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Carlo Monni

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Tutto il contenuto pubblicato da Carlo Monni

  1. Ma chi vi ha detto che la storia di Burattini e Rubini riguarda la giovinezza di Tex? Mi sa che siete incappati nella classica trappola delle virgole nello stile di n"Ibis redibis non morieris in bello". Il testo delle anteprime recita: "I Tex Color ci porteranno al seguito di una mandria nella prateria sconfinata, nella giovinezza di Tex, alla caccia degli orridi Chupacabras." .. Si tratta di tre storie differenti. Quella con la mandria è di Faraci & Milano ned è il Color "lungo" di agosto Quella nella giovinezza di Tex non so quale sia. Quella coi Chupacabras è di Burattini & Rubini, Fate più attenzione alle virgole, Hanno un loro perché, sapete?
  2. La camicia senza taschini farebbe pensare a una storia ambientata in tutto od in parte nel passato, anche se mancano i guanti. Il che mi fa pensare ad una cosa. Nella presentazione delle storie di quest'anno, parlando del Tex Color si dice; "I Tex Color ci porteranno al seguito di una mandria nella prateria sconfinata, nella giovinezza di Tex, alla caccia degli orridi Chupacabras." Non sarà che alla SBE si sono sbagliati ed invece che una tavola di Barison tratta dal Magazine ne hanno presa una dalla storia del Color novembrino?
  3. diamo a Cesare quel che è di Cesare e a Puro Veleno quel che è di PV Ma dubito che Boselli non la conoscesse... magari poteva essersene dimenticato... Parliamo di una storia del 1950 ristampata una sola volta nel 1958 nella prima serie a striscia del Piccolo Ranger, quando Boselli aveva solo cinque anni. Le probabilità che non l'abbia mai letta e non ne conoscesse l'esistenza sono altissime se ci pensi bene. In passato, in mancanza di originali, si usavano copie. In ogni caso oggi si consegna allo stampatore un file con le scansioni delle tavole quindi dubito che la cosa facci differenza. Per il Texone di Gomez si usarono le scansioni che lui inviò dall'Argentina. in Redazione gli originali non li hanno mai nemmeno visti. Come non essere d'accordo? Questo è uno di quei pochi casi in cui nessuno si lamenterà se in una rivista di inediti verrà pubblicata una ristampa. Piuttosto, ecco una di quelle domande che solo io mi faccio: 32 strisce corrispondono a 11 pagine meno una striscia. Chissà come hanno utilizzato lo spazio vuoto?
  4. e ti riquoto ancora! Ho avuto anch'io la stessa idea e spero che alla Bonelli ci pensino su. Materiale anni '50... sarebbe interessante, storie western di GLB brevi e sconosciute... yes. Sono sicuro, poi mi sbaglio, che questa idea di pubblicare Cactus City è stata di Boselli... perché lui da cultore della saga sapeva l'esistenza di questa storia. Se non è sua l'idea di inserirla insieme al quella di Bocci(creando una sorta di omaggio nell'omaggio a Carson), sarei curioso di capire chi ha avuto in redazione la felice intuizione di riproporla in edicola. Se non ricordo male, Boselli ha appreso dell'esistenza di questa storia proprio da questo forum e qualcuno si è assunto l'onere di inviargliene la versione digitale via mail. Lui voleva pubblicarla da tempo ma lo frenava il fatto che non si sapeva chi fosse il disegnatore e non era possibile pagare a lui o ad i suoi eredi. Se non sbaglio è stato Francesco Bosco ad identificare il disegnatore con Armando Monasterolo con l'inchiostrazione di Aurelio Galleppini. Evidentemente l'identificazione dve essere stata accettata e finalmente si è decisa la pubblicazione. Ne sono decisamente contento.
  5. Carlo Monni

    [664/665] Partita Pericolosa

    Questa storia risale addirittura al 2008. Dovrebbe essere la quarta o la quinta che Faraci ha scritto per Tex. Nel corso degli anni ha subito una serie di stop prima perché è Marco Bianchini, a cui era stata inizialmente affidata, fu sostituito con Nespolino, il quale, arrivato a pag. 70 circa, fu spedito a disegnare tre numeri di Shanghai Devil e il primo di Adam Wild e solo da meno di un anno lo ha finalmente finito. Andava pubblicata anche perché non ce ne sono altre pronte.
  6. Carlo Monni

    [662/663] Carovana di Audaci

    Purtroppo devo dire che la storia di Andy, letta da ragazzino, è proprio quella che non ho mai sopportato. Che ci vuoi fare, si vede che abbiamo gusti diversi A volte capita e ce se ne deve fare una ragione. Io le storie citate da Betta le ho adorate tutte.
  7. Carlo Monni

    Galleria di Goran Parlov

    Sempre che la cosa gli interessi. Parlov sembra essersi accasato alla Marvel e trovarcisi anche bene. A volte qualcuno dimentica che non tutti gli autori italiani e/o mondiali hanno come meta della loro vita disegnare Tex. Di certo a Parlov glielo possono offrire ma non certo costringerlo. Questa sarebbe una buona idea.
  8. Carlo Monni

    [501/504] Mefisto!

    Aspetta e vedrai che sarai accontentato.
  9. Carlo Monni

    Lupe

    Ma penso anche a Brenda MacDonald se è per questo e ribadisco che chi pensa che in una storia western o avventurosa in genere non ci sia posto per le donne ha una mentalità antiquata a prescindere dalla sua età anagrafica.
  10. Carlo Monni

    Lupe

    Non sono per niente d accordo sul finale della storia di lupe. lo lo trovo tutt altro che ridicolo o insulso, ma insomma che doveva farci con sta ragazza sposarla per davvero? E che ci sarebbe stato di male? L'idea che l'eroe d'avventura debba necessariamente essere eternamente scapolo è tramontata da decenni. Oggi l'idea di un eroe sposato o comunque accasato è comunemente accettata. Basta che ti dai un'occhiata intorno e di esempi ne trovi quanti ne vuoi. In casa SBE ricordo i protagonisti della Storia del West che pure accasati felicemente si mettevano comunque in mille guai. All'epoca il massimo che poteva permettersi l'eroe era un'eterna fidanzata spesso petulante e capace di mettersi nei guai, il tipo di donna (alla Susy di Capitan Miki e Claretta del Piccolo Ranger) che io avrei scansato come la peste. Inoltre GLB aveva quest'idea, trasmessa in parte anche al figlio Sergio, che nelle storie avventurose le donne fossero solo un impiccio ed ecco il perché delle sue scelte. Parli come se tutto fosse stato deciso e pianificato fin dall'inizio con precisione svizzera. Non c'era alcun destino predestinato per Tex. G.L. Bonelli scriveva seguendo l'estro del momento e l'idea di Tex che incontrava Lilyth gli venne così mentre scriveva la storia di Lupe. L'unica cosa che aveva in mente in quel lontano 1950 è che Tex doveva avere un figlio da affiancargli nelle successive avventure cavalcando l'onda degli eroi ragazzini che all'epoca spopolavano nelle edicole vendendo molto più di Tex (almeno il triplo se non di più). Che sia stata un'idea sua o suggeritagli dal suo direttore, ovvero l'ex moglie Tea, oppure addirittura dal figlio adolescente Sergio, non lo sapremo mai credo. Fatto sta che l'idea c'era. Forse all'inizio doveva essere Lupe la prescelta poi GLB cambiò idea, magari affascinato dall'idea della "principessa" indiana e del salvataggio al palo della tortura. Dopotutto lui era cresciuto leggendo Salgari. Magari dovremmo esser grati che sia stata scelta Lilyth, altrimenti Lupe sarebbe morta nell'avventura successiva. Fosse stato solo quello ti darei anche ragione, ma piantava anche una ragazza innamorata per cui anche lui provava qualcosa, questo fu un atteggiamento che mi indispettì non poco, devo dirlo. Purtroppo all'epoca c'era quest'idea che l'eroe non poteva aver tempo per l'amore, Boselli non ha dubbi, lo ha detto esplicitamente a Cartoomics del 2014: Tex e Lupe hanno "consumato".La stessa idea che avevo anch'io. Ovviamente nella storia non può trasparire apertamente, è pur sempre una storia del 1950 destinata ad un pubblico di ragazzini in una nazione in cui il sesso era visto come un tabù non solo dai Cattolici ma perfino dai Comunisti ed in una serie messa all'indice delle letture sconsigliate dalla Chiesa. Era assolutamente impensabile che ci potesse essere anche solo non solo un'allusione a due che facevano sesso, ma addirittura a due non sposati tra loro. Sul resto concordo con te.
  11. Carlo Monni

    Tex nel 2016!

    Seriamente: tutte le storie della prima produzione di Faraci seguivano due filoni: l'innocente ingiustamente perseguitato e braccato dalla legge e il fuorilegge che custodisce un segreto ed è braccato dai suoi ex compagni. Le poche eccezioni vedevano perlopiù Tex braccare uno o più fuorilegge. come in "L'uomo di Baltimora". Visto il periodo in cui è stata scritta (dovrebbe essere la quarta o quinta storia che ha realizzato, non ho motivo di pensare che non rientri in una di queste categorie.
  12. Carlo Monni

    Tex nel 2016!

    Secondo me è più probabile che sia più somigliante a "Il ricatto di Slade" o a "L'inseguimento", che alle tre da te citate. Vedremo..
  13. Carlo Monni

    Tex nel 2016!

    Essendo una storia che Faraci ha scritto nel 2008, è ovvio che sia imperniata su una caccia all'uomo come la quasi totalità delle sue storie del suo "primo periodo. Sulla base dei precedenti, direi che il fuggitivo è tale perché conosce uno scottante segreto: forse è in grado di incastrare i militari corrotti o li ricatta. Il ruolo degli iIndiani sembra essere un'interessante variazionie sul tema. Staremo a vedere.
  14. Se partiamo da questo presupposto, allora, Ticci è già al lavoro sul n. 695, Civitelli sul n. 700, Piccinelli sul terzo capitolo della trilogia di Mefisto, visto che tutti e tre hanno già accettato il rispettivo incarico.
  15. Sarei davvero molto sorpreso se Stano fosse già al lavoro su questa storia, visto che Mauro afferma testualmente: "Dovrei iniziare a scrivere il seguito di “Mohawk River” che anche questa volta sarà uno speciale a colori disegnato e colorato sempre da Stano". Insomma, se Stano sta già disegnando qualcosa che Boselli non ha ancora iniziato a scrivere sarebbe dotato di doti divinatorie che davvero non conoscevo. Dove cosa?
  16. Questo era vero un tempo ma da alcuni anni non è è più così. Se uno passa a Tex da un'altra serie Bonelli oggi ha un aumento del compenso, quando ce l'ha, che oscilla al massimo tra il 10 e ed il 15% rispetto al 50% di trent'anni fa. Una volta mi è capitato di sentire un disegnatore (di cui non farò ovviamente il nome) lamentarsi del fatto che pur essendo pagato di più a tavola, la sua diminuita produttività da quando era passato a Tex gli faceva, di fatto, guadagnare di meno. Inoltre Freghieri è già uno dei disegnatori più pagati della SBE e per lui, come per Diso a suo tempo, non ci sono stati aumenti per il suo temporaneo passaggio a Tex, lo so per certo. Opinione personalissima e sbagliata, ci tengo a sottolinearlo. Nessun compenso è diminuito, quel che è accaduto è che da alcuni anni sono stati congelati tutti gli aumenti a parte l'annuale adeguamento ISTAT. Mah... a me non sembra. proprio. Da quando è cominciato il nuovo corso i soli disegnatori nuovi, almeno per me. sono stati Giorgio Pontrelli e Riccardo Torti. Ti ribadisco che, a quanto ne so io, negli ultimi anni, gli aumenti di compenso per chi disegna Tex sono ribassati e comunque non sono applicati a chi parte da una base già alta. A suo tempo Diso fu trasferito a Tex perché era una delle poche serie che potesse permettersi le sue tariffe senza rimetterci Su questo siamo assolutamente d'accordo. Quali siano state le motivazioni di Freghieri, è abbastanza chiaro, da commenti fatti anche qui, che a Boselli la cosa è rimasta sullo stomaco. Io sono un fan entusiasta di Freghieri sin da quando esordì oltre 40 anni fa sul Monello peraltro su una serie western Ammetto comunque che sembra nato per le atmosfere noir/hard boiled anche se l'opportunità di vederlo su Tex l'avrei davvero gradita.
  17. Le probabilità di vedere Freghieri su Tex al momento sono pari a zero. Che per ben due volte si sia messo al lavoro su Tex per poi abbandonare dopo poche pagine non è una leggenda metropolitana ma la pura verità Quello che è sbagliato è che fosse al lavoro su un Texone. La prima volta doveva disegnare il Maxi del 2008, "Lo squadrone infernale" dopo circa 20 o 30 pagine mollò ufficialmente perché c'erano troppi cavalli. La seconda volta avrebbe dovuto realizzare il Color n. 5 del 2014, "Delta Queen" e mollò dopo aver realizzato circa 10 pagine complete e 10 a matita (alcune delle pagine da lui realizzate si possono vedere qui, credo, nel topic dedicato ai disegnatori in generale). Stavolta la giustificazione fu che voleva completare uno Speciale Dylan Dog.. Alcuni dicono che non sopportasse la direzione di Boselli, ma se fosse vero, non si capirebbe perché sia stato capace di collaborare con lui in ben due Speciali Dampyr I più maligni dicono che il vero motivo dell'abbandono sia stato che Freghieri si sarebbe accorto che per disegnare Tex ci metteva circa il doppio del tempo che a fare Dylan Dog e che, quindi, di fatto avrebbe guadagnato la metà. Quale che sia la verità, dopo che per ben due volte ha mollato a lavoro iniziato, è estremamente improbabile che Freghieri si veda offrire una terza pèossibiulità. A quanto ne so, Boselli non ci pensa nemmeno.
  18. Carlo Monni

    [501/504] Mefisto!

    Per me no. Non m'importa di chi è l'idea ma come è sviluppata e qui è sviluppata benissimo. E' dal secondo albo in poi che le cose precipitano, purtroppo. La pensassi diversamente, dovrei giudicare negativamente ogni storia in cui il soggetto è di uno e la sceneggiatura di un altro. Non saprei: per quanto brutta (non a caso è l'unica storia di GLB che non ho mai riletto, quella almeno è una storia di Yama. Questa è una storia di Mefisto?
  19. Carlo Monni

    [501/504] Mefisto!

    Per quanto riguarda il fatto che la miglior stagione sia dal 2008 ad oggi oltre quella dove sceneggiava papà Bonelli.... e il periodo in cui sceneggiava principalmente Nizzi, dalla metà degli anni 80 non era una buona stagione? Certo che lo era, almeno fino alla sua famigerata crisi che per il lettore si manifestò con le storie post n. 400, ma comunque inferiore all'attuale secondo la mia modesta e personale opinione. Sembri pensare che se dico che le storie di oggi sono migliori, voglio svilire quanto fatto in precedenza. ma non è così. Riconosco senza problemi le voirtù delle storie di Nizzi dal suo esordio sino al 1994 e le rileggo sempre volentieri, ma questo non mi impedisce di dire che le storie attuali sono meglio. Questa è la tua opinione personale ma io non la vedo così. Per me, lungi dal modificare i personaggi, Boselli li ha, invece, riportati a quella che è la loro vera essenza stravolta da anni di pessime storie in cui i personaggi erano diventati qualcosa di molto diverso da come li aveva distinti G.L. Bonelli. Basti pensare al Carson scemo e macchietta lontano anni luce da quello vero. Quando io leggo le storie di Boselli, come pure quelle di Ruju e Manfredi e perfino quelle di Faraci, che avranno altri difetti ma non questo, ritrovo i personaggi che ho conosciuto e amato nella mia infanzia e adolescenza. Il vero Tex, il vero Kit Carson, il vero Kit Willer, il vero Tiger Jack. Certo filtrati dalla sensibilità personale e dallo stile ddi nuovi autori, ma sono loro, li riconosco. No, perché le storie nel complesso sono migliori. Alcune sono molto belle, altre meno. Veramente brutte non ne ho ancora trovate. Ma non è questo il punto. Io non giudico le storie dalla quantità di pagine o di uscite ma da quello che mi suscitano e dopo anni di frustrazione sono almeno sette anni che per me leggere Tex è tornato ad essere un piacere quasi ogni mese. La cosa non ti va giù, mi dispiace. Infatti è solo uno dei tre migliori sceneggiatori di fumetti italiani. Quanto a Nizzi, io non lo denigro: dico solo: 1) che come sceneggiatore è sicuramente inferiore a Boselli, Manfredi e Berardi, per tacere di almeno altri tre oggi diefunti, il cheb non vuol dire che sia stato un pessimo sceneggiatore come tu sembri adombrare. 2) ha vissuto tre stagioni, una molto buona ed interessante, una in cui il talento è andao calando ma le sue storie erano comunque leggibili; una in cui era ormai diventato incapace di scrivere e realizzava storie insulse, brutte, dove Tex colezioinava brutte iguiree a ripetizione ed era irriconoscibile rispetto all'eroe che era stato. Dire questo non è denigrarlo, lo sarebbe se dicessi che non è mai stato un bravo scrittore e che tutte le sue storie non valgono niente, ma io non l'ho mai affermato. Preferire qualcuno ad un altro non è denigrare quest'ultimo. E meno male, viste le sue ultime prove. E sbagli: se non ti piace più, dovresti semplicemente smettere di comprarlo.Io, a suo tempo, ho fatto così con Mister No, Dylan Dog e Julia. Inutile spendere soldi per fasi del male. Quelle prima del n. 400 lo sono perché belle, quelle post n. 500, invece perché sono le peggiori che abbia mai letto.
  20. Carlo Monni

    [501/504] Mefisto!

    Questa è la mia opinione e la ribadisco. Tu non sei certo obbligato a condividerla. Quella che stiamo vedendo negli ultimi anni, diciamo dal 2008 in avanti,, è forse la migliore stagione che Tex abbia mai vissuto dai tempi della sua Golden Age negli anni 60 e 70. Storie avvincenti, personaggi ben caratterizzati e disegni di alto livello. Io sono soddisfattissimo. Mi sa di sì: l'imprinting è noto, può fare seri danni.. A parte gli scherzi, bisogna vedere di quale Nizzi stiamo parlando. Quello delle storie sino all n. 400 poteva anche essere troppo manierista per i miei gusti ma era un signor sceneggiatore e gestiva i personaggi in maniera ottima e confezionava trame magari eccessivamente convenzionali, sempre per i miei gusti, ma decisamente avvincenti. Quello delle storie tra il n. 401 e 500 aveva ormai perso la sua verve ma suppliva con la sua padronanza del mestiere di sceneggiatore alla carenza nell'elaborazione dei soggetti (non a caso in quel periodo saccheggiava spesso i soggetti altrui o riciclava quelli che anni prima aveva realizzato per Larry Yuma). Quello dal 501 in avanti aveva ormai perso anche il mestiere e le sue storie diventarono sempre più stanche e brutte. Se sei cresciuto con quest'ultimo Nizzi, comprendo che non vedi lo stravolgimento di Tex e perché non sembri apprezzare Boselli.Del resto, c'è chi ritiene il Tex di Nizzi migliore di quello di G.L. Bonelli il che, se parliamo delle singole storie può essere vero, ma se parliamo di caratterizzazione, è una vera e propria eresia. Io sono fiducioso.
  21. Carlo Monni

    [501/504] Mefisto!

    La scelta di Nizzi diciamo che è stata una forma di rispetto verso uno sceneggiatore che, per più di dieci anni, aveva praticamente scritto TUTTA la produzione texiana. Inoltre, la prima parte è ben screneggiata e intrigante. Il resto, purtroppo, delude le aspettative di chi voleva una storia più epica e magica. Peccato. io infatti sono andato a rileggerei l ultima apparizione perché aspetto la storia di boselli come la vera rinascita del personaggio . Ciò non toglie che non è tutto da buttare , io do tre a una storia quando capisco in partenza quello che succederà o quando non riconosco il personaggio di tex . Questa è magari un po' scontata soprattutto nel finale ma non mi sono annoiato . In effetti non avevo pensato che la prima parte è vecchia data la lentezza di villa .perchè dici che l idea era di bonelli Carlo? Alla SBE all'epoca vigeva un pressoché rigido rispetto della gerarchia: Nizzi era lo sceneggiatore anziano e principale e quindi fu incaricato lui. Inoltre, all'epoca in cui iniziò a sceneggiare la storia, lui era, di fatto, l'unico sceneggiatore. E io glielo do quando la storia è davvero brutta. Quanto al riconoscere il personaggio, se per te quello che appariva nelle storie di Nizzi dal 2001 in avanti era il vero Tex, allora sei di bocca più buona di me. Nemmeno io: mi sono arrabbiato e mi sono sentito offeso e preso in giro, che è peggio. La lentezza di Villa non c'entra nulla in questo caso. In quel periodo Villa era impegnato con "L'uomo senza passato" e avrebbe iniziato a disegnare "Mefisto" solo nel 1995. Semplicemente Nizzi, io credo, aveva già iniziato a scriverla prima della sua crisi Perché è quello che ci ha detto Boselli. Negli anni 50 l'eclettico G.L. Bonelli scrisse un cosiddetto trattamento e forse una parziale sceneggiatura per un film mai realizzato intitolato "Il ritorno di Cagliostro". La storia iniziava a Parigi dove l'anima di Cagliostro. defunto da tempo, veniva evocata nel corso di una seduta spiritica e con mezzi magici riusciva a trasferirsi nel corpo di uno dei partecipanti alla seduta tornando così in vita. Ti suona familiare per caso? Boselli ci ha raccontato che G.L Bonelli aveva lasciato scritto di usare quell'idea per far resuscitare Mefisto e che lui stesso portò in Redazione quel che GLB aveva scritto. Il manoscritto originale di quel trattamento dovrebbe essere in possesso di Giorgio Bonelli. Nizzi nega di averne mai saputo qualcosa e che l'idea è tutta sua, mentre Villa in un'intervista del 2000 a Dime Press conferma la storia di Boselli.. Se Nizzi dice la verità, allora la coincidenza è impressionante oppure Boselli e Villa sono dei bugiardi. Non c'è via di scampo.
  22. Carlo Monni

    [501/504] Mefisto!

    Credimi, l'abbiamo capita benissimo... purtroppo. Io rispetto il tuo parere anche se non l condivido ma per come la vedo io, non solo non è certo un capolavoro, ma è sicuramente insufficiente. Di sicuro non è una storia "onesta". "Incubi" può essere una storia onesta, "Terrore sulla savana" può essere una storia onesta, tanto per restare in tema Mefisto, questa è semplicemente brutta. Perché è il Nizzi dei tempi d'oro. La prima parte, che peraltro si basa su un'idea di G.L. Bonelli anche se Nizzi lo nega, è stata sicuramente scritta prima della sua famigerata crisi creativa e si vede. Boris era un bel personaggio. Anche il recupero di Lily era una bella idea che però è stata sfruttata male. Varrebbe la pena di riprenderla. Ha le potenzialità di essere un'ottima antagonista anche indipendentemente da Mefisto. Nessuno lo ha capito. L'unica spiegazione che riesco a dare che i temi magici e dell'occulto non fossero nelle corde di Nizzi che si è rifugiato in luoghi e modalità narrative a lui più congeniali. Grosso errore. Per tua fortuna li riavrai con Boselli. Alla storia in sé darei un 3, Ai disegni di Villa darei un 10 e lode.
  23. Carlo Monni

    Guglielmo Letteri

    Prima che Ymalpas intervenga ribadendo ancora una volta che Francesco Bosco non voleva denigrare Galleppini, precisando che quelli che giudicano negativamente il lavoro del grande disegnatore sulla base del fatto che si è ispirato ad illustrazioni preesistenti esistono perfino su questo forum. Penso alla delusione manifestata da Anthony Steffen quando ha scoperto che per molte copertine Galep si era rifatto a copèrtine di riviste pulp western o paperback. Personalmente credo che si debba distinguere tra: Ab ) la copia vera e propria, ovvero il puro e semplice ricalco dell'opera altrui spacciandola come realizzazione propria. Cosa da condannare in assoluto. B ) l'ispirazione ad un'illustrazione o foto già esistente. Devo fare Tex che imbraccia un fucile e mi è piaciuto come lo faceva John Wayne in una certa scena di un certo film recupero quel fotogramma e disegno quella posa. Oppure: mi piace come Ticci disegna Tex accucciato a controllare le tracce e lo disegno sempre in quel modo quando è nella stessa situazione prendendo a modello un certa vignetta. Questi casi non sono in nulla diversi da quello di un artista che usa modelli quando dipinge i suoi quadri o per rifae, che so, un cesto di frutta ne prepara prima uno vero e poi se lo mette sul tavolo davanti a sé. C ) l'omaggio deliberato. Devo disegnare un uomo che cade e rifaccio la celebre foto di Robert Capa oppure per una copertina uso come riferimento la locandina di un film o cito un'altra copertina famosa. Nei casi B e C la mano dell'artista è comunque evidente Nel fare la copertina del n. 600 Villa ha preso a modello la posa di John Wayne in una celebre locandina di "Sentieri selvaggi" ma la mano e lo stile sono chiaramente i suoi. P:S. La discussione è interessante e vale la pena di continuarla ma non siamo un po' OT?
  24. Il curatore di Dampyr non è il tipo da privarsi di una risorsa del genere senza combattere con le unghie e coi denti se necessario. Tuttavia anche il curatore di Tex quando vuole qualcosa non si ferma davanti a nulla.
  25. Carlo Monni

    Guglielmo Letteri

    Non è per correggerti, ma sappi che la pratica è diffusissima ancora oggi. Praticamente ogni disegnatore di fumetti ha una raccolta di immagini, perlopiù foto o fotogrammi ma anche disegni di altri autori a cui attingere per riprodurre realisticamente pose, ambienti ed .espressioni. Sono dei copioni? Beh allora forse lo era anche Leonardo perché invece di dipingere la Monna Lisa a memoria ce l'aveva davanti a sé.-. Chi tenta (e non sarà Bosco ma c'è, credete) di svilire il lavoro di Galep e chi, semplicemente non riesce ad accettare che il suo disegnatore preferito usi queste tecniche, non possiamo farci niente. Io mi limito a far notare che una cosa è la copia pura e semplice, un vero e proprio ricalco, ed un'altra è l'ispirazione o l'omaggio esplicito.. Peraltro, anche per "copiare" a mano libera ci vuole talento. Chi di noi ne sarebbe capace?
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