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TWF - Tex Willer Forum

dario63

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Messaggi pubblicato da dario63

  1. Se vogliamo razionalizzare tutto (o cogliere difetti nelle sceneggiature/disegni), nella serie di vignette appena sopra citate, ci sarebbe da domandarsi come mai ben quattro uomini a cavallo non solo guardino opportunamente in direzioni diverse da quella di Tex, ma non si siano neppure accorti che lui fosse nelle vicinanze (quasi che il ranger avesse fino a quel punto indossato un mantello di invisibilità stile Harry Potter, salvo poi toglierselo di dosso per materializzarsi con il fucile spianato). Oltretutto, dai disegni sembra proprio che nelle immediate vicinanze di Tex non ci fossero ripari naturali, a parte quella svolta nel sentiero (con tanto di masso tra i piedi, che occulta chi ci sta dietro, ma rende ulteriormente difficili rapidi e silenziosi movimenti).

    Che poi Tex intimi ai malviventi di gettare le armi (non spara subito) e poi, quando vede che non gli danno retta e qualcuno mette mano alle armi con l'evidente intento di sparargli, faccia fuoco, mi sembra solo logico (ma all'interno di una scena che qualche difettuccio mi sembra lo stesso presentarlo).

    Questo toglie valore o godibilità alla scena? A mio avviso no, perché queste pur lievi incongruenze non sono espressione di un trattato di logica, ma di un'opera narrativa e di fantasia.

    Vorrei sapere chi, nella propria vita, compie scelte e azioni sempre e solo seguendo una logica cristallina al 100%. Io, di persone del genere, non ne conosco, e  mi auguro di non incontrarne...

    • +1 1
  2. Letto questo albo, mi associo con i giudizi altamente positivi nettamente dominanti.

    Mi è piaciuto tutto di questa storia, sia la bravura di Boselli nel riprendere alcune situazioni e personaggi già noti, ma facendoli comparire in modo molto pertinente e non forzato, sia la narrazione retrospettiva, attuata per lo più con un'alternanza di Tex e di Carson. Questo racconto "a due voci" non solo rende più vario e meno monotono questo lungo flashback, ma fa parte di una voluta (e molto apprezzabile) volontà di dare a Kit un ruolo almeno di pari valore a quello di Tex nelle vicende che si dipanano in modo da avvincere il lettore, con una sequenza di eventi piuttosto complessa ma mai caotica né tanto meno noiosa.

    Unico dettaglio che, a mio avviso, risulta un pochino più discutibile è il personaggio di Kate Warne. Ovviamente, la scelta narrativa è più che legittima, si può chiaramente comprendere che, rispetto a "Pinkerton Lady", qui abbia un ruolo molto più marginale, anche perché qui giganteggiano Carson e Tex (e forse, nel suo cuore, questi due sono pure diventati inconsapevoli rivali). Adesso mi è parsa una donna molto più fredda e calcolatrice, decisamente arrivista nel suo desiderio di svolgere al meglio il suo non facile ruolo, ma si direbbe a qualsiasi costo e senza scrupoli morali. Insomma, mi viene da pensare che, nella sua evoluzione, questo personaggio abbia preso alcuni tratti di personalità dalla Lily Dickart contro cui aveva lottato nella storia antecedente. Niente di grave, chiaramente.

    Ottimi senza dubbio i disegni di Dotti.

    • +1 1
  3. 4 ore fa, Letizia dice:

     

    Vorrei poi esprimere un altro parere strettamente personale.

    Tiger non dimostra affatto interesse per la donna, ma per i suoi "capelli di sole" che  dovevano essere piuttosto rari da quelle parti in quei tempi.

    Tiger aveva perso la sua amata solo cinque o sei anni prima e la cicatrice nel suo cuore non lasciava posto per la prima bionda incontrata.

     

    A mia volta, esprimo un parere personale. Secondo me, Tiger rivela nei confronti di Astrid qualcosa di più che sola curiosità per i suoi insoliti capelli biondi (che accennano già all'origine scandinava del gruppo di coloni da cui lei proviene), ma la bravura di Giusfredi a questo riguardo è quella di lasciare le conseguenze questo incontro in sospeso, senza eccedere in tentativi di sviluppo di un rapporto sentimentale che, oltre ad essere stonato con le caratteristiche del personaggio Tiger, non potrebbero certo essere gestite adeguatamente in un albo solo e che ha altre priorità narrative. 

    A mio avviso, anche Astrid apprezza Tiger (e non solo in quanto suo salvatore - del resto le sue abilità di guerriero e di uomo erano state ammirate, tanto per dirne una, anche da Hanaba nel n. 168), ma è soprattutto lui a mostrare una tenerezza insolita nel modo con cui si prende cura della ragazza, di cui apprezza di fronte a Tex la tenacia e la forte tempra "come quella di una donna Navajo" (un bel complimento, non c'è che dire...). Poi tutto finisce lì, anche perché in quel preciso istante si fa vivo un presumibile spasimante della ragazza, ma lo stesso questo siparietto a me è parso interessante e gestito con mano leggera ma sicura da Giusfredi, che lascia eventualmente al lettore la responsabilità di fantasticare (se lo desidera) su eventuali rimpianti/nostalgie legati a questa vicenda, che fa lo stesso emergere in qualche modo la sensibilità umana di Tiger. 

    • +1 1
  4. 1 ora fa, Tex_Willer90 dice:

    "Trappola D'amore" 

     

    Tex Willer si trovava sulle tracce di una banda di fuorilegge che avevano rapito la figlia di un ricco possidente terriero. Dopo aver attraversato un deserto infuocato e rotto l'assedio del campo dei briganti, Tex scopre che la figlia del possessore di terre era complice dei fuorilegge: aveva pianificato il proprio rapimento per poter fuggire con il suo vero amore, uno dei banditi.

     

    Stamani mi sono svegliato con questa idea in testa e ho voluto proporla per gioco, come inteso dal creatore di questo topic, secondo me ne uscirebbe fuori qualcosa di bello. 

    Perdonami, ma non mi sembra uno spunto poi tanto originale.

    Cito a memoria il primo caso che mi viene in mente, ossia quello di Eugenia Moore invaghita di Bob Dalton (vedi l'epilogo epico nel n. 9, che costituisce un antecedente con cui sarebbe pure difficile confrontarsi con una scena analoga). E mi pare che ce ne siano anche altri...

  5. A differenza degli altri sondaggi, in cui era una vera sofferenza avere tre sole preferenze a disposizione, questa volta è difficile individuare un'annata di livello memorabile per l'insieme delle storie che presenta. A mio discutibilissimo avviso, ci sono magari un paio di storie di buon livello, ma nella stessa annata poi ci sono delle rilevanti cadute di tono che fanno un po' precipitare il giudizio...

    Sarà che proprio al termine del 1981 io ho interrotto l'acquisto regolare di Tex (per riprenderlo solo dal numero 700), ma faccio davvero fatica a rivalutare questo periodo (di cui poi ho letto tutti gli albi).

  6. <span style="color:red">11 ore fa</span>, borden dice:

    Ho messo il ri perché ti accomuno agli altri forum isti che di tanto in tanto lo dicono. Ma è un ragionamento debole. Se Il dottor Zivago non ti piace la colpa è  di Pasternak o di Feltrinelli? :rolleyes:

     

    Direi che la colpa è tutta di Omar Sharif! E del regista che ha affidato quella parte ad un giocatore di bridge, come noto destinato al più completo oblio... 

  7. <span style="color:red">2 ore fa</span>, Dix Leroy dice:

    Io proporrei un Tex al mese di 160 pagine (100 dedicate alla storia principale e le 60 di appendice a Tex giovane)

    e non venitemi a dire che il formato Bonelli non ha mai previsto due storie slegate perché vi appendo per i pollici.

    Premesso che quanto stiamo discutendo qui difficilmente potrà avere una qualche forma di attenzione e di applicazione da parte dei vertici delle edizioni Bonelli...

    Scusami però @Dix Leroy, ma non riesco proprio a comprendere i vantaggi della tua (a mio discutibile avviso) stravagante proposta di fondere, di fatto, la pubblicazione di Tex con quella della nuova serie "Tex Willer".

    Anzitutto, non spieghi quale dovrebbe essere il prezzo di copertina di questo albo (ma comunque l'aumento della foliazione del singolo albo credo sarebbe un motivo sufficiente per ritoccare i prezzi al rialzo rispetto alle due testate sommate)...

    Inoltre, questo implicherebbe lo stravolgimento dei ritmi di pubblicazione già programmati  per le storie in fase di completamento, dal momento che, di solito, le storie di recente pubblicazione durano due albi interi (quindi 224 pagine e non solo 200). Dubito peraltro che questo tipo di cambiamento dell'impostazione della lunghezza delle storie (presumibilmente, un loro accorciamento) possa apportare vantaggi sul loro livello qualitativo.

    Infine, pur constatando che i partecipanti a questo forum sono in gran parte (ma non tutti) lettori di entrambe le serie, non capisco per quale motivo si debba costringere il lettore di Tex ad acquistare insieme due serie di cui magari una non è particolarmente gradita.

    Tutto sommato, mi pare proprio una prospettiva che irrigidisce l'attuale impostazione e può creare più scontenti che approvazioni...

    Che problema c'è a recarsi in edicola due volte al mese anziché una?

  8. Siete davvero poco romantici!! Avendo incontrato la donna della sua vita (sì, quella che lo ha indotto ad accantonare tutte le sue forme di attenzione per il "gentil sesso" che in gioventù lo hanno visto alquanto in movimento), ha deciso di mettere su famiglia in base all'aureo detto "due cuori, una capanna"...

    Altro che abusivismo edilizio: qualsiasi costruzione in muratura avrebbe inevitabilmente stonato rispetto a questo quadretto idilliaco... 

  9. <span style="color:red">1 ora fa</span>, MacParland dice:

    Di certo non io. A me non piace e basta. Ferri invece mi garba. 
     

    E certe volte non erano “ispirate” ma quasi plagi. 
     

    Ai-ferri-corti.jpg

     

    Morte-di-un-soldato.jpg

    In generale, trovo piuttosto curioso che, non essendo ancora uscito l'albo in questione (e manca quasi un mese intero alla sua comparsa in edicola), già ci siano due pagine di interventi, focalizzati sia sul bollino del 75° (che anche a me non piace, ma penso si riesca agevolmente a fare astrazione dalla sua presenza per concentrare il nostro sguardo sul contenuto del disegno e per apprezzare lo stesso la copertina), sia sulla questione del "plagio" o ispirazione dei copertinisti di Tex... 

    Per me le due copertine di Galep sopra riportate - che chiaramente rivelano un'imitazione di altri prodotti americani - rimangono bellissime e originali. Non solo perché i volti che compaiono sono quelli dei nostri (spero beneamati) personaggi, ma anche per tante scelte compositive che sono proprie del disegnatore italiano (diverse le armi, differente l'orientamento della ruota, la canna fumante della pistola nella seconda, i cappelli bianchi ecc.).

    Come si fa a non apprezzare l'originalità di impianto di queste copertine quando non ci troviamo di fronte l'uomo dalla camicia gialla, ma in entrambi i casi un Tex che indossa una sgargiante camicia rossa? :P

    Da ultimo, a mio avviso molto bello il titolo del primo albo, con i caratteri che riportano le parole collocate in verticale (scelta nettamente minoritaria nelle copertine, ma qui particolarmente azzeccata)...

  10. <span style="color:red">6 ore fa</span>, Ronin dice:

    https://magazineubcfumetti.com/2023/01/04/unesile-speranza/

     

    Recensione dell'ultima storia di Mefisto.  Una durissima stroncatura, direi. Personalmente non condivido parecchie cose dell'analisi. Mi piacerebbe sapere che ne pensate voi.

    A me pare una "recensione" che parte con in testa un chiaro intento denigratorio e che insiste per tutta la sua durata nel voler gettare discredito su una storia certamente complessa e i cui meccanismi narrativi possono non avere soddisfatto in tutti i dettagli, ma parlare di noia e di fallimento a me sembra davvero eccessivo e immotivato. Perché, nonostante l'abbondanza delle parole profuse, mi pare che non ci sia un'argomentazione davvero puntuale e stringente.

    Che allo scrivente non siano piaciuti quegli albi si capisce benissimo e ci può stare, ma mi pare che l'intento polemico sia stato nettamente prevalente su ad un'analisi precisa e condotta anche con il dovuto rispetto di chi fa il lavoro improbo di proporre le storie di Tex, con una contrapposizione fra Bonelli padre e Boselli che a mio avviso è davvero stucchevole e inutile. Lo sappiamo tutti che nessuno sa scrivere le storie di Tex come le faceva il suo "papà" (peraltro, non immune da stecche a propria volta), ma la critica mi sembra davvero ingenerosa ed esagerata (anche perché non considera neppure il dettaglio, non da poco, della necessità di riprendere in mano per chiuderle le vicende di Tex/Mefisto dopo la scelta, quella decisamente molto più discutibile, di far rinascere l'arcinemico di Tex e di lasciarlo ancora a "piede libero").

  11. Ho letto anch'io questo primo capitolo di questa nuova avventura di Tex e l'ho trovato molto gradevole: certo, essendo incentrato sul passato di Cochise ci sono lunghi flash back e inoltre il ruolo di Tex è marginale, ma in una storia sviluppata su sei albi mi pare che questo sia più che comprensibile. Anzi, a mio gusto, questa ambientazione accurata rende ragione di un'evoluzione del personaggio di Cochise che fino ad ora non era stata sviluppata e l'ho apprezzata anche per la possibilità di farci percepire alcuni aspetti della vita quotidiana e alcuni valori tipici della cultura di quel popolo indigeno. Molto belli i disegni, giustamente lodati da tanti interventi prima di me.

    Sulla questione del bollino, proprio non capisco tanto ardore polemico. A me non ha disturbato affatto: posso capire che quello utilizzato per le sette puntate del ritorno di Mefisto possa aver fatto storcere il naso a qualcuno, ma qui questo intervento è davvero contenuto e, in fondo, anche comprensibile.

    Di fatto, lo sappiamo, certi numeri hanno assunto nella nostra cultura un significato più rilevante di altri: per quanto convenzionale, non mi pare che questa situazione sia così disdicevole o censurabile. Alzi la mano chi, raggiungendo la soglia dei cinquant'anni, non abbia avvertito una sorta di trepidazione più intensa all'approssimarsi di quella soglia (che ovviamente si può associare anche alla consapevolezza un po' più netta dell'implacabile scorrere del tempo, che non ci può lasciare indifferenti). E che quindi la casa editrice abbia voluto enfatizzare questo passaggio con un innocuo bollino a me non ha per nulla creato disagio (tanto più che è un'indicazione "una tantum").

  12. Accidenti, che giudizi perentori! Manco si vedesse Tex a letto contemporaneamente con le due avvenenti ragazze!
    A me quella scena ha fatto sorridere perché la trovo un po' ingenua e poco realistica, più che altro perché le due agguerrite rivali sul piano della gestione dei rispettivi ranch riescono ad appianare in brevissimo tempo, una volta scoperta la vera origine della loro faida, una serie di torti reciproci e di uccisioni avvenute in serie, mentre sembrano altrettanto veloci e senza la minima forma di competizione rispetto alla loro concorde "ammirazione" nei confronti del giovane e aitante texano.

    Di rimando, in questa situazione Tex sembra più imbarazzato che compiaciuto di sé...

    Ma se questa conclusione va a stridere con l'intera serie di Tex per una così innocente e forse puerile manifestazione di trasporto emotivo o "amoroso", allora non so come possano essere giudicate forme di ben più intensa alterazione del personaggio che abbiamo visto in tempi recenti e che riguardano il maturo ranger/capo dei Navajos...

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  13. Decisamente contrario. I gadget non mi piacciono (le statuette dei personaggi di Tex che sono state realizzate qualche tempo fa mi sono sempre sembrate bruttissime) e penso che produrre questo genere di elementi non faccia neppure aumentare in modo significativo le vendite di Tex.

    Inoltre, dal mio punto di vista, si tratta di un inutile spreco di risorse e un aumento ingiustificato di rifiuti ad impatto ambientale non trascurabile...

    • +1 1
  14. Ma il fatto che l'oste, appena sentito il nome di Tex Willer, cambi idea e gli consegni la chiave della camera è dovuto

    a) all'innato carisma di Tex;

    b) al fascino irresistibile delle sue colt;

    c) al fatto che ha collegato l'uomo con la camicia gialla con quel Tex Willer (unico ad indossarle nel raggio di 100 miglia);

    d) al fatto che l'oste è un lettore di Nizzi e quindi sa che Tex gli chiederà delle bistecche e lui non vede l'ora di cucinarle? 😇😜

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  15. Non amo entrare in polemiche lunghe e sterili (non perché tema la discussione, ma perché ritengo che un batti e ribatti a due sia poco significativo in un blog frequentato da tante persone). Tuttavia mi permetto una semplice osservazione, riguardo ad un punto che @Diablero mi pare non abbia colto del mio intervento precedente (che non ritengo abbia fornito delle verità indiscutibili, ma solo il mio parere personale): certamente il corpo di Narbas non ha nulla di eccezionale, così come non penso si possano attribuire al medium indiano poteri straordinari. Invece, stante la relazione eccezionale con Mefisto, è il corpo di Mefisto a rendere individualmente incapace il suo "possessore attuale" di sintonizzarsi su di lui e andare a individuare proprio Narbas, segno di un'inibizione specifica e non generalizzata. Non a caso, Narbas deve trascorrere buona parte del tragitto nascosto in un carro (anche per evitare, come è di fatto successo con Padma, che lui possa essere visto da qualche spia di Mefisto, che possa quindi darne una descrizione fisica da cui Mefisto possa evincere che alleato con Tex è pure questo medium indiano e possa prendere le opportune contromisure). Non mi pare sia il centro di tutte le scelte narrative di Boselli, ma a me continua a sembrare plausibile. Rendere Tex invisibile a Mefisto (come ipotizzi tu per puro spirito polemico) sarebbe invece una situazione assolutamente forzata e non motivabile, mentre ciò che riguarda Narbas, per come è stato presentato quel personaggio, non mi pare affatto così privo di fondamento. 

     

    Pensare che Mefisto debba verificare che Padma sia davvero morto mi sembra che richiederebbe davvero a Boselli di aggiungere un elemento narrativamente ben poco plausibile. Uno potrà contestare che Yama osi di fatto tramando contro suo padre, ma che Yama possa essere tornato in possesso di una parte dei suoi poteri e che quindi possa rendere occulte le sue manovre personali a Mefisto (salvando Padma per i suoi scopi) non mi sembra per nulla incredibile, tanto più che Mefisto è presentato sistematicamente come un padre presuntuoso che disprezza il figlio e ne disconosce capacità magiche ed eventuali meriti. Poi la figura di Yama è quella che per me rappresenta il punto più delicato di tutta questa serie di albi appena pubblicati, ma su questo specifico passaggio (che ovviamente fornisce poi una sponda importante per l'evoluzione della vicenda a favore di Tex) non ho obiezioni particolari.

     

    La questione dello "spegnere la ragione e l'intelligenza quando si legge una storia di magia", credo che sia una un'affermazione che io non ho mai fatto e che non mi sognerei mai di sostenere, così come non ho di certo preteso dire che non si possano valutare come più o meno riuscite delle opere letterarie (o dei fumetti) che prevedano l'uso di elementi di fantasia...

    • +1 1
  16. <span style="color:red">2 ore fa</span>, Diablero dice:

     

    È topolinesca la maniera con cui Mefisto viene sconfitto (Padma in poche ore ha insegnato a Narbas come rendersi invisibile a Mefisto e Yama, cosa che Padma NON SA FARE PER SÈ, e basta avvicinarsi a Mefisto e recitare la formula magica che l'ha riportato in vita all'indietro. Insomma, che studi a fare anni su ponderosi tomi, per invertire una magia basta conoscere l'alfabeto e ricordarsi la formula

     

     

    Su questo punto, permettimi, la tua intensa attività analitica volta ad evidenziare ogni minima magagna mi pare non ti abbia sorretto a dovere.

    Padma non può rendersi invisibile a Mefisto mentre Narbas sì per il "semplice motivo" che il corpo al momento utilizzato da Mefisto è quello che era stato di Narbas. Ovviamente, siamo sempre dentro una componente di magia che, come tale, implica la sospensione di criteri di giudizio "normali" o comunque puramente razionali (ma se uno intende rigorosamente attenersi a questi, non deve prendere neppure in mano un albo che riguardi Mefisto e nemmeno qualsiasi storia horror, non solo dei fumetti). Tuttavia, a mio avviso può fornire una spiegazione plausibile sul fatto che Mefisto rimanga "accecato" per quanto riguarda proprio quella singola persona che è Narbas, quasi che il corpo che è sfruttato da Mefisto sia refrattario a compiere qualche operazione proprio in riferimento al suo originario possessore. E la mente di Mefisto, per quanto forte e sorretta dall'alleanza con entità infernali, deve pur sempre servirsi di sensi e funzioni corporee, che in questo caso non possono funzionare totalmente a dovere in pieno accordo con la sua mente e la sua volontà.

    Io la ritengo una soluzione narrativa adeguata, anzi, direi pure brillante...

  17. <span style="color:red">47 minuti fa</span>, borden dice:

     

     

    Nelle frasi che hai citato non esprimevo giudizi negativi o ingiuriosi sulla storia di Nizzi. Ammetterai che non ha mai spiegato come Yama fosse tornato nel carrozzone. Ebbene, non l'ho fatto neanch'io:lol:

     

    Evidentemente, bastava la canzone di Renato Zero!  ;)

  18. <span style="color:red">17 ore fa</span>, Diablero dice:

     

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    È stata una delle cose più trash dell'albo. Fino a quel momento c'era stato il fastidio delle continue ed estenuanti spiegazioni a nastro, ma a parte quello la storia reggeva. Lì per me crolla. Mi è sembrato di leggere Topolino!

    1) L'idea che basti recitare una formula a rovescio per rovesciarne l'effetto è roba da Topolino, o Tiramolla. Fa ridere e appunto è meglio usarla in un fumetto comico.


    L'unica spiegazione che posso darmi per una trashata così forse è legata al discorso che facevo prima: forse Borden vuole assicurarsi che i lettori stessi non vogliano mai più un ritorno di Mefisto, distruggendolo come "villain"...

     

     

    Anche io non ho gradito tutti i dettagli dell'uscita di scena di Mefisto, ma tutto sommato sono immensamente grato a Boselli per essersi assunto l'onere di compiere questo passo che non lasciò giammai persona viva...:P 

    Per quanto riguarda la formula detta al contrario, anche se si può pensare che sia una soluzione semplicistica, a me ha fatto subito tornare alla mente un'altra situazione, sempre in una storia "horror" (o comunque la si voglia definire) in cui lo stesso GL Bonelli la utilizzò (e forse sarebbe interessante sentire da Boselli se quel precedente lo ha, più o meno, influenzato nella sua scelta, che comunque giunge all'interno di una storia ben più complessa).

    Faccio qui riferimento al personaggio del malvagio mago egiziano Rakos che, nell'albo n. 229 (L'orribile sortilegio - p. 68), viene definitivamente annientato (letteralmente, polverizzato) dall'intervento del Morisco che pronuncia appunto il suo vero nome al contrario (Sokar - oggi farebbe quasi venire in mente una marca di benzina azera...).

    Non so se pensi che anche quell'espediente adottato dal "papà di Tex" sia roba da Topolino...

  19. Preso l'ultimo albo di questa lunga e dibattuta serie di sette dedicati a Mefisto. Il giudizio sulla conclusione delle avventure è per me decisamente positivo. Anzitutto, perché questa lunga cavalcata è giunta a termine.

    A parte questa considerazione di fondo, cerco di entrare maggiormente nel merito di questo albo, ovviamente senza spoilerare direttamente nulla...

     

    Spoiler

    In primo luogo, credo si debba dare merito a Boselli di aver avuto il coraggio di riprendere quella partita lasciata aperta da Nizzi (dopo la "rinascita" di Mefisto) e di aver avuto la capacità di gestire un personaggio così importante nella saga di Tex, forse non sempre al meglio in tutti i passaggi, ma con una conclusione che, a mio avviso, è convincente. Infatti ho apprezzato la scelta di far concludere la presenza di Mefisto su questa terra in un modo praticamente inequivocabile e anche il modo con cui è avvenuta, lasciando in effetti all'arcinemico di Tex modo di uscire di scena con l'onore delle armi, mettendo in luce i suoi inevitabili errori, in primis quello di fidarsi dei suoi alleati ultraterreni, potenti ma anche infidi, con una sua apoteosi che si rivela subito essere fittizia e che evidenzia il fallimento finale di questo personaggio votato totalmente al male e che quindi va ad appartenere a quel regno di cui è degno interprete.

    In questo albo ho anche apprezzato la figura di Lily Dickart: molto più pragmatica rispetto al fin troppo supponente fratello maggiore, anche lei interamente dedicata al male, ma con capacità di azione meno tortuose e più efficaci (almeno in parte). Boselli ha avuto la capacità di chiudere una porta, ma ha lasciato aperto uno spiraglio per eventuali future riprese di questo personaggio femminile, che potrebbe ancora avere qualcosa da dire senza eccessive forzature. E questo mi sta bene.

    Altro aspetto valido di questo albo è stata la funzione di Narbas, finalmente chiarita dopo un periodo di fin troppo lunga attesa, con pagine che ne giustificano in modo plausibile l'azione decisiva, insieme ad un Padma che stavolta (a differenza dell'albo precedente) ha ancora da dire parecchio per la chiusura della partita principale.

     

    Che cosa mi convince meno di questo albo (e quindi dell'intera serie di sette)?

     

    Anzitutto l'interazione fra i quattro pards. Anche in questo albo tutti, tranne Tex, mostrano delle difficoltà operative significative: questo vuol far risaltare il ruolo supremo di Tex, che non può essere considerato il vero protagonista dell'uscita di scena definitiva di Mefisto (e su questo sono d'accordo). Mi piace meno il fatto che Tex, pur essendo di fatto esaltato come "il giusto" che permette un recupero in extremis di Padma, differenziandolo dal destino eterno di Mefisto (operazione questa, pur se legata a qualche "licenza logica", che approvo), ha ripetutamente dimostrato in questa serie di sette albi di essere un avversario di grande valore, quello di cui giustamente Mefisto ha davvero stima e anche paura, ma che continua anche a cadere nelle trappole predisposte dal suo arcinemico, caricando a testa bassa e, spesso, con una sorta di azione improvvisata e quindi fragile. Certo, Tex è il più tosto (addirittura, il suo stesso figlio deve riconoscerlo ammirato di fronte alla freschezza fisica e alla determinazione del genitore pur se più âgé di lui di parecchio), ma alla fine anche lui manca un po' di lucidità. Ripeto: mi sta bene che Mefisto sia tolto di mezzo anzitutto grazie all'azione combinata di Padma e, soprattutto, di Narbas, ma lo stesso la figura di Tex è un po' poco efficace.

     

    Altro aspetto delicato e discutibile è l'interazione all'interno del "clan" Dickart. Al di là di personalità differenti, spesso il disaccordo fra di loro e il rancore covato da Blacky contro il padre-padrone e da Lily contro il fratello cocciuto e presuntuoso danno adito a delle componenti narrative che danno sicuramente modo a Tex e alleati di potersi riprendere (nonostante alcune loro pecche operative), ma non mi sembra alla fine che quei tre personaggi siano poi molto intelligenti nel farsi sfuggire le clamorose occasioni per farla finita con i loro nemici. In questo terzetto, quella che ho trovato più convincente è appunto la pragmatica Lily, perché lei pensa proprio che, avendo in pugno tali rivali, li si debba far fuori senza tanti complimenti ma anche senza indugi (che risultano talvolta un po' pretestuosi nel fornire insperate scappatoie ai pards resi impotenti).

     

    Forse però il dato che mi pare più incomprensibile (anche se connesso al desiderio di lasciare aperto, come detto prima, uno spiraglio per eventuali riprese di alcuni personaggi in future storie) è il trattamento riservato a Blacky/Yama, il personaggio che, a mio avviso, Boselli ha avuto maggiori difficoltà a definire. Al di là di alcune sue componenti ondivaghe (da totale impotenza a presunzioni operative che lo fanno spesso sbagliare clamorosamente, non solo nei comportamenti, ma anche nel suo modo di interpretare le situazioni e poi una ritrovata forza e capacità d'azione che riescono persino a "sedurre" l'infermiera Ruth, inducendola a voltare le spalle a Mefisto), per me non è giustificabile che, una volta catturato e reso impotente Yama, si torni a proporre lo schema del suo regresso in una condizione di follia, quindi di "innocuità". Insomma, Tex sa benissimo che Yama è stato direttamente responsabile, o almeno correo di numerosi delitti (non solo in episodi passati, ma anche in questa stessa serie), che è un uomo votato al male e dotato, bene o male, di poteri eccezionali, eppure si limita a pensare che andrà nuovamente consegnato ad un manicomio senza farlo condannare in maniera definitiva, impedendogli di nuocere definitivamente. Non sono affatto una persona di tendenze "forcaiole", ma mi suona davvero strana questa arrendevolezza di Tex, che si tramuta alla fine in uno scarso senso di giustizia: il Tex di GL Bonelli, pur senza mai stringere personalmente il cappio al collo di nessuna persona, non si faceva però alcun timore di consegnare banditi o criminali di entità e pericolosità infima rispetto a Blacky Dickart affinché andassero incontro ad una sentenza capitale: di fatto, questo sistema di condanna era certamente ampiamente in uso nel West e lo stesso Tex, pur non essendo mai un facile giustizialista, ha di fatto mostrato di approvarne l'uso. E come mai qui tanti riguardi per una persona che, essendo ormai ritenuta incapace di intendere e di volere (ma che ha mostrato più di una volta di saper anche uscire da questo tipo di condizione), viene ad essere esentata da un giudizio e da una condanna definitiva? Ovviamente, questo avviene perché così, volendo, Yama potrà tornare a far parlare di sé... Ma intanto, a mio avviso Tex ci fa una figura da piccione...

     

     

     

  20. <span style="color:red">14 ore fa</span>, Letizia dice:

    C'è una cosa che non digerisco a proposito di Lily.

    Il fratello, che le sembrava molto affezionato, aspetta così tanto tempo prima di toglierla dai guai.

    Avrei preferito di gran lunga di vedere la fuga dal carcere in un flash back, in cui non fosse specificato nessun tempo preciso, e un ricongiungimento tra Mefisto, Lily, Yama e compagnia bella avvenuto successivamente.

    Condivido le peraltro contenute perplessità evidenziate da @Letizia sul rapporto fra Lily e Mefisto e sulle modalità con cui viene presentato in questo albo.

    D'altra parte, che fra i due fratelli non ci sia una sintonia perfetta emerge anche dal ripetuto richiamo che Lily fa al fratello Steve (come ancora a lei viene spontaneo chiamarlo, forse perché non ne riesce a capire fino in fondo gli oscuri disegni, pur condividendo con lui una dimensione di malvagità) a lasciar perdere la sua vendetta nei confronti di Tex, visti gli alti rischi di sconfitta che questo implica. Addirittura, questi rilievi realistici suscitano una furiosa tirata misogina da parte di Mefisto (che fino ad ora, se non erro, non aveva mai palesato questo tratto del suo carattere). Forse su questa divergenza di prospettive fra i due fratelli potrà innestarsi qualche interessante sviluppo nelle pagine successive dei prossimi albi...

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