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TWF - Tex Willer Forum

Classifica

  1. F80T

    F80T

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  3. Testa di Vitello

    Testa di Vitello

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  4. Condor senza meta

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Contenuto popolare

Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 26/01/2023 in tutte le sezioni

  1. Un antagonista, Artiglio d'orso, decisamente memorabile; Kit Carson che non è il vecchio lamentoso e un po' ottuso raccontatoci in tante avventure, ma un uomo affascinante, coraggioso e possente; dei disegni maestosi, con personaggi che recitano in maniera credibile. Che altro chiedere a un fumetto? io promuovo con buon voti la storia di Ruju e Mastantuono. Poi, certo, qualche difetto c'è. In particolare, il Tex di altre epoche se ne sarebbe infischiato di estorcere con l'inganno la confessione di mister Warberg, ma lo avrebbe punito direttamente; inoltre, qualche scena, anche il duello tra Kit Carson e Kircher, è forzata. Ma, dopo diversi anni di frequentazione di questo forum, che tanto mi ha arricchito come texiano e - più in generale - come lettore di fumetti, mi sto chiedendo se l'esame critico di ogni minuzia mi renda un lettore più consapevole e felice, o semplicemente non finisca per rovinarmi il piacere della lettura di Tex. Certo, ci saranno storie più efficaci (e questa, a mio parere, è un storia efficace) e storie che mi prendono di meno (così come a lunga saga di Mefisto); continuerò a rilevare implausibilità, errori di sceneggiatura e di disegno. Ma, come ho scritto in altro post, non mi sembra sensato impiegare il mio tempo a criticare la misura delle scarpette di Cenerentola
    4 points
  2. Quoto tutto. Personalmente ho deciso che d'ora in poi acquisterò solo : Tex Willer mensile - Quasi sempre una garanzia, almeno quando lo scrive Boselli Tex mensile - Anche se per ogni tanto mi è balenata una mezza idea di mollarla, ma l'uscita di "Alla ricerca delle navi perdute" e "Vancouver" mi hanno ricordato che grandi storie sono ancora possibili, anche qui... Texone - Collana che in virtù della sua storia ha assunto connotati leggendari...e capace ancora di regalare grandi cose (su tutte il capolavoro "Tex l'inesorabile" negli ultimi anni), anche se la qualità si è fatta più altalenante, e concordo sulla considerazione di Gunny...venendo a mancare i grandi disegnatori esterni alla casa editrice e i mostri sacri dall'estero, è un po' venuta meno anche la ragione d'essere che rendeva davvero speciale questa uscita... Cartonati - L'unico speciale davvero peculiare e innovativo, graficamente e, perché no, narrativamente, data la brevità che "costringe" gli autori ad altri ritmi ed approcci narrativi. Senza contare che ha, almeno in parte, preso il posto del Texone come punto d'incontro tra Tex e grandi disegnatori extra-bonelliani. Anche qui la qualità è altalenante, anche più che nel Texone...ma alcune delle cose più belle degli ultimi anni sono passate da qui (L'eroe e la Leggenda, Cinammon Wells, Snakeman). Discorso maxi : quelli a due storie li ho già mollati da anni...ho deciso di smettere anche con quelli a storia singola, non perché non siano uscite storie belle ultimamente (Nueces e Tre Bill su tutti) ma trovo anche qui sia un po' venuta a mancare la peculiarità che rendeva questa uscita speciale, e il più delle volte ci si trova tra le mani semplicemente "storie lunghe" che potrebbero stare lì come sulla regolare... Degli speciali di Tex Willer non ce n'è uno che mi sia particolarmente piaciuto (in parte quello di Mefisto, ma crolla sul finale), quindi mollo anche su quello... Magazine e color li ho cassati già da tempo... Purtroppo tempo e spazio costringono ad essere più selettivi e a fare delle scelte...
    2 points
  3. Ecco una storia che periodicamente recupererò dallo scaffale per potermela gustare una volta in più, anche per poter annodare tutti i fili che si intrecciano in questo racconto western a sfondo storico e con forte tinte di giallo. La sceneggiatura prende spunto dal reale assassinio di un eroe del West, Wild Bill avvenuta nel 1876 e si sviluppa nel presente texiano dove i nostri, coadiuvati a che da Buffalo Bill, indagano sulla scia di morte che si scatena dapprima in Arizona per poi spostarsi man mano verso nord est. Morti dovute proprio a causa di quella avvenuta ai danni di Wild Bill una partita a poker e alla sua famosa "Mano del morto". I tempi di sceneggiatura sono perfetti, i tre pards (manca Tiger) sono in gran forma così come sono degni di nota tutti, o quasi, i personaggi che vediamo protagonisti lungo questi tre albi. Anche Font si esprime a livelli altissimi. Così come per altri utenti anche io vedo come un piccolo punto debole nei pards, alcuni volti e la prestanza fisica sono migliorabili, ma riesco comunque a farci l'occhio, anche perché il resto mi manda in visibilio. Voto complessivo 9 (pieno)
    1 point
  4. Finalmente l’ho letta, meglio tardi che mai. Storia dalla gestazione decisamente particolare, sia perché è l’ultima interamente firmata da Nolitta sia per le tristi circostanze che portarono all’avvicendamento artistico tra Giolitti e Ticci. Decisamente lunga e classicamente “nolittiana”, piena di dialoghi anche introspettivi e con un finale malinconico che non può non lasciare l’amaro in bocca. Graficamente mi ha colpito, considerando l’età e le condizioni di salute, la qualità del lavoro di Giolitti che, a parte il tasto dolente riguardante i volti dei pards (tutti ma Tex in particolare), riempie le scene con una quantità di dettagli ed un grande dinamismo, dall’attacco all’accampamento alla scazzottata nel saloon. Un vero peccato che le circostanze gli abbiano impedito di concludere la storia, con conseguente subentro (anche con alcuni “inserti” che testimoniano una parziale “riscrittura” della storia e che a me sinceramente hanno un po’ “stonato” per la stridente differenza stilistica) di Ticci, il quale conclude l’avventura da par suo omaggiando così nel migliore dei modi il suo vecchio maestro. Mi ha colpito meno, pur all’interno di un giudizio positivo, il lavoro di scrittura. Lo spunto è molto interessante, con i nostri sotto copertura, l’ambientazione canadese, la migrazione dei sioux, Jim Brandon in versione vigilante. Il pathos è innegabile, il finale concitato e tragico. Ma anche sospendendo l’incredulità, come d’obbligo, per la “fortuna” che arride come sempre ai pards (Tex e Tiger sono gli unici a sopravvivere al massacro, Carson se la cava con la solita pallottola di striscio, Ducaux non riconosce Tex) non mancano anche i punti dolenti. Ho trovato sopra le righe la quantità di siparietti pseudo comici in una storia così drammatica, non ho gradito Carson in versione alcolista e non mi è piaciuta in toto la gestione del rapporto che Tex ha con Ska-Wom-Dee: prima sembra “usarlo”, poi si produce in quella che risulta più una fuga che un commiato di fronte all’enorme tributo di sangue (sia personale che come capo tribù) pagato dal sioux e infine fa la figura dello sprovveduto per non aver intuito quale sarebbe stato il ringraziamento della corona britannica agli indiani. I poveri sioux che pensavano di aver trovato un po’ di respiro finiscono “cornuti e mazziati” e dubito avranno molta voglia di rivedere Aquila della Notte. Tirando le somme una buona storia, che chiude sostanzialmente se non tecnicamente l’epoca di Nolitta come sceneggiatore di Tex in modo assolutamente degno. Il mio voto complessivo è stato 8.
    1 point
  5. Erano svariati anni che non mi accingevo a rileggere questa lunga maratona narrativa; ovviamente il lasso di tempo trascorso non mi permetteva di ricordare per filo e per segno la trama, tuttavia conservavo un ricordo positivo e oggi, dopo essermela nuovamente gustata, ho appurato che quella sensazione era riduttiva, visto che la prova di Borden è davvero avvincente e ben riuscita. Un episodio molto lungo e complesso, che occupa tre interi albi ma che ha l’indiscusso merito di tenere sempre alta l’attenzione del lettore, lasciandolo inchiodato alle pagine, grazie soprattutto a una sceneggiatura curata e funzionale. La trama di base è alquanto intricata e richiede una lettura attenta per carpire al meglio gli snodi principali della vicenda, ma personalmente storie simili, se scritte bene (e questa lo è) mi appagano molto. Di solito quando l’universo di Tex entra in rotta di collisione con la storia propriamente detta, rimango perplesso e spesso nei miei commenti ho avuto modo di chiarire il perché, di conseguenza anche stavolta il rischio di rimanere deluso ero alto, visto che ben tre leggende viventi del west del calibro di Hickok, Buffalo Bill e Calamaty Jane apparivano insieme sulla saga, ma il grande merito di Boselli fu quello di imbastire una trama ben architettata e coinvolgente che s’incastonò perfettamente con le pieghe storiche e il connubio “storia-fantasia” si rivelò cosi azzeccato da rendere l’esito più che soddisfacente. Tavola dopo tavola ci addentriamo in un ricco intreccio che porta a scoprire una ramificata congiura dietro la fine del celebre Wild Bill Hickok. Due misteriosi casi di sangue, apparentemente slegati, permettono a Tex di individuare un sottile filo conduttore e di intraprendere con sagacia una fitta opera investigativa che porterà lui e i suoi pard a una vera e propria odissea costellata da inseguimenti, sparatorie e azione pura tra Arizona, Colorado e South Dakota. Il giallo dei presunti mandanti dell’omicidio di Hickock s’intreccia con la presenza del misterioso vendicatore che dissemina a mo’ di firma le famigerate carte che caratterizzavano la “mano del morto, ovvero la doppia coppia di assi e otto neri che il povero Wild Bill stringeva al tavolo del poker al momento in cui fu freddato. I nostri in pieno stato di forma si dividono i compiti e sia il giovane Kit che Carson brillano di luce propria, mostrandosi degni comprimari di un Tex deciso e duro come il granito. Borden arricchisce il succulento piatto con un’abile sceneggiatura, che saltando da uno scenario all’altro, accresce la tensione e la suspense, e delizia il lettore con scene ben scritte e cariche di adrenalina come quella del treno in partenza da Albuquerque o d’impatto come il vagare del giovane Kit appiedato ma comunque salvato dall’inatteso gesto della borraccia donatagli dalla sua preda. Risalendo la fila e dopo l’individuazione di altri componenti del complotto, lo scontro finale si concentra a Deadwood dove tutto era iniziato quel maledetto pomeriggio d’estate al saloon n°10. Tex e pards, congiunti a Martha Jane Canary (ovvero la misteriosa vendicatrice della “mano del morto”) scrivono la parola fine dopo un movimentata battaglia, sconfiggendo il misterioso “fante di quadri”. Che dire, davvero un’ottima prova, priva di cali di ritmo e sbavature, che si legge con molto piacere e schiaccia ogni pensiero. Non facile districarsi sulla lunga distanza di una tripla con queste cadenze narrative, garantendo comunque un adeguato sviluppo di una trama, molto ricca e complicata. Borden ci riuscì di par suo sciogliendo ogni nodo e garantendo pure dialoghi mai eccessivamente verbosi e pesanti. Anche la caratterizzazione dei personaggi, sebbene meno marcata di altre prove, si rivela accettabile e stavolta i nostri si trovano al centro dell’azione non rischiando minimamente di essere oscurati dai comprimari. Poco importa se i villain dietro le file della congiura si rivelino in fondo alquanto anonimi, l’attenzione dell’autore stavolta è palesemente rivolta all’azione e allo svelamento del giallo costruito pazientemente tavola dopo tavola e gestito con maestria. Alla riuscita dell’episodio contribuì notevolmente Font, ormai “titolare inamovibile” della squadra texiana. Forte della sua sintonia artistica con Borden, l’autore spagnolo sfornò una buona prova grafica e valorizzò ulteriormente la già valevole sceneggiatura. La sua caratterizzazione dei pards continua a essere poco convenzionale e abbastanza sgraziata, ma il sottoscritto, una volta immersosi nelle vignette cariche di tratteggi funzionali, sfondi ben delineati e dinamismo narrativo, finisce ogni volta per abituarsi pure alle sue fattezze caricaturali e anatomie non impeccabili. Di fatto, suppongo sia da sempre un gioco di prestigio quello di Font, consistente nel farsi comunque da me apprezzare, sebbene rappresenti l’opposto dell’ipotetico mio autore ideale. Il mio voto finale è 9
    1 point
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