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PapeSatan

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Tutto il contenuto pubblicato da PapeSatan

  1. PapeSatan

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Beh, se stiamo a questi criteri allora Leonardo da Vinci, che ha dipinto poco più di 20 opere, è una schiappa al confronto di Morris Katz, che ne ha dipinte 250.000. Quelli che dicono "chi katz è Katz?" evidentemente non capiscono un katz di arte.
  2. PapeSatan

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Maradona pompato dai media... Scusami, amico, ma questa...
  3. PapeSatan

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Capisco la tua posizione e non contesto il fatto che Tex non debba essere umano. Ma l'umanità avrebbe dovuto manifestarsi in senso positivo, non negativo per l'eroe. Mi spiego. La storia sarebbe andata avanti nello stesso identico modo, ma facendo fare a Tex una figura dignitosa, se anzichè continuare a credere che John avesse nascosto l'oro, "portandosi il segreto nella tomba" (non ho l'albo sotto mano e non ricordo le parole esatte ma il senso è quello), e dire esattamente le stesse cose nella deposizione senza minimamente domandarsi (neanche tra sè e sè) se la verità potesse essere diversa, Tex avesse manifestato anche un piccolo dubbio in cuor suo (ed è qui che si vedrebbe l'umanità e il rispetto per John). Invece no, dritto fino alla fine nella sua cocciuta convinzione. Avrei voluto vedere Tex, non il comune uomo Mario Rossi. Non parliamo poi del modo vergognoso con cui l'eroe lascia morire il povero Tom per salvarsi la pelle.
  4. PapeSatan

    [297/299] Fuga Da Anderville

    La ferita di Tex deve essere il cruccio, la rabbia, l'impotenza, non il rimorso di essersi comportato da vigliacco verso l'amico che ha continuato a credere colpevole pure dopo morto. Tex ha disatteso l'implorazione in punto di morte di John che gli chiedeva di "conservare un buon ricordo" di lui. Effettivamente è "originale" questo comportamento di Tex, Tex non è mai stato così ingrato.
  5. PapeSatan

    [297/299] Fuga Da Anderville

    L'ultima domanda a @borden andrebbe posta meglio così: "se ti presentassero oggi una sceneggiatura identica a quella di Fuga da Anderville, la pubblicheresti su Tex SENZA MODIFICHE?" Per esempio, Tex si mostrerebbe così istantaneamente rassegnato a lasciar morire il fedelissimo Tom per lui? Oppure, sarebbe davvero impensabile che Tex, quando narra a Carson di quando si era recato a deporre per l'inchiesta federale riportando "i fatti nudi e crudi che rappresentavano una pesante accusa alla memoria di John Walcott", possa invece aggiungere un pensiero del tipo "quelli erano i fatti in apparenza, ma in cuor mio sentivo che John non mi aveva tradito ma non potevo dimostrarlo e questo mi tormentava"? Come si vede, due possibili interventi davvero di minima entità (un paio di vignette e un balloon in più) ma di devastante impatto positivo sulla caratterizzazione di Tex.
  6. PapeSatan

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Ovviamente ti do perfettamente ragione, in quanto mi riferivo, come hai intuito, al Bond cinematografico, quello che la massa di pubblico conosce e valuta quando gli dici "007". Ho letto anch'io gli 007 letterari di Fleming, ma per portare il paragone con FdA non posso che riferirmi al personaggio cinematografico. D'altronde, pure il Sandokan di Salgari è piuttosto diverso, oltre che molto più marginale, rispetto a quello cinetelevisivo, ma nella massa l'immagine è sempre molto più presente della parola scritta.
  7. PapeSatan

    [297/299] Fuga Da Anderville

    La discussione è molto interessante e approfondita: l'intervento di Boselli la impreziosisce. Dal mio punto di vista la questione si presterebbe ad un facile confronto con la deriva presa dalla saga cinematografica di James Bond dopo la scomparsa del suo autore e dei suoi sceneggiatore storici (e potremmo dire lo stesso di certi supereroi dei fumetti americani). Mi limito alle seguenti righe e non voglio alimentare un off-topic: piace il James Bond "moderno", che piange, che si strugge, che perde, che addirittura VIENE UCCISO? Sembrerebbe di sì, a giudicare dai dati di presenze nei cinema, dai dati di vendite di DVD e blu-ray, dai commenti nei forum della saga. Ma il fatto che piaccia ai più non esime dal riconoscere che questo 007 non è quello canonico, classico, archetipo. Ovviamente tra i "più" ci sono principalmente le nuove generazioni, mentre chi è cresciuto con il personaggio sta tra i "meno" e percepisce immediatamente e nettissimamente la differenza. Credo che per "Fuga da Anderville" si sia in una situazione simile: bisognerebbe ammettere, pur piacendo la "deriva" del personaggio, che non è il Tex archetipo di GLB. Ma solo i "meno" lo percepiscono. Sta tutta qui la differenza tra l'opinione di gusto (rispettabilissima) dei più e la dissertazione filologica della minoranza (ma non per questo meno autorevole, tutt'altro: sembra essere quella più ferrata in materia di "filologia e semantica texiana" ). Io stesso ho scritto che per me FdA è una storia da 9 se applico il criterio del gusto, ma da 3 se seguo il criterio del canone (quello texiano costruito da GLB, non quello RAI, eh... ).
  8. PapeSatan

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Veramente avevo chiesto cosa avete fatto voi in una situazione di grande dolore interiore. Cosa ha fatto Tex lo abbiamo visto e letto (ahimè). Ribadisco, a scanso di equivoci e lungi da partigianerie che non mi appartengono, che a questa storia nel mio primo post ho dato 9 se la si considera una storia NON DA TEX.
  9. PapeSatan

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Domando se qui c'è qualcuno che dopo aver patito un grande dolore interiore (un lutto, un licenziamento, il tradimento della moglie, metteteci qualsiasi GRANDE dolore interiore) abbia invitato il suo miglior amico al bar per un happy hour davanti a un "monumentale bicchiere" in un bel posto "luccicante e pieno di gente" (un locale "trendy", si direbbe oggi). E se mai lo aveste fatto, che non fosse per ubriacarvi e trovare conforto nell'oblio momentaneo, ma per svagarvi e fuggire dalla dura realtà. Sinceramente, eh? Voi, non Tex.
  10. PapeSatan

    [297/299] Fuga Da Anderville

    "... E poi, tra una bottiglia e una baldracca, una baldracca e una bottiglia... lei sa come succedono queste cose... lo sa, vero?" Bud Spencer ne "I due superpiedi quasi piatti", mica Tex che si consola al bar...
  11. PapeSatan

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Hai ragione: conosco diversi ubriaconi che vanno "al bar" (mica al saloon, che è una espressione meno profonda) per dimenticare (per quanto, poi? Per il tempo di smaltire una sbronza?) Probabilmente la mia copia del terzo e ultimo albo deve essere fallata, visto che a pag. 83 Tex dice testualmente a Carson: "L'UNICA spiegazione che riuscii a trovare fu che era tornato lassù per essere più vicino al nascondiglio dell'oro. E naturalmente da quel giorno cercai di non perderlo più d'occhio, nella speranza di beccarlo con le mani nel sacco". E quando John gli muore tra le braccia supplicandolo di "conservare un buon ricordo di me", Tex è ancora convinto che John "ha portato con sè il suo segreto". Nella versione corretta dell'albo, che purtroppo non posseggo, immagino che a Tex sia venuto il legittimo dubbio che tu sostieni, cioè che un amico che in punto di morte non si abbandoni a liberarsi dei pesi sulla coscienza ("il rimorso", che Tex in persona invece riconosce perfettamente in quella canaglia di Walcott) possa essere effettivamente innocente. Hai ragione e aggiungo: se all'epoca fossero già esistiti i centri di ricerca contro il cancro, Tex avrebbe senz'altro fatto anche una donazione a nome di Walcott. Quando Tex urla "Non so cosa mi trattenga dal rompervi la faccia" la risposta evidentemente è: "la cartella clinica". Quando Tex urla "Voglio vedervi penzolare da una forca" è perchè Tex sa che dal cancro si guarisce sicuramente e quindi non è immorale impiccarlo (figuriamoci dargli un semplice sganassone), come invece sarebbe stato immorale se fosse stato malato irrimediabilmente. Dopo tante crudeltà e crudezze (dalla guerra all'amicizia creduta erroneamente tradita), in effetti non credo che ci stesse bene una amara chiusura poetica, commovente e disillusoria: meglio restare sul registro generale di concretezza e materialità, meglio una sana bevuta "al bar". . Naturalmente rispetto i pareri altrui anche quando non li condivido, ma spero che la mia ironia sia servita ad esplicare meglio i miei concetti con leggerezza, onde evitare di innescare nuove diatribe sulla storia, che ognuno è libero di giudicare secondo i propri soggettivi parametri.
  12. PapeSatan

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Reduce da un paio di giorni di relax al mare, nell'appartamento che ho affittato c'erano - udite udite- vari albi di Martin Mystere, Julia e Tex, tra cui la storia in oggetto e quella delle navi perdute. Presi gli albi di "Anderville" e sdraiatomi in terrazza, me li sono riletti a distanza di molti anni dalla prima volta. Evito di ripetere quanto già abbondantemente dibattuto in questo thread e sintetizzo il mio giudizio: soggetto: 9 Sceneggiatura: 9 oppure 3. Perchè il doppio voto? 9 in quanto a intreccio ed emozioni se la si considera una storia NON DA TEX. Ma Tex che lascia morire Tom, Tex convinto a oltranza che John sia colpevole del trafugamento dell'oro, Tex che sbraita come un ossesso di fronte al vero colpevole senza neanche sbatacchiarlo un po', Tex che nel finale invita Carson a berci su "un monumentale bicchiere di birra al bar" per dimenticare la tragedia (che emozionanti erano i vecchi malinconici finali al tramonto in cui Tex, capo chino e cappello in mano, malediva questo mondo di malvagi e corrotti...) la rende un storia NON DA TEX e quindi voto 3 per l'amaro che lascia in bocca non l'eccellente storia ma la caratterizzazione di Tex nei passaggi chiave. Peccato: con due o tre aggiustamenti fondamentali poteva rimanere negli annali come una storia dai voti massimi per TUTTI i lettori, sia quelli che approcciano la lettura a istinto, emozione, svago, divertimento (io alla prima lettura), sia quelli che ricercano e vogliono trovare anche gli elementi più profondi, analitici e canonici della serie (sempre io alla seconda lettura). Impeccabili i disegni del maestro Ticci: 9
  13. PapeSatan

    Tex e l'Intelligenza Artificiale

    Tra le fonti date in pasto all'AI deve esserci la copertina originale de "Il Coyote Nero" caricata più volte...
  14. PapeSatan

    [726/727] Il pistolero vudu

    Come ho scritto in altro thread, sto rileggendo di fila alcuni albi di Tex che in origine avevo letto di mese in mese all'uscita in edicola, nella sequenza dopo il nr. 700. Eccomi perciò qui a commentare "Il pistolero vudu", letto rigorosamente PRIMA di leggere questo thread e che qui commento DOPO aver letto pazientemente tutto il thread. Ebbene, scopro che è una storia che nei commenti spazia lungo tutto l'arco di possibili giudizi, dal "ridicola" al "divertente", dall'"ottima" all'"impubblicabile" e via di questo passo. Sarò breve e dico che per me l'ottimo soggetto scivola su alcune bucce di banana nella sceneggiatura e cade facendosi male con i disegni che sembrano spesso tirati via veloci. Il primo albo crea interessanti premesse e introduce un misterioso e spettrale villain, ma quando si scende nel dettaglio ecco gli scivoloni sulle bucce di banana, che con un po' più di attenzione e sforzo si sarebbero potute evitare: Tex e Carson agganciati da una loro fan (che intercede per l'ignaro zio), il maggiordomo-ladro rivelatore e pure premiato con 50 dollari sulla fiducia, il pistolero vudu che viene salvato dal medaglione e stramazza al suolo dandosi per morto quando avrebbe semplicemente potuto rispondere al fuoco facendo secco Tex ("Al cuore, Ramon, al cuore!"), la megera che sembra resuscitare il morto quando in realtà si è semplicemente rialzato da sè... per concludere con Tex versione Giucas Casella ("Carson, tu ti sveglierai quando te lo dirò io!") e con lo scudo magnetico che stavolta devia le pallottole... Insomma, con qualche scelta di dettaglio più curata e (paradossalmente) più razionale persino una storia basata sull' irrazionale (leggi magia, mistero, noir), che peraltro non annoia mai, poteva riuscire meglio. Una bella automobile dalle linee intriganti e aggressive ma con i fari antinebbia anteriori posticci (stile anni '70), lo sportellino del carburante senza blocco e l'adesivo della concessionaria grande più della targa posteriore. I miei voti: soggetto: 7 sceneggiatura: 5,5 disegni: 5
  15. PapeSatan

    Tex e l'Intelligenza Artificiale

    Su quanto sia più poetico, romantico e sentito un disegno fatto a mano rispetto a uno creato al computer non si discute. Voglio però far notare che nel secolo scorso i cartoni animati erano una sequenza di immagini in successione disegnate a mano, oggi si creano a computer. L'artista è sempre artista, ha solo cambiato lo strumento di lavoro e il suo "skill". Faccio l'esempio del contabile che non compila più un bilancio a mano su un registro cartaceo ma si avvale di programmi software (che ha dovuto imparare a usare) che velocizzano il lavoro e riducono gli errori, però la competenza e l'esperienza continua a metterle lui: la macchina non si autoalimenta. Ripeto quanto ho già detto in precedenza: non confondiamo la grafica computerizzata con l'intelligenza artificiale che dovrebbe saper comporre immagini, come nello spunto iniziale di @Letizia. L' IA sta trovando sempre più spazio in quei settori che si prestano all'automazione cognitiva di talune operazioni (es. il chatbot del supporto clienti che risponde ad una vostra domanda comune, es. "dove trovo le condizioni contrattuali della mia polizza auto" e quello vi risponde con il link per il download del documento), ma tanto più la materia è creativa, soggettiva e opinabile tanto meno efficace sarà l'utilizzo indiscriminato di IA. Chi in questi casi la "spremerà" comunque, otterrà un prodotto dozzinale, che sarà soggetto al giudizio del mercato: se soddisfa i più e rende, allora il prodotto sopravviverà, altrimenti sparirà. Dire all' IA di comporre all'interno di un programma grafico la vignetta di un saloon prendendo gli elementi di un bancone, un pianista, un tavolo con 4 giocatori di carte e Tex che entra dalla porta a ventola va e vieni, con una espressione minacciosa in volto, il tutto nello stile di Galep attingendo allo sterminato parco di sue tavole digiitalizzate, potrebbe essere un interessante esperimento e prima o poi ci si arriverà (magari non in Italia con Tex, ma negli USA...)
  16. PapeSatan

    [250/252] Giungla Crudele

    Concordo pienamente e reputo azzeccati anche i paragoni cinematografici e letterari per le atmosfere di "Sfida al Pantanal".
  17. PapeSatan

    [250/252] Giungla Crudele

    Approfittando del lungo ponte del 25 aprile, che ho fatto iniziare fin dal venerdì precedente compreso, decido di dedicare le mie serate post-cena alla lettura delle due più celebri "odissee" scritte da Sergio Bonelli, alias Guido Nolitta: "Odissea americana" di Zagor e "Sfida al Pantanal" di Mister No. Due capolavori, più fantastica e onirica la prima, più realistica e cruda la seconda. Avendo tutti gli albi di Tex ma non ricordando un' "odissea" simile con il ranger, domando qui sul forum di rinfrescarmi la memoria e mi citano "Giungla crudele". Così ieri sera ho completato il trittico nolittiano di "odissee" o presunte tali ed eccomi qui a commentare questa storia texiana, di cui effettivamente ricordavo ben poco, avendola letta quando uscì e forse mai più dopo. Innanzitutto diciamo che la struttura è simile a quella delle due "odissee" zagoriana e jerrydrakiana, ma non è esattamente la stessa cosa: là le spedizioni percorrono un fiume disseminato di insidie una dietro l'altra, qua la spedizione invece si sviluppa nell'entroterra (ma con una battuta potrei dire che si svolge comunque lungo il percorso virtuale di un canale d'acqua, il futuro canale di Panama...). Anche le insidie sono in minor numero e praticamente di un'unica specie: gli indios, alleati dei traditori facenti parte della spedizione. Il pathos e i colpi di scena non sono così intensi e spiazzanti come invece nelle due "odissee". Però il sapore dell'avventura, quasi in stile salgariano, molto concreto e poco fantasy (come si addice a Tex), c'è tutto: i vascelli, la foresta impenetrabile con le sue insidie, gli animali esotici (vedove nere, pitoni, zanzare), le fortificazioni costiere abbandonate, gli acquazzoni tropicali, gli indios... L'Odissea zagoriana è del 1972, quella nel Pantanal è del 1988, "Giungla crudele" si colloca tra le due (1981): mi viene facile perciò pensare che, dopo la storia zagoriana di pura fantasia, la storia texiana sia da considerarsi il prototipo, la prova preliminare, di quella esplorazione dai caratteri totalmente realistici e sanguigni che troverà il suo perfetto apice nell'avventura di Mister No. La lettura di "Giungla crudele" mi ha coinvolto emotivamente, testi e immagini scorrono via lisci e leggeri, senza contorsionismi, i personaggi sono di effetto (in particolare il fotografo e il subdolo capotribù indio). Però non si raggiungono mai le vette di "Pantanal" (una epopea magistrale, voto 9,5) e di "Odissea americana" (voto 8,5), eccetto per i superbi disegni di Ticci che sono pari a quelli delle due "odissee". A parità di tipologia di soggetto narrativo (l'esplorazione irta di pericoli), chiaramente risulta che Zagor e Mister No fossero ben più nelle corde di Nolitta (non per niente il loro creatore) di quanto non lo fosse Tex. Qui Tex è quello tipicamente nolittiano, umano, protettivo verso il figlio, fallibile (ma riconoscendo i propri errori), però pur sempre al centro dell'azione, risoluto e, soprattutto, risolutivo. Un esempio tipico del lato "debole" di Tex (secondo alcuni, non per me nella circostanza) è quando Jenkins ferito a morte implora Tex di lasciarlo morire sul campo, pistole in mano, tentando di rallentare l'inseguimento degli indios al loro gruppo in ritirata. Prima Tex ribatte di non poter accettare di abbandonarlo al suo destino, ma poi accontenta il moribondo. Per me questa non è una scena con un Tex debole o arrendevole, ma al contrario una sequenza che aggiunge quella drammaticità negli eventi che distingue la grande narrativa epica dal romanzuccio "tarallucci e vino". In conclusione, il trittico nolittiano di "odissee" mi ha nel complesso appagato, con gradazioni ovviamente differenti come ho evidenziato. I miei voti per questa storia texiana (che comunque a consuntivo non definirei affatto un' "odissea" ma semplicemente un'esplorazione esotica): soggetto e sceneggiatura: 7 (pesa il confronto con le due "odissee" di Zagor e Mister No, altrimenti avrei dato mezzo punto in più) disegni: 8,5
  18. PapeSatan

    Tex e l'Intelligenza Artificiale

    Giusta la conclusione di @Letizia ma errate alcune premesse. Non si tratta di copiare necessariamente intere vignette, ma estrarre anche solo parti di esse anche da vignette diverse (es. il bancone del saloon, un quartetto che gioca a carte, Tex che entra) per creare una NUOVA vignetta MAI vista prima. Esattamente come in cinematografia sono riusciti a far rivivere attori morti da un pezzo dentro la scena di una sequenza attuale, non copiando interi fotogrammi da un loro vecchio film ma estraendo la loro figura e aggiungendola a una scena del presente (mi pare di ricordare la pubblicità di un'automobile con James Dean alla guida o una con Marylin Monroe che pubblicizzava un profumo). Ovviamente non bisogna confondere l'istruttore del motore di AI con l'utilizzatore: il primo è uno specialista informatico che dà in pasto alla macchina gli input proposti da redattori, autori, disegnatori, grafici e chiunque altro detenga la conoscenza, il secondo è lo sceneggiatore che, in linguaggio naturale, dice alla macchina cosa e come rappresentare e questa "compone". Riguardo al riconoscimento dell'artificialità, credo che tutti riconosceranno una vignetta di Galep creata OGGI, sapendo che Galep è morto da un pezzo. E per chi non lo sapesse, nei credits si potrà sempre inserire "Testi: Xxxx, disegni: Galep in AI (o Civitelli o chiunque altro)".
  19. PapeSatan

    Tex e l'Intelligenza Artificiale

    Mi pare di ricordare che tra le prime avventure di Tex ve ne fosse una ottenuta montando vignette prese da avventure precedenti, ora non ricordo esattamente. Ma se l'intelligenza artificiale, attingendo alle centinaia di migliaia di vignette già pubblicate, opportunamente digitalizzate e "fatte imparare" al motore intelligente, riuscisse ad ottenere lo stesso risultato, cioè lo sceneggiatore fornisce la trama di input e la macchina costruisce le tavole pescando dal database le vignette o parti di vignette più idonee, ci accorgeremmo che tale risultato è un collage? Naturalmente assemblando vignette o singoli elementi di vignette senza mescolare stili diversi di disegnatori diversi.
  20. PapeSatan

    Tex e l'Intelligenza Artificiale

    Ovviamente concordo, ma pare ci sia una fetta di pubblico sempre crescente dedita alla NFT art, con opere totalmente digitali e virtuali, quindi realizzate al computer e immateriali, vendute anche per svariati milioni di dollari. Lì gli autori digitali (che taluni definiscono ugualmente "artisti") ti diranno che anche loro mettono nelle loro opere immaginazione, emozione, passione, dove lo strumento di lavoro non è più il pennello, la penna o matita, lo scalpello, bensi una macchina. Temo che così come al cinema si è passati dalla fantascienza "manuale", con i modellini di mostri e astronavi mossi da fili, alla fantascienza totalmente computerizzata, non tarderemo ad avere fumetti creati interamente dal computer. E probabilmente anch'io smetterò di comprarli, così come la fantascienza cinematografica odierna non mi emoziona più come quella degli anni '50 e '60. Però non confonderei la computer graphics con l'intelligenza artificiale.
  21. PapeSatan

    Tex e l'Intelligenza Artificiale

    L'intelligenza artificiale ha la sua utilità ed efficacia quando integra quella umana, non quando la sostituisce. Chi la usa al posto di quella umana dimostra di non avere intelligenza, che appunto ha omesso di usare.
  22. PapeSatan

    [716/719] Netdahe!

    Ho iniziato a rileggere alcune storie dopo il numero 700, in ordine sparso, ma soprattutto di fila, senza attendere il solito mese tra un albo e l'altro. La lettura di "Netdahe", vicenda che si snoda in 3 albi e mezzo, beneficia di questa sequenzialità immediata, perchè pemette di cogliere la stretta concatenazione di sottotrame che alla prima lettura "mensilizzata" mi erano parse un po' slegate, dandomi l'impressione di episodi semi-indipendenti messi insieme uno dopo l'altro per allungare il brodo. Mi sbagliavo. Forse l'unica sottotrama che vive in un certo modo di vita propria è la prima, narrata nel primo albo della sequenza, quella con protagonista il colonnello Atwood. Ma poi seguono episodi che, seppur introdotti con netti stacchi, sono strettamente concatenati: quello con protagonista la Guardia Rural, con i suoi intrighi e tradimenti e la sua decimazione finale; quello con protagonisti la signora di Rancho Verde e i comancheros di Rodrigo con cui traffica; quello con protagonisti gli indiani nei loro vari ruoli (Tiger Jack, Nantan, Yavakai, Uday, Tiago, i Netdahe in generale). Ho trovato in stile molto classico, glbonelliano, la parte con Atwood, caricaturale e tipicamente ottuso e guerrafondaio. Più debole e noiosa la successiva parte incentrata sulla Guardia Rural, ma poi la vicenda entra nel vivo, intriga e appassiona con l'entrata in scena dell'ambigua signora di Rancho Verde, per poi culminare nella parte conclusiva che, a differenza di altri non ho trovato affatto veloce o tirata via ma, anzi, accuratamente preparata e pure suscettibile di un seguito (come si vedrà nel Maxi che riprende Tiago e i suoi Netdahe superstiti). Complessivamente è una storia articolata, da leggere (o rileggere) con attenzione per cogliere il complicato intreccio e memorizzare i numerosissimi personaggi, senza alcun buco narrativo, coinvolgente (seppur con gli alti e bassi che ho citato), non memorabile ma di alto spessore narrativo. Menzione particolare per i disegni di Seijas, che rendono vive e dinamiche le scene d'azione (moltissime) e rappresentano in modo volutamente caricaturale personaggi "estremi" come il colonnello Atwood e i nemici netdahe e in modo intenso e contrastato le situazioni ad alta emotività. I miei voti: soggetto e sceneggiatura: 7 disegni: 7,5
  23. PapeSatan

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Sarà. Ogni giudizio è soggettivo quindi incontrovertibile, però Carson che nel pieno della notte sente bussare alla porta e va ad aprire in mutande disarmato non è un particolare... Potrei ripetere tutto l'elenco che ho già fatto o aggiungere ulteriori situazioni che per brevità ho omesso (il mio elenco è già di decine di righe), ma non lo faccio perchè non intendo nè annoiare, nè far prevalere il mio giudizio rispetto a legittimi giudizi contrari. Ho inteso semplicemente sottolineare che se questo è il sapore che cercano i lettori medi di Tex (ipse dixit) non si fa un bel complimento a chi, come me, si considera un lettore medio, ma nell'accezione di "comune", "prevalente", "tipico", non in quello di "mediamente boccalone" o "mediamente senza pretese". Nè ci guadagna il profilo autoriale dello sceneggiatore, a ragionare così e scrivere di conseguenza.
  24. PapeSatan

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Io non ho dovuto fare nessuna analisi approfondita, o concentrarmi più di quanto abbiano fatto coloro che nel fumetto cercano relax, quando ho letto che il bambino pastore ha visto tutto e rivelato tutto, che il rapitore di Parker ha confessato nel sonno alla prostituta o che il notaio è a Chicago, la moglie a Boston e nello studio c'è solo un maggiordomo anziano e sordo. Più facile di così... per autori che non vogliono sforzarsi perchè credono che i lettori di Tex non vogliono sforzarsi...
  25. PapeSatan

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Come ho già scritto, io invece trovo che Tex sia un personaggio solido, profondo e maturo fin dagli esordi. Non certo per bambini ingenui. Anzi, ricordo perfettamente che da adolescente leggevo contemporaneamente Zagor e Tex e mi piaceva un po' di più Zagor perchè lo trovavo più fantasioso, mentre Tex al confronto mi appariva come un fumetto più serio, più razionale, più da adulti. Certo, il Tex iniziale aveva ancora bisogno di perfezionarsi, di costruirsi il mondo di personaggi, ambienti e situazioni che noi oggi conosciamo bene, ma per me Tex non è mai stato un eroe per fanciulli neanche agli esordi.
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