piena verve artistica. Non sarà la storia migliore del periodo e magari non appare originalissima a una rilettura, ma è indubbio che mi sono molto divertito ed è questa l'unica cosa che conta. Il mio voto finale è 8
  9. Sempre molto interessanti i video promozionali del nostro Borden. Piccola curiosità personale: dal minuto 3:22 del video, una piccola parte in basso a destra della stampa della prossima copertina che Mauro tiene in mano, è oscurata. Cosa si cela dietro quel piccolo cerchio opaco? Non credo un aumento di prezzo, visto che il logo apposito si trova a sinistra. Inoltre nella schermata piena della copertina (minuto 2:39), non si scorge nulla di particolare, quindi mi sfugge cosa possa esserci nell'anteprima di stampa, da indurre il creatore del video a oscurarlo. Chissà se Mauro vorra svelarci questo arcano!
  10. Condor senza meta

    [Speciale Tex Willer N.5] Rancheras

    Ormai sappiamo per certo, che questo episodio filler, pensato originariamente per la serie mensile di Tex Willer, è stato dirottato nello speciale invernale, per coprire la seconda uscita, nell’anno in cui la pubblicazione è stata resa semestrale. Non stupisce quindi che il livello non è eccelso, visto che presumibilmente Ruju lo ha composto nella fase di stanca che lo ha caratterizzato in passato. A guardare il bicchiere mezzo pieno, viene da pensare che non è stato un male che una storiellina così insipida non sia finita sulla regolare, con tanto di due mesi di attesa per poterla leggerla tutta intera. Ma al contempo, se si valuta il bicchiere mezzo vuoto, si biasima la scelta redazionale di raddoppiare anche questo format e soprattutto la mia decisione di aver investito denaro per questo episodio senza pretese. Finora non ho perso nessuno speciale di Tex Willer, ma dopo la prima grande delusione con Recchioni, la prova evitabile su Mefisto e questa ulteriore “copertura editoriale” senza lode, comincerò a valutare di caso in caso se vale la pena comprare due volte all’anno albi di questo format. “A ogni azione, corrisponde una reazione uguale e contraria” quindi se la Bonelli è libera di moltiplicare a proprio piacimento le uscite per esigenze di marketing, anche il sottoscritto comincerà a porre le ragioni di bilancio dinanzi "al cuore" e farà una selezione più corposa di ciò che conviene acquistare in edicola. Riflessione: anche per tentar di captare lettori come me, si è pensato durante il varo di Bonelli Classic? Perché onestamente, invece di acquistare speciali senza mordente o ambizioni, conviene usufluirne in digitale. Si risparmia qualche soldino (forse!) molto spazio in libreria (questo sicuro!) Valuterò! Chiusa riflessione. Ma torniamo all’episodio: soggetto non originale (già una storia non riuscitissima di Nizzi verteva su una faida alimentata da biechi individui esterni); Ruju per “particolareggiare” lo spunto ci mette due donne al vertice ed entrambe saranno ammaliate dal giovane Tex. Basta questo aspetto per rendere interessante il tutto? Per me no, visto che la trama è prevedibile, noiosa e i personaggi poco riusciti, soprattutto il soprastante delinquente, vera anima nera della vicenda. Tex mette pace, anche troppo facilmente fra le due ricche allevatrici, punendo il rubagalline di turno, e l’autore nell’epilogo ci lascia presagire a un bel “triangolare della pace” fra il giovane bandito e le due avvenenti donne. Beato lui. Personalmente ho trovato molto esagerate le scene in cui Dinamite ci viene mostrato come un supereroe. Passi l’intesa col padrone che lo porta a mettersi in azione col semplice fischio (questa ci sta) ma che l’indomito stallone riesca a saltare il muro di cinta del ranch (prima vignetta di pag. 71) è dura da digerire. Che bisogno c’è di esagerare così tanto? In questo Ruju è recidivo. I disegni di Giardo, sebbene non trascendentali, non mi sono dispiaciuti. Discreta la rappresentazione di Tex giovane e delle donne, da migliorare la continuità di resa nella lunga distanza. Alcune fattezze dei cowboys mi hanno vagamente ricordato la mano di Nicolò. Nel complesso, episodio dimenticabile e mediocre, che non ti lascia tanta voglia di rileggerlo. Speriamo che nel 2023 torni Zagor a popolare questi lidi. Il mio voto finale è 5
  11. Condor senza meta

    [745/747] Vancouver

    Diciamola tutta, Carson attira le punzelle perchè da "fimminaro" incallito fa quello che Tex evita di fare: le corteggia. In effetti il concetto che Tex debba sempre rimanere impassibile al fascino femminile per ricordo di Lilyth, manco fosse un prete, è diventato stucchevole e innaturale. Brava @Letizia che lo ha fatto risposare, per giove!
  12. Condor senza meta

    [745/747] Vancouver

    Povera Lena Parker: costretta da sola a crescere la figlia e pure "cornuta"
  13. Condor senza meta

    [745/747] Vancouver

    Se più indizi fanno una prova, è conclamato che Ruju, dopo un evidente calo qualitativo, sia in netta ripresa. Molto probabilmente non sarà il suo atteso capolavoro, ma si ha l'impressione che "Vancouver" possa essere la storia giusta per attestarsi al di sopra della "consueta zona Ruju" a cui ci ha abituato in questi anni. Buon intreccio, interessante ambientazione e convincente caratterizzazione dei personaggi. La sceneggiatura finora ha mantenuto un buon livello e raggiunge buoni picchi di pathos e drammaticità, anche grazie ai disegni dell'ottimo Mastantuono, che prosegue al meglio la sua evoluzione di tratto, che pian piano lo sta portando a occupare un meritato posto fra i migliori disegnatori della saga. Se qualche clichè usato può piacere meno, ciò non influisce più di tanto sull'esito complessivo della narrazione. D'altronde se si seguisse una logica e invece di sopprimere il complice in procinto di spifferare tutto, il bandito in agguato sparasse agli ignari pards, Tex e Carson sarebbero morti almeno un centinaio di volte nella saga . Anche un po' ai limiti la scena del treno, visto che, così come disegnata, il movimento d'aria del vagone transitato a così poca distanza da Tex e la sua preda, li avrebbe quantomeno risucchiati o sbalzati a distanza, ma sono piccole "forzature" che ci stanno in un'opera di fantasia. Ho trovato pure molto ben sceneggiata la scena finale dell'albo col ferimento di Carson. Da notare un piccolo dettaglio che contribuisce ad accrescere la tensione nel lettore: nell'ultima vignetta doppia di pagina 113, non ci viene mostrata la traettoria del proiettile che colpisce il pards, di conseguenza, almeno fino al prossimo mese, non sappiamo l'entità della ferita. Non credo sia un caso, è una scelta voluta. Ovviamente Carson non muore, ma un pizzico di tensione bisogna pur darla. Speriamo che il terzo albo confermi le attese e non si riveli sciapo come la chiusura di "Guatemala", episodio allora ambizioso dell'autore, ma tutto sommato poco incisivo nel complesso.
  14. Condor senza meta

    [Speciale Tex Willer N.5] Rancheras

    Come più volte ribadito, in merito alla proliferazione delle uscite, sono dello stesso parere di Diablero. In effetti, anche volendo usare come attenuante le esigenze di marketing che stanno alla base di scelte simili, ultimamente il numero di pubblicazioni si è elevato all'ennesima potenza e ciò alla lunga incide sulla qualità e sul lavoro degli autori impegnati sulla testata. In passato Tex era la serie ammiraglia della casa editrice e sulle sue pagine ci finivano i disegnatori migliori della scuderia, così come si prestava massima attenzione agli sceneggiatori da dover mettere all'opera, per non spiazzare più di tanto i lettori abituali; oggi dovendo fronteggiare una mole così imponente di tavole annuali, il povero Borden non può più permettersi di badare troppo per il sottile e vuoi o non vuoi si finisce con il dover estendere l'invito ad apparire anche a degli autori non del tutto consoni al livello blasonato della testata. Di fatto quella che prima era una serie diamante che si basava su una nicchia di professionisti d'eccellenza, diviene una "multinazionale" di avventure che punta più ai numeri e agli incassi rispetto alla qualità. Conoscendo l'amore e la passione che Mauro spende per il personaggio, ed essendo costretto per doveri contrattuali ad attenersi agli ordini dei "piani alti", immagino che spesso alcuni bocconi amari è costretto a ingoiarli. Un vecchio detto siculo recita che "u sceccu si 'ntacca unni voli u patruni (l'asino si lega dove comanda il padrone) ma son convinto che il buon Borden non lesina urli in difesa della saga quando le "proposte indecenti" della direzione si fanno più ardite (Tex Willer docet). Far divenire semestrale lo speciale in questione, decidendo su due piedi senza adeguato preavviso, a mio avviso è una boiata, e come già chiaramente spiegato dal curatore, ha costretto gli addetti ai lavori a dirottare una storia sul formato per coprire l'uscita. Purtroppo è la dura legge del mercato, comandano i numeri e le ragioni sentimentali vengono sacrificate in nome delle legge di marketing. A noi lettori rimane solo l'amarezza di dover scegliere cosa prendere o lasciare in edicola (scelta che diventerà sempre più marcata visto che temo anch'io, come Diablero, che si continuerà a trovare nuove idee di speciali da iniettare sul mercato per far cassa), ma non nego che ciò mi mette molto tristezza, soprattutto al pensiero di ciò che succederà quando Mauro, ultimo baluardo di un vecchio modo di concepire il fumetto, deciderà di godersi il suo meritato riposo.
  15. Durante il pellegrinaggio dei due Willer nel sud-ovest, capita il casuale incontro con la variegata comunità che vive confinata all'interno della Montagna Misteriosa. Prima storia di Bonelli che affronta questa tipologia di spunti e che, sebbene non trascendentale, si fa leggere con piacere. Il giovane Kit fa presto a mettersi nei guai, non ubbidendo ai consigli dell'esperto padre: si fa rapire così dai misteriosi abitanti della montagna cava e rischia di divenire una vittima sacrificale. Tex non si fa crescere l'erba sotto i piedi e con notevole decisione, s'intrufola nella celata comunità e sfrutta a suo vantaggio i malcontento di alcuni giovani, che mal sopportano le regole del Gran Sacerdote. Non meno importante l'apporto dei Pima, ingiustamente dominati e sfruttati dai Figli del sole e che Tex aiuterà a liberarsi dall'oppressione a cui sono soggetti. Il piano di Tex è efficace e riesce a sopperire pure alle immancabili imprevisti del caso. Da notare l'interessante figura del Gran Sacerdote che rappresenta una sorte di Mefisto ante litteram. Oltre a saper soggiogare con le superstizioni il suo popolo, il misterioso barbone (anche il sottoscritto trova che strida un po' la sua caratterizzazione grafica) è un abile ipnotizzatore e a tal proposito è davvero molto ben resa la scena dell'ipnosi al ribelle, con un primo piano di Galep, che a fissarlo con attenzione sembra davvero avere il potere di soggiogare la mente. Molto folkloristiche le ambientazioni con templi e ponti levatoi, ma a pensarci bene i Pima avrebbero potuto facilmente bloccare gli avversari distruggendo il ponte e costringerli alla fame, ma queste sono piccole sottigliezze che rientrano nella sospensione d'incredulità, necessaria in una lettura di un fumetto. Il comparto grafico del duo Galep-Gamba si rivela efficace come sempre e le azioni dei protagonisti sono sempre caratterizzate da un ottimo dinamismo. P.s. Per la prima volta il giovane Kit ha un "rapporto molto ravvicinato" con una bella fanciulletta ma rischia di divenire pasto per gli avvoltoi senza poterne rallegrarsene. Non sarà l'unica volta che Piccolo Falco fungerà da pretesto all'avventura con il suo rapimento nella saga: la sua effervescente caratterizzazione delle prime apparizioni verrà infatti pian piano stemperata e purtroppo, ben presto, il personaggio perderà molto appeal. Il mio voto finale è 7
  16. La "Ballata del mare salato" è un autentico capolavoro. Anche il sottoscritto ti consiglia di leggerla caro pard, magari con un bel sottofondo musicale rilassante di melodie orientali, come feci l'ultima volta (anzi mi avete fatto venire la voglia di ripetere l'esperienza, sfruttando il forzato time out causa influenza ). Molto belle pure "La casa dorada di Samarcanda" e "Favola di Venezia", però concordo con Mauro che "La ballata" è di tutt'altra categoria. P.s. O.t. per O.t. ti consiglio la lettura di un altro gioiello "Tutto ricominciò da un'estate indiana", realizzato a quattro mani da Pratt (nei panni di sceneggiatore) e Milo Manara ai pennelli. Di omaggi si parlava e di fatto anche quella epica storia omaggia il romanzo "Betty Zane" di Zane Gray ma lo fa con classe e con un velato erotismo che non sconfina mai nel volgare.
  17. Ricordo vagamente che anche Brindisi ci mise del suo (presumo comunque su precise direttive dello sceneggiatore) visto che uno dei personaggi è una goccia d'acqua con Rasputin. Un Rasputin in divisa della U.S. Army ma pur sempre un clone del prattiano coprotagonista.
  18. Condor senza meta

    [745/747] Vancouver

    @Carlo Monni il bello del forum è pure questo: imparare sempre cose nuove. Un' autentica miniera d'informazioni preziose, che aiuta ad arricchire il proprio bagaglio culturale. Sempre più fiero di farne parte.
  19. Puro Vangelo, caro Loriano!
  20. Forse per i parametri degli anni '90, dove vi era una stretta cerchia di disegnatori dal livello altissimo, Loriano. Allo stato attuale, a mio avviso, merita di diritto di tornare su Tex. Pur portando il dovuto rispetto per ogni artista all'opera, onestamente si è visto molto peggio sulla saga. Rispondendo alla domanda, mi piacerebbe vedere Del Vecchio o Bocci sul texone, mentre per gli esterni, gradirei tanto che si potesse ingaggiare Ralph Mayer, ma temo sia difficile puntare al transalpino. In alternativa potrebbe benissimo cimentarsi Roberto Zaghi. So che Mauro non lo reputa adatto a Tex, ma un Maxi a Siniscalchi glielo commissionerei.
  21. Ansia di debutto su una serie di tutt'altra caratura e qualità in confronto a Legs, con tutto il rispetto. Questo era il mio pensiero. Che poi Atzori sia un professionista di lungo corso in Bonelli, non toglie che non si era mai del tutto approcciato al west e a Tex nello specifico (il color breve è più che altro una "prova") Fior di artisti più celebri di lui, hanno spesso confessato di essersi approcciati in punta di piedi, per rispetto a un personaggio mitico come il nostro ranger. Usando una similitudine: qualsiasi calciatore, anche con anni e anni di carriera in squadre minori, se venisse ingaggiato dal Milan, suppongo che senta tremare le gambe debuttando nel Tempio del Calcio che è San Siro. P.s. Se sei più giovane di Atzori che è classe 1963, sei ancora un giovincello.
  22. Ottimo whisky scozzese.
  23. Amigo Jeff unisciti anche tu al bancone: per te faccio portare birra o whisky?
  24. Tour "Willer around the west" parte terza. Smantellata rapidamente la banda della Pantera, Tex e Kit riprendono il "percorso formativo" su e giù per il west. Varcato il confine messicano, fanno ingresso in un paesino, subito dopo il colpo di una banda di malviventi, che ha sottratto dalla chiesa una preziosa corona tempestata di diamanti. Inizia così la caccia ai lestofanti, per recuperare il maltolto e mantenere la promessa fatta al povero Padre Francisco. L'episodio è breve ma piacevole e ha il suo fulcro proprio sull'inseguimento/punizione dei singoli elementi che si sono macchiati del furto. Non manca la tradizionale "lista" che Tex usa per minacciare i banditi e costringerli a fare passi falsi. Stavolta il nostro ranger ci mostra pure ottime doti grafiche, visto che il teschio rappresentato nel bigliettino minatorio fatto recapitare ai banditi, è davvero di ottima fattura. L'esito è scontato (come potrebbe essere altrimenti d'altronde!), i due eroi riusciranno a recuperare la collana, riducendo al minimo sindacalo lo spargimento di sangue. A mio avviso però è un'imperdonabile leggerezza quella che compiono i banditi in chiesa: comprendo che si volesse eliminare un complice per non dividere con lui, ma perchè non accopparlo? Lasciare un testimone così pericoloso è da polli e in effetti, proprio facendo cantare il "tradito", Tex fiuta subito la pista giusta. Interessante invece la scena dell'agguato in albergo, dove Bonelli si diverte a mettere ansia al lettore che può immaginare che sia di Tex l'ombra impiombata dietro le scuri della persiana. Con le strisce, anche grazie ai ritmi narrativi più forsennati, l'autore poteva escogitare fra un albetto e l'altro questi espedienti per aumentare la curiosità e tensione nei lettori. Erano anche i tempi in cui le minacce scivolavano via anche grazie a "molti gesti provvidenziali" (una spronata di cavallo che portava ad abbassare il busto, una giravolta improvvisa e similari), espedienti semplici ma sempre molto efficaci, così come si mostra sempre molto effervescente l'ironia GLB che mette su l'esilarante scenetta in treno, con il volo "fortuito" della valigia campionario del seccante rappresentante di mercantizie. I disegni della coppia Galep-Gamba si mantengono su discreti livelli. Pochi dettagli e fronzoli, ma molto dinamismo e capacità narrativa. Chiudo con due curiosità fatte notare da Luca Raffaelli nell'editoriale del volume CSAC: il paesino in cui i nostri giungono, visto da lontano col campanile in bella vista, sembra più un borgo mediovale italico piuttosto che un villaggio messicano, così come padre Francisco sembra omaggiare il celebre "Frate Indovino" dei calendari. Il mio voto finale è 6
  25. Atzori ha forse pagato l'ansia del debutto su una testata così importante. Oltre alla non del tutto riuscita ricerca di uno stile tutto suo (durante l'episodio svaria molto tra Monti e Ticci), le armi sono da rivedere e purtroppo su Tex i dettagli sono importantissimi al giorno d'oggi. A mio avviso va curata anche maggiormente l'anatomia delle figure intere, poichè spesso i personaggi appaiono microcefali e, a impatto, la cosa colpisce l'occhio e disturba. Confido che possa fare tesoro della prima esperienza e colmare alcune lacune. Le potenzialità si intravedono e magari, messi da parte i timori riverenziali, riuscirà a raggiungere un livello grafico funzionale.
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