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PapeSatan

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Tutto il contenuto pubblicato da PapeSatan

  1. PapeSatan

    [Color Tex N.23] I lupi di Shannonville

    Non capisco l'essere prevenuti verso i ColorTex (specialmente quelli con storie brevi). Passi la riluttanza per il colore, però di storie buone nel tempo se ne sono viste. Voglio pensare che qualcuno sospenda semplicemente l'acquisto in attesa di leggere i commenti qui, per poi decidere di andare in edicola se i feedback sono positivi. Suggerimento strategico alla SBE per stimolare i recalcitranti ad acquistare i Color storie brevi: ficcateci dentro sempre una storia breve scritta da Boselli (ammesso che il buon Mauro abbia voglia di scriverne), magari disegnata da Civitelli. Uno specchietto per le allodole, ma non di bigiotteria bensì di marca.
  2. Una fisionomia marcatamente spagnoleggiante con sfumature gitane, quindi per me è SÌ !
  3. PapeSatan

    [Speciale Tex Willer N.6] Minstrel Show

    Letto l'albo nella quiete della campagna-collina langarola. Sono sostanzialmente d'accordo con il commento di @Diablero, in particolare con l'utilità o funzionalità della storia per mettere i puntini sulle "i" su alcuni fatti della vita e della cronologia texiana, che comporta un'alternanza tra rapida azione e articolati dialoghi esplicativi che, a parole, sostituiscono i classici flashback visuali con vignette. Però, essendo fresco di lettura di tutti gli albi richiamati esplicitamente o implicitamente ("Per l'onore del Texas", "Il magnifico fuorilegge", "Tra due bandiere", "Nueces Valley"), la lettura mi è risultata pienamente comprensibile e quindi scorrevole e godibile. Il registro narrativo ben si amalgama con quello (eccelso) degli albi richiamati. Boselli scrive nell'introduzione che la serie "Tex Willer Speciale" si svincola dalla continuity di "Tex Willer" per dare sfogo alla libertà creativa, ed è verissimo non solo per questo albo: però, di tutti gli "Speciali Tex Willer" visti finora, questo mi sembra quello più contestualizzato nella cronologia texiana e quello meglio armonico come stile e atmosfera, come soggetto e periodo storico, nonchè come riuscita narrativa, con tutti gli albi delle varie collane ambientati a ridosso o a cavallo della guerra di secessione. In definitiva, l'ennesimo albo di alto livello pubblicato quest'anno. I miei voti: soggetto e sceneggiatura: 7,5 disegni: 7
  4. Intanto grazie a @Tex55 per il lavoro svolto. La cronologia non è una priorità nel mio approccio alla lettura di "Tex" ma mi riservo di studiarmi la tabella per curiosità quando avrò sufficiente tempo per concentrarmi e rinfrescarmi la memoria. Però, non essendo io una autorità in materia, confido nella revisione degli esperti pards di questo forum e, auspicabilmente, della Cassazione texiana, cioè Boselli, che mi pare abbia connotato gli ultimi anni di pubblicazioni con il proposito di mettere ordine nella successione degli eventi.
  5. Ho notato solo ora che una delle due pagine (84 e 85) da me citate come magnifici esempi di chiaroscuri è stata inserita nel post di @MacParland. Guardate come la staccionata nella prima vignetta si dissolve in modo sfumato nel buio. Notate la raffinata trama delle ombre dei rami proiettate sulla schiena di Tex. Poi guardate nell'albo la pagina 85 e osservate il volto del bandito che sta per essere sorpreso alle spalle da Tex: dai soli particolari visibili, un occhio e mezza bocca, traspare tutta l'inquietudine e la sorpresa del bandito. Tutte le vignette con una fonte luminosa flebile ma che accende il dettaglio. Per rispondere a @gilas2 , Civitelli é puntinista, con un tratto piuttosto pulito e regolare (quindi forse più vicino al Seurat da me citato), però la drammaticità caravaggesca è più intensa in Scascitelli grazie alle linee e retinature che sembrano far scorrere soavemente la luce anzichè fermarla sul soggetto.
  6. Chiaramente non parliamo di arte pittorica ma, similmente al Merisi, lo Scascitelli ha saputo rendere la tensione e il dettaglio con magistrali chiaroscuri nelle due pagine che ho citato (è qui che è "caravaggesco"). Tra i migliori chiaroscuri che io ricordi. Avrei potuto paragonare Scascitelli a Seurat, o meglio, affiancare il suo "linearismo" del tratto al puntinismo del pittore-disegnatore francese (peraltro anch'egli maestro dei chiaroscuri): anche in quel caso avresti gridato allo scandalo?
  7. Albo bis con soggetto solo apparentemente non proprio originale: una caccia all'uomo, ferito e braccato, ma il fatto che la preda sia Carson lo rende originalissimo. La trama è ben strutturata e, sebbene sia prevalentemente d'azione, si caratterizza per i molti passaggi che giocano sulla psicologia e sulle riflessioni dei personaggi: una partita a scacchi narrata non solo nelle mosse dei pezzi (l'azione), ma anche nei ragionamenti dei contendenti (la psicologia) tra una mossa e l'altra. E questo dà spessore ad un albo che altrimenti, per la sua brevità, avrebbe potuto scorrere via banale e scontato, col pilota automatico. Lo stile grafico di Scascitelli è certamente molto personale e originale, atipico nella lunga saga di Tex, tecnicamente raffinato e preciso (talvolta anche troppo, il che rende piuttosto rigide e "codificate" alcune scene, specialmente quelle con sparatorie). Trovo azzeccatissima la collocazione di questo stile di disegno nel "bis", in quanto questo stile caratterizza e valorizza la natura di "fuori serie" di quest'albo, differenziandolo come un "unicum". Nel complesso i disegni mi sono piaciuti decisamente. Magnifica, in particolare, la sequenza in notturna delle pagine 83 e 84, dove i chiaroscuri e le sfumature rendono bene la tridimensionalità e accendono i particolari: da notare, a pag. 83, la sopraffina rappresentazione delle ombre dei rami proiettate sulla schiena di Tex. Mi si passi il paragone, ma in quelle due pagine Scascitelli è decisamente caravaggesco. In definitiva, un albo fresco e leggero, di agile lettura estiva, come ho definito anche la contemporanea doppia di "Tex Willer" nell'apposito commento a "Comstock Lode". I miei voti: soggetto e sceneggiatura: 7 disegni: 7,5
  8. PapeSatan

    [Tex Willer N.56/57] Comstock Lode

    Vado un po' controcorrente rispetto a chi mi ha preceduto nei commenti: a me la storia è piaciuta, perchè ho trovato nella leggerezza, linearità e chiarezza di esposizione i pregi di questa doppia estiva che perciò definirei "rinfrescante". Certo, non posso dire che sia una storia indimenticabile, però non possiamo neanche pretendere che il termine di paragone sia sempre "Pinkerton Lady", "Pearl" o "Per l'onore del Texas". Ad una attenta analisi, in poco più di 120 pagine complessive (praticamente un singolo albo della serie regolare maggiore) Rauch ha saputo imbastire un intreccio con tanti personaggi cardine tutti pienamente funzionali alla trama (la ragazza, Morgan, Parker, Leon, Comstock) ma anche i comprimari, pur marginali, incidono significativamente nello sviluppo narrativo (i due tirapiedi che aprono e chiudono la contesa, il dottore). La vicenda principale della ragazza e della sua concessione si incastra (bene) con quella secondaria (che diventa a un certo punto la vera principale) tra Morgan e Leon. Uno stile di narrazione "boselliano" che però il buon Mauro di norma dispiega in un numero ben superiore di pagine. Bravo Rauch, la capacità di essere essenziale, asciutto e diretto quando si hanno a disposizione poche pagine è una dote sempre apprezzabile. Il principale difetto è quello già evidenziato da altri, ma lo esprimo in altra forma: troppe vignette fotocopia con Tex che spara piegato o disteso lateralmente per schivare le numerose pallottole. E Dinamite che non può mai beccarsi una pallottola negli agguati che Tex subisce. Però sappiamo che è sempre stato così (anche con GLB) perchè così DEVE essere (e infatti a un certo punto Bonelli si rese conto che un Dinamite invulnerabile era una zavorra e lo fece sparire, alla stregua di quanto avvenne anche con la moglie di Tex). Disegni chiari e precisi, ma legnosi e ripetitivi nelle pose di Tex durante le molte sparatorie. I miei voti: soggetto e sceneggiatura: 7 disegni: 6,5
  9. PapeSatan

    [Color Tex N.23] I lupi di Shannonville

    Soprattutto, il color serve a ricordarci che la camicia di Tex è gialla canarino, senza sfumature, di giorno e di notte, anche dopo una lunga cavalcata lungo una polverosa pista. Per intenderci, vedere dal minuto 1:00
  10. PapeSatan

    [113/115] Tra Due Bandiere

    Tutto sommato sono d'accordo con quanto dici, però: la collocazione della ristampa di "Tra due bandiere" nella collana "Tex Willer Extra", appendice della serie giovanile "Tex Willer", si giustifica ovviamente per l'età anagrafica di Tex, ma è una storia che coloro che leggono "Tex Willer" ma non la serie regolare nè tantomeno il texone (e ce ne sono, come riporta @Carlo Monni citando Boselli) non contestualizza: in altre parole, "Tra due bandiere" si apprezza molto meglio se letta in integrazione con il texone "Per l'onore del Texas" che non come extra di "Tex Willer", da cui si discosta nettamente per lo stile della narrazione, dei disegni e del "feeling" generale. E' solo questo il motivo per cui mi sarebbe piaciuto avere un "pendant" nello stesso grande formato, anche se è vero che graficamente avrebbe avuto senso solo come scansione di materiale originale integro e non come semplice ingrandimento di qualcosa già a bassa risoluzione. Comunque, la riproposizione de "Gli sterminatori" nella collana di maggior formato "Romanzi a fumetti" (il cosiddetto formato alla francese) non mi è sembrata sgranata graficamente.
  11. PapeSatan

    [113/115] Tra Due Bandiere

    Piuttosto che comprare 4 numeri di "Tex Willer Extra" (3,50 euro x 4 uscite = 14 euro) avrei preferito che al texone "Per l'onore del Texas" fosse abbinata la ristampa di "Tra due bandiere" NELLO STESSO FORMATO. In tal caso avrei pagato più che volentieri fino a 14 euro per un'edizione in grande formato di una storia già posseduta, che avrebbe perciò fatto il giusto paio editoriale con il texone (l'originale + l'approfondimento).
  12. Se rileggi con attenzione quello che ho scritto, ti renderai conto che stiamo dicendo la stessa cosa a proposito delle rese. Idem per @Diablero. I libri non c'entrano nulla. E suggerisco di fare un bel giretto in Francia, così si scoprirà che Hachette non vende solo i cartonati di Asterix... oppure al reparto editoriale del mio Spazio Conad, dove si trovano albi residuali usciti in origine in decine di copie anche MESI prima e tenuti fino ad esaurimento o "sfinimento" (specie Topolino e Diabolik) ma NON si trovano i quotidiani o le dispense settimanali, perchè NON é un'edicola e quindi non funziona come edicola.
  13. Per @Carlo Monni, che finge di non capire: quando dico che Mondadori e Panini probabilmente ammortizzano meglio perchè riempiono con i loro prodotti i suddetti canali "concentrati" molto più che le edicole, per "PRODOTTI" intendo esattamente i FUMETTI. Basta farsi un giro nel reparto editoriale di qualunque ipermercato: nello Spazio Conad da cui mi servo, le decine di copie dell'ultimo texone, di "Fratello di sangue" ma anche di Topolino o supereroi sono state spazzate via nel giro di pochissimi giorni, mentre il mio edicolante è triste nel vedere quelle sue quattro copie in croce ancora quasi tutte esposte... Da una parte si è venduto il 90% del distribuito (pure in maggior quantità assoluta), dall'altra sì e no il 50%. E non è un caso estemporaneo ma la regola, almeno dalle mie parti. La scelta di rendere disponibile ogni albo in ogni edicola é lodevole dal punto di vista etico e sociale, perché raggiunge tutti, ma ha l'effetto collaterale della dispersione, quindi delle rese, perché non sará mai possibile rifornire ogni edicola dell'esatto numero di copie previste vendute, mentre in una fumetteria o centro commerciale i grandi numeri dell'affluenza rendono più realizzabile, nell'arco temporale tra un'uscita e la successiva, il tutto esaurito o giù di lì.
  14. Ma il punto è proprio questo. L'alta percentuale di rese è conseguente al canale distributivo delle edicole, che in quanto capillare non consente una efficiente pianificazione delle vendite. I modelli distributivi che portano a minori rese sono quelli concentrati in un numero minore di punti vendita: librerie, fumetterie, reparti editoriali nei supermercati e centri commerciali, oltre, ovviamente, i nuovi canali digitali. Se le proposte del dato editore sono sbilanciate verso il cartaceo da edicola è chiaro che le rese diventano un problema. Problema che Mondadori e Panini probabilmente ammortizzano meglio perchè riempiono con i loro prodotti i suddetti canali "concentrati" molto più che le edicole. Idem Hachette in Francia.
  15. Forse Mondadori o Panini non pubblicano fumetti in quantità, esattamente come SBE? E forse SBE non pubblica libri, esattamente come Mondadori o Panini? Perché quello che vale per uno non deve valere per l'altro?
  16. Molto interessante e di piacevole lettura. Quel "volume 1" significa che ulteriori interviste sono state raccolte in un successivo volume?
  17. Non ci credo: Diablero che dà ragione a qualcun altro. Scherzi a parte, la cosa davvero interessante sarebbe capire perchè certi editori in certi Paesi riescono a tenere più bassa la quota di resi. Provo a cercare qualche fonte in rete, ma sembra che i dati sui resi (in editoria, non su Amazon) siano più segreti dei documenti sull'Area 51... ADDENDUM inserito successivamente: qui un report dell'ISTAT per l'anno 2021, che però si riferisce ai prodotti editoriali in genere, non ai soli fumetti: https://www.istat.it/it/files//2022/12/REPORT_PRODUZIONE_E_LETTURA_LIBRI_2021.pdf&ved=2ahUKEwi0oYWBiPL_AhX3gv0HHSqKCLkQFnoECAwQBg&usg=AOvVaw0tWGxa0Tmq9BA0Ljpsd_Qc Estraggo: "La quota di invenduto, pur rimanendo una caratteristica del mercato editoriale italiano, si ridimensiona: il 21,4% degli operatori del settore dichiara giacenza e reso per oltre la metà dei titoli pubblicati (24,8% nel 2020). Tale quota è maggiore per i micro (25,3%) e i piccoli editori (17,4%) e molto più contenuta per i medi (7,8%) e per i grandi editori (5,2%) che hanno una maggiore capacità di programmare la produzione editoriale." Sono perciò una esigua minoranza gli editori che dichiarano resi per metà e oltre dei titoli pubblicati. Purtroppo, come detto, non c'è spaccatura tra i vari prodotti editoriali.
  18. Il senso del mio discorso è che ogni editore con una sana pianificazione non stampa tanti albi solo per sentirsi dire "guarda quanti begli albi di questo editore ci sono in ogni edicola d'Italia". Stampa solo ed esclusivamente in base a modelli finanziari, dove la tassazione (o defiscalizzazione) gioca un ruolo fondamentale. L'editore, cioè, stampa quelli che, al netto delle rese medie misurate e quindi, meglio, in base alle vendite stimate, gli garantiscono il guadagno atteso. La percentuale di reso può dunque essere 50%, 25%, 75% o qualunque altra, tanto il prezzo di vendita moltiplicato per le vendite attese gli permette di rientrare dai costi. E' un concetto, quello della perdita di rete distributiva, che applicano tutti quelli che distribuiscono capillarmente, dai panettieri alle aziende distributrici di gas. Per l'efficienza operativa, però, è evidente che sia meglio il 25% che il 50% o il 75% di spreco. In Francia, per esempio Hachette sembra esserci riuscita. Non so dove recuperare un link, era una informazione che avevo letto su una rivista in aereo in un articolo che parlava della cartiera Fabriano. Ricordo che anche Panini era ben posizionata.
  19. Io ritengo che la percentuale di rese destinate al macero non sarà mai un elemento calibrato con attenzione dagli editori italiani fintanto che su detta percentuale (per la precisione, sul 95% di detta percentuale) insiste uno sgravio fiscale evidentemente conveniente. Questo aspetto, unitamente al fatto che i costi a perdere causa macero sono comunque riversati (al pari della materia prima, della manodopera e di altre componenti) sul prezzo di vendita, fa sì che non sia così determinante minimizzare le rese. Infatti, altri Paesi dove non c è una detassazione così forte dell'invenduto hanno percentuali di rese molto più basse, grazie a stampa e distribuzione più mirate per minimizzare i costi: tempo fa ho letto che in Francia nel 2018 o 2019 (non ricordo l'anno esatto) Hachette dichiarava solo il 14% di resi e che in Belgio i resi devono essere tenuti in magazzino per 1 anno dalla loro uscita e come tali sono perciò tassati, disincentivando così la loro proliferazione.
  20. I numeri effettivi, se esatti, sono oggettivi, rappresentano il consuntivo di gestione. Il dato che mi sorprende di più è l'elevato numero di resi (il 50% dello stampato). Anche ammettendo che una parte di essi sia riciclata come arretrati, lo spreco di materia prima e relativi costi, compresi quelli di distribuzione, mi sembra davvero esagerato. A me interesserebbe anche, se non di più, sapere le modalità con cui la SBE sonda il mercato per stabilire la strategia e le proposte editoriali da supportare. Probabilmente commissiona degli studi ad advisors e agenzie di marketing, ma perchè non lanciare sul suo sito web, pubblicizzandolo anche negli albi, un grande sondaggio con cui raccogliere i profili personali, i gusti, le opinioni, i suggerimenti direttamente dal pubblico? Magari abbinandolo a un concorso a premi che metta in palio buoni acquisto, abbonamenti a Digital Classic, tavole originali, volumi di pregio, pacchetti vacanze nei luoghi dei personaggi top della casa editrice...
  21. PapeSatan

    [Speciale Tex Willer N.6] Minstrel Show

    ROMA - Alleanza tra calcio e politica nella lotta all'antisemitismo con la dichiarazione d'intenti firmata al Viminale dal ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, e dal coordinatore nazionale per la lotta contro l'antisemitismo, Giuseppe Pecoraro. Nel documento sono presenti vari impegni come il non assegnare ai calciatori la maglia 88, numero usato nei gruppi neonazisti per simbolizzare il saluto Heil Hitler poiché la 'h' è l'ottava lettera dell'alfabeto. Nel codice etico delle società inoltre, ha aggiunto il ministro Piantedosi, "viene recepito il riferimento alla definizione internazionale di antisemitismo. C'è quindi il divieto dell'uso da parte delle tifoserie di simboli che possano richiamare il nazismo; la responsabilizzazione dei tesserati a tenere un linguaggio non discriminatorio in tutte le manifestazioni pubbliche; la definizione delle modalità di interruzione delle partite in caso di episodi di discriminazione. Sarà inoltre valutato positivamente l'atteggiamento proattivo delle società in questo campo". - Sarebbe bastato, senza tanta teatralità e senza suscitare polemiche strumentali, semplicemente imporre la numerazione progressiva dei numeri sulle maglie da 1 a salire, esattamente come ai Mondiali. Nessuna squadra avrà mai 88 calciatori in rosa e nessuno avrebbe obiettato alcunchè. Vietare espressamente l'88 attribuendogli solo e soltanto quel significato è come vietare le siringhe perchè c'è una minoranza che si buca. O come vietare l'uscita di "Minstrel Show" perchè potrebbe fare proseliti di emulazione.
  22. PapeSatan

    [Speciale Tex Willer N.6] Minstrel Show

    Fai come farebbe Tex: riponi nel taschino il distintivo da ranger, slaccia il cinturone e risolvila da uomo...
  23. PapeSatan

    [Speciale Tex Willer N.6] Minstrel Show

    E se uno fosse nato nel 1988 e volesse indossare la maglia 88 solo per questo? Sarebbe bollato come nazista oppure dovrebbe rinunciare, per decreto, a un legittimo e inoffensivo intento?
  24. PapeSatan

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Consiglio valido in generale: le introduzioni vanno lette SEMPRE DOPO la storia, perchè se non sono PREfazioni ma spiegazioni ti spoilerano la storia o comunque ti condizionano la prima lettura. Nel dubbio, io posticipo.
  25. PapeSatan

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Botta e risposta Bob Rock - borden efficace e convincente. Chiedo però a @borden se avesse pensato al modo di non contraddire "Tra due bandiere" nel fatto che Carson faccia la conoscenza di Damned Dick solo dopo la guerra e non durante, come invece vediamo in "Per l'onore del Texas". Credo che l'abbia pensato a lungo ma che alla fine abbia dovuto accettare la contraddizione, altrimenti Carson e Tex (che viaggiava sempre con Damned Dick) non avrebbero potuto incontrarsi in "Per l'onore del Texas" e questo sarebbe perciò risultato un albo "binario" alquanto sconclusionato, con i due protagonisti impegnati in vicende del tutto parallele e mai convergenti, come appunto le rotaie di un binario.
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