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TWF - Tex Willer Forum

F80T

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Messaggi pubblicato da F80T

  1. Vi faccio una confessione.

    Mi fa sempre piacere quando entro nel forum e leggo che c'è qualche post di @Diablero da leggere.

    Da lui ho imparato tante cose su Tex e trovo interessanti le sue annotazioni critiche.

    Oggi il suo rilievo mi ha strappato il sorriso: vero, tre dei nostri amici hanno alle spalle una tragedia familiare.

    Poi, però, si è lasciato un po' guidare dalla sua disistima per Nizzi.

    D'accordo, in questa piazza virtuale le critiche sono legittime, anzi costituiscono il sale del dibattito.

    Rimane che Furia Rossa L'uomo senza passato rimangono due pietre miliari dell'epopea texiana e, a mio giudizio, un capolavoro l'una, un'ottima storia l'altra.

    • +1 1
  2. La sequenza in cui Tex e Carson si vestono da improbabili frati vale alla di per sé alla storia un posto tra quelle meritevoli di essere rilette.

     

    Ma in realtà la vicenda è ben congegnata, la cospirazione credibile, il killer ostico, i nostri rangers in forma.

     

    Senza contare i disegni, ovviamente splendidi, di Civitelli.

  3. Non conoscevo i fratelli Bill, e quindi mi fido di coloro che hanno affermato la fedeltà di Boselli allo spirito che ha loro insufflato Gianluigi Bonelli.

     

    Quello che invece posso dire è che Boselli ci ha offerto uno vero, splendido colossal del fumetto.

    Non mi trovo d'accordo nel dire che Tex rimane un po' in disparte. Piuttosto, mi sembra giusto dire che condivide la scena con tre ospiti d'eccezione.

    E' poi una vera finezza che nel Maxi in questione trovi la sua effettiva conclusione l'avventura che aveva visto solo un mese fa il suo ultimo albo sulla serie regolare.

     

    Molto belli i disegni di Piccinelli, che mi ricordano tanto il primo Villa.

     

    Infine, nello scrivere questo breve commento mi sono ritrovato a riflettere sul fatto che questo sciagurato anno 2020 sia invece stato, sul piano texiano, molto ricco: Tex l'inesorabile, Netdhae, L'Agente federaleI tre Bill; Boselli ci ha regalato grandi storia! Senza contare le buone prove di Ruju (in particolare La frustata, non avendo ancora letto Sulla cattiva strada), ma anche di Rauch (Gli amanti del Rio Grande non sarà un capolavoro, ma è una buona prova). Bravi!

  4. E' da quando ho iniziato a frequentare questo forum che leggo de La Minaccia Invisibile come esordio non ufficiale di Mauro Boselli quale sceneggiatore di Tex.

    Finalmente sono riuscito a leggere la storia e quindi, come è diventato mio costume, mi sono proposto scrivere la mia opinione. Prima, però, ho voluto leggere i precedenti interventi su questa pagina e sono così venuto a conoscenza di questa aneddotica così gustosa.

     

    Devo dire che la storia, veloce, ritmata, varia, non risente delle molte mani che vi hanno lavorato. Forse, se devo trovare un difetto, è un po' troppo affollata: Tom Devlin, Lefty Potrero, Angelo, Pat Mac Ryan...

    Il Maestro è un avversario di grande spessore, e trovo giusto che poi gli sia stato riservato di concludere la sua parabola in un'altra grande storia come L'ombra del Maestro.

     

    A proposito di quest'ultima avventura di Tex, vi si scorgono alcuni parallelismi con la più antica: il gran numero di comprimari, la presenza di persone di origine cinese, la partecipazione all'avventua di Pat, il tentativo di avvelenare le riserve d'acqua.

     

    Quanto ai disegni, il tratto di Letteri è quello del grande artista delle storie urbane di Tex.

     

     

  5. Storia letta per la prima volta.

    Mi dispiace che il ricordo de La mano rossa sia stato sprecato per una storia così scialba, che peraltro ha scarse connessione con la vicenda originaria.

     

    Come già notato da Barbanera prima di me, la banda/setta appare alquanto improbabile: non si capisce quali siano gli scopi dell'organizzazione, che ha già in mano la città di Amarillo; né il motivo per cui gli altri adepti temano così tanto il primo fratello, in realtà direttore di uno sgangherato quotidiano di provincia.

     

    Tex e Carson si muovono, come acutamente osservato, in uno spazio vuoto: la cittadina texana ci appare stranamente deserta, e i nostri eroi non interagiscono con nessuno se non lo sceriffo e i membri della banda.

     

    Del tutto improbabile, poi, il dialogo sulla mancanza di un mandato di perquisizione, di cui non penso che i nostri ranger abbiano mai sentito l'esigenza.

     

    Buoni, anche se di stile che ai miei occhi risulta un po' antiquato, i disegni di Blasco.

  6. Nel commentare l'albo Vendetta indiana ho utilizzato l'esempio di della tecnica musicale della "variazione", in cui si ha la riproposizione di un'idea musicale con modifiche, più o meno significative, rispetto alla sua forma originaria.

     

    Messaggero di morte rientra, in effetti, tra quelle storie in cui un'idea base (Tex guida una popolazione nativa che ha subito un grave torto contro l'esercito del Stati Uniti, che viene sconfitto senza spargimento di sangue grazie alle abilità da stratega di Aquila della Notte) viene riproposta con accenti nuovi.

    In questo caso, gli elementi che distinguono la variazione sono le qualità intellettuali del'ufficiale che guida l'esercito (il colonnello Middelton è un comandante più in gamba tanto del colonnello Elbert, tanto del colonnello Arlington) e l'uso del costume dell'uomo della morte.

     

    Trovo di alto livello l'orchestrazione di Nizzi, mentre i disegni di Fusco sono superbi come sempre.

  7. Provo a tornare in topic.

     

    On 20/9/2020 at 14:51, Diablero dice:

    Visto che sono già stati "sdoganati" negli speciali gli spettri e i fantasmi, può darsi che incontri lo spettro di Zagor. Così:

    1) non hai il problema dello zagor vecchio

    2) non hai il problema di collocare Darkwood nel mondo di Tex

    3) non devi usare "varchi dimensionali" e altra paccottiglia pseudofantascientifica che su Tex ci sta come i cavoli a merenda

    4) E finalmente, Zagor sarebbe davvero lo Spirito con la Scure...  :laugh:

     

    A mio avviso, a previsione di Diablero non si allontana molto dalla realtà.

    In Fantasmi di Natale gli spiriti sono evocati nei racconti, salvo poi concludere che è il vecchio narratore ad essere in realtà un essere misterioso.

    Ecco, può darsi che al giovane Tex qualcuno racconti dello spirito con la scure, che un paio di decenni prima aveva vissuto tante avventure, non si sa quante vere e quante di fantasia.

  8. 5 ore fa, borden dice:

      La bussola giusta è :<_< "non farsi inutili menate" --  

     

    Non posso che condividere l'invito di Boselli.

     

    D'altra parte, la mia osservazione, sottoposta al dibattito del forum con intenti comunque costruttivi, non mi ha impedito di godere a pieno dell'avventura di Tex. Come si usa dire da me, mi sono scialato!

     

    Vi è però che in questo forum discutiamo molto seriamente di un argomento leggero come i fumetti, e molti utenti hanno una tensione alla coerenza interna della serie, che evidentemente è destinata a non essere soddisfatta per le irrisolvibili contraddizioni dell'epopea texiana.

     

    Mi pare che @bordenper primo ci tenga ad assicurare una certa coerenza, lavorando da molto tempo a una sistematizzazione della cronologia di Tex.

     

    Ma ciò che conta, lo ripeto, è la bontà della storia.

     

    3 ore fa, ymalpas dice:

     

    Le "riscritture" saranno poche: in due anni abbiamo avuto solo quella de "Il totem misterioso". Sappiamo che in lavorazionec'è la storia de La Mano Rossa, che sarà pubblicata non prima di due anni.

     

    Temo di essermi spiegato male. Per "riscrittura dell'epopea texiana" intendo il racconto di episodi del passato di Tex che condizionano la ricostruzione della psicologia del personaggio.

     

    Faccio un esempio.

     

    Chi ha letto negli anni '50 le prime avventure di Tex ha dato al personaggio un profilo psicologico diverso da quello che gli attribuisce oggi l'appassionato texiano, che ha letto e conosce tutto del passato di Tex.

     

    A mio giudizio, L'Agente Federale rientra tra quelle storie che possono modificare la percezione della psicologia del nostro beniamino.

     

    Ciò posto, viva Tex! Corro subito a leggere il nuovo cartonato!

  9. Boselli ci ha regalato una storia meravigliosa, con una visione ampia sull'universo del giovane Tex.

    Tutti i comprimari, positivi o negativi, importanti o meno, sono tratteggiati con credibilità e profondità.

    Splendidi i disegni, che accompagnano adeguatamente un'avventura epica.

     

    Rimango invece fermo sull'idea che questa avventura abbia in parte riscritto l'epopea di Tex.

    Egli è stato accolto dal popolo Seminole prima ancora che lo facessero i Navajo. Si è arruolato nell'esercito, ha disertato e poi ha guidato i nativi in battaglia contro i suoi ex commilitoni.

    Tante storie saranno, d'ora innanzi, rilette con occhi diversi, perché sapremo del vissuto del Tex che in esse agisce, vissuto di cui sino ad ora nulla sapevamo.

    Penso a Sangue Navajo, a Seminoles, a Patagonia, a Cercatori di piste.

     

    Sia chiaro, più volte in passato è accaduto che sia stata riscritta retrospettivamente l'epopea di Tex.

    Lo fece il suo Creatore, G.L.Bonelli, quando decise di raccontare del suo passato, della morte di Lilith e della vendetta che ne seguì; e quando scrisse per la seconda volta della guerra civile. 

    Lo fece Nizzi, sceneggiando Fuga da Anderville.

    In maniera non dissimile, Nizzi rielaborò la figura di Tiger, con Furia Rossa; e Boselli ridisegnò Carson, rendendoci partecipi del suo passato.

     

    E' normale che questo accada in un fumetto che vive da 72 anni. L'importate è che il Curatore sia ben consapevole (e sono certissimo che lo sia) di tale fenomeno e che sia ben attento a evitare che riscritture troppo frequenti dell'epopea texiana determino un'alterazione retrospettiva dell'essenza di Tex, il che sostanzialmente equivarrebbe a un reboot della serie.

  10. Nel mio commento conclusivo a La Rupe del Diavolo scrivevo che dal numero successivo mi aspettavo "di accomodarmi nuovamente nel ristorante stellato di Boselli". E ristorante stellato, in effetti, è stato. Una vicenda ariosa, con una pluralità di tracce da seguire e personaggi da apprezzare, che si intreccia magistralmente.

     

    Ovviamente, anche i clienti di un ristorante stellato possono non apprezzare particolarmente una pietanza. In questo caso, a me non è piaciuto il dolce, vale a dire la conclusione, troppo frettolosamente realizzata, in cui i vari sapori si impastano senza equilibrio.

     

    Ecco, secondo me una storia del genere avrebbe meritato una conclusione più ampia; e invece i terribili Netdahe soccombono in poche vignette.

     

    Ho molto apprezzato, invece, dona Ramona, composto instabile di fragilità, furbizia, freddezza calcolatrice, passione, slancio altruistico; e il tenente Castillo, umano, troppo umano.

     

    Sui disegni confermo una vaga perplessità, anche se il modo in cui è stata resa la bellezza di dona Ramona mi porta a promuoverli.

     

     

  11. Qualche tempo addietro, commentando OrroreI, di Medda e Letteri, scrissi che la tematica del serial killer era un unicum nel panorama texiano. L'utente @gilas2 mi segnalò che, in realtà, già ne La locanda dei fantasmi si parlava di un serial killer.

    Non avevo mai letto la storia ma, dopo un paio di mesi, ho rimediato.

     

    Bisogna dire che è un bel giallo. E' vero che il lettore si accorge prima di Tex del coinvolgimento della famiglia Wallace negli omicidi, ma non mi pare che si tratti di un errore; piuttosto, Nizzi instaura così un rapporto di complicità con il lettore.

     

    Tutti i personaggi sono ben caratterizzati, ed anche Tex, nel lasciare i componenti superstiti della famiglia al loro destino, si conferma essere qualcosa di ben diverso da uno sbirro.

     

    Solo Carson, che appare intimorito dalle storie di fantasmi, mi sembra meno brillante di quello cui Boselli ci ha abituati negli ultimi anni. Ma, in effetti, nemmeno tra le storie di G.L. Bonelli che ho letto mancano quelle in cui Capelli d'Argento risulta essere un comprimario di qualità chiaramente inferiori a quelle del nostro eroe.

     

    Ottimi i disegni di Letteri, ancora in piena forma. E mi è stata ancora più evidente la qualità del suo tratto ripensando a come, invece, giudicai inadatto il pennello dell'Artista romano all'avventura narrataci diversi anni dopo da Medda.

     

     

     

  12. L'albo numero 382, La Tigre Nera, fu il primo della serie regolare da me acquistato.

     

    Trovai una sceneggiatura e dei disegni molto diversi da quelli che sino a quel momento avevo potuto ammirare su Tuttotex, che leggevo a casa di mio zio. E mi piacque tantissimo. Scelsi, dunque, di investire i soldi della mia paghetta nell'acquisto di Tex.

     

    Mi rimaneva la curiosità di leggere la prima parte della storia, ma il ritiro di un numero arretrato mi pareva all'epoca (ero praticamente un bambino) una cosa troppo complicata. E inoltre avrei letto il finale della storia antecedente e mi sarebbe rimasta la curiosità di conoscere gli sviluppi anteriori. E così via, in una catena che mi sembrava troppo lunga da gestire. Sono quindi rimasto con la curiosità per ben 28 anni.

     

    La frequentazione di questo forum ha però risuscitato la mia voglia di leggere le prime tavole della storia e, approfittando di un'asta su eBay, ho finalmente acquistato il numero 391 di Tex, insieme a tutti i restanti albi della fascia 301-400. Ecco, dunque, che ho potuto finalmente godere le scene dei pard a teatro e capire chi fosse quell'ubriacone ucciso dalle tarantole.

     

    Che dire della storia? Partirei dai disegni di Villa, che da piccolo ho cercato di copiare e ricopiare, evidentemente senza tanto successo.

    Ecco, mi pare che si tratti di una prova superba. E, come ho scritto nel commento alla posteriore storia su Mefisto, non penso che il tratto di Villa sia migliorato nel corso degli ultimi 30 anni, per la semplice ragione che era già magnifico negli anni '90.

     

    La vicenda, dal canto suo, rientra tra le più belle sceneggiate da Nizzi, a mio parere.

    In effetti, devo dire di essere stato fortunato, perché al mio esordio da lettore di Tex ho potuto godere di due storie di grandissimo livello: quella che sto commentando e la struggente Furia Rossa. Nizzi era in crisi, ho scoperto dopo; e ci fu somministrato quel terribile polpettone sugli uomini giuaguaro. Ma io ero già divenuto un fedele lettore di Tex, e per questo non potrò che essere per sempre grato all'Autore pur tanto contestato.

     

    La storia, dicevamo. Un misto tra un poliziesco cittadino e un romanzo di Salgari, perfettamente equilibrato tra questi due poli. Un avversario tra i più geniali e feroci mai apparsi su Tex, comprimari (Morel, Rickens) di spessore, scambi di battute travolgenti tra Tex e Carson.

     

    Per farla bene, il mio voto è 10 pieno.

  13. Anche io ho recuperato e letto questo questo Texone grazie all'avventura attualmente in edicola nella collana Tex Willer (L'agente federale).

     

    Avvicinandomi alla lettura dell'albo ero consapevole che D'Antonio ha sempre pensato che Tex fosse poco nelle sue corde. Eppure, a mio avviso, il personaggio è ben centrato, non solo nei valori morali di fondo, ma anche nella durezza da giustiziere con cui affronta gli avversari.

     

    Due, invece, sono gli aspetti che non mi hanno convinto. Il primo è il rapporto, inacidito, tra il nostro ranger e Kit Carson, peraltro ben presto accantonato, con mio disappunto.

    Il secondo è il finale. Intendiamoci, non è una novità un finale un po' slegato dal resto della sceneggiatura. Né mi è dispiaciuto il sarcasmo con cui Tex affronta Batterbaum. Solo, mi pare che questo odioso politicante, in realtà una mezza calzetta, se la cavi troppo a buon mercato. Una ripassatina da parte di Tex, invece,sarebbe stata gradita.

     

    Belli i disegni di Filippucci, in particolare nella resa dei paesaggi delle Everglades.

  14. In tutta franchezza, se non se ne fosse parlato qui sul forum, probabilmente non avrei notato la nudità.

    In fondo, quel che conta è che dona Ramona è, per quel che si è visto in quest'ultimo albo, un personaggio molto ben riuscito, e la sua interazione con il tenente Castillo ha animato un bel po' la storia.

    Quel nudo non era forse necessario, ma non è nemmeno gratuito e non stona con lo sviluppo della vicenda.

    Piuttosto, è evidente l'errore nelle vignette precedenti, in cui è presente una camicia da notte che la donna, narcotizzata, non avrebbe potuto sfilare.

    In ogni caso, fin qui abbiamo avuto una buona storia. Sono curioso di leggerne la conclusione.

  15. Soggetto originale, sviluppato bene.

    La storia della coppia, che innesca l'avventura raccontataci da Rauch, è  credibile e per nulla melensa: lei ha natura calcolatrice; lui è segnato dal passato rifiuto.

    Tex è ben centrato e Carson non sfigura.

    Non ho rilevato quegli errori, tutto sommato banali, che  hanno penalizzato la riuscita de I forzati di Dryfork.

    Non si tratta di un capolavoro, ma sicuramente di una buona storia.

     

    Dalle anteprime rilasciate dalla casa editrice,  temevo che i disegni fossero un po' statici. Invece sono molto buoni, con uno stile classico e apprezzabile.

    In conclusione, il giudizio è positivo.

     

     

  16. Episodio tecnicamente perfetto, che però a me ha suscitato un minore entusiasmo rispetto ad altri Texoni.

    La ragione non è nei disegni, molto belli, ma a mio parere nell'unione non troppo felice di due tematiche, la guerra di liberazione e l'antischiavismo da un lato, la santería e i poteri soprannaturali dall'altro. Io avrei preferito che si trattasse solo della guerra di liberazione, ma, ovviamente, si tratta di gusti.

    Il voto è positivo, ma ben altri sono - a mio giudizio - i Texoni da ricordare.

     

  17. Bastano poche parole per recensire questa avventura: è scritta magnificamente e altrettanto splendidamente illustrata.

     

    Ho avuto, però, la ventura di leggerla pochissimo tempo dopo aver assaporato un'altra lunga e splendida storia, questa volta di Boselli, ambientata nel freddo nord, vale a dire Nei territori del Nordovest.

    Questa fortunata coincidenza mi ha naturalmente portato a fare un raffronto tra il Tex (fumetto e personaggio) di Bonelli e quello di Boselli, che qui condivido con voi.

     

    A scanso di qualunque equivoco, premetto che: 1) ritengo che il Tex di Boselli sia il vero Tex, ovviamente visto con gli occhi di Boselli; 2) non penso che il Tex di Bonelli potesse andare a finire in mani migliori di quelle di Boselli, autore che apprezzo tantissimo e che sta svolgendo un eccellente lavoro come curatore.

     

    Ciò premesso, la cosa che balza agli occhi è che Bonelli preferiva, per i personaggi che di volta in volta animavano le sue storie, le tinte psicologiche piatte. Non è una critica (absit iniuria verbis!), né mancano le eccezioni; ma si tratta della constatazione di una precisa scelta narrativa svolta di regola dall'Autore, al fine - io credo - di rendere le avventure più facilmente leggibili, tenuto conto che la platea dei lettori era, negli anni '50/'70, molto diversa da quella attuale.

    A Boselli, invece, piace dipingere personalità complesse, in cui il bene e il male si impastano inesorabilmente, così come avviene nella vita reale.

     

    Ancora, il Tex di Bonelli è spavaldo, a volte arrogante, sempre dotato di un humor pungente. Quello di Boselli, invece, accentua la sua caratteristica di uomo affidabile e serio.

     

    Infine, le sceneggiature di entrambi gli autori sono molto ritmate, ma seguono linee di sviluppo diverse. Le storie di Bonelli seguono con sicurezza una linea narrativa unica, quelle di Boselli si dividono in trame e sottotrame, che poi si risolvono tutte insieme nel finale.

     

    Qual è la conclusione di tali mie osservazioni? Nessuna, e in particolare non voglio immaginare nessuna (stupida) comparazione qualitativa tra la produzione artistica di due Autori che così tanto apprezzo.

     

    Solo, gongolo a pensare quanto sia bello avere una miniera così vasta di avventure con le quali trascorrere piacevoli momenti di relax. 

     

     

    • +1 1
  18. Non l'avevo acquistato quando uscì. L'ho fatto solo di recente e ho finito di leggere Patagonia ieri notte.

     

    Esprimo tutto il mio disappunto per la scelta di @borden di scrivere una storia così struggente ambientandola addirittura in Argentina.

     

    Così, il lettore di Tex, dopo essersi indignato per il massacro del colonnello Arlington, dopo aver compianto Nachite e Labbro Tagliato, dopo aver onorato Nuvola Bianca, si deve fare carico emotivamente anche della strage degli indios della Patagonia.

     

    Eppure, grazie @borden, perché così come GLB e Nizzi prima di te, hai trasformato un fumetto popolare, una lettura apparentemente disimpegnata, in un potente mezzo per ricordarci che la nostra civiltà si basa sul sangue dei popoli sopraffatti.

     

    È semplicissimo valutare questa storia: 10 pieno per la splendida sceneggiatura e per i disegni così evocativi.

     

    Ma non so se avrò la voglia di rileggerla, perché il sapore amaro che provoca è insopportabile. 

    • +1 1
  19. Mi astengo dalla partecipazione al processo perpetuo a Nizzi per dire invece la mia sulla storia.

     

    Dopo un avvio ben congegnato, con un assalto al treno descritto perfettamente, la storia si perde.

     

    A mio giudizio, Tex appare piuttosto appannato nel non ipotizzare che i banditi abbiano potuto utilizzare una seconda uscita segreta, piuttosto che lasciarsi morire di inedia senza nemmeno tentare una sortita.

     

    E anche i banditi si rivelano dei babbei nel decidere, una volta usciti dalla grotta, di recarsi nel villaggio più vicino a sperperare denari e a vantarsi delle loro ricchezze. 

     

    Bella la sequenza della sparatoria. Ma purtroppo seguono molte scene statiche, in cui Tex e Carson si trasformano, da uomini d'azione, in manovratori di agenti sul campo.

     

    Lo sviluppo della vicenda dipende quindi da troppe coincidenze, che portano a un eccidio che invece Tex voleva evitare.

     

    Positivi i disegni: inizia a scorgersi il tratto maturo di Ticci, che tanto mi piace.

  20. <span style="color:red;">2 ore fa</span>, borden dice:

    Questa considerazione, fatta da molti, è senza senso.

     

    Dovremmo rinunciare dunque ad altri racconti del passato? O da quando avremmo dovuto rinunciarvi? Dal 1970, 80, 90,. 2000? E Lupe? E Jethro?? E che ne sapete che non le abbia già raccontate FUORI SCENA quelle storie? Il PRESENTE di Tex è tale da quarant'anni almeno. Magari le racconterà. il che significa che le ha già raccontate. Quando? Nell'Ottocento!

     

     

    La posizione di @borden è chiarissima. Vorrei che fosse altrettanto chiara la mia.

     

    Se Tex, prima di sposare Lilith, ha avuto flirt con belle ragazze; se, ancora adolescente, ha portato una mandria in California; se ha aiutato un ex schiavo ad avere giustizia; ebbene, se questo è accaduto e ci viene raccontato ciò non cambia il Tex personaggio.

     

    Ma se oggi scopriamo che è stato marmittone e disertore, questo incide sul personaggio.

     

    Si pensi solo a come questo fatto illumina retrospettivamente le scelte di Tex in Cercatori di piste. Oppure si pensi alla diversa prospettiva con cui Tex può guardare alle Sei divise nella polvere.

     

    In questi termini parlo di "rischio reboot", peraltro a fronte di una storia bellissima

     

  21. Storia riletta qualche settimana addietro con l'intenzione di commentarla sul forum. Non la ricordo però quasi più, segno che non è memorabile.

     

    Ho però ben in mente che:

    A- i disegni di Fusco sono, come al solito, splendidi;

    B- dopo aver liberato Gros-Jean e Linda Colter, Tex e I suoi pards si limitano a seguire da lontano gli antagonisti che, inconsapevoli di essere seguiti, vanno spontaneamente incontro al loro destino. In pratica, nell'ultimo albo Tex fa da mero spettatore.

     

    Si sarebbe potuto fare meglio.

  22. Storia ritmata, emozionante, eccitante.

     

    Però due critiche voglio farle:

    A- braccato, il nostro eroe arresta la sua fuga e torna indietro per salvare, a rischio della propria vita, due degli inseguitori dalle grinfie dei coccodrilli americani; è il giovane Tex oppure san Tex, che ama anche il suo nemico?

    B- quella narrata è un'esperienza formativa molto "forte"; possibile che Tex non ne abbia mai fatto cenno in settanta anni? Come sottolineato prima, si corre un po' il rischio del reboot.

     

    Ciò posto, la storia me la sto proprio godendo. Bellissima!

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