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Carlo Monni

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  1. Carlo Monni

    [53] Linciaggio

    Storia semplice e senza troppe pretese il cui pregio principale consiste nell'idea che il grosso allevatore e boss di turno protegga dei fuorilegge ricercati in cambio della loro assistenza. Per il resto si sviluppa come una classica storia di città turbolente.1) Divertente il modo i cui Kit, Carson e Tiger si installano al posto del maniscalco con la storiella dell'eredit? ed un po' d'incoraggiamento d'altro genere. Possono sembrare un po' prepotenti, ma alla fine il maniscalco mica ci rimette, anzi. 2) Carson è nominato sceriffo al posto del precedente ucciso in uno scontro a fuoco (riscattando, peraltro, la sua precedente vigliaccheria). Si tratta di una piacevole novità, perchè in genere è Tex ad arrogarsi questo ruolo. Non che poi come sceriffo Carson faccia effettivamente granch?.3) Da segnalare, oltre il citato sceriffo (che, se la memoria non m?inganna, veniva dal Connecticut, stato dell'Est, ed avrebbe fatto meglio a non emigrare nel west, a conti fatti) anche il comportamento del figlio di Pete Stevens, che dopo una lezione di tipica marca Willer si ficca in testa abbastanza buon senso da cambiare atteggiamento.4) Pete Stevens in fondo non è un vero cattivo: è solo uno dei tanti, tipici, signorotti convinti che l'essere ricco e padrone di mezza vallata gli dia il diritto di comandare. Quando scoprir? che Bob Handy lo sta imbrogliando, vorr? affrontarlo a viso aperto e sarà ucciso senza tanti complimenti.5) Il difetto della storia, nella sua pur giustificata, brevit? sta proprio in questo: ci sono diversi personaggi e situazioni che avrebbero meritato un maggiore approfondimento, ma risultano poco più che abbozzate. 6) Accettabili, in fondo, i disegni di Virgilio Muzzi, che qui, per l'ultima volta, realizza anche i volti di Tex.
  2. Che potresti averci azzeccato. Non mi ci fossilizzerei troppo. Se la storia fosse imperniata su di lui, sarei d'accordo con te, ma lui potrebbe essere solo un comprimario occasionale che appare per un determinano scopo e poi basta,In ogni caso, se Boselli ci legge, si divertir? di sicuro ai nostri tentativi di decifrare l'arcano. Magari penser? anche: "Ma guardali: non hanno ancra capito che si tratta di..." laughing
  3. Clem diciòUhm... ora che mi ci fai pensare... E' vero o no che il termine "personaggio" essendo al maschile, regge attributi e pronomi ugualmente al maschile, anche se si trattasse di una donna, cosa che a priori non sappiamo?Perchè pensando a Clem mi è venuta in mente Myra, che in effetti ha un cappello strano, essendo un cappello da donna (una veletta o ricordo male?) e non il solito stetson. Non so però se possa rientrare tra gli amici Questo perchè ti ostini a voler considerare i termini amico e nemico alla lettera, mentre potrebbero essere solo esemplificativi. Un personaggio amico è chi sta dalla tua parte e nemico è l'avversario. Amico/nemico può voler semplicemente dire che non è esattamente da nessuna delle due parti o che, pur essendo in linea teorica un fuorilegge, non disdegna di dare una mano all'alrtra parte quando serve o comunque ha dei tratti simpatici. Non deve essere un amico nel vero e proprio senso della parola, insomma. Myra Solano rientra proprio in questa categoria: è stata un avversaria di Tex e poi è passata (piùo meno volontariamente) dalla sua parte. La sola cosa che gioca a suo sfavore è la notoria avversione di Sergio Bonelli per i personaggi femminili., ma non si può mai dire. _ahsisi
  4. A chi lo dici. laughing Due sole osservazioni: 1) Gros Jean è stato nemicodi Tex per uan sola storia e solo per poche pagine della stessa, da allora è stato amico di Tex senza alcuna riserva. Se pesno ad un amico/nemico, io non penso a lui. 2) secondo le indiscrezioni Gros Jean è un comprimario del Maxi "Alaska", che ha buone probalit? di uscire nel 2012 ed è sicuramente un comprimario del Color Tex di Ruju & Cossu che? previsto per il 2012 (anche altrimenti niente Color Tex nel 2012). Se fosse anche il comprimario della storia di Frisenda, avremmo due, se non tre apparizioni di Gros Jean nello stesso anno. Questo va contro la recente prassi della casa editrice. 3) (Ma non erano due osservazioni sole? Ehm si, ma io sono logorroico ) Frisenda ha definito la sua storia un westen classico, se così fosse, difficilmente ci troveremmo in Canada, che almeno per me non è un ambiente classico del western. Io pure, perchèsarebbe inaspettato. Se lo chiedi a me, io punterei su quachepersonaggio, anche minore, uomo o donna che sia, uno che non era stato esattamente un alleato di Tex , ma nemmeno suo avversario. Conoscendo Boselli, se non si tratta di uno degli amici più regolari, allora è un personaggio apparso nei primi numeri e comunque entro il 150. Mi sto scervellando per trovarne uno, ma non riesco a farmi venire in mente idee valide. Sarebbe stato utile sapere qual'? l'ambientazione della storia. Se è il classico Sud Ovest il campo si restringerebbe... o no?
  5. Chiariamo subito una cosa: questa storia entra di diritto tra i capolavori texiani. Poche storie riassumono in se tutta la poetica texiana e sono così semplicemente innovative al tempo stesso. -ave_ clap 1) Lo spunto potr? anche derivare da ?Il cavallo di ferro? di Cecil B. De Mille, ma GLB prende subito un'altra strada ed ancora una volta dimostra quanto chiare sino le sue idee su razzismo e giustizia. 2) Tex dimostra, se ce ne ancora fosse bisogno, di possedere notevoli doti di stratega, che padroneggia come pochi tutte le tecniche di guerriglia ed arriva perfino a catturare un intero forte senza colpo ferire. Il suo scopo è ridicolizzare l'avversario e rendergli estremamente difficile scongiurare un conflitto sempre più impopolare, il tutto senza fare vittime innocenti. Un gioco di capacità ed equilibrio decisamente avvincente. 3) Una menzione va fatta per il colonnello Elbert, prototipo dell'ufficiale ottuso ed incompetente. Elbert cade nei tranelli tesigli da Tex come un vero pesce lesso, giungendo ad un comportamento contrario ad ogni convenzione civile (e sicuramente indegno di un ufficiale e di un gentiluomo) come sparare su Kit Willer che avanzava sotto la bandiera bianca. Per contrasto, gli ufficiali inferiori si dimostrano decisamente pieni di buon senso. 4) La punizione di Elbert è ben meritata. Sicuramente insolita e forse anche crudele, ma è difficile dar torto a Tex. Se Kit fosse rimasto ucciso non credo che il nostro eroe sarebbe stato tanto generoso. Alla fine Elbert si ritrover? congedato. Non farà la fine di Arlington in ?Vendetta Indiana", ma in fondo Elbert non è un assassino, è solo stupido. 5) Interessante e singolare l'atteggiamento di Kit Carson, che sembra davvero credere che Tex possa essere impazzito. In seguito, quando raggiunger? il campo di Tex, per il suo atteggiamento ironico sembra far ritenerne che abbia sempre pesato che Tex fosse tutt?altro che pazzo. Il suo ruolo sarà certo più marginale nella vicenda, ma mi è piaciuto non poco che ci fosse anche lui. Evidentemente scrivendo la storia, GLB deve aver correttamente ritenuto che in una storia di questo respiro (forse la sua più ambiziosa sotto molti punti di vista). -ave_ 6) Un'altra cosa da notare è la visione molto moderna del potere della stampa, decisamente anticipatrice, se si pensa a che sarà proprio la stampa ad avere un ruolo importante nella caduta di Richard Nixon nell'ambito dello scandalo Watergate. In questo caso il personaggio paradigmatico è il giornalista Martin Floyd, ispirato sicuramente a tante figure di giornalisti coraggiosi non solo dei western, ma del cinema di denuncia in senso lato. Sarà proprio il ruolo di Floyd come corrispondente di guerra a scatenare una campagna di stampa che porter? i politici a cambiare atteggiamento. Floyd è uno di quei personaggi che mi piacerebbe rivedere prima o poi. 7) Decisamente realistico il comportamento sia dei giornalisti di Washington, che dei politici ritratti in questa storia. I primi si buttano sulla notizia anche per poter attaccare un'Amministrazione che non gradiscono; i secondi, con assoluto cinismo ed opportunismo, prendono le decisioni più opportune per salvarsi le poltrone? il che era esattamente quello che Tex voleva. 8) Tex si dimostra molto disinvolto in fatto di denaro,: non solo finanzia la ricostruzione del New Gallup Dispatch, ma si dichiara disposto a finanziare anche la ricostruzione di Fort Defiance. 9) Una cosa va comunque rimarcata ed è proprio la condanna senza appello del razzismo che viene da questa grande storia. Tex non esita a schierarsi per una giustizia che non deve conoscere alcun colore della pelle. Questo in un'epoca, il 1961, in cui il ruolo degli indiani nelle storie e film era molto spesso quello di puri e semplici antagonisti. Vorrei chiarire che io non ho mai sposato le teorie del "buon selvaggio? che vogliono vedere i nativi americani come ?buoni? ed i bianchi come ?cattivi?, atteggiamento manicheo altrettanto deleterio di quello opposto. . Proprio per questo apprezzo l'atteggiamento equanime di Tex, teso a colpire i colpevoli effettivi e risparmiare chi è invece innocente. 10) Il finale in cui Hope e Barlow finiscono con l'uccidersi tra loro appartiene al filone ?Giustizia Divina? a cui GLB ricorre spesso. Confesso che mi sarebbe piaciuto vederli umiliati ed in prigione, ma alla fine va bene così. 11) Curiosità: in ?Tex Willer: il romanzo della mia vita? Boselli (molto attento nell'opera a storicizzare gli eventi della vita di Tex) pone questa storia durante il periodo in cui il Generale Lew Wallace (noto come autore del libro ?Ben Hur?) era governatore del New Mexico, ovvero tra il 1878 ed il 1881. Io l'avrei collocata intorno al 1884. Del resto la cronologia del romanzo è diversa da quella del fuetto. 12) Nulla da dire sui disegni di Galep, decisamente ottimi. clap
  6. Carlo Monni

    [49/51] I Figli Della Notte

    Proseguendo con i commenti alle storie in rigoroso ordine cronologico, eccoci, finalmente arrivati ad un'altra pietra miliare della saga texiana, scritta da un ispiratissimo G. L. Bonelli e disegnata tutto sommato bene sia da Virgilio Muzzi che da Aurelio Galleppini, chiamato a portare a termine il compito. 1) Quarta storia su 13 in cui l'elemento fantastico gioca un ruolo notevole (e se si pensa che almeno altre tre storie di questo gruppo faticano ad esser definite semplicemente western il numero delle storie anomale potrebbe salire). 2) L'inizio di questa storia è chiaramente ispirato ai tipici horror degli anni 30 in cui viene scopetta un'antica tomba o qualcosa di simile risvegliando così un orrore sepolto. In particolare impossibile non pensare, per ovvi motivi, al film La mummia con Boris Karloff. Certo, siamo in Messico e non in Egitto, ma grazie al fatto che anche lì ci sono antiche tombe da ritrovare e costruzioni simili a piramidi, il gioco è fatto. 3) Da notare che i componenti della spedizione archeologica rispettano in tutto e per tutto i clichè più classici. Abbiamo, infatti: il professore non più giovane, la figlia del professore, il giovane assistente e la guida esperta e pronta all'azione. 4) Il prologo (a proposito, non vorrei sbagliare, ma forse questa è la prima volta che in una storia di Tex abbiamo un vero e proprio prologo. Il formato a 32 pagine a striscia imponeva, di fatto, che Tex ed i suoi pards entrassero in scena praticamente da subito) segue i classici clichè del genere. I primi assaggi li abbiamo con la scoperta del pozzo da cui emana una misteriosa radiazione che fa la radiografia a chi la intercetta per così dire. Ma il vero clou è quando il professor Nixon legge la profezia e gli occhi di Amaxos si aprono lentamente, poi la scena si sposta all'esterno, dove si ode l'urlo di terrore che fa scappare gli indiani che avevano accompagnato la spedizione. Una scena che ancor oggi ricordo con un certo brivido. 5) Molto ben resa l'atmosfera malsana del villaggio di Huerta, dove assistiamo ad una sorta di manifestazione di razzismo al contrario. Qui sono i cittadini di origine messicana a discriminare gli americani. 6) Tex qui interpreta benissimo il ruolo (che ogni tanto G. L. Bonelli si divertiva a fargli recitare) di furia vendicatrice. Sotto un certo punto di vista, non le mummie che si risvegliano, non i prodigi di Mefisto, ma il fatto che due soli uomini riescano a distruggere un intero villaggio ed a sbaragliarne gli abitanti dovrebbe essere la vera sfida alla sospensione dell'incredulità. Bisogna pur dire, però, che in fondo gli abitanti di Huerta come combattenti valevano davvero molto poco. 7) Scene da ricordare: A ) Tex che decide di sacrificarsi per far fuggire Carson non rispettando la staffetta che ave vano stabilito e Carson che si arrabbia con lui per questo. Dialogo divertentissimo; B )il duello verbale con la mummia inviata a spiarli in cui mostra chiaramente di non essere impressionato dalle capacità del loro avversario e di accettare senza troppi problemi l'esistenza di poteri magici pur rimanendo convinto di poterli affrontare. 8) Se non vado errato, questa deve essere la prima storia in cui si affronta il tema della ricostruzione dell'Impero Azteco, che ritroveremo ancora in storie future. 9) Nel finale Tex dà sfogo alle sue doti di stratega militare, anche se in modo alquanto diverso da come farà nella storia successiva. Non manca, però, anche lo scontro corpo a corpo ed è qui, che ancora una volta GLB ricorre ad un tipico escamotage da avventura pulp: distrutta, sia pure non del tutto consapevolmente, la pelle di toro su cui era incisa la profezia che ha risvegliato le mummie azteche, queste si dissolvono in polvere come nelle miglior storie horror di un tempo. 10) Se un giorno qualche autore volesse fare un'altra storia archeologica (che pure non sono mancate in questi anni, ma ultimamente mi pare che latitino) si potrebbe anche rispolverare il professor Nixon (e soprattutto la figlia). 11) Capitolo disegni. La storia è stata iniziata da Virgilio Muzzi, che dopo i primi sei albetti deve cedere il turno a Galleppini. Cosa era successo? Qualcuno si è spinto ad ipotizzare che Muzzi sia stato rimosso perchè giudicato non adeguato per la storia epica che si andava delineando. In realtà simili considerazioni non passavano nemmeno perla testa della Redazione all'epoca. Lo stesso Sergio Bonelli spiega che Muzzi non poté finire per problemi sopravvenuti, anche se non ricordava quali. Riflettendoci un po' sopra, questi problemi devono essere stati abbastanza seri o comunque debbono essere durati abbastanza a lungo, visti che la storia precedente di Muzzi risaliva addirittura ad un anno prima. Se non ha avuto altri impegni professionali nel frattempo (e non ne ho idea), allora il suo impedimento doveva essere durato davvero un bel po'. Di sicuro, abbastanza da dover richiamare Francesco Gamba per dare una mano a Galep per la storia precedente. In ogni caso, devo dire che Muzzi riesce benissimo a rendere l'atmosfera horror del ritrovamento e risveglio delle mummie. Su Galep, invece c'è poco da dire: bravo come sempre.
  7. Ed io spero che se lo faranno, la SBE trovi un altro copertinista (e di validi ce ne sono) o il Texone di Villa davvero ce lo sogniamo _thia- :malediz...
  8. Questo dovresti segnalarlo anche nel topic delle Quote rosa. ::evvai:: P. S La Mandanici, che una decina di anni fa si prese (o meglio: le fecero prendere) l'onere di revisionare i disegni (in particolare i primi piani) di Marcello per ["La grande invasione"I], ha fatto un bel viso di Tex, azzeccandolo abbastanza (ispirazione più galleppinina che ticciana, direi). Ovviamente ci dovrebbe lavorare ancora un p? se mai (mai è l'avverbio giusto, mi sa ) le chiedessero di disegnare Tex. Peraltro, come si vede dal ciuffo, ha fatto un Tex un p? più giovane. Il Tex attuale è leggermente più stempiato. _ahsisi
  9. Carlo Monni

    Quote Rosa

    Topic da spostare nella sezione "la serie e i personaggi". Per venire alla tua prima domanda: esistono romanzi "hard boiled" scritti da donne ? Hard Boiled in senso stretto credo di no, ma esistono romanzi noir, anche piuttosto forti scritti da donne, per esempio quelli scritti da Patricia Highsmith, come "Sconosciuti in treno" o "il talento di Mr. Ripley". Indubbiamente la scrittura è un fatto dannatamente intimo: tutti gli autori confessano di riflettere la loro personalit? . GLB era incapace di gestire Cico. Sergio Bonelli ha mutato geneticamente Tex. Nizzi ha dichiarato esplicitamente di essere caratterialmente diverso da GLB e nonostante il suo tentativo di imitazione ( all'inizio piuttosto ben riuscito ) il suo Tex è diventato comunque più sbirro e più riflessivo. Come lo scriverebbe una donna è Immagino che molto dipenda da quello che è il suo senso di maternit?, però non vuol dire molto, immagina fosse M. S. Gelmini a scriverne le sceneggiature... Due film western che adoro sono scritti, almeno in parte da donne. "L'uomo che uccise Liberty Valance" deriva da un racconto di Dorothy M. Johnson, nel cui curriculum ci sono anche: "Un uomo chiamato Cavallo" e "L'albero degli impiccati", entrambi trasposti in film. La sceneggiatura di "Un dollaro d'onore" (come pure quella di "El Dorado" e di "Rio Lobo") è firmata da Leigh Brackett, famosa scrittrice di fantascienza ed apprezzata sceneggiatrice cinematografica (sue, assieme a nientemeno che William Faulkner, anche la sceneggiatura de "Il grande sonno" , di Howard Hawks, con Humphrey Bogart). Diavolo, si! Ci sarebbe proprio da sperarlo. Si. Perchè no? Queste scelte potrebbero invece portare a un tracollo delle vendite... Ma soprattutto sono legate ad uno stereotipo femminile che mi auguravo superato fin dagli anni 60 se non prima. L'idea che una donna in quanto donna, scriverebbe di cucina e di abiti mi sembra come minimo antiquata e gli esempi di donne scrittrici che ho postato sopra dovrebbero bastare a smentirla. Peraltro, l'unica sceneggiatrice di fiumetti che ho conosciuto, Angelica Tintori, già sceneggiatrice di Nathan Never e Legs Weaver, mi disse che non le sarebbe dispiaciuto potersi misurare con Tex almeno una volta, ma per Sergio Bonelli una donna a scrivere Tex era ed è impensabile. Per quando riguarda eventuali compagne stabili, sarebbero decisamente da escludere per Tex, ma per gli altri, perchè no? Io non sono certo pregiudizialmente contrario. Una donna ai disegni la vedrei più volentieri, certo bisognerebbe analizzarne ben bene le tavole di prova. Donnine disegnate, per esempio, da una Laura Scarpa potrebbero risultare per il Sergione anche più indigeste di quelle di Seijas, ovviamente sulle pagine di Tex! Laura Zuccheri, disegnatrice di punta di Julia, ha esordito sulle pagine di Ken Parker ed il western lo conosce bene. Non ricordo camicie pulite (tantomeno a fiori) o gerani nelle sue storie di Ken, tutt'altro. Su Julia ha fatto anche le matite, poi inchiostrate dalla leggenda Giorgio Trevisan, per due storie ambientate nel South Dakota con atmosfere molto western Lei su Tex non sfigurerebbe, ne sono sicuro. Io da anni sogno un suo Texone, magari sceneggiato da Berardi. Peraltro, sia pure in forma anonima una donna ha già collaborato ad una storia di Tex. Patrizia Mandanici (allora nello staff di Legs Weaver) ritocc? i disegni di Marcello per "La grande invasione", stando a quanto si dice in giro. Infine ... devo averlo già detto, quattro anni fa conobbi una ragazzina che allora aveva 14 anni e dimostrava un certo talento per il disegno. Si divertiva a ricopiare le copertine di Galep e riusciva a riprodurle davvero alla perfezione. Oggi ha 18 anni e dovrebbe star per finire il liceo artistico. Ormai si sarà capito se il talento per il disegno ce l'ha davvero e nel caso così fosse, se lei ha già deciso che vuol provare a fare la disegnatrice. In questo caso sarebbe interessante vederla alle prese con quel Tex che si divertiva a disegnare da bambina. Il suo nome è Valeria . Galleppini e non devo dirvi chi era suo nonno, vero? _ahsisi
  10. Come non essere d'accordo? ::evvai:: L'intero secondo albo è praticamente un tutti contro tutti . Chiaramente concepito per portare all'inevitabile scontro di Tex contro Pardo Ed un finale veloce come nelle storie di Boselli. laughing Scherzi a parte, chi altri avrebbe dovuto uccidere Pardo? In questa storia non c'erano rivalit? stabilite tra due personaggi, uno dei quali poteva vantare un "diritto di prelazione" sull'uccisione del cattivo e nemmeno una di quelle situazioni tanto care a GLB, in cui i due cattivi si uccidono a vicenda per spartirsi il bottino o cose simili. Narrativamente parlando, c'erano pochi epiloghi possibili per Bigelow: o questo, o Tex lo lasciava andare dopo aver recuperato il denaro, oppure Bigelow tornava indietro con Tex ed affrontava le conseguenze delle sue azioni. Manfredi ha scelto la srtrada classica, per così dire: Bigelow ed i suoi uomini muoiono tutti ed in questo modo pagano il prezzo dei loro errori (Come dice Carson, è il risultato dei piani perfetti _ahsisi). Me lo auguro anch'io. Come tutti i profeti, non ha saputo prevedere la sua morte. Si, è la stessa impressione che ho avuto anch'io in tutte le sue più recenti uscite, pubbliche e private, compreso uno scambio di mail che abbiamo avuto qualche mese fa, Manfredi ribadiva la sua difficolt? di scrivere Tex, di non trovarsi a suo agio con un personaggio non suo e faceva capire tra le righe di non avere alcuna voglia di rimettersi a scriverlo. Poi, nel giro di poco tempo, tutto è cambiato: lui ha deciso di scrivere un'altra storia e probabilmente ne scriver? altre nel prossimo futuro. Non sarà che tutte le critiche positive che hanno ricevuto sia il suo Texone che quesrta storia lo abbiano stimolato a rimettersi in gioco, visto che le sue storie erano piaciute ad un'ampia fascia di lettori (dai tradizionalisti incontentabili per cui quasi tutte le storie del post GLB sarebbero da buttare o quasi, ai progressisti più accesi)? Io ne sarei ben contento, se fosse così. Io avrei degtto 8. Scelta di immagini che Manfredi ha apprezzato, così almeno mi ha detto. ::evvai:: Io taccio, perchè la mia ammirazione sconfinata per Ticci è ormai nota.
  11. Stando a quanto dice Wikipadai si chiama "Sombrero Cordobes" o semplicemente "Cordobes", ovvro "Di Cordova", famoda città dell'Andalusia, in Spagna, dove venivano fabbricati in origine. Neanch'io, ma di certo non sono molti i personaggi della saga di Tex che ne fanno uso abituale. Nelle tradizionali rappresentazioni western vediamo di solito o lo Stetson od od il sombrero a punta conica e tesa larga. ovvero quello che noi associamo automaticamente alla parola sombrero e che gli spagnoli chiamano "Sombrero Mexicano" e i messicani "Sombrero Charro".
  12. Carlo Monni

    [397/399] Topeka!

    Il sito UBC mi piace per le interviste e per le tavole di sceneggiatura. Per quanto riguarda le recensioni... per carit?... parlo di Tex Mi sembrano "di parte" boselliana con critiche feroci a Nizzi. Non devi aver letto le ultime recensioni mi sa. Con le ultime storie di Boselli sono stati severissimi, in realtà Quanto alle storie di Nizzi, se ti riferisci alla maggior parte di quelle post 400 ed a praticamente tutte quelle dal 500 in avanti, non vedo come si possa dire qualcosa di positivo... Ah, è troppo facile dire così. Non mi piace affatto veder accusare con leggerezza qualcuno di ignoranza e/o malafede, specie se si tratta di qualcuno che conosco personalmente. Io posso parlare solo di Giorgio Loi e Michela Feltrin, che storie come "Fuga da Anderville" le hanno lette e le apprezzano pure. Tu sembri dimenticare che UBC non è un sito dove lavorano a tempo pieno dei professionisti retribuiti, ma è realizzato da appassionati che vi dedicano parte del loro tempo libero dopo il lavoro o lo studio. Se preferiscono recensire le storie recenti e fare schede e recensioni di storie più vecchie con maggiore calma, io li capisco. D' loro il tempo ed arriveranno a recensire anche "Fuga da Anderville", così come tante storie di quel periodo, comprese quelle scritte da G. L. Bonelli, ancora senza scheda. Detto in simpatia anche da parte mia, io ritengo Michela una ragazza simpaticissima, una vera peperina, anche se su certe cose è davvero troppo rigida, a mio parere e non sempre siamo d'accordo, specie su certe cose.. Per te... e magari anche per me (per quanto io ritenga "Il passato di Carson" una delle migliori dieci storie di Tex in assoluto e così pure "El Muerto", con buona pace tua), ma non, evidentemente, per chi ha votato in quel sondaggio (tra cui io, che non ho votato quella storia). In ogni caso, lo staff di UBC il sondaggio lo ha solo proposto, mica è responsabile anche del suo esito... o pensi che abbiano alterato l'esito dei voti perchè spinti da Bosellismo acuto? Allora sè che saresti un campione di dietrologia.
  13. Perchè ha iniziato adesso... sta scrivendo anzi anche piuttosto in fretta se non vado errato...Vai errato, a dire il vero A parte la sua primissima storia, scritta addirittura nel 1997, disegnata a partire dal 1998 e pubblicata solo nel 2005, la storia per Civitelli, "La grande sete", e quella per Gomez, "Verso l'Oregon", sono stete scritte tra il 2006 ed il 2009 nel tempo libero tra una storia di Magico Vento, l'intera miniserie di Volto Nascosto ed il suo romanzo "Ho freddo"Questa storia, invece è stata scritta tra il 2008 ed il 2010. Praticamente negli intervalli tra le ultime storie di Magico Vento. un altro romanzo ("Tecniche di resurrezione") e la preparazione della mini Shanghai Devil. Altre storie non ne ha ancora scritte. Quoto in pieno... Io invece quoto solo in parte: i primi due albi di "Caccia infernale" mi sono piaciuti e non poco, l'ultimo mi ha deluso. Vedo che il mio Maestro non lascia l'amaro in bocca a nessuno, ormai... -ave_Ticci non si discute,
  14. Uhm... dipende da cosa uno considera secondario e da cosa considera spreco. Credo che in questa storia Manfredi non considerasse sprecata o secondaria nessuna situazione. Prendiamo la parentesi ad Ozona con McKenzie. Senza l'introduzione del personaggio e la sua definizione attraverso il confronto con Tex, avremmo provato la necessaria empatia per la sua morte quando i soldati lo trovano in Ozona? Non sarebbe stato un tipo qualunque di cui non ci fregava granch??. Per tacere del contrasto tra l'atteggiamento dei cittadini, pronti ad impiccare senza problemi un indiano presunto colpevole di furto di cavalli ed altrettanto pronti a lasciare il loros indaco/giudice/sceriffo ad affrontare quasi da solo Pardo ed i suoi. Erano intermezzi inutil, quinid da tagliaire oppure funzionali alla storia da narrare?Per il resto, è proprio una cifra stilistica sia di Boselli che di Manfredi concentrare gli eventi risolutori nelle ultime pagine della storia in un rapido crescendo. C'è chi li chiama finali affrettati, immagino che loro preferiscano parlare di finali veloci. laughing
  15. Manzoni, ovviamente. Babbo Natale esisteva eccome. La menzione più antica di Santa Claus nei futuri Stati Uniti risali al 1774. Il poema "La notte prima di Natale" risale al 1820 e l'immagine tradizionale di Babbo Natale viene da un'illustrazione di Thomas Nast del 1863 (grazie Wikipedia ), quindi sia Tex e Carson sapevano benissimo chi fosse Babbo Natale. Il punto è che la Befana non esiste se non nella tradizione italiana, ma perdono Manfredi volentieri. :generaleN: Indubbio anche questo.
  16. A me è venuto in mente che forse sbagliamo a prendere le dizioni "Amico" e "Nemico" alla lettera. Potrebbe trattarsi di qualcuno che con Tex e soci non ha stretto un vero rapporto di amicizia come pure non è detto che si tratti di un vero nemico. Magari è qualcuno che ha con la legge un rapporto un p? borderline, diciamo così, e con cui Tex ha trattato in qualche storia. Mi viene, ad esempio, in mente El Cisco, il fuorilegge della storia "Mexico". Non è mai stato un nnemico di Tex, ma era pur sempre un fuorilegge ed aveva pure un cappello "strano", quel copricapo messicano di cui mi sfugge (se mai l'ho saputo) il nome e che porta spesso anche Montales. L'ipotesi non mi convince molto, però, lo confesso.
  17. Carlo Monni

    [Color Tex N. 01] E Venne Il Giorno

    ?Alle ragazze da saloon è lecito mancare di rispetto dando del tu?Non hai torto. In realtà ho rguardato il dialogo: la ragazza si rivolge a tutti e quindi è un "voi" collettivo. Kit le si rivolge dandole del tu. In ogni caso, non ricordo un solo albo di Tex o di un'altra qualsiasi serie western o film o telefilm western in cui tra ragazze del saloon ed avventori (pards compresi) non ci si sia dato del"Tu", con buona pace delle irritazioni di Don Fabio.
  18. Carlo Monni

    [Color Tex N. 01] E Venne Il Giorno

    Scusami se te lo dico, io ti conosco personalmente e ti trovo pure simpatico, ma questa è un'obiezione non solo assurda, ma decisamente RIDICOLA. :capoInguerra: Innanzitutto, quali comprimari darebbero del tu a Tex ed i Pardsè Non certo lo sceriffo ed i suoi vice, con cui, dalla prima all'ultima scena si danno costantemente del "Voi". Escludo anche il portiere dell'albergo e la ballerina, che ai pards d' del Voi, mentre loro (e solo loro) le danno del tu. Rimangono quindi: gli indiani Salish, ma hai mai visto degli Indiani in qualunque storia dare del Voi a qualcuno?I banditi? ma sul serio ti aspetti che i banditi diano del Voi ai pards mentre gli sparano addosso?Quindi, alla fine, ti ha dato fastidio che David King abbia dato del tu a Carson mentre stava morendo (ed era, quindi, meno attento, per usare un eufemismo, ai formalismi)?Che legame aveva con Carson, diciò Gli aveva ucciso i fratelli, non basta?Critica pure quello che ti pare, ma per favore lascia stare le critiche che sembrano (ma mi auguro di sbagliare) assolutamente pretestuose. :malediz...
  19. Carlo Monni

    [48/49] Duello A Laredo

    Storiella tutto sommato normale, di quelle senza grandi pretese. Una richiesta d'aiuto da parte di un vecchio commilitone dei Rangers porta Tex a Laredo, dove si scontrer? con la banda di un misterioso individuo che mira ad impadronirsi dell'intera regione. 1) Per la maggior parte della storia Tex agisce da solo. Stavolta è data una giustificazione per l'assenza dei due Kit. Carson sta facendo fare al suo figlioccio una sorta di giro di addestramento e Tiger viene lasciato indietro per occuparsi di certi problemi della Riserva. Tex trover? dei buoni alleati nei Comanches di Mano Gialla e poi verr? raggiunto da Tiger con un gruppetto di Navajos. 2) Tex arriva troppo tardi per salvare il suo vecchio amico Bill Anderson, ma non per salvarne il figlioletto e riesce anche a far fuori un bel numero di sgherri di El Moro. Il giovane Anderson sarà prontamente allontanato così che Tex possa agire senza preoccuparsi di lui. 3) Facciamo la conoscenza di Don Felipe Corrientes, rocco proprietario terriero sui due lati del Rio Grande. Non ci vuole molto per capire che non esattamente cristallino. Del resto G. L. Bonelli non ha mai cercato di costruire veri gialli ed il fatto che ci sia un solo possibile candidato per essere El Moro non può e non deve stupire. 4) La storia procede senza grandi scossoni. Unico episodio da ricordare è il secco duello con Gunning Crane, giocatore e pistolero? ma non abbastanza veloce per Tex. Lo vediamo presto nella polvere della main street di Laredo. Caso piuttosto raro. Di solito Tex i suoi avversari in duello non li uccide ma li disarma o li mutila alle mani per impedir loro di sparare ancora. Il duello mortale ?, di solito, riservato alla resa dei conti col cattivo di turno. Che la scelta di uccidere Crane sia stata dettata dall'irritazione di essere stato disturbato mentre si accingeva a godersi un lauto pasto dopo una giornata di fatiche? O voleva semplicemente essere un chiaro segnale perla banda di El Moro? Crane va anche ricordato perchè ostenta un'assoluta sicurezza di essere più in gamba di Tex (e come sappiamo, si sbaglia) e poi perchè affronta Tex a viso aperto, in duello davvero leale e non truccato. 5) Il covo in un monastero abbandonato, il ?costume? di El Moro, lungo saio e cappuccio a nascondergli la faccia, i passaggi segreti sono, ancora una volta, elementi da feuilleton che G. L. Bonelli si diverte spesso ad inserire nelle sue trame. 6) In effetti, Tex si fa catturare dagli uomini di El Moro e si becca pure una bella botta in testa da quest?ultimo. Niente di grave. A me, in fondo, non dispiace che Tex non sia sempre infallibile, l'importante è come reagisce e che sappia cavarsela. Certo probabilmente rischierebbe di finir male se Tiger Jack non capitasse proprio nella miniera abbandonata dove lui è tenuto prigioniero e che collega il Monastero ad un altro rifugio di El Moro., miniera scoperta casualmente. 7) Il resto si può ragionevolmente dire che sia scontato: agli uomini di El Moro iene tesa una trappola e lui stesso cade nella battaglia che ne segue. Alla fine si scoprir? che era Don Felipe Corrientes, un uomo ricco che voleva diventare ancora più ricco e potente. La cosa no stupir? nessuno, nemmeno i lettori. 8) Ancora una volta Francesco Gamba viene costretto a trovare tempo tra una storia del Piccolo Ranger e l'altra per dare una mano al sovraffaticato Galleppini. Scelta curiosa, visto che Gamba era già super impegnato con il Piccolo Ranger appunto. Forse Virgilio Muzzi aveva qualche problema. Dopo alcune pagine di Galep, Gamba disegna quasi tutta la prima parte della storia, lasciando, ad un certo punto, a Galep l'onere di disegnare il solo Tex e fa uno strano effetto vedere nella stessa vignetta un Tex disegnato da Galep e gli altri personaggi disegnati da Gamba. In seguito Galep si assume l'onere dei disegni del resto della storia. 9) Va comunque segnalato un altro intervento, quello di Franco Bignotti nella sequenza del duello con Gunning Crane. Bignotti a quel tempo (siamo tra il 1960 ed il 1961) era già da qualche anno collaboratore della Araldo (nome, all'epoca, della Casa Editrice) per cui disegnava ?Un Ragazzo nel Far West", su testi di G. L. Bonelli, le matite del giovane Giovanni Ticci e svolgeva anche il compito di revisore dei disegni, quando, per qualunque motivo, tipo l'urgenza di andare in stampa, non poteva pensarci il disegnatore effettivo. Il suo intervento è evidente, specie in un primo piano di Gunning Crane. Cosa era successo? Molto probabilmente c'era qualcosa da ritoccare nelle vignette e non c'era il tempo materiale per rispedirle a Galep e farsele rimandare indietro (i miracoli delle E-mail e degli scanner erano molto, ma molto lontani ). Personalmente ho sempre apprezzato Bignotti, disegnatore velocissimo ma sempre di una certa qualità. Due suoi ?allievi? (Ticci e Villa) sono diventati disegnatori di Te ed è un peccato che a lui non sia mai stata concessa quest?occasione.
  20. Carlo Monni

    [47/48] Le Terre Dell'abisso

    Riprendo, dopo una breve pausa, i miei commenti alle vecchie storie in ordine rigorosamente cronologico. Ci sono cose che nemmeno Aquila della Notte conosce nella Riserva Navajo e solo un caso gli permette di scoprirlo. Chi è Mah Shai, la Strega del Colorado e perchè i ragazzi davanti alla cui capanna viene trovato il segno del Serpente debbono mettersi al suo servizio e non fanno più ritorno? A queste domande Tex, accompagnato da Kit e Tiger, vuole trovare risposte, ma trover? molto di più di quanto si aspettasse.1) Il Segno del Serpente di Mah Shai, ovvero un serpente arrotolato a spirale su una freccia, ricorda molto il caduceo, simbolo dell'arte medica. Un caso? 2) In quest?avventura come in diverse altre ambientate nella Riserva Navajo, non è presente Kit Carson, che vi diverr? una presenza stabile solo molto più avanti.3) Sembra poco credibile che non solo l'esistenza di Mah Shai ma anche la periodica scomparsa di giovani dai villaggi della Riserva siano rimaste ignote a Tex per tanto tempo, ma dobbiamo accettarlo. Forse dipende dal fatto che Mah Shai non ha mai operato nella zona centrale della Riserva, ma nel Nord.4) Il racconto dello Stregone del Villaggio Centrale fa a Tex è inquietante e getta una luce ancor più sinistra su Mah Shai. Capiamo subito che è priva di scrupoli e che probabilmente dispone di poteri occulti, cosa che dopo l'esperienza con Mefisto siamo pronti ad accettare.5) Mah Shai, infatti, sembra scuramente dotata di poteri precognitivi e mantiene un legame di qualche genere con gli stregoni che hanno aderito alla sua fratellanza. Quando uno di essi muore ucciso da Tex ed i pards, lei lo capisce perchè la statuina che lo rappresenta è caduta. 6) Per molto tempo la sola cosa che vediamo di Mah Shai sono gli occhi e percepiamo istintivamente che è una bella donna. Quando finalmente si mostra ai pards, tuti loro (Tex compreso, ad onta di chi dice che non è più sensibile al fascino femminile ) rimangono letteralmente ammaliati dalla sua bellezza. Per fortuna si riscuotono in tempo per evitare che la Strega li infilzi come porcospini con le sue frecce.7) Come sempre accade quando c'è di mezzo una donna come cattiva, è il fato, questa volta nei panni di un infido serpente, a decidere il destino di Mah Shai ed ai pards sbalorditi non rester? che testimoniare come nella morte Mah Shai invecchi rapidamente, un po' come accade ai vampiri quando muoiono o come accadeva a Dorian Gray, protagonista del romanzo di Oscar Wilde, dopo aver colpito in un punto vitale il suo ritratto, invecchiato al posto suo. Evidentemente il misterioso fiore nero dell'abisso garantiva in qual che modo a Mah Shai un'eterna giovinezza.8) L'avventura potrebbe finire qui se Tex non volesse a tutti i costi scendere nell'abisso nella speranza che almeno qualcuno dei ragazzi scomparsi possa essere ancora vivo e così, contro il parere del saggio Tiger jack, che non sbaglia a prevedere guai, si calano nell'abisso e scoprono una valle nascosta, dove convivono dinosauri e uomini primitivi. E dovranno lottare strenuamente per salvarsi la vita. Per loro fortuna, diversamente dai ragazzi mandati a morire da Mah Shai, loro sono armati di solidi fucili a ripetizione.9) Il tema del mondo nascosto non è nuovo nella letteratura di genere. Nel caso in specie, direi che G. L. Bonelli si è fatto influenzare da ?Un mondo perduto? di Arthur Conan Doyle e da ?Viaggio al centro della Terra? di Jules Verne.10) Cosa abbia preservato le Terre dell'Abisso nella condizione di milioni di anni prima pur consentendo lo sviluppo della vita umana non ci è spiegato ed in fondo nemmeno ci interessa.11) I Makandra, la popolazione primitiva va che Tex ed i pards incontrano, saranno anche uomini preistorici, ma in fatto di intrighi politici potrebbero dare lezioni a Machiavelli.12) Com?? tradizione in questo genere di storie, l'arrivo dell'elemento estraneo, ovvero, Tex, Kit, e Tiger, spezza antichi equilibri e porta alla distruzione di questo ?mondo a parte?. Era già accaduto con la Città d'oro ed accade adesso. Solo Tex ed i suoi amici riusciranno fortunosamente a salvarsi, mentre tutto intorno a loro crolla.13) Davvero ben riusciti i disegni di Galep. Di grande impatto visivo le scene del combattimento col dinosauro e quelle del disastro finale. Vien da chiedersi cosa avrebbe potuto fare il disegnatore se invece dello striminzito formato a striscia avesse avuto a disposizione una tavola ed il permesso di sbizzarrissi. E con questo è tutto.
  21. Carlo Monni

    [Color Tex N. 01] E Venne Il Giorno

    Premesso che sono in totale dsiaccordo con te sulla storia, che a me è piaciuta parecchio (ma a proposito, perchè mettere sotto spoiler un giudizio assolutamente generico, che cioè non entra nello specifico della storia?), ti rispondo che anche a me è dispiaciuto un p? non vedere il classico frontespizio. hanno decio di allineare questo agli speciali da 160 pagine di tutte le altre testate bonelliane, che non presentano il frontespizio, ma solo 160 pagine di tutto fumetto. Personalmente posso anche fare a meno del frontespizio, non è indispensabile. Quanto all'aggiiungere un foglio in più (ed immagino che per foglio tu intenda due facciate), per motivi di stampa se ne sarebbero dovuti aggiungere almeno due, ovvero 4 pagine, se non addirittura 8. Gli albi sono in genere stampati in cosiddetti "sedicesimi", ovvero fogli grandi che, opportunamente ripeigati formano un gruppo di 16 pagine. Ogni albo ?, infatti, formato da un numero di pagine multiplo di 16. Si può anche scendere a 8, ma e raro. Stamparne 4 è possibile ovviamente, resta da vedere cosa mettere nelle tre pagine aggiunte e poi incide sui costi più dei "sedicesimi" e degli "ottavi". Sarebbe stato forse meglio prevedere il frontespizio e fare una storia più corta di due pagine. Bastava pensarci per tempo. Hanno deciso diversamente e non ho problemi ad accettarlo, come ho detto. Fossero questi i problemi di quest'albo... parlaimo del colore, piuttosto. Quanto alla sequenza onirica di Kit Willer, tu pensala come ti pare, ma a me è piaciuta. clap
  22. Sono dunque il primo a postare un commento sulla storai intera? Incredibile, ma va benissimo lo stesso. Iniziamo subito col dire che mi è piaciuta e pure molto, per il resto, giusto per precauzione? Che dire dei disegni? Ticci è e rimane un grande. Magari è diventato più impressionista ma quello che riesce a fare con pochi tratti di pennello, ce la fanno a farlo gli altri? Se penso che ha 71 anni e penso a com?era il Letteri del 1997 od il Galep dEl 1988 non posso che inchinarmi. In sintesi: non la ritengo un capolavoro, ma una gran bella, se non ottima, storia. Manfredi dovrebbe scrivere Tex con maggiore continuit? secondo me. clap clap clap
  23. Carlo Monni

    [Color Tex N. 01] E Venne Il Giorno

    Il giorno è venuto anche per me, finalmente! Che dire? Innanzitutto che la storia mi è piaciuta. Non è certo un capolavoro, ma è decisamente molto ben scritta. Per coloro che non lo sapessero, forse è il caso di informarvi che questo, in un certo senso, è il primo soggetto di Boselli. Lo propose a G. L. Bonelli oltre 30 anni fa. L'idea piacque al vecchio GLB, ma alla fine fu accantonata perchè n° lui, n° Boselli riuscivano a trovare un finale che li soddisfacesse. Boselli ha deciso di ritirare fuori quel canovaccio dal cassetto per il varo della nuova collana, perchè gli spiaceva lasciare inutilizzata un'idea che era piaciuta a GLB ed ha trovato una soluzione che ha ritenuto soddisfacente per risolvere la vicenda. Peccato comunque essersi persi questa storia (coi dialoghi di G. L. Bonelli nel lontano 1980 (chi l'avrebbe disegnata? Galep probabilmente), ma almeno ci siamo goduti la versione di Boselli. Ma ora, giusto per non correre rischi... Decisamente di buon livello i disegni di Bruno Brindisi anche lui in grande forma. Quanto ai colori, decisamente in stile Repubblica. Niente di eccezionale, ma in fondo accettabili. Personalmente credo che in un albo a colori, il colore dovrebbe integrarsi col disegno. Credo che siamo d'accordo tutti, o dovremmo esserlo, che il colore non dovrebbe essere semplicemente qualcosa di aggiuntivo al disegno. Disegnare per il colore dovrebbe essere di verso che disegnare per il bianco e nero. Alla Bonelli dovrebbero tenerlo presente. E sia chiaro che io di certo non mi scandalizzo se la camicia gialla di Tex è più scura di notte.
  24. Carlo Monni

    [46/47] Il Sicario

    Storia molto piacevole che ha il non comune pregio di unire una classica storia cittadina col prepotente di turno da mettere a posto ed il pericolo giallo. Dopo anni (l'ultima volta era stata nella storia ?La banda del Rosso? che risale a ben dieci anni prima) ritornano, infatti, le sette cinesi con i loro rituali ed un capo crudele ed efferato. Ma andiamo, come sempre, con ordine:1) Tex riceve una richiesta dal comandante dei Rangers: dovrebbe recarsi a Texas City per liberarla da una cricca che la domina e vi spadroneggia. Il locale sceriffo è un inetto e due rangers inviati prima di lui hanno fatto una brutta fine ben prima di partire da Austin. Tex apparentemente rifiuta, ma è tutto un trucco per portare allo scoperto chi spia il Comando per scoprire chi sono gli agent incaricati di andare a Texas City.2) Qualcuno (ymalpasè) si era chiesto se e quando Tex si era mai recato al Comando dei Rangers ad Austin. Ecco questa è presumibilmente la prima occasione si cura. Inutile dire che non mancano le solite. Incongruenze del periodo quando si parla di Rangers; Se il grado di colonnello per il comandante può andare (nella realtà moderna il comandante dei Texas Rangers viene chiamato Senior Captain, ma di fatto è un colonnello perchè tra i suoi sottoposti c'è chi ha il grado di maggiore), quello che non va è la divisa, i veri Rangers del Texas non ne hanno mai portata una.3) La cittadina di Texas City esiste veramente, si trova proprio nella baia di Galveston ed è parte della Contea di Galveston. Peccato che sui chiami così solo dal 1893 , prima era nota come Shoal Point, ma non è la prima volta e non sarà l'ultima che G. L. Bonelli si prede un po' di libertà con la storia e/o la geografia. 4) Va da se che, essendo parte della Contea di Galveston, Texas City non poteva avere uno sceriffo (la cui sede era, appunto, a Galveston), bensì un Marshall ed anche questo dl 1893, probabilmente, essendo prima di allora solo una comunit? di fatto (tipo le nostre frazioni, per intenderci). Per rispetto a quanto scritto nella storia ed ad una consolidata tradizione, continuerà a chiamare sceriffo il tutore dell'ordine di Texas City.5) Potremmo definire quella di Don Manuel Espinosa una mafia dei saloon e delle case da gioco. Peraltro, se la memoria non m?inganna Don Manuel è il primo messicano fuori dal Messico a ricoprire ilo ruolo di boss del paese in una storia di Tex. Anche i cittadini di origine messicana potevano far carriera nel democratico Texas. laughing 6) Lasciato Tiger in retroguardia perchè protegga loro le spalle (ed in più di un'occasione si mostrer? decisivo in questo), Tex, Kit e Carson si presentano in città con i falsi nomi di Tex e Kit Killer e Kit Parson. I loro avversari capiscono subito che si tratta di nomi falsi (e ti credo: Parson significher? anche Parroco in Inglese, ma chi si chiamerebbe mai Killer di cognome?). Ah, sia chiaro che so benissimo che Killer doveva essere il cognome originale di Tex prima che la Signora Tea chiedesse saggiamente (per me almeno) a GLB di cambiarlo ed è certo che Bonelli deve essersi divertito non poco a ripescarlo.7) Quello che stupisce è che Don Manuel non capisca subito l'identit? dei suoi avversari, eppure è trasparentissima, l'unica cosa che cambia è la prima lettera del cognome. Passi che non ne conosca la faccia (all'epoca la fotografia non era un'arte diffusa), ma dovrebbero essere almeno 20 anni che Tex Willer è famoso in Texas. Anche se la sua abituale zona di operazioni è sempre stata più a Nord Ovest è quasi impossibile che Espinosa non abbia mai sentito parlare di lui.8) Tex acquista un saloon che ancora non fa parte del giro di Don Manuel e comincia con lui una vera guerra, apparentemente con l'intento di prenderne il posto.9) Fallito ogni altro tentativo Don Manuel gioca il suo asso nella manica: la setta del Drago Nero, diretta dal perfido Wang, che scatener? contro Tex i suoi accoliti. Mal gliene incoglier? perchè Tex e compagnia grazie anche al provvidenziale avvertimento, di Tiger, li sbaraglieranno tutti.10) Wang stavolta agir? d'astuzia: fornisce alla giovane Min-Li, sorella di uno dei suoi sicari, ignara delle vere attività del fratello, un pugnale avvelenato e la manda a vendicare la morte dl fratello. La povera ragazza manca il colpo ed a rimetterci la pelle è Mac Fergus, l'inetto sceriffo di Texas City. Tex si mostrer? magnanimo nei confronti della ragazza, che pure ha tentato di ucciderlo ed ha effettivamente ucciso Mac Fergus. Dopo averle spiegato come è stata ingannata ed averla persuasa ad aiutarlo a schiacciare il potere del Drago Nero la lascia completamente libera.11) Wang si dimostra un capo spietatissimo con chi fallisce i suoi compiti: due sicari superstiti sono gettati in un sotterraneo per essere divorati vivi dai topi ed un terzo è sottoposto al supplizio della ?porta delle mille felicita?, una sorta di rullo chiodato, una tortura che turba perfino lo scafato Don Manuel.12) Wang non si fa mancare nulla, nel suo covo c'è anche un ascensore . Nessuno stupore: il primo ascensore moderno fu brevettato da Elisha Otis (un cognome che non dovrebbe esservi del tutto sconosciuto) nel 1852 ed entr? effettivamente in funzione nel 1857 a New York pe lo E. V. Haughwout Building, un edificio di cinque piani che oggi è un monumento storico. Non dimentichiamo poi che, a sentir loro, qualunque cosa gli occidentali abbiano inventato, loro ci erano arrivati 1000 anni prima.13) Momenti da ricordare: A) lo scontro coi si cinesi del Drago prima sul ponte che unisce Texas City a Galveston e poi a Galveston stessa nel covo del Drago, con tanto di fuga rocambolesca dall'edificio in fiamme Tex che fonda la Lega della Buona Fratellanza ed impone un ?contributo volontario? (lo vogliamo chiamare ?pizzo?) a tutti gamblers di Texas City con una faccia tosta notevole che non può strappare il sorriso; C) la marcia di dei quattro pards con la stella di Ranger sul petto (e da quando Tiger è nel corpo dei Rangersè Una svista o di GLB o di Galep presumibilmente) ed i loro alleati verso il locale di Don Manuel per la sfida finale.14) Menzione d'onere per due comprimari: l'onesto Tip Durbin, vice sceriffo di Texas City, che trover? in Tex un valido alleato per ripulire il paese dagli elementi marci, e soprattutto Rudy Nilsen, giocatore dal cuore d'oro che Galep ha modellato sulle fattezze di John Carradine in "Ombre Rosse". Quando Tex gli spiega chi è veramente non ci penser? due volte a saltare la barricata e mettersi al suo servizio. Finir? addirittura a fere il vice sceriffo.15) Tip Durbin ?smaschera? i tre pards perchè trova un articolo di giornale di qualche tempo prima, che parla dell'impresa di certi Rangers a San Francisco con tanto di foto. Si tratta evidentemente di un riferimento alla storia ?La città senza legge?, che però verr? pubblicata ben tre anni e mezzo dopo anche se chiaramente doveva essere già stata scritta da diverso tempo . Anche questa nel 1957, dopo ?L'uomo dalle quattro dita?? Mah! Questo, almeno per quanto ricordo io, sarà l'ultimo riferimento ad una storia ?fuori posto?.16) Efficacissimi i disegni di Galep.
  25. Chiaramente ispirato a Ticci (se non sbaglio c'è proprio un'illustrazione in ua uan posa simile proprio di Ticci). Ma perchè Gattia (che, è bne chiarirlo è uno dei grandi del fumetto italiano) , quando ha fatto le chine dell'Almanacco 1998, non ha avuto la stessa qualità di quest'illustrazione?
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