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TWF - Tex Willer Forum

Carlo Monni

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  1. Faccio troppo l'antinizziano se dico che questo è un difetto tipico del Nizzi del periodo? Poco gli importava della logica: le cose andavano come voleva lui e basta. Troppa fatica far cambiare il piano ai cospiratori e poco importa se il motivo era praticamente imposto da un passaggio della sceneggiatura. Tacer? anche sul fatto che il personaggio dell'indiano abbruttito che ha perso la famiglia nel massacro del Washita e decide di riscattarsi uccidendo Custer è copiato (non esiste termine migliore) dall'analogo personaggio che appare nell'episodio "Giorno di gloria" della "Storia del West", ma senza un briciolo della personalit? e dell'intensit? che aveva saputo infondergli Gino D'Antonio. Mi soffermer? invece sugli errori marchiani che Nizzi ha commesso riguardo alla storia del personaggio Tex. Cominciamo proprio dall'indiano, Lupo che Corre. Tex asserisce di averlo incontrato per l'ultima volta dieci anni prima. La sequenza è ambientata esplicitamente nel 1874 (quindi, in linea teorica circa un anno dopo gli eventi de "Il tranello" e "La banda degli Orsi"), quindi l'ultimo incontro tra Tex e l'indiano risale al 1864, in piena guerra civile, eppure quando il Cheyenne si risveglia e vede Tex lo chiama Aquila della Notte, un nome che secondo ogni biografia, compresa quella del romanzo, Tex nel 1864 non aveva ancora acquisito. Non solo: chiama anche Kit Carson col nome di Capelli d''Argento e dice che Tex gliene aveva parlato quando si erano visti l'ultima volta. Ancora una volta, nel 1864 Tex non conosceva ancora Kit Carson e comunque non ne era il pard abituale e di certo all'epoca il vecchio Kit aveva ancora dei lunghissimi capelli neri ed era conosciuto solo come "Il grande cacciatore" Ancora: Custer, rivolgendosi a Tex gli dice di sapere che è capo dei Navajos. Nizzi ha affermato di aver tratto ispirazione da una sequenza del n° 15 in cui Tex, presentandosi sotto falso nome (e quindi non propriamente attendibile in tutte le sue affermazioni) al ranch di Nellie Delane dichiara di aver servito come esploratore sotto Custer. Ebbene, è proprio in quella storia, e precisamente nel numero successivo, che muore Freccia Rossa e Tex è nominato capo dei Navajos, quindi Custer, anni prima non poteva appellarlo in quel modo. Confesso che questi errori mi hanno irritato più di quelli logici o storici. Uno può anche prendersi delle libertà coi fatti storici, ma sulla storia personale dei personaggi che scrive dovrebbe essere sempre più rigoroso. Quel tipo di menefreghismo era un altro indice della china che Nizzi stava discendendo. Sul fatto che Ticci ha disegnato i Tex e Carson del 1874/1876 pressoch? identici a quelli di una decina di anni dopo non dico niente. Un certo scrupolo filologico nella ricostruzione del look dei personaggi in sequenze ambientate nel passato sarebbe arrivato solo con Fabio Civitelli nell'albo che festeggiava i 60 anni di Tex. A questo proposito, non so voi ma a me fa piacere poter vedere, sia pure per poche pagine, agire insieme un Tex giovane ed un Kit Carson dai capelli e pizzetto neri. ::evvai:: Ne sono convintissimo anch'io. Anzi... non ho l'albo sottomano purtroppo e non posso controllare, ma direi che uno di loro potrebbe anche essere Bat Masterson, almeno dal look. Nessuno di loro comunque viene chiamato mai per nome.
  2. Carlo Monni

    [403/404] Bande Rivali

    Io non credo che, nelle intenzioni di Medda e Blasco, Tex si scandalizzi per il fatto che O'Bannon appendi per i piedi un bandito ma è arrabbiato per il fatto che stia riservando questo trattamento ad un uomo ferito e determinato a non cedere. Stessa cosa che ho pensato io a suo tempo, leggendo la storia. Quello che indigna Tex non sono i modi spicci di O'Bannion in se (lui stesso ha utilizzzato ed utilizza metodi non dissimili) ma il modo in cui li sta usando. Tex non userebbe metodi così violenti contro un uomo gravemente ferito, che, infatti, non sopravvive all'espereinza. In più, anche quando usa metodi duri Tex xsa sempre quando fermarsi o non crederete davvero che lascerebbe qualcuno ad esser divorato vivo dalle formiche o simili? Io ci vedo anche, puramente e semplicemente, la rabbia verso un uomo arrogante e privo sdi scrupoli.
  3. Carlo Monni

    Quale Futuro Per Mefisto ?

    Non ci siamo capiti, Carletto mio Mefisto è sempre stato tra gli avversari uno dei miei preferiti, per quanto mi paresse estraneo all'universo texiana questo mix di furbesco illusionismo e demoniaca magia. E apprezzo anche i ritorni, se ben gestiti. Ma morti che parlano, risuscitano, vanno e vengono come a casa propria, no, questi dopo un po' non mi vanno più già. Se è così che stanno le cose, c'è poco che io possa dire al riguardo. Ed il bello è che ne "Il figlio di Mefisto" GLB ci mostra pure come avrebbe potuto salvarsi, perchè in realtà Mefisto non muore nell'esplosione del castello e se non fosse stato per la porta incastrata si sarebbe pure salvato. Naturalmente mi sarei perso una delle più belle e terrificanti storie dell'intera saga, ma c'è sempre un prezzo da pagare per tutto. laughing E qui sbagli: Tex è anche una saga horror, tra le altre cose. Se non proprio dall'inizio, da molto presto lo stesso creatore di Tex chiar? che non si trattava di un semplice western, ma che anche altri sottogeneri avventurosi vi avevano pieno diritto di cittadinanza. Senza esagerate in Tex abbiamo visto: scienziati pazzi che compiono assurdi esperimenti genetici (e senza essere pagati dalle multinazionali farmaceutiche ), Città spagnole rimaste ferme al 1500 in pieno deserto, abissi in cui convivono uomini primitivi e dinosauri, mummie azteche redivive, alieni in cerca di elementi radioattivi ed ho citato solo i numeri tra il 34 ed il 56. Quello di Tex è un universo narrativo dove se ti dicono che ad uccidere è uno spettro uscito dalla tomba, tu puoi essere scettico, ma non lo puoi escludere a priori e dove se lo stregone del tuo villaggio ti dice che un tuo caro amico in Canada è in pericolo di vita tu non metti in discussione le sue parole e parti in soccorso. Se Tex ?, in effetti, prevalentemente un fumetto western, non si può negare che ogni tanto vi trovino legittimo spazio l'horror, la fantascienza, il giallo ed altro ancora. A me va bene così, non lo vorrei incasellato in un genere specifico escludendo tutto il resto. Mi chiedo come classificheresti le mummie azteche de "I figli della Notte". Stando a Nizzi, gli è venuta la depressione ed è tornato dalla mamma. _thia- A me l'avventura con l'alieno è piaciuta tantissimo. ::evvai:: Senza offesa Carlo, immagino che non sia questa la tua intenzione ma non è bello sentirsi sempre dire che se a qualcuno non piace una cosa che invece piace a te, peggio per questo qualcuno. Almeno a me le tue parole danno questa impressioneUn'impressione sbagliatissima, credimi. Quello che volevo dire e che se le tue idee sono diverse dalle mie c'è poco che si possa fare a parte prenderne atto. Di certo non pretendevo, n° pretendo di convincerti a cambiare idea. Credo, però, di avere, esattamente come te, l diritto di affermare che le credo giuste. Più che la tua opinione, la mia o quella di chiunque altro in questo forum od in altri, a contare è come la pensa la maggioranza dei lettori. Una delle domande più ricorrenti che sento fare a qualunque incontro riguardante Tex a cui mi sia capitato di partecipare o di cui abbia semplicemente letto i resoconti ?: "Quando torna Mefisto?" Perfino ieri all'incontro su Zagor svoltosi a Pavia Sergio Bonelli si è sentito rivolgere questa domande. Ed era un incontro su Zagor, non su Tex. :shock: Qualcosa vorr? dire.
  4. Carlo Monni

    Quale Futuro Per Mefisto ?

    Su questo punto non sarei proprio d'accordo. Primo perchè la storia di Nizzi ha dei difetti e non è pienamente riuscita, ma non è neanche l'obbrobrio che se ne dice. Questione di punti di vista. Io ho trovato il primo albo semplicemente splendido e molto d'atmosfera (e non dir? che dipenda dal fatto che il soggetto non era suo, perchè non lo credo), ma dal secondo in poi si va sempre peggio, con una gestione del personaggio pessima ed una sceneggiatura che se la si definisse brutta le si farebbe solo un complimento. Con la doppia aggravante di averla affidata ad un autore che non solo ha sempre affermato di non amare il filone fantastico, ma che era anche in un periodo di profonda crisi creativa tanto per usare un eufemismo (tanto che io ho il forte sospetto che il primo albo sia stato scritto addirittura nel 1991/92, prima dello scoppio della suddetta crisi). Il vero responsabile del mancato ritorno di Mefisto ?, in fondo, proprio Nizzi, perchè s ono state proprio le reazioni alla sua storia a spingere Sergio Bonelli a bloccare ogni altra iniziativa legata al malefico stregone. Se poi tu non la vedi così io non so che farci. . Oh io saprei trovare almeno un paio di modi per invalidare in tutto od in parte quella storia e se ci riesco io, figurati uno scrittore professionista. Cosa che si potrebbe comunque ottenere anche estromettendo dal canone (o, se preferisci, dalla continuity) la storia di Nizzi & Villa. Non dico che b? quello che auspico, dico solo che nulla vieterebbe di farlo. Su una cosa hai ragione da vendere: la storia è rimasta in sospeso. Mefisto è libero e Tex ne è consapevole. Possibile che si dedichi allegramente ad altre avventure (Tra serie regolare e speciali vari , a fine anno saranno esattamente 83) senza nemmeno cercare di rintracciarlo? E Mefisto aspetta tutto questo tempo prima di un nuovo attacco?So bene che Nizzi progettava un nuovo ritorno di Mefisto in un paio d'anni al massimo, ma così non è stato e chiunque si prender? la briga di rimettere mano alla cosa dovr? farci i conti. A mio parere, se proprio si volesse riprendere le fila del racconto di Nizzi, l'unica scelta saggia sarebbe farne una storia in retrospettiva ambientata poco dopo il n° 502. Ma per ora sono discorsi sterili, dato il veto di Sergio Bonelli.
  5. Carlo Monni

    Quale Futuro Per Mefisto ?

    Posso capire che Mefisto non riscuota le tue simpatie, mia cara Cheyenne (per quanto, come si possa amare la saga di Tex e non apprezzare Mefisto francamente mi sfugge), ma sta di fatto che in una lunga saga avventurosa i nemici ricorrenti sono il sale della narrazione. Ogni eroe seriale che si rispetti ha una sua nemesi e spesso più di un avversario ricorrente con cui confrontarsi. Nel campo del fumetto Zagor ha Hellingen, Julia ha Myrna Harrod, Dylan Dog ha Xabaras e lasciando l'Italia, Superman ha Lex Luthor, Batman ha il Joker, l'Uomo Ragno ha Goblin, Capitan America ha il Teschio Rosso e via dicendo. Nel campo letterario James Bond ha Ernst Stavro Blofeld e, più in generale, la Spectre; l'87° Distetto ha il Sordo, Lincoln Rhyme ha l'Orologiao. Perfino Lucky Luke, che è protagonista di un serial umoristico, ha i suoi avversari ricorrrenti: i Dalton. In genere questi avversari se sono catturati evadono in modo rocambolesco e se sembrano morire lo fanno in modo da poter essere eventualmente recuperati. Che so: in un'esplosione di cui non vediamo gli effetti diretti, cadendo in un burrone od in un fiume (magari con delle rapide da cui non è mai uscito vivo nessuno tranne quando ci cadono Tex, i suoi pards, i suoi amici, i loro cavalli ed appunto i nemici ricorrenti laughing). Per questo sono, in fondo rimasto deluso quando ho visto la Tigre Nera sfracellarsi su un roccione e non scomparire nelle acque dell'Oceano Pacifico. In quel caso, infatti, avrei potuto sperare in un ulteriore ritorno di un avversario tutto sommato interessante anche se mal gestito dal suo stesso creatore. Nessuna farsa, quindi, ma un patto col lettore, che vuole vedere l'eroe confrontarsi con la sua nemesi ancora ed ancora senza limiti di volte. Io perlomeno l'ho sempre vista cosìSe per te non è lo stesso, peccato ma c'è poco da fare.
  6. Carlo Monni

    Quale Futuro Per Mefisto ?

    Ecco perchè, cara Cheyenne, non sarai mai una sceneggiatrice di fumetti.
  7. Carlo Monni

    Quale Futuro Per Mefisto ?

    Sono d'accordo con te al 100%. Un serial, qualunque serial, avventuroso ha bisogno di nemici ricorrenti, quelli che non vengono mai sconfitti definitivamente, che ritornano e ritornano ciclicamente, quelli che lo stesso lettore non vuole che scompaiano definitivamente. Tra questi ne emerge uno che diventa l'Avversario per Eccellenza, la nemesi dell'eroe. Questo è Mefisto per Tex e per questo Mefisto deve in qualche modo tornare. Vorresti Mefisto di nuocvo morto? Credevo di essere l'unico... esclusi quelli che vogliono il vecchio pazzoide eliminato per sempre, s'intende. Martedì scorso, durante l'incontro di Pavia, Sergio Bonelli, ad un lettore che gli nchiedeva quando avremmo rivisto Mefisto, ha risposto che quando lui si sarà ritirato in un'isola dei Caraibi, allora gli autori potranno chiedere a suo figlio Davide l'autorizzazione a far tornare Mefisto. Un bel p? secondo me. Sergio Bonelli non ama molto i ritorni in generale, ma efisto è un caso a parte, l'ha proprio rimosso. So per certo che Nizzi aveva presentato due idee per un sequel: una nel 2002, da affidare a Civitelli ed una nel 2006 da affidare ai Cestaro, entrambe bocciate senza riserve. A dire il vero Boselli con il personaggio ci si confronterebbe volentieri. Ancora gli brucia l'aver ceduto a Nizzi l'idea (che poi era di G. L. Bonelli stesso) del suo ritorno dalla morte e non averla tenuta per se in attesa di tempi migliori. Vorrebbe organizzare un ritorno in grande stile di Yama. Sotto sotto ci leggo la tentazione di Sergio, ma anche di Borden di ignorare in qualche modo l'ultima storia e riprendere l' da dove GLB aveva lasciato. A dire il vero, ad incontri e mostre io mi imbatto in tantissimi lettori che un ritorno di Mefisto e/o Yama lo vedrebbe volentieri Ne sono convinto. A dire il vero io non ho tutta questa insofferenza: un p? dei compriamri creati da Boselli (specie certe due comprimarie) dagli altri li rivedrei volentieri. Quanto agli antagonisti... mi ?dispiaciuto per l'uscita di scena della Tigre Nera e rivedrei volenteri il Maestro... ma anche Proteus se è per questo, che è un antagonista creato da G:L. Bonelli. Per far tornare Mefisto e famiglia? Firmo subito. ::evvai::
  8. Carlo Monni

    Quale Futuro Per Mefisto ?

    Un'ipotesi così improbabile che è sbagliata. Oddio, non escludo che nella testa di almeno uno sceneggiatore (forse addirittura due?) ci sia un progetto al riguardo, ms di concreto c'è meno di nulla. Quanto a Villa, dopo la fine di "Eagle Pass" (quando avverr? ) già si sa che sarà impegnato con Boselli su una storia tratta da un suo soggetto, come ben sanno i più scafati tra gli iscritti a questo forum. Ecco: qui ci hai azzeccato. Si sta aspettando il via di Sergio Bonelli per dire tutta la verità.
  9. Carlo Monni

    [60/61] Morte Nella Neve

    Storia del tutto inconsueta per G. L. Bonelli che qui si limita a seguire, con poche varianti, i fatti storici con rigore quasi cronachistico, limitandosi praticamente a sostituire i veri agenti della Pinkerton (in primis Charlie Siringo, affiancato per lo più da Frankie Di Maio ed in un paio di occasioni da Tom Horn) con Tex e Carson. Le varie fasi della cattura dei singoli membri del Mucchio Selvaggio (qui, però, Wild Bunch è tradotto come "Orda selvaggia", traduzione accettabile anche se non proprio correttissima) sono narrate con estrema fedelt? a come si svolsero nella realtà storica. Da qui anche la scelta di far vedere la caccia separata ad ogni singolo membro della banda, perchè è proprio così che accadde. Laddove GLB si discosta maggiormente dalla realtà storica è nello scontro finale in cui Butch Cassidy e Sundance Kid muoiono. A prescindere dalle controversie se i fatti andarono davvero così o no. Sta di fatto che gli agenti della Pinkerton (qui rappresentati da Tex e Carson) non erano presenti sul posto e dovettero affidarsi ai resoconti delle autorit? boliviane. Da un punto di vista della continuity texiana questa storia presenta una serie pressoch? insormontabile di problemi, tanto che la si dovrebbe ritenere fuori dal canone se si volesse essere proprio stringenti. Gli eventi narrati, infatti, nella realtà si svolsero nell'arco di quasi 10 anni, dal 1899 al 1908 e se la prima data potrebbe essere accettabile, sia pure con più di uno sforzo, la seconda proprio no. Ci Si potrebbe chiedere perchè GLB non abbia scelto di usare una banda fittizia, che fosse ispirata al Mucchio Selvaggio, potendosi così concedere maggiore libertà creativa.
  10. Carlo Monni

    Interviste Agli Autori

    Piccola curiosità: il Texone di Venturi, che uscir? quasi certamente nel 2013, avrà lo stsso tema di fondo del Texone di quest'anno, ovvero il viaggio di una ncarovana lungo l'Oregon Trail. Sarà interessante vedere non solo quali saranno le eventuali similitudini e le differenze tra i due autori, ma anche se Boselli, che ha comincato a scrivere la storia nel 2009, quando il Texone di Manfredi & Gomez era quasi finito, terr? conto nei dialoghi del precedente viaggio "organizzato" dal suo collega.
  11. Carlo Monni

    [Texone N. 25] Verso L'oregon

    Eccomi qui a commentare anch'io questa storia, ma prima consentitemi un breve excursus storico sulla genesi di questa storia e su fatti di cui io stesso sono stato, almeno in parte, involontario testimone. Siamo nell'estate 2006 e si è consumata una prima rottura tra la SBE e Claudio Nizzi. I motivi sono troppo complessi per discuterli ancora qui, basti dire che Nizzi decide di non tornare dalle sue vacanze lasciando in Maxi incompiuto ("Lo squadrone infernale") e due disegnatori "scoperti". Si tratta di Fabio Civitelli e Carlos Gomez, appena arruolato per realizzare un Texone. Causa urgenti e pressanti impegni di lavoro, nessuno degli altri due sceneggiatori regolari di Tex, mauro Boselli e Tito Faraci, è in grado di assumersi l'onere di scrivere per loro. Occorre rivolgersi a qualcun altro. La scelta ricade alla fine ricade su Gianfranco Manfredi, il quale accetta l'incarico e presenta due soggetti che vengono accettati e che in redazione sono subito soprannominati: "Quello dell'acqua" e "Quello delle donne". Come sappiamo, "Quello dell'acqua" finir? a Fabio Civitelli e noi qui ci troviamo a discutere dei "Quello delle donne". Una cosa interessante da notare, comunque, è come in entrambi i casi Manfredi abbia presentato dei soggetti tutto sommato classici, non tanto e non soltanto per Tex ma per la tematica western in generale. Cosa c'è, infatti, di più classico del viaggio di una carovana verso un'ipotetica "terra promessa"? Un tipo di storia vista in innumerevoli film, telefilm, opere a fumetti e non in cui di solito è il viaggio ad essere al centro dell'attenzione più della sua meta. Naturalmente, da bravo autore qual ?, Manfredi aggiunge al soggetto base degli elementi che facciano la differenza da tutti gli altri del genere. In questo caso ne abbiamo due: la caccia al giovane assassino psicopatico e la carovana composta da sole donne. Il primo sembra poco più di un pretesto, il secondo, invece, permette tutta una serie di giochi di caratterizzazione davvero ben riusciti. Il tema della carovana di sole donne non è certo nuovo. Per tacere del film "Donne verso l'ignoto", citato nell'introduzione al Texone, vorrei ricordare la storia di Ken Parker "Alcune signore di piccola virt?", sceneggiata da Tiziano Sclavi su soggetto di Giancarlo Berardi coi disegni di Sergio Tarquinio, in cui Ken, dopo aver mancato per un soffio la diligenza per Lordsburg di "Ombre rosse", finisce per diventare la guida di un gruppo di prostitute in trasferta in un viaggio che tocca tutte le corde della narrativa dalla commedia al dramma. Il tema delle spose postali è comunque nuovo per la serie di Tex ed è ben trattato. Si "accusa" spesso Manfredi (e con più di una ragione a dire il vero) di essere più ispirato dai western iperviolenti e sopra le righe del filone "spaghetti", ma qui invece il nostro sembra reduce da una full immersion nei film più classici del genere. Non si fa fatica ad immaginare John Wayne nel ruolo di Tex, Maureen O'Hara in quello di Emma e Ben Johnson in quello di un Kit Carson decisamente ironico. Certi scambi di battute tra Tex ed Emma ricordano decisamente i duetti tra Wayne e la O'Hara. laughing Solo nel finale ritorniamo ad atmosfere meno classiche. Il cosiddetto Reverendo Fletcher è decisamente più una figura da Spaghetti Western o da western crepuscolare, per continuare la similitudine, che da film di John Ford. Alla fine il povero Kevin Fletcher rivela tutta la sua tragicit? e fragilit? di essere umano e non è certo un caso che l'autore decida di farlo uscire di scena facendolo sbranare da un orso. Lui non era il vero antagonista, ma, tutto sommato, un povero disgraziato in balia di forze più grandi di lui, da compatire più che da odiare o disprezzare. Sembra giusto che la sua fine avvenga per mano della cosiddetta "giustizia divina". Il tema delle donne da vendere come prostitute può essere considerato forte per una serie come Tex, ma a me non ha affatto turbato: il sesso e ciò che lo concerne potevano essere argomento tab? ni fumetti anni 50 e 60, ma ormai, se introdotto con garbo, ha piena cittadinanza anche nel mondo di Tex a mio parere. Decisamente ben fatta la sceneggiatura. Sicuramente non Bonelliana nel ritmo e nell'uso delle didascalie, ma decisamente rispettosa dei personaggi. clap clap Certe scene, come la sequenza da pag. 39 a pag. 41 sono tipicamente alla Manfredi. :ahah: Un'ultima annotazione: se c'è una cosa che Manfredi e Boselli hanno sicuramente in comune è la passione per i finali veloci. In Appena 15 pagine si risolve tutto. Molto buona la prova di Gomez, sicuramente un ottimo acquisto, anche se secondo me deve ancora lavorare un p? sul volto di Tex, decisamente troppo giovanile in alcuni momenti. In sintesi: una storia decisamente riuscita, che lascia come unico rimpianto il fatto che Manfredi non scriva più spesso storie di Tex.
  12. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Pu? darsi che Muzzi fosse lento Fidati, era lento (almeno per gli standard dell'epoca). Lui stesso lo ammette nelle poche interviste che ha rilasciato, in cui dice che doveva lavorare a ritmi massacranti per tener dietro alle scadenze e che per questo il suo lavoro dava l'impressione di essere poco curato. Quello che ti sfugge è che all'epoca Sergio Bonelli non aveva molti disegnatori della sua scuderia tra cui scegliere. La Araldo non era la grande casa editrice di oggi e molti dei disegnatori che in seguito avrebbero lavorato per lei allora erano felicemente accasati con la concorrenza. Insomma, nel 1960 Muzzi era quasi l'unica possibilità. I visi rifatti da Galep avevano esclusivamente a che fare con il fatto che quelli fatti da Muzzi non piacevano a Sergio perchè poco simili al modello galeppininiano. In seguito scelse di abbandonare quella fedelt?, ma ormai con Muzzi l'andazzo era quello. La cosa buffa è che se si vedono i volti di Tex realizzati interamente da Muzzi (per esempio nelle illustrazioni per ?Cavalcando con Tex?) si nota che il volto di Tex si rif? proprio al modello di Galep. Credo però che ormai fosse invalsa una sorta di pigrizia editoriale. E tu come fai ad esserne così certo, hai un filo diretto con GLB che te lo ha detto personalmente dall'aldil'? Te lo ha assicurato Sergio Bonelli stesso o magari Muzzi in persona? Francamente le tue granitiche certezze mi lasciano sempre perplesso.
  13. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Io invece ho sempre adorato il fatto che una storia avesse il suo giusto spazio (a proposito della querelle Cheyenne-Virgin: qui stiamo parlando di narrativa, non di poesia, per la quale il discorso sarebbe molto diverso!). Costringere una storia in un multiplo di 110 pagine significa, nel 95% dei casi, o allungare il brodo o restringerlo. Risultato: una cattiva minestra. Questo è poco ma sicuro . Uhm, questo non capisco cosa c'entri con le 110 pagine. Ma è semplicissimo: lavorando a multipli di 110 pagine, ovvdro ragionando per albi, la progarmmazione è più facile. Ti rendi conto che stiamo parlando di due storie due la cui lunghezza è prefissata? Due storie a cui peraltro si dovr?, come hai detto tu, pensare tra quattro anni? No, parliamo di almeno 4 storie, perchè anceh a cosa metetre nei numeri 696/699 dovr? essere deciso e, guarda caso, il formato ad albi completi consente di inserirci agevolmente due storie di due albi. Ti faccio poi notare che se si decidesse di affidare a Villa una delle due storia anniversario, sarebbe bene che gliela affidassero prima come mminimo nel 2014. Non ho capito cosa c'entra l'emergenza con il numero fisso di pagine. Se un disegnatore non fa in tempo a rispettare i tempi di consegna, sarà pubblicata prima una storia già completata. Mi sembra sia sempre successo. Ma se accadesse in prossimit? di una storia anniversario e la storia già pronta non avesse la lunghezza giusta? Occorrerebbe inventarne anche una per fare da tappabuchi e con ristrettissimi tempi di consegna per sceneggiatore e disegnatore (che dovrebbe anche essere uno velocissimo e non è facile trovarlo). Col sistema ad albi completi, la storia giusta si trova sempre. Sinceramente credo che le storie di Muzzi fossero brevi a causa della scarsa fiducia riposta in lui dall' editore, come dimostrano le facce di Tex di Galep. E' stato scelto solo per riempitivi (almeno, pensati come tali). Secondo me era semplicemente perchè Muzzi era lento. Tutto qui. D'altro canto se tu pensi che "La caccia", "La dama di Picche", "Il cacciatore di taglie" fossero dei riempitivi, io dico: ridateci riempitivi così. Ok, forse avrei dovuto dre: quasi tutte. Se però ti prendessi la briga di contare le pagine delle storie di Civitelli a partire da "Agguato nella miniera", noterai ls ricvorrenza del n° 252. Ah, ma quella storia, come quelle precedenti (con l'ovvia esclusione del n° 100) erano state concepite pwer il formato a striscia e solo successivamente riadattate per il nuovo formato. Non credermi sulla parola: prova a contare le strisce e vediamo se non noti una sorta di cesura ogni 80 almeno all'inizio. Tra le altre cose la storia inizia anche dalla seconda striscia della pagina, cosa evitaqta in futuro. E quale sarebbe il problema? Che una volta deciso quando la storia sarebbe stata pubblicata e quindi a che punto doveva essere spezzata, bisognava preparare la strscia di raccordo e quindi l'autore doveva scriverla (o lo faceva per lui qualcuno in redazione) ed il disegnatore disegnarla 8o lo faceva anche questo qualcun altro). A te non sembra un problema, a loro si. E io l'altro! Non si era capito? :trapper:a Bisogna anche essere duttili ed adattarsi ai tempi nuovi.
  14. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Io dissento rispettosamente sia da te che dall'amico Giorgio. Fin da quando ero bambino (e parliamo dell'ormai lontano 1969, purtroppo, mica dell'altro ieri ) io detestavo il fatto che le storie si interrompessero a metà albo, se non addirittura a poche pagine dal suo inizio, ed ora che finalmente mi hanno accontento, non posso che augurarmi che continuino così. ::evvai:: Si vede che sei digiuno di politica ed organizzazione editoriale (non che io ne sappia molto di più ma a furia di frequentare addetti ai lavori qualcosa ho finito con l'imparare). Comincio con una semplice considerazione: un qualunque disegnatore che cominci a lavorare su una storia destinata alla serie regolare oggi, giugno 2011, sarà pubblicato non prima del 2014. Per forza di cose la redazione deve lavorare proiettata nel futuro. Seconda considerazione: il prossimo anniversario, quello dei 70 anni, cadr? tra poco più di sette anni, nel settembre 2018. Le decisioni al riguardo (storia ed autori) dovranno essere prese più o meno tra 4/5 anni. A quel punto, tenuto conto sia dei tempi ordinari di lavorazione di tutte le storie in ballo e dei singoli autori coinvolti, si dovr? necessariamente decidere di che lunghezza dovranno essere le storie ancora da realizzare per arrivare al fatidico n° 695, tenendo conto anche del fatto che di l' a cinque numeri ci sarà anche il n° 700. Organizzare le storie in multipli di 110 pagine permette una migliore programmazione nonchè una migliore gestione delle emergenze (i casi in cui un disegnatore ha, per qualsiasi ragione, problemi di consegna). Infine, chi vi ha mai detto che le vecchie storie non fossero a durata programmata? Lo erano, se devo dar retta a quanto mi raccontano in Redazione, ed erano quasi sempre calibrate sul disegnatore che doveva realizzarle. Avete mai fatto caso al fatto che le storie per Muzzi erano quasi sempre molto brevi o che quelle di Civitelli erano sempre di 252 pagine?Infine, cosa non da poco, il vecchio sistema costringeva i disegnatori a disegnare periodicamente una cosiddetta ?striscia di raccordo?, che unita all'ultima di una determinata pagina componeva la prima pagina di ogni al bo successivo a quello di inizio. Queste strisce venivano spesso realizzate dalla Redazione imitando lo stile del disegnatore di turno (Quando era ancora un promettente allievo di Franco Bignotti, Claudio Villa ne ha realizzate diverse per Mister No e Zagor, ad esempio). Io continuo di gran lunga a preferire l'attuale sistema.
  15. Carlo Monni

    Della Coralit? Texiana

    Io farei attenzione quando si parla di coralità. A mio modesto avviso, non basta che in una storia ci siano molti personaggi, perchè si possa parlare di storia corale, ma occorre che questi personaggi abbiano un ruolo importante e che gli eventi non ruotino esclusivamente intorno ad uno solo. Da questo punto di vista, per me Tex è stata una serie corale per la maggior parte della sua esistenza editoriale, perchè narrava le vicende di quattro personaggi, di cui uno aveva sè un ruolo preminente, ma mai tale da mettere in ombra gli altri tre, che avevano una loro automia e non erano dei meri satelliti. Negl ultimi tempi ques'aspetto si era un p? perso ma vedo che Boselli sta provando a recuperarlo. Nelle storie di Boselli, poi, c'è anche un altro tipo di coralità che a qualcuno da fastidio, ma non certo a me. Le storie di Boselli non sono solo storie di Tex, ma anche la storia di qualcun altro. In "Cercatori di piste" abbiamo sia la storia di Mickey Finn e della sua vita violenta che la storia del sergente Torrance che si intrecciano sino ad un epilogo dove Tex non è certo spettatore ma risolutore. Ne "Gli Invincibili" abbiamo sia la storia di un'amicizia ritrovata che di un'amicizia tradita e così via. Inutile ripetere che io ho sempre adorato questo tipo di storie chiunque le scrivesse. P. S. Mi piacerebbe dire qualcosa anche sui Dalton e sugli altri personaggi storici incontrati da Tex, ma preferisco lasciare la cosa ad un momento in cui sarà meno stanco. > zzzz
  16. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Grazie, sarei felice se anche minimamente avessi contribuito a mettere in luce certi aspetti della sceneggiatura e delle relazioni tra i personaggi dei quali si finisce per non discutere mai. Per me sei stato bravissimo. Mi sarebbe piaciuto fare un post simile al tuo, per questo parlavo di benevola invidia. ::evvai:: Non posso dire di conoscere il dirirtto militare, men che meno quello americano, ma credo che la cosa non sia automatica. Sicuramente un ufficiale della Riserva sarebbe reintegrato in servizio con l'ultimo grado che aveva, oppure con quello eventualmente raggiunto con le promozioni per anzianit? maturate, se il sistema le prevede. Nel caso di un ufficiale in congedo effettivo, è molto probabile che ci voglia l'approvazione degli alti papaveri del Ministero della Guerra, Il caso di Parkman, poi, è ancora diverso: se non si fosse dimesso spontaneamente è quasi certo che avrebbe affrontato la degradazione e la radiazione, quindi dubito che un'eventuale domanda di reintegro sarebbe accettata. D'altra parte, è lui stesso a non volerlo, vuole sè rientrare nell'esercito, ma stavolta dalla parte della truppa. Un altro modo di espiare le sue colpe, lui che era abituato a comandare ora dovr? obbedire. Anche in questo caso, però, credo che il benestare degli alti gradi sia necessario per i motivi detti sopra. Per come funzionavano le cose nel West all'epoca (Ma in tutti gli USA a dire il vero), Parkman non avrebbe avuto bisogno dell'aiuto di nessuno per farlo, gli sarebbe bastato andare in un qualunque centro di reclutamento dell'Esercito e dare un nome falso. Nessuno avrebbe fatto domande sul suo passato. No, lui vuole farlo proprio come Eddie Parkman, quindi vule che tutti sappiano chi è e cosa ha fatto, cosa che peraltro gli dovrebbe rendere la vita difficile sia con i compagni di truppa che con gli ufficiali e sottufficiali. Un altro modo di espiare insomma. Poi magari sono io che faccio troppe elucubrazioni e Borden a questo non aveva proprio pensato. laughing
  17. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Perchè? Non l'ho mai fatto?? :deserto Comunque splendido post! clap Quoto in pieno il buon Borden. Un post veramente da incornicare e che mi riempie di benevola invidia. clap
  18. Carlo Monni

    Della Coralit? Texiana

    Bont? tua.... > Ti si doveva chiedere il permesso di aprire questo topic è :shock: Certo che no, come non si deve chiedere a te il permesso di intervenire. Personalmente non sentivo affatto il bisogno di un altro topic ad personam e non ho alcuna inte nzione di farmi trascinare in un'altra sterile discussioen in cui se affermer? che a me il Tex di Boselli va bene così com'?, sarà tacciato di cieca partigianeria, di non essere capace di riconoscere verità evidenti o, peggio ancora, di non volerlo fare apposta. Tanto per chiarire una volta per tutte come la penso: a me le storie corali, ricche di personaggi ben caratterizzati, sia tra i comprimari che tra gli antagonisti, piacciono molto. Non credo affqtto che Tex venga messo in secondo piano o sminuito e non penso nemmeno che Tex debba essere costantemente al centro della scena, purch? il risolutore finale dell'intreccio sia lui. Diversamente da altri, io non ho la granitica certezza di rappresentare la maggioranza dei lettori, ma di certo lo spero. Mi chiedo... e se davvero fosse così? Se davvero la maggioranza dei lettori (non parlo dei quattro gatti che bazzicano i forum, campione non molto attendibile, ma dei 220.000 che ogni mese comprano l'albo inedito regolarmente) apprezzasse il nuovo corso, con le trame complesse di Boselli, la violenza disincantata di Manfredi, le cacce all'uomo condite di ironia di Faraci ed il western venato di noir di Ruju, allora cosa fareste? Io so bene cosa farei se invece fosse vero il contrario e si passasse ad un altro tipo di storie: quello che ho già fatto con altre serie che, per un motivo O per l'altro non mi interessavano più, smetterei di comprare una serie con cui non sono più in sintonia,. Una cosa è comunque sicura: non mi auguro di certo che Boselli smetta di scrivere le storie che piacciono a me per scrivere invece quelle che piacciono a voi. Detto questo, tenetevi pure il vostro angolino e divertitevi quanto volete, io passo.
  19. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Perfettamente d'accordo. E non ho problemi a ribadirlo. Possiamo avere talvolta idee diametralmente opposte, ma ne abbiamo sempre discusso con civilt? e rispetto reciproco. Non sono proprio sicuro che sia superfluo e mi fa piacere che tu me lo dica. Oh, in un certo senso si può anche dire che io abbia dei pregiudizi. Per esempio, se un autore in genere mi piace, di solito mi aspetto che anche le sue nuove storie mi piacciano. Se, al contrario, le sue storie mi hanno deluso, il mio atteggiamento sarà più scettico. Alla fine, però, il mio vero giudizio me lo faccio quando leggo le storie. In ogni caso, e questo vale per Nizzi come per qualunque altro autore, odio i giudizi precostituiti. Tanto per dirne una, considerati anche i miei gusti personali, tutti i precedenti mi fanno temere che "Inferno bianco", l'ultima storia di Nizzi, disegnata da Filippucci, sarà un'altra delusione, eppure continuo sperare che stavolta l'autore mi sorprenda positivamente. Se lo dici tu... Nessuno, detta così Io odio le etichettature. Non mi piace definire qualcuno per schemi predefiniti. A volte, purtroppo, accade. Cosa molto tipica. Nei talk show politici accade di peggio. Colgo l'occasione per una piccola precisazione. L'abuso che indubbiamente (per me almeno) Nizzi ha fatto di certi classici artifici narrativi non significa e non può significare che bisogna bandirli definitivamente. Se in una storia futura accadr? che Tex otterr? informazioni da qualcuno che ha ascoltato una conversazione, oppure sarà costretto ad arrendersi slacciandosi anche il cinturone e la cosa avrà una logica giustificazione narrativa, chiunque sia l'autore della storia e ci dovesse essere chi grider? alla Nizzata, confesso che sarà molto irritato Non parlo per nessuno se non per me stesso ed io sono molto irritato dal continuo insistere di qualcuno su certe cose con incredibile pervicacia. Non tanto per quel che dice, ma per come lo dice e per la sua insistenza. Bene, Mi fa piacere che tu lo dica. Credimi: a differenza di quanto sembra pensare qualcuno, io ne sono capacissimo. Tieni presente, comunque , che in genere a me le storie corali piacciono. Certo, è chiaro che la presenza di molti personaggi non è di per se indice di una bella storia... ma nemmeno del contrario. No, nulla del genere. Magari è solo che non ho affondi da fare. Comunque raccolgo volentieri la sfida, così torniamo in topic e la cara Cheyenne non mi cancella tutto il post dopo la faticaccia che ho fatto per scriverlo. laughing Premetto che ho trovato eccellenti i primi due albi per quanto riguarda la sceneggiatura, con alcuni dstinguo di cui dir? più avanti. è sul terzo albo che, ahimè, la tensione cala e non tuti i nodi vengono al pettine come avrebbero dovuto a mio parere. Cominciamo col dire che come titolo di lavorazione questa storia avrebbe dovuto avere: ?Il ritorno di Parkman° e non ?Il ritorno di Laredo? . Lo scout di Fort Apache, infatti, svolge nella storia un ruolo minore, assolutamente non paragonabile a quello che aveva in ?Sulla pista di Fort Apache?. Parkman, d'altro canto, è il vero deuteragonista della vicenda, il suo travaglio interiore ed il suo percorso di redenzione sono narrati benissimo da Boselli Quello che mi ha deluso è stato l'antagonista. Le aspettative che avevo su Revekti sono andate davvero deluse. Personaggio dalle grandi potenzialità si rivela quasi del tutto privo di spessore. Altro personaggio mal riuscito è Ethan Cunningham, che sembra quasi sempre solo la macchietta del vigliacco. Anche Miles Cunningham non si rivela nel terzo albo all'altezza di tutte le aspettative create dai primi due. Moses, il suo servo di colore, ha più spessore psicologico di lui pur dicendo poche battute. Sul resto ho poco da dire. Il finale anticlimatico e antiepico è una scelta narrativa, può non lasciarmi del tutto soddisfatto, ma la rispetto. Sul perdono a Parkman ho poco da dire. Forse sarei stato più soddisfatto se fosse morto, ma mi piace essere colto di sorpresa come è accaduto qui. In ogni caso, Parkman ha mostrato di essersi pentito e tanto basta, me ne farà una ragione. Alla fine resta una storia gradevole, decisamente qualche gradino sotto rispetto a ?Sulla pista di Fort Apache?, ma non per questo da bocciare. Sono ancora una volta d'accordo e con questo mi fermo.
  20. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Tu mi hai accusato, neanche troppo velatamente, di usare due pesi e due misure nel giudicare le storie di Boselli e quelle di Nizzi. Hai detto che secondo te io avrei stroncato spietatamente questa storia se a scriverla fosse stato Nizzi. Io ti ho risosto che non era vero e tu hai insistito. Se per pregiudizio intendiamo che in genere le storie scritte da Boselli mi piacciono e che quindi mi aspetto che anche quelle nuove mi piaceranno, allora sè: ho un pregiudizio, ma ce l'ho anche verso le storie di Faraci, Manfredi e perfino Ruju. Per quanto riguarda Nizzi, visto che da almeno 10 anni mi sarà capitato forse un paio di volte di leggere una sua storia almeno accettabile per i miei gusti, confesso di avere ormai scarse aspettative nei suoi confronti, eppure ogni volta che sta per uscire una sua storia mi trovo a sperare che almeno stavolta mi possa stupire positivamente. Sono stato anche tra i pochi a parlar bene di "Attacco alla diligenza" almeno sino al deludente finale. Posso davvero dire di avere pregiudizi, oh si si. Io, caro Giacomo, ti consiglierei prima di affermare certe cose di ricordarti di una certa parabola che parla di pagliuzze e travi negli occhi. Ci risiamo: ecco che di nuovo assurgi i tuoi gusti personali a parametri oggettivi. Certo che considero "Matador" migliore di "Fuga da Anderville" (ho davvero detto "molto superiore"? Davvero non lo ricordo) e non ho difficolt? a ribadirlo. In base a quale criterio che non sia l'insindacabile volont? dell'utente che si fa chiamare Don Fabio Esqueda io non potrei/dovrei apprezzare "Matador" più di "Fuga da Anderville"? Qualcuno me lo spieghi, se ne è capace. Sia chiaro che trovo "Fuga da Anderville" un'ottima storia, tanto è vero che l'unico appunto che mi sento di farle è che Ticci fa tutti i personaggi sempre uguali sia nelle sequenze ambientate durante la Guerra Civile che in quelle nel "presente". :generaleS: Questo non credi che dovrei essere io a dirlo? Io mi sono sentito offeso e questo è uno dei pochi punti fermi. Mi astengo dal commentare. E chi te lo nega? Almeno finch? le considererai non la verità rivelata, ma, appunto, delle opinioni Ne sei proprio convinto? Definire baggianate le opinioni che non condividi è essere rispettosi delle suddette' Buono a sapersi Ah, beh se i miei sono solo piagnistei per te, che bisogno c'è di andare oltre? Dunque il tuo sarebbe un atteggiamento da adulto? Un motivo in più per me per rimpiangere di non essere più adolescente. P. S. Di persona sei veramente differente, affabile, simpatico, alla mano, ma quando scrivi qui la tua arroganza raggiunge livelli incredibili. Me ne dispiace davvero.
  21. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Se posso intromettermi, io credo che Don Fabio non avesse nessuna intenzione di accusare di malafede proprio nessuno, o di mettere in discussione la tua onesta' intellettuale,Carlo.Oh, forse lui credeva di non farlo, ma è esattamente quello ha fatto, mi dispiace. Ha detto. Ovvero mi ha accusato di basare i miei giudizi sul nome dell'autore e non sulla qualità oggettiva della storia. Non è dire che sono in malafede questo? Alla mia pronta replica con cui lo smentivo categoricamente, affermando senza problemi che se questa storia l'avesse scritta Nizzi il mio giudizio sarebbe stato identico, lui ribadiva. Con un interessante artificio retorico ben noto a chi fa la mia professione, nel momento in cui si dice convinto che io sia in buona (anzi buonissima, a sentir lui), in realtà ribadisce le sue accuse e permettimi di ribadirlo: a me non sta bene. Non posso dire che mi sono sentito e mi sento tuttora offeso da questo comportamento? Strano concetto della libertà di parola che hai. Ecco il mio post incriminato. E lo ribadisco senza problemi. questa storia è contestabilissima, per carit?, ma da qui a giudicarla la peggiore o la più assurda ce ne corre e tanto. Chiunque abbia fatto simili affermazioni deve essere così accecato dalla sua partigianeria da far impallidire i sostenitori di qualunque altra causa. Ed io potrei ribatterti che io trovo impossibile che tu o Capelli d'Argento non troviate mai qualcosa che vi vada bene nelle storie di Boselli, almeno da quando io sono su questo forum. Davvero proprio nulla del suo stile può essere salvato? Detto in altri termini non apprezzare Boselli è legittimo, apprezzarlo no? Mi ricorda tanto cosa succedeva su un altro forum con un altro autore alcuni anni fa e non è un ricordo piacevole. Liberi di esprimere il proprio pensiero purch? sia critico nei confronti di Boselli? Mi spiace, ma non fa per me. Quello che ti sfugge, caro amico, è che a me piace lo stile di Boselli, mi piace il modo in cui costruisce le situazioni e fa muovere i personaggi. Le storie possono essere più o meno belle, ma è proprio l'impostazione che apprezzo. Quanto alle mancate critiche, ecco cosa ho scritto qualche pagina fa, così ti risparmio di cercare. Chiaramente queste per te e gli altri sono troppo blande per essere vere critiche. In ogni caso, questa sorta di doppiopesismo per cui se io dico di apprezzare Boselli sono partigiano, mentre invece chi lo vedrebbe volentieri licenziato o simili non lo ?, non mi piace affatto. Se io mi azzardo ad ipotizzare che forse la ritrovata salute di Tex anche da punto di vista delle vendite potrebbe essere anche merito delle storie di Boselli sono partigiano. Se però qualcun altro afferma con assoluta sicurezza che Boselli non c'entra niente, allora non è parigiano. Davvero un bel punto di vista. Se di punto in bianco mi ritrovo in un forum dove per essere apprezzati e non essere tacciati di partigianeria, malafede o quant'altro bisogna essere necessariamente antiboselliani, beh vi dico che non ci sto ad essere un "compagno che sbaglia" e forse dovrei riconsiderare la mia presenza qui A dire il vero, spero sempre che la maggioranza di chi qui dentro è in disaccordo con me sia capace di accettare che esistono opinioni diverse dalle proprie e che hanno pari dignit?. Mi auguro di non sbagliare.
  22. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Inizio con questa citazione di Don Fabio per dire che concordo al 100% con la sua affermazione. Sia chiaro che non gli ho affatto perdonato l'accusa che mi ha rivolto in precedenza di essere in malafede nel giudicare le storie di Boselli e Nizzi, anzi la cosa mi brucia e non poco, ma ho decisamente abbastanza onest? intellettuale da dare ragione a chi ritengo che ce l'abbia. Confesso che la vignetta incriminata ha fatto storcere il naso anche a me... anche perchè mi ha ricordato un'analoga scena de "I predatori del deserto" in cui Tex metteva ai voti coi pards se andare o meno a salvare una ragazza. La situazione era comunque diversa, è vero, ma non ci voleva un genio per capire che a qualcuno avrebbe, per riutilizzare l'espressione, fatto storcere il naso. Sempre per onest? intellettuale, mi sono chiesto se non stessi giustificando la cosa per una sorta di pregiudizio favorevole nei confronti l'autore (proprio la cosa di cui, a torto, mi accusa Don Fabio), ma alla fine ho raggiunto la stessa conclusione di Don Fabio (e lui non lo si può proprio accusare di avere pregiudizi in favore di Boselli). Passando ad altro, mi sento in dovere di fare alcune considerazioni in risposta ad alcuni post precedenti. Personalmente adoro la narrazione corale e mi piacciono molto le storie ricche di personaggi ben definiti. Questo è sicuramente uno degli elementi che mi ha portato ad apprezzare le storie di Boselli su Tex e su qualunque altra serie abbia scritto. Si tratta di uno stile che viene più incontro ai miei gusti, tutto qui. A differenza di alcuni di voi, io non ho mai pensato che Tex venisse messo in ombra dai vari comprimari ed anzi l'ho sempre trovato all'altezza della situazione e risolutore quando era il momento. Sempre a differenza di qualcuno di voi, io non credo che i personaggi comprimari od antagonisti creati da G. L. Bonelli fossero monodimensionali. Semplicemente il vecchio GLB preferiva che i suoi personaggi fossero definiti dalle loro azioni piuttosto che da lunghi monologhi interiori o altri artifici narrativi. Penso a gente come Barbanera, Lucero o Ruby Scott, per dirne solo alcuni. A proposito del meticcio Ruby Scott, forse sarebbe il caso di smentire una leggenda metropolitana: a quanto ne so, Sergio Bonelli non ha imposto a suo padre di scrivere una storia in cui Tex fosse, almeno temporaneamente, sconfitto, ma glielo ha solo chiesto ed io sono ben lieto che l'abbia fatto, perchè così abbiamo avuto una delle più belle, intense, drammatiche storie di Tex in cui si respira va un'arai da tragedia che a Shakespeare non sarebbe dispiaciuta per niente.
  23. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Sul primo punto sono perfettamente d'accordo. Nel momento in cui si giudica è del tutto ovvio porsi su tale prospettiva. Non esisterebbe la critica. Un conto è essere convinti delle proprie idee, un altro è trattare le opinioni altrui come se non valessero niente ed accusare gli avversari di essere in malafede solo perchè non ti danno ragione e non riconoscono quella che tu consideri l'evidenza di ciò che dici. Se certi difetti fossero davvero evidentissimi, non dovrei forse notarli? Se non lo faccio allora non posso che essere in malafede. Bel modo di ragionare. L'idea che quelli che tu consideri difetti per un altro possano essere pregi non ti sfiora nemmeno. Non si è d'accordo con te, quindi si deve essere in malafede per forza o magari non si ha la caratura mentale per cogliere ciò che dici. Non so cosa sia peggio. Quando tratti praticamente come spazzatura intellettuale le idee di chi non la pensa come te? Quando pensi che il tuo interlocutore sia in malafede se non ti da ragione? Quando dai per scontato cose e non accetti le smentite dell'interessato? Scegli tu. Scelgo Longway. Il mezzo scalpo è un metodo semplice per permettere di identificarlo e collegarlo ad un odio per gli indiani decisamente viscerale. Il suo comportamento durante il secondo albo ce lo presenta poi come una carogna senza scrupoli e con un carattere ribelle ed insidioso. La sua presenza serve anche a far risaltare meglio, per contrasto, il percorso psicologico di Parkman. Personalmente sono stato deluso dal modo in cui è morto, troppo rapido per uno come lui. Rispetto a tanti altri personaggi, però, non direi che la sua è nulla come caratterizzazione psicologica. Avessimo parlato di Revekti... P. S. Chiedere scusa non è proprio nel tuo DNA, eh? Peccato davvero.
  24. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Mi dispiace, amigo, ma per una volta sono d'accordo con Virgin (e fuori non sta piovendo ), ma per me tu hai, inconsciamente o meno, la tendenza a considerare le tue opinioni come una sorta di verità assodata e, volente o nolente, sembri accusare chi non la pensa come te di essere sostanzialmente in malafede o di non essere capace di vedere la verità. Ebbene, con sommo dispiacere, debbo ribadirti che non è così. La verità nuda e cruda è che a me il modo di scrivere di Boselli piace, così come mi piace quello di Faraci, quello di Manfredi e mi è piaciuto quello di Ruju ne "La prova del fuoco". Se ti prendessi, inoltre, il disturbo di controllare cosa ho scritto di alcune delle ultime storie di Nizzi qui o su TWO o SCLS, noterai che ho dato un giudizo non negativo di storie come "La rivolta dei Cheyennes" o "Dieci anni dopo" o la prima parte de "L'ultima diligenza" discutendo anche con chi ne lamentava difetti per me non esistenti. Quelli che tu chiami lampantissimi difetti non sono sono affatto lampanti per me ed anzi spesso li considero pregi. In parole povere, l'uso di molti personaggi, l'approfondimento psicologico, le trame intricate e complesse, un certo romanticismo alla Ford o Hawks sono tutte cose che apprezzo in una storia. Non guardo alla quantit? della presenza di Tex, ma alla qualità, che per me nelle ultime storie di Boselli, Faraci e Ruju è sempre stata abbondantente oltre la sufficienza piena. Finora Boselli (e con lui anchre Faraci, Manfredi e Ruju) mi ha dato non solo il tipo di storie che mi piacciono, ma il tipo di storie che mi piacerebbe scrivere se fossi capace di farlo. Pazienza se ogni tanto qualche storia è meno soddisfacente di altre (come quest'ultima, di cui, a quanto pare, non ti sei accorto che ho criticato più di un punto), purch? il livello medio sia alto e per me (ripeto: per me) lo ?. Vedi di fartene una ragione, se ne sei capace. Quanto a me, non credo di aver nessun dovere di giustificare le mie opinioni, perchè hanno piena cittadinanza quanto le tue e quelle du?i chiunque altro. Oppure adesso solo quelli che pensano che Boselli non è capace di scrivere il vero Tex hanno diritto di parola e gli altri che non sono capaci di vedere questa "evidente verità" debbono starsene zitti in un angolo? Se fosse davvero così, allora questo forum non fa più per me. Per quel che ti riguarda, invece: quando avrai imparato a non demonizzare o a non trattare sprezzantemente le opinioni diverse dalle tue ne riparleremo, non prima.
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