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TWF - Tex Willer Forum

Tiger Jack: Muto O Chiacchierone?


Sam Stone
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  • Rangers

Prendendo spunto dalla discussione nata nel topic dedicato alla storia "Oltre il Fiume" (in uscita il prossimo Giugno), apro questo nuovo spazio in cui possiamo discutere sull'evoluzione del linguaggio di Tiger Jack!!


Immagine postata


Secondo voi è vero ciò che ho scritto di l':

- il Tiger di Nizzi, è di poche parole solo nelle sue ultime storie, in cui era praticamente muto;
- quello di Boselli è di poche parole quasi sempre, ma non è completamente muto wink.gif ;

- quello di Nolitta non era certamente di poche parole;

- quello di GLB era di poche parole nelle prime storie, poi parlava come e quanto gli altri pards!!


Come è cambiato il linguaggio di Tiger dalle sue prime entrate in scena, quando ancora era un uomo di poche parole e molta azione?

Ogni autore ci ha davvero messo il suo?

E voi quale Tiger preferite?
A voi la parola, pards!! ;):trapper:

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Io la vedo così:il Tiger di Bonelli è una persona seria, un guerriero tutto d'un pezzo;forse il fatto di essere un indiano incide sul suo carattere(e anche, come ci racconter? in seguito Nizzi, la perdita di Taniah). Ma il Tiger di Bonelli non è muto, assolutamente:interviene nei discorsi, sovente si propone e propone piani suoi;scherza con i suoi pards,? loro complice in tutto e per tutto. Lui non è la pecora nera della famiglia, ma ne è un membro fondamentale, integrato. Quello di Nolitta è un Tiger comunque tutto d'un pezzo, protagonista di momenti drammatici che ne mettono in risalto la fierezza e la durezza("El muerto","La vendetta di Tiger Jack"). Ma Nolitta aumenta l'ironia di Tiger, come se tanti anni con il Vecchio Cammello lo avessero reso più incline allo scherzo e alla risata:paradigmatico di ciò è la famosa scena di "Grido di guerra" in cui saluta Carson prendendolo bonariamente in giro. Nizzi e Boselli ritornano ad un Tiger più serio:la "svolta ironica" nolittiana è palesemente gettata nel dimenticatoio. Nizzi, evidentemente, almeno nel suo periodo d'oro, non è molto a suo agio quando deve usare Tiger;ma quando lo usa lo fa nel migliore dei modi:il suo è un Tiger affidabile e risoluto, un guerriero coraggioso e fiero("L'uomo senza passato");un pard che, nei momenti più drammatici e di maggior intensit? emotiva per il quartetto, non esita ad intervenire, mostrando così di essere membro effettivo della famiglia("Le rapide del Red River"). Nizzi inoltre è colui che scrive il Capolavoro "Furia rossa". Boselli vuole molto bene a Tiger:sa come usarlo e come farlo agire, sè come farne risaltare la grandezza. Riprende un espediente narrativo spesso usato da Bonelli:Tiger è colui che va in avanscoperta, che segue le tracce meglio di tutti, che prepara la strada ai suoi pards. Il Tiger di Boselli, come quello di Bonelli, agisce sovente staccato dagli altri, dimostrando così tutta la sua grandezza di guerriero e autonomia("Spedizione in Messico"). Se in questo segue il modello bonelliano, in altre cose "segue" il modello nizziano:anche lui rigetta l'ironia a volte eccessiva di Nolitta, anche lui rende Tiger più taciturno e serioso,"esasperando" e in un certo senso contravvenendo il modello bonelliano.

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Bisogna chiarire un po' il taglio di questa discussione: "qualità" o "quantit?" del linguaggio di Tiger?Comunque, io ricordo un Tiger velatamente pessimista e vagamente brontolone anche nella versione di G. L. Bonelli (come dimenticare gli ammonimenti a Tex che voleva proseguire verso la città d'oro, e i successivi "te l'avevo detto io...."...."te lo dicevo io...." con i pards oramai immersi nei guai :P ). E' giusto che ogni autore dia un taglio personale al personaggio, purch? le caratteristiche non ne risultino totalmente snaturate. E nella fattispecie a mio parere non è così: un conto è il Carson che brontola preventivamente (a mo' di ammonimento) frenando gli entusiasmi di Tex, e che simboleggia la componente razionale che soppesa le difficolt? di un'impresa; un conto è Tiger che compie una valutazione oggettiva su una situazione difficile, che prelude a un lungo assedio. Detto questo, confermo che quella proposizione incidentale - a prescindere - nun se po' leggere.... :D

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Io preferisco sicuramente il Tiger di Nolitta, più disinibito, di ruolo più rilevante nelle storie, insomma un perfetto sostituto di Carson, anche se non'? quello il suo ruolo nelle storie nolittiane lo interpreta con grande destrezza e soprattutto viene messo in evidenza un aspetto fondamentale: Il profondo legame di amicizia e di simbiosi presente fra i due pards che non'? certamente inferiore a quello che lega Tex con carson, Tex e Tiger non sono semplici amici: Ma fratelli di sangue. Per quanto riguarda invece il Tiger di Nizzi, beh quel Tiger segue le tracce, spia, sorveglia, e si limita a dei semplici " Ugh", in questo caso è sicuramente il membro più selvaggio e riservato del gruppo: Il tipo su cui puoi sempre contare. Anche quello di Boselli non si allontana più di tanto dal Tiger Nizziano, quello Bonelliano invece non parlava neanche se lo prendevi a schiaffi!

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  • Collaboratori

L'immagine che ho di Tiger è quella dell'indiano che parla poco e che preferisce agire. Una caratterizzazione che tutto sommato mi piace anche se ritengo il suo mutismo ( quando sussiste ) forse una delle poche debolezze riscontrabili nelle sceneggiatura bonelliane. Venendo al dialogo che apre questa discussione, non mi ha dato particolarmente fastidio anche se in effetti sarebbe stata di gran lunga preferibile una maggiore semplicit? di linguaggio, considerato che per lui, navajo, l'inglese è una lingua "straniera". Quello che forse stona maggiormente è il pessimismo riscontrabile nelle frasi che pronuncia, degne certamente di un uomo messo di fronte alle sue debolezza e ai reali pericoli della vita, ma non del "tizzone d'inferno" che siamo stati abituati a conoscere in questi lunghi anni. Sembra quasi di sentire parlare Carson, o meglio forse questa volta Nizzi ha sostituito i due pards senza sforzarsi minimamante di differenziare i due personaggi, lasciando cioè sostanzialmente immutate le caratteristiche tipiche del Vecchio cammello che sono attribuite in questa circostanza del tutto arbitrariamente a Tiger, che è un tipo realista ma anche uno che non si arrende mai, e che forse si farebbe strappare i lembi della pelle prima di esprimenre anche solo un lamento. In questa situazione, concludendo, si potrebbe facilmente esemplificare quel processo di riduzione allo stato di macchietta associato ai vari pards se non allo stesso Tex, fenomeno comune nelle ultime storie dell'autore modenese.

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