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TWF - Tex Willer Forum

dario63

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  1. dario63

    Un personaggio da recuperare (1)

    Premesso che gli scrittori/sceneggiatori di Tex hanno già più volte manifestato la tendenza a recuperare alcuni personaggi precedentemente apparsi (e non sempre i ritorni sono stati all'altezza delle aspettative, talvolta compromettendo un po' il ricordo di personaggi che forse avrebbero guadagnato a rimanere fissati nella loro precedente apparizione), data la lista proposta io mi sono espresso a favore di Sarah Curtiss, un interessante personaggio femminile, dotato di una certa ambiguità ma anche di un indubbio fascino e che potrebbe essere a mio avviso ripreso senza dover operare eccessivi equilibrismi narrativi. In subordine, non mi dispiacerebbe rivedere anche il personaggio di Ayaklut, anche perché le storie ambientate in Canada solitamente mi piacciono e poi si trattava di un personaggio un po' "controcorrente", ingiustamente perseguitato ma dotato di potenzialità che forse potrebbero ancora essere esplorate.
  2. Grandissimo risultato!!! Ottima capacità di rendere tutti e quattro i protagonisti della serie. Forse, a cercare il pelo nell'uovo, l'unico che mi convince un pochino meno è Kit Willer, che mi sembra presenti dei tratti molto giovanili e, non so perché, di primo acchito mi ricorda un giovane Jerry Lewis... Ma, ripeto, si tratta di una raffigurazione di tutti e quattro i personaggi di assoluto valore (e che mi pare in un certo senso superiore anche a quella effettuata da alcuni dei disegnatori ufficiali, non sempre così accurati e verosimili)
  3. In effetti, per me Mastantuono non è il massimo nel gruppo dei disegnatori di Tex. Soprattutto, i suoi personaggi mi sembrano un po' troppo squadrati, direi rigidi (e mi verrebbe quasi da dire che danno l'impressione di essere decisamente più vecchi rispetto alla loro età - anche se certo Tex non è un giovincello, almeno, quello sulla serie "maggiore" ). In effetti, la raffigurazione di Tex anche a me faceva venire in mente qualcuno, ma adesso che NW lo ha fatto notare, la somiglianza con l'ex presidente degli U.S.A. è abbastanza azzeccata! Comunque, aspettiamo a vedere l'albo per poter apprezzare i disegni, oltre che naturalmente anche la storia come vicenda.
  4. Buona conclusione anche a mio avviso di una storia non originalissima come impostazione complessiva, ma che presenta una caratterizzazione dei personaggi negativi interessante. Anche se sono tutti (con un'eccezione - o forse due?) degli emeriti gaglioffi inesorabilmente votati al crimine e, soprattutto, al tradimento reciproco, i dialoghi che li contraddistinguono sono piacevoli, vari e non scontati. L'intervento di Tex e Carson è delineato in maniera prevedibile quanto all'esito ma non è poi così banale per l'intreccio di vari episodi che influiscono sulla loro caccia all'uomo. Anche la presa di coscienza dei due pards sul ruolo di Greg Taylor viene delineata con gradualità e in modo credibile (anche se, evidentemente, costruito su piccoli sviluppi della vicenda che agevolano questo tipo di esito - vedi la vicenda con la squaw Juna). I disegni di Prisco sono idonei alla vicenda, soprattutto nella delineazione di personaggi minori; mi verrebbe da dire, finalmente dei banditi che mostrano alcune, realistiche, magagne nella loro dentatura. Uno dei pochi difetti che mi sento di evidenziare a proposito di Villa (grandissimo disegnatore, intendiamoci - e non solo per lo splendido "Texone" da poco pubblicato!) è la definizione così puntuale ma fin troppo perfetta della dentatura dei personaggi, anche quelli secondari. Anche nella copertina dell'albo in questione, il Mohave (presumo) che attacca Tex appare ancora più minaccioso in virtù di una chiostra di denti che appare curatissima e molto regolare: sembra appena uscito dal dentista!
  5. dario63

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    Hai già dimenticato il bacio di Kate Warne (in "La trappola di Mefisto", p. 50)? Certo, si trattava di un bacetto veloce, dato sul treno e con una situazione molto più sbrigativa e meno coinvolgente/coinvolta, specie per Tex, preso in quel caso nettamente alla sprovvista. Qui tutto fa pensare che ci sia qualcosa di più, almeno a livello di reciproca attrazione fisica (ma la vignetta immediatamente sottostante credo che faccia intuire che non ci sarà poi uno sviluppo esplicito della situazione, ma che tutto sia lasciato alla fantasia dei lettori...).
  6. dario63

    [Maxi Tex N. 26] Caccia a Tiger Jack

    Interessante preview di cui possiamo assaporare qualche tavola: decisamente più stimolanti (a mio avviso) i disegni di Felmang rispetto a quelli di Cossu (cui forse l'ambientazione nevosa può giovare un poco, ma che trovo lo stesso un gradino più in basso). Tuttavia una tavola del primo mi lascia un poco dubbioso. Non sono un esperto di rigor mortis (mai assistito ad un'autopsia né ho intenzione di farlo), tuttavia il cadavere dell'indiano a destra mi sembra presenti una posa fin troppo elaborata e non molto plausibile. Secondo voi è possibile che ci sia una simile torsione del busto, delle gambe in condizione così differenziata e con un braccio che mantiene una mano sollevata da terra? Ribadisco la mia scarsa dimestichezza con fenomeni di questo tipo, ma la trovo un po' troppo "costruita" come immagine (quasi si tratti di modelli vivi cui lo scultore/ritrattista stia chiedendo di realizzare una specifica posa). Ma a un cadavere si può "chiedere" di attuare questo? Mi scuso per la domanda e per la questione forse troppo pignola...
  7. dario63

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Personalmente, uno dei (tanti) aspetti della storia scritta da Boselli (e magistralmente illustrata da Villa) che ho fortemente apprezzato è stato il ruolo da protagonista che, a tempo debito, i vari pards sono in grado di assumere durante lo svolgimento delle vicende (con una leggera minore presenza di Kit Willer). Il fatto che Tiger mozzi una testa e la getti platealmente in mezzo al gruppo degli Apaches non mi sembra un episodio di violenza "gratuita". Certo, ha una forte connotazione macabra, ma questo gesto estremo corrisponde ad una situazione decisamente delicata e in cui occorrono misure eccezionali: Carson è prigioniero e sta per essere torturato/ucciso senza tanti complimenti. E il fatto che all'improvviso, nel pieno della notte, si senta un gemito e poco dopo una testa piombi in mezzo al gruppo degli Apaches vuole contribuire a destabilizzarne la determinazione e a diminuirne l'efficace reazione di fronte all'imminente attacco dei pards. Mirabile, a mio avviso, la prontezza con cui Carson amplifica il timore dei suoi avversari sostenendo che Aquila della Notte abbia dei poteri magici con cui colpirà inesorabilmente i suoi nemici. (Lo stesso Tex aveva fatto qualcosa di simile per instillare crescente paura per il potere della sua "cattiva medicina" nei gregari di Charvez mentre si sta avvicinando al suo covo per poi giungere allo scontro finale). Ho pure apprezzato il fatto che qui Boselli ritagli per Tiger uno spazio specifico con un duello volto ad evidenziarne la fierezza e abilità di guerriero ma anche il suo spirito di giustizia nei confronti di Alamito (episodio che, di fatto, costituisce un'interessante anticipazione del sapiente finale che coinvolgerà tutti e quattro i pards).
  8. dario63

    Miglior Personaggio del 2019

    Il mio voto è per Kate Warne (anche se pure la "maschera di Cera" / Joan Fischer mi è piaciuta)... In effetti, pur con personaggi maschili di un certo valore, mi pare giusto enfatizzare la gradevole presenza nelle ultime storie di Tex (serie principale o Tex Willer) di donne ben delineate (anche ben disegnate ) e che svolgono ruoli molto più attivi rispetto al passato.
  9. dario63

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Comprensibile l'attesa per l'uscita di un volume di grande pregio con una storia davvero molto ben concepita e realizzata. Tuttavia, la Bonelli mi pare stia ancora una volta speculando su questo "Texone" di Villa in modo discutibile. Al di là delle famose (famigerate?) tre edizioni "limitate" e numerate e il bel volume cartonato rosso "unlimited", ora con questo albo dal formato più tradizionale si verifica un nuovo aumento del prezzo di copertina, che penso sposti stabilmente in avanti il costo di questo tipo di fascicolo di "Tex speciale". Già lo scorso anno il Texone "Doc" di Laura Zuccheri/Boselli era passato da € 6,90 a € 7,90. Ora il fascicolo in uscita il 22 febbraio costerà un ulteriore euro in più... Intendiamoci, la storia quei soldi li vale tutti, però che un volume da edicola di quel formato nel giro di due anni conosca due aumenti consecutivi non mi pare tanto giustificabile. O mi sbaglio?
  10. Giudizio più che legittimo, ma che mi sembra un po' severo... Il richiamo ad una conoscenza fra Tex e lo sceriffo Ike credo sia fatto anzitutto per sottolineare che nell'inseguire i fuggitivi Tex sarà ora spinto non solo da un senso di giustizia, ma anche dalla volontà di vendicare un amico ucciso a pochi mesi dall'agognato ritiro. Questo elemento per me è funzionale ad accentuare l'aspetto emotivamente coinvolgente della vicenda e pertanto non mi sembra che stoni. Che Tex incontri persone definite come amici ma che risultano ai lettori completi sconosciuti mi sembra una pratica di lunghissimo corso e che non mi sento affatto di condannare (né di mettere sullo stesso piano dei cosiddetti "origlioni", che invece rischiano con i loro interventi di agevolare la conoscenza di piani complessi e raffinati senza dover investigare più di tanto e quindi apportano alla trama un indebolimento eccessivo). Anche Carson non mi pare faccia la figura del "piccione": affronta con fare determinato una coppia di banditi e ne stende uno. L'altro fugge con un pizzico di fortuna a lui, ma ci sta, anche perché così potrà dar modo anche a Tex di entrare in scena con un ruolo attivo; quindi questa complementarietà dei pards non mi pare così negativa, anzi... Condivido invece il fatto che l'evasione sembra orchestrata in tutti i minimi dettagli da un gruppo di delinquenti cui va tutto alla perfezione anche perché la vigilanza ha lasciato alquanto a desiderare (al di là della presenza di una spia interna al carcere). Ma in effetti non può non destare un po' di perplessità la facilità con cui il carcere venga tenuto sotto osservazione e, soprattutto, che le guardie sugli spalti siano inesorabilmente abbattute dal fuoco dei winchester da parte di persone appostate su rilievi così vicini alla struttura penitenziale da poter sparare con grande precisione (e con esiti devastanti). Insomma, c'è da stupirsi che chi ha progettato quel carcere non abbia badato alla struttura morfologica dell'ambiente circostante, così favorevole ad agguati e a una sorveglianza esterna così agevole. Ma a parte questo elemento, per me la storia è costruita bene e il suo elemento centrale penso stia proprio nell'inseguimento e nelle dinamiche che si svilupperanno nel gruppo dei fuggitivi (oltre che, naturalmente, nell'intervento risolutivo degli inseguitori). Non è un tema orginalissimo, ma credo che si debba attendere di osservarne lo svolgimento prima di valutarne gli esiti. Per ora, a me la storia piace.
  11. Anch'io confermo che è un primo albo di una storia scritta bene, che caratterizza diversi personaggi destinati ad avere sviluppi ulteriori in modo coinvolgente e stimolante. Ben fatti, quasi sempre accurati e vari i disegni. Come già detto da JuanRaza85, fra gli evasi quello che risulta più intrigante è il giovane Taylor. Al fatto che sia gravato di una colpa imprecisata, ora si aggiunge l'aver sparato a un uomo durante la fuga (ma Tex viene indotto dal direttore del carcere a ritenere che abbia responsabilità ancora maggiori). In effetti, si coglie che non è un criminale incallito, ma un uomo capace di qualche sussulto di coscienza, probabilmente destinato a riproporsi in questa veste nel successivo albo: un personaggio piuttosto sfaccettato, non totalmente intriso di malvagità, cui forse verrà data una seconda possibilità (come accaduto, di recente, a Bowen). Interessante l'espediente narrativo che rende la caccia al gruppo dei fuggitivi divisa in due gruppi con motivazioni totalmente diverse. Insomma, una storia scritta in maniera valida, con un Carson che effettivamente appare ben determinato e valida spalla di Tex. L'attesa di leggere il prossimo albo è rilevante, segno che non solo sulla serie "parallela" Tex Willer, ma anche su quella principale si possono trovare delle storie degne della tradizione di cui Tex si è reso protagonista.
  12. Appena riletta a distanza di qualche mese dall'uscita, si conferma, a mio avviso, una delle migliori storie della serie principale di questi ultimi tempi. Ritmi sempre molto incalzanti, trama complessa e avvincente, personaggi quasi sempre all'altezza della situazione e anche Tex e Carson fortemente impegnati da una rivale di primo piano. Solo un pensiero in aggiunta: posto che la "maschera di cera" è stata spedita in carcere, la sua sopravvivenza fa pensare ad un suo possibile ritorno fra qualche tempo. In questa eventualità, pensavo che non sarebbe male se, ad indagare sulla sua probabile evasione (con ripresa di minacciose attività), oltre a Tex e Carson, dall'agenzia Pinkerton (con la quale l'affascinante criminale ha pure un conto in sospeso) venisse ora mandato non tanto il pur simpatico MacParland, quando la bella Kate Warne...
  13. Complimenti!!! Hai fatto un'ottima scelta! Penso proprio che rimarrai soddisfatto, perché se i primi tre numeri ti hanno entusiasmato, gli altri faranno anche di più!
  14. dario63

    [Tex Willer N. 14 / 15] Paradise Valley

    Una bella storia, condotta sempre con ritmi intensi, incalzanti e avvincenti. Certo, anch'io concordo nel rilevare che il giovane Tex non possa essere completamente messo sullo stesso piano della figura successiva, ben nota ed affermata (come ranger, capo dei Navajos e persona cresciuta proprio attraverso numerose avventure ed esperienze che gli hanno consentito una significativa maturazione). Ma il bello di questa serie è proprio questa differenza (non contraddizione!), che ci mostra Tex alle prese con queste difficoltà strutturali che, per il momento, deve scontare, con la conseguenza che è sempre in movimento, costantemente guardingo: "ha l'istinto di un lupo", come viene ben definito in questo albo. Chissà se, proprio per questa caratteristica giovanile, non perduta, in una bella storia recente, con un lupo riesce persino ad intendersi! Molto belli anche i disegni, con suggestive ed accurate situazioni boschive.
  15. Come già detto (e ribadito anche da altri utenti), la copertina è bella e suggestiva. Riguardandola una seconda volta, dopo la prima impressione mi è subentrata un'ulteriore impressione/perplessità, che riguarda le proporzioni della canna del fucile imbracciato da Tex e le dimensioni della sua mano sinistra (che mi sembra un po' troppo grande rispetto al suo viso). Non sono affatto un esperto di armi, quindi non sono in grado di giudicare lunghezza di canne rispetto ai modelli effettivamente in uso in quella precisa epoca, ma il confronto fra il fucile di Tex e quello del bandito in primissimo piano mi stona un po'. Detto questo, ribadisco che si tratta di mie impressioni, forse non del tutto precise, che non fanno comunque venir meno un giudizio decisamente favorevole su una tavola che mi piace (specialmente nella sua versione originale riportata sotto le vignette). A proposito, Marco complimenti, non so come fai a procurarti queste "chicche", per di più così in anticipo rispetto alla pubblicazione sul sito ufficiale della Bonelli!
  16. Copertina, ancora una volta, molto bella e promettente (anche per un'altra presenza femminile accanto al giovane Tex)... Anche i disegni della storia sembrano ben fatti. Una serie che continua a regalare grandi emozioni e soddisfazioni notevoli (non solo ai lettori, probabilmente). Di certo, si fa sempre leggere con grande piacere e si attende l'albo successivo con notevoli aspettative (finora, mi pare, sempre rispettate).
  17. POSSIBILE SPOILER Sinceramente, anche a me pare chiaro che, data la scelta di Nizzi di separare i due pards (e con fondamento, dato che andare a cercare aiuti militari risulterà la scelta decisiva) rendeva indispensabile che proprio Tex rimanesse nella stazione di posta insieme con i pochi soldati e gli altri, abbastanza sprovveduti, difensori. Siamo sinceri, se Nizzi avesse fatto il contrario, ci sarebbe stato un coro di protesta per questa decisione che lasciava fuori dalla zona più rischiosa (e da un buon numero di pagine) l'eroe principale... D'altra parte, è chiaro che sono eroi entrambi, tutti e due, sia pure in modi diversi ma complementari, svolgono una parte essenziale per la salvezza finale. Il fatto che Tex assuma per una volta la parte del "pessimista" e che calchi la mano sull'avventatezza della sortita del suo più anziano amico a mio avviso può rientrare in una sorta di "gioco bonario" che per una volta l'autore ha voluto realizzare fra i due personaggi, che si sono temporaneamente invertiti i ruoli consueti. Tanto che alla fine Tex, per una volta, non è così "infallibile" nei suoi giudizi, e infatti Carson si rammarica di non avere scommesso con lui perché stavolta avrebbe vinto! Appunto, a me pare che fra i due vecchi amici un tono scherzoso di questo tipo ci possa stare, da una parte perché attenua quell'aura così monolitica di Tex che può (con suo evidente compiacimento per la "pellaccia" salvata) "sbagliarsi" in una valutazione, dall'altra alleggerisce un poco la dominante componente tragica, resa ancora più evidente nelle ultimissime pagine con il comportamento imprevedibilmente criminale dell'esasperato Parson. POSSIBILE SPOILER Una curiosa coincidenza... Il cognome del "capofamiglia" del gruppo di artisti è Parson, che anche Kit aveva assunto una volta come elemento di copertura nel corso di una splendida avventura scritta da GLB (vedi n. 46 "Il sicario"), il cui significato (parroco) si prestava allora ad un gustoso gioco ironico, data la condotta tutt'altro che mansueta di KC, e per di più enfatizzata dalla sua azione combinata con quella di Tex "Killer". Qui le cose sono decisamente diverse, anche se pure il personaggio di questa storia nizziana mostra alla fine un rovesciamento imprevisto, assumendo dei comportamenti non conformi alla sua iniziale e apparente inoffensività.
  18. Letto il secondo albo, le mie impressioni sono positive. Concordo con chi sottolinea una buona prova di Nizzi - non un capolavoro, certo, ma la vicenda non presenta, per me, gravi incongruenze e non è nemmeno così prevedibile e scontata (a parte il finale arrivo della cavalleria) e un buon ritmo narrativo. La componente che ho apprezzato maggiormente è quella dell'evoluzione dei personaggi minori rispetto al primo albo. Non tutti tratteggiati in modo pienamente convincente, ma mi pare che accanto al dualismo indicato nel titolo, ci sia in più l'interessante elemento del crollo psicologico (lo si chiami follia, se si preferisce) di un paio di personaggi, che è una conseguenza della snervante atmosfera di assedio degli Yaqui (insidiosa quasi quanto il loro diretto attacco finale) e che conferisce all'albo un alone tragico e un finale amaro. Da notare che, in questo secondo episodio, Carson fa una figura molto migliore; anzi, si permette di assumere un'iniziativa che Tex, per ben due volte, gli sconsiglia di intraprendere e che alla fine risulterà l'elemento determinante per la salvezza degli assediati. Insomma, un "vecchio cammello" testardo ma efficace (e non è cosa da poco, specie per chi rimprovera a Nizzi di avere spesso maltrattato il vecchio Kit).
  19. dario63

    [501/504] Mefisto!

    Mefisto è e rimane uno dei personaggi più interessanti con cui Tex ha avuto (e, a quanto pare, avrà) da confrontarsi. Apprezzo molto dell'analisi dell'utente Texan. Però devo anche aggiungere un mio rilievo: la storia è stata costruita in modo da generare un forte coinvolgimento nel lettore (specialmente quello già a conoscenza delle precedenti malefatte di Mefisto) e con lo sviluppo di una tensione rilevante in tutto l'episodio. Ma la sua conclusione, fin dalla prima lettura, mi ha deluso profondamente. Non tanto per la simulata pazzia di Tex, cui in effetti Mefisto crede con un po' troppa facilità, ma proprio per quel che accade nel momento in cui l'inganno di Tex viene esplicitamente rivelato per la simulazione che è. Qui è di certo apprezzabile la solidarietà di Lily per il fratello, ma che uno stregone così potente da poter (con grande sospensione dell'incredulità - ma ci può stare) ritornare dal mondo dei morti ed assumere un nuovo corpo ora fugga precipitosamente con la coda fra le gambe, senza abbozzare il benché minimo tentativo di reazione, mi è parso una caduta di tono notevole. Mefisto cerca solo di vendicarsi blandamente, liberando inutilmente grossi topacci contro i tre pards prigionieri, ma non li usa come preziosi ostaggi, non tenta neppure di compiere una magia evocando le forze del male cui è tanto devoto per far vedere di che pasta è fatto. No, appare solo come un povero pazzoide (elemento accentuato dai disegni di Villa, che per tutta la storia lo raffigura con occhi quanto mai bozzenti e con dei baffetti impomatati alla Dalì) che, constatata la beffa ordita ai suoi danni, cerca solo di scappare in fretta - come un "comune mortale" che lui NON è - questa storia ce lo ha fatto capire... E poi pensa solamente a camuffarsi da lebbroso per farsi vedere dai quattro pards riuniti e beffarli a sua volta, ma in maniera del tutto innocua. Ma come, persino il primo Yama aveva tentato di uccidere direttamente Tex presentandosi (in una notte di luna piena, essendosi debitamente preparato, è vero, ma era ancora un "novellino" alle prime armi con la magia nera) sotto forma di scimmione che poi protende delle mani serpentiformi per afferrare alla gola Tex (provvidenzialmente bloccato dai bracciali di Nuvola Rossa)? Almeno lui ci aveva provato e, sottolineo, agendo di persona pur se da grande distanza. Come farà poi proiettando ancora a lungo raggio la bella Loa per fargli cogliere la sua vendetta su Yampas. Qui, nulla. Ho trovato davvero troppo strumentale questo passaggio finale, chiaramente proiettato verso una ripresa del personaggio, preannunciata alzando letteralmente un gran polverone, con uno stile un po' pacchiano (della serie "tornerai, tornerò...", come diceva un'ormai vecchia canzone).Tutta qui la sua magia?? L'unico aspetto per cui quell'uscita di scena non mi è completamente dispiaciuta è la franchezza del proposito, ossia quella di permettere di far rientrare in scena Mefisto in una successiva serie di albi senza dover ricorrere all'espediente di una sua morte apparente in realtà non tale. Ma mi pare poco, rispetto alle attese che un personaggio del genere crea (e alle potenzialità negative, - forse le maggiori che un antagonista di Tex abbia mai espresso).
  20. dario63

    Alleanze....tra Vecchi Nemici

    Premesso che ci si sta muovendo in speculazioni ancora molto fragili e decisamente aleatorie, onestamente non faccio i salti di gioia ad un ritorno (ennesimo) della "Tigre nera", ma mi adeguo in attesa di osservare come verrà motivato e realizzato. Ritengo anch'io che un'eventuale alleanza Tex sarà costretto, almeno in un primo momento, a "digerirla" in virtù di un ricatto; e qui la mente mi torna a quell'accordo, tutt'altro che spontaneo, con quell'altro stinco di santo del colonnello Olivera (in "Scorta armata" n. 447), in grado di costringere i due pards ad aiutarlo a recuperare una valigetta piena di diamanti dal momento che aveva rapito il figlio di Conchita (ex di quell'altro angioletto di "Cobra" Galindez, di certo passato, almeno lui, a miglior vita). E quindi, proprio ripensando a quell'episodio nizziano, penso che l'eventuale accordo estorto sotto costrizione poi si trasformerà in un'occasione per una gustosa riscossa di Tex, in grado di saldare il conto con gli interessi. Ma forse, invece che rispolverare quel canovaccio narrativo, ci aspetteranno delle sorprese totali, quindi tanto vale bloccarsi. Invece, sull'alleanza fra "Barbanera" e Tex mi pare ci siano state premesse ben diverse. In fondo, lo stesso capitano Billy Bart (altro personaggio la cui riproposizione non mi dispiacerebbe affatto, magari con un'altra avventura "marina" o di ambientazione esotica) ne aveva riconosciuto delle doti non indifferenti, se non altro di onestà nel mantenere la parola data, oltre che di esperto "lupo di mare": certo, si era prestato ad un rapimento, ma appunto faceva la figura del vecchio pirata che non si era macchiato di delitti gravissimi (a differenza della "Tigre nera"). E nella sua seconda apparizione, Drake ha giocato un ruolo tutt'altro che insignificante nell'appassionante tentativo per salvare Tom Devlin... Pertanto, rivederlo in azione con Tex non sarebbe davvero male.
  21. Io credo che fare pagare qualcosa di più uno speciale rientri nel fatto che, rispetto alla serie normale, che si è ormai assestata su vendite abbastanza regolari, e quindi garantisce entrate piuttosto prevedibili e sicure, con una tiratura già abbastanza alta, qui si tratta del primo speciale "Tex Willer", una serie uscita da un anno e che è stata fin dall'inizio tutta una scommessa (finora, a quanto pare, vincente e che ha incontrato i favori dei lettori), per la quale non è detto che ci sia un esito di vendite e di guadagni così sicuri quando si aggiunge un albo differente dalla cadenza e dalle modalità di pubblicazione consuete... A me la politica editoriale della Bonelli non sembra così deleteria e negativa riguardo a questo ultimo albo. Mi è parsa invece molto più discutibile la gestione dell'uscita dell'ultimo Texone (non ancora tale) di Villa con copie limitate e numerate e praticamente subito irreperibili, dove effettivamente la casa editrice mi sembra abbia prestato il fianco ad operazioni di speculazione ben poco piacevoli, specie per i fedeli lettori di Tex... Ma quella è tutta un'altra storia (e comunque non rappresenta, mi pare, la regola).
  22. Anch'io non trovo il costo di copertina così eccessivo (anche perché comparativamente molto vicino ad altri prodotti Bonelli rispetto al numero di pagine, come ben documentato da "natural killer"). Soprattutto, mi pare una richiesta legittima per una storia ben costruita e che a me è davvero piaciuta molto; l'ho trovata decisamente originale, anche in sintonia con una tradizione letteraria di racconti fantastici in un contesto prenatalizio e che qui a me pare funzionare proprio bene, con un esito gradevole. Poi, se a uno non garba, non è certo obbligato all'acquisto... L'uso del colore qui è più che giustificato per differenziare la vicenda principale rispetto ai racconti che, di volta in volta, si incastrano su quella storia di base. Oltretutto, ho apprezzato la scelta di iniziare l'introduzione del colore già in un angolo dell'ultima vignetta della storia principale, per preparare in modo più graduale l'ingresso del racconto secondario sfumando i confini fra il racconto principale e quelli secondari. E di fatto, a mio avviso, questa scelta non fa che accentuare l'impressione che tutta la storia vuole comunicarci, ossia l'impossibilità di tracciare una linea di demarcazione netta e chiaramente riconoscibile fra la realtà e un orizzonte magico/fantastico che sembrano continuamente sovrapporsi, con un gioco letterario ed espressivo che io trovo ben riuscito. Ad ogni modo, preferisco di gran lunga la tricromia di questo speciale (che si innesta su disegni realizzati in stile bianco e nero senza alterarne affatto la natura e che esalta ancora di più il clima cupo tipico di una vicenda dai tratti foschi) piuttosto che i colori molto squillanti e spesso poco equilibrati degli speciali anche recenti. Certamente, Tex qui compare in modo meno marcato che nelle storie consuete, ma si tratta di uno speciale che ha, fin dall'inizio, un carattere volutamente anomalo e una scelta di questo tipo, una volta ogni tanto, ci può proprio stare. Magari a qualcuno proprio questo non va giù, ma per me non è un difetto cercare di diversificare le avventure di Tex, purché con cognizioni di causa e, oserei dire, con stile - che qui non mancano. I disegni sono ottimi, molto curati e ben fatti, vari e decisamente adatti al tipo di storia narrata. Se devo fare un confronto con l'ultimo albo della serie principale, appena uscito ("L'assedio di Mezcali"), mi pare proprio che non ci sia paragone. Sia la storia ma anche i disegni qui sono nettamente una spanna sopra (e anche di più)...
  23. Un'ottima e gradevolissima storia (anzi, più di una, perché la narrazione si snoda con un intreccio che fa posto ad altri brevi ma efficaci momenti che rendono fra l'altro più che logico e funzionale l'impiego del colore). Ancora una presenza di un Tex giovane ma sempre molto ardimentoso. Non dico altro, per non "spoilerare", ma ritengo che si tratti di un prodotto ben in linea con la freschezza narrativa della nuova serie "Tex Willer" (e con qualche simpatico rimando a quella), con personaggi interessanti e con un ritmo sempre molto alto e incalzante. Molto buoni anche i disegni, per cui, a mio avviso, si tratta di un prodotto senz'altro consigliabile e che vale sicuramente il prezzo di copertina...
  24. dario63

    [Color Tex N. 16] Teton Pass e altre storie

    Lo speciale a colori vedo che continua a suscitare pareri, anche molto diversi tra loro (come è giusto che sia!), ma nel complesso positivi. Mi permetto una precisazione rispetto a quanto da me già scritto. POSSIBILE SPOILER Nella storia che ha per protagonista Kit Willer (condivido il "finalmente") non ho amato proprio l'eccessiva serie di circostanze che sembrano tutte messe in fila per favorirlo - nonostante la schiacciante supremazia numerica degli avversari - e fargli conquistare un successo completo. Capisco che, in una storia breve, non ci si possa perdere in sviluppi troppo articolati, ma qui la "fortuna" mi sembra talmente sfacciata da rendere veramente poco realistici tutta una serie di passaggi per me esageratamente forzati: a) Il primo è per me il più inverosimile. Kit è legato ad un cavallo in corsa, è trascinato per lunghi tratti ma poi, nonostante presumibili dolori lancinanti, riesce con la forza delle sole braccia a prendere in mano la corda, issarsi e avvicinarsi progressivamente al cavaliere, salire in sella e poi disarcionarlo (facendolo morire sul colpo)... Ma insomma, quando mai tutto questo sarebbe possibile attuarlo?? Nemmeno Tex (io dico, per fortuna!) c'è mai riuscito! Tanto per citare una situazione simile, nell'avventura "Gli spietati" viene a subire un'analoga tortura e non può reagire, ma si deve tenere tutte le ferite del caso (salvo riscattarsi abbondantemente in seguito, ma senza effetti speciali tipo circo Barnum); b) subito dopo Kit, trovato nella sella un coltello provvidenziale (questo ci può stare) si libera delle corde, si allontana, e combatte munito solo di coltello contro un avversario dotato di colt, cui pianta con precisione chirurgica il coltello nella gola mentre quello lo manca. E vai... c) Lì vicino si inerpica su una provvidenziale piccola altura dove, a mani nude, peraltro senza che lo spettatore possa assistere a questo passaggio, cattura un altrettanto provvidenziale crotalo e, udite udite, lo scaglia dall'alto ancora vivo e opportunamente incazzato (velenoso lo è già di natura) centrando (pur avendo gettato il serpente senza farsi vedere dagli inseguitori, quindi alla cieca) un altro dei malfattori che viene naturalmente morso e messo fuori combattimento dal serpente. L'altro pellegrino, chiaramente scosso da tali prodigi, si fa beccare da un Kit ormai di colt munito (quest'ultimo passaggio realistico). d) Pressato da altri due loschi figuri, riesce ad avvicinarsi ad una pozza d'acqua (un po' di refrigerio ci vuole!) con annessa cascatella, ha tutto il tempo di sfilarsi la camicia e di confezionare una valida trappola, piazzando opportunamente il suo indumento sotto il getto dell'acqua. Nel frattempo, sopraggiungono i due che cascano debitamente nel tranello, sparacchiando inutilmente contro il bersaglio che è stato messo sotto i loro occhi. Kit sta celato a un passo da loro e quando si fa vivo li centra inesorabilmente con la colt che aveva raccolto. d) In una vera sequenza da "Doom" (mancano solo i "medikit" per curarsi), Kit raccatta da terra il fucile perso da uno dei due banditi, con il quale affronta spavaldamente e a viso aperto gli ultimi tre avversari, naturalmente senza lasciare loro alcuno scampo. Dopo di che, accertato di averli stecchiti tutti, con tutta calma può ritornare in paese per catturare l'ultimo delinquente (pur con parvenze più rispettabili), impacchettarlo e attendere l'arrivo del padre e di "zio" Carson per poter raccogliere il "meritato" plauso per aver fatto tutto da solo... Un po' troppo, per i miei gusti...
  25. dario63

    [Color Tex N. 16] Teton Pass e altre storie

    Acquistato e letto, devo dire con un complessivo giudizio positivo. Premesso che a me Tex a colori piace poco, qui però devo dire che la colorazione talvolta ha degli effetti validi e appare più curata del solito (per me, soprattutto nell'ultima storia, quella di Mayo). Certo, l'estrema brevità delle storie non sempre giova a chiarezza e coerenza dello sviluppo, necessariamente molto conciso. Però devo dire che mi ha impressionato positivamente soprattutto l'esperimento della storia di Serra/Mandanici, realizzata esclusivamente con disegni e con totale assenza di "ballons" e dialoghi. Scelta che si comprende leggendo la vicenda, in cui la presenza più significativa non è necessariamente quella umana (e in cui un Tex in versione "francescana", si segnala ancora una volta per la capacità di comprendere al volo e valutare adeguatamente non solo gli uomini, ma anche gli animali e di ottenere anche da essi - non da tutti! - rispetto). Buoni i disegni e gradevoli i colori. Carina anche la prima storia, che assegna un ruolo di protagonista assoluto, una volta tanto, a Carson (con qualche analogia con l'episodio che narrava le vicende del suo passato, ben raccontate ancora da Boselli, quella volta insieme a Marcello). Il "vecchio cammello" sfodera una forma (e un fascino) decisamente notevoli, quasi giovanili e comunque efficaci, pur nel breve tempo in cui si svolge la vicenda, intensa e coinvolgente, ma che sembra in qualche modo essere segnata nei suoi tempi proprio dai ritmi del disgelo. A mio avviso, non di uguale livello i disegni di Font, che pure non sono male, ma che non riescono mai a convincermi del tutto nella resa dei volti umani. Atmosfera cupa e segnata da una componente tragica fin dall'inizio (e accentuata dai disegni un po' spigolosi ma efficaci di Mayo) è quella dell'ultimo dei Mimbres. Qui particolarmente avrei gradito qualche pagina in più per uno sviluppo un po' meno accennato e con qualche dettaglio narrativo in più. Però la storia rimane lo stesso abbastanza godibile e interessante. Un tentativo di rendere protagonista l'altro Kit, il figlio di Tex, viene realizzato da Burattini/Dalla Monica. Storia che scorre, ma non mi ha particolarmente emozionato, anche se il desiderio di far vedere il "giovane aquilotto" in grado di cavarsela per una volta completamente da solo non è riprovevole, solo che qualche qualche passaggio narrativo a mio avviso non è del tutto convincente e davvero troppo forzato. La storia che meno mi ha coinvolto, sia per lo sviluppo narrativo per me un po' gracile (anche per una certa ingenuità/dabbenaggine dei "cattivi"), sia per i disegni, originali ma che non mi sembrano particolarmente adatti a Tex, è quella della coppia Accatino/Trevisan. Di questa, avrei anche fatto a meno. In ogni caso, pur essendo di certo un albo non indispensabile, che non aggiunge nulla di fondamentale alle vicende del ranger (qui talvolta solo comprimario di lusso e chiamato in causa di striscio in due sulle cinque vicende), rimane lo stesso un gradevole passatempo e un prodotto realizzato in modo adeguato. Rispetto al Tex estivo con Nizzi/Torti, questo mi sembra più vario e interessante.
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