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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 08/07/2019 in tutte le sezioni

  1. Boh,non so che dire...la storia è bella ma non la definirei mai e poi mai la migliore di Boselli.la figura di Shane ruba troppo la scena a Tex.da ammirare soprattutto le ambientazioni ispirate da film cazzuti (Il Mucchio selvaggio e Veracruz su tutti) e l ultimo albo con l' attacco dell'armata di Carrasco (che ricorda l attacco messicano ad Alamo).l inserimento di Pat è forse un azzardo in una storia fatta di spari e pallottole più che di pugni e lotta....anche se spesso Bos lascia a Pat il compito di catturare il cattivo nel finale.l con una bella sventola. Shane,dicevo, è l' assoluto protagonista della storia:una figura splendida,un misto di carbonaro e dinamitardo,il rivoluzionario "santo" che,se da un lato è disilluso da una vita fatta di cocenti delusioni e sconfitte, dall'altro non dispera che la propria causa possa un giorno trionfare. Un misto di carbonaro,decabrista e ribelle dell'Ira.una figura maiuscola che raramente si è vista in una storia Texiana.l eroe tragico per eccellenza.spettacolare.
    1 point
  2. Il prof. Paolo Grossi, già presidente della Corte costituzionale, ha sostenuto, in diverse recenti pubblicazioni, che il fatto storico dell'approvazione delle leggi razziali, nel 1938, dovrebbe indurre a superare definitivamente l'idea che il diritto si trovi solo nei testi delle leggi, scritte e approvate secondo procedure predeterminate. Se, infatti, ci si limita al dato formale del rispetto delle procedure predeterminate che regolano l'emanazione della legge, allora quelle leggi erano legittime. E il fatto che fossero ingiuste, diviene irrilevante. Legge e giustizia. E' un rapporto (spesso purtroppo uno scontro) che viene indagato da secoli, almeno sin da quando Sofocle lo rappresentò plasticamente in Antigone. Anche Boselli, dalla sua peculiare posizione di autore di fumetti, indaga il tema, peraltro ponendosi sulla scia di Gianluigi Bonelli e degli autori che, prima di lui, hanno animato Tex. "Anche io ho fatto la mia scelta", dice Tex al sergente Torrence. Sceglie i disertori e combatte coloro che dietro a una patente di legittimità vogliono solo dare sfogo alla loro malvagità. Non è la prima volta e non sarà l'ultima che Tex sa perseguire la giustizia oltre la legge. E noi lettori, così, siamo sicuri che, se fosse vissuto nel 1938, Tex avrebbe scelto la parte giusta. Noi forse no: magari saremmo stati bloccati dalla pavidità, dall'egoismo, dall'indifferenza. Ma lui sì. Tex sa sempre da che parte sta la giustizia. Tutto ciò per dire che Cercatori di Piste è un piccolo capolavoro. Non avrà il respiro epico de Il passato di Carson e de La grande invasione; non raggiungerà le vette di lirismo de Gli invincibili. Ma appassiona e coinvolge. Chi non avrà trattenuto il fiato sfogliando le pagine in cui è disegnata la fuga notturna dal villaggio? Dei disegni di Marcello che dire? Perfetti! La puntuale caratterizzazione dei comprimari passa anche per il segno grafico dell'Artista che da a ognuno di loro un'anima percepibile.
    1 point
  3. Senza grossi giri di parole, si può liberamente affermare che ci si trova al cospetto di una delle cime più alte del centinaio, nonché della produzione boselliana e della saga in generale. Un episodio dalla liricità ed epicità uniche, che difficilmente sono state eguagliate nella serie. Un Boselli al massimo dell'ispirazione, confeziona una pietra miliare che ancora oggi, a più di due decenni dalla pubblicazione, tiene inchiodati alle pagine e commuove il lettore. Una sceneggiatura magistrale, coinvolgente, esente da cali di ritmo. Perfetta la caratterizzazione dei personaggi, come nella miglior tradizione boselliana, ma se mi è permesso dirlo, in questa prova l'autore supera se stesso e ci dona un parterre di comprimari ricchissimo e ogni sua creazione letteraria contribuisce ad arricchire la storia, che tiene perfettamente il passo del capolavoro del debutto (anche se personalmente ritengo il "Passato di Carson" lievemente superiore). La banda degli irlandesi ci viene apparentemente mostrata come una pericolosa congrega di fuorilegge, ma si percepisce fin dalle prime battute che, dietro quel gruppo di banditi, si celano uomini dalla grande umanità, eroismo e un forte senso di appartenenza alla patria di origine. In tal proposito, magnifica la scena in cui i figli della verde Irlanda intonano al tavolo di Carrasco l'inno irredentista del proprio paese. Un tocco di classe dello sceneggiatore, una scena dalla forte emozione che ancor oggi dovrebbe farci riflettere, in un epoca in cui si parla di barriere e distinzioni geografiche. A voler trovare il pelo nell'uovo, i nostri (con Pat Mc Ryan arruolato per l’occasione) appaiono un po' defilati rispetto agli straordinari protagonisti della vicenda, ma ciò non disturba, anzi! Tex e Carson se la cavano alla grandissima durante il proseguo della vicenda e inoltre, non sottovaluterei la scelta coraggiosa ma azzeccata dell'autore, di farli schierare con la banda, d'altronde come ribadirà nell'epilogo Montales: "Quando non c'è giustizia, l'uomo onesto e d'onore non può che diventare un bandito, un ribelle!" Chapeau; anche questa frase ha un peso specifico enorme, oggi più di ieri! Splendida la figura di Shane, un eroe patriottico dalla grande abilità e coraggio. Boselli gli dedica un melodrammatico epilogo da Oscar. Molto ben riuscita anche la figura di Kelly, un uomo molto legato ai ricordi della terra natia, ma non scherzano a carattere nemmeno Halloran, Pagan, Watts, Tommy Gunn, Karim. Mica facile riuscire a creare in una sola storia, così tante figure che penetrano nel cuore e nella memoria del lettore. Menzione a parte merita Hutch: notevole l'idea di inserire un amico d'infanzia di Tex. Il rapporto di falso odio-immenso rispetto tra i due si dipana per tutta la narrazione ed è logico che Boselli abbia recuperato un simile personaggio nella regolare e presumibilmente, lo farà muovere anche sulla nuova serie "Tex Willer". Ciò che si può definire un'intuizione felice! Non male pure la caratterizzazione degli antagonisti. Carrasco e l'austriaco Herzfeld sono coerenti nelle loro posizioni e quindi indignano nel giusto, questione diversa per il codardo Danny: il suo tradimento nei confronti dell'amico è una frustata che fa stringere i pugni dallo sdegno. Magnifica l'empatia fra Boselli e Marcello, la loro intesa è un ulteriore valore aggiunto alla storia e il compianto disegnatore sfodera una prova grafica di tutto rispetto, a tal punto che non riuscirei a immaginare disegni diversi per una simile sceneggiatura. Tanto di cappello dinanzi la complicatissima realizzazione del terzo albo, ricco di azione, sparatorie, dinamismo e adrenalina pura, rappresentato alla perfezione dell'artista. P.s.1 Suppongo sia un piccolo refuso: quando Tex mostra ai Rurales il lasciapassare del governatore Montales, nomina lo stato di Sonora ma il fido amico messicano, dovrebbe essere una carica istituzionale del Chihuahua. P.s.2 A inizio episodio Carson asserisce di esser tornato dal Nevada, dopo una visita a Lena e Donna che nel frattempo hanno aperto una locanda: interessante la continuity abbozzata da Boselli, visto che una simile affermazione del vecchio ranger fungerà da preludio all’episodio di Jack Thunder. Il mio voto finale è 10
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