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TWF - Tex Willer Forum

Condor senza meta

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Tutto il contenuto pubblicato da Condor senza meta

  1. Condor senza meta

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Tranquillo pard, anche il mio intervento non voleva essere perentorio o infastidito (se ha dato questa impressione, mi scuso!) e sopratutto non era rivolto al tuo decalogo di "regole" (ehm realmente sono solo otto ma fa lo stesso ) che in fondo sono pure valevoli e sacrosante. D'altronde, non per piaggeria, fin dall'inizio ti ho stimato come utente e riconosco che i tuoi contributi sono stati sempre un valore aggiunto alle discussioni. Più che altro mi è venuto naturale esprimere un parere personale, alla luce della bozza di polemica sterile che è nata di recente sul post in questione. Ciclicamente escono fuori queste dispute e classificazioni: nizziani, ruffiani di Boselli, Lettori di serie A e di serie B che, a mio modo di vedere, poco hanno a che fare con lo spirito inclusivo e di cooperazione di un bel forum tematico come il nostro. Battute a volte anche leggere o involontarie, che però possono innescare reazioni impreviste. Magari non dico che tutto sia infondato, ma si può anche smussare gli angoli ed evitare alcune puntualizzazioni; in fondo, così come le storie a fumetti, anche i commenti non possono piacere a tutti. Grazie, ma non è facilissimo, a volte, anche inconsapevolmente, può accadere di non riuscirci. Non è mai molto semplice controllare le emozioni.
  2. Condor senza meta

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Le regole esposte da @Poe sono valide per ogni storia e ogni autore e in qualche modo, in parecchie di queste mi rispecchio e ho sempre cercato di attenermi nei miei commenti, tuttavia reputo che non sia il caso di ingigantire la cosa, ognuno deve essere libero di scrivere quello che vuole (sempre in rispetto delle regole di base del forum), poi valuta l'utente cosa vale la pena leggere e cosa no. Ci stanno pure le recensioni di "pancia", magari edulcorate di iperboli eccessive partorite al momento, così come è naturale che la presenza di un autore del calibro di Borden possa incutere una sorta di timore reverenziale in alcuni. Ripeto cosa penso: siamo qui per passione e amore per il personaggio, non per scrivere saggi da Nobel, poi ovviamente alcuni commenti sono più interessanti di altri, capita in ogni settore della vita, basta decidere cosa voler leggere e commentare e cosa no. Poi se tizio o caio vuole fare il ruffiano con tale autore, sono affari suoi, scrollo e vado avanti.
  3. Condor senza meta

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Mi rincuora, non sono il solo allora. Quando scrivo i commenti devo avere sempre l'albo sottomano per verificare i nomi dei personaggi e spesso sbaglio lo stesso. Ricordo quando commentai in passato la storia boselliana dei "Due Nemici", e per tutta la recensione chiamai uno dei due coprotagonisti "Colpo Fortunato" anzichè "Colpo Coraggioso". Mi fu fatto notare la cosa e appurai di aver fatto una figuraccia
  4. In estate dovrebbe aumentare il tempo libero, di conseguenza, negli anni, la produzione di albi inedita si è incentrata in questo periodo, proprio per permettere più letture sotto l'ombrellone. Tuttavia il sottoscritto, a suo malgrado, è costretto a usare il condizionale, visto che ogni anno per "camurrie" e scadenze varie si ritrova a correre freneticamente e dover rimandare pure la lettura degli albi, che si accumulano minacciosamente sulla scrivania. Con notevole ritardo, sono riuscito a leggere lo speciale in questione e rimandare alla prossima settimana la lettura del bis (sperando di poter staccare e andare in ferie). Mi ritrovo così a commentare una storia già abbondantemente dibattuta dagli utenti e temo, come altre volte, di non aver tanto da aggiungere a quanto già detto. Premetto che il format non mi ha mai troppo preso, anche per via di storie minori come quella di Ruju e Recchioni e di certo non ho fatto i salti di gioia alla notizia che la redazione lo rendeva semestrale. Il team-up con Zagor ha acceso le curiosità (come era da apettarsi visto la straordinarietà dell'evento) e l'idea particolare del primo albo, con giochi cromatici a secondo delle sequenze di fantasmi, si distingueva rispetto alla moltitudine di uscite "speciali". Mi sono approcciato così alla lettura senza eccessive apettative, ma stavolta Borden, senza incantare più di tanto, è riuscito a coinvolgermi e rendere piacevole la fruizione di una testata che continuo a non amare particolarmente. Lo spunto è originale e coraggioso e la band che compone il "Minstrell show" si fa apprezzare per umanità e generosità nei confronti del povero Joey. Un netto contrasto con l'odio e il razzismo imperante nel Sud, ben riassunto dall'odioso atteggiamento dell'avventore del saloon. Contrariamente a quel che si poteva credere dalle anticipazioni, il fulcro della trama si sposta presto verso la missione di Tex e i rangers contro i sinistri piani di banditi del calibro di Arch Clement e lo storico "Jesse James". Non manca l'azione e la consueta costruzione discreta di sceneggiatura, rende l'episodio leggibile e "digeribile" senza eccessivi patemi. Sempre attenta e plausibile la caratterizzazione dei personaggi e dei banditi, tuttavia, a mio avviso, il voler assolutamente far ravvedere il corpo dei Rangers (storicamente schierato col Sud schiavista e di conseguenza poco consono agli ideali di Tex e Carson) porta ad alcune situazioni e dialoghi che potevano essere tranquillamente sorvolati. Più di una volta i nostri ripetono che si sono immolati per riscattare il Corpo speciale, ma in fondo non erano necessarie tante spiegazioni, che spesso appesantiscono le sequenze. Voler rimettere a posto tutte le tessere del puzzle lasciate volutamente fuori posto da Bonelli, a volte rischia pure queste controindicazioni. Per il resto, prova discreta e piacevole che si caratterizza pure con un forte colpo di scena che servirà a Mauro come preludio a un ritorno del bieco Jesse James. Marco Ghion si riconferma un disegnatore consono alla saga; un tratto lineare e abbastanza espressivo che accompagna senza difficoltà il lettore durante lo svolgimento narrativo della trama e non risente di cali durante il proseguo delle tavole. Comparto grafico funzionale e da me approvato! Il mio voto finale è 7
  5. Condor senza meta

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Il texone va meglio apprezzato a una seconda lettura. A primo acchito il tutto sembra molto aggrovigliato e complesso, anche a causa dei troppi personaggi che affollano le pagine, ma, rileggendo la storia (a mente sgombra di pensieri preferibilmente!) il tutto appare più chiaro e si gusta meglio. Lo stile di Mauro è questo: le trame sono elaborate e annodate e richiedono particolare attenzione, ma bisogna dargli atto che riesce sempre a trovare spunti nuovi per ravvivare una saga che rischierebbe di impantanarsi dopo quasi ottanta anni di pubblicazioni. Ovviamente non tutti i lettori apprezzano episodi così "impegnativi", non a caso il curatore sceglie di intervallare opere simili con storie più basilari e semplici affidate per lo più ai suoi collaboratori. Sul fatto che la presenza dell'autore sul forum possa influenzare le recensioni di alcuni utenti, posso anche essere d'accordo ma personalmente poco mi importa. Qui scriviamo per passione e amore per Tex, non per lucro o lavoro, di conseguenza se alcuni giudizi mi sembrano troppo ruffiani, li scrollo e via e di certo son conscio che anche altri utenti possano fare lo stesso con i miei. Il sottoscritto ha spesso elogiato Mauro quando l'ho ritenuto necessario (senza abusare del termine capolavoro, sia chiaro, poichè se ogni storia è un capolavoro evidentemente il giudizio non funziona), ma non ho mai avuto problemi a muovere le critiche quando alcune cose non mi andavano. Storie come "Morte nella nebbia", "Giovani assassini", "Winnipeg" che ad ampie percentuali di utenti piacevano eccome, io le ho bocciate cercando di motivare le mie osservazioni (giuste o errate che siano). Non nascondo che su Tex Willer la storia di Cortina alla lunga mi ha stremato e un po' avrei snellito anche quella di Cochise, che tuttavia reputo più riuscita della precedente. Anche a Mauro non tutte le ciambelle riescono col buco e su Mefisto ha pagato un po' di farragginosità narrativa, tuttavia si cimenta su prove ambiziose e impegnative e di certo non può accontentare tutti i palati.
  6. La presentazione di Mauro per l'edizione da libreria di questo intramontabile classico.
  7. Ahahaha grazie per l'eventuale onore cara Letizia. Anche se, al momento, l'unica cosa certa è che sei riuscita a farmi venire il mal di testa col tuo messaggio.
  8. Possiamo chiederle di comprare anche qualche copia in più da regalare agli amici del forum
  9. Credo che Letizia stavolta non fosse ironica e realmente attenda con ansia l'uscita del Color Storie brevi, visto che uno di questi conterrà la storia col suo soggetto. Come ammesso da Mauro, non avremo la certezza di quale sia, visto che la nostra pard desidera non firmarla, ma suppongo che ci abbia dato un indizio e presumibilmente sarà Ruju a sceneggiare il suo soggetto. Se anche dovessi sbagliarmi, torno in topic, dicendo che sono molto restio a comprare il color estivo stavolta, ma so già che finirò per cedere alla tentazione dell'acquisto come ogni anno
  10. Come foliazione e possibilità di una realizzazione in tempi ragionevoli mi trovi d'accordo Carlo, tuttavia un artista come Sicomoro è meglio "assaporarlo" nel classico B/N. La colorazione, per quanto ottimale di un cartonato, rischierebbe di "imbrigliare" i suoi notevoli chioroscuri. Ti dirò di più, fosse per me, studierei ad hoc uno speciale su cui pubblicare una sua storia solo ed escusivamente a matita, senza inchiostrazione. Bruno è un asso con la grafite. Le sue illustrazioni sono strabilianti.
  11. Condor senza meta

    [Tex Willer N.56/57] Comstock Lode

    Storia che assolve in pieno il compito con cui è stata commissionata. In una serie molto particolare come "Tex Willer" in cui l'ambizione compositiva del creatore e l'interessante continuity rappresentano il nucleo del successo, gli episodi filler (minori e slegati dalla cronologia per permetterne il libero posizionamento nella saga alla bisogna) ci stanno e servono pure per "spezzare un po' il ritmo" e far tirare il fiato ai lettori. Episodio breve, dalla trama lineare e poco complessa, ma piacevole nella sua dinamica leggerezza. Rauch, a mio avviso, si riconferma un autore preparato e molto utile alla causa. Trovo le sue sceneggiature calibrate e scorrevoli e una media realizzativa finora dignitosa, tutto grasso che cola per Borden che può disporre di materiale valido per alternare le sue corpose opere e coprire il numero sempre più ampio di tavole annuali inedite da dover pubblicare. Mi piacerebbe poter vedere Jacopo all'opera anche su storie più ambiziose e di punta, ma suppongo che al momento il suo impegno su Zagor non glielo permetta. Le carte in regola per farlo non gli mancano. Noi lettori siamo sempre molto esigenti (come è pur giusto che sia), ma scrivere Tex non è certo una bazzeccola e non va sminuito il valore di una buona routine. Mica è così scontata mantenere un'accettabile media qualitativa!
  12. Condor senza meta

    [Texone N. 16] I Predatori Del Deserto

    Nel mio caso si tratterebbe dell'ennesima rilettura. Ma un simile capolavoro merita sempre "l'ennesima lettura + 1".
  13. Ancora è presto per esprimere un giudizio complessivo sulla storia, mi toccherà attendere almeno la lettura del secondo numero, comunque credo fin da adesso che rimarrò particolarmente legato a questo albo: non capita tutti i giorni di trovarsi la dedica dell'autore sul frontespizio. E' stato davvero un piacere incontrare Pasquale, un autore gentile e molto disponibile.
  14. Condor senza meta

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Grazie Loriano In effetti le similitudini ci sono. Un tocco di sana leggerezza che ben sta in mezzo a una trama così tesa e drammatica.
  15. Condor senza meta

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    L'attesa è stata il punto cardine di questo notevole texone. Già le firme (e l'innata qualità) dei due autori all'opera, contribuivano a stuzzicare la curiosità dei lettori. Attesa resa ancora più viva grazie all'anteprima della copertina di Dotti, molto bella ed efficace: ulteriore conferma del valore dell'artista nei panni di copertinista, già mostrato in crescendo sulla serie Tex Willer. Per il sottoscritto la pazienza è stata ancor maggiore, visto che ho dovuto attendere quasi una settimana per trovare l'albo in edicola e un'altra per poter trovare lo spiraglio giusto di tempo per potermelo leggere e goderlo adeguatamente. Come se non bastasse, il lungo black out del forum, occorso nei giorni scorsi, mi ha costretto a un'attesa aggiuntiva, per poterlo commentare in questo topic. Dopo una simile premessa, la domanda che sorge spontanea è la seguente: tutta questa attesa è stata ripagata? Assolutamente sì, e dopo la lettura di questo valevole volume è cresciuto pure il rimpianto per aver mancato di un soffio (un solo giorno!) l'incontro a Etnacomics con Dotti, autore che albo dopo albo è entrato nella lista dei disegnatori da me stimati, e non aver potuto inoltre incontrare nemmeno Borden, che purtroppo ha dovuto declinare l'invito alla fiera. Prendendo spunto da un fatto storico avvenuto in Texas durante la guerra civile, Mauro è riuscito a tirar fuori una storia molto bella e coinvolgente, facendo leva su una sceneggiatura ben calibrata e una trama complessa ma tutto sommato scorrevole e con un'ottima opera di rifinitura, che ha permesso all'autore di annodare tutti i fili dell'intricata matassa con i giusti tempi narrativi e con sequenze molto ben scritte e dal sapore aulico. Anche stavolta Tex narrerà al figlio (e a noi lettori) un episodio della sua gioventù, ma stavolta il racconto sarà a due voci, visto che anche Carson parteciperà alla stesura verbale dei ricordi, creando un'originale e ben riuscita trovata di sceneggiatura. Il bell'episodio che riguarda la rocambolesca azione dei nostri per salvare un gruppo di immigrati tedeschi texani fedeli all'unione, si fa apprezzare per ritmo, azione e la consueta ricchezza di comprimari e comparse. Mauro come sua attitudine pone sulla scacchiera ottimi personaggi e mischia con molta bravura fantasia e storia propriamente detta, e lo fa così bene che una sola lettura non permette di godere appieno il valore del complesso intreccio. Una seconda lettura è doverosa e, personalmente mi ha impressionato come, quasi per incanto, tutte le tessere del puzzle sono andate al suo posto ed eventuali punti meno chiari si sono appianati mostrando il valore di una grande opera. Si è parlato molto del record raggiunto da Mauro con il presente albo, ma visto la freschezza e l'ottima fattura del texone, sorprende che un autore riesca ancora a mantenere così alta la sua qualità dopo il numero enorme di 50.000 tavole in carriera. Oltre al talento indiscutibile, è la passione per il fumetto (e Tex in particolare) il carburante che spinge il nostro inossidabile Borden a tenere così alto il suo livello, appunto per questo, come scrivevo di recente in un altro topic, sarà davvero proibitivo per la Bonelli un domani (il più lontano possibile!) sostituire un artista di questo calibro. Tornando alla storia, la presenza di personaggi come Damned Dick e Kate Warne rende ancora più stuzzicante l'appetitosa pietanza e oscura alcuni dialoghi un po' verbosi in alcune sequenze (già individuati ed esposti da alcuni forumisti prima di me), davvero piccole inezie in un complesso molto corposo e funzionale di un texone bello, che meritava alla grande le attese. I disegni di Dotti sono perfetti per la storia: secchi, espressivi, ben bilanciati e molto validi in termini di narrativa di immagini. Oltre a una costante e possente miglioria stilistica dell'artista e ben palese l'assoluta affinità con lo sceneggiatore e non è un caso che ogni collaborazione fra i due, porti a risultati memorabili. A tratti mi viene da pensare che con Dotti, Mauro abbia trovato il degno sostituto del compianto Marcello per creare il magico tandem, alla base di ottime storie e piccoli capolavori della saga. Piccole curiosità che mi è parso di notare: Damned Dick in alcune espressioni mi ricorda proprio Dotti: che abbia preso spunto da se stesso per la caratterizzazione del pard creato decenni fa da Gianluigi Bonelli? L'abitudine di Tex e l'amico Konrad di "salutarsi" a suon di sganassoni mi ha lievemente ricordato la medesima originalità usata da Zagor e il trapper Rojas a ogni loro incontro. Un caso? L'attesa è stata lunga per molti aspetti, ma se l'esito è sempre così, ben venga. Un texone da ricordare a lungo. Il mio voto finale è 9
  16. Più che un soggetto, quella postata da Letizia è la sinossi del suo romanzo fanfiction "L'urlo del Falco". Un'opera interessante, che ho riletto di recente, e che consiglio vivamente.
  17. Visto che ci ho preso gusto, rispondo al sondaggio stilando le medie dei miei voti alle singole annate. La spuntano come da tabella: 2010, 2013, 2016 Per il decennio in corso la media più alta è il 2020
  18. Condor senza meta

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Non entro in merito nelle questioni, non avendo ancora letto l'albo, ma tuttavia fai benissimo a non rimettere l'avatar di Kate (che peraltro sia De Angelis che Dotti hanno abbellito di non poco rispetto alle foto storiche ), visto che il tuo profilo photoshoppato è molto più carino ed espressivo. A dire il vero la nostra cara Letizia è sempre avvolta nel mistero (nome, firma su soggetti, date di nascita ecc.), ma se stavolta non bleffa, c'è da dire che è una "bedda figghiola", come diciamo noi siculi. P.s. Sto facendo una fatica non comune a evitare il post, non avendo ancora potuto leggere l'albo, purtroppo gli impegni lavorativi (e non) mi costringono sempre a recuperare le letture in mostruoso ritardo. Mannaggia a me e quando non sono nato ricco!
  19. Mi chiedo se il topic non sia il caso di correggerlo in "La regina dei fuorilegge", titolo effettivo del primo albetto a striscia, evitando così la ripetizione ravvicinata di un riferimento alla carta da gioco, presente pure nella storia successiva. Episodio da poter definire un "filler", scollegato con l'abozzata continuity del periodo (vedi la scena in cui Tex mostra il distintivo presentandosi ancora come un ranger). Lo sviluppo della trama risente parecchio della brevità e il soggetto non viene affatto valorizzato, da una sceneggiatura troppo accelerata e poco incisiva. Peccato! Con maggior spazio a disposizione si poteva sfruttare meglio l'idea del racket e rendere più interessante la figura di Lily Bent, qui solamente abbozzata. Da notare come Bonelli voglia aggiungere un po' di pepe facendoci capire che la villain sia attratta da Tex, lo ribadisce anche con un po' di invidia un suo sgherro parlando con il nostro eroe, che però finge di cascare dal pero. E' successo qualcosa tra i due nella settimana in cui si è infiltrato nella banda per attirarsi le sue grazie? Non lo sapremo mai. Finale rocambolesco e troppo veloce per lasciare il segno, così come tutto l'episodio che si legge in fretta e finisce subito nel dimenticatoio. Troppo poco per meritare la sufficienza. Stavolta i disegni sono tutti opera di Gamba e, nonostante l'autore se la cavicchia (interessanti alcune inquadrature e le fattezze di Tex, un po' meno la rappresentazione dei fucili) il gap con il talento di Galep è molto marcato. Gamba si è sempre rivelato un buon artigiano del pennino, duttile e molto utile, con uno stile personale e pulito, ma ovviamente l'arte di Galep è di tutt'altro livello. Il mio voto finale è 5
  20. Da amante delle statistiche, mi son passato il tempo recuperando le votazioni alle storie che ho dato via via durante le recensioni in questi anni e ho stilato le relative medie annuali. Sebbene abbia votato di getto al sondaggio, mi accorgo che le mie preferenze accordate collimano con le medie calcolate. Solo un ex equo fra il 2005 e il 2006, però la presenza di Athabaska Lake e Colorado Belle su due piedi mi hanno indotto a prediligere il 2005.
  21. Episodio scoppiettante. Un esempio lampante di come debba essere una storia per divertire e appassionare. Un incidente al fido Dinamite, costringe Tex a separarsi da Carson e Pat. Ma contrariamente a ciò che il nostro teme, il suo soggiorno a Fullertown è tutt'altro che tedioso. Fatta la conoscenza con l'arrogante Nora, nipote dei fratelli Brenton ovvero i "padreterni" del paese, Tex entra subito in rotta di collisione con coloro che, a detta del simpatico barman, hanno ridotto a un mucchio di rovine un vicino villaggio ormai ridotto a un fantasma. Proprio fra le disabitate costruzioni, il nostro eroe si trova a dover fronteggiare un agguato con degli sgherri dei Brenton, intenti a marchiare dei cavalli rubati. Ha così inizio la guerra fra Tex e la banda capeggiata dai due Brenton, che non disdegnano a rubare le mandrie del povero Prescott, utilizzando un fine trucco con i ferri da marchio. L'idea del marchio contraffatto ritornerà nella più celebre storia Sunset Ranch, così come è curioso che Nora scompaia ben presto dalla scena, eppure sembrava dall'inizio potesse avere un ruolo più importante nella trama. A tal proposito il predicozzo non del tutto femminista che le fa Tex dopo il loro scontro credo che al giorno d'oggi avrebbe attirato feroci critiche, ma bisogna pur comprendere che purtroppo all'epoca ancora la mentalità era un po' chiusa sotto questo aspetto e anche Bonelli, sempre attento a certe tematiche, finì col scivolare sulla proverbiale buccia di banana. Dopo un primo malinteso, Tex diverrà alleato di Prescott e la storia decollerà con scene memorabili quali la splendida roulette russa con tanto di bluff che farà vacillare il prepotente Brenton e la rapina con travestimento di Mormone che preparerà la trappola finale per incastrare i biechi ladroni, con la mandria marchiata sotto la criniera per scoprire il piano criminale dei fratelli in combutta con un corrotto sergente dell'esercito. Tex è davvero decisissimo e non si crea alcuna remora a violare ogni regolamento pur di ottenere la vera giustizia. Sceneggiatura anche molto calibrata, che riesce a non subire brusche accelerazioni nemmeno nel concitato finale. Una lettura davvero soddisfacente. Sotto l'aspetto grafico è ben visibile il contributo di Muzzi in ausilio di Galep. La divisione dei compiti fra matite e chine, a mio avviso diede un esito decente, decisamente migliore rispetto alle storie del centinaio d'oro, dove i disegni di Muzzi non riuscivano a eccellere in certe tematiche e venivano appesantiti dalla zavorra delle correzioni facciali di Galep, quasi sempre fuori proporzioni e con posture anatomiche molto brutte da vedere. Il mio voto finale è 8
  22. Un omaggio a Tex di Eugenio Sicomoro
  23. Decennio non idilliaco (per usare un eufemismo) con paurosi alti e bassi. Sono gli anni in cui Nizzi ha totalmente finito le cartucce e, al netto di qualche sporadica zampata, precipita qualitativamente. Di diverso livello l'andamento di Boselli, che confeziona ottime storie e mantiene una media qualitativa alta, sebbene alcune prove (Vendetta per Montales, Intrigo nel Klondike, Spedizione in Messico, Morte nella nebbia) siano a mio avviso meno ispirate. Debutta Faraci, ma dopo un avvio promettente, mostra subito la corda, mentre Manfredi continua a rivelarsi un autore preparato ma poco consono all'universo di Aquila della notte. Ecco le mie preferenze: 2000, 2005, 2008 Spareggio: 1985
  24. Che Galep si ispirasse a Cooper per il suo Tex alle origini è conclamato, così come è noto il ruolo di Giuliano Gemma nel controverso film di Duccio Tessari a metà anni 80. Quello che ignoravo e che ho appreso vedendo questo vecchio articolo su Tv Sorrisi e Canzoni del 1977 o giù di lì, che anche un giovane Andrea Giordana vestì i panni del nostro eroe per quel set fotografico. Un viso convincente per Tex? Bah...
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