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Ghost Writers


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GHOST WRITERS






Ghost writers... Da tempo si è manifestata la necessit? di uno studio di quelle storie di Tex che hanno avuto una nascita diversa o semplicemente più travagliata delle altre. La paternit? di alcune avventure è stata infatti messa in discussione da tutta una serie di aneddoti o dichiarazioni che negli ultimi anni hanno palesato l'esistenza di alcuni collaboratori occulti. L'analisi quantitativa dell'apporto dei  ghost writers  alla serie di Tex può essere facilmente risolta in base al numero di idee e spunti forniti per la stesura del soggetto, ma diventare più problematica allorchè la partecipazione si fa più estesa interessando direttamente la sceneggiatura, attraverso interventi redazionali correttivi o la riscrittura, tout court, di alcune parti della storia.




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Fino alla fine degli anni ottanta, il nome di Giovanni Luigi Bonelli è regolarmente apparso nella terza pagina di ogni albo come un autentico marchio di garanzia, di qualità e divertimento per i fedelissimi lettori. Nel maggio del 1988, per i quaranta anni di Tex, esce l'albo gigante "Tex il Grande!", che inaugura la collana dei Texoni. Questo volume ha la caratteristica di essere il primo a riportare la firma di Nizzi: sino ad allora le storie di Tex da lui scritte, come già quelle di Guido Nolitta ( Sergio Bonelli ), non erano mai state accreditate alla sua penna. Nel dicembre dello stesso anno, anche nella serie regolare, per la precisione sul numero 338, appare la sua firma. Un riconoscimento dovuto, giunto dopo tanti anni spesi a raccontare per i lettori le mirabili e straordinarie avventure di Aquila della Notte? all'ombra di un Grande del fumetto italiano! Ricordando i suoi esordi sulla serie, lo stesso Nizzi scrive: " In quel momento [ nel 1982, n. d. a. ] per loro era di vitale importanza pensare all'avvenire del Ranger, dato che papà Bonelli aveva già una certa età e Sergio ( come ha sempre ammesso ) non si trovava a suo agio nello scrivere Tex. Tre condizioni mi furono poste. La prima era che i Tex che avrei scritto dovevano avvicinarsi il più possibile allo stile di G. L. Bonelli ( e non a quello di Sergio ). Questo mi stava bene. La seconda era che per un certo periodo di tempo non avrei dovuto firmarli. Questo mi stava molto meno bene. La terza era che non avrei dovuto rilasciare interviste in cui ammettessi di scrivere Tex. Questo mi seccava un po' ma non troppo. Sergio pretendeva questa cortina di silenzio perchè aveva timore che, scomparendo dagli albi di Tex la firma del padre, i lettori se ne sarebbero allontanati ". Nizzi chiarisce il motivo di una tanto discussa scelta editoriale e pone allo stesso tempo il problema legato alla difficile eredit?: Giovanni Luigi Bonelli ha infatti quasi raggiunto la soglia degli ottant'anni di età.

Questo è l'elenco delle storie scritte da quest?ultimo a partire dall' è avvento è di Claudio Nizzi, che iniziò la sua magica avventura texiana con l'albo intitolato Alleati pericolosi ( n° 273 ):

1983 - Dinamite ( 274 / 275 ) - 122 pagine
1984 - La foresta pietrificata ( 277 / 279 ) - 209 pagine
1984 - Un mondo perduto ( 282 / 283 ) - 153 pagine
1984 - Geronimo! ( 283 / 285 ) - 195 pagine
1985 - Uno sporco imbroglio ( 292 / 293 ) - 161 pagine
1985 - Luna comanche ( 295 / 296 ) - 159 pagine
1985 - La lancia di fuoco ( 300 110 ) - pagine
1986 - La minaccia invisibile ( 309 / 310 ) - 181 pagine
1986 - Il ranch degli uomini perduti ( 311 / 312 ) - 127 pagine
1987 - Gringos! ( 319 / 321 ) - 157 pagine
1987 - La città corrotta ( 323 110 ) - pagine
1989 - Terra violenta ( 340 / 341 ) - 157 pagine
1991 - Il medaglione spagnolo ( 364 ) - 110 pagine


Scorrendo i titoli delle storie è fin troppo palese la misura in cui avviene l'esaurimento della vena creativa, che non esclude i lampi di genio, "La città corrotta" ( n° 323 ) in primis, ma è sostanzialmente lontana in termini qualitativi dalla produzione anche immediatamente precedente. Il più che dignitoso decadimento è probabilmente legato a una naturale stanchezza fisiologica. I numeri in questo caso ci vengono in aiuto e ci confortano nella tesi.

Abbiamo un calo costante e inesorabile:

1984 - 557 pagine - 3 storie
1985 - 430 pagine - 3 storie
1986 - 308 pagine - 2 storie
1987 - 267 pagine - 2 storie
1989 - 157 pagine - 1 storia
1991 - 110 pagine - 1 storia

Il vecchio Bonelli è passato gradualmente da storie medio lunghe a storie sostanzialmente brevi. Considerando inoltre il fatto che queste storie sono state scritte almeno un anno prima ( è ) della loro apparizione in edicola per lasciare il tempo ai disegnatori di realizzarle graficamente, possiamo trarre la seguente conclusione: Gianluigi Bonelli ha ridotto notevolmente il suo carico di lavoro intorno all'anno 1982/1983, lasciando al figlio Sergio e al nuovo arrivato Claudio Nizzi il compito di portare avanti la narrazione. Nel periodo compreso tra il 1983 e il 1985 i due Bonelli smettono praticamente quasi di scrivere nuovi episodi di Tex, lasciando a Nizzi il gratificante ruolo di prim?attore. Nelle 161 pagine della storia "Uno sporco imbroglio", una delle ultime del terzo centinaio, scritta probabilmente nel 1984, abbiamo di fatto due storie ( una di 78 pagine e l'altra di 83 ) cucite una di seguito all'altra, ma del tutto indipendenti. Delle trecento e passa pagine di Bonelli che appaiono nel 1986, le 181 della storia "La minaccia invisibile" sono invece da accreditare in larga misura a Mauro Boselli. Carlo Monni avanza anche un ipotesi più radicale, ma tutto sommato assai plausibile, sostenendo che praticamente tutte le storie di G. L. Bonelli pubblicate a partire dal 1985 abbiano subito diverse revisioni redazionali, che si traducevano allora verosimilmente in interventi di Tiziano Sclavi e in misura minore di Decio Canzio. Una tesi che avvalora dunque la presenza di ghost writers all'interno della redazione.





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Dato l'imponente numero di storie è poi un fatto abbastanza comprensibile che il creatore letterario di Tex, si sia lasciato influenzare nel corso degli anni dai suggerimenti dei suoi due figli, Sergio e Giorgio, per i soggetti e le sceneggiature delle sue storie.

Nel volume Come Tex non c'è nessuno edito nel 1998, Sergio Bonelli parla ad esempio del suo ruolo di ghost writer negli anni cinquanta: " Dall'alto della mia fresca carica di boss mi sento in dovere in un certo senso, di fornire un supporto editoriale a mio padre suggerendogli qualche spunto che interrompa una routine di storie classicamente western che temo, alla lunga, possano mostrare la corda. E visto l'esito sempre più felice del filone fantastico texiano, dico a Bonelli: "perchè non provare a introdurre nelle storie un accento vagamente fantascientifico?" Non pensando alla comparsa di astronavi da cui sbarcano torme di omini verdi, ma a qualcuno o qualcosa, che senza mai mostrarsi, suggerisse una presenza extraterrestre ". Nasce così, da un suggerimento dell'editore, da sempre affascinato dalle tematiche fantascientifiche, la storia dell'extraterrestre ( "La valle della luna", n° 56 ). Durante un convegno, Sergio Bonelli ha raccontato di un padre scarsamente entusiasta nello scrivere questa avventura, poco sedotto a differenza del figlio dal genere. è lecito supporre che il risultato finale, di conseguenza, sia stato assai diverso da quello che prospettava l'idea iniziale dell'editore.

Il contributo di Sergio Bonelli non si esaurisce con questa storia. Altri spunti nolittiani riguardano anche "La sconfitta" ( n° 99 ), ovvero l'eroe sconfitto in un duello sleale. Nel libro l'editore ricorda: "Si, è intitolato proprio "La sconfitta", e devo confessarti che ne vado fiero, perchè si tratta di una delle cose migliori della saga, nata come hai accennato tu, su mio suggerimento. Bonelli mi accontenta, ma a modo suo. Io gli chiedo che Tex venga battuto da un tiratore più bravo, mentre lui ( scartata subito questa soluzione che gli suona come un eresia ) acconsente alla sconfitta del ranger soltanto a patto che ci sia sotto un trucco. Il pistolero che per la prima e unica volta riesce a disarmare Tex in duello si avvale infatti di una fondina truccata, che consente al proprietario di sparare con quel centesimo di secondo di anticipo indispensabile, in questi frangenti, per portare a casa la vita. Inutile dire che il furbastro non vivr? tanto da potersi vantare a lungo del suo gesto truffaldino, e che Tex, contrariamente al mio Mister No, potr? continuare a fregiarsi della sua immagine di eterno vincente".

Sergio Bonelli suggerisce al padre anche le idee per alcuni altri soggetti che riguardano le seguenti storie: "La sfida" con Buffalo Bill ( n° 82 ), "La trappola" ( n° 141 è 145 ) dove si immagina la reclusione dell' eroe nel penitenziario di Vicksburg e "I cavalieri della vendetta" ( n° 176 - 177 ), che riflette un particolare episodio della storia degli Stati Uniti: la comparsa dei Tuareg e dei loro cammelli!

Nel bellissimo articolo introduttivo al quarto volume della serie ?Cavalcando con Tex? edito dalla torinese Little Nemo, Mauro Boselli scrive: "è noto come una delle idee rivoluzionarie ( per allora ) fu sua [ di Sergio Bonelli, n. d. a ] : quella di dare una fidanzata a Kit Willer. Giovanni Luigi acconsentì e scrisse la storia - I due rivali - con quel finale un po' sprezzante in cui Kit lascia la ragazza senza una spiegazione, in una logica da "duro" che certo non era quella del soggetto originario ". Dal canto suo, lo stesso Sergio Bonelli avrebbe raccontato un curioso aneddoto sulla nascita di questa storia così anomala nel suo impianto narrativo. Durante una cena in un locale di Milano a cui avrebbero partecipato i due Bonelli e il cantante Fred Bongusto, quest'ultimo avrebbe chiesto una storia in cui Kit Willer si innamorava, Sergio Bonelli avrebbe quindi sostenuto l'idea aggiungendovi qualche particolare di suo e G. L. Bonelli avrebbe acconsentito, sviluppando però il soggetto a modo suo.

Nel gennaio del 1976, usciva nelle edicole "Caccia all'uomo" ( n° 183 / 185 ), il primo albo di Guido Nolitta per la collana Tex. In che misura Giovanni Luigi Bonelli indossò i panni di - ghost writer - delle prime storie del figlio è La domanda è interessante e possiamo affidarci alle numerose testimonianze che si sono succedute negli anni per definire il ruolo del papà di Tex, che dopo quasi trent'anni di sceneggiature ininterrotte, abbandonava, seppur in maniera passeggera, la sua creatura nelle mani del figlio. Mauro Boselli, nella già citata introduzione, ci riferisce quanto segue: "Si a quei tempi il mio attuale editore Sergio Bonelli aveva incominciato ad alleggerire la mole di lavoro del pur instancabile genitore. Erano già uscite delle storie che io stesso allora considerai rivoluzionarie e un po' fuori linea, ma indubbiamente di grande fascino, come - Il giudice Maddox - con la sua ambiguità tra il Bene e il Male, il suo Tex che cambia idea e per la prima volta sente vacillare la sua solita sicurezza nel giudicare un prigioniero accusato di omicidio, e altri particolari molto innovativi! G. L. Bonelli rileggeva queste storie con un tono burbero ma affettuoso, inserendo qualche battuta delle sue, forse, ma senza cambiare mai una scena e rispettando al novantanove per cento il lavoro del figlio che riconosceva dotato quanto lui, ma con uno stile diverso ". Sergio Bonelli venne allora chiamato a sostituire il padre a causa di una improvvisa defaillance di quest?ultimo, dovuta a un malanno che si era preso sui campi di sci. è lui stesso a parlarne nella posta di TuttoTex ( n° 193 ), che contiene altre rivelazioni importanti: "Tradito dalla sua passione per lo sci, che alla bella età di sessantotto anni, ancora lo spingeva come un giovanotto lungo le piste delle Dolomiti, Bonelli padre si beccò uno di quei malanni che avrebbero ucciso un bisonte, ma che lui superò con una certa disinvoltura, proprio grazie alla fortissima fibra di cui vi dicevo. Però non pot? fare a meno di accettare il suggerimento di rallentare il tour de force forsennato che lo spingeva a scrivere le centodieci pagine necessarie a garantire l'uscita mensile dell'alboOffrendomi come autore, contavo molto sull'aiuto che mi sarebbe venuto dal mio augusto genitore. Infatti il creatore letterario di Aquila della Notte si prese la briga di leggere quasi giorno per giorno le pagine che io scrivevo, cambiando le frasi che a lui non suonavano giuste, oppure consigliandomi sullo sviluppo di alcune sequenze particolarmente complicate per le mie forze di esordiente texiano". Queste attestazioni permettono di quantificare in che misura papà Bonelli si cal' allora nelle vesti di ghost writer delle storie del figlio; dichiarazioni univoche che poco spazio lasciano alle interpretazioni di molti critici che si sono lasciati tentare da ipotesi fantasiose. L'apporto di Giovanni Luigi fu in realtà assai minore di quello che si è voluto credere. Anche il minore dei figli, Giorgio Bonelli, avrebbe proposto qualche spunto per delle storie del terzo centinaio: "Linciaggio" ( n° 209 / 210 ) e "Un mondo perduto" ( n° 282 / 283 ). Il suo ultimo contributo creativo alla saga ideata dal padre è "La minaccia invisibile" ( n° 309 / 310 ), una storia che vede anche la compartecipazione di Mauro Boselli e Tiziano Sclavi.




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Mauro Boselli chiarisce in maniera più dettagliata la "genesi" di questa storia cittadina.

"L'idea di base fu ideata insieme da me e Giorgio Bonelli. Giorgio scrisse le prime cinque o sei pagine ( la scena della nave abbandonata ) e solo qualche altra pagina con la caccia al cinese per le vie della città, scene che furono alquanto ridotte e sforbiciate nella revisione di G. L. Bonelli. Io iniziai a scrivere dalla seconda scena, nella palestra ( pag. 49 di Acqua alla gola ) e poi un centinaio di pagine, sino circa alla scena delle baia ( pag. 35 del secondo albo ). Nella sua revisione G. L. Bonelli ricopiù tutto senza modifiche ma ridusse enormemente la scena della rissa per le strade all'inizio del secondo albo, qui ridotta a due pagine mentre la mia versione ne occupava sette od otto per dare spazio ai personaggi della palestra. La storia mia originale era stata apprezzata da Canzio, ma poi fu respinta. La portai a G. L. che dopo qualche tempo mi chiese di finire per lui il "trattamento", ossia un soggetto dettagliato. Lo scrissi, ma lui non lo segu?, giudicandolo forse troppo complesso, non so. La sua sceneggiatura comincia a pag.35 del secondo albo ( titolino "Incendio al laboratorio" ), ma abbandona il mio soggetto, tagliando tutto lo sviluppo da me previsto, a pag. 77, con la ( per me incongruente ) scena delle belve! La versione di Bonelli si chiudeva con la morte del Maestro nella sua villa, senza che si fosse scoperta la sua identit?! La storia così com'era non fu giudicata accettabile dalla Redazione ( Canzio ) e fu affidata a Sclavi per una seconda revisione, che io ebbi modo di leggere. Sclavi ridusse e asciug? le peripezie e le sparatorie glbonelliane, giudicandole un po' confuse, e mi affid' una TERZA revisione che fu una vera e propria riscrittura. Aggiungemmo la scena delle fogne ( la scrissi io, ma le battute patetiche di Volker morente nelle prime due vignette di pag.74 sono puro Sclavi! ) e io, da solo, ricostruii un nuovo finale, che inizia a pag.96 del secondo albo, sino alla fine. La storia originale prevedeva, come è ovvio, un intrigo più complesso, con Pat McRyan avvelenato con i bacilli del maestro nella spugna usata durante il suo incontro sul ring ( se ne parla all'inizio ) e una corsa contro il fato per trovare l'antidoto in cui i personaggi di Frisco avrebbero dovuto trovare un ruolo. Questa versione non fu mai sceneggiata".

Tempi lunghi e realizzazione travagliata. Se Boselli afferma di averla scritta in un periodo compreso tra il 1981 e il 1983, Gianluigi Bonelli, che ne era venuto a conoscenza tramite il figlio Giorgio, chiese la sceneggiatura a Boselli solo intorno al 1985. Letteri disegnò la versione di Bonelli in pochi mesi, ma all' inizio del 1986 ci fu l'ultima revisione redazionale e l'artista romano disegnò il nuovo finale boselliano in poco più di un mese. Mauro Boselli, che per un breve periodo svolse la funzione di segretario del papà di Tex, sempre nella citata introduzione a Cavalcando con Tex, afferma di aver fornito l'idea di un altro soggetto, quello della storia "Ore disperate" ( n° 241 / 242 ): "Un soggetto a proposito, Giovanni Luigi l'approvò pure a me: la storia di un ranger amico di Tex, linciato per errore da un gruppo di vigilantes incappucciati. La storia che ne ricav?, Ore disperate, fu molto diversa da quella che avevo proposto io. Invece di essere una 'maggioranza silenziosa', un gruppo di padri di famiglia e buoni borghesi sospesi tra il bene e il male, i cattivi linciatori di Giovanni Luigi diventarono per semplicità dei normalissimi banditi ".

In una intervista rilasciata a Carlo Monni, l'autore svela i particolari della sua collaborazione con G. L. Bonelli: " Io ho lavorato per un paio d'anni, più o meno, come segretario-assistente di Gianluigi, In realtà era un lavoro di tutto riposo perchè io lo guardavo scrivere, lui chiacchierava con me e mentre scriveva mi insegnava qualche cosa. E? ci raccontavamo delle cose? io leggevo? cercavo dei soggetti per lui, spulciavo i vecchi numeri di True West la rivista e devo dire alla fine ci sono stati diversi soggetti che poi Bonelli non ha avuto il tempo di fare, ma che in un modo o nell'altro poi sono stati fatti. Non gli stessi soggetti, intendo. Ma per caso le stesse idee poi le ha avute e portate avanti qualcun altro... ".

Di quei soggetti che per vari motivi furono abbandonati da Bonelli per essere ripresi in seguito da altri autori, ricordiamo la leggenda della nave perduta nel deserto del Mojave che Nizzi ha usato per la storia de "Gli spiriti del deserto" ( n° 328 / 330 ) e la leggenda del tesoro di Massimiliano, che è servita invece da riferimento allo stesso Mauro Boselli per "Gli invincibili" ( n° 438 / 440 ).




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Dalle citazioni di Boselli si evince il ruolo di primo piano avuto in quegli anni da Tiziano Sclavi nello staff dei curatori di Tex.

La prima storia in cui appare una traccia certa della sua collaborazione è "La lancia di Fuoco" ( n° 300 ). Nelle pagine finali, la presenza della parola medecine man sarebbe rivelatrice per attribuirgli la paternit? di quella parte. Anche le due storie successive di G. L. Bonelli, "La minaccia invisibile" ( n° 309 / 310 ) e "Il ranch degli uomini perduti" ( n° 311 / 312 ), vedono una sicura partecipazione sclaviana. Claudio Villa, che ha disegnato le tavole dell'ultima storia citata, ha infatti affermato che sarebbe stata "limata" da Sclavi. Non è possibile purtroppo quantificare l'intervento delle correzioni e dei tagli da lui effettuati, così come nulla ci è dato sapere della storia successiva "Gringos" ( n° 319 / 321 ). Trenta pagine de "La città corrotta" ( n° 323 ) sono invece attribuibili con certezza al ghost writer. Il contributo di Sclavi dovrebbe riguardare la parte incentrata sulla figura del mite e codardo portiere del Golden Gate, Mister Thorne. Sono sicuramente sue le pagine da 68 a 78 dell'albo in cui il portiere viene interrogato dagli scagnozzi di Tom Rever e quindi ucciso, nonchè del successivo intervento di Tex e Carson che fanno fuori i banditi. In più sono da contare altre aggiustatine qua e là per far arrivare la storia alla lunghezza di 110 pagine dalle circa 80 originariamente pensate da Giovanni Luigi Bonelli.

Nel 1989 Claudio Nizzi rivede invece la sceneggiatura della penultima storia bonelliana, "Terra Violenta": così ha dichiarato l'autore in una recente intervista rilasciata per un'edizione del Tex finlandese.




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Nell'introduzione al quinto volume di "Cavalcando con Tex", Claudio Nizzi dice di aver beneficiato in quegli anni di una relativa libertà nella scrittura delle sue sceneggiature. Gli fu solo espressamente consigliato di seguire lo stile Bonelli.

" Io stavo bene con Tex, la sua compagnia non mi creava troppe difficoltà, non ci furono mai incidenti. Tranne uno, proprio all'inizio, piccolo e divertente è ma anche significativo del clima dei tempi è che ho già raccontato: quello dell'albergatore che appare a pagina 96 dell'albo numero 279, il quale in origine era una donna e venne trasformato in un uomo dopo che Sergio Bonelli a disegni già realizzati è si accorse che l'albergatrice e la cattiva della storia apparivano insieme per troppe vignette, e su Tex due donne erano semplicemente troppe! ". L'autore, in un'intervista concessa alla rivista Dime Press nel settembre 1992, ammette comunque il severo controllo esercitato dalla redazione nei confronti delle sue prime storie: " All'inizio i miei soggetti venivano sorvegliati molto, sia perchè ne scrivevo pochi ( e senza fretta ), sia perchè bisognava essere sicuri che mi mantenessi nell'ortodossia più assoluta. A quei tempi eravamo ancora in tre a scrivere Tex: G. L. Bonelli, Sergio e io. In seguito Bonelli padre rallentò, poi anche Sergio e io mi ritrovai a scrivere anche dieci storie contemporaneamente. Oggi, sia sotto la spinta dell'urgenza, sia perchè mi sono ormai conquistato una certa affidabilità, i controlli si sono molto diradati... ". Nizzi ha raccontato un altro curioso aneddoto sulla storia che vede il ritorno della vecchia strega Zhenda, che sembra però escludere interventi redazionali: " In "Zhenda!" ( n° 346 / 349 ) ci sono degli indiani, i Sinaguas, che vivono nelle profondit? dei canyon e dovrebbero essere perfidi e immondi come i cattivi Hualpai. Il soggetto prevedeva che, alla fine, dopo essere sfuggito alle loro grinfie, Tex avrebbe fatto strage dei Sinaguas. Una sorte analoga doveva toccare alla terribile Zhenda. Perfidi e immondi i Sinaguas? Fabio Civitelli me li ha disegnati così docili e bellini che se solo Tex li avesse sfiorati con un dito i lettori sarebbero sorti in loro difesa. Terribile Zhenda? Ma se alla fine sembrava una cara vecchietta! Avendo visto i Sinaguas e Zhenda in corso d'opera, cambiai il finale abolendo la strage e introducendo i lucertoloni. Detto questo la mia stima per Fabio resta immutata e la nostra amicizia ben salda ". L'unica storia di Claudio Nizzi a dover figurare legittimamente in questo articolo sembrerebbe essere "Delitto nel porto" ( n° 414 / 416 ). L'intrigante soggetto di questa avventura ambientata a Boston, la vendetta di una ragazza corsa, deriverebbe da un'idea suggerita allo sceneggiatore da uno dei suoi fans.




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Negli ultimi anni, due disegnatori, Claudio Villa e Fabio Civitelli, sono varie volte venuti in aiuto del bravo Nizzi.

Quasi tutto il soggetto della storia "L'uomo senza passato" ( n° 423 / 425 ) è da far risalire al copertinista della serie: " Lo spunto che mi era venuto per la storia era proprio questo: com'? un eroe quando va in crisi? Se Tex pensasse di aver perso il figlio come reagirebbe? E se il figlio perdesse la memoria e si ritrovasse a combattere contro suo padre, credendolo malvagio... sarebbe una lotta tra Titani! Cosè ho scritto un soggettino della prima parte... non è che ci credessi molto, ma la cosa mi piaceva e avevo deciso di farmi avanti con Nizzi. Lui l'ha letta e gli è piaciuta, così ha cominciato a lavorarci su. Nella mia idea la scazzottata del saloon c'era già stata e la storia cominciava con i quattro pards al galoppo che inseguivano i banditi. Mentre sparavano, dai loro dialoghi avremmo capito cosa era successo prima... Cosa che li avrebbe portati dritti dritti verso il luogo dove Kit sarebbe stato ferito. Dal momento in cui Kit finiva nel fiume le cose si facevano importanti. Sono intervenuto nella sceneggiatura per modificare la scena del duello, che in origine prevedeva una sola tavola con tre strisce sovrapposte: nella prima i due uno di qua e l'altro di l', nella seconda BANG/BANG, nella terza il cattivo che cadeva... Mi sembrava doveroso spiegare meglio come doveva sentirsi Tex, il bandito e Carson. Ho sceneggiato fino alla pagina in cui il bandito cade al "rallentatore" svelando il buco nel medaglione che portava al collo, segno che Tex, ferito o no, ti becca sempre... La storia di Kit avrei voluto che fosse più "difficile", e doveva sfociare in una lotta tra lui e Tex epica, con un numero di tavole sufficiente a far capire quanto fossero "tosti" tutti e due. Kit si sarebbe arreso a fatica, ma avrebbe reso difficile la vita al padre. Chi, se non lui, potrebbe riuscirciò E il suo recupero sarebbe stato doloroso, segnato da continue fitte alla testa e sprazzi di memoria che tornavano. Il finale andava orchestrato bene con un uso del tempo per "incastrare" gli avvenimenti che si sarebbero susseguiti in un crescendo che sarebbe finito con il colpo di winchester preso in pieno da Fiore di Luna... ". Villa è stato prodigo di notizie, non resta che affidarci dunque al suo commento nell'analisi di alcune scene di questa bellissima avventura. Mentre Tex, Carson e Kit si trovano coinvolti in una sparatoria, quest'ultimo viene colpito di striscio alla testa e scompare tra i flutti del fiume. Il ranger, ferito a sua volta a una spalla, affronta il bandito Joe Galvez . L'artista puntualizza quanto segue: " Quella scena ( che ho riscritto io per intero ) era uno dei punti chiave della storia: mostrare la tempra di Tex che, nonostante fosse ferito alla spalla, trova la forza di affrontare un uomo in perfette condizioni. Tex è mosso da una straordinaria forza di volontà, alimentata dal desiderio di fare giustizia / vendetta verso chi aveva colpito Kit. Cos'è un buco in una spalla per Tex, quando ha visto suo figlio ferito finire in un fiume? Era la "citazione" di una scena che mi aveva colpito quando leggevo Tex: in uno dei primissimi episodi Tex si trova coinvolto in una rissa con dei messicani e alla fine, dopo averli stesi tutti, si trova con un coltello nella spalla. Ma non si cura della sua ferita. Chiede informazioni agli sbalorditi astanti, saluta e se ne va, lasciando una "pista" di gocce di sangue... e i commenti dei due messicani stupiti per quell'uomo così insensibile al dolore e così determinato... ". Nella scena successiva, che vede Carson e Tiger comunicare a Tex l'esito delle loro ricerche infruttuose del corpo di Kit Willer, l'intervento del - ghost writer - si materializza invece sul piano grafico. " Posso dire che in quella scena Nizzi aveva messo Tex che si portava una mano a coprire gli occhi e una lacrima scendeva dalla sua guancia... Messa così mi dava un' impressione di "fragilità". Ho preferito dargli un gesto più dignitoso, senza mostrare lacrime, che sono spuntate dalla fantasia del lettore. Era una scena forte, preparata con attenzione dallo scambio di sguardi tra Tiger e Carson poco prima... Tutti in quel momento avevano la sensazione di aver perso qualcuno, è la "crisi" in cui credo per entusiasmare, fare più partecipe il lettore. Va "dosata" e usata con parsimonia, ma è uno degli elementi che muovono a una completa identificazione e partecipazione chi legge. Miller con Daredevil e Dark Knight l'ha fatto alla grande ". A Claudio Villa si deve pure l'idea della perdita della memoria di Kit Willer. Ma mentre l'artista aveva pensato ad un suo graduale recupero: " con il tempo Kit sarebbe andato migliorando ", Nizzi preferisce invece farlo rinsavire attraverso una classica botta alla testa, che si materializza in maniera piuttosto fortunosa a pagina 26 del numero 425. L'idea dello scontro tra il padre e il figlio faceva anch'essa parte del soggetto originale del disegnatore ( si veda la prima citazione, sopra ). Quel che è interessante è il fatto che l'artista tenda a ribadire più volte che nel suo soggetto lui aveva immaginato una strenua lotta tra il padre e il figlio, poi invece risolta in poche strisce: " Una lotta storica, irripetibile, uno scontro tra due persone che si equivalgono. Uno scontro epico. Poteva durare settimane... Tex avrebbe vinto, si, ma a duro prezzo. Kit svenuto e lui, quasi esausto. Chi, se non Kit potrebbe metterlo a dura prova  ?". Infine sempre all'artista è riconducibile il tragico finale, che vede la morte di Fiore di Luna: "Che Fiore di Luna morisse era previsto: ogni storia di Tex deve lasciare le cose come erano prima della storia. Kit sposato e Tex "nonno" non si addicono al personaggio...". Qualche intervento di Claudio Villa è ravvisabile anche nella sceneggiatura di un'altra storia di Claudio Nizzi: "Mefisto!" ( n° 501 / 504 ): " Il finale non è stato tagliato. La storia si è sviluppata "da sola" su tre albi e mezzo... Sono stati fatti interventi solo sul penultimo e ultimo albo con la riscrittura di qualche pagina. Nizzi aveva cominciato a scriverla con la prima parte del soggetto, aveva messo insieme il primo albo in qualche mese e io avevo cominciato a lavorarci su. Con la mia nota e incredibile velocità, quando sono arrivato a ridosso delle ultime tavole di sceneggiatura in mio possesso l'ho chiamato e lui, che nel frattempo si era dedicato ad altre storie, ha ricominciato a Mefistare... E pensare che la storia è stata allungata rispetto alla versione originale almeno di dieci pagine. La tempesta di vento nel deserto l'ho chiesta io a Nizzi... Volevo un finale in crescendo: Mefisto è tornato dall'aldilà, ha dei poteri che neanche il mago Otelma... può fare quello che vuole! Non doveva limitarsi a fargli "bù!" e poi scappare... Doveva essere tosto, ma tanto... Poi c'era il mago indiano, che ci siamo persi per strada... ma questa potrebbe essere un'altra storia! ".




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Del secondo disegnatore, Fabio Civitelli, risultano invece accreditate almeno cinque storie. In un intervista rilasciata al sito Texunofficialsite di Marco Bilancioni, l'artista ha precisato il suo ruolo di ghost writer. Le storie alle quali avrebbe prestato la sua collaborazione sono "Il presagio" ( n° 475 / 477 ), "Ritorno a Culver City" ( n° 511 / 512 ), "Anasazi" ( n° 536 / 537 ), l'Almanacco del West del 2005, intitolato "Il fuggitivo" e la storia del sessantennale "Sul sentiero dei ricordi" ( n° 575 ).

Sulla collaborazione con Claudio Nizzi, l'artista si esprime con parole dalle quali si evince l'alto grado di complicità esistente tra i due autori: " E poi c'è un rapporto talmente buono [ con Claudio Nizzi, nda ] che mi consente anche di discutere con lui della sceneggiatura e lui con me dei disegni. Prima di mandare il lavoro in casa editrice ci confrontiamo. Non vive vicino a casa mia però gli spedisco i disegni fotocopiati: lui mi dice se una scena è venuta bene o se c'è da ritoccarla, e io in parte controllo la sua sceneggiatura. Lui ha fatto delle modifiche suggerite da me alla sceneggiatura dell'ultima storia e io ho ritoccato dei disegni su suo suggerimento ".

Altre rivelazioni permettono di stabilire con precisione l'apporto di Civitelli alla serie di Tex. " In realtà i soggetti delle storie che ho firmato io sono "Il presagio" e "Il duello", la storia a colori che è uscita su Specchio della Stampa. "Ritorno a Culver City" in realtà non è mia, è mia solo l'idea di partenza: cioè Tex e Kit che tornano a Culver City e passano dal vecchio ranch in cui Tex era cresciuto. In più ho suggerito la penultima tavola della storia, dove Tex e il figlio vanno a trovare la tomba del fratello Sam a Culver City. Comunque avevo pensato: ?Già che sono lì, facciamola vedere questa famosa fattoria!. Il resto è di Nizzi. Per quanto riguarda Il presagio, l'idea è nata molto semplicemente, a Lucca nel 1996, in un ristorante. Eravamo io e Nizzi: Perchè non mi fai una storia in cui Tex perde il ruolo di agente indiano?. E mi disse: Che bell'idea! Prova a buttarla già!. Lì per lì ero molto perplesso. Dopo qualche mese ( nel frattempo io mi ero dimenticato! ) mi telefona e mi fa: Allora, me l'hai scritta questa storia?. Cosè presi carta e penna e la buttai già, con molti difetti. Lui la sistemò e nacque Il presagio. Naturalmente gli ha dato una struttura professionale, ha riscritto anche il soggetto. Esso infatti andava presentato all'editore e non potevo portare qualcosa ancora scritto a penna! Lui l'ha riscritto e migliorato, presentandolo all'editore e dicendo che il soggetto era mio ".

Civitelli precisa anche un altro punto essenziale della storia: la relazione sentimentale che vede protagonisti Tex e la bionda Alison. "La donna del 'Presagio'? Di sicuro non potevano licenziarmi! Ma il mio Tex non rimaneva indifferente ad Alison! Ho anche rischiato un po' inserendo una donna che su Tex è un argomento tabù. Ma se non lo facevo io, che non rischio di essere licenziato come sceneggiatore, chi lo fa? Nel mio finale Alison mostrava il suo interesse per Tex, e Tex non si mostrava così indifferente. Nella versione finale è stato reso un po' più bloccato. Però capisco le esigenze della redazione: era un argomento troppo tabù. Io avevo immaginato che, mentre lei se ne andava via, Tex mostrava che non era rimasto indifferente. Ma Nizzi ha deciso di impostarla così: bisognava mostrare che lei si era innamorata e lui invece no ".

Il soggetto originario di "Ritorno a Culver City", così come immaginato da Civitelli, prevedeva anche la presenza del nipote di Tex, figlio di Sam Willer. " Nella mia idea di partenza, il vecchio giudice aveva adottato come suo un bambino che era figlio di Sam Willer, che aveva una donna con cui non si era ancora sposato. Poi lo avevano ucciso e solo dopo lei aveva scoperto di essere incinta. Il giudice sa che il ragazzo è figlio di Sam e glielo rivela quando è in fin di vita. Il ragazzo allora va a Culver City a ritrovare le proprie radici, appena scoperte. Però era un'idea un po' rischiosa, in effetti: Tex ha una struttura molto rigida, è difficile fare innovazioni unilateralmente, bisognerebbe discuterle prima con l'editore e il direttore ".

L'ultimo intervento di Civitelli sulle storie di Nizzi riguarda la storia del sessantennale "Sul Sentiero dei ricordi", dove sostituisce la scena dell'abbraccio tra Tex e Lylith con lo storico bacio della coppia. In un'intervista televisiva il bravo disegnatore aretino conferma la paternità di questa idea, per una volta non censurata dallo sguardo severo della redazione:

"C'era un bel abbraccio... Io ho pensato che forse in questo caso ci poteva stare bene, dato che s'era già vista prima una scena simile di lei che correva incontro a Tex e lo abbracciava. Per non fare una ripetizione e anche per dare una specie di colpo ancora più forte al lato sentimentale della storia [ è stata inserita la scena del bacio, ndr ]. Perche questa non è solo una storia di avventura, è una storia di ricordi tanto che dopo aver raccontato tutta la storia con Lylith lo stesso Tex si fa prendere dalla malinconia, cosa che non si vede mai in un albo di Tex, cioè lui normalmente è un uomo che spara, è un uomo rude, che non lascia trasparire i suoi sentimenti... In questa storia invece, bene o male, lui si lascia sopraffare dalle emozioni".








Note:

Come fa giustamente notare Carlo Monni, non è del tutto vero. In realtà per i primi anni, quando a scrivere la storia era Sergio Bonelli, nella splash page non compariva il nome dell'autore. Nello stesso periodo, inoltre, il fatto che nella pagina iniziale di una storia fosse esplicitamente indicato il nome di G. L. Bonelli come sceneggiatore ( cosa inusuale per l'epoca ) era un chiaro indizio che la storia precedente l'aveva scritta qualcun altro. Negli anni seguenti ( dal 1983 ) il nome di G. L. Bonelli è sempre inserito nella splash page chiunque scriva la storia. Anche in questo caso, però, le sempre più rare storie di G. L. Bonelli portano comunque il suo nome nella pagina iniziale se vengono subito dopo una di Nolitta o Nizzi.

Almeno un anno prima. Se autori come Letteri ( che a partire da un certo punto fu il disegnatore esclusivo delle storie di G. L. Bonelli ) erano dei veri fulmini, altri, come Monti e Civitelli, potevano, per gli standard dell'epoca, essere classificati come abbastanza lenti.

Revisioni ed interventi vari di Sclavi o di altri sarebbero presenti in varia misura in tutte le storie di G. L. Bonelli pubblicate a partire da Uno sporco imbroglio. La storia precedente, Geronimo ( n° 283 / 285 ), contiene infatti una svista clamorosa: il capo Apache Delgadito viene presentato a Tex due volte in due momenti diversi della storia. Probabilmente, come azzarda lo stesso Sergio Bonelli nella posta di Tutto Tex, il vecchio Bonelli aveva scritto le due sequenze a distanza di diverso tempo l'una dall'altra e nello scrivere la seconda si era semplicemente dimenticato della prima. Una svista che ad un supervisore attento non sarebbe potuta sfuggire e che quindi autorizza a pensare che il lavoro di revisione sia iniziato solo dalle storie successive.




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La minaccia invisibile. Soggetto di Giorgio Bonelli e Mauro Boselli. Sceneggiatura di G. L. Bonelli e Mauro Boselli.

Giorgio Bonelli sceneggia anche qualche tavola (una decina scarsa in totale).
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Complimenti a Ymalpas per l'interessante argomento di cui sconoscevo molti aneddoti. In particolare non capisco cosa c'entrasse Fred Bongusto nella saga di Tex!?E per di piu'suggerendo uno spunto per una storia... Leggenda o c'e' qualcosa di vero?

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  • co fondatore

L'avrebbe rivelato Sergio Bonelli non so quando; la fonte è l'avvocato Monni di TWO e SCLS, che solitamente è più che sicura.

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Per quanto riguarda "L'uomo senza passato" sapevo gia' che Villa
aveva collaborato per il soggetto mentre non ho capito bene cosa c'e'
dietro alla sceneggiatura di "Delitto nel porto".
Due che significa che questa storia e' tratta dal soggetto di un fan di Nizzi?

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  • Collaboratori

In questo messaggio inserisco un commento che porta la firma di Mauro Boselli, che ci permette di chiarire in maniera più precisa la "genesi" della storia: La minaccia invisibile.

" L'idea di base fu ideata insieme da me e Giorgio Bonelli. Giorgio scrisse le prime cinque o sei pagine ( la scena della nave abbandonata ) e solo qualche altra pagina con la caccia al cinese per le vie della città, scene che furono alquanto ridotte e sforbiciate nella revisione di G. L. Bonelli.

Io iniziai a scrivere dalla seconda scena, nella palestra ( pag. 49 di Acqua alla gola ) e poi un centinaio di pagine, sino circa alla scena delle baia ( pag. 35 del secondo albo ). Nella sua revisione G. L. Bonelli ricopiù tutto senza modifiche ma ridusse enormemente la scena della rissa per le strade all'inizio del secondo albo, qui ridotta a due pagine mentre la mia versione ne occupava sette od otto per dare spazio ai personaggi della palestra.

La storia mia originale era stata apprezzata da Canzio, ma poi fu respinta. La portai a GL che dopo qualche tempo mi chiese di finire per lui il "trattamento", ossia un soggetto dettagliato. Lo scrissi, ma lui non lo segu?, giudicandolo forse troppo complesso, non so.

La sua sceneggiatura comincia a pag.35 del secondo albo ( titolino "Incendio al laboratorio" ), ma abbandona il mio soggetto, tagliando tutto lo sviluppo da me previsto, a pag. 77, con la ( per me incongruente ) scena delle belve! La versione di Bonelli si chiudeva con la morte del Maestro nella sua villa, senza che si fosse scoperta la sua identit?!

La storia così com'era non fu giudicata accettabile dalla Redazione ( Canzio ) e fu affidata a Sclavi per una seconda revisione, che io ebbi modo di leggere. Sclavi ridusse e asciug? le peripezie e le sparatorie glbonelliane, giudicandole un po' confuse, e mi affid' una TERZA revisione che fu una vera e propria riscrittura. Aggiungemmo la scena delle fogne ( la scrissi io, ma le battute patetiche di Volker morente nelle prime due vignette di pag.74 sono puro Sclavi! ) e io, da solo, ricostruii un nuovo finale, che inizia a pag.96 del secondo albo, sino alla fine.

La storia originale prevedeva, come è ovvio, un intrigo più complesso, con Pat McRyan avvelenato con i bacilli del maestro nella spugna usata durante il suo incontro sul ring ( se ne parla all'inizio ) e una corsa contro il fato per trovare l'anbtidoto in cui i personaggi di Frisco avrebbero dovuto trovare un ruolo. Questa versione non fu mai sceneggiata ".


Per quanto riguarda i tempi della sua realizzazione, Boselli afferma di averla scritta tra il 1981 e il 1983. Gli fu richiesta da G. L. Bonelli nel 1985, che era venuto a conoscenza della sua esistenza tramite il figlio Giorgio. Letteri disegn° la versione G. L. Bonelli in pochi mesi. A inizio del 1986 ci fu la revisione redazionale e Letteri disegn° il nuovo finale in poco più di un mese.

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Immagine postata


Nel gennaio del 1976, esce nelle edicole il numero 183 intitolato Caccia all'uomo, il primo albo scritto da Sergio Bonelli, per la collana Tex.

In che misura Giovanni Luigi Bonelli indossè i panni di - ghost writer - delle storie del figlio ?

Cerchiamo di chiarire questa posizione. Le testimonianze, a dire il vero, non mancano e permettono di definire il ruolo del pap? di Tex, che dopo quasi trent?anni di sceneggiature ininterrotte, abbandonava, seppur in maniera passeggera, la sua creatura nelle mani del figlio.

Mauro Boselli, nella già citata introduzione al quarto volume del bellissimo Cavalcando con Tex, ci riferisce quanto segue:

è Si a quei tempi il mio attuale editore Sergio Bonelli aveva incominciato ad alleggerire la mole di lavoro del pur instancabile genitore. Erano già uscite delle storie che io stesso allora considerai rivoluzionarie e un po' fuori linea, ma indubbiamente di grande fascino, come Il giudice Maddox con la sua ambiguit? tra il Bene e il Male, il suo Tex che cambia idea e per la prima volta sente vacillare la sua solita sicurezza nel giudicare un prigioniero accusato di omicidio, e altri particolari molto innovativi!
G. L. Bonelli rileggeva queste storie con un tono burbero ma affettuoso, inserendo qualche battuta delle sue, forse, ma senza cambiare mai una scena e rispettando al novantanove per cento il lavoro del figlio che riconosceva dotato quanto lui, ma con uno stile diverso ?.

Sergio Bonelli venne allora chiamato a sostituire il padre a causa di una improvvisa defaillance di quest?ultimo, dovuta a un malanno che si era preso sui campi di sci.

? lo stesso Sergio a parlarne nella posta del numero 183 di TuttoTex, che contiene altre rivelazioni importanti:

è Tradito dalla sua passione per lo sci, che alla bella età di sessantotto anni, ancora lo spingeva come un giovanotto lungo le piste delle Dolomiti, Bonelli padre si becc? uno di quei malanni che avrebbero ucciso un bisonte, ma che lui superò con una certa disinvoltura, proprio grazie alla fortissima fibra di cui vi dicevo. Però non pot? fare a meno di accettare il suggerimento di rallentare il tour de force forsennato che lo spingeva a scrivere le centodieci pagine necessarie a garantire l'uscita mensile dell'albo [?] Offrendomi come autore, contavo molto sull'aiuto che mi sarebbe venuto dal mio augusto genitore. Infatti il creatore letterario di Aquila della Notte si prese la briga di leggere quasi giorno per giorno le pagine che io scrivevo, cambiando le frasi che a lui non suonavano giuste, oppure consigliandomi sullo sviluppo di alcune sequenze particolarmente complicate per le mie forze di esordiente texiano? ?

Queste illustri attestazioni permettono di quantificare in che misura pap? Bonelli si cal' allora nelle vesti di ghost writer delle storie del figlio; dichiarazioni univoche che poco spazio lasciano alle fantasiose interpretazioni di molti di quelli che si sono lasciati tentare da ipotesi fantasiose, che confermano che l'apporto di Giovanni Luigi fu in realtà assai minore di quello che si è voluto credere!

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  • co fondatore

Grazie ad Ym per il chiarimento su LA MINACCIA INVISIBILE e per aver riportato questi aneddotti sul ruolo di revisore da parte di GLB per le storie del figlio Sergio.

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Splendido topic, per il quale mi complimento con Ymalpas. C'è da dire che nonostante l'apporto di autori "esterni" abbia dato vita quasi sempre a storie più che apprezzabili, il mio Tex preferito rimane di gran lunga quello GLBonelliano al 100%, seguito dal Nizziano dei tempi d'oro.

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  • Collaboratori

Il tema di questo topic in effetti è assai interessante :lol: Vista la presenza di Boselli, che è stato vicino a G. L. Bonelli nei primi anni ottanta, chissà che non si riesca a strapparli qualche prezioso aneddoto, in particolare sarei curioso di conoscere quale è :a ) l'effettivo apporto di Giorgio Bonelli dato alla saga di Tex. b ) quale oscuro contributo lui stesso ha dato alle sceneggiature di Bonelli quando ne era stretto collaboratore. Speriamo che legga questo topic ed abbia la bontà di rispondere.

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  • Collaboratori

In un intervista rilasciata al sito Texunofficialsite di Marco Bilancioni, Civitelli precisa il suo ruolo di - ghost writer - nella saga di Tex:


La collaborazione con Claudio Nizzi.

E poi c'è un rapporto talmente buono [ con Claudio Nizzi, ndr ] che mi consente anche di discutere con lui della sceneggiatura e lui con me dei disegni. Prima di mandare il lavoro in casa editrice ci confrontiamo. Non vive vicino a casa mia però gli spedisco i disegni fotocopiati: lui mi dice se una scena è venuta bene o se c'è da ritoccarla, e io in parte controllo la sua sceneggiatura. Lui ha fatto delle modifiche suggerite da me alla sceneggiatura dell'ultima storia e io ho ritoccato dei disegni su suo suggerimento.


I soggetti di Civitelli...

In realtà i soggetti delle storie che ho firmato io sono ?Il presagio? e ?Il duello?, la storia a colori che è uscita su ?Specchio? della ?Stampa?. ?Ritorno a Culver City? in realtà non è mia, è mia solo l'idea di partenza: cioè Tex e Kit che tornano a Culver City e passano dal vecchio ranch in cui Tex era cresciuto. In più ho suggerito la penultima tavola della storia, dove Tex e il figlio vanno a trovare la tomba del fratello Sam a Culver City. Comunque avevo pensato: ?Già che sono l', facciamola vedere questa famosa fattoria!?. Il resto è di Nizzi.Per quanto riguarda ?Il presagio?, l'idea è nata molto semplicemente, a Lucca nel 1996, in un ristorante. Eravamo io e Nizzi: ?Perchè non mi fai una storia in cui Tex perde il ruolo di agente indiano??. E mi disse: ?Che bell'idea! Prova a buttarla già!?. L' per l' ero molto perplesso. Dopo qualche mese (nel frattempo io mi ero dimenticato!) mi telefona e mi fa: ?Allora, me l'hai scritta questa storia??. Cosè presi carta e penna e la buttai già, con molti difetti. Lui la sistem? e nacque ?Il presagio?. Naturalmente gli ha dato una struttura professionale, ha riscritto anche il soggetto. Esso infatti andava presentato all'editore e non potevo portare qualcosa ancora scritto a penna! Lui l'ha riscritto e migliorato, presentandolo all'editore e dicendo che il soggetto era mio.


Alison...

"La donna del 'Presagio'? Di sicuro non potevano licenziarmi! Ma il mio Tex non rimaneva indifferente ad Alison!"Ho anche rischiato un po' inserendo una donna [ Alison, ndr], che su Tex è un argomento tab?. Ma se non lo facevo io, che non rischio di essere licenziato come sceneggiatore, chi lo fa? Nel mio finale Alison mostrava il suo interesse per Tex, e Tex non si mostrava così indifferente. Nella versione finale è stato reso un po' più ?bloccato?. Però capisco le esigenze della redazione: era un argomento troppo tab?. Io avevo immaginato che, mentre lei se ne andava via, Tex mostrava che non era rimasto indifferente. Ma Nizzi ha deciso di impostarla così: bisognava mostrare che lei si era innamorata e lui invece no.


Il figlio di Sam Willer... in Ritorno a Culver City

Nella mia idea di partenza, il vecchio giudice aveva adottato come suo un bambino che era figlio di Sam Willer, che aveva una donna con cui non si era ancora sposato. Poi lo avevano ucciso e solo dopo lei aveva scoperto di essere incinta. Il giudice sa che il ragazzo è figlio di Sam e glielo rivela quando è in fin di vita. Il ragazzo allora va a Culver City a ritrovare le proprie radici, appena scoperte. Però era un'idea un po' rischiosa, in effetti: Tex ha una struttura molto rigida, è difficile fare innovazioni unilateralmente, bisognerebbe discuterle prima con l'editore e il direttore.

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  • Collaboratori

Anche se questa discussione nasce per definire il lavoro "oscuro" di soggettisti ( e sceneggiatori ) la cui firma non compare nei credits degli albi "incriminati" :D , direi che possiamo estendere il discorso anche alla collaborazione, sempre "oscura" tra i disegnatori 8) .

Inizio col compianto Vincenzo Monti. Matitista e rifinitore, approda nel 1973 alla Sergio Bonelli Editore. Lavora innanzitutto su una decina di albi di Mister No ( fino all'ottobre del 1980 ).

L'esordio su Tex si situa nel 1982 col numero 262. Ma già dal 1979 si occupa delle matite di svariate pagine della storia ticciana Gli eroi di Devil Pass, apparsa tra il mese di aprile e giugno 1980.

Sue sono anche diverse fisionomie ne Il marchio di satana ( giugno e luglio 1981 ), storia disegnata da Fusco. In particolare si veda la seconda striscia di pagina 106 del numero 248.

La storia successiva, quella de Il solitario del west, vede altri suoi interventi congiunti a quelli di Alfio Ticci, fratello del disegnatore della storia. Giovanni Ticci provvede quindi a ripassare con la china le matite. Si veda in questo caso l'ultima tavola de Il volto del traditore.

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  • co fondatore

Monti è stato davvero un 'jolly' per la SBE, non solo su Tex. Nel caso del ranger ha rifatto i volti ai Tex di Wilson e De La Fuente.

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Monti è stato davvero un 'jolly' per la SBE, non solo su Tex. Nel caso del ranger ha rifatto i volti ai Tex di Wilson e De La Fuente.

Mentre Ticci li ha rifatti a De Angelis ed un paio ad Alessandrini.
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  • 3 settimane dopo...

Monti è stato davvero un 'jolly' per la SBE, non solo su Tex. Nel caso del ranger ha rifatto i volti ai Tex di Wilson e De La Fuente.

Il che mi ha dato parecchio fastidio, anche perchè si vede benissimo. Ma è possibile reclutare uno come Wilson e dopo fargli rifare i volti da un altro?Boh!Lo stesso dicasi per il texone di DeAngelis...
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  • co fondatore

E' inutile spaccarsi la testa nel trovare un arisposta a queste decisioni, alla SBE non è infrequente capitino situazioni di questo tipo.

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Monti è stato davvero un 'jolly' per la SBE, non solo su Tex. Nel caso del ranger ha rifatto i volti ai Tex di Wilson e De La Fuente.

Il che mi ha dato parecchio fastidio, anche perchè si vede benissimo. Ma è possibile reclutare uno come Wilson e dopo fargli rifare i volti da un altro?Boh!Lo stesso dicasi per il texone di DeAngelis...
Anche un paio di vignette di Alessandrini.
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  • 11 mesi dopo...
  • Collaboratori

Qualche aggiornamento alla discussione...

Lo spunto me lo d' l'utente di Two Magic Wind che nell' altro forum raccontava come Sergio Bonelli si sia attribuito la paternit? di altre due storie texiane ( molto probabile che si tratti di semplici spunti per i soggetti ):

- L'EXTRATERRESTRE
- LA CELLA DELLA MORTE ( solo quest'albo o la storia nella sua integralit? è )


Proseguo con alcune dichiarazioni rilasciate invece in questo forum da Claudio Villa. La prima riguarda la sceneggiatura de "L'uomo senza passato":


Lo spunto che mi era venuto per la storia era proprio questo: com'? un eroe quando va in crisi? Se Tex pensasse di aver perso il figlio come reagirebbe? E se il figlio perdesse la memoria e si ritrovasse a combattere contro suo padre, credendolo malvagio... sarebbe una lotta tra Titani...

Cosè ho scritto un soggettino della prima parte... non è che ci credessi molto, ma la cosa mi piaceva e avevo deciso di farmi avanti con Nizzi. Lui l'ha letta e gli è piaciuta, così ha cominciato a lavorarci su. Nella mia idea la scazzottata del saloon c'era già stata e la storia cominciava con i quattro pards al galoppo che inseguivano i banditi. Mentre sparavano, dai loro dialoghi avremmo capito cosa era successo prima... Cosa che li avrebbe portati dritti dritti verso il luogo dove Kit sarebbe stato ferito.

Dal momento in cui Kit finiva nel fiume le cose si facevano importanti.

Sono intervenuto nella sceneggiatura per modificare la scena del duello, che in origine prevedeva una sola tavola con tre striscie sovrapposte: nella prima i due uno di qua e l'altro di l', nella seconda BANG/BANG, nella terza il cattivo che cadeva... Mi sembrava doveroso spiegare meglio come doveva sentirsi Tex, il bandito e Carson. Ho sceneggiato fino alla pagina in cui il bandito cade al "rallentatore" svelando il buco nel medaglione che portava al collo, segno che Tex, ferito o no, ti becca sempre...

La storia di Kit avrei voluto che fosse più "difficile", e doveva sfociare in una lotta tra lui e Tex epica, con un numero di tavole sufficiente a far capire quanto fossero "tosti" tutti e due. Kit si sarebbe arreso a fatica, ma avrebbe reso difficile la vita al padre. Chi, se non lui, potrebbe riuscirciò

E il suo recupero sarebbe stato doloroso, segnato da continue fitte alla testa e sprazzi di memoria che tornavano. Il finale andava orchestrato bene con un uso del tempo per "incastrare" gli avvenimenti che si sarebbero susseguiti in un crescendo che sarebbe finito con il colpo di winchester preso in pieno da Fiore di Luna...


La seconda storia, è quella del ritorno di "Mefisto!". Lascio la parola a Villa:

Il finale non è stato tagliato. La storia si è sviluppata "da sola" su tre albi e mezzo... Sono stati fatti interventi solo sul penultimo e ultimo albo con la riscrittura di qualche pagina.

Nizzi aveva cominciato a scriverla con la prima parte del soggetto, aveva messo insieme il primo albo in qualche mese e io avevo cominciato a lavorarci su. Con la mia nota e incredibile velocit?, quando sono arrivato a ridosso delle ultime tavole di sceneggiatura in mio possesso l'ho chiamato e lui, che nel frattempo si era dedicato ad altre storie, ha ricominciato a Mefistare...


Rispondendo a una mia ulteriore domanda fatta nel topic della storia, nella quale insistevo tenacemente asserendo che il finale sembrava essere stato proprio tagliato, Villa rivela un suo preciso intervento nella sceneggiatura della storia:


E pensare che è stato allungato rispetto alla versione originale... almeno di dieci pagine.

La tempesta di vento nel deserto l'ho chiesta io a Nizzi...

Volevo un finale in crescendo: Mefisto è tornato dall'aldil', ha dei poteri che neanche il mago Otelma... può fare quello che vuole e non doveva limitarsi a fargli "b?!" e poi scappare... Doveva essere tosto, ma tanto...

Poi c'era il mago indiano, che ci siamo persi per strada... ma questa potrebbe essere un'altra storia!

.

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  • 1 mese dopo...

Ricordando i suoi esordi sulla serie, lo stesso Nizzi scrive: è In quel momento [ nel 1982, n. d. a. ] per loro era di vitale importanza pensare all'avvenire del Ranger, dato che pap? Bonelli aveva già una certa età e Sergio (come ha sempre ammesso) non si trovava a suo agio nello scrivere Tex. Tre condizioni mi furono poste. La prima era che i Tex che avrei scritto dovevano avvicinarsi il più possibile allo stile di G. L. Bonelli (e non a quello di Sergio). Questo mi stava bene. La seconda era che per un certo periodo di tempo non avrei dovuto firmarli. Questo mi stava molto meno bene. La terza era che non avrei dovuto rilasciare interviste in cui ammettessi di scrivere Tex. Questo mi seccava un po' ma non troppo. Sergio pretendeva questa cortina di silenzio perchè aveva timore che, scomparendo dagli albi di Tex la firma del padre, i lettori se ne sarebbero allontanati. ?.


davvero interessante Ym... c' era da pensarlo in effetti che dietro ad un tale colosso dovevano esserci determinate collaborazioni... di superman ce ne uno e sta nei fumetti...

comunque questo alza ancora di più la mia stima per Nizzi e mi fa capire (come stiamo discutendo nel suo topic) che effettivamente lui ha scelto Tex anche per affetto, non solo per tornaconto di carriera.(visto quello dichiarato qui sopra)

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  • 10 mesi dopo...
  • Collaboratori

In concomitanza con quello sui - ghost artists - ho provveduto ad aggiornare l'articolo sui - ghost writers - che potete leggere integralmente nel primo post di questa discussione!

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