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TWF - Tex Willer Forum

virgin

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Tutto il contenuto pubblicato da virgin

  1. virgin

    [561/562] Soldi Sporchi

    La tua analisi può contenere elementi di verità, Sandro: anzi, io sono convinto che sia così, anche se non nel caso di Pecos, sulla cui serietà nessuno può avere dubbi. Non è però opportuno assolutizzare. Io, ad esempio, ricordo bene quando lessi "Soldi sporchi": avevo sedici anni, un'età nella quale mi era molto facile analizzare un sonetto di Dante o una canzone di Petrarca (va be', molto facile... relativamente ), ma in cui non avevo alcuna intenzione di analizzare i fumetti: ho cominciato a farlo solo diversi anni dopo, quando, scrivendo articoli per il Tex Willer Magazine, cominciai a sezionare le storie di Tex come se fossero opere letterarie (attività sul cui senso mi interrogo sempre più). Quando lessi "Soldi sporchi" ero, insomma, ancora vergine e, soprattutto, non avevo la minima contezza dell'esistenza di forum e siti dedicati. Addirittura, un mese prima mi ero divertito parecchio leggendo "Moctezuma". Eppure, "Soldi sporchi" mi trasmise una sensazione di noia senza pari, al netto di un paio di bei momenti che pur vi sono. Fu la prima volta in cui mi annoiai leggendo Tex, cosa che non mi era mai accaduta prima, nemmeno con "I fratelli Donegan", che solo dopo avrei scoperto per alcuni essere sinonimo di abominio. Io stavo cambiando? Di sicuro: stavo crescendo e stavo perdendo un certo tipo di sguardo, ciò che di lì a poco mi avrebbe portato addirittura a preferire Mister No a Tex (le avventure del pilota amazzonico, al netto di qualche episodio, mi paiono oggi invece nella maggior parte illeggibili); ma certo la mia delusione non fu soltanto colpa mia...
  2. virgin

    [561/562] Soldi Sporchi

    Non so se l'hai fatto in seguito al riferimento che ho fatto io nell'altro topic... se sì, sono contento di non averti rovinato la serata!
  3. virgin

    [561/562] Soldi Sporchi

    Se, dopo aver letto "Soldi sporchi", mi avessero detto che un giorno avrei letto di peggio, li avrei presi per matti... Ma, dopo Manfredi, Recchioni e altri debuttanti, credo che perfino questo Nizzi sarebbe accettabile. Chissà, forse riletta oggi la storia sarebbe meno peggio: se l'intrigo è davvero penoso, devo ammettere che la battaglia di Sandy Well mi era sembrata ben fatta; è anche vero, però, che all'epoca avevo gusti molto diversi rispetto a oggi.
  4. virgin

    [627/628] Salt River

    Eh, sì, "Salt River" è proprio una grande storia. A mio avviso è proprio in quel periodo che Boselli si è ripreso dopo un periodo di lieve flessione cominciato a metà degli anni Duemila che fa sì che le storie pubblicate in quel frangente siano a mio gusto le sue meno riuscite in assoluto: la tanto celebrata "Patagonia" a me non è mai piaciuta; "Salt River" è incomparabilmente superiore.
  5. virgin

    Claudio Nizzi necessita di una rivalutazione?

    Le due che hai citato tu sono davvero terrificanti: le metto un gradino sotto, in quanto a terrore ingenerato, rispetto a "Attacco alla diligenza" (che in famiglia chiamiamo informalmente "La storia col generale Davis in villeggiatura") e a quella con Ukasi.
  6. virgin

    Claudio Nizzi necessita di una rivalutazione?

    Per fare da buon contraltare alle due storie citate da pecos, segnalerei invece due altre storie più o meno coeve di Nizzi: "Il villaggio assediato" e "Dieci anni dopo", che mostrano bene come le capacità di sceneggiatura di Nizzi non fossero andate del tutto perdute. Si tratta di due storie non esenti da difetti, ma molto fresche e divertenti, che oltre a regalare diversi bei momenti funzionano molto bene anche nel loro insieme.
  7. virgin

    [678/679] Jethro!

    Credimi che di storie da rivalutare, anche nel tanto bistrattato post-500 ce ne sono. Solo che tu non le hai ancora lette.
  8. virgin

    [678/679] Jethro!

    Da grande ammiratore di Nizzi, ammetto che le sue ultime storie (Fort Sahara, Attacco alla diligenza e quell'abominio con Ukasi di cui ho perfino rimosso il titolo) hanno dato un buon contributo al suo abbassamento di reputazione. Purtroppo, ciò ha portato anche a svalutare le storie piacevoli che pur scriveva nell'ultimo periodo ("Il villaggio assediato" secondo me è un gioiellino, e potrei citarne anche altre), ma, errore di prospettiva più grave, a sminuire anche le molte, bellissime storie che aveva scritto nei suoi anni migliori. Ma qui siamo decisamente OT. Potrei suggerire al vulcanico nuovo acquisto Texan, se la sua vena lo asseconda, di aprire un topic apposito, dal titolo, ad esempio, "Rivalutare Nizzi". Che siamo tutti fan e amiamo tutti Tex non ci piove. Che tutti abbiamo spirito critico... non è automatico. Ma credo che nessuno abbia titolo per giudicare se qualcun altro ne abbia.
  9. virgin

    [678/679] Jethro!

    Guarda, Texan, riscuoti talmente poche simpatie che io gran parte di ciò che dici lo condivido, e alla grande. Magari su alcuni aspetti effettui qualche esagerazione, ad esempio sulla politicizzazione del Tex odierno, ma è un rilievo che puoi legittimamente avanzare e che, in alcuni casi (vedere le storie di Manfredi, o la storicizzazione di alcuni avvenimenti come la rivoluzione messicana che in GLB era puramente atemporale), trovo pure fondato. Ad esempio, tutta la discussione che stai portando avanti sui nostri cugini di TWO riguardo la riabilitazione di Nizzi desta il mio interesse e sviluppa conclusioni che mi trovano d'accordo; anzi, aspettavo da tempo che qualcuno lo facesse, dato che l'articolo per il Magazine col quale avrei voluto dare vita a tale rivalutazione è ormai un progetto vecchio di un lustro che, credo, non porterò a termine mai. Solo, trovo ingeneroso catalogare questo forum come un covo di fanboy, così come secondo me non è vero che il forum cugino sia composto esclusivamente di haters. Non posso farci niente se, in questa stessa discussione, oltre ai tuoi interventi condivido pienamente anche quelli di Boselli: e lo dice uno che, quando andò a intervistare Boselli ormai quasi un decennio fa, gli disse senza timore e senza astio che trovava le sue ultime storie meno belle di quelle di un tempo e il suo Tex troppo musone. Lui mi disse che non condivideva il mio parere e difese il comportamento di Tex in alcune scene de "I ribelli di Cuba" che portai alla sua attenzione; ma lo fece in maniera civile. Forse è meno irruento di come lo si descriva, o forse vedendo che ero uno sbarbatello si intenerì e non sfoderò le colt. Mi concedo un piccolo OT sulla questione di Tarantino: pur avendo in materia di narrativa gusti palesemente reazionari (mi leggo Tex, guardo John Wayne e fra i romanzi d'avventura prediligo Wilbur Smith e Clive Cussler), trovo che "Pulp Fiction" sia un film semplicemente delizioso. Il problema di Tarantino è lo stesso che ha afflitto gli uomini del paleolitico, i quali, dopo aver tracciato i primi disegni sulle pareti delle grotte, non si resero conto che l'esistenza del genere umano era già giustificata per l'eternità e mancarono del buon gusto di estinguersi: dopo "Pulp Fiction" trovo i film di Quentin Tarantino sempre più insostenibili, con un ulteriore peggioramento a partire da "Bastardi senza gloria", il quale dà inizio a una serie di film in cui, contemporaneamente, quelli che tu indichi come buonismo e cattivismo raggiungono livelli parossistici. Per non parlare di "Django Unchained", in tema proprio con questa storia che ora esce sul mensile: dopo averlo visto mi ruppi definitivamente le balle del postmodernismo, riguardai "Un dollaro d'onore" e mi dissi che il western post-classico a Howard Hawks je spiccia casa.
  10. virgin

    [678/679] Jethro!

    Sul Magazine massacrai Mastantuono nella recensione de "I giustizieri di Vegas". Appunto per questo sono contentissimo di dire che, storia dopo storia, secondo me Mastantuono si è costantemente migliorato. Sono scomparse le anatomie illogiche e comprensibili, spuntano qua e là sparuti tentativi di recitazione dei personaggi e il tratto si fa sempre meno legnoso. A livello soggettivo non posso dire che il suo tratto mi piaccia, ma certo è migliorato molto.
  11. Mi diverte sempre leggere queste risistemazioni della materia da parte dei lettori, così come più di un decennio fa mi divertì trovare la cronologia texiana di Carlo Monni: quando il lettore dedica il proprio tempo libero a scrivere e a ragionare sulle proprie letture (come succede ad esempio splendidamente col nostro Magazine) è un'ottima testimonianza di quanto la creazione degli autori sia vitale e affascinante. Da lettore, però, ammetto che la pluralità di versioni circa il passato di Tex non mi ha mai creato problemi. Forse perché considero Tex né più né meno come un mito, ciò che in fin dei conti è, seppure a modo suo. Come sono solito spiegare ai miei studenti durante la prima ora di epica, il mito è definibile con tre aggettivi: - vero (in quanto esprime un contenuto di verità sulla realtà che ci circonda e sulle sue cause... e qui, nel caso di Tex, di sicuro non ci siamo ); - ripetitivo (in quanto i medesimi concetti vengono ripetuti più e più volte e le medesime situazioni si ripetono nei contesti più diversi. Esattamente come succede in Tex, in cui sono individuabili diversi canovacci standard e in cui il piacere stesso della lettura è fondato sulla ripetizione di scene topiche che ritornano su variazioni minime); - molteplice (le medesime vicende vengono raccontate secondo versioni divergenti e contraddittorie, che convivono senza problemi). Ancor più del secondo, è il terzo punto che mi affascina tanto nel mito (e in Tex): come Elena di Troia è stata contemporaneamente sia rapita da Paride, sia sostituita da un fantasma e portata dagli dei in Egitto, così i fatti principali della biografia di Tex convivono in versioni differenti che per motivi di logica si negano a vicenda; e le diverse risistemazioni (adattamenti, dice giustamente borden) si sovrappongono senza che perciò una invalidi le altre. Eppure, ciò non rende meno texiana una versione rispetto alle altre. La mia conclusione stupisce me stesso in quanto ho trovato sempre parecchio ridicoli i continui e regolari azzeramenti subiti dai fumetti statunitensi; ma parlo da non lettore di tali fumetti, ragion per cui probabilmente il senso stesso dei progetti in questione mi sfugge.
  12. virgin

    Il Mercato Di Tex

    Io non faccio testo, né fanno testo i dati con un campione molto ridotto: è vero che insegno in un tecnico-professionale, per giunta in un contesto sociale molto delicato, ma dei 160 studenti che avevo l'anno scorso solo in 2 leggevano libri, fumetti nessuno. E non si può nemmeno dire che nessuno legge perché la percentuale di studenti stranieri (che mediamente vivono in condizioni più precarie e quindi sarebbero meno portati ai consumi culturali) supera il 50%, dato che gli unici due che leggono sono un moldavo e un rumeno.
  13. virgin

    Il Mercato Di Tex

    Sul fatto che i libri tirano ancora esattamente come prima, non saprei. Un mio ex-professore universitario di letteratura italiana è considerato uno scrittore di successo, per ogni suo romanzo porta a casa minimo un premio letterario, eppure quando vende tanto non supera le cinquemila copie, che mi sembrano cifre tutt'altro che esaltanti (per la qualità dei romanzi che scrive è pure troppo ). Riguardo ai fumetti, i casi di Zerocalcare (sul quale, manco a dirlo, la penso come l'avvocato Monni. Preparatevi, che stasera pioverà! ) e Gipi, che vengono utilizzati ad esempio da Roberto Recchioni per sostenere come il fumetto non sia in crisi, a mio avviso testimoniano esattamente il contrario. Poi, a livello personale, sarò precocemente invecchiato, ma mi interessa leggere fumetti seriali da edicola, il resto non mi interessa, al massimo faccio un'eccezione per Asterix e Obelix. Qualche anno fa ho smesso di acquistare le nuove testate di Tex (cartonati alla francese, Magazine) che si allontanavo di più dalle mie personali preferenze estetiche, così come ho tagliato le pubblicazioni che troppe volte mi avevano deluso (Maxi, Color, Color storie brevi e Texoni). Mi sono ritrovato, insomma, più o meno nella situazione di Gianbart, che da compratore a scatola chiusa ha cominciato a considerare volta per volta l'acquisto. Perché? Potrei dire che, dopo essermi fatto una rilettura delle storie di GLB, che da anni non riprendevo, mi sono accorto di quanto il carattere di Tex e dei pards sia cambiato, e ciò mi ha deluso, ma sarebbe falso: che la rappresentazione dei personaggi sia cambiata col tempo è una constatazione che avevo fatto da minimo una decina d'anni e non mi ha mai turbato più di tanto. Sono sufficientemente onesto da ammettere che il mio minore entusiasmo è ora dovuto alla mia situazione personale, con l'ingresso nell'insegnamento e la collaborazione con l'università che mi portano via molto tempo e, ancor più che il tempo, la voglia. Non so come ciò si possa inserire nelle logiche di mercato, né mi interessa farlo.
  14. Va be', la sostanza (anzi, forse dovrei dire le sostanze...) su cui si basano i post di quel blog è ormai ben nota. Io non perderei neanche tempo a citarli, Sandro!
  15. La colorazione della copertina, strano a dirlo, ha migliorato parecchio un disegno sì bello, ma dalla caratterizzazione di Tex parecchio debole.
  16. virgin

    [601/602] I Giustizieri Di Vegas

    Borden, ti ringrazio per l'attenzione a un tema al quale credevo di essere il solo a tenere, ma vedo che anche Ymalpas mi è compagno! Davvero, Tex eroe positivo è inscindibile anche dall'atteggiamento positivo. Dispiace che in molti abbiano frainteso... anche fra gli addetti ai lavori.
  17. virgin

    The Magnificent Outlaw

    Splendida, ragazzi! Splendida! Che bellissimo omaggio alla posa classica di Tex!
  18. virgin

    [501/504] Mefisto!

    Concordo col carissimo Paco: vero è che non ero grandicello, ma la finta pazzia di Tex, anche per com'è magistralmente resa da Villa, è a dir poco impressionante.
  19. virgin

    Guglielmo Letteri

    'n pochetto!
  20. virgin

    Guglielmo Letteri

    Lo so, Carlo, lo so. Ma di fumetto d'antan si parlava, quindi mi sono limitato a quello...
  21. virgin

    Guglielmo Letteri

    Per giunta, la pratica era diffusissima in ogni fumetto dell'epoca, non solo in Tex. Si tratta di un approfondimento storico utile a capire la sostanza di cui era fatto il mito dell'età dell'oro del fumetto, fatta di mezzi umili, ritmi massacranti etc., non a svilirlo in alcun modo.
  22. virgin

    Guglielmo Letteri

    Grazie per questa piccola e simpatica curiosità, Calvera!
  23. Per quanto riguarda gli artisti, io credo che i cambiamenti stilistici siano sempre difficili da scindere dai cambiamenti fisici (vedere Tiziano, tanto per fare un esempio caro al nostro Paco Ordonez). Senza dubbio Ticci maschera meglio di Ferri i segni dell'età, ma non dimentichiamo che è anche più giovane di undici anni, che non sono pochi. Per quanto mi riguarda, sono gli ultimi due patriarchi del fumetto italiano, quindi teniamoceli stretti e godiamoceli, finché ci sono, questi due grandiosi monumenti viventi!
  24. virgin

    [658/660] Winnipeg

    Dopo aver chiesto a mia madre il parere su "Nodo scorsoio" di Faraci, ho pensato di ripetere l'esperimento chiedendole che cosa ne pensasse di questa storia, completamente diversa. Be', ne è stata a dir poco entusiasta. Ha anche aggiunto il commento: "Il finale sembra un finale da romanzo di Sgorlon". Non avendo ancora letto la storia non posso decifrare con sicurezza l'affermazione, ma dato che i romanzi di Sgorlon si segnalano per avere, in molti casi, finali ambigui o sospesi, suppongo che si riferisse a quello.
  25. Spiacente, Carlo, ma il mio dominio sono le lingue indoeuropee... e nemmeno tutte. Comunque, dato che siamo in argomento: qualcuno sa dirmi quale sia la corretta pronuncia di "apache"? Io da piccolo pronunciavo alla francese, su influenza anche dei vecchi western, poi su correzione di mio padre ho cominciato all'inglese... Qualcuno che abbia lumi?
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