Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Tahzay

Allevatore
  • Contatore Interventi Texiani

    503
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    2

Tutto il contenuto pubblicato da Tahzay

  1. Tahzay

    [18] [Almanacco 2011] La Città Del Male

    Ed è un gran bel finale, ricco di sensibilit? e con un tocco di malinconia, ma anche in qualche modo "positivo". E non sono ironico. Viceversa, è il finale roboante, quasi "spettacolare", a stonare e ad apparire posticcio, ad uso e consumo della platea. Un finale "crepuscolare", viceversa, avrebbe reso meglio l'effettivo evolversi della vicenda (si veda, ad esempio, il bellissimo ed amaro finale dell'albo "Sentiero senza ritorno").
  2. Tahzay

    [18] [Almanacco 2011] La Città Del Male

    Non il mio, in ogni caso. Raramente ho visto su Tex un simile "show" finale per edulcorare una missione evaporata se non, in buona sostanza, fallita. Ma se alla maggioranza dei texiani basta lo schema "pallottole et circenses", dovr? adeguarmi: "showdown" nelle ultime dieci pagine di ogni albo, e via così.... La storia non mi è nel complesso dispiaciuta, intendiamoci, ma il finale ha un sapore beffardo e gratuitamente eclatante. Immagino la scena del ritorno da Freccia Spezzata:"Ugh.... Aquila della Notte è stato di parola.... ha catturato il colpevole della morte di Corvo Nero!""Ehm.... Freccia Spezzata, vedi.... non è proprio così... ti va bene lo stesso se ti ho portato il mandante dell'omicidio?""Ugh.... costui è dunque la mente alla quale è dovuta la morte del povero Corvo Nero?""Beh veramente.... parlavo dell'omicidio di Tonio e Manuel.... ma perchè fai quella faccia? Ho spazzato via un intero villaggio attaccandolo frontalmente, in pieno giorno e dalla parte più sorvegliata per catturare un bottegaio, e mi guardi così?" >
  3. Tahzay

    Copertine Originali E Ristampe

    E sul taschino della casacca di Tex - nelle due versioni successive - manca qualcosa.........
  4. Tahzay

    [18] [Almanacco 2011] La Città Del Male

    @ cheyenne: se parliamo di regia o di responsabilità morale circa la morte del navajo, allora Tex avrebbe dovuto far subito una retata ed un'indagine nei confronti di tutti i protagonisti di quell'episodio. In realtà Tex decide di prendere e far sottoporre a processo solo l'autore materiale dell'omicidio. Daniel Mason viene catturato per essere il mandante dell'omicidio di tonio e manuel , non per quello di Corvo Nero.
  5. Tahzay

    [18] [Almanacco 2011] La Città Del Male

    @ anthony steffen : veramente il Mason da consegnare alla giustizia era Frank, non il di lui fratello. Diciamo pure che la missione e' riuscita a un quarto, più che a meta'....
  6. Tahzay

    [18] [Almanacco 2011] La Città Del Male

    SPOILERmi sarei aspettato una riapertura del dibattito circa la sorte avversa di chi si affida/viene affidato a Tex.... tra l'altro, rispetto alla recente prova di Ruju, qui gli errori di Tex - se così vogliamo chiamarli - sono più delineati, seppur variamente giustificati (e/o giustificabili): dalla scelta della pista sulla quale passare, al piazzamento delle sentinelle sul "Trono degli spiriti", all'affidamento del prigioniero al giovanissimo Manuel. Il soggetto non è chissa cosa, parte da un clich? visto e rivisto (il pellerossa ingenuo, dapprima raggirato e poi vittima di una "gang" di visi pallidi razzisti) e culmina con una sparatoria per me sopra le righe, dal momento che - nella fattispecie - i soli responsabili dei guai capitati a Tex erano i fratelli Mason, il ristretto gruppetto di loro amici (Blacky & C.) ed i loro alleati "esterni". Per cui, a Tex (ed al lettore) non è stato neppure dato un concreto, effettivo motivo per un repulisti così drastico di questa novella Gomorra, più descritta (dai racconti di Freccia Spezzata) che realmente mostrata. Anzi, le poche vignette cittadine mostrano personaggi non manifestamente disonesti, e addirittura collaborativi con Tex, come il maniscalco. Sicch?, la sparatoria finale all'impazzata, preceduta dall'intento dichiarato di far fuori mezza città, mi è sembrata un po' eccessiva, un po' demod': il giovane Tex, vendicatore e "sparatutti" dei primi numeri è piacevole da rileggere, ma NON è più il Tex attuale, che è risoluto e deciso ma non irruento sino a "caricare" frontalmente una città con avversari già piazzati, armati e ben al coperto. Questo finale fin troppo vendicativo mi ha dato, dunque, un retrogusto amaro, quasi come Tex volesse simbolicamente trovare una eclatante rivincita per una missione sostanzialmente fallita (due giovani navajos morti, Frank Mason sfuggito alla giustizia degli uomini). Note positive: Kit, Tiger e l'amalgama (se così si può dire) tra i 4 pards, ed anche i dialoghi, snelli, scorrevoli, crddibili ed appropriati. una sceneggiatura secca e senza fronzoli, che - assieme ai disegni, gradevoli - mi fa concludere per un voto complessivo di 7 abbondante.
  7. Tahzay

    Il Tex Del Primo Centinaio

    Vabb?, ma io non caricherei troppo la vicenda della partita con Brown. Si trattava di una sorta di piccolo indizio lasciato da Boselli per far intuire al lettore che Tex aveva visto del marcio in Brown già a suo tempo, non aveva la pretesa di far immaginare, nella ricostruzione visiva del lettore, addirittura la scena ed il contesto. Diverso sarebbe stato se Tex avesse detto "ricordo che una volta mi ha battuto a pugni" oppure "? stato più svelto di me nell'estrarre", perchè nell'immaginario del lettore Tex è il più forte ed il più svelto. Nel caso di specie, Tex era stato semplicemente ingannato da un "collega", e gli episodi in cui Tex viene sorpreso o ingannato anche in maniera ben più beffarda e irriverente (mi viene in mente Macredy in "L'uomo nell'ombra") sono numerosissimi nella saga.
  8. Tahzay

    Il Tex Del Primo Centinaio

    Quoto Aphrodite's Child. Io direi che già con "L'orma della paura" assistiamo ad un primo cambiamento di registro e struttura delle storie di Tex, con un'avventura ad ampio respiro, e una notevole serie di personaggi (tra antagonisti e comprimari). Poi c'è il noto salto temporale, con la nascita e la (rapida) crescita del piccolo Kit, che assume ben presto il ruolo di "ciclone" e scavezzacollo ufficiale, mentre Tex a volte assume il ruolo del padre saggio e brontolone; ne "la croce tragica" (gennaio 1955), poi, già si vede un Tex insolitamente prudente e "legalitario", che stenta a prendere una decisa iniziativa contro i Daniti (molto "nizziano", in questo). Poi arriva una fascia caratterizzata da avventure molto "fantasy", ed in questo concordo con chi parla di un pizzico di ingenuità da tempi eroici (ma che storie! Si pensi a "La città d'oro" o "la voce misteriosa"), ma Tex è già molto cambiato. Da "Sangue Navajo" in poi, per me il Tex bonelliano non cambia più, nella sostanza; è solo il più ampio respiro delle storie - con l'abbandono del formato a striscia - a dare l'impressione di una maggiore "modernit?".
  9. Ma proprio no.... > Ho scritto nel mio ultimo post esattamente il contrario..... questi momenti di puro "spirito" texiano DEVONO (ri)entrare a far parte della storia, anche a scapito della complessit? e della ricchezza complessiva del soggetto. E' come se in un'avventura di Popeye non si mostrasse il marinaio che ingurgita la scatola di spinaci prima di partire alla carica, perchè tanto è una scena "già vista". Ma attenzione, non è che OGNI pestaggio debba durare 4-5 pagine, o che OGNI ingresso in una cittadina debba prevedere una visita al ristorante con bistecche e patatine; l'importante, tuttavia, è che gli autori non credano di poter fare costantemente a meno di momenti tipicamente texiani, sacrificandoli ora con un flash-back, ora con altri personaggi.
  10. Che questa discussione nasca e si sviluppi dopo un 2010 così ricco di storie belle ed intriganti, obiettivamente fa riflettere. Cosè come vedo che ci si allontana dal problema centrale, che non e' cosa Tex fa, ma piuttosto "come" fa. Linguaggio tagliente, ironia, ritmo. Il soggetto, sul quale pure giustamente gli autori di oggi investono tanto sul piano della documentazione e della ricerca dell'originalita, può a volte essere meno pretenzioso, meno cesellato. Come lettore di Tex, mi sento maggiormente appagato da una lettura in cui non vedo l'ora di voltare la pagina seguente, che da una che mi porta a dover sfogliare l'albo a ritroso.
  11. Ma infatti il linguaggio e la "leggerezza" bonelliani sono importantissimi; ciò non toglie che l'essenza di Tex è quella che stiamo dicendo tutti, e cioè quella efficacemente sintetizzata dal suo progenitore in quella celebre intervista.
  12. Eh no, la struttura è altra cosa.....? un misto tra linguaggio colorito, ironia, situazioni imprevedibili miste a prevedibili (e texiani) "topoi"... mentre l'essenza di Tex è proprio quella, riportare l' "ordine" dove regna il "disordine". Da sempre. Dal primissimo episodio. Guarda, se ti rileggi "Il laccio nero" fai prima a capire cosa intendo
  13. Hey amigos.... il "mio" Tex è esattamente quello che arriva e le suona a tutti, e concordo in pieno con Capelli d'Argento!Mi iscrivo pertanto al partito degli "ingenui" (bench? trentennali.....) lettori della testata!Hasta luego! :generaleN:
  14. Tahzay

    [603] Faccia Di Cuoio

    Ci sono diversi passaggi della sceneggiatura di Boselli - solitamente "svizzera" come precisione - che stavolta non ho ben compreso. Anzitutto, o non l'ho capito io, o non è ben spiegato, come possano i Modoc prima, e "Faccia di Cuoio" poi, aver riconosciuto i due pards come tali ("Capelli d'Argento"......"Tex Willer"). E' evidente, infatti, che questo è uno dei motivi (unitamente alle domande poste da Tex a Jackson) che fanno mutare l'atteggiamento - in ogni caso, sin troppo repentinamente, a mio parere - a "Faccia di Cuoio" e ai suoi Modoc, che fino a poche vignette prima volevano la pelle dei due pards. Diversamente, laddove cioè costoro avessere saputo dell'identit? dei pards per averlo comunque appreso in precedenza (ma non si sa come), ancora all'inizio della scazzottata Jackson non avrebbe pronunciato quel "ti ammazzer?" così deciso, rivolto a Tex. Mah!N° mi è molto chiaro cosa ci faceva Jackson nella stanza di Scoville a ridosso del tentato omicidio, così come il piano architettato da Dempsey e Ryan. In primo luogo, quest'ultimo dopo ben 10 anni (dieci anni, eh!) decide di voler diventare "padrone della città"; Scovill lo capisce (non ci viene spiegato come, ma vabb?) e ne parla non allo sceriffo, ma al "compagno di epistole" Jackson (improbabile, ma vabb?-bis). Giusto in coincidenza con l'arrivo di Tex e Carson, si concretizza il piano omicida: l'obiettivo è far ricadere la colpa su Stingaree, altrimenti non verrebbe usato un tomahawk. Ma come faceva Dempsey a sapere che avrebbe trovato Stingaree mezzo ubriaco nella pensione, tanto da potergli infilare l'arma nel giaccone? Si potrebbe immaginare che fosse stato fatto ubriacare (o che fosse stato drogato) in precedenza, ma così non ?, visto che il Modoc "casualmente" si era ritrovato a passare per la stanza di Scovill, che altrettanto casualmente aveva dato, contemporaneamente, appuntamento ai pards (se aggiungiamo il "gironzolante" Jackson, casualmente giunto l' poco dopo.... ci volevano i vigili, quella sera al Sutter Hotel, tanto era il traffico da smistare....!). E vogliamo parlare di Dempsey, che lascia nella lavanderia dell'Hotel il soprabito dopo avervi tenuto il tomahawk sporco di sangue? -_nono Ed ancora, ci viene fatto capire che Ryan nulla sapeva di Jackson ancora vivo, ed allora perchè nelle pagine conclusive gli dice "hai finito di perseguitarmi?" A quale persecuzione si riferisce? Quello roso dal tormento pareva Scovill.... mentre Ryan era quello con due dita di pelo sul cuore, sin dal principio.... E Randy, che vuole punire Dempsey con un .... furto di bestiame? A parte che mi pare che i soprastanti fossero stipendiati, non certo comproprietari dei rancheri... ma poi gli d' solo la stura per scatenare ancor di più il suo odio verso i Modoc, in primis verso l'amico Stingaree! > E i Modoc che (passi per il ladro scoperto e incastrato nella prateria) giungono fino in città per acciuffare lo stesso Randy? A che pro? Per consegnarlo allo sceriffo onde potersi eventualmente discolpare? E con quale credibilit?, ed in che modo, in un paese a loro ostile?Molte domande mi hanno lasciato perplesso a fine lettura, insomma.
  15. Leggendo tutti i commenti mi sono ancora più convinto di una mia idea; idea apparentemente originale, che però è se notate è riassume e dipinge praticamente le opinioni di tutti. E dunque, abbiamo due tesi (sintetizzo all'estremo, per evitare lungaggini): Prima tesi: Tex, nelle trame di Boselli, è centrale. Egli è il risolutore della vicenda, è il motore degli eventi principali, è il protagonista più rifulgente. Seconda tesi: Tex, nelle trame di Boselli, non è centrale. Ci sono molti comprimari, la vicenda è ricca di intrecci, si sofferma spesso sull'azione (e/o sul passato) di altre figure, sicch? Tex - alla fin fine - partecipa semplicemente alla vicenda di altri, pur con ruolo significativo e pur piazzando la ?stoccata? finale. Teoria mia: nelle storie di Boselli, Tex è (quasi) sempre centrale, ma non sempre è ?percepito? come tale, ma questo accade per motivi strutturarli, di scrittura e di sceneggiatura, più che di soggetto. E? un problema quasi subliminale: infatti, poi, andando a rileggere ed analizzare minuziosamente le varie avventure, spesso i sostenitori della seconda tesi devono dar ragione a quelli della prima. Perchè accade questo? A questo punto mi ?autoplagio?, riproponendo quasi integralmente un mio intervento che scrissi tempo fa in un altro Forum texiano (di cui non faccio il nome ma che avrete certamente capito tutti ). E dunque: secondo me, il grande segreto del Tex bonelliano è stato il saper creare un mix perfetto tra avventura, momenti di tensione e di suspance, e situazioni che "rilassano" il lettore, lo fanno sentire a suo agio, gli fanno "riconoscere" immediatamente il personaggio. Si tratta di scene apparentemente inutili ai fini narrativi, quali la preparazione di un pasto frugale, la visita a un ristorante con battibecco col cameriere, un siparietto con Carson, una rissa con il bullo di paese, una particolare espressione sorniona (mi viene in mente la memorabile vignetta in cui Tex osserva, e poi richiama ironicamente, monsieur Bonnet dopo essersi arrampicato alla finestra del suo appartamente in "Sulle piste del Nord"), e che hanno in verità - per il lettore di Tex - la medesima funzione del sorbetto al limone tra piatti di carne e piatti di pesce: vale a dire, una gradevole, rilassante fase di transizione tra momenti di pura avventura, di tensione, di svolgimento della trama, a momenti tipicamente "texiani", che fanno immediatamente riconoscere il personaggio e la sua statura. Quasi ?ex se?. Per Bonelli era facile, molto facile scrivere così: Bonelli ERA Tex, e si divertiva un mondo, si scatenava a scrivere un Tex così. La costruzione della trama era vulcanica, istintiva, alluvionale. Boselli no: Boselli è uno ?studente che studia?, direbbe Tot?. Non potrebbe mai e poi mai scrivere un Tex così. Ne consegue che in Boselli, a volte, fasi come quelle descritte (che pure ci sono, attenzione) non sono "percepite" dal lettore, perchè mescolate (e sacrificate) ad una sceneggiatura quasi sempre densa, serrata, ricca di situazioni, intrecci e personaggi (a volte, e SOLO a volte, obiettivamente "rubascena"). In altre parole, Tex - in intrecci simili - ha meno tempo di rilassarsi o di "texeggiare" (perdonatemi l'orribile neologismo), e (con lui) non si rilassa nemmeno il lettore. Cosa intendo per rilassarsi? Staccare - per un attimo - dal filo logico dell'avventura ed immergersi in una dimensione esclusivamente, squisitamente texiana; mettendosi dal lato del lettore, quest?ultimo (il lettore) riconosce subito che l'autore, in quel momento, non ha inteso darci quelle pagine perchè hanno un significato all'interno della storia, o perchè fungano da snodo della vicenda, ma solo per offrirci l'icona-Tex, e per il piacere di farcela gustare. Ed il lettore ?esce? dalla trama, si rilassa, e ... gusta. Simultaneamente, senza rendersene conto. Quindi riprende il filo della narrazione. Quasi un meccanismo subliminale. Non voglio complicare eccessivamente quello che è il semplice piacere di leggere un fumetto, ma riporto le parole usate da Marcel Proust nel descrivere l'ondata emozionale che lo aveva assalito, gustando la famosa madeleine: "Una deliziosa volutt? mi aveva invaso, staccata da qualsiasi nozione della sua causa". Fate attenzione alle singole parole: ?staccata da qualsiasi nozione della sua causa?. Non c'è alcun motivo apparente perchè un lettore texiano ?goda? quando Willer chiama "vecchio cammello" il suo anziano pard, e non c'è - sempre all'apparenza - alcuna particolare prodezza tecnica da applaudire, in uno sceneggiatore che si avvalga di "topoi" texiani arcinoti ed arci-utilizzati (bistecche & patatine, peste & corna ed affini); ma il saper dosare, inserire e miscelare queste madeleine all'interno di una sceneggiatura tecnicamente ricca, curata e calibrata (quali quelle che, quasi sempre, ci propone Boselli) ?, per me, la chiave per tendere al prodotto finale perfetto, anche dal punto di vista della "sensazione di centralit? texiana" lasciata al lettore. ::evvai::
  16. Tahzay

    [601/602] I Giustizieri Di Vegas

    Mah, se posso dire la mia si sta facendo un po' troppo polverone. Ognuno ha le sue opinioni, non credo francamente che qualcuno tenga su un sito su Tex, aggiornandolo di continuo e - contemporaneamente - "gufando" sul futuro del personaggio o divertendosi a dileggiarne le storie attuali. A me, francamente, sembra di aver capito che - al di l' della provocatorietà manifesta di certi passaggi di tali "articoletti velenosi", che va letta in questo senso - quel che si rileva è una mutata, generale cifra stilistica sul come viene raccontato il personaggio e su tutto ciò che gli ruota attorno, a partire dai pards ed a terminare con i nemici, passando non più "leggeri" sulle ali dell'avventura (come una volta), ma "pesanti" su una strada lastricata di riferimenti storici, geografici, antropologici, naturalistici che assorbono la parte preponderante del racconto, finendo con il diventarne il cuore pulsante sino ad allontanare la centralit? dello stesso Tex, come una sorta di forza centrifuga. Tanto per essere chiaro, anche a me non ha dato un particolare fastidio il calcio in faccia di Tex ad uno degli svariati vicesceriffi, ma mi sarei divertito di più nel vederlo risvegliato da un fiammifero in mezzo ai piedi. Il che non vuol dire che DOVESSE avvenire questo, intendiamoci. E' (era?) in queste piccole cose che risiede (risiedeva?) la "marcia in più" di Tex, la sua irriverente ironia, la sua statuaria centralit? nel racconto. Sono cose (e sono scelte) che non possono essere contestate n° a Boselli n° a nessun altro, perchè sono snodi di lettura, passaggi così impalpabili (quasi subliminali, oserei dire) da non poter essere neppure definiti. Però ci sono. Rileggetevi il messaggio di AtTheRocks, sul suo "mezzo secondo" di rilfessione: è un intervento che apparentemente non dice nulla, eppure, in realtà.... dice tutto.
  17. Meglio la copertina della serie regolare. L'impacchettamento non toglie nulla alla fiera baldanza del ranger, che avanza ben retto e con l'inclinazione del corpo un po' arretrata, come appunto un uomo costretto a camminare, ma che vorrebbe tornare indietro, o liberarsi. Troppo rassegnata e da "cane bastonato" l'espressione di Tex nella copertina del nuovo numero della "Collezione storica", copertina complessivamente anonima e tra le meno riuscite della collana, per me.
  18. Tahzay

    Il Caso Codacons

    Che è poi (aggiungo io) la cosa che più mi è piaciuta della storia attualmente in edicola!
  19. Tahzay

    Il Caso Codacons

    C'è poco da sorridere, considerando che - 11 anni dopo - è arrivata la vittoria morale del Codacons, con la censura delle vignette incriminate sulla "Collezione storica a colori".
  20. Tahzay

    [601/602] I Giustizieri Di Vegas

    All'esito della consueta rilettura, devo parzialmente rettificare quanto scritto nel messaggio sopra: in effetti, Tex e Carson non accettano spavaldamente un (impossibile) scontro due contro sei, sono Kit e Tiger che all'ultimo momento sono costretti a defilarsi per far fronte al gruppo di Ice e Dowd, lasciando i loro pards nei pasticci. Confermo che la cosa che mi è più piaciuta della storia è la ritrovata, sana ferocia di Tex e i suoi contro gli avversari di turno: in altri tempi avremmo letto frasi del tipo "peccato non averli potuti assicurare alla Giustizia", o "mi ci ha costretto", ecc. ecc...... basta leggere invece l'ultimo baloon della storia per capire che i "nostri" erano assolutamente determinati a spedire tutti quanti all'inferno (Cady si è salvato, però..... ).
  21. Tahzay

    [601/602] I Giustizieri Di Vegas

    SPOILERPaco oramai lo conoscono tutti, ma il suo frequente gridare al "capolavoro" ha una spontaneit? ed un entusiasmo coinvolgente...... per cui gli perdoniamo al 100% certi eccessi! La storia è lineare? Mica tanto.... ..... il primo albo è piuttosto intricato: cambi di scena continui, personaggi su personaggi che ci vengono presentati, flash-back, vigilantes misteriosi, indagini parallele su più fronti.... se è lineare il primo albo, lo è anche il cerchio di Giotto....:DIl solo secondo albo è "lineare", e diviene anche un po' scontato a partire da pag. 65 circa, per via della copertina e del titolo che "spoilereggiano" il finale, dove si sa già che avverr? uno showdown "tutti contro tutti" (con ovvio esito conclusivo, ossia la vittoria dei pards). Nulla di male ovviamente in questo, ai tempi del Tex a striscia TUTTE le copertine e quasi tutti i titoli costituivano degli spoiler (.... a volte, mortiferi per la suspence!). Come spesso accade, l'ottimo Boselli esagera un tantino con i comprimari, con il risultato di riuscire bene nella caratterizzazione solo di alcuni di essi (penso a Webb), mentre per altri.... occorrono frequenti "riepiloghi", a beneficio della memoria del lettore: emblematiche le ultime vignette di pag. 37 e pag. 81, dove Carson e Tex - rispettivamente - pensano e parlano in maniera del tutto innaturale, rispolverando chiaramente nomi e volti ad esclusivo beneficio del lettore, altrimenti certe precisazioni non si spiegherebbero (baloon "riepilogativi" di questo genere ne abbiamo trovati spesso anche nella trilogia de "La mano del morto", personalmente non mi fanno impazzire perchè rendono ancor più palese il difetto di base di cui sopra). Con 2-3 vicesceriffi in meno (... ammazza che squadra "stanziale", per una cittadina relativamente di poche anime, ed oramai tranquilla!), credo che la storia non ne avrebbe perso in fascino, la trama sarebbe rimasta inalterata ed anche il duello finale avrebbe acquisito - paradossalmente - più pathos: personalmente, avrei preferito vedere i soli "capoccia" venire avanti e sfidare Tex e Carson (con la copertura "sleale" dei complici, ovviamente), mentre quel conclamato "6 contro 2" a distanza di dieci metri (con i nostri che ne escono - incredibilmente - "solo" feriti) mi è parso un filino troppo enfatizzato: certo, non è la prima volta che Tex affronta decine di avversari e li stende, ma non ricordo un duello "a freddo", faccia a faccia così impari dai tempi dello sceriffo Wess Benis in "Fuorilegge" (allora era un 1 vs 3, stavolta 2 vs 6). So che non c'entra nulla, ma ho rivisto la scena di Juan Raza che abbatteva da solo 7 bandidos che gli sparavano da 4/5 metri di distanza nell'inizio dell'albo "A sud del rio grande".... un po' troppo, insomma. Riassumendo, attribuisco anche io un bell'8 all'albo, caratterizzato da battute taglienti, spirito di gruppo ritrovato tra i 4 pards, nemici marci fino al midollo ed un tema relativamente nuovo su Tex, vale a dire usare la copertura della legge per compiere malefatte prima, scovando falsi colpevoli poi al fine di "chiudere il caso" di fronte ad eventuali inchieste ufficiali. Mi è piaciuto moltissimo il finale molto politically (in)correct ed anche l'ottimo ruolo di Carson (anche se non è ben chiaro perchè il "temibile" Ice ed il suo complice decidano di battersela all'apparire di un altro solo avversario. In sintesi). Soggetto: 7,5 (buono lo spunto iniziale, voto ribassato dai troppi nemici inseriti)Sceneggiatura: 8,5 (il primo albo poteva essere un filino meno intricato)Disegni: 8 (adattissimi al tipo di storia ed all'ambientazione).
  22. Bingo....!!!! E' questa la chiave del discorso. Scusate se mi inserisco, e se vado sul sociologico (e magari anche sul ... demagogico), ma... chi sono i "giovani di oggi che leggono fumetti"? Chi sono i "neofiti" che si avvicinano a un'edicola e scelgono di leggere un personaggio nuovo? Per me, un ragazzino che, oggi, acquista un fumetto - a prescindere da quale esso sia - va già controcorrente rispetto a un determinato modo di intendere le dinamiche "facebookiane", "i-podianne", "3D-ane" della vita, e quindi cerca ALTRO da un fumetto. Siamo certi che il Tex bonelliano, asciutto, aspro ma sincero come un vecchio whisky, ruspante come certi odori e sapori dimenticati, sempre chiaro nel delimitare senza fronzoli il bene e il male, esplicito (ma mai melodrammatico e didascalico) nell'evidenziare valori e capisaldi del personaggio..... non costituisca, ancor oggi, una "risposta" a determinati bisogni innati nell'uomo? Siamo certi che chi acquista, oggi, un fumetto cerchi lo stesso tipo di emozioni che vive quotidianamente in un mondo caratterizzato dalla frenesia, la confusione dei ruoli, gli effetti speciali, la spettacolarizzazione estrema di sentimenti in fondo semplici quali amicizia, amore, odio, rabbia? Io sono drastico, e dico che chi non apprezza storie come "Gli sciacalli del Kansas", "L'orma della paura" o "Sangue navajo" perchè hanno le didascalie o perchè manca l'introspezione psicologica dei personaggi, o perchè non ci sono flashback, flashforwards ed altre trovate "strappapplausi" (pseudo)moderne.... beh, questa persona non potr? mai davvero diventare un vero texiano, perchè è l' - in quelle storie - che si trova l'Essenza vera del personaggio.
  23. Tahzay

    [601/602] I Giustizieri Di Vegas

    Non ho mai affermato che Mather sia un "buono", ma un conto è un giustiziere (o "vigilante") che usa modi spicci e risolutivi per far rispettare la legge, altro è un furfante che usa la legge a copertura (ed in ragione) di un tornaconto personale. Indubbiamente, entrambe le condotte sono esecrabili, ma sono di diverso tenore.
  24. Tahzay

    [601/602] I Giustizieri Di Vegas

    Allora, per me forse Dave Mather non ?... quello che sembra. A pag. 43, una prima avvisaglia: Dave si meraviglia che tre persone siano potute entrare armate nel paese, Brown mette repentinamente a tacere i suoi dubbi, ma è chiaro che lo sceriffo si sta chiedendo come diamine quei tre siano potuti passare attraverso i filtri dei suoi vice. A pag. 46 è Rudabaugh a voler passare alle maniere forti, Mather lo invita alla calma; a pag. 47 "Dirty Dan" insinua che i tre cowboys abbiano qualcosa da nascondere, Mather è ancora perplesso. A pag. 69 Tex d' una sommaria descrizione/giudizio della banda; di Dave Mather dice che è un tipo "serio e deciso, di poche parole", mentre Hoodoo Brown viene descritto come "molto diverso". Nella penultima vignetta, il ranger dichiara di nutrire poca stima per Dan e gli altri, facendo eccezione per Mather e Brown. Ma su quest'ultimo (solo su quest'ultimo) ha una pulce nell'orecchio.... tempo prima lo ha battuto a poker.... probabilmente barando...!!!Da notare che anche l'onesto sceriffo di Coronas aveva detto chiaramente di nutrire "assoluta fiducia" nel solo Mather, solo poche pagine prima. A pag. 93 Mather appare sorpreso del fatto che tre della banda che ha rapinato la banca fossero sue..."conoscenze". Più che nervoso, come asserisce Carson, Dave sembra pensieroso.... meditabondo. Dave stesso sembra in buona fede quando gli svela che ha lasciato a Pickett e Cady il compito di seguire le tracce dell'assassino di Mallory. Soprattutto, a pag. 101 c'è quella battuta: "i panni sporchi si devono lavare in famiglia" che suggerisce come qualcosa sia fuoriuscito dal suo raggio di controllo: forse alcuni dei suoi complici, tenuti confinati a Hell's Canyon per motivi ancora poco chiari, sfruttando la sua buona fede di uomo di legge dai modi spicci, hanno usato tale copertura per "coprire" loschi interessi personali!D'altra parte, i due presunti rapinatori della banca di Coronas, erano stati condannati e giustiziati in modo spiccio qualche tempo prima... ma da chi? Probabilmente da Brown, che nella cittadina fungeva anche da Giudice! Ed è sempre Brown, di sua iniziativa, a fornire di pistola Mallory.... iniziativa alla quale Mather sembra essere sostanzialmente estraneo!Quindi, a mio parere: Mather inflessibile, spiccio nei modi ma devoto tutore della legge (sia pure a modo suo); Brown e gli altri, dei furboni calcolatori che sfruttano la copertura della legge anche per arricchirsi e prosperare!Cosa dite, troppa fantasia? haha
  25. Tahzay

    [601/602] I Giustizieri Di Vegas

    Ora sono al lavoro, appena ho l'albo sottomano (in serata) ve li esporr?
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.