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Il Tex di Nizzi è davvero molto più Glbonelliano di quello di Boselli?


Grande Tex
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Apro questa discussione per una riflessione che ritengo importante fare dopo aver letto qualche utente on - line di come Boselli avrebbe stravolto il Tex originale di Glb.

Ora,dopo che Glb ha cominciato a smettere di scrivere Tex gli autori principali sono stati Nolitta,Nizzi,Boselli.

Ora,Nolitta si sa che,per quanto fosse bravo,spesso il suo Tex,e a volte anche le sue storie ,non erano molto aderenti al canone.

Stessa cosa si puo' dire per il Nizzi post 500,e qualche eccezione prima.

Quindi, concentriamoci solo su Boselli e sul Nizzi prima del 500.

Boselli ha certamente modernizzato Tex,ha inserito dei personaggi più compessi psicologicamente,ha eliminato le didascalie più lunghe.Alla fine,comunque,io mi sento di dire che si è mantenuto fedele al modello texiano,e,a parte magari le storie del suo primo periodo,anche abbastanza a quello Glbonelliano.

Nizzi,dal canto suo,in più di un'intervista si è dichiarato custode della tradizione.

Ebbene,a mio giudizio,lui stesso aveva torto nel definirsi tale.

Non è una critica,si badi,perchè,sempre riferendosi al suo periodo positivo,si tratta di cambiamenti da lui operati che a mio avviso hanno reso anche migliore la serie,come quelli di Borden del resto.Magari meno radicali di quelli di quest'ultimo( occhio,si parla sempre del periodo pre 500) ,ma pur sempre dei cambiamenti.

Più volte viene infatti messo in risalto come il primo Nizzi fosse a tutti gli effetti un glbonelliano di ferro,che copiava pedessiquamente lo stile del suo precedessore.Ora ,sebbene Nizzi abbia in effetti ripreso alcune sequenze di Bonelli ,la mia opinione è che lo stile di Nizzi fosse più personale di quanto lui stesso non creda.E questo,si badi bene,è un complimento,visto che l'ortodossia texiana veniva sempre rispettata.

 

Ora,vorrei che voi diceste la vostra su questo punto,cioè quanto in effetti lo stile nizziano pre 500 sia davvero così simile a quello di Glbonelli,rispetto a quello boselliano.

Vorrei per favore che vi asteneste dal trasformare questa discussione in un attacco all' autore: quindi,dite pure ciò che vi sembra negativo delle sue storie e del suo Tex,ma per favore,concentratevi di più su aspetti per voi neutri o positivi, perchè sennò poi finisce in caciara.

 

 

Ecco quello che penso io: 

1) Nelle storie di Nizzi la psicologia dei personaggi è comunque più presente rispetto a Bonelli,non siamo ai livelli boselliani,ma si possono notare con una certa frequenza figure che con Glb erano più rare,come la famiglia Wallace di   " La locanda dei fantasmi", i protagonisti di " Fuga da Anderville", il giovane bandito di " I rapinatori del Missouri", il bandito Ray Benton in "Senza via di scampo".Figure abbozzate che certo non hanno la profondità di quelle di Boselli( a parte in " Fuga da Anderville") ma che comunque dimostrano un certo interesse per dei temi toccati più raramente da Bonelli padre.

 

2) Un maggiore uso dell'ironia e di diversificazione della coppia Tex e Carson,anche questo per me aspetto positivo( gli anti nizziani grideranno al Carson macchietta,per me quello è venuto dopo).Nizzi dice che il Tex di Boselli è troppo serioso,rispetto al suo di sicuro,ma ,rispetto a quello di Bonelli,solo qualche volta.

 

3) Un Tex leggermente meno calmo e sempre sicuro di sè, e di conseguenza un maggiore livello di pathos,che a mio avviso nelle storie di Bonelli ad un certo punto latitava.Questa caratteristica è per fortuna stata tenuta da Boselli          ( attenzione,non sto paragonando il Tex boselliano a quello pasticcione e incapace del Nizzi ultima maniera,ma a quello un po' più umano del Nizzi prima maniera.Sono diversi,ma secondo me sono entrambi leggermente più umanizzati rispetto a quello bonelliano).

 

4) Minore uso del quartetto.Su questo sicuramente Boselli gli dà i punti,glbonellianamente parlando.

 

Sull'aspetto giallo delle storie nizziane non commento,perchè come ho già detto altrove,ritengo sia perlopiù un falso mito.

 

A voi: pensate che lo stile del Nizzi prima maniera sia davvero molto più simile a quello di Glb rispetto a quello di Boselli oppure che entrambi ,pur restando fedeli,abbiano comunque evoluto un po' la testata? Io sono per la seconda.

 

 

P.S : se possibile evitate frescacce tipo " Nizzi non sa scrivere il western" 

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3 hours ago, Grande Tex said:

Ora,vorrei che voi diceste la vostra su questo punto,cioè quanto in effetti lo stile nizziano pre 500 sia davvero così simile a quello di Glbonelli,rispetto a quello boselliano.

 

La ritengo una madornale sciocchezza (e a quanto ho capito, hai iniziato questo thread perché su questo concordi con me).

 

La leggenda del Nizzi "fedele alla tradizione di GLBonelli" è mera reclame aziendale dell'epoca, nata per la paura che i lettori reagissero male ad un nuovo nome. Esattamente come le balle sul fatto che ogni sceneggiatura di Nizzi fosse controllata e passata al vaglio di GLBonelli, come hanno scritto per anni nel colophon (mentendo, semmai è Nizzi che ha volte ha controllato e corretto le ultime opere di GLBonelli)

 

Oggi, senza più quella paura del cambio di nome (anzi, a volte ho l'impressione che per molti lettori "Nizzi" sia un nome molto più sacro di "GLBonelli) penso possiamo lasciarci alle spalle quegli slogan propagandistici, e riconoscere l'evidenza: Nizzi e GLBonelli all'epoca erano autori molto diversi, quasi opposti per certi versi.

 

3 hours ago, Grande Tex said:

1) Nelle storie di Nizzi la psicologia dei personaggi è comunque più presente rispetto a Bonelli,non siamo ai livelli boselliani,ma si possono notare con una certa frequenza figure che con Glb erano più rare,come la famiglia Wallace di   " La locanda dei fantasmi", i protagonisti di " Fuga da Anderville", il giovane bandito di " I rapinatori del Missouri", il bandito Ray Benton in "Senza via di scampo".Figure abbozzate che certo non hanno la profondità di quelle di Boselli( a parte in " Fuga da Anderville") ma che comunque dimostrano un certo interesse per dei temi toccati più raramente da Bonelli padre.

 

Concordo in parte, ma sono in disaccordo sulla premessa implicita, che tutto debba essere "mostrato" e il lettore non debba fare lo sforzo di capire nulla.

 

Nizzi rende molto più esplicita la psicologia dei personaggi, ma non è un opera di approfondimento: basta leggere con attenzione le storie di GL Bonelli per rendersi conto di quanto fosse curata la psicologia dei personaggi. Magari chi legge un Tex ogni tanto non si rende conto di come le reazioni di Carson alle battute differiscano in base a chi le dice, o di come certi villain, senza mai fare un monologo esplicito, rimangano impressi per la loro personalità. Anche personaggi che appaiono per pochissime pagine e poi sono dimenticati: rileggiti le prima pagina de "il cacciatore di taglie" e come sono caratterizzati uno per uno i rapinatori che verranno uccisi dopo poche pagine.

 

Nizzi spiattella tutto quello che bisogna sapere, forse perché ha fatto esperienza sulle pagine de "il giornalino" con un pubblico molto giovane. Non lascia spazio ad interpretazioni, e utilizza moltissimo "tipi" o "maschere" abbastanza stereotipate, e in questo (purtroppo) si dimostra effettivamente più "moderno", più adatto ad un pubblico dalla soglia di attenzione sempre più bassa ormai abituato a vedere tutto spiegato non solo nei fumetti ma anche al cinema e in TV (lo vediamo bene anche oggi, con la gente che si lamenta se un minimo dettaglio non gli viene spiegato puntigliosamente e se non vengono narrate le origini di ogni filo d'erba).

 

Boselli credo si trovi fra l'incudine e il martello: ormai ha QUESTO pubblico e deve spiegare tutto, ma vorrebbe avere i personaggi meno stereotipati come quelli di GLBonelli. È un po' come volere la botte piena e la moglie ubriaca, finisce che si esagera a volte in spiegazioni o dialoghi esplicativi. Come tutti gli esercizi di equilibrismo, quando ci riesce lascia a volte a bocca aperta, quando fallisce casca e rischia di farsi male... credo che quando le spiegazioni diventano troppe, è meglio non spiegare tutto.

 

Rispetto sia a GLBonelli e a Boselli, Nizzi divide molto di più in "buoni" e "cattivi", con Tex sempre sbirro integerrimo (ma qui non so quanto sia colpa sua e quanto sia colpa di Sergio Bonelli, dopotutto sappiamo di occasioni in cui Nizzi avrebbe voluto un Tex più pragmatico, come nel finale originale de "i fucili di Shannon", e gli è stato impedito), mentre GLBonelli sapeva bene invece che l'eroe western è sempre in fondo un outlaw (e infatti il suo Tex agisce sempre contro la legge per ottenere giustizia, anche quando porta la stella) e Boselli persino esagera con i personaggi borderline... (fra parentesi, questa è la base della mia affermazione secondo cui Nizzi scriveva gialli e non western: western e gialli sono opposti: se parliamo di giallo classico e non di Noir o police procedural, il giallo vede l'ordine turbato da un crimine e l'opera verte sul ristabilire l'ordine, il western vede i personaggi agire da criminali in un mondo dove l'ordine è inesistente o è corrotto o è imbelle o è semplicemente la legge del più forte. Ma mi sono rassegnato al fatto che non si può parlare di queste cose in un forum, specie quando non hai il tempo di scrivere tre trattati al giorno...)

 

4 hours ago, Grande Tex said:

2) Un maggiore uso dell'ironia e di diversificazione della coppia Tex e Carson,anche questo per me aspetto positivo( gli anti nizziani grideranno al Carson macchietta,per me quello è venuto dopo).Nizzi dice che il Tex di Boselli è troppo serioso,rispetto al suo di sicuro,ma ,rispetto a quello di Bonelli,solo qualche volta.

 

A chi dice che GLBonelli mancasse di ironia, credo si possano fare tanti e tali esempi da seppellirli (voglio dire, basta vedere i dialoghi di Tex). Nizzi da una parte non ha quell'ironia nelle sue corde, ma ha un registro più decisamente comico: i dialoghi fra Tex e Carson perdono le frecciate ironiche e diventano a volte veri e propri sketch comici interpretati dai due.  Alcune storie di Nizzi sono vere e proprie commedie (vedere la commedia degli equivoci e di inseguimenti da comiche anni 20 che è "la congiura"), altre sono molto meno buffe. Credo sia troppo riduttivo il dire di un autore che ha sempre un 50% di commedia e un altro ha sempre il 40%. fisso, direi più propriamente che ciascun autore ha un range di temi e argomenti che spazia dal comico al tragico e può essere più o meno versatile. Nizzi riesce a fare storie molto più comiche di quelle di GLBonelli perchè supera un limite che GLBonelli non superava mai: nelle storie di GLBonelli non si ride mai di Tex, è sempre Tex che ride degli altri. In quelle di Nizzi, anche prima della crisi, si ride spesso di Tex (vedere per esempio appunto la Congiura).

 

Ma già anche solo parlare sempre e solo di commedia e di umorismo per me vuol dire falsare la comparazione. È come discutere se come sportivo sia stato più importante in Italia Mennea o l'ultimo dei pugili usando come unico parametro la capacità di fare a pugni. Non esiste solo l'umorismo. Vogliamo parlare del range di drammaticità, coralità, di sense of wonder, l'horror gotico (vero punto debolissimo di Nizzi, che di fronte alla massa di mostri evocati dalle storie di GLBonelli, quando deve manovrare Mefisto non riesce a fargli tirar fuori altro che l'illusione di "scientifici" dinosauri, e invece di un castello diroccato in una palude sotto la luna lo fa agire nel retrobottega di un Saloon...), etc.?

 

4 hours ago, Grande Tex said:

3) Un Tex leggermente meno calmo e sempre sicuro di sè, e di conseguenza un maggiore livello di pathos,che a mio avviso nelle storie di Bonelli ad un certo punto latitava.Questa caratteristica è per fortuna stata tenuta da Boselli          ( attenzione,non sto paragonando il Tex boselliano a quello pasticcione e incapace del Nizzi ultima maniera,ma a quello un po' più umano del Nizzi prima maniera.Sono diversi,ma secondo me sono entrambi leggermente più umanizzati rispetto a quello bonelliano).

 

Strano, a me pareva di ricordare un Tex che in diverse storie è tanto "calmo e sicuro di sè" da affrontare da solo 20 avversari, o da scagliare massi a gente che fugge gridando praticamente "dovete morire tutti"....

 

Per me è sempre un aspetto del punto 1: la psicologia profonda ma non spiattellata, o lo stereotipo spiattellato. Il Tex di GLBonelli ha un range di emozioni e reazioni vastissimo, anche se sempre coerente. Può essere ironico e imperturbabile, ma può arrivare ad essere tanto furioso da uccidere a sangue freddo. E persino a pagare una banda di tagliagole per catturare un suo nemico e portarglielo come un capretto da sgozzare al macello. Perchè il Tex di GLBonelli ha un vastissimo range di emozioni, a volte è divertito e sicuro, ma può diventare apprensivo, furioso, crudele e spietato, etc.

 

Il Tex di Nizzi per me anche prima della crisi tende ad essere sempre ironico e sopra le righe. A volte ci sta. A volte è totalmente inappropriato (certo, le cose che gridano davvero vendetta al cielo, come le battutine praticamente sulla tomba di Lilyth sono roba post-crisi, ma qualcosa si nota anche prima). Smette l'ironia e diventa furioso solo quando viene sconfitto, e questa è una cosa così Nolittiana che mi chiedo anche lì quanto ci sia lo zampino di Sergio Bonelli (non dico solo con modifiche imposte, immagino che Nizzi ci abbia messo poco a capire cosa piaceva al suo editore...)

 

 

 

 

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Molto brevemente perché sono al mare: nel Tex di Boselli è Bonelliano il personaggio ma non lo è affatto tutto ciò che gli gira attorno (trattamento dei comprimari, psicologia, complessità, uso e abuso del "grigio', cambi da cattivo a buono, etc..) per una sua precisa indole e scelta narrativa. Ma quando vuole sa essere del tutto fedele alla linea (vedi Tex l' inesorabile e anche diverse storie anche minori ma belle del passato). 

Il Tex di Nizzi è Bonelliano nel contesto (temi trattati, atmosfere, linearità prevalente, dialoghi se parliamo del primo Nizzi) ma meno nel personaggio che varia da una piena texianita ad aspetti più personali (polizieschi o a volte non del tutto consoni con la quasi infallibilità del ranger e dei suoi pards)

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  • 1 mese dopo...
<span style="color:red">11 ore fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

Forse sono troppo di parte,perchè ho letto Tex con continuità dopo il 300 e prima lo leggevo meno attentamente

Il tex di Nizzi è fedele al modello di Gianluigi Bonelli fin dagli esordi come dialoghi ambientazioni e storie classiche

Fino al 500 Nizzi è rimasto fedele e scriveva buone storie

Le storie ambientate in Canada son state sempre il suo punto forte così come le trame intrise di giallo come La Locanda dei fantasmi o la miniera del terrore

Boselli non me ne voglia ma le sue storie piacendomi molto ha fatto diventare Tex un comprimario

Si, diciamo che GLB non scriveva storie "gialle", quindi l'iniziale giallismo di Nizzi era del tutto un tratto personale.

Le novità di Nizzi rispetto a GLB furono sostanzialmente due. 1) Lo spruzzo (inizialmente notevole) di giallo 2) Una molto maggiore virata verso la commedia western e quindi una maggior "comicità". Intendiamoci, in GLB erano ben presenti i dialoghi leggeri e buffi tra i pards, ma con Nizzi si accentuano diventando ancora più divertenti. Per il resto era fedelissimo alla linea. Poi ha cominciato a diventare troppo Nolittiano nel momento del declino, con un Tex troppo fallace, purtroppo. Ma il Nizzi iniziale è uno spasso.

 

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