Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Gianluigi Bonelli, Tex E Il Diavolo


ymalpas
 Share

Messaggi consigliati/raccomandati

  • Collaboratori

Gianluigi Bonelli, Tex e il diavolo.



La lingua di Tex e le formule di evocazione del maligno.

La lingua di ?Tex? costitu? a lungo per molti lettori, soprattutto ragazzi, un modello di italiano meno ingessato, aulico e paludato di quello confezionato dai cinegiornali nell'era fascista e contribu?, nel suo piccolo, alla crescita della competenza linguistica nell'idioma nazionale. Come ha scritto Lucilla Pizzoli nel capitolo dedicato alle Spinte all'unificazione linguistica, all'interno del volume collettaneo La lingua nella storia d'Italia (Società Dante Alighieri, 2001), ?il genere western di Bonelli ebbe un enorme successo anche per la grande libertà linguistica del testo, ormai svincolato dalla censura e più vicino all'oralit?: frasi incomplete, pause, interruzioni servivano a riprodurre la dimensione del parlato quotidiano?. Ecco allora imporsi la tipica fraseologia colloquiale che fa del dialogato di Tex e compari una sorta di socioletto cristallizzato, di pronta e memorabile espressivit?. (1). Tra il vasto numero di imprecazioni che ricorrono in questa lingua, notiamo una spiccata predilezione per i termini-perno inferno e diavolo. Nelle storie si succedono frequenti espressioni come: che il cielo li fulmini, al diavolo, il diavolo se li porti, per satanasso, per l'inferno, l'inferno li inghiotta tutti quanti, diavoli dell'inferno, fiamme d'inferno, diablo (ispanismo) e diavolo, maldiciòn (ispanismo) e maledizione, sangue di Giuda, tuoni, fulmini e saette, corna di mille bisonti. Una di queste, per tutti i diavoli, costituisce addirittura la prima esclamazione usata dall'eroe nel presentarsi al pubblico di giovani lettori. Negli anni cinquanta, la ciclica presenza del diavolo non manca di essere notata anche dal cattolicesimo radicato nella società dell'epoca. Sergio Bonelli, a proposito delle riunioni dell'associazione Garanzia Morale ( di cui era il segretario ), ricorda nel suo libro-intervista (2) il seguente aneddoto: ?Ci sono tre o quattro persone, riunite attorno a un tavolo, di estrazione politica, culturale e ideologica diversissima. Il mio peggior ricordo è legato a uno di loro, un direttore editoriale, persona certamente colta e capace nel suo campo, ma estremamente ?bacchettone?. Si d' il caso, però, che i suoi ossessivi interventi avvenissero sempre all'insegna della paura del diavolo. Al punto da indurmi a cancellare quelle tipiche espressioni di Tex ( ?fiamme d'inferno!?, ?al diavolo!? ?per tutti i diavoli? ) che quell'irreprensibile censore sembrava interpretare come formule di evocazione del maligno?.


(1) Silverio Novelli, articolo su Treccani. it.
(2) Francesco Busatta e Sergio Bonelli, ?Come Tex non c'è nessuno?

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • Collaboratori

Mefisto, un diabolico personaggio

In uno dei primi episodi scritti da Gianluigi Bonelli contenuto nell'albo ?Fuorilegge?, fa la sua prima apparizione il mago e illusionista Steve Dickart, il cui nome d'arte, Mefisto, è l'abbreviazione di Mefistofele, ovvero il diavolo, celebre personaggio della tragedia ?Faust? di Marlowe e di Goethe.
Moreno Burattini fa notare (3) come lo stesso cognome Dickart non sarebbe che l'anagramma di ?art of dick?, ovvero ?arte del diavolo?. Il termine è dick è nel linguaggio slang americano identifica anche l'organo riproduttivo maschile, che ritroviamo spesso associato al demonio nella letteratura medievale, allorch? il diavolo si presenta alla sue vittime, a seconda del sesso, sotto le forme tentatrici di ?incubo? o ?succubo?.
Se Mefisto non può definirsi una figura ammaliante, sua sorella Lily, è invece un'avvenente ragazza, graficamente ispirata a bellezze dell'epoca come Joan Fontaine e Anne Baxter. La diabolica Lily non a caso si serve del suo corpo per sedurre e corrompere il giovane ufficiale Roller, al quale fa leggere un biglietto (che nella piccola commedia che inscena per ingannarlo) ha l'effetto di colpevolizzare il raddrizzatore di torti Tex Willer: è Hai vinto! Non posso più continuare in questa eterna fuga di villaggio in villaggio per evitarti. Cedo ai tuoi desideri anche se non ti amo. Cedo anche per salvare mio fratello, stanco egli pure di questa lunga lotta! Tu ritira le tue false accuse, ed io accetter? di diventare tua moglie?.
Il primo Mefisto, graficamente, indossa una stereotipata calzamaglia rossa ( le cui appendici sono ovviamente due infernali corna ) per renderlo immediatamente riconoscibile ai lettori. Infatti il personaggio disegnato da Galleppini si ispira probabilmente al ?Mephisto? pubblicizzato ad esempio nel 1890 in una vecchia marca di sigari americana ( il cui modello sembrerebbe verosimilmente essere il ?Faust? di Gounod ) oppure al nostrano ?Mefistofele? dell'opera di Arrigo Boito, molto popolare in Italia dal 1875 (data della sua rappresentazione) fino almeno al 1960. Il primo Mefisto, quando è ancora Steve Dickart, nel suo aspetto si rif? però anche al modello di Mandrake. Una volta che si sarà dedicato anima e corpo alla magia nera, aspetto e abbigliamento cambieranno e saranno finalmente quelli tipici del "mago professionista" ( per dirla con Umberto Eco ): occhi grifagni, naso aquilino, folti baffi, barba e capigliatura, lunga tunica ecc. per assumere, nell'ultima storia scritta dal Bonelli, "L'ombra di Mefisto", con la sua faccia sempre più scavata, una vaga somiglianza con l'attore Christopher Lee (4).



(3) Burattini, Manetti e Verger, ?Cavalcando con Tex?, primo volume.
(4) Pedro Galindez, utente del T. W. F., messaggio tratto da una discussione del forum.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • Collaboratori

Satania.

Al Bonelli piaceva Mefisto, ricorda Sergio Bonelli in un'intervista. Si divertiva a farlo parlare con uno stile dannunziano, aulico. Questa figura che è ancora lontana dall'avere l'imponenza che meritatamente si guadagner? solo nelle storie successive, nelle prime storie di Tex è subito rimpiazzata da un altro personaggio, Cora Gray, il cui nome d'arte è stavolta Satania, un nome che di fatto è il femminile di Satana. E? una donna dalla non comune bellezza, racconta Gianluigi Bonelli e il disegnatore Galleppini, da par suo, la ritrae nelle sembianze della diva hollywoodiana Rita Hayworth. Ma la grazia si accompagna spesso alla malvagit?. Ce la descrive splendidamente Sergio Bonelli (5): ? un angelo e un demonio al contempo. Un personaggio che si sdoppia nelle due facce di una stessa medaglia, per restituirci la quintessenza della donna bonelliana. Nelle vesti di Cora Gray e una donna in pericolo, mentre il costume di Satania la trasforma in una dark lady omicida. La donna si esibisce con uno smagliante d'colletà in un locale, il Golden Horn, la cui abbacinante illuminazione non manca di strappare un urlo di ammirazione a Kit Carson. Ancora una volta però, sulla simbologia demoniaca del grandioso nome di questo misero ritrovo di peccatori, vale la pena soffermarsi. La traduzione italiana infatti è ? corno d'oro è ed è inutile ribadire come sia le corna, sia l'oro, siano due elementi della superstizione pagana spesso ascritti al nome del diavolo. Il vero covo di Satania è però sulle montagne in una caverna, il cui accesso presenta scritto nella nuda roccia un inquietante messaggio di pericolo è danger, keep out ? che come nell'antro infernale visitato da Dante Alighieri dovrebbe tenere lontani gli importuni visitatori. Ma non è tutto. Come in una blasfema cattedrale gotica, nell'ingresso sono incastonati sulla roccia anche tutta una serie di teschi umani che parlano ovviamente di morte. Il terzo indizio demoniaco è dato dallo scimmione assassino Gombo, la cui figura è tratta da ?I delitti della Rue Morgue? di Edgar Allan Poe. è lui il vero compagno di Satania. Nella simbologia bonelliana come già in quella cristiana, egli rappresenta la natura animalesca dell'uomo, è lui la Bestia, la vera incarnazione di Satana. Una straordinaria corrispondenza può essere trovata in un'altra storica avventura ?metafisica? di Tex, ?La valle della paura?, incentrata sulla follia di un uomo. Il protagonista è Barrera, un tagliatore di teste che presenta la stessa fragilit? e malvagit? di Satania: nella vita quotidiana è un pover?uomo indifeso, un falso paralitico. Nei momenti di cupa follia omicida, non esiter? a impugnare lo spadone e a traverstirsi da primate assassino, regredendo così agli albori della civilt?.




(5) Cfr ?Come Tex non c'è nessuno?

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 1 anno dopo...
  • Collaboratori

Riprendo questa vecchia e interessante discussione sulla presenza del "maligno" nelle pagine di Tex.


Immagine postata- Immagine postata



Questa volta voglio parlare del Diablero, una creatura che incarna in se stessa semplicemente il male verso il prossimo, la morte, la distruzione.

La parola - diablero - è spagnola ed è sinonimo di - diablo - , cioè diavolo, ovvero l'oggetto di questa discussione.

Il diablero non è un'invenzione della fantasia di Gianluigi Bonelli, ma una figura mitica, che si suppone realmente esistita e che è stata oggetto di studio. L'ultimo diablero sarebbe morto intorno al 1942. Il termine è ancora in uso presso le popolazioni indiane della Sonora, nel sud dell'Arizona e nel New Mexico.

E' definito come un potente stregone, uno sciamano votato unicamente al male, che ha in dono la capacità della metamorfosi ( uccello, cane, coyote, qualsiasi altro animale ).

Il principio base che guida il diablero è quello distruttore di una delle due nature opposte insite nell'uomo, ovvero quella divina, per favorire l'apoteosi di quella animalesca. Elevando i bassi istinti dell'uomo al di sopra di tutto, il suo scopo si riduce in ultima analisi al dominio degli individui e della società.

Nella cultura dei nativi il diablero è fortemente temuto: le vecchie testimonianze parlano di attacchi frequenti, ovvero scorrerie che mietevano numerose vittime nei vari campi delle diverse tribu indiane.

L'equivalente femminile del diablero è la - catalina - ovvero una strega, una bruja, anch'essa col dono della metamorfosi ( un corvo, una giovane donna dai capelli corvini e col volto terrificante ecc ). "La regina della notte" degli albi di Tex, Mitla, sarebbe dunque da considerarsi non una diablera ma bensì una catalina. Come il diablero, anch'essa ha una forte connotazione negativa e incarna in se la - malvagit?!

Il male, dicevo, è da considerarsi l'esatto opposto della natura divina, così come avviene anche nella religione cristiana. Bonelli venne a conoscenza del - diablero - sicuramente durante la consultazione dei miti del vecchio West che tanto lo appassionavano. L'assonanza con i nostrani stregoni satanisti dovette essere subito chiara ai suoi occhi, questa era però una versione edulcorata, condita con una buona dose di esotismo. Diversamente sarà con una storia che egli decise di scrivere coraggiosamente diversi anni dopo, mettendo Tex alle prese contro padre Crandall e la sua setta di indemoniati. Di loro parler? un'altra volta.

Per tutti coloro che trovano strana la parentesi de "Il marchio di satana" nel west di Tex, i presupposti della storia vanno indubbiamente ricercati proprio in questi due albi disegnati magnificamente da Guglielmo Letteri, di cui ho appena parlato.

Per tutti coloro che vorrebbero rivedere di nuov in azione il Diablero e la sua catalina, questo è possibile, certo non Mitla e suo fratello, ma altri due personaggi equivalenti.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 3 settimane dopo...

Fra tutti i racconti che ha scritto GLB appartenenti al genere fantastico e/o esoterico sicuramente quello dedicato a Mitla, secondo me, è quello riuscito meglio. Molto probabilmente questo risultato è frutto anche del fatto che GLB in questo caso non si è dovuto spostare molto dalla realtà per avventurarsi nella fantasia come in tutti gli episodi di Mefisto o nei vari casi in cui entrano in scena dinosauri, vichinghi o alieni. Il potersi muovere in un contesto abbastanza verosimile ha giovato al racconto.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Fra tutti i racconti che ha scritto GLB appartenenti al genere fantastico e/o esoterico sicuramente quello dedicato a Mitla, secondo me, è quello riuscito meglio. Molto probabilmente questo risultato è frutto anche del fatto che GLB in questo caso non si è dovuto spostare molto dalla realtà per avventurarsi nella fantasia come in tutti gli episodi di Mefisto o nei vari casi in cui entrano in scena dinosauri, vichinghi o alieni. Il potersi muovere in un contesto abbastanza verosimile ha giovato al racconto.

invece mi piacciono molto i numeri alla martin mystere in cui tex fa conoscenza di tirannosauri e vichinghi e degli omini verdi :P hanno un non so' che di rustico , ma sopratutto possiedono l'essenza delle credenze popolari e delle leggende di quei tempi mescolate a dovere con conoscenze fantastiche . per quanto riguarda il discorso di ym , dico che sia la presenza stessa di mefisto nelle storie in cui e' apparso a far ricondurre una presenza di lucifero , del resto se il vecchio mefisto non avesse fatto un piatto col diavolo come diavolo ( scusate il gioco di parole ) avrebbe fatto il vecchio padre di yama a tornare in vita ?
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Proprio ieri sera ho riletto "Il marchio di Satana", e subito ho pensato a questo topic. Mi sembra che quella sia l'unica storia in cui Tex affronta direttamente una setta satanica, e quindi mi chiedo:perchè Bonelli ha scritto una storia del genere? Forse per influsso di qualche vicenda di cronaca nera di quel periodo?Comunque vedere Tex e Carson che sbatacchiano i satanisti, e affrontano col loro solito modo di fare una questione che, in ogni caso, ci inquieta,? davvero un piacere!

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

... e quindi mi chiedo:perchè Bonelli ha scritto una storia del genere? Forse per influsso di qualche vicenda di cronaca nera di quel periodo?...

La storia è stata pubblicata nel 1981, in quegli anni si cominciava a parlare delle sette sataniche è probabilmente il grande GLB con questa storia ha voluto dare il suo contributo facendo, tramite Tex, la sua ovvia scelta di campo. La storia è veramente bella anche se non è da includere nel filone fantastico esoterico.
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

 Share

  • Recentemente attivi qui   0 Membri

    • Nessun membro registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.