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TWF - Tex Willer Forum

paco ordonez

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Tutto il contenuto pubblicato da paco ordonez

  1. Davvero, ripensavo alla scena del Tex cecchino: una delle cose più brutte mai viste su Tex. E tirare in ballo il solito Nizzi per giustificare qualsiasi robaccia, è un giochino facile ma un po' gratuito - che comunque non cancella o giustifica niente.
  2. Ok, se hai un giudizio così moderato di una presa in giro come "La città nascosta" (massacrata da chiunque, e non solo sui forum), partiamo da due punti di vista inconciliabili.
  3. Ma irrispettoso di cosa? E peraltro, se trovassi davvero la serie regolare alla canna del gas, avrei tutto il diritto di scriverlo, senza che mi si accusi di cattiva educazione - ma come al solito c'è sempre qualcuno a cui le critiche verso la Bonelli non vanno bene in nessun caso. Se vogliamo parlare di qualcosa di irrispettoso, verso Tex e verso i lettori, rivolgiamoci a chi ha mandato in edicola una roba come "La città nascosta", per di più col bollino dei settant'anni sopra.
  4. Pensa che quest'anno li raddoppiano, con la scusa del settantennale - che, per inciso, è partito davvero male: forse qualcuno in Bonelli spera di celebrarlo riempiendo di gadget e paccottiglia varia. Davvero nessuno oltre a me vede un tentativo di spremere la vacca grassa?
  5. "Il cacciatore di taglie" è un piccolo classico: fossero tutte come quella le storie "minori" io - e non solo io - ci metterei la firma! Per il resto: oltre alle storie che citi tu, abbiamo anche letto cose assolutamente mediocri nei vari Almanacchi (o Tex Magazine, come vogliono ora) e nei Color, e ci siamo a più riprese beccati - e ci beccheremo ancora - disegnatori come Diso e Cossu. Troppo facile, insomma, elencare solo le storie belle - che poi, per quanto mi riguarda, "La legge dei Forrester" è una storia carina ma castrata dal limite dei due albi. Ah, per la cronaca: molte storie che tu citi io per primo le ho elogiate e le elogio (pensa che dico spesso che il Boselli sceneggiatore è nel suo miglior periodo texiano). Sul discorso del "non acquistare l'albo" è un discorso che lascia un po' il tempo che trova: io leggo Tex da quando ho 7 anni, quindi, oltre a non comprare le uscite che non mi interessano - e ormai salto quasi tutte le uscite extra - credo di avere il diritto, specie se scrivo su un forum di Tex, di esprimere il mio malumore. Specie se il malumore non riguarda una singola storia, ma quello che mi appare come un andazzo generale. E basta leggere le risposte di Boselli in questo topic per accorgersi che l'iper produzione non è un problema solo per me.
  6. Il titolo l'ho scelto io, avendo creato io il topic: e, se leggi bene, era in forma interrogativa. Per il resto: di nuovo inviterei a stare nel concreto, cioè alle storie uscite finora e su cui, quindi, possiamo dare un giudizio fondato; troppo facile giudicare in base a previsioni ipotetiche di "grandi storie" che possono poi rivelarsi deludente (e cito ancora il secondo albo di Lupe). E no, per me "La città nascosta" è una bruttura inaccettabile, non certo una "storia normale" (che se il livello "normale" di Tex fosse quello, avrebbe chiuso da anni). Sul solito e aziendalista discorso inerente i "bisogni" e la "vita serena" della Bonelli, ripeto che io ragiono - e sono tenuto a ragionare - da lettore: se quindi l'iper produzione va a discapito della qualità, io, semplice lettore di Tex che non lavora nella Bonelli, ho tutto il diritto - e forse anche il dovere - di lamentarmi. Se la Bonelli deve sopravvivere spremendo Tex, a me non sta bene.
  7. Dopo aver letto gli ultimi messaggi di Boselli sulla difficoltà nel trovare sceneggiatori - e scusate se insisto - davvero si conferma l'impressione che tutto questo aumento di storie e storielline speciali sia una cosa sbagliata!
  8. Personalmente credo che si debba distinguere tra il Boselli sceneggiatore e il Boselli curatore. Il Boselli sceneggiatore per me è nel suo momento migliore, almeno per quanto riguarda la sua carriera texiana - e forse è questo che rende più bruciante la riuscita mediocre del ritorno di Lupe (o meglio, del suo secondo albo, perché il primo è bellissimo). Sul Boselli curatore io ho due grandi dubbi: il primo è che questo moltiplicarsi di storie e storielle sia un rischio per la qualità (e qui bisognerebbe vedere anche che responsabilità ha la Sergio Bonelli Editore); il secondo è che, come dicevo più su, la severità di Boselli sia soprattutto, o esclusivamente, per i nuovi arrivati, mentre un Faraci può impunemente scrivere "La città nascosta" e un Manfredi "Oro nero" e "La banda dei serpenti". Non vorrei che, come nei tempi più bui della fascia 500-600, valga sempre la regola per cui uno sceneggiatore "fidato" pubblica tutto. C'è poi la questione disegnatori: mentre ci becchiamo Cossu sulla regolare (che per me era e continua ad essere un assurdo) Mastantuono e Andreucci (e altri, se non ho capito male) sono dirottati su altre serie. Questo è forse il sintomo più preoccupante di una perdita di importanza di Tex.
  9. Fossi nella SBE il post di Leo lo incornicerei e lo appenderei in redazione, come memento da rileggere ogni giorno. Spero tuttavia che su Ruju si sbagli: e ricordo comunque la recente Wolfman a risollevare il bilancio del Ruju recente. Una cosa voglio dire a Borden: che non serve a niente spostare la discussione sulla questione dei ritorni e dei nemici ricorrente. Qui si sta parlando di cose molto più concrete: della qualità insoddisfacente di alcune storie recenti, sia dal punto di vista dei testi che dei disegni. A Borden non chiederei spiegazioni sulla faccenda dei ritorni, ma sul perché si sia mandata in edicola una roba come "La città nascosta".
  10. La mia sensazione su Cossu è che, non trovando più spazio sul "rinnovato" Dylan Dog di Recchioni, sia stato dirottato su Tex per il solito discorso che i prezzi dei disegnatori "storici" della Bonelli può permetterseli solo Tex. Non trovo un'altra spiegazione plausibile per questa cosa, che peraltro è più o meno la stessa del caso Diso. Col che mi sembra chiaro che il mito per cui su Tex vanno solo i migliori, o addirittura di un Tex che "frega" i disegnatori migliori delle altre serie, appartiene al passato: mi sembra più plausibile l'idea di Tex come ottima pensione, in barba ai lettori.
  11. Io, Sandro, uscirei dal discorso sulle aspettative, perché sono tutte ipotesi che non è detto si realizzino: storie (Lupe) e autori (Manferdi) da cui ci si attende tanto possono infatti deludere. Personalmente guardo ai fatti concreti, cioè alle storie uscite. E onestamente mi sembra che la serie regolare in quest'ultimo anno non abbia passato un bel periodo (Jethro e Wolfman a parte). E oltre a quanto scrivevo nel post di apertura, aggiungo che un motivo di delusione può venire anche dalla solita gabbia dei due albi che, almeno secondo me, ha castrato storie come quella di Ruju e Filippucci, e compresso troppo la storia di Lupe. Aggiungo anche - e non me ne voglia Boselli - che l'idea che lui sia un curatore severo mi sembra più una leggenda che un fatto vero: perché davvero non mi spiego come un curatore severo possa aver accettato una roba insulsa come "La città nascosta".
  12. Questo topic nasce dalla semplice constatazione che diverse tra le ultime storie della serie regolare stanno deludendo. In particolare mi riferisco alla seconda parte del ritorno di Lupe, alla storia di Ruju e Filippucci, a quella di Faraci e Venturi e alla appena uscita doppietta di Ruju e Cossu, che mi sembra stia generando un malumore ampio e generalizzato. Da cui la domanda: al netto degli annunci di "grandi storie" che ci attendono (Mefisto, il Maestro), è esagerato dire che la realtà concreta delle storie uscite sta cominciando a diventare piuttosto deludente? E ancora: tutto ciò è dovuto alla marea di speciali che, tra storie e storielle brevi, alla lunga stanno incidendo sulla qualità della serie regolare? Ha forse ragione Natural Killer quando suppone che la storia di Ruju e Cossu è stata allungata in extremis per coprire un buco? E' quindi questo il motivo per cui un disegnatore come Cossu si è ritrovato sulla serie regolare? Domande inquietanti, dato che vengono nell'anno dello sbandierato settantennale. A voi la parola.
  13. paco ordonez

    [Maxi Tex N. 22] La grande corsa

    Ecco, non vorrei sembrare offensivo verso Diso, che su Mister No disegnò pagine bellissime. E' chiaro che un disegnatore che va sulla novantina non può offrire molto più di così (anche se, a onor del vero, Diso non è mai stato il massimo su Tex): io personalmente me la prendo con la Bonelli, che permette disegni del genere su quella che considera (o dovrebbe considerare) la sua testata più gloriosa. Chiedere ai lettori, per quanto fedeli, di spendere 6 o 7 euro per un fumetto con disegni del genere è francamente una presa per i fondelli.
  14. paco ordonez

    [Maxi Tex N. 22] La grande corsa

    La copertina è semplice ma molto bella, la trama è interessante, Ruju è una garanzia... ma i disegni, a vedere le pagine sul sito Bonelli, sono davvero inaccettabili, specie per un albo che costa 6 euro e più. A vedere le vignette in anteprima, sembra anzi un Diso ancor più minimale e tirato via del solito. Mi spiace dover lasciare un Ruju in edicola (ed è il secondo Maxi suo), ma trovo questi disegni indegni di Tex e dei miei soldi.
  15. paco ordonez

    Tex e il razzismo

    Scusa Ymalpas, questa non l'ho capita. Che intendi per "striscianti e bavose"?
  16. Dopo una storia brutta e inutile come questa è normale che ci sia del malumore. Però non esagererei, perché comunque mi sembra che Tex, per merito di Boselli e Ruju, stia vivendo un ottimo periodo. Certo, veder cominciare il settantennale con una robetta del genere fa un po' incazzare, e vedere quel bollino glorioso con "Tex 70" sopra un albo del genere sembra quasi una presa per i fondelli alla storia di Tex. Quel che personalmente trovo più preoccupante è il modo pachidermico in cui si muovono le cose nella redazione di Tex. Voglio dire: è palese da anni che Faraci non è adatto a scrivere il personaggio (nonostante qualcosa di buono l'abbia anche fatto), eppure abbiamo assistito a ben 10 anni di agonia! Possibile che non lo si poteva allontanare dalla serie prima, dopo il Nulla assoluto di storie come "Braccato" o "L'inseguimento" o "Sotto assedio"? E la stessa domanda me la faccio per Manfredi, che dopo un inizio eccellente ha sfornato, con le sue due ultime storie sulla regolare, due brutture. Altra preoccupazione: l'eccesso di uscite speciali e storielline di vario tipo, che ci costringe a vedere sulla serie regolare un artigiano come Cossu, sicuramente meritevole, ma non certo della serie più gloriosa del panorama italiano, a maggior ragione in un anno celebrativo come questo! E purtroppo, a vedere le anteprime della storia cinese (ma spero sia un problema di scannerizzazione delle tavole), l'impressione aumenta. Mi chiedo poi se questo eccesso di storie non porti anche a un esaurimento creativo: mi chiedo, cioè, se in altri tempi un soggetto come quello de "La città nascosta", mero e vuoto omaggio a GL Bonelli senza guizzi di alcun tipo, sarebbe stato accettato.
  17. Nel commento al primo albo avevo scritto che, con un po' di pathos e sana violenza, il secondo albo sarebbe potuto essere molto bello; ma dicevo anche che Faraci non è Ruju. E infatti, come volevasi dimostrare, siamo di fronte all'ennesima faraciata, a una storia, cioè, che mostra tutti i limiti e i difetti di un autore che sembra essere giunto su Tex già bollito e stanco, quasi sempre incapace di scrivere qualcosa di lontanamente memorabil. Possibile che i banditi non riescono nemmeno a uccidere uno, dico uno, dei "buoni" che appaiono nella storia? Che non riescano a mettere in difficoltà i pards nonostante i tanti ostaggi? Che si facciano macellare imperterriti quasi senza battere ciglio? Ancora una volta, insomma, i nemici di Faraci sono burattini senz'anima, buoni solo perché numerosi e quindi più lunghi da fermare tutti (più nemici, più BANG BANG, più pagine riempite facilmente: il solito nulla faraciano). Davvero, mi auguro che questo strazio finisca al più presto e definitivamente. Ah, l'ultima chicca: il Tex cecchino che ammazza a sangue freddo e a distanza di sicurezza. E qui anche Boselli, in quanto curatore, ha la sua parte di colpa. Insomma, mi auguro di non leggere mai più robetta di questo tipo, specie nella serie regolare: se storielle del genere devono finire sulla testata principale, e si si fanno passare cose come il Tex cecchino, allora forse davvero la sbornia di speciali, extra, storielle e cartonati rischia di portare a un problema qualitativo. Venturi ancor più sintetico che nel primo albo. Bontà dei pards e delle scene d'azione a parte, devo ancora capire se è una evoluzione che mi piace del tutto
  18. Nessuna scelta, ma astinenza forzata mi rimetterò in pari con la regolare al più presto (a quasi tutti gli speciali, tranne i Texoni e casi davvero speciali, ho rinunciato).
  19. Dopo qualche mese di astinenza forzata da Tex, durante la lettura di questo albo mi sono più volte chiesto se ricominciare proprio con questa storia faraciana fosse la cosa migliore. Perché mi sembra evidente che non siamo di fronte a una storia memorabile, in cui la sensazione di star leggendo una sorta di omaggio un po' fine a se stesso a "La città d'oro" bonelliana non ti abbandona, e in cui purtroppo tutti o quasi i soliti, triti e ritriti stereotipi narrativi di Faraci abbondano (la storia che inizia con sparatoria in corso, il cattivo crudele che ammazza uno dei suoi, l'incidente nel percorso - in questo caso il ponte rotto). Eppure - e forse è proprio l'astinenza a rendermi più docile - lo sceneggiatore mi sembra muovi bene i quattro pards, mette in scena dialoghi piacevoli, migliora nettamente nelle sparatorie (non c'è, voglio dire, quello spreco di vignette mute che allungavano il brodo e rendevano barbose le sparatorie), e tutto sommato l'idea di una città "della pace" da cui non si può uscire è affascinante. Anzi, se Faraci riuscisse a mettere un po' di dramma e pathos con l'arrivo dei banditi - insomma, un po' di sana violenza coi soli pards contro tutti - ne potrebbe uscire una bella storia. Ma Faraci, anche da questo punto di vista, non è Ruju, quindi ci spero ma non ci credo. Capitolo disegni: un Venturi nuovo, diverso dal solito, che giunge a un sintetismo che, confrontando suoi albi più vecchi, appare evidente. Un Venturi, insomma, che prosegue deciso in quella strada verso una sintesi grafica più veloce che aveva imboccato con il Texone. Onestamente non so dire se tutto ciò mi piace fino in fondo - mi piacerebbe molto vedere le matite di queste tavole, per capire se il sintetismo parte già in quella fase o solo in quella dell'inchiostratura -, anche perché qualche volto mi sembra un po' tirato via (il primo piano di Tex a p.10), ma non c'è dubbio sul fatto che Venturi sia uno dei migliori nella caratterizzazione dei pards, e che il suo West è davvero bello e credibile (come già aveva ben dimostrato col Texone).
  20. Era un "peccato" personale, diciamo così, dovuto al fatto che, non avendo nessuna voglia di cercare l'albo di Andreucci per leggere la storia completa, non prenderò nemmeno questo
  21. Grazie per la risposta! Peccato, questo lo avrei preso, anche solo per i disegni di Mastantuono.
  22. Mastantuono è uno spettacolo, e con questi colori è davvero imperdibile - almeno per me, che lo considero uno dei migliori disegnatori attuali di Tex. Una domanda: questo cartonato è il seguito del precedente disegnato da Andreucci?
  23. Tutte le storie si prospettano come molto interessanti, e se di Boselli e Ruju ho la massima fiducia, per quanto riguarda Nizzi e Manfredi attendo le singole letture: il primo è da un po' di anni lontano dalla serie, e le sue ultime storie non furono certo memorabili; il secondo, invece, dopo un grande inizio, ha realizzato con le sue due ultime storie sulla regolare due delle cose più brutte apparse sulla serie negli ultimi anni. Quindi un minimo (anzi, più di un minimo) di perplessità non posso non averla. Staremo a vedere, insomma.
  24. Beh, dopo il numero 400 di storie di Nizzi di oltre le 220 pagine ce ne sono diverse, ben più di tre o quattro Però è vero che l'impressione che prima le storie fossero più lunghe dipende anche dal fatto che le spesso iniziavano e terminavano a metà albo.
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