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Condor senza meta

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Messaggi pubblicato da Condor senza meta

  1. Ho ripreso, dopo una lunga pausa, la rilettura degli albi del primo centinaio composti dall'inossidabile Bonelli.

     

    La storia in questione è breve e con poche pretese, ma si fa leggere senza annoiare e raggiunge una piena sufficienza.

    Tex, in solitaria, riesce a sventare un linciaggio ai danni del povero Tom, un gestore di locanda che ha come unica colpa il colore scuro della pelle.

     

    A dirla tutta, l'azione criminosa oltre a essere dovuta al razzismo imperante, serve al capoccia di paese, Randolph, per strappare Lucy, una dolce fanciulla che convive con Tom e di cui è palesemente attratto, sebbene la notevole differenza di età.

     

    Tex studia un piano per mettere al sicuro le vittime e passare al contrattacco del villain e i suoi accoliti.

    Contrattempi a parte, l'azione del ranger è risolutiva, anche per via di avversari tutt'altro che memorabili.

     

    Sotto l'aspetto grafico, Gamba caratterizza con il suo stile le tavole facenti parte dell'episodio.

    Nulla togliendo all'opera dell'autore, il gap con Galep si palesa in maniera impetuosa e lo stile alquanto naif di Gamba, appare oggi molto datato e al limite con la serie.

    Molto più utile il suo apporto come ghost drawer. Il mio voto finale 6

  2. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Juan Ortega dice:

    La vera domanda sarebbe "come fa a campare" (il Tex adulto intendo) considerando il suo regime alimentare e lo stile di vita?

    Io ci ho provato ad imitarlo con la classica dieta bisteccazza, patatine, torta di mele a pranzo e lardo, carne secca e fagioli alla sera.

    Chiaramente un whiskyno prima di coricarmi.

     

    Per non parlare delle almeno 60 sigarette a giorno. Il Tex (soprattutto delle origini) era un rullatore seriale. :D

    • Haha (0) 1
  3. Rispondere a topic simili, non è facile, soprattutto considerando una saga così longeva e più di trent'anni di letture personali.

     

    E' ovvio che di scene da menzionare ce ne sarebbe tante e a secondo gli stati d'animo della lettura, la lista si può allungare o variare a secondo i casi.

    Di conseguenza, volendo aggiungere il proprio contributo al post, si finisce col rispondere "di pancia" o facendo affidamento a quel barlume di memoria che l'incalzare della senilità di concede :D.

     

    Non per voler rinfuocare le polemiche recenti riguardando l'inopportuno ritorno di Higgins, ma di getto, mi viene da rispondere che una delle scene più liriche ed emozionanti è il giuramento di vendetta che Tex fa sulla tomba dell'amata moglie.

     

  4. <span style="color:red">10 ore fa</span>, Diablero dice:

    Però un conto è rimescolare elementi vari o usare qualche vignetta, o magari anche fare un chiaro (e DICHIARATO) omaggio, ben altro è scopiazzare la storia zitto zitto come fece Nizzi con la "Ballata"...

    In effetti Nizzi, nella fase della crisi, faticò molto pure con i soggetti.

    L'ispirazione venne meno e non fu un mistero che reciclò molte sue vecchie idee su Larry Yuma e in altri casi trovate di altri autori.

     

    Mi chiedo: provarono in redazione a fornigli soggetti esterni più freschi e originali da rielaborare e lui rifiuto? O lo lasciarono fare senza interferire, infischiandosi del risultato?

    <span style="color:red">10 ore fa</span>, Angelo1961 dice:

    spacer.png

    Se non lo sai già, ti consiglio la versione a fumetti di Segni d'Autore...

    Grazie della dritta pard, proverò a reperire la versione a fumetto.

     

    A dire il vero posseggo solo una vecchia copia del romanzo, (ereditata da mio nonno) edita dalla Sonzogno nella celebre collana "Romantica" con rigorosa copertina rossa. Lo tengo come una preziosa reliqua e a ogni rilettura delle ingiallite pagine (credo sia un volume di almeno sessant'anni fa) l'emozione è forte.

    <span style="color:red">10 ore fa</span>, Magic Wind dice:

     

    In realtà credo che Manara intendesse omaggiare lo stesso Pratt

     

    (poi non so se Pratt abbia copiato Caniff, considerato quanto Caniff abbia influito sul suo disegno non lo escludo di certo)

    E Caniff, presumo, prese ispirazione dalla celebre scena del romanzo di Zane Gray, con la coraggiosa Betty a sfidare il fuoco nemico, pur di reperire polvere da sparo agli assediati. 

  5. 2 ore fa, Angelo1961 dice:

    Dico prattiane, ma non mi limiterei a L'uomo del grande nord, perchè il nome del protagonsita rimanda a Betty Zane, eroina raccontata da Zane Grey che è uno degli autori amati da Pratt. 

    Betty Zane è un romanzo che adoro. Lo rileggo ciclicamente e ogni volta mi appassiona. Pratt lo omaggio' nel suo grande capolavoro (in coppia con Manara) "Tutto ricominciò da un'estate indiana". La scena eroica del barilotto di polvere è un piacevole omaggio al grande romanzo di Zane Gray. 

  6. Davvero un'ottima disamina caro @Leo, è sempre un immenso piacere leggere i tuoi interventi.

     

    Mi trovo perfettamente sulla tua stessa frequenza d'onda in merito ai giudizi di questo splendido texone. 

    Le atmosfere nordiche hanno sempre fatto bene a Nizzi e di solito a quelle latitudini si è difeso alquanto egregiamente.

     

    In questa prova in maniera particolare, visto che ha davvero creato un piccolo gioiello compositivo, pervaso da una tristezza e rassegnazione di fondo, che ben si sposa con la vicenda dei protagonisti. (Trovo anch'io che i dialoghi dell'ultima tavola siano pura poesia).

     

    Magari in futuro, dopo una meritevole rilettura, scriverò anch'io una recensione, adesso posso solo concordare con i tuoi giudizi, e dire che il tutto fu impreziosito dallo stile molto particolare ed efficace di Parlov, davvero adatto per l'ambientazione e ideale per richiamare la cifra stilitica di Pratt, maestro che ispirò Nizzi in questa splendida escursione canadese dei nostri eroi.

     

    Peccato davvero che il disegnatore croato non sia entrato nella scuderia degli artisti texiani.

    • Grazie (+1) 1
  7. <span style="color:red">2 ore fa</span>, Magic Wind dice:

     

    Non sono d’accordo nemmeno su questo. B)

     

    Su Tex sicuramente la cosa risalta di più perché Tex è un eroe “granitico”, che non ammette dubbi ma solo certezze, ma non è vero che Nolitta scrivendo Tex certe cose le “facesse apposta” mentre sui suoi personaggi invece no.

     

    Assonanze e convergenze nolittiane:

     

    Tex che prende a pugni Carson sulla copertina (bocciata) di Tex n. 241:

    spacer.png

     

    Esse-Esse che prende a pugni Mister No sulla copertina (pubblicata) di Mister No n. 194:

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    Tex che non ha il coraggio di uccidere a sangue freddo il navajo morente ne Il segno di Cruzado:

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    Mister No che non ha il coraggio di uccidere a sangue freddo il colonnello Fonseca ne La vendetta del Gringo:

    spacer.png

     

    PS: come mai solo a me quando inserisco le immagini vengono ‘rimpicciolite’? 

    Queste similitudini da te mostrate, parrebbero confermare ciò che ho di sopra scritto: Sergio, non curando le caratteristiche fondamentali del personaggio, si ritrovava a traslare su Tex situazioni e aspetti degli antieroi da lui creati. Ma una simile strategia è, a mio avviso, non idicata, poichè ciò che poteva andar bene su MisterNo è deleterio su Tex.

     

    Concordo con @Dix Leroy; Nolitta non amava scrivere Tex ed essere costretto a farlo dopo il passaggio di testimone, lo portava a fare scelte narrative "audaci" per cercare di sopperire alla sua mancata capacità (voluta?) di attenersi al percorso (glorioso!) tracciato dal padre 

  8. <span style="color:red">2 ore fa</span>, Diablero dice:

    Ne era convinto lo stesso Sergio Bonelli, che più volte ha detto che Nizzi "aveva salvato Tex"

     

    (ma dico, io, proprio non ce la facevi semplicemente a scriverlo un po' meno rincitrullito? :rolleyes: )

    Evidentemente non gli riusciva. Magari sentiva il peso del testimone importante passatogli dal padre, una sorta di blocco psicologico che gli impediva di imitare l'impostazione di scrittura del padre (quantomeno la caratterizzazione dei personaggi!).

     

    Magari non amava il personaggio, non trovandolo nelle sue corde, e non si sforzava proprio di seguire gli stilemi, riportando sulla serie ammiraglia le caratteristiche di Zagor e Mister No, ma quanto poteva durare la sua gestione? 

     

    In quanto al calo di lettori come conseguenza di un cambio di qualità o di mano, per me è una cosa plausibile. Dylan Dog dopo l'abbandono di Sclavi e con l'appiattimento graduale della saga, è letteralmente precipitato.

  9. Che dire @gilas2, avrai pure ragione tu ma rimango della mia idea che se negli anni '80 Nolitta avesse continuato a scrivere il suo Tex 2.0 a quest'ora la testata avrebbe chiuso da un pezzo. 

     

    Di sicuro il sottoscritto era uno dei tanti che avrebbe mollato se la media erano polpettoni del tipo Uomini Giaguaro e similari, poi la verità assolutà nessuno la possiede in tasca, nè io, nè te. :D 

  10. Magari non leggevano il nome sul tamburino (che d'altronde in quegli anni manco veniva inserito) ma credi che un lettore non si accorga che lo stile è diverso? E' così diffusa la convinzione che un lettore medio di Tex sia un sempliciotto?

     

    Poi magari una grande fetta di questi se ne sbatteva altamente e altri insoddisfatti finirono di comprarlo perchè non ritrovavano più le atmosfere passate che gli piacevano, senza nemmeno sapere dell'esistenza di Nolitta. Sta di fatto che il calo di lettori (in un'epoca ancora lontana da internet e altri svaghi tecnologici) ci fu e Sergio consapevole delle sue possibili responsabilità, corse ai ripari e tirò un sospiro di sollievo con l'arrivo del manierismo di Nizzi. 

     

    La crisi successiva dell'autore di Fiumalbo e l'errore di continuare a insistere su di lui in tempi in cui il crollo di qualità compositiva era palese, è un'altra storia.  

  11. <span style="color:red">2 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

     

    Nolitta, ad esempio, seguiva il protagonista in soggettiva. La storia si sviluppava seguendo il suo punto di vista quasi fosse una narrazione in prima persona e questo vale praticamente per tutto ciò che ha scritto.

    G.L. Bonelli preferiva un montaggio alternato in cui veniva mostrato anche il punto di vista di altri personaggi, cattivi compresi.

    Nessuno dei due metodi è di per sé migliore dell'altro ed entrambi si possono tranquillamente applicare a Tex perché non riguardano la sua caratterizzazione.

    Se il personaggio, in questo caso Tex, è rispettato e non stravolto, a me personalmente imposta poco o nulla del modo in cui la storia è narrata. Può anche essere il diario della maestrina del villaggio per quanto mi riguarda.

    Né Boselli  né Ruju scrivono come G.L. Bonelli, ma questo non è importante finché quello che scrivono è Tex.

    Ma infatti Carlo, quando parlo di stile personale, intendo tutti questi aspetti da te citati e concordo sul fatto che Mauro abbia uno stile molto differente da Bonelli, ma il suo Tex è comunque credibile, anche se a volte non unico protagonista.

     

    Nolitta, al netto dell'aspetto tecnico di narrare sempre con il personaggio in diretta e loquace quanto un politicante in campagna elettorale (è la sua cifra stilistica e ci sta, ci mancherebbe), non rispettava quasi mai le caratteristiche dell'eroe creato dal padre. Le sue storie possono pure piacere, d'altronde sull'autore non si discute, ma il suo Tex perdente e antieroe non ci azzecca nulla con la formula vincente della saga e alla lunga disorientò i lettori, che in buona parte mollarono l'acquisto. 

     

    Poi come ogni cosa il giudizio personale è soggettivo, ma la scena del topic in questione per me resta una palese eresia, come altre trovate di Sergio sulla saga. 

  12. Giusto ciò che dici @Magic Wind, ma infatti non ho mai messo in dubbio le qualità di Nolitta come autore, solo il suo stile lo reputo non adatto alla saga creata dal padre (così come Bonelli senior era poco affine alle atmosfere di Zagor come correttamente da te fatto notare). Il fatto però di avere uno stile personale non giustifica che tu possa stravolgere un personaggio, bisogna attenersi alla serie adattandosi al tuo modo di scrivere, così come fa da anni Mauro e Pasquale. Io posso essere un ottimo musicista di liscio, ma se mi scritturano i Led Zeppelin non posso eseguire la marzurka 😂

    • +1 1
  13. Ovviamente ognuno è libero di pensarla come meglio crede, ma per il canone della saga, dettato dal grande Bonelli, quella scena è del tutto inopportuna e non accettabile.

    Soprattutto per il Carson isterico e rincoglionito che al confronto, la sbiadita macchietta del tardo Nizzi è un portento.

     

    Non credo che Sergio volesse ridicolizzare di proposito la saga, ma proprio non capiva che gli stilemi d'oro creati dal padre, non andavano toccati.

    Penso non sia un'offesa affermare che non fosse affatto tagliato per Tex! 

    • Grazie (+1) 1
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  14. Personalmente ritengo che sia stato un bene che la scena (compresa la copertina) sia stata censurata. 

     

    Trovo davvero inopportuna l'idea di Sergio: il Carson isterico, bullizzato da Kit e Tex, con quest'ultimo che per calmarlo non trova di meglio che stenderlo con un diretto, sembra una pessima parodia della saga.

     

    D'altronde già altre volte Nolitta aveva mostrato di essere insofferente col Vecchio Cammello, ma un'umiliazione così sarebbe stata davvero troppo! Se per stupire il lettore bisogna escogitare trovate simili, evidentemente non si è a proprio agio con il personaggio. Non è un mistero infatti, che il buon Sergio non amasse tanto scrivere Tex.

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  15. Il 23/1/2024 at 00:31, Diablero dice:

    Scena ridicola, sì, ma non metterò nessuna scena di GL Bonelli presa dal periodo in cui aveva problemi di salute. Si spara ad uno sceneggiatore in forma che fa cazzate volontariamente o per incapacità, non ad un vecchio malato a fine carriera.

    In effetti hai ragione e forse avrei fatto meglio ad attenermi al mio iniziale proposito di lasciar fuori dal lotto questa sequenza. Tuttavia la scena è davvero troppo poco texiana e inadeguata per la serie; dando le giuste attenuanti all'autore, non ci sono per la redazione, che avrebbe potuto editare la sequenza. La stessa redazione che era sempre molto attenta a non "scontentare" i lettori per i visi di Muzzi, fatti sistematicamente ridisegnare a Galep (con esiti discutibili in quanto di proporzione anatomica e di resa). :furiosi75:

  16. <span style="color:red">3 ore fa</span>, Lucero dice:

     

    Ma anche no :P...io gia' da decenni ho fatto lo switch e mi sono buttato su TuttoTex 

    Ti capisco pard, ma lasciami dire (e purtroppo parecchi TuttoTex li possiedo anch'io nella collezione) che hai scelto forse il formato meno d'appeal, basta solo lo scempio delle cover, ritoccate e con quell'assurda omologazione di logo e titolo e le costine totalmente fuori contesto rispetto le classiche. Con una nuova ristampa anastatica sarebbe tutto diverso per chi volesse completare o iniziare del tutto la collezione. Tuttavia sono il primo a dubitare che la direzione editoriale scelga un progetto simile, ormai si punta solo sull'inedito e uscite extra a quantità. <_<

  17. <span style="color:red">9 ore fa</span>, Enrico dice:

    Scusa, non capisco perchè tagliare una delle due ristampe attualmente in edicola... perchè non lasciarle continuare finchè vendono abbastanza tanto, in ogni caso, non influirebbero sulle vendite di una nuova ristampa... troppo "lontane" nel tempo

    Il mio era un discorso ipotetico nel caso in cui le vendite delle ristampe non fossero tali da garantire una terza uscita di questo tipo. Non dimentichiamoci che la TreStelle ha chiuso battenti e da ciò che si dice in giro i numeri delle altre non sono cos' stratosferici. Comunque niente in contrario che le mantengano, ma se al contempo ne inseriscano una anastatica senza le discutibili modifiche redazionali :D

    <span style="color:red">40 minuti fa</span>, frank_one dice:

    Sono entrambe mensili, come fanno ad avvicinarsi?

    Adesso non si avvicinano più, ma di fatto ci troviamo con due ristampe che gravitano entrambe dopo il n.500 mentre le vecchie storie sono ristampate solo a colori nell'assurdo formato del Classic, che snatura numerazioni e collezioni. 

  18. <span style="color:red">5 ore fa</span>, frank_one dice:

    Voi non comprereste una anastatica della serie regolare identica all'originale ma con tavole riscansionate e stampata in un formato più grande? Un Tex XL.

    Sono anni che la invoco sul Forum: un mezzo utile per permettere a chiunque di completare le proprie collezioni e sostituire gli eventuali albi di TuttoTex o Nuova Ristampa presenti. Temo tuttavia, che il mio è un desiderio destinato a rimanere inesaudito. :pianti:

  19. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

    La AI è differente. Attualmente i risultati che vedo non mi sembrano ancora abbastanza validi, ma è solo questione di tempo. Temo che il disegnatore di fumetti non abbia molto futuro come mestiere (faranno la fine dei Geometri, stroncati fra l'altro dai programmi CAD: a che serve più passare anni a imparare a fare i disegni tecnici a mano?)

     

     

    Sono del tutto d'accordo con te, ma su questo punto permettimi di dissentire:

    magari le AI in futuro arriveranno pure a interferire sui lavori di progettazione, ma i CAD, al momento, senza conoscenza dei rudimenti fondamentali del disegno (proiezioni ortogonali, prospettiva, assonometria e sviluppo di rilievi) sono un mezzo "monco".

     

    Purtroppo è vero che una fascia di tecnici di vecchia data, ha faticato al passaggio, ma per usare ogni tipo di CAD è necessario saper disegnare (anche se non con le squadrette e righe). Con le AI in futuro temo, che si arriverà a superare pure questo aspetto, ma sai  che casino se si impallano e non rispettano i parametri urbanistici. Denunce e cause a gogo, con stuole di AI legali che escogitano arringhe difensive in tribunali virtuali. :D

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  20. <span style="color:red">49 minuti fa</span>, frank_one dice:

    Secondo me in questa discussione si è persa totalmente di vista la dimensione umana. Un texone di Galep o di qualsiasi altro autore non può esistere senza l'intervento dell'autore, senza le sue scelte artistiche, in ogni fase del processo. Ciò che rende un'opera attribuibile ad un artista non è solo l'aspetto del prodotto finito ma tutto il percorso che c'è dietro, fatto di scelte, di situazioni. La vera opera non è il risultato, ma anche ciò che ha portato alla sua realizzazione. L'autore c'è implicato fino al collo, da quando gli viene chiesto di farlo a quando lo consegna.

     

    E dietro ogni scelta artistica si nascondono anni e anni di esperienza, sacrifici, studi, tentativi, delusioni, soddisfazioni, d'altronde l'arte è lo specchio che riflette l'anima dell'artista.

     

    Purtroppo concordo con Letizia, le AI arriveranno a sostituire il lavoro umano anche in professioni artistiche come il fumetto, ma allora non sarà più la stessa cosa. Tutto sarà più arido e schematizzato.

     

    Ogni tecnologia ha indiscutibili pregi ma, al contempo,  pericolosi rovesci della medaglia: pure il tanto sospirato internet, che in pratica ormai è entrato di prepotenza nella nostra vita divenendo imprescindibile anche sul lavoro, ci sta rendendo "schiavi" senza che ce ne accorgiamo. Basta un attacco informatico o un blackout elettrico per paralizzare ogni attività produttiva e non. E' vero non si può tornare indietro e occorre sempre seguire il processo evolutivo, ma lasciatemi dire che un po' di tristezza mi viene al pensiero di quello che può riservarci il futuro.    

    • Mi piace (+1) 2
  21. <span style="color:red">42 minuti fa</span>, frank_one dice:

    Il rischio del digitale è che si può cadere nella tentazione del copia/incolla. Faccio uno sfondo e lo tengo buono per altre vignette, oppure copio le parti del corpo che non si muovono di un personaggio e mi limito a disegnare la parte che è cambiata.

    Questo è un aspetto (e vantaggio in termini di tempo) che il digitale offre all'artista. Per non parlare della comodità di correggere una vignetta senza biacca o pecette, ma l'opera è comunque creata dall'artista, che si limita a rielaborare i suoi lavori per raggiungere l'obiettivo. D'altronde credo che anche in passato alcune sequenze e variazioni avvenivano con l'ausilio del tavolo luminoso.

     

    Ma le AI sono tutt'altra cosa a mio avviso: un fumetto realizzato con questa tecnologia non è più arte grafica, (magari lo rimane per ciò che concerne lo sceneggiatore, ma senza il disegnatore per me non è più lo stesso). Volete mettere un cantante che si esibisce con tutta la band, con uno che si presenta a canticchiare su basi computerizzate stile karaoke? E' la stessa cosa per voi?

     

    P.s. Svolgendo un lavoro tecnico, ammetto che i cad sono stati una rivoluzione per ciò che concerne l'aspetto grafico. In passato, fra millimetrate, lucidi e lamette per correzioni, un progetto era un'odissea, adesso tutto è molto più veloce ma state sicuri che il computer da solo non disegna e la fatica davanti al monitor nella stesura non è poi così minore. :D

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